Preghiera formulata da S.E. Mons. Claudio Gatti il 18 giugno 2006
“Quando busserò alla Tua porta, io non pronuncerò il mio nome; non c’è bisogno perché Tu mi hai seguito, mi hai amato, mi hai conosciuto per tutta la vita e quindi non ti sono estraneo”.
O Signore, anche se queste parole non sono proprio quelle esatte di un canto a noi familiare, il concetto è comunque molto chiaro: tra amici non ci si presenta, ma semplicemente ci si abbraccia. Non dirò il mio nome, perché Tu mi conosci, ma pronuncerò solo una parola: “Grazie”.
In questa piccola, semplice parola è racchiusa tutta la gratitudine e il riconoscimento per tutto ciò che Tu, o Signore, hai compiuto e dato all’intera umanità.
Io mi sento piccolo, ma in questo momento credo di poter affermare che, per la missione che mi hai affidato, io posso rappresentare l’intera Chiesa: la sua gerarchia e i suoi fedeli.
Io, Signore, ti dico grazie, grazie perché ci hai donato Te stesso nel mirabile sacramento dell’Eucaristia.
Grazie perché hai dato la possibilità a noi uomini, attraverso il sacramento dell’Ordine, di renderti realmente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità in ogni angolo della terra e in ogni momento della sua storia.
Grazie, o Signore, perché in questi secoli Tu hai sempre affermato la Tua sovranità sulla Chiesa, di cui sei fondatore e capo. Non hai mai abdicato a questo Tuo potere: l’hai esercitato e continui a farlo in modi diversi, direttamente grazie ai Tuoi interventi e indirettamente con i Tuoi ministri fedeli. Ecco perché, Signore, la Chiesa è Tua e rimane tale. Nessun uomo, sottolineo, nessun uomo può governarla con autorità propria, ma solo come esercizio e mandato della Tua autorità.
Grazie, Signore, perché lungo i secoli hai continuato a chiamare anche nuovi apostoli. Sappiamo, infatti, che ne hai scelti altri oltre a quelli che Tu hai chiamato lungo le strade della Palestina e ai quali hai riservato momenti, nottate, giorni di evangelizzazione, catechesi e insegnamento. Grazie, Signore, perché anche attraverso gli apostoli dei nostri tempi ci fai sentire la Tua presenza.
Lo Spirito spira dove vuole e nessuno può trattenerlo. Ecco perché gli apostoli indicano che Tu sei presente.
O Signore, la Tua Chiesa Ti è costata sangue e lacrime come anche ai tuoi apostoli, dai primi agli ultimi. Questa è la tua strada, ma è una strada che non termina al Golgota, ma arriva al Tabor, alla Trasfigurazione, alla manifestazione della Tua potenza, della Tua divinità e Tu permetti di condividere i tuoi trionfi con coloro che hai chiamato e che sono stati fedeli.
Grazie, Signore, per tutto ciò che hai compiuto e perdonaci se non siamo sempre stati coscienti della grandezza e della bellezza dei Tuoi doni.