S.E. Mons. Claudio Gatti, Vescovo dell'Eucaristia; Marisa, vittima dell'Eucaristia
Veglia di preghiera del 29 giugno 2004, celebrata in occasione del 5° anniversario dell'episcopato di S.E. Mons. Claudio Gatti e dell’anniversario dell'emissione dei voti di Marisa
Introduzione
Cristo, Colui che è contemporaneamente vittima e sacerdote, a distanza di duemila anni dalla fondazione della Sua Chiesa, per riportarla alle origini e darle nuovo vigore, ha scelto un umile sacerdote, Claudio Gatti, ed una vittima, Marisa Rossi: Dio si è servito di loro per realizzare i suoi progetti. Grazie alla potenza sprigionata dai grandi miracoli eucaristici, all’azione pastorale di Sua Eccellenza e alle sofferenze della vittima d'amore, la Madre Chiesa sta riportando l'Eucaristia al suo ruolo centrale: "Dio si è servito di te, piccolo sacerdote, ora grande sacerdote, e della vittima che ti è vicino, per aiutare la Chiesa" (Lettera di Dio, 27 giugno 1999).
Le lettere di Dio portate dalla Madre dell'Eucaristia, che ama definirsi la Sua "postina", ci parlano spesso di questo trionfo spirituale, che si è potuto realizzare anche grazie alla profonda unione di queste due semplici anime. La pienezza del sacerdozio, data direttamente da Dio al nostro Vescovo, lo ha aiutato a sostenere la verità, a difendere Gesù Eucaristia e a resistere a tanti attacchi. La passione sofferta quotidianamente da Marisa sta riportando all’ovile tanti figli prediletti, che avevano abbandonato la strada tracciata da Gesù.
In questa veglia mediteremo sul rapporto del Vescovo e di Marisa con Gesù e con la Madre dell'Eucaristia, sui miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico e sulla missione che il Vescovo e Marisa stanno portando avanti nella Chiesa secondo i disegni di Dio, che per loro mezzo si stanno realizzando.
Diverse persone della comunità hanno collaborato alla stesura del testo che, di conseguenza, presenta diversi stili di narrazione. Abbiamo voluto mantenere tale diversità di stile, consapevoli che, come dice S. Paolo: "Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come ha voluto. Molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Dio ha contemperato il corpo perché le membra cooperassero al bene vicendevole" (I Cor. 12). Il nostro Vescovo, in una sua omelia ha detto: "Bisogna mettere insieme le diversità per creare armonia, non uniformità, ma armonia".
Il Vescovo e Cristo: Cristo parla attraverso il Vescovo
Meno di un mese fa, dopo una catechesi che ci aveva incantato, incontrando il nostro Vescovo mi complimentai con lui. In realtà avrei dovuto e desiderato porgergli sempre le mie congratulazioni in tanti anni di catechesi ed omelie per la sua straordinaria capacità di approfondire il Vangelo, di scavare dentro un solo versetto per tutto il tempo a disposizione e "farne un poema", come dice la Madre dell'Eucaristia. Il nostro Vescovo riesce ad allargare prodigiosamente le maglie delle parole, per tirarne fuori incredibili e sorprendenti spiegazioni, che si sentono giuste e presenti nel testo perché aderenti in tutto alla realtà, ma talmente nascoste che solo chi vive il Vangelo e ne medita ad ogni passo il significato può porgere a chi ascolta come un dono prezioso. Molte volte non io sola, ma tutti noi ci siamo sentiti trascinare come se, paradossalmente, vivessimo all’interno della vita di duemila anni fa, come se ne fossimo testimoni del momento: la predicazione di Gesù, le strade della Galilea e della Giudea, la moltiplicazione dei pani, l’osanna della folla all’ingresso di Gerusalemme una sensazione bizzarra e tuttavia così consapevole e lucida, da rimanere stupiti e chiedersi come possa accadere una simile meraviglia, che non è un sogno, ma verità. Oppure ci siamo sentiti sospingere così in alto, da assaporare un attimo di intensa, inesprimibile, beata gioia: attimi di Paradiso, potremmo dire tutti noi, e davvero questa è la definizione giusta, quella che più si avvicina alla percezione di tanta letizia interiore. Spesso Marisa ci ha detto che durante la santa Messa o durante le apparizioni, ha visto Gesù dietro il Vescovo o addirittura Gesù stesso officiare e parlare a noi attraverso il Suo sacerdote. Il nostro Vescovo ha più volte affermato: "Non sono io a parlare, tutto mi viene suggerito dall’alto". La Madre dell'Eucaristia, nella lettera di Dio del 13 aprile 2003, ha ribadito: "Il vostro Vescovo dice la verità: parla da saggio, da profeta, parla nel nome di Gesù, perché Gesù è in lui". Allora noi non possiamo che sentirci privilegiati, se a tanto aggiungiamo che il Giovedì Santo del 2003, Gesù stesso ha confermato con le Sue parole che: "Durante la S. Messa Io e il Vescovo formiamo un tutt'uno, siamo un'unica persona".
Marisa e la Madre dell'Eucaristia: i frutti delle apparizioni
Le apparizioni della Madre dell'Eucaristia hanno aperto una finestra verso il Paradiso. Una Mamma attenta, premurosa e partecipe della vita dei suoi figli si è fatta conoscere all’umanità attraverso il rapporto con una semplice creatura. Marisa ha sempre rivolto i suoi occhi, il suo cuore e tutto il suo essere verso quella creatura celestiale che le veniva incontro, la cullava, la confortava e la guidava sulla strada che il Signore aveva scelto per lei.
La Madre dell'Eucaristia ha insegnato a tutti gli uomini come ogni cristiano dovrebbe rivolgersi a lei, non come ad una regina distaccata, ma con la vivacità, la semplicità e la spontaneità di Marisa.
Attraverso la Madre dell'Eucaristia, il Signore ha rivolto il suo appello accorato ai suoi figli per redimerli, per farli tutti partecipi di quel corpo mistico che trae forza, unione e alimento dall'Eucaristia. Le lettere di Dio sono un aiuto per camminare verso la santità, hanno dato grandi frutti spirituali: conversioni, riunioni di famiglie, nascita di vocazioni sacerdotali, ripresa di anime consacrate in crisi, nuovo slancio di impegno sacerdotale e soprattutto molti giovani hanno riscoperto la bellezza della vita in grazia.
Il nostro Vescovo ci ha confidato che le apparizioni della Madre dell'Eucaristia lo hanno aiutato a comprendere e a vivere meglio la celebrazione della santa Messa e dalle lettere di Dio ha ricevuto insegnamenti di altissimo valore teologico.
Sono state rivelate verità mai conosciute nella dottrina della Chiesa: la Madonna, Corredentrice del genere umano; san Giuseppe, Custode dell'Eucaristia e patrono del mondo; san Paolo, ordinato vescovo direttamente da Cristo. La Madre dell'Eucaristia ci ha donato il racconto della sua vita e ci ha rivelato la sofferenza che lei e Suo Figlio Gesù provano quando scendono sulla Terra.
Il luogo taumaturgico ha accolto il Paradiso e ogni volta che Dio Padre, la Trinità, Gesù Dolce Maestro e la Madre dell'Eucaristia si sono fatti presenti, tutta la creazione ne ha ricevuto beneficio. Moltissime grazie fisiche e spirituali sono state donate dal Signore, e tragedie che avrebbero sconvolto l’umanità sono state evitate con le preghiere e le sofferenze che la Madonna ha chiesto al Vescovo ed alla Veggente.
Le apparizioni della Madre dell'Eucaristia hanno portato alla realizzazione del grande disegno di Dio: il trionfo dell'Eucaristia, che oggi è più conosciuta ed amata in tutto il mondo. I sacerdoti hanno ripreso a parlarne, sono stati organizzati congressi eucaristici e moltissime chiese hanno riaperto i loro tabernacoli per fare adorazioni al Santissimo Sacramento. Tutto è stato frutto di ciò che è avvenuto ed è stato insegnato nel luogo taumaturgico; anche l’ultima iniziativa lanciata nella Chiesa dal Santo Padre lo scorso Giovedì Santo: l’anno eucaristico, durante il quale preghiamo che possa finalmente brillare la figura del Vescovo dell'Eucaristia.
Il Vescovo e l'Eucaristia: testimone dei miracoli eucaristici
Era il 1° luglio 1995, quando la Madonna annunciò: "Mio Figlio ed io abbiamo dato l’annuncio che, quando l'Eucaristia sarà visibile qui a tutti, allora inizierà il Suo trionfo".
Il 14 settembre 1995 don Claudio Gatti, umile e semplice sacerdote scelto da Dio, è testimone del primo grande miracolo eucaristico avvenuto nel luogo taumaturgico. Quel giorno, durante la processione per la festa dell'Esaltazione della santa Croce, il sacerdote vede posarsi nelle mani di Marisa la santa particola, consacrata da Gesù stesso e fuoriuscita dal costato squarciato del crocifisso portato in processione. È l’inizio di una serie di miracoli eucaristici così grandiosi quale non si era mai verificata prima nella storia della Chiesa: nel luogo taumaturgico innumerevoli ostie vengono trasportate da Gesù, dalla Madre dell'Eucaristia, dagli angeli, dai santi e poste nell’ostensorio, nel tabernacolo, o adagiate su statue, sullo stendardo della Madre dell'Eucaristia e perfino sui fiori, emanando un profumo meraviglioso. Queste ostie sono prese dai tabernacoli delle chiese o prelevate dai luoghi in cui erano state o stavano per essere profanate e, quel che è ancora più doloroso, molte volte erano dei sacerdoti a profanarle. In molte occasioni le ostie hanno versato sangue. È stata la Madonna stessa a spiegarci il motivo: "Il sangue è un gesto d'amore per voi e di sofferenza per coloro che non credono. Finché il mondo non cambierà, il mio cuore e quello di Gesù sanguineranno" (Lettera di Dio, 11 novembre 1999). Di tutti questi miracoli eucaristici il nostro Vescovo è stato testimone. Egli è il martire dell'Eucaristia, ha subito gravi ingiustizie da parte degli uomini della Chiesa, ma non ha mai tradito Gesù Eucaristia, non ha mai tradito la verità, obbedendo sempre a Dio piuttosto che agli uomini ed è sempre stato pronto ad accogliere con amore e dolore il sangue divino versato dall'Eucaristia per il tradimento di tanti figli prediletti. La sua missione è grande e per questo Dio stesso l'ha ordinato Vescovo. Questa ordinazione episcopale è un meraviglioso dono d'amore di Dio per la Sua Chiesa. Su di essa e su tutti gli altri miracoli eucaristici, Dio Padre ha posto il Suo sigillo l'11 giugno 2000, giorno di Pentecoste, col grande miracolo eucaristico avvenuto mentre il nostro Vescovo celebrava la santa Messa. Al momento della consacrazione, l’ostia ha sanguinato nelle sue mani e noi tutti ne siamo stati testimoni insieme a lui, per cui, come Giovanni, possiamo dire: "Ho visto e ho creduto". Come con la Pentecoste è nata la Chiesa, così col grande miracolo dell'11 giugno 2000, festa di Pentecoste, è iniziato il rinnovamento della Chiesa, perché Dio promise a Pietro: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt. 16,19).
Ripensando a questa frase del Vangelo, ci colpisce ricordare le parole, che riportiamo, della lettera di Dio del 10 dicembre 2000: "Dopo san Pietro, Dio ha scelto don Claudio".
Preghiera
Claudio Gatti, umile, semplice sacerdote scelto da Dio e rifiutato dagli uomini. Tu, sacerdote sempre più simile a Cristo, tu, sacerdote vittima, sempre pronto ad accogliere con amore e dolore il sangue divino versato dall'Eucaristia. Tu, Vescovo ordinato da Dio come Paolo, al quale sei simile in forza e combattività, tu sei il nostro grande Vescovo che vorremmo finalmente amato e riconosciuto da tutti. Ti ringraziamo, Signore, perché hai fatto un dono così grande ad un'umanità che ne ha tanto bisogno, ma che ancora stenta a riconoscerlo. Grazie, Eccellenza, Vescovo dell'Eucaristia, che con tanta forza, dignità ed umiltà, hai difeso i miracoli eucaristici anche a costo della tua stessa vita.
I miracoli eucaristici avvenuti nelle mani di Marisa
Marisa, i voti che hai preso, la tua chiamata, non è un sacramento, ma sostiene il sacramento. Questo ti ha ripetuto molte volte la Madre dell'Eucaristia. A queste parole lego un'immagine impressa nella mia memoria, quella delle tue mani protese a sostenere l'Eucaristia a te portata da Gesù, dalla Madonna, dagli angeli o dai santi. Chi ha visto, ancora oggi ricorda quel primo miracolo avvenuto nelle tue mani, quando nessuno sapeva cosa fare, tanta era l'emozione. Ti sei alzata, hai camminato verso la croce che stavamo portando in processione, hai preso in mano l'Eucaristia fuoriuscita dal costato della statua posta sulla croce. Noi abbiamo visto questa piccola ostia adagiarsi sulle tue mani. Tanti altri miracoli sono seguiti nei mesi di ottobre e dicembre 1995, in gennaio, aprile e maggio 1996. Il grande miracolo del 26 novembre 1995, tanto calunniato dagli uomini, è stato apportatore di grazie particolari, tra cui, quella di salvare Roma da un terribile terremoto.
Dio ti ha scelta, si è rifugiato presso di te, quando ha sottratto alla profanazione alcune particole nel febbraio e in aprile del 1996. I presenti hanno visto i segni sulle ostie, hanno sentito la sofferenza del Paradiso dalle lettere di Dio, hanno visto la tua sofferenza, ma anche l’amore con il quale riparavi ad una profanazione commessa. Il 29 giugno 1997, tutti i presenti hanno visto un nuovo miracolo avvenire nelle tue mani, quando dal costato della statua taumaturgica di Gesù è fuoriuscita, passando attraverso la teca, senza infrangerla, una particola che si è depositata sulle tue mani.
Altri grandi miracoli sono seguiti: le ostie sono apparse con visibili segni di sangue. Il primo di questi è avvenuto il 6 febbraio 1997, per dimostrare "agli uomini della Terra, soprattutto ai sacerdoti, che ( ) Gesù è presente in quella piccola ostia, in corpo, sangue, anima e divinità" (Lettera di Dio, 10 febbraio 1997).
Diverse volte, per simboleggiare l’unione indissolubile tra la vittima divina e la vittima umana, Gesù si è posato su di te, sul tuo cuore e una volta anche su quello del nostro Vescovo. Di questo ha parlato la Madre dell'Eucaristia dicendo: "A voi può sembrare strano che l'Eucaristia si sia adagiata sul corpo del Vescovo e sul corpo della veggente. Perché Dio ha fatto questo? Perché ha voluto appoggiare il suo corpo sul vostro, martoriato da tutti, miei cari due figliolini" (Lettera di Dio, 7 aprile 2000).
l’ultimo miracolo è avvenuto il 15 gennaio 2004 ed è il sigillo dell’unione della passione di Cristo e di quella vissuta da te tutti i giorni.
Tu, per volontà di Dio e per tua completa accettazione, continui a vivere la passione e, nella mattina di quel giorno, era avvenuta l'ennesima fuoriuscita di sangue dalle stimmate delle mani, della fronte e del costato in modo abbondante e doloroso. Nel pomeriggio, la Madonna è venuta e tu hai cantato insieme con lei altissime note. Ella ti ha detto che nessun altro mistico o santo della Terra ha sofferto quanto te e successivamente ha adagiato sulla tua fronte una particola, che lì è rimasta, essendosi posata sul sangue che usciva dalla tua fronte. La particola vi è rimasta adagiata fino alle prime ore della mattina di sabato 17, quando si è staccata improvvisamente. Su di essa erano visibili grumi di sangue diversi. Il giorno successivo sulla particola macchiata dal sangue di Marisa sono fuoriuscite gocce del sangue divino. La conferma, il giorno seguente, ce l'ha fornita la Madonna: "Figli miei, è uscito anche il sangue di Gesù dalla particola che io ho portato giovedì".
Il sangue divino ed il tuo sangue si sono uniti, evento unico nella storia di tutta la Chiesa.
Cara Marisa, noi ti ringraziamo per tutte le volte che, lasciandoti guidare da Dio, ti sei resa strumento docile nelle sue mani. Egli si è servito e continua a servirsi di te per la realizzazione delle sue opere.
Il Vescovo e la sua missione nella Chiesa
Era il 26 luglio del 1998, quando Gesù fece questo annuncio: "Caro don Claudio, tu sarai l’apostolo, il profeta, il Vescovo, il condottiero della nuova Chiesa".
l’apostolo. l’ansia apostolica ha sempre caratterizzato la vita del nostro Vescovo che ha dato tutto se stesso per far conoscere la parola di Dio, per far conoscere ed amare l'Eucaristia, per far comprendere l’importanza di vivere in grazia senza mai scendere a compromessi, dando l'esempio di come deve essere il vero pastore. È per noi un faro di luce, guida sicura ed amorevole, ma l'eco dei suoi insegnamenti, delle sue catechesi ispirate da Dio, ha travalicato i confini di questo piccolo luogo taumaturgico e si è diffuso in tutta la Chiesa, specialmente riguardo la centralità dell'Eucaristia nella vita cristiana. Ricordiamo l’anno eucaristico indetto dal Papa, che inizierà ad ottobre, la sua enciclica "Ecclesia de Eucharistia", il prossimo sinodo dei vescovi che avrà come tema: "L'Eucaristia, fonte ed apice della vita cristiana", solo per citare gli avvenimenti più recenti.
In tutta la Chiesa oggi è rifiorito l’amore a Gesù Eucaristia.
Il profeta. Il profeta è colui che parla a nome di Dio e fa conoscere la Sua volontà. Il nostro Vescovo ha sempre fatto conoscere ciò che Dio comunicava con le Sue lettere, anche quando questo ha comportato per lui grandi sofferenze morali, ma anche queste grandi sofferenze, offerte con amore ed abbandono, hanno contribuito al disegno di Dio che vuole salvare quante più anime è possibile.
Il Vescovo. Gesù il 27 giugno 1999 diceva: "Dio ti ha ordinato Vescovo, ti ha dato la pienezza del sacerdozio". "Dio non ha detto: Sei libero di accettare o non accettare, Dio ha detto: Ti ordino Vescovo"; e la Madonna il 13 settembre 1999 affermava: "Essere eletto vescovo da Dio è un grandissimo dono che solo tu, Don Claudio, potevi avere, perché il tuo amore per le anime è grande". Diceva anche che noi non avevamo ancora compreso l’importanza di questa scelta di Dio. Sono trascorsi cinque anni da allora e certamente ancora non abbiamo compreso del tutto la grandezza, l’unicità, la singolarità, l'esclusività di questo intervento di Dio. Perché l'episcopato? La risposta è stata chiara: "Perché don Claudio avesse la pienezza del sacerdozio, perché soltanto come Vescovo può accettare tutte le difficoltà e portare avanti la grande missione" (Lettera di Dio, 14 settembre 1999); "Perché ha sofferto per tutta la vita, ma non ha mai tradito Dio Padre, Dio Spirito Santo, e Me, Dio Figlio, non ha mai tradito l'Eucaristia che ha versato sangue e non ha mai tradito la Madre dell'Eucaristia" (Lettera di Dio, 26 settembre 1999). E ancora: "Per aiutare la Chiesa e per smascherare gli uomini che non sono a posto, che non sono in grazia; ci saranno momenti duri, ma da questo sofferto lavoro nascerà la nuova Chiesa, il nuovo Papa, il cambiamento di tutto" (Lettera di Dio, 25 aprile 1999). Con questo suo diretto intervento, Dio fa capire quanto il comportamento di alcuni grandi uomini della Chiesa sia in contrasto con la sua volontà. Il coraggio del nostro Vescovo è palese, perché ha accettato e onorato questo grande dono, anche se ha sofferto moltissimo per il rifiuto, da parte degli uomini, verso questa opera di Dio.
Il condottiero della nuova Chiesa. Noi sappiamo che il nostro Vescovo un domani avrà un compito ed un ruolo importante nella Chiesa che sta rinascendo. Il trionfo dell'Eucaristia c'è già stato e con esso è stato sventato quel piano diabolico-massonico che voleva relegare l'Eucaristia a semplice simbolo e ricordo. Infatti, per lunghi anni, nei seminari l'Eucaristia veniva presentata come vuota commemorazione della morte di Cristo; alcuni catechisti, inoltre, nelle chiese insegnavano ai bambini che l'Eucaristia era un pane benedetto. Il 17 gennaio 2002 la Madonna ha detto: "La vittoria è grandiosa e abbraccia tutta la Chiesa. Voi sapete che la roccia di questa vittoria è il vostro Vescovo e voglio aggiungere anche la vostra sorella, che ha chiesto di soffrire nel silenzio e nel nascondimento". Ma affinché la Chiesa rinasca, c'è ancora molto da fare. La Chiesa che Dio desidera deve essere santa e povera, perché una Chiesa povera è una Chiesa credibile, capace di incidere sulla società e di dirigere le coscienze, perché i suoi pastori, lontani da ogni attaccamento a ricchezze o potere, sappiano essere guide autorevoli ed esempi luminosi, sale della terra e luce del mondo.
Marisa e la sua missione nella Chiesa
"Marisella, non puoi comprendere quanto la tua sofferenza sia importante per la Chiesa. La tua missione consiste nell’immolarti per quei sacerdoti che non amano mio Figlio Gesù e combattono l'Eucaristia" (Lettera di Dio, 15 luglio 1995).
Nella lettera di Dio del 14 aprile 1996, Gesù completa le parole della Mamma aggiungendo: "La tua missione consiste anche nello smascherare le persone che non amano Gesù Eucaristia".
In queste parole Dio ci permette di conoscere la missione di Marisa. Le sofferenze che lei offre quotidianamente sono non solo di un'anima scelta da Dio, ma anche di una donna e del suo grande cuore, che batte per Dio, il suo Tutto, batte per il Vescovo dell'Eucaristia, per la Chiesa, per i sacerdoti, per i malati e i bisognosi. Il suo ruolo nella rinascita della Chiesa è determinante: più volte ha vissuto la passione per questo fine; nella gravità delle sue condizioni fisiche, in alcuni casi le è stata salvata la vita da Dio: "Non per sé, ma perché c'è bisogno di lei. Ne hanno bisogno gli uomini della Chiesa che continuano ad occupare i posti di potere e ad accumulare denaro" (Lettera di Dio, 14 marzo 2001).
Le molte sofferenze vissute in tutta la sua vita, e delle quali più di tutti è testimone il Vescovo dell'Eucaristia, sono atroci e vengono sopportate con pazienza ed amore. Inoltre, ciò che colpisce di questa donna straordinaria è che, nonostante il peso della missione, lei si mostra a noi serena, sorridente, dolcissima ed i suoi occhi sono sempre attenti alle esigenze altrui, dimenticando se stessa: è di questo che siamo testimoni anche noi membri della comunità. La sua semplicità, la sua umiltà sono sotto gli occhi di tutti, al punto che la Madonna è arrivata a dirle: "Marisella, tu pensi di essere una persona inutile? Oh no, non sei affatto inutile, sei molto importante per noi" (Lettera di Dio, 30 gennaio 2000). Quella stessa semplicità che si è espressa con un sentimento di timore quando, il 12 febbraio del 1998, Gesù le ha detto: "Dio ti affida una seconda missione: dovrai scrivere a tutti i presidenti". È proprio nello stile di Dio, come tante volte ci ha ripetuto il nostro Vescovo, fare delle scelte che sono agli occhi del mondo sconcertanti e disarmanti, così come scegliere una tanto semplice ed umile creatura per scrivere ai potenti della Terra un messaggio così importante, che parli di pace e di unione. Le parole che Marisa ha pronunciato a questo proposito, rivolta al Vescovo, riflettono la sua natura: "Io non sono buona a scrivere a questa gente"; la risposta del Vescovo è stata: "Non ti preoccupare"; ha inoltre aggiunto: "È sempre così nella storia della Chiesa, sono i piccoli che scrivono ai grandi". Sono perciò perfettamente calzanti le parole pronunciate dalla Madonna nel suo inno all’amore, il Magnificat: "Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai loro troni, ha innalzato gli umili" (Lc. 1,48-52).
l’amore grande di Marisa, quell’amore di cui mai si potrà parlare abbastanza, si esprime anche nel nascondimento quando, presente in bilocazione nei luoghi di guerra, ha assistito a scene atroci di violenza, subite soprattutto dai bimbi, dalle donne, dagli anziani, vittime dell’odio feroce degli uomini. La sua sofferenza, nel vedere queste scene strazianti è grande; nonostante ciò, Marisa, come in Kosovo, Jugoslavia, Africa, Asia, ha aiutato, con la Madonna, le persone che stavano morendo, ha sfamato bimbi e curato gli anziani. l’amore sofferto che si legge negli occhi di Marisa quando ha raccontato alcune di queste scene, è quell’amore pietoso e caritatevole che vorremmo leggere negli occhi dei grandi uomini della Terra quando, con distacco, parlano di guerre e di atti terroristici. Dovremmo sempre tenere presenti le parole della Madonna dette in occasione del triduo per la consacrazione di Marisa del 2002: "Nessuno ha capito fino in fondo quanto è grande la sofferenza che offre per tutti voi, per la Chiesa, per la conversione dei sacerdoti".