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L’immacolata Concezione apre la storia, la Madre dell'Eucaristia chiude la storia

“Io sono Madre dell’Eucaristia, non tutti accetteranno questo nome che chiude tutta la storia. Sorgeranno invidie, gelosie e a causa di queste soffrirete, ma gli uomini non potranno impedire a Dio di realizzare i suoi piani” (mess. dell’11 febbraio 1992); in seguito il 24 maggio 1994 la Madonna aggiunge: “Miei cari figli, mi hanno dato tanti titoli, tutti belli, tutti meravigliosi, ma il titolo più grande, il più bello che abbraccia tutto è Madre dell’Eucaristia”.

La Madonna desidera portarci alla conversione e ad una forte vita di unione con Dio, realizzabile con i sacramenti e soprattutto con l’Eucaristia: “Vivete dell’Eucaristia, senza Eucaristia non c’è amore” (mess. del 6 febbraio 1993).

Madre dell’Eucaristia “è un nome forte è un nome che fa pensare, amare Gesù Eucaristia con tutto il cuore” (mess. del 9 ottobre 1994).

L’Eucaristia è il fulcro della vita cristiana e noi, come comunità, seguiamo gli insegnamenti della nostra Mamma che desidera far amare suo Figlio Gesù: Lo incontriamo ogni giorno nella S. Messa per riceverlo in grazia dentro di noi e cullarlo nel nostro cuore; Lo conosciamo sempre di più attraverso la sua parola, il Vangelo, poiché non si può amare senza conoscere.

È significativo il fatto che Gesù stesso, nel giorno della sua circoncisione, come sappiamo dalla rivelazione privata, chiama la mamma “Madre dell’Eucaristia”.

La Madonna però ci avverte che: “Madre dell’Eucaristia è il nome più importante, più bello, ma anche il più combattuto, il più sofferto, perché l’Eucaristia non è amata fino in fondo” (mess. dell’8 dicembre 1997).

Gesù ci ama ed è per questo che si è incarnato nella Vergine Maria e trasforma il pane nel suo Corpo per potersi donare a noi. Se Maria non avesse pronunciato quel “sì” quel meraviglioso piano d’amore non si sarebbe mai realizzato.

Tra l’Immacolata Concezione e la Madre dell’Eucaristia esiste un filo conduttore che attraversa la storia. A conferma di questo, il 17 luglio 1994 Marisa per la prima volta ha visto due Madonne: l’Immacolata di Lourdes e la Madre dell’Eucaristia. “Dio ha voluto che aprissi e chiudessi la storia” (mess. dell’11 febbraio 1995).

Maria, Madre dell’Eucaristia, chiude la storia e ciò non significa che a queste apparizioni non ne seguiranno altre con altri nomi, ma tra gli altri titoli che le verranno attribuiti, per quanto belli e grandi, il più significativo resterà Madre dell’Eucaristia.

Maria come Madre dell’Eucaristia era già presente nella Sacra Scrittura. Nel versetto 14 del settimo capitolo di Isaia infatti sta scritto: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuele”.

Sappiamo che a Dio nulla è impossibile; Lui, creatore della natura, ne ha arrestato le leggi permettendo a Maria di dare alla luce Gesù rimanendo vergine.

La puntualizzazione “dare alla luce” è importante perché Maria, creatura senza peccato originale, non poteva soffrire i dolori del parto. Gesù infatti è venuto alla luce

passando attraverso il grembo della Madre, come un raggio di luce passa attraverso un cristallo purissimo.

L’Immacolata rimane vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù.

Dio ci permette di conoscere questa sua grande opera grazie al vangelo di Luca (cap. 1, vv. 36-38), nel quale si narra l’inizio della redenzione dell’umanità.

Maria è sposata con Giuseppe, ma secondo la legge ebraica prima di vivere insieme, doveva trascorrere circa un anno per preparare la dote e quanto era necessario alla vita coniugale.

L’angelo dunque entra nella casa di Maria, la trova assorta nella preghiera e le dice: “Ti saluto, piena di grazia”, mostrando così il compiacimento di Dio verso una creatura tanto bella al suo sguardo. L’angelo prosegue dicendo: “Il Signore è con te”. Noi diciamo rivolti ai nostri fratelli: “Il Signore sia con te”, in segno di speranza, di augurio, mentre Maria è la prima persona a meritare questo saluto perché è senza peccato. Maria si chiedeva che senso avesse un tale saluto, precisamente secondo la traduzione Greca “Donde venisse tale saluto”. Maria, che ha già avuto frequentazioni con gli angeli, si chiede se quel saluto viene dall’arcangelo Gabriele o da Dio: lei sa che, venendo da Dio è giunto il momento della redenzione.

Maria ha doni soprannaturali, preternaturali e naturali, quindi fin da quando possiede l’uso di ragione, pronuncia il suo “sì” alla missione che Dio le ha affidato.

Lunghi anni di silenzio e formazione precedono il rinnovo del “fiat”.

La Madonna è turbata al saluto dell’angelo, perché già sa che quel Figlio che lei avrebbe generato, dovrà patire tutte le sofferenze di cui parlavano già abbondantemente i profeti nel Vecchio Testamento. Maria prosegue dicendo: “Come è possibile? Non conosco uomo”, domanda che la Madre di Gesù non pone per se stessa, ma per far capire a noi il mistero della sua verginità e maternità.

L’angelo che nel parlare a Maria si trova in piedi davanti a lei, quando la Madonna pronuncia il suo “sì”, si inginocchia prega e adora la seconda Persona della Trinità

che è nel suo grembo.

L’Immacolata Concezione apre la storia: l’incarnazione si realizza attraverso l’azione dello Spirito Santo, così come noi abbiamo l’Eucaristia attraverso la potenza dello Spirito Santo.

Il sacerdote infatti, poco prima della consacrazione, ripete la formula: “Santifica questi doni con l’effusione dello Spirito Santo, affinché diventino per noi il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Signore”. Maria come Madre di questo corpo chiude la storia.

In “Monumenta Eucharistica” di Gerardo di Nola leggiamo: “Maria, Madre del corpo di Cristo è anche Madre dell’Eucaristia. Maria, come la Chiesa, dona ai cristiani il Cristo eucaristico per il loro nutrimento spirituale. Basti pensare a quello straordinario cantore della Vergine, S. Efrem Siro, che cogliendo l’intimo rapporto fra Maria, Eva, l’Eucaristia e la Chiesa, nei suoi Inni così esclama: “La Chiesa ci ha dato il pane vivo, al posto degli azzimi che aveva dato l’Egitto. Maria ci ha dato il pane della vita, al posto del pane della spossatezza che ci ha dato Eva”.

Il teologo e mistico francese Gersone, vissuto nel XIV secolo, nel “Tractatus super Magnificat” scrive del rapporto tra il sacramento del Cristo e la Vergine definita “Madre dell’Eucaristia”.

Pio XII ha istituito la festa liturgica della “Beata Maria Vergine, N.S. del SS. Sacramento” che viene celebrata il 13 maggio. Il XII congresso Mariologico internazionale (18/24 agosto 1996) e il XIX congresso Mariano internazionale (24/26 agosto 1996) celebrati a Czestochowa hanno avuto come tema: Maria e l’Eucaristia.

C’è rispondenza, inoltre, tra i fatti che riguardano il Papa e la storia di Maria. Nel 1854, Papa Pio IX stabilisce dogma di fede l’Immacolata Concezione e quattro anni più tardi, nel 1858, in un piccolo villaggio francese la Madonna appare a Bernadette presentandosi così: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

Il titolo Madre dell’Eucaristia è perfettamente definito dalle parole di Giovanni Paolo II che il 5 giugno del 1983 scrive: “La radice dell’Eucaristia è Maria. L’Eucaristia conserva il profumo e l’odore di Maria”. Nel 1988 la Madonna, che fino ad allora era apparsa a Marisa senza darsi nessun titolo, afferma: “Io sono Madre dell’Eucaristia”. Ancora una volta prima il Papa ha parlato, poi Maria si è presentata.

Nel 1973 a Lourdes, Marisa e Don Claudio hanno ricevuto l’invito a prepararsi per la grande missione e a pronunciare il loro “sì”. Tra Marisa e Bernadette esiste una affinità spirituale e comunione di malattie fisiche. Tra le apparizioni di Lourdes e quelle di Roma c’è unione, dipendenza e sviluppo. L’11 febbraio 1995 Marisa dice: “Adesso vedo due Madonne, l’Immacolata concezione e la Madre dell’Eucaristia. Bernadette sta vicino all’Immacolata, io sto vicino alla Madre dell’Eucaristia”.

La Madre dell’Eucaristia ha scelto di aiutarci per condurci verso la santità, partendo dal segno della croce per arrivare alla preghiera del cuore. “Impegnatevi quotidianamente a recitare il S. Rosario con i vostri fratelli, ha più valore in quanto Gesù ha detto: «Dove sono riunite due o più persone nel mio nome, Io sono in mezzo a loro»” (mess. del 2 ottobre 1988).

Maria intercede per noi presso il Padre e noi ci rivolgiamo a lei con il S. Rosario, che se viene recitato con amore è la preghiera più potente, dopo la S. Messa, per sconfiggere il demonio. “Con l’amore si vince la grande battaglia del male. Pregate ed amate. Amate e pregate. Con la preghiera e l’amore potete realizzare tutto ciò che vi sembra impossibile. Gesù vi ama, Io vi amo, e voi miei cari figli, se volete seguire il nostro cammino dovete amare” (mess. del 24 novembre 1988).

Maria ha amato tutti noi nel momento del suo sì. Anche noi come lei siamo chiamati a dire il nostro sì, ad amare dell’amore che viene da Dio, al quale si può tendere con la vita di grazia e camminando verso la santità.