Anno sociale 2004 - 2005
Storia delle apparizioni
Anno dell’eucaristia
L'8 settembre, festa della Natività della Beata Vergine Maria, abbiamo organizzato il primo incontro spirituale del nuovo anno sociale. Marisa, durante l’apparizione, ha visto accanto alla Madre dell’eucaristia una culla, nel cui interno giaceva una piccola bimba: Maria.
La Madonna dopo aver premesso che "Dio può fare tutto ciò che vuole", ci ha fatto sapere che l’onnipotente "ha messo la piccola Maria nella culla che il mio amato sposo, con tanto amore, aveva preparato per Gesù".
Dio può rendere presente ciò che per noi è passato e attualizzare in ogni momento ciò che è avvenuto in altro tempo.
Come Dio rende presente il sacrificio di Cristo sulla croce a coloro che partecipano alla S. Messa, ugualmente può mostrare Maria come bimba, giovane, donna incinta e mamma che stringe sul cuore il figlio. Nello stesso momento la può far apparire come Immacolata Concezione e Madre dell’eucaristia.
Nella stessa apparizione la Madre di Gesù ha fatto un'affermazione che farà molto discutere: "Marisella è l’unica veggente del mondo".
Inoltre ha riconosciuto che "nel luogo taumaturgico c'è serietà: avete avuto e avrete ancora per poco il Vescovo che ha saputo comprendere ed amare tutti indistintamente, perfino le mele marce che hanno seguito la strada del demonio". Per ordine del Signore, Marisa dovrà parlare di queste mele marce "al posto del Vescovo, Mons. Claudio Gatti, che ha altro da fare. Deve prepararsi per andare ad alture stupende. Chi vuol capire, comprenda ciò che voglio dire".
Con il ritorno del Vescovo e della Veggente a Roma, l’opposizione dei sacerdoti contro di loro è esplosa di nuovo: sono aumentati i casi di membri della comunità che si sono visti rifiutare l’assoluzione, perché frequentavano via delle Benedettine.
Il 12 settembre, festa del SS. Nome di Maria, la Madonna ha fatto gli auguri a Marisa che chiama familiarmente Miriam, alla piccola Mariasole, e a tutte coloro che festeggiavano l’onomastico.
La Madre dell’eucaristia, rivolta al nostro Vescovo, ha detto: "Eccellenza, ti ripeto di non pensare più alle mele marce, ma a te stesso e al cammino che devi fare. So che ti stai preparando piano piano a salire alle alture stupende, anche se devi assistere tua sorella e hai molto lavoro. Dedicati completamente ad esso, alle tre Encicliche a cui hai pensato con tanto amore. Avanti e coraggio".
Tutti noi della comunità ormai sappiamo cosa vuol dire la Madonna quando parla di "altezze vertiginose e alture stupende" che il nostro Vescovo deve ascendere, anche se, per motivi di riservatezza e per non imbarazzare Don Claudio, non ne parliamo apertamente.
Il 14 settembre abbiamo festeggiato il primo grande miracolo eucaristico avvenuto nel luogo taumaturgico, quando dal costato del Crocifisso, sorretto da Don Claudio, è fuoriuscita un’ostia che si è adagiata sulle mani di Marisa. Abbiamo ricordato e celebrato l’evento miracoloso con una solenne processione, aperta da Marisa che portava il Crocifisso e chiusa da Don Claudio che sosteneva l’eucaristia che aveva sanguinato.
Mentre si svolgeva la processione è avvenuto un nuovo miracolo eucaristico, del quale ha parlato Gesù: "Voi non vi siete resi conto, ma mentre la vostra sorella portava il Crocifisso, di nuovo una particola è uscita dal mio costato ed è andata da lei, che ha fatto la S. Comunione. Non ve ne siete accorti, perché eravate raccolti e non giravate lo sguardo di qua e di là. La particola uscita dal mio costato ha reso forte Marisella, le ha dato la possibilità di portare la mia croce".
Al termine della processione si è manifestato Dio Padre che ha detto: "Marisella, non mi vedi, perché Io sono Dio. Anch'Io ho voluto essere presente al Trionfo di mio Figlio. Io, Dio, vi amo immensamente. Voi mi amate? Gli uomini, coloro che portano gli zucchetti in testa, coloro che hanno il potere non possono fare ciò che vogliono. Solo Io, Dio, posso fare ciò che voglio".
Nel giorno della festa della Beata Maria, Vergine Addolorata, la Madonna ci ha rivelato che sotto la croce ha provato oltre il dolore, anche la gioia. "Quando ero sotto la croce in me era presente tanta gioia: amavo immensamente gli uomini e volevo aiutarli ad entrare in Paradiso col mio amore, la mia sofferenza e il mio abbandono a Dio". Nella Chiesa si parla e si pensa solo a Maria Addolorata e non a Maria Gioiosa, piena di gioia, perché Gesù riapriva il Paradiso e salvava tanti uomini.
Per farci comprendere quanto è importante conoscere le lettere di Dio, la Madonna ha usato anche un tono scherzoso: "Se non vi sentite di leggere e mettere in pratica le lettere di Dio, pazienza; vorrà dire che le metteremo in pratica io e il Vescovo. Tanto per fare una battuta perché anche alla Mamma del Cielo piace farne". [1]
l’ultima domenica di settembre è avvenuto un nuovo miracolo eucaristico in modo discreto e riservato: Gesù ha consegnato un’ostia consacrata, sottratta alla profanazione, alla Madre dell’eucaristia che, a sua volta, l’ha depositata nel calice del Vescovo, poco prima dell’offertorio. Don Claudio poi ha dato questa ostia in comunione a Marisa.
Sapevamo che mentre il Vescovo celebra la S. Messa, sono sempre presenti la Madonna e S. Giuseppe che si collocano ai suoi fianchi ed ora abbiamo saputo che spesso sono presenti altri santi, gli ultimi Papi, soprattutto Paolo VI, e nonna Iolanda, accompagnata dai nipotini.
Marisa ha continuato a vivere la passione tutte le notti e spesso anche di giorno. Frequentemente ai dolori soprannaturali si sono uniti anche quelli naturali ed allora la Veggente gemeva sotto il peso di tanta sofferenza. Qualche volta le spine della corona le hanno perforato gli occhi, fino a farle perdere la vista. In questi casi il Vescovo, dietro suggerimento della Madonna, doveva imporre le mani sul capo di Marisa o bagnarle gli occhi con l’acqua santa e la vista tornava immediatamente.
Anche Don Claudio ha pagato il suo contributo di sofferenza, come ha rivelato la Madonna: "Il vostro Vescovo, credetemi, patisce un grande tormento ed è vero quanto ha detto: Mi sento come S. Sebastiano, trafitto da frecce che arrivano da ogni parte".[2]
All’inizio del mese di ottobre a Marisa si è aperta la ferita della fronte: il molto sangue che ne è uscito si è depositato nella cavità degli occhi e ha ricoperto la superficie del naso e delle gote.
Il 2 ottobre abbiamo ricordato il compleanno di nonna Iolanda. Poiché coincideva con il giorno riservato all’incontro biblico, è apparsa la Madonna che ha detto: "Oggi i nostri auguri in Paradiso sono andati a nonna Iolanda. Se la vedeste, vi rendereste conto che è bella, giovane e santa. Per Noi nonna Iolanda è santa, santa, santa e qualcuno poi l’eleverà agli onori degli altari".
La Madonna ha parlato anche della grande sofferenza e della passione che Marisa patisce giorno e notte. Inoltre ha ribadito che la Veggente in bilocazione ha salvato la vita prima a Paolo VI a Manila e poi a Giovanni Paolo II in piazza S. Pietro. l’allora Pontefice era ancora tenuto in vita per intervento divino, sollecitato dalle preghiere e dall’immolazione di Marisa.
Dio ha rimproverato Giovanni Paolo II solo perché non ha chiamato e parlato col Vescovo che Lui ha ordinato.
La Madre dell’eucaristia ha anche impartito degli insegnamenti che dovrebbero essere messi in pratica da tutti i Papi. "Il Pontefice non deve parlare solo con i grandi uomini della Chiesa, con i re, le regine, i principi e i ministri, ma anche con coloro che sono nella sofferenza, come il vostro Vescovo, calunniato e diffamato dai confratelli".
Nonna Iolanda ha ricevuto da Dio il permesso di parlare e ha detto: "Figlia mia, so che la tua sofferenza è enorme, ma Dio vuole questo da te; anch'io ho molto sofferto quando ero sulla Terra. La nostra sofferenza ha strappato a Dio grazie e miracoli. Sono vicina a tutti voi, vi ho sempre amato e vi amo ancora. Pregate soprattutto per l’eccellenza, il mio Vescovo, il vostro Vescovo".
Al termine dell’apparizione la Mamma Celeste ha esortato la figlia che soffriva moltissimo: "Forza, Marisella, coraggio, sii felice, presto verrai in Paradiso dove incontrerai la mamma".
Noi invochiamo la Madonna oltre che come Madre anche come Maestra: ci ha sempre guidati con saggezza e ci ha continuamente elargito insegnamenti preziosi, come nell’apparizione del 3 ottobre, quando ci ha detto: "Non dovete essere duri nel rispondere a coloro che vi trattano male. Non nascondetevi, non abbiate paura di dire: Vado a pregare, vado alla S. Messa nel luogo taumaturgico, vado dove appare la Madonna. Come ben sapete, io appaio solo qui, finché Dio vorrà, finché la vostra sorella vivrà".
Il 14 ottobre, giovedì, giorno riservato all’incontro biblico, la Madre dell’eucaristia è tornata a parlare di una verità per noi estremamente consolante: "Ormai, dappertutto, in tutto il mondo fanno l’adorazione eucaristica. Chi sono coloro che hanno riportato questa vittoria? Tu, Eccellenza, e tu, Marisella".
Il 24 ottobre abbiamo celebrato la festa della Madre dell’eucaristia e l’undicesimo anniversario delle apparizioni aperte a tutti.
I membri della comunità che avevano in mano un fiore si sono allineati con ordine davanti all’ingresso di casa, dal quale, all’ora stabilita, è uscito il Vescovo che sorreggeva il reliquiario contenente i capelli della Madonna. Marisa, attorniata dai bimbi, attendeva vicino alla croce innalzata nel punto esatto dove era avvenuto il primo grande miracolo eucaristico. Mons. Claudio si è avvicinato a Marisa e ha consegnato il reliquiario, giustamente, a colei che abbraccia, bacia e colloquia con la Madonna. La Veggente, accompagnata dai bimbi, innocenti e simbolo d’innocenza, seduta sulla sedia a rotelle, è stata collocata alla testa della processione che si è mossa con ordine e raccoglimento. Il Vescovo, assistito dagli accoliti, chiudeva la processione. Dopo aver percorso il giro prestabilito, i fedeli sono entrati in basilica e hanno deposto i fiori ai piedi della statua della Madre dell’eucaristia.
La Madonna ci ha confidato una sua grande sofferenza: "Purtroppo fanno adorazione anche coloro che non sono in grazia. Mi riferisco ai sacerdoti e quando uso il termine "sacerdoti" abbraccio tutti i membri del clero, dal più piccolo al più grande. A costoro dico: Se non siete a posto, se non credete nell’eucaristia, non organizzate l’adorazione eucaristica, lasciate fare agli altri".
Il 21 ottobre la Madonna ci ha invitati di nuovo a pregare per il Vescovo, che deve portare avanti una missione molto grande, ma molto dura e sofferta. "Un giorno capirete quello che hanno sofferto il Vescovo e colei che gli sta accanto: la Veggente".
Ci siamo preparati con una novena a celebrare la festa della Madre dell’eucaristia. Per nove giorni abbiamo pregato intensamente e, con la guida del Vescovo, abbiamo meditato l’ultimo documento di Giovanni Paolo II sull’eucaristia: "Mane nobiscum, Domine". Leggendo i capitoli del documento pontificio, sentivamo concetti a noi familiari, che ci erano stati già presentati e spiegati dalle lettere di Dio e dalle catechesi del Vescovo.
I giovani hanno organizzato una meravigliosa veglia di preghiera, nella quale hanno illustrato Maria, Madre dell’eucaristia e di tutti gli uomini. Dopo il canto del Magnificat è apparsa la Madonna. Anche Dio Padre ha fatto sentire a Marisa la sua potente voce. Dio Padre e la Madonna hanno parlato a lungo del Vescovo e del suo futuro con Marisa, ma in segreto: nessuno ha sentito la Veggente ripetere ciò che le veniva detto. Abbiamo udito solo la conclusione dell’intervento divino, ripetuto a voce alta da Marisa: "A te, mio caro, dolce e santo Vescovo, dico: Coraggio, non ti deluderò, stai tranquillo. Conosci il percorso che devi fare; abbi fede...".
Come Dio non ha evitato la passione e la morte al Figlio, così non evita patimenti e dolori ai figli che chiama a conseguire nella Chiesa missioni importanti. Spesso la causa di tanta sofferenza è l’invidia. "I miei due figliolini stanno vivendo un momento molto difficile. La loro condotta, quasi perfetta, da veri cristiani, dà molto fastidio".[3]
Per indicare il posto che occuperà, la carica che ricoprirà e la responsabilità che avrà un domani nella Chiesa il Vescovo ordinato da Dio, la Madonna ha coniato un’espressione significativa: "Volerà ad altezze vertiginose, ad alture stupende", come si legge in molte lettere di Dio. Noi sappiamo bene qual è l’esatto significato di queste espressioni e per questo abbiamo raccolto l’invito pressante della Madonna di pregare molto per il nostro Vescovo.
Nel mondo ci sono molte forme di guerra, tutte ugualmente distruttive: "C'è guerra tra famiglie, tra i popoli e soprattutto tra i grandi uomini della Chiesa e dello Stato".[4]
In un colloquio privato col Vescovo e la Veggente, la Madonna ha svelato loro che: "I vigili urbani sono stati mandati dai vostri nemici, per farvi demolire la basilica". Oltre ai vescovi, ai sacerdoti e alle suore, tra i nemici ci sono anche persone che hanno fatto parte del nostro movimento, dal quale si sono allontanate, quando sono venute allo scoperto le loro malefatte, compiute per debolezza, gelosia ed invidia.
Dopo decenni di attesa e di sofferenza è naturale che sorga il desiderio di vedere affrettati gli interventi di Dio per ristabilire la verità. Questo ha manifestato Marisa più volte alla Madonna: "Avete un orologio per vedere il tempo che trascorre? Dici una cosa, sembra che debba realizzarsi subito ed invece passa tanto tempo". Questa la risposta che la Madonna ripeterà tante volte: "Marisella, già ti ho spiegato che i tempi di Dio non sono i vostri. Voi volete tutto e subito. Sì, so cosa pensa il mio caro Vescovo".[5]
Al Vescovo è stato detto molte volte dall’alto che, dopo la morte di Marisa, dovrà vivere ancora molti anni "per far rinascere la Chiesa". Marisa ha sempre fatto fatica ad accettarlo, anzi ha chiesto "di portare via tutti e due". La risposta è sempre stata la stessa: "Questo non è possibile. Chi farebbe rinascere la Chiesa, se portassimo via insieme te e il Vescovo?".
I sacerdoti di Roma, con qualche rara eccezione, per paura del card. Ruini o per convinzione, hanno isolato il nostro Vescovo. Evitano di avere, anche telefonicamente, contatti con lui. Invece molti sacerdoti che non appartengono alla diocesi di Roma, sono venuti e continuano a venire a via delle Benedettine per dimostrare amicizia e solidarietà al nostro Vescovo.
"Come saremo in Paradiso?" Chi non ha fatto a se stesso, almeno una volta, questa domanda? Chi avrebbe potuto dare una risposta a questa domanda? Nessun uomo della Terra, ma persone del Cielo sì. Eccola: "Anche se morite a cento, centoventi anni, in Paradiso non siete anziani, ma giovani e belli".[6]
La grande sofferenza vissuta dal Vescovo e dalla Veggente, condivisa, nel nostro piccolo, da tutta la comunità, è stata molto gradita a Dio. Infatti la Madonna ha riconosciuto che l’anno eucaristico esteso a tutta la Chiesa e l’amore all’eucaristia che ha raggiunto i luoghi più lontani della Terra "sono partiti da questo piccolo luogo taumaturgico".[7]
Marisa non ha mai cessato di vivere la passione, che in alcuni momenti è stata terribilmente dolorosa, come nei giorni 15, 16, 17 novembre, quando il colpo di lancia si è fatto particolarmente sentire.
Il titolo a cui Mons. Claudio Gatti tiene di più è: Vescovo dell’eucaristia, titolo che gli è stato dato da Dio, perché, come ha spiegato la Madre dell’eucaristia, "ama molto l’eucaristia; ed io aggiungo "Vescovo dell’amore".[8] La Madonna ha inoltre specificato che l’ordinazione episcopale fatta direttamente da Dio "ha dato molto fastidio ai grandi uomini della Chiesa che hanno sparso tanta zizzania".[9]
Un proverbio popolare dice: "Non sputare in cielo, perché lo sputo torna in terra". Il nostro Vescovo ha sperimentato la veridicità e saggezza di questo proverbio. Un suo ex compagno di seminario, del quale per carità non ha fatto il nome, nel passato si era particolarmente accanito contro di lui, coprendolo di calunnie e cattiverie, ed aveva sparso zizzania e maldicenze con gli alti signori della Chiesa e fra i confratelli. Di questo il nostro Vescovo, informato personalmente da Dio in colloqui privati, era dettagliatamente al corrente. È stata una sorpresa per il Vescovo ordinato da Dio, quando gli è stato comunicato che quel sacerdote era venuto per parlargli. Appena il Vescovo è entrato nello studio, quel sacerdote si è buttato in ginocchio ai suoi piedi e gli ha chiesto perdono per il male fatto e per le cattiverie dette contro di lui. In sintesi le sue parole: "Perdonami. Ho sbagliato nel giudicarti e condannarti. Tu sei un santo, non puoi negarmi il tuo perdono". Poco dopo quel sacerdote ha manifestato il vero motivo della visita: "Prestami 500 euro, te li restituirò la prossima settimana. Devo aiutare una famiglia bisognosa". Il Vescovo gli ha risposto: "Ti regalo i 500 euro, tanto sono sicuro che non me li restituirai, per dimostrarti che non ho nulla contro di te".
Il nostro Vescovo ha sofferto nel vedere davanti a sé quel povero sacerdote trasandato, maleodorante, barcollante, pesante e gonfio in modo impressionante. Dio gli ha fatto capire nel cuore che la motivazione addotta per giustificare la richiesta di denaro era falsa, ed "altre cose" molto tristi e preoccupanti.
Il mese di novembre è terminato con la richiesta da parte della Madonna a Marisa: "Durante l’avvento non mi vedrai tutti i giorni, ma solo il Giovedì e la Domenica, questo ti chiede Dio". Per chi è abituato a vedere e sentire la Madonna tutti i giorni, spesso più volte al giorno, questo sacrificio è pesantissimo.
Il 2 dicembre abbiamo celebrato il primo anniversario della morte terrena ed ingresso in Cielo di nonna Iolanda, la mamma di Marisa, della quale la Madonna ha detto: "Questa donna ha mostrato molta forza, coraggio e amore verso tutti, anche verso coloro che l’hanno fatta soffrire". Dio ha anche permesso che tra madre e figlia avvenisse un dialogo tenero e affettuoso. Nonna Iolanda ha affermato che la vita terrena del Vescovo e della figlia "è molto dura, molto difficile e piena di sofferenza".
Noi vescovi e sacerdoti per colpire l’intelligenza di coloro che ci ascoltano, a volte facciamo sfoggio di cultura e infiliamo nei discorsi una citazione dopo l’altra; sbagliamo. A questo proposito Giovanni Paolo I ha detto che "le nuvole troppo alte non danno pioggia. A me interessa farmi capire dalle persone e per questo parlo nel modo che mi viene criticato". La Madre dell’eucaristia certamente ha dato ragione al Papa del sorriso, e ci ha ricordato che "il linguaggio di Gesù era semplice, facile, adatto a tutti. Anche le lettere che Dio vi dà sono semplici, facili e adatte sia alla persona che ha scelto, sia a tutti voi".[10]
La Madonna ci ha fatto sapere che "Dio manda in bilocazione il Vescovo e la Veggente in tutti posti del mondo, dove c'è bisogno".[11]
Nello studio del Vescovo c'è una scrivania che dal Cielo è stata chiamata "la cattedra d'oro": su di essa egli "scrive tutto ciò che succede nella Chiesa e nel luogo taumaturgico, cura la corrispondenza, fa le presentazioni dei libri delle lettere di Dio che sono molto belle ed hanno commosso me, Maria, la Madre dell’eucaristia. Il vostro Vescovo è curvo, direi quasi prostrato, davanti a ciò che fa".[12]
Il 6 dicembre abbiamo compiuto dieci anni da quando il card. Ruini ha ordinato di non celebrare più la S. Messa e di rimuovere l’eucaristia dalla nostra cappella. È un triste anniversario, in cui abbiamo voluto sottolineare che, nonostante siano state mosse contro di noi un’opposizione feroce e una persecuzione ingiusta, Dio ha realizzato in tutta la Chiesa il trionfo dell’eucaristia. Significativa coincidenza, il giorno seguente il card. Ruini ha riempito le pagine dei quotidiani con la celebrazione del 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Per l’occasione il Papa, o chi per lui, ha firmato una lettera d'auguri.
Hanno concelebrato con il festeggiato un’ottantina di sacerdoti, quaranta vescovi e quindici cardinali. Erano presenti anche numerose autorità civili. Sorvoliamo su quanto ha detto il festeggiato durante l’omelia, ed evidenziamo quanto rivelato da Dio Padre nella Teofania Trinitaria che è avvenuta l'8 dicembre: "Ieri qualcuno (sic) ha festeggiato cinquant'anni di sacerdozio. A cosa sono serviti i festeggiamenti quando l’anima non era in grazia? Sono rimasti contenti coloro che sono stati invitati. Lasciate che festeggino, lasciate che lodino, lasciate che esaltino colui che compie cinquant'anni di sacerdozio".[13]
Ci siamo preparati alla celebrazione della festa dell’immacolata Concezione con una solenne veglia, dal tema "La pienezza dell’amore". All’inizio della S. Messa, Marisa è stata costretta a lasciare la basilica e a ritirarsi nella sua stanza per una crisi respiratoria e per l’acutizzarsi di numerosi dolori. Terminata la celebrazione della S. Messa, il Vescovo è stato informato che Marisa stava vivendo la passione in modo atroce. Il fratello è corso per andare ad assistere la sorella, dalla quale Dio aveva già mandato nonna Iolanda, poiché era in atto il periodo di astinenza dal vedere la Madonna.
La mattina del giorno 8 dicembre pioveva e siamo stati costretti ad abolire la grande processione, sostituita da una ridotta nell’interno della basilica. In testa alla processione c'era la statua dell’immacolata e poi la statua della Madre dell’eucaristia. Seguiva Marisa, circondata dai bambini, che sorreggeva il reliquiario contenente i capelli della Madonna. Il Vescovo, assistito dai ministri straordinari dell’eucaristia, chiudeva la processione. Sono stati eseguiti canti e preghiere spontanee. Come preannunciato dalla Madonna è apparsa la SS. Trinità: Marisa ha visto il Figlio e lo Spirito Santo uscire dal Padre, tutti e tre uguali, tre Gesù. Il Cristo aveva le stimmate e lo Spirito Santo la colomba. Dio Padre ha parlato: "Io, Dio, non appaio in nessun'altra parte. In questo luogo è racchiuso tutto il mio amore, l’amore di Gesù e l’amore dello Spirito Santo. Ciò che ho promesso arriverà. Dovete avere fiducia in Me e non tormentarvi ogni giorno, perché ancora non realizzo ciò che ho promesso.
Ascoltate ciò che il vostro Vescovo dice e quando parla registrate tutto, qualsiasi argomento tratti ne fa un poema. Il vostro Vescovo ha visto la SS. Trinità sotto forma di tre colombe, la persona di S. Giuseppe e la Madonna stilizzata. Ha visto tante scene meravigliose sulla Terra, sul mare e nel cielo".
Per Marisa fare anche pochi passi è diventato sempre più duro e difficile. Nell’apparizione del 9 dicembre la Madonna si è rivolta in modo particolare alle mamme rivelando: "Quando la mamma attende un bambino, accarezza il suo ventre e parla al suo piccolo, il bimbo sente, ascolta, perché è con gli angeli. Mamme, parlate al vostro bambino".
Come le mamme discorrono del lavoro dei figli, la Madonna ha parlato del lavoro del Vescovo. "Ogni mattina, il nostro caro Vescovo, dopo che ha pregato e fatto compagnia a mio Figlio Gesù, si immerge nel suo lavoro, chino su quella cattedra d'oro e scrive parole d'amore, di bene, di felicità, di semplicità, di mitezza, non di orgoglio, di superbia, di gelosia o di invidia; lui fa sempre il suo dovere, perché mette Dio al primo posto".[14]
Purtroppo oggi molti cristiani non hanno più il senso del peccato. La Madonna ha rivelato che "la maggior parte delle persone si accosta alla Comunione senza aver fatto prima una buona confessione. Non si confessano quando sono in peccato, fanno i propri comodi e poi ricevono Gesù". La Madonna ha indicato i responsabili di questa triste situazione: "I miei sacerdoti prediletti non fanno nulla per correggere queste anime. Devono parlare loro della confessione, del peccato mortale e del sacrilegio".[15]
La salute di Marisa ha continuato a peggiorare, non c'era parte del corpo che non la facesse soffrire. Alcuni giorni prima di Natale la situazione è precipitata. Ha perso prima la vista e poi è entrata in uno stato d’incoscienza. Il Vescovo che l’assisteva, avvertiva che stava per morire, ma sapeva anche che non era venuta la sua ora. Si è consegnato alla preghiera per tutta la notte. Alle prime luci del giorno la situazione è migliorata, Marisa si è ripresa e le prime parole sono state queste: "Don Claudio, vai a riposare. La Madonna mi ha detto che mi hai vegliato tutta la notte ed ora sei distrutto...".
Nonna Iolanda è andata da Dio per supplicarlo di far superare alla figlia il momento critico. La notte di Natale, anche se debole e dolorante, Marisa ha voluto scendere in cappella per partecipare alla S. Messa e come è avvenuto ogni anno, la Madonna le ha consegnato Gesù Bambino: "Marisella, Gesù vuole venire tra le tue braccia". La Veggente ha tenuto dolcemente in braccio Dio - Bimbo, l’ha accarezzato e baciato.
Terminata la S. Messa, Marisa è tornata nella sua camera ed è stata assalita da dolori in tutto il corpo così forti che non è riuscita a riposare neanche cinque minuti. La mattina di Natale, sfinita e spasimante, non era in grado di parlare. Per questo motivo non c'è stata l’apparizione pubblica della Madonna che il giorno seguente ha detto: "Ieri sono venuta, ma la vostra sorella era in condizioni paurose, stava molto male. Le ho fatto una carezza, l’ho salutata e l’ho lasciata tranquilla".[16]
Indipendentemente dalle condizioni di salute, Marisa insieme al Vescovo ha continuato ad andare in bilocazione in paesi lontani, come ci ha fatto sapere la Madonna: "Questa notte ho portato la vostra sorella ad aiutare i bambini e il vostro Vescovo gli adulti nei luoghi dove c'è la guerra".[17]
È diventata una tradizione che i giovani trascorrano il Capodanno con il Vescovo e la Veggente. Anche quest'anno sono venuti per essere vicini al padre spirituale e alla mamma spirituale, ma le condizioni di salute hanno impedito a Marisa di scendere in mezzo ai propri figli per trascorrere insieme ore di serenità ed allegria. Pochi minuti prima della mezzanotte i giovani sono saliti in camera di Marisa e si sono messi in preghiera con il Vescovo e la Veggente che ha avuto l’apparizione della Madonna. È stato bello trascorrere gli ultimi minuti del 2004 e i primi del 2005 in compagnia della Mamma del Cielo che ha rivolto ai giovani figli auguri e parole d’incoraggiamento. Il nuovo anno è iniziato con una lunga apparizione di Gesù che ci ha dato un importante messaggio, terminato con un annuncio sensazionale: "Durante quest'anno dovrebbe trionfare tutto. Dico: dovrebbe. Vi chiederete: Perché dovrebbe?".
Gesù non ci ha detto per quali motivi ha usato il condizionale, ha lasciato questo compito al Vescovo che ci ha spiegato che prima di iniziare i suoi interventi Dio vuole che si convertano molti sacerdoti, che inizi l’opera di pulizia nella Chiesa, dove c'è sporcizia e superbia, e che vengano ordinati buoni vescovi ed onesti sacerdoti che dovranno collaborare col nuovo Papa per far rinascere la Chiesa.
Dio ha fatto sapere al nostro Vescovo che "terminato il tempo della misericordia, durante il quale può rimandare, ma non abolire i suoi interventi, inizierà quello della giustizia che lo vedrà giusto giudice". Dopo Gesù, ha parlato la Madre dell’eucaristia che, rivolta al Vescovo, ha annunciato: "La tua solitudine finirà" e gli ha comunicato a nome di Dio: "Non devi sentirti in colpa se molte persone sono andate via da questo luogo, tu hai fatto tutto quello che potevi per questi giovani e adulti. Hai dato tutto te stesso, hai compromesso anche la tua salute".
Il Vescovo e la Veggente hanno accolto il consiglio materno della Madonna che ha suggerito loro di andarsi a riposare. Hanno scelto per il riposo un agriturismo tra Gubbio e Nocera Umbra denominato "Torre di Cordaglie", isolato, tranquillo e, in quel periodo, non frequentato da nessuno. Appena arrivati alla meta stabilita, la Madonna è apparsa per assicurare che sarebbe stata sempre con la Veggente e col Vescovo e a quest'ultimo ha comunicato: "Tutto il Paradiso prega per te, Eccellenza".
In Umbria Mons. Claudio e Marisa, accompagnati dall’amico fidato Giovanni, si sono fermati una decina di giorni, durante i quali ci sono stati momenti di distensione e di gioia, ed altri di preoccupazione e tensione. Infatti sono stati costretti a correre all’ospedale Monte di Luce, di Perugia, perché Marisa avvertiva un tormento e un'abbondante lacrimazione agli occhi. Inoltre il dolore allo stomaco e la respirazione hanno creato seri problemi, di volta in volta superati con l’aiuto della Madonna.
Comunque durante il viaggio di ritorno Marisa ha confessato che, nonostante la salute compromessa e i continui e forti dolori, ha goduto per essere comunque uscita di casa, si è distratta ed ha vissuto più tranquilla che a Roma.
Mons. Claudio ci ha educato ad avere condivisione e sollecitudine verso chi soffre, anche se non fa parte della nostra comunità. Ci ha dato l’esempio di non rinchiudersi all’interno del Movimento, ma di mostrare amore e sensibilità verso gli ammalati, gli anziani, gli emarginati e coloro che sono privi di cibo, d'acqua, di medicinali, che vivono nella miseria o sono colpiti da catastrofi naturali o dalle guerre. Ci ha sempre detto: "Non bisogna limitarsi a pregare per costoro, ma dobbiamo dare delle offerte in denaro per alleviare le loro sofferenze". Il nostro Vescovo, che non ha mai chiesto per sé soldi, si è fatto questuante solo per i nostri fratelli sventurati ed è arrivato a rinunciare a regali ed offerte in denaro in occasione di feste e ricorrenze personali per devolvere l’intera somma a vantaggio di associazioni e comunità religiose che operano in mezzo ai poveri e ai bisognosi. Il Vescovo e la Veggente hanno potuto toccare con mano la miseria e la sofferenza di molte popolazioni, presso le quali Dio li ha mandati in bilocazione, come quando il 26 dicembre 2004 un violentissimo terremoto ha causato un devastante maremoto che ha provocato duecentotrentamila morti in molte nazioni che si affacciano sull’oceano Indiano.
Gesù ci ha fatto sapere che: "Nell’ultima catastrofe del Sud - Est asiatico, la vostra sorella è andata ogni notte ad aiutare quella popolazione insieme alla mia Mamma, al Vescovo, ai bambini e a nonna Iolanda".[18]
Anche la Madonna ha evidenziato la nostra carità verso i sofferenti. "So che siete molto addolorati per ciò che è successo nel Sud - Est asiatico. La vostra è una sofferenza molto grande. Quante mamme, quanti papà, quanti bimbi sono morti. La vostra sorella sa bene com'è veramente la situazione. Ancora una volta devo dire che i mass-media non riportano tutto quello che veramente accade".[19]
Rientrati a Roma, il Vescovo e la Veggente hanno organizzato i festeggiamenti per celebrare il terzo anniversario del trionfo dell’eucaristia nella Chiesa. Il trionfo eucaristico è avvenuto per intervento di Dio che si è servito per realizzarlo del nostro Vescovo, della Veggente e delle nostre preghiere: "Le vostre preghiere hanno portato alla vittoria il mio figlio prediletto, il mio Vescovo, il vostro Vescovo. Tu, Eccellenza, hai vinto per la tua forza e il coraggio di combattere coloro che non vivono in grazia. Tu, Marisella, hai vinto per la tua immolazione vissuta nel silenzio e nel nascondimento".[20]
Tutti sanno che, prima delle apparizioni della Madre dell’eucaristia e dei miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico, verso l’eucaristia c'era poco amore e scarsa conoscenza, mentre oggi la situazione si è ribaltata, "in ogni Chiesa fanno adorazione eucaristica".[21]
Da quando Marisa, per ordine della Madonna, porta con sé l’eucaristia, il demonio non ha più osato toccarla ed ha cercato di scaricare la sua rabbia contro il Vescovo, una volta a Roma, in casa, e una seconda volta nel Santuario dell’amore Misericordioso a Collevalenza.
Mentre saliva le scale di casa, satana ha assestato al Vescovo un forte colpo per farlo precipitare, ma è intervenuta la Madonna che l’ha sorretto e gli ha impedito di cadere. Pochi giorni dopo, il demonio ha tentato ancora, ma inutilmente, di fare del male al Vescovo. Don Claudio stava discendendo le scale che portano al tabernacolo, quando ha avvertito un improvviso spintone che gli ha fatto perdere l’equilibrio e sarebbe certamente caduto in malo modo, se Gesù Eucaristia, che aveva appena adorato, non l’avesse abbracciato e sostenuto.
La Madre dell’eucaristia ha parlato spesso "dei patimenti dei due figliolini. Il tempo passa e il loro tormento rimane, è sempre aspro, forte. Per loro ogni giorno è sofferenza che vivono con gioia, anche se a volte la tristezza li prende, è umano".[22]
Nel clero, tra i sacerdoti, i vescovi e i cardinali, c'è una profonda spaccatura, che ha molte cause, non ultima l’atteggiamento verso il Vescovo ordinato da Dio. I cattivi e disonesti, "coloro che non vivono in grazia, fanno il proprio comodo, commettono peccati contro il sesto comandamento, trasgrediscono gli altri comandamenti e aderiscono alle sette, fanno una grande lotta contro il Vescovo ordinato da Dio, perché hanno paura del suo trionfo, della sua ascesa in alto".
I buoni e gli onesti lo stimano, lo amano, pregano per lui, ma non l’avvicinano, perché hanno timore di compromettere la carriera, di perdere le cariche che ricoprono e di essere privati delle case in cui abitano. Oggi, purtroppo, i cattivi e disonesti sono molto potenti e ricchi ed occupano posti di potere molto prestigiosi. Così i buoni pastori, anche se molto più numerosi, devono sottostare alle minacce, ai soprusi e ai ricatti dei mercenari, per non essere privati del necessario per vivere: stipendio ed abitazioni.
Tutto questo l’ha rivelato Dio Padre in colloqui privati con Mons. Claudio Gatti e Marisa Rossi. Il nostro Vescovo nutre rispetto e sente compassione verso i confratelli buoni, ma deboli che comprende e non condanna. Sa che quando il Signore lo farà ascendere "alle altezze vertiginose" passeranno dalla sua parte ed egli li accoglierà, senza recriminare, con amore fraterno. Mentre sarà severo ed inflessibile verso coloro che hanno offeso, ferito e depredato la Chiesa. Saranno destituiti dalle cariche, privati del potere e, se necessario per il bene della Chiesa, saranno anche ridotti allo stato laicale.
l’ultima lettera di Dio del mese di gennaio contiene un annuncio molto importante: "Ogni uomo vedrà se stesso così com'è".[23] Tutti gli uomini per intervento divino conosceranno la propria condizione spirituale e vedranno i peccati personali presenti nella propria anima. Questo evento straordinario, già preannunciato dalla Madonna a Garabandal, in Spagna, alle piccole veggenti, deve essere considerato un grande atto di misericordia di Dio per convertire gli uomini.
Il 2005 passerà alla storia come l’anno dell’eucaristia, indetto da Giovanni Paolo II con la Lettera Apostolica "Mane nobiscum Domine" in tutta la Chiesa. Com'è noto, l’anno dell’eucaristia è iniziato nel mese di ottobre 2004 e terminerà nell’ottobre 2005. l’iniziativa di dedicare un interno anno all’eucaristia deve essere attribuita al nostro Vescovo, come ha sottolineato molte volte la Madonna. Riportiamo solo alcuni brani delle Lettere di Dio che riconoscono al Vescovo dell’eucaristia il merito di questa iniziativa.
"Questo è l’anno eucaristico, l’anno che il vostro Vescovo ha proposto e dichiarato". "Ora fate l’anno eucaristico come ha detto il vostro Vescovo, al quale si è unito il Papa, perché ormai tutto ciò che Noi diciamo viene preso e riportato".[24] "Tutti sanno che l’anno eucaristico parte da questo luogo, ma nessuno osa dirlo. Tutti l’attribuiscono al Santo Padre; lui ha indetto l’anno eucaristico, ma la fonte di tutto è questo luogo".[25] Durante l’anno eucaristico Gesù e la Madonna torneranno molte altre volte ad attribuirne la paternità al Vescovo dell’eucaristia.
La Madonna non si è limitata solo a chiedere al Vescovo e alla Veggente preghiere e sacrifici per il Papa, ma li ha anche costantemente informati sulle sue grandi sofferenze morali e gravi problemi di salute che comportavano atroci dolori.
Il 1° febbraio, poco prima della mezzanotte, la Madre dell’eucaristia ha invitato i due figliolini ad accendere la televisione per sentire il telegiornale: una notizia ha sconvolto il Vescovo e la Veggente: "Il Papa è stato ricoverato d'urgenza al Policlinico Gemelli per laringo-tracheite acuta".
Spenta la televisione, si sono messi subito a pregare per il Papa e successivamente hanno invitato tutta la comunità a fare altrettanto. La Mamma Celeste ha fatto sapere al Vescovo e alla Veggente che "era iniziata l’ultima stazione della Via Crucis del diletto figlio Giovanni Paolo II".
La salute di Marisa è declinata sempre più, la forza è diminuita, i dolori sono aumentati: oltre le sofferenze naturali, si sono acutizzati i dolori soprannaturali. Infatti si sono aperte e hanno sanguinato le stimmate delle mani e dei piedi, la ferita del costato e quelle della fronte, come ha detto la Madonna: "Oggi, di nuovo, a Marisella si sono aperte le stimmate e ne ha sofferto, perché sperava che rimanessero invisibili, ma Dio ha voluto così, e lei ha detto: Sia fatta la volontà di Dio".[26]
Nella stessa apparizione la Madre del Cristo ha parlato della critica situazione della Chiesa: "Vi dissi tempo fa che la Chiesa si dividerà e ci saranno cardinali contro cardinali, vescovi contro vescovi, sacerdoti contro sacerdoti e laici contro laici, questo si sta avverando".[27]
"Pregate di più per la Chiesa, per la Chiesa, per la Chiesa. La sua situazione ci ha aperto una ferita molto grande che si allarga sempre più. Il Cuore di Gesù e il mio sanguinano. Sapete abbastanza leggendo i giornali e vedendo la televisione, però la vera situazione è molto più grave di quanto dicono...".[28]
Continuiamo a sentire parlare che altrove appare la Madonna. Non è vero, perché lei stessa ha detto: "Io appaio solo qui e non in altri luoghi, anche se dicono che mi vedono altrove e cercano di scopiazzare i messaggi".[29]
A Marisa si è aggravata la situazione dell’apparato respiratorio. Ricorrere al pneumologo era d'obbligo, ma le cure prescritte non hanno sortito l’effetto desiderato.
La Madre della Chiesa ama molto il Papa e ci dice: "Dovete amare il Santo Padre; sapete com'è trattato. Chi gli dice una cosa e chi un'altra. I suoi collaboratori bisticciano tra di loro e non risolvono nulla. Dio sa come e quando chiamare il Papa. Sa chi sarà eletto Papa. Ci saranno momenti molto duri e difficili, ci saranno lotte tra gli uomini della Chiesa; questo è stato preannunciato nel lontano 1917 ed è stato ripetuto molte volte da me in questo luogo taumaturgico. Questo non lo dicono, il segreto di Fatima non è stato svelato...".[30]
Le sofferenze per Marisa sono ancora aumentate e ha vissuto incessantemente la passione. I dolori l’hanno fatta gemere come Cristo in Croce. Diverse volte è arrivata ad uno stato d’incoscienza: era assente, non reagiva agli stimoli e perdeva la vista; sembrava in agonia. Il Vescovo l’ha assistita, soffrendo, pregando, vivendo la dolorosa esperienza del Getsemani. Mormorava, mentre le lacrime gli inondavano il viso: "Dio mio, dove sei? Perché ci hai abbandonato?".
La Madre della Chiesa ha confermato: "La vostra sorella soffre molto, ha un compito molto difficile. Il vostro Vescovo dice che ha la Chiesa sulle spalle. È vero che ha la Chiesa sulle spalle, ma anche i suoi uomini. In questo momento le mura sono meno pesanti degli uomini della Chiesa".[31]
La Mamma ci ha sempre incoraggiato a percorrere, sostenuti dalla speranza, la strada indicata da lei, anche se irta e spinosa, perché alla fine riporteremo la vittoria promessa da Dio: "So che aspettate con ansia il grande dono che Dio vi ha promesso. Non so quando arriverà quel giorno, ma non scoraggiatevi, pregate ed andate avanti".[32] "Quando vedrete il vostro Vescovo vestito in pompa magna, sarete tutti felici".[33]
Noi sappiamo l’esatto significato di certe espressioni che la Madonna riferisce al Vescovo ed oltre noi ne sono a conoscenza moltissime persone, in Italia e all’estero, che non fanno parte del nostro Movimento.
Dio ha continuato a mandare il Vescovo e la Veggente in bilocazione nelle nazioni dove c'era la guerra, la sete, la fame, dove abbondavano la miseria e la malattia. Senza indicarci i luoghi dove sono andati, la Madonna ha detto che i due figliolini "la notte partono e il giorno stanno a casa".[34]
La Madonna è tornata a parlare del grande intervento di Dio per convertire gli uomini: "Quando arriverà il momento in cui ognuno vedrà i propri peccati nell’anima, alcuni si convertiranno ed altri arriveranno alla bestemmia, a odiare Dio".[35]
Sempre la Madre della Chiesa ci ha raccomandato di pregare insieme in famiglia e in comunità e ha sempre aggiunto: "I grandi uomini della Chiesa non pregano insieme o non pregano per niente".[36] Non ci riferiamo alle preghiere imposte dai rituali in occasione di incontri ecclesiastici, ma di quelle spontanee e non obbligatorie.
In occasione di apparizioni riservate al Vescovo e alla Veggente, la Madre dell’eucaristia ha parlato molte volte delle condizioni spirituali del clero con tristezza e tanta pena. Mons. Claudio Gatti ci ha citato poche frasi di queste lettere di Dio: "I sacerdoti continuano a pugnalare il Cuore di Mio Figlio Gesù. Ai sacerdoti non interessa salvarsi l’anima e se esiste il Paradiso".
Il 24 febbraio il Papa è stato di nuovo ricoverato d'urgenza al Gemelli e pochi giorni dopo, il 4 marzo, Marisa è stata ricoverata d'urgenza all’ospedale S. Pietro, sulla Cassia. Il motivo del ricovero ospedaliero per il Papa e Marisa era identico: gravi problemi respiratori.
Al Papa è stata praticata la tracheotomia, per Marisa è iniziato un nuovo Calvario fino ad arrivare, per ammissione dei medici, diverse volte alle soglie della morte, che non ha oltrepassato per intervento divino.
Marisa è stata ricoverata all’ospedale S. Pietro dal 4 al 27 marzo. Le hanno dato una camera confortevole. Il prof. Alimonti, primario del reparto, l’ha seguita e curata con competenza ed affetto. Il personale paramedico si è dimostrato solerte e servizievole.
Le sue condizioni, apparse dall’inizio gravi, hanno tenuto in ansia il Vescovo e i membri della comunità. Purtroppo sono ulteriormente peggiorate e non ci è rimasto altro che confidare nella preghiera. Il Vescovo che oltre ad assistere Marisa di giorno, si alternava con la sorella Anna nell’assistenza notturna, ha trascorso la prima settimana senza chiudere occhio, pregando fino allo sfinimento.
E proprio la prima settimana ha coinciso con l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale, e l’intera notte della vigilia l’ha passata supplicando Dio di far star meglio la sorella.
La Mamma ha riconosciuto che: "Il mio Vescovo aveva chiesto con tanta insistenza e tanta preghiera una notte tranquilla per la sorella, ma avete vissuto una nottata di passione. Dio l’ha voluto, perché desidera ancora salvare le anime e affrettare la rinascita della Chiesa. Avete dato tanto a Dio e Lui non lo dimentica. Mi facevate tanta tenerezza, sembravate due agnellini pronti al sacrificio. Dio vi ama di un amore così grande, che nessun uomo ha mai provato. Lo so, Eccellenza, è molto duro chinare il capo e dire: "Mio Dio, sia fatta la tua volontà".
Il Vescovo, dopo aver celebrato la S. Messa nella stanza dell’ospedale dove giaceva Marisa (durante le celebrazione nessuno è venuto a disturbare il rito), di corsa è andato nel luogo taumaturgico, dove, in cappella, lo attendevano i membri della comunità. Ha celebrato anche per loro la S. Messa, seguita con amore, fede e commozione da tutti.
Il 12 marzo la situazione di salute è precipitata ulteriormente, è scoppiata una grave crisi cardiologica e polmonare.
I medici si sono attivati per superarla, ma è stato tutto inutile, sembrava che si avvicinasse la fine, così il Vescovo ha intuito e allora ha preso l’eucaristia che aveva con sé, e l’ha collocata sul cuore di Marisa. La situazione è subito migliorata, la Veggente ha detto di sentirsi meglio e la notte, per la prima volta dal ricovero, ha dormito alcune ore.
Da allora, nei giorni seguenti, si sono alternate molte crisi che venivano superate, a parere del Vescovo, dall’intervento di Dio, non dalla serietà e competenza professionale dei medici.
Comunque Marisa appariva sempre più stanca e provata e la Madonna ripeteva continuamente: "Grazie per quello che soffri per la Chiesa. Il mondo si salva per le sofferenze di un'anima piccola e semplice".
La Mamma è sempre stata vicina alla figlia e si manifestava improvvisamente nei momenti in cui era presente nella stanza solo il Vescovo. È capitato diverse volte che questi incontri avvenissero mentre Marisa faceva le flebo. Il volto le si illuminava, gli occhi splendevano, il sorriso fioriva sulle sue labbra, mentre la Madre dell’eucaristia le parlava, come è avvenuto il 22 marzo: "Dio ha i suoi piani e tu li conosci. Dio ama immensamente te e il Vescovo, si è servito delle vostre piccole, grandissime anime per salvare questo mondo così corrotto e così sporco. Aiutatemi, affinché gli uomini della Chiesa si convertano, amino Dio e le anime, non se stessi".
Si è ripetuto lo stesso increscioso episodio che avevamo già stigmatizzato: la censura nei riguardi del Papa. Il Vaticano aveva messo su Internet nel proprio sito il discorso fatto dal Papa al Collegio Capranica, che terminava con l’invocazione alla Madre dell’eucaristia. Successivamente, e non si sa da chi, è venuto l’ordine di togliere il riferimento alla Madre dell’eucaristia, ma è stata una mossa sciocca, da sprovveduti, perché l’osservatore Romano l’aveva invece riportata e non era più possibile toglierla.
Tutto il giorno del Giovedì Santo il Vescovo è rimasto in compagnia di Marisa e la Madre dell’eucaristia dalle prime ore del giorno è stata in compagnia dei due figliolini. Ha pregato con loro e eseguito canti inneggiando all’eucaristia, al Sacerdozio. Il Vescovo ha celebrato nella stanza di Marisa (n. 212) la S. Messa in cui ha sottolineato l’unione intima tra la Vittima divina e la Vittima umana, ringraziandola di aver offerto a Dio la sua vita per la sua missione futura nell’interno della Chiesa.
Terminata la celebrazione della S. Messa, è apparso Gesù che ha detto: "Miei cari figliolini, avete fatto moltissimo per la Chiesa, per i sacerdoti e per tutti gli uomini. Il grande trionfo eucaristico nella Chiesa e nel mondo è avvenuto per mezzo vostro, l’eucaristia ha trionfato per merito vostro".[37]
Tornato a casa, il Vescovo ha celebrato una seconda Messa per la comunità. Durante la celebrazione eucaristica la Madonna e S. Giuseppe erano a destra, nonna Iolanda e Marisa in bilocazione a sinistra del Vescovo. Dietro al celebrante c'erano gli ultimi quattro Papi ed intorno gli angeli e i Santi. Al momento della consacrazione tutti si sono prostrati in adorazione. Il Vescovo Claudio ha confessato che è stato il più bello e il più sofferto di tutti i Giovedì Santi celebrati nell’arco della sua vita sacerdotale, perché intensamente vissuto in compagnia di Gesù Eucaristia, della Madre dell’eucaristia, del Custode dell’eucaristia e della Vittima dell’eucaristia.
Il Signore ha permesso a Marisa che ama molto i nipotini, di andarli a trovare e vedere in bilocazione, ed è intervenuto per salvare Sara da una brutta caduta da uno sgabello. l’ha presa in braccio e l’ha posata dolcemente sul suolo.
Il 27 marzo, Sabato Santo, Marisa è stata dimessa dall’ospedale. È tornata a casa molto debole.
La Veggente nella notte tra Sabato Santo e Domenica di Pasqua ha sofferto dolori tremendi alle gambe, né calmanti né massaggi sono stati in grado di lenire le sofferenze. Marisa ha invocato la mamma terrena e l’ha supplicata di portarla via. Nonna Iolanda è andata a presentare la richiesta della figlia a Dio che le ha detto di avere ancora bisogno delle sofferenze di Marisella per convertire gli uomini della Chiesa. Comunque ha inviato a Marisa la Madonna, che toccandole le gambe le ha fatto diminuire i dolori. La Veggente ha potuto riposare un po', ma non ha avuto la forza di scendere in basilica per partecipare alla S. Messa di Pasqua.
Gesù nell’apparizione che ha preceduto il sacrificio eucaristico ha detto alla sua sposa: "Marisella questa notte hai sofferto molto per la conversione degli uomini della Chiesa. La Madre dell’eucaristia, il Vescovo dell’eucaristia e la Vittima dell’eucaristia esistono per l’eucaristia; se non ci fosse l’eucaristia, voi non sareste nulla. Tutto è in funzione dell’eucaristia, tutto parte e porta all’eucaristia".[38]
Il Vescovo dell’amore, come lo chiama la Madre dell’eucaristia, ci ha detto che per lui parlare di ciò che è avvenuto nel mese di aprile è molto difficile, perché non può censurare le lettere di Dio, deve tacere notizie che per ora bisogna custodire gelosamente, difendere la verità senza sottrarsi alle proprie responsabilità ed evitare di scioccare le persone nel leggere certe affermazioni.
Alla fine di marzo si sono aggravate le condizioni di salute di Giovanni Paolo II. Da molti giorni i giornali, la radio e la televisione non facevano che parlare del Papa.
Marisa, che in bilocazione è andata diverse volte dal Papa durante i due ultimi ricoveri al Gemelli, per giorni è stata sempre in bilocazione, costantemente accanto al suo letto.
Ha raccontato al Vescovo il decorso della malattia del Pontefice, chi l’assisteva, ma soprattutto quello che pensava Giovanni Paolo II. Questa non è la sede, questo non è il momento per rivelare tutto ciò che è avvenuto nella stanza del Pontefice, ma è legittimo porsi delle domande:
Negli ultimi giorni Giovanni Paolo II era in stato vigile o incosciente?
Ha veramente pronunciato ciò che gli attribuiscono?
È morto il primo o il due aprile?
Se è morto il primo, perché hanno procrastinato l’annuncio della morte di ventiquattro ore?
A chi ha fatto comodo rimandare l’annuncio della morte?
Per ora possiamo dire che il Papa ha visto e riconosciuto Marisa, alla quale ha detto: "Prega e soffri per la Chiesa. La Chiesa rinascerà dal sangue dei suoi figli, in modo particolare dal tuo e da quello del Vescovo ordinato da Dio".
Il Papa ha pregato insieme a Marisa ed è morto stringendole la mano. La Madonna era presente al momento della morte del diletto figlio. La Madre dell’eucaristia e Marisa hanno accompagnato Giovanni Paolo II nella Casa del Padre.
La radio e la televisione che hanno interrotto i programmi hanno annunciato: "Alle ore 21:37 del 2 aprile è morto Giovanni Paolo II".
Marisa ha continuato a soffrire moltissimo in ogni parte del corpo e a trascorrere le notti insonni. La vita le sfuggiva e ha detto al Vescovo che, prima di morire, gli avrebbe scritto i nomi di tutti gli ecclesiastici iscritti alla massoneria.
Gesù, la Madonna, S. Giuseppe, nonna Iolanda le si sono manifestati più volte al giorno per aiutarla a superare i ricorrenti momenti critici.
Il 7 aprile era talmente provata e sfinita che parlava a fatica e con un filo di voce, per cui, non potendo trasmettere per radio la lettera di Dio, l’ha dettata al Vescovo che l’ha riferita alla comunità.
La Madonna ha parlato del Papa defunto: "Avete perso una persona cara a tutto il mondo: il Papa Giovanni Paolo II. Dovete pensare che era gravemente ammalato e molto anziano. Ha dato tutto se stesso per la Chiesa. Purtroppo molti prelati hanno travisato i suoi insegnamenti e deviato dalla retta via".
Marisa ha dettato anche al Vescovo una lettera-testamento per tutti i membri della comunità, giovani ed adulti, che riportiamo integralmente:
"Cari fratelli e sorelle, non ho parole per ringraziarvi per tutte le preghiere che avete fatto per me; non credo di meritare tanto.
Il mio testamento è che vi amiate gli uni gli altri. Non dovete amare solo le persone simpatiche, ma tutti, perché Dio ama i buoni e i cattivi.
Spero che almeno un'altra volta possa stare ancora con voi per ringraziarvi di persona.
La nostra Mamma ripete sempre: "Amiamo ed amiamoci"; solo l’amore vince tutto e ci porta in Paradiso.
Anch'io ho pregato e sofferto per voi, per le vostre famiglie e continuerò a farlo. Soffro ed offro a Dio.
Non mi stancherò mai di ripetervi: amatevi e rispettate il nostro Vescovo; Dio non poteva darci un dono più grande.
Non pregate per la mia guarigione, ma per la mia partenza, perché sono stanca di soffrire. Se Dio vuole che vada in Paradiso, continuerò a pregare per voi, ma soprattutto per il mio Vescovo, mio padre, mio fratello, mio amico. Grazie ancora. Ciao a tutti".
Il giorno 8 aprile sono stati celebrati in piazza S. Pietro i funerali solenni di Giovanni Paolo II. Poiché i giornali ne hanno parlato dettagliatamente e la televisione ne ha trasmesso le immagini, noi aggiungiamo solo che vicino alla bara del Papa c'erano Gesù, la Madonna, S. Giuseppe, Marisa in bilocazione, gli angeli ed alcuni santi.
È continuata la Via Crucis di Marisa; ogni giorno e più volte al giorno sono sorti gravi problemi di salute, vivere per lei è diventato sempre più duro e difficile.
Prima del conclave la Madre dell’eucaristia ci ha rivolto questo appello: "Pregate per il nuovo Papa, affinché governi la Chiesa in un modo bello, puro e immacolato".[39]
"Ricordatevi che se lo Spirito Santo non interviene, colui che verrà eletto Papa, non sarà certo quello che vuole Dio e quello che voleva il vostro Papa, Giovanni Paolo II". [40]
Inoltre la Madre della Chiesa ci ha comunicato che: "Il 18 aprile comincia il conclave e voi non potete immaginare quante lotte avvengono tra i cardinali e quante miserie sono in loro. È un momento difficile, di grande sofferenza. C'è una lotta continua tra le persone che sono poste in alto, una competizione tremenda tra i cardinali perché ognuno vuole il suo Papa, ognuno vuole comandare".[41]
La nostra comunità ha risposto con entusiasmo all’accorato appello materno di pregare per il nuovo Papa. Abbiamo fatto molte volte l’adorazione eucaristica, recitato il S. Rosario, partecipato alla S. Messa e fatto la S. Comunione secondo i desideri della Madre della Chiesa. Inoltre abbiamo aggiunto digiuni, fioretti e sacrifici sempre per lo stesso motivo.
Il giorno 19 aprile si è levato il fumo bianco dal camino della Cappella Sistina e poco dopo il card. Protodiacono ha annunciato che era stato eletto Papa il card. Ratzinger che aveva preso il nome di Benedetto XVI. La Mamma Celeste ha detto ai due cari figliolini: "Devo dire che ancora una volta Dio vi ha chiesto una grande prova, assai dura e pesante. Perché Dio l’ha fatto? Non potete saperlo, però è certo che non vi abbandonerà, voi lo sapete, aspetta i momenti favorevoli per fare i suoi interventi e aspetta la conversione dei grandi uomini della Chiesa. Chi paga per tutto questo è il vostro Vescovo e la vostra sorella. Pregate per la conversione del Papa e degli altri grandi prelati".[42]
La Madre dell’eucaristia ha fatto conoscere che: "La vostra sorella sapeva da tempo, per rivelazione soprannaturale, chi sarebbe stato eletto Papa e l’ha comunicato al vostro Vescovo. Anche altri, specialmente stranieri, sapevano da anni, ma non dall’alto, chi sarebbe stato eletto. Meditate su questo".[43]
I due figliolini, Claudio e Marisa, hanno ricevuto nei giorni successivi al conclave dei messaggi segreti dalla Madonna, da Gesù e dallo Spirito Santo sulla situazione attuale e futura della Chiesa che coinvolge e riguarda soprattutto il nostro Vescovo.
Marisa ha continuato a soffrire la passione, a volte il dolore era talmente forte da farle tremare tutto il corpo.
l’inizio del mese di maggio ha visto Marisa particolarmente provata e sofferente. Le sue condizioni di salute erano molto critiche e il dottor Selenia, la nipote che la cura, non escludeva un nuovo ricovero in ospedale.
Il 1° maggio tre coppie di nostri giovani, durante la S. Messa, hanno fatto la promessa, con cui si sono impegnati a prepararsi nel modo migliore al matrimonio. Marisa non era presente alla cerimonia. Il suo filo di voce si sentiva appena quando trasmetteva la lettera di Dio. Era breve, conteneva gli auguri ai giovani. La Mamma celeste ha fatto sapere che le coppie si erano formate "per le preghiere e sofferenze della Veggente". I giovani interessati hanno capito esattamente ciò che la Madonna ha detto.
Il Vescovo che durante la S. Messa ha pregato moltissimo per la sorella, quando è salito nella camera di Marisa, con sorpresa e gioia ha visto che stava meglio. Il dottor Selenia ha confermato il miglioramento; Dio è intervenuto per scongiurare il ricovero in ospedale, che sarebbe stato inopportuno e controproducente per lei.
Come è intervenuto questa volta, Dio interverrà molte altre volte non solo per evitare il ricovero ospedaliero, ma anche per impedirle di morire, come è avvenuto appena alcuni giorni dopo. Il Paradiso allora è sceso sul letto di Marisa: Gesù, la Madonna, S. Giuseppe, nonna Iolanda, gli angeli, i Santi, gli ultimi Papi e i nipotini hanno vegliato e pregato per lei. Giovanni Paolo II, che Marisa in bilocazione aveva assistito durante gli ultimi giorni di vita, le stringeva la mano, senza dirle nulla. La Madre dell’eucaristia ha parlato e ha detto alla figlia: "Angelo mio, queste sofferenze sono per la Chiesa e per la conversione del Papa, dei cardinali, dei vescovi e dei sacerdoti. Dio Padre chiede a te l’immolazione totale.
Ci saranno ancora dolorosi momenti e il mio Vescovo deve viverli serenamente, perché Noi te li faremo superare. La tua salute va sempre più peggiorando".
Giovanni Paolo II era morto da poco più di un mese e la Madre della Chiesa ci ha fatto sapere che gli uomini della Chiesa ne parlavano male e indirizzavano le loro feroci critiche anche a Benedetto XVI.
"Gli uomini della Chiesa fanno a gara a chi parla peggio l’uno dell’altro. Giovanni Paolo II è qui vicino a me. È triste per tutte le cattiverie che si dicono sul suo conto e per il male che continuano a fare i cardinali e i vescovi, che dicono di amare Dio ed invece non amano nessuno. Non vi meravigliate se dico di pregare per la conversione del S. Padre, anche lui è un uomo".[44]
Marisa non ha mai smesso, neanche per un giorno, di vivere la passione: durante uno di questi tremendi momenti il figlio Claudio si è lamentato così con la Mamma del Cielo: "Tu hai assistito alla passione e morte di tuo Figlio una sola volta, io ho assistito a quella di mia sorella molte volte e non ce la faccio più a vederla soffrire". Ecco la risposta: "Figlio mio, io sono sempre vicino a Marisella quando vive la passione e vicino a te per aiutare entrambi a fare la volontà di Dio".
La nostra Maestra Celeste ha continuato ad aggiornarci sulla situazione del vertice della Chiesa: "Un Papa morto e già in Paradiso è criticato per ciò che ha fatto; un altro Papa, appena eletto, cerca in tutti i modi di imporsi all’attenzione di tutti i fedeli, affinché si rivolgano verso di lui. Voi non potete neanche immaginare ciò che può succedere: lotte nella Chiesa, i cardinali che si distruggono e i vescovi che si lasciano andare. La ricerca del potere va sempre avanti a tutto". Poi rivolta a noi ha detto: "Voi siete impazienti come lo sono anch'io che il vostro Vescovo sia riconosciuto dal Papa. A volte questa giornata grandiosa si avvicina, a volte si allontana, come ora: al Papa bisogna fare molte correzioni, in tutto e per tutto. Non lasciatevi ingannare dalla tanta gente che va a S. Pietro. Non sapete cosa c'è dentro colui che è stato eletto Papa". Infine queste sono state le parole indirizzate al nostro Vescovo: "Almeno tu, Eccellenza, non ti devi accasciare se la vostra situazione non si sistema. Come si può sistemare? Vuoi andare subito dentro il covo di vipere o vuoi restare ancora dove sei per aiutare la Chiesa a rinascere? Quando rimarrai solo, e tua sorella volerà in Paradiso, arriverai dove sai. l’inizio del tuo lavoro sarà molto difficile e capirai perché Dio ha aspettato tanto".
Tutto questo la Madre dell’eucaristia ha comunicato a tutta la Chiesa, durante l’importantissima apparizione del giorno 8 maggio 2005. Invitiamo tutti a leggere la particolare lettera di Dio con rispetto, e senza giudicare.
Il 13 maggio Marisa ha compiuto 50 anni di nozze mistiche con Gesù. Avrebbe voluto celebrare questo importante anniversario nel silenzio e nella riservatezza, come ha sottolineato la Madonna: "Nessuno di voi sa che oggi Marisella festeggia le nozze d'oro: 50 anni di dedizione a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. È una grande gioia per Noi in Paradiso avere delle anime che per 50 anni hanno offerto la loro vita a Dio, si dedicano a Lui e l’amano. Solo Dio, la vostra sorella e Sua Eccellenza sanno cosa ha sofferto, quanto ha sofferto Marisella e quanto silenzio c'è stato intorno a lei".
Gesù si è rivolto a Marisa in modo dolcissimo: "Io sono il tuo amato sposo. Vieni, diletta, tra le mie braccia e ti porterò con me alle alture stupende del Paradiso".
La situazione della Chiesa sta sommamente a cuore a Gesù e alla Madonna. Il Capo e Fondatore della Chiesa ci ha rivolto un accorato appello: "Dovete salvare la Chiesa, riuscirete a salvarla se pregherete, vi amerete e continuerete a fare l’adorazione eucaristica e il digiuno".[45]
La Madre della Chiesa ci ha fatto sapere che: "La situazione della Chiesa continua a peggiorare. Gli ecclesiastici parlano in continuazione ed è difficile credere a quanto dicono. Quando uscirà fuori la verità? Dovrà parlare Dio in persona per farla uscire fuori? Discorrono del segreto di Fatima e non dicono la verità".[46]
Il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, le sarte della comunità hanno consegnato al Vescovo la veste talare confezionata per ordine di Dio. Il Vescovo indosserà quest'abito quando Dio avrà riportato vittoria sui suoi nemici all’interno della Chiesa.
Il 28 maggio a Marisa si sono aperte le stimmate delle mani e dei piedi e le ferite sulla fronte e sul costato. Quando il Vescovo è stato avvisato è accorso immediatamente, ha visto per terra un lago di sangue e ha sentito il profumo che emanano le stimmate quando si aprono e sanguinano.
In occasione della festa del Corpus Domini, è apparso Gesù che ci ha parlato dell’eucaristia ed ha affermato: "I miei due figlioli sono andati avanti durante tutti questi anni perché, Io, Gesù, entrando nei loro cuori, ho dato loro la forza di lottare contro tutti. Voi sapete che la loro sofferenza è grande; se non avessero ricevuto Me, Gesù Eucaristia, non ce l’avrebbero fatta a portare avanti la missione".[47]
Durante il mese di maggio Dio e la Madonna hanno consegnato "ai due figliolini" dei messaggi segreti. Noi sappiamo solo che riguardano il futuro della Chiesa e del Vescovo.
In tono minore, senza solennità a motivo delle precarie condizioni di Marisa e della sfinitezza del Vescovo, abbiamo chiuso il mese di maggio che "è stato molto difficile e penoso per il Vescovo e la Veggente che soffrono per colpa delle persone che non amano, specialmente a causa dei parenti. I miei parenti hanno detto anche a me parole non belle".[48]
Il mese mariano si è concluso con l’accorato appello della Mamma Celeste: "Figli miei, pregate tanto per il nuovo Papa e per i vescovi, affinché possano salvare la Chiesa, altrimenti ricadrà tutto sulle spalle del vostro Vescovo".[49]
Al nostro Vescovo si sono rivolti per sfogarsi e per trovare parole di conforto diversi sacerdoti ingiustamente sospesi a divinis dai loro vescovi. La Madre dei sacerdoti ha parlato di questi figli colpiti "per vendetta e per ripicca dai vescovi". Nessuno più di Mons. Claudio Gatti, anche lui prima sospeso a divinis e poi ridotto allo stato laicale, com'è risaputo, può comprendere questi confratelli. Le sue condanne sono state giudicate da Dio "ingiuste ed invalide".
Il 5 giugno è avvenuto un fatto che ha avuto per Marisa conseguenze estremamente dolorose. É necessario fare una premessa. La Madre dell’eucaristia aveva ordinato a Marisa di avere sempre con sé l’eucaristia, perché questo era l’unico modo per impedire ai demoni di picchiarla. Da allora Marisa custodiva un piccolo frammento della particola in un minuscolo cuore d'oro. l’eucaristia veniva periodicamente sostituita, perché, sottoposta al sudore e calore del corpo e soprattutto al calore dell’acqua calda usata per lavarsi, si consumava.
Tutti sanno che quando la specie eucaristica è consumata, la presenza reale di Gesù cessa, come avviene per la S. Comunione.
Ebbene, poiché non si era provveduto in tempo a sostituire l’eucaristia ormai consumata, i demoni hanno approfittato del momento a loro favorevole ed hanno assalito la Veggente con odio e rabbia.
l’hanno scaraventata per terra e colpita in ogni parte del corpo specialmente alle gambe già sofferenti con ferocia inaudita. l’avrebbero certamente uccisa, se Dio non avesse mandato gli angeli a cacciarli.
Quando il Vescovo è accorso, richiamato dai forti lamenti della Veggente, ha visto Marisa stesa per terra in bagno. l’ha rialzata, aiutato da un membro della comunità, ma poco dopo ha saputo che erano stati gli angeli a risollevare Marisa.
È normale porsi la domanda: perché Dio non è intervenuto prima? C'è solo la risposta: ha chiesto a Marisa una nuova grande sofferenza per salvare le anime.
Più passavano i giorni, più venivano fuori ematomi e aumentava il dolore. "Marisella, ricordati, se avessi avuto l’eucaristia ti saresti salvata, ma l’eucaristia si era consumata ed è successo quello che è successo. Il tuo corpo è martoriato da tutte le parti", così le ha detto la Madonna.[50] Al suo letto, per tentare rimedio e sollievo ai suoi numerosi, gravi e grandi dolori, si sono alternati oltre il medico di base, numerosi specialisti: il gastroenterologo, il pneumologo, il cardiologo, il dermatologo, l’angiologo e l’otorino.
La Mamma ha detto alla figlia: "Marisella, tu stai passando un periodo assai arduo e difficile e offri tutto per la salvezza delle anime. Hai dolori ai piedi, alle mani, alla testa, alle spalle, al costato: tutto il tuo corpo è martoriato, ma nessuno può capire fino a quale punto".[51] Ha continuato anche a vivere la passione in modo particolarmente doloroso. A volte la simultaneità dei dolori naturali e soprannaturali causava a Marisa una prostrazione tale che giaceva sul suo letto come morta. Non rispondeva agli stimoli esterni, girava lo sguardo nel vuoto e non riusciva a pronunciare neanche una parola.
Il Vescovo che non si è mai staccato dalla sua stanza la guardava allibito e, mentre pregava intensamente, ha chiesto a Dio: "Dio mio, perché tanta sofferenza? Non vedi quanto patisce mia sorella? Non vedi che io sono sfinito e privo di forze?" Questa la risposta: "Così Marisella ha convertito molte suore, religiosi, sacerdoti, vescovi e cardinali".
Il giorno 11 giugno abbiamo celebrato il quinto anniversario del miracolo eucaristico, avvenuto durante la S. Messa nelle mani del Vescovo ordinato da Dio. La Madre dell’eucaristia ci ha fatto sapere che: "I sacerdoti davanti ai fedeli dicono una cosa, ma tra loro ne dicono un'altra. Essi credono a tutto ciò che è avvenuto nel luogo taumaturgico, ma non vogliono dare soddisfazione e hanno paura che tutto il popolo vada dietro al vostro Vescovo". Ha anche aggiunto: "Voi non vi accorgete quante persone rubacchiano ciò che il vostro Vescovo dice, ciò che la Veggente dice quando vi comunica la lettera di Dio. Rubano le vostre poesie e le preghiere, le catechesi e le omelie del Vescovo, ma i miei due figli stanno buoni, non dicono nulla, lasciano fare, perché sanno che il tempo bello, il tempo d'estate arriverà ed allora sarà molto difficile che queste persone si convertano".[52]
La Madre dell’eucaristia ha sempre informato "i due cari figliolini" di ciò che avviene in Vaticano ed ha fatto sapere loro che Benedetto XVI aveva avuto recentemente una crisi cardiaca, ma di questa non erano stati informati i mass media.
l’età avanzata e la salute debole fanno pensare che Benedetto XVI non regnerà a lungo. Chi sarà il successore? Sappiamo che in Vaticano sono già iniziate le grandi manovre per eleggere il successore di Benedetto XVI, ma questa volta le manovre degli uomini saranno sbaragliate da Dio.
La Madre della Chiesa da molto tempo ha indicato al Vescovo e alla Veggente chi sarà il futuro Papa e quale nome prenderà, durante apparizioni riservate. A noi, durante le apparizioni aperte a tutti, ha dato molti elementi per individuare chi sarà il prossimo Capo della Chiesa. Eccoli: Madonna: "Marisella, offri la tua grande sofferenza per la Chiesa e per il Vescovo che un domani avrà molto da fare. Spero che voi giovani gli sarete vicino, perché avrà bisogno di voi. Quando Don Claudio salirà alle alture stupende e tu, Marisella, volerai dove Dio vuole, sarà tutto bello, felice e voi sarete contenti".[53]
Dio Padre: "Quando porterò con me la vostra sorella ad alture stupende, il vostro Vescovo salirà ad altezze vertiginose".[54]
Madonna: "Amate come ama il mio Vescovo, colui che è stato ordinato Vescovo da Dio. Un domani dove salirà? Aspettatevi che salga ancora di più nella gerarchia, per questo dovete amarlo e pregare per lui".[55]
l’anno sociale, un anno di sofferenza, di tribolazione, ma anche di gioia, è terminato con un ordine della Madonna al nostro Vescovo: "Dovrai scrivere, non subito, ma in futuro, una lettera a Benedetto XVI. Per ora prega, rifletti e pensa a ciò che dovrai scrivere. Come al solito ti aiuterò e ti ispirerò, perché tu possa compiere nel modo migliore l’ordine di Dio".
A differenza di quanto è avvenuto negli anni precedenti all’inizio di luglio, quest'anno il Vescovo e la Veggente non hanno potuto lasciare Roma per un luogo più fresco a causa delle precarie condizioni di Marisa, che le impedivano di affrontare anche il viaggio più piccolo. Inoltre doveva essere seguita da vari dottori che ancora non l’autorizzavano a partire, perché dicevano: "Il viaggio sarebbe molto rischioso".
Il 7 luglio abbiamo celebrato l’onomastico di Don Claudio.La Madonna è apparsa per fargli gli auguri e precisare che Dio desiderava che il nostro Vescovo fosse chiamato così: San Claudio martire.
Il 13 luglio la Mamma si è rivolta alla figlia e le ha detto: "Cara Marisella, dolce creatura del Cielo, dolce creatura che vivi nel mondo di Dio, tu sei un angelo nel Paradiso di Dio, il più grande, il più bello e il più santo. Nessun santo ha sofferto come te".
Dopo molti anni Mons. Claudio e Marisa hanno ricordato l’anniversario del loro incontro, il trentaquattresimo, a Roma. È stato un triste anniversario, a causa delle condizioni di salute della Veggente, ancora molto critiche; per debolezza si assopiva spesso, non mangiava nulla e riusciva a bere poco.
Parlando di Marisella, la Madonna ha detto: "La salute della vostra sorella declina, la malattia è grave. È certo che non guarirà: pregate che abbia la forza di andare a prendere un po' di fresco. In Paradiso c'è grande festa per lei ed il vostro Vescovo per i loro 34 anni di vita comunitaria di sofferenza, di amore e di preghiera".[56]
Anche Dio Padre si è manifestato per ringraziare il Vescovo e la Veggente di quanto stavano facendo e soffrendo per la rinascita della Chiesa e ha promesso a Marisella: "Figliola mia, voglio aiutarti a superare questo momento di grande dolore. Tu sai che non guarirai, però con l’aiuto di coloro che sono in Paradiso con Me, piccoli e grandi, avrai la forza di andare avanti. Tu sarai aiutata fino alla fine. Aiuterò il mio Vescovo e te a stare bene quel tanto che serve. Non vi lascerò soli, figli miei, coraggio e forza. Io sono Dio e quello che prometto lo compio".[57]
Le parole di Dio si comprendono meglio se si conosce un importante retroscena: la grande rinuncia che il Vescovo aveva fatto quando aveva capito che la sorella era in fin di vita. Senza dire nulla a nessuno, in una calda e commovente preghiera rivolta a Dio, aveva rinunciato ad ascendere alle altezze vertiginose, tante volte annunciategli da Dio, purché Marisa non morisse e potesse stare meglio.
Infatti la Madonna ha rivelato che: "Voi non lo sapete, ma il vostro Vescovo ha rinunciato al , pur di avere Marisa ancora sulla Terra per il tempo che serve. Questo è un grande dono d'amore, ma Dio non l’ascolterà".[58]
Come promesso dall’alto, Marisa è migliorata quel tanto, per cui i medici l’hanno autorizzata a partire per la montagna, con tutte le necessarie precauzioni.
Il Vescovo e la Veggente sono tornati a Frontignano nella stessa villetta occupata l’anno precedente.
l’ultima settimana di Luglio è trascorsa tra problemi e tormenti. Marisa soffriva molto di giorno e moltissimo di notte, che passava senza chiudere occhio in compagnia del Vescovo. Si univano a loro anche alcuni giovani che erano rimasti per aiutarli e si alternavano preghiere e canti. Spesso è venuta la Madonna per consolare e incoraggiare "i due figliolini che portano sulle spalle una pesante croce".
I giorni di patimento per Marisa e Don Claudio si sono prolungati anche durante il mese d'agosto.
I momenti peggiori, in cui l’estrema debolezza di Marisa e la spossatezza del Vescovo raggiungevano il massimo, si avveravano di notte. Quante nottate hanno trascorso Mons. Claudio e Marisa soffrendo, gemendo e pregando!
Una volta, non riuscendo più a sopportare di vedere Marisella spasimare così duramente e rendendosi conto che stava crollando sotto i colpi della stanchezza, il Vescovo ha gridato: "Mio Dio, dove sei? Aiutaci!". Il Padre Celeste ha risposto: "Vi sto aiutando e non ve ne accorgete". Gesù e la Madonna sono stati sempre vicino a Marisa e a Don Claudio, con i quali hanno avuto frequentemente colloqui affettuosi. Trascriviamo con il permesso del Vescovo alcuni brani di uno di questi incontri celestiali.
Marisa: "Gesù, mio sposo diletto, mi hai scelta tra tanti uomini. Da bimba fino adesso ho detto sempre sì. Non credevo di dover soffrire così tanto; aiutami in questo lungo calvario, non ce la faccio più a penare tanto. Gesù, ti rendi conto che insieme a me fai soffrire il Vescovo? Non voglio vedere la sua distruzione; l’avete distrutto. Tutti si sono accorti che non ha più forza".
"Gesù, non voglio venire a godere in Paradiso, voglio continuare a soffrire sulla Terra insieme a mio fratello. Sono 34 anni che stiamo insieme, ma è dalla mia nascita che mi hai parlato di lui. l’ho visto nascere, ho pregato e sofferto tanto per lui. Ha abbracciato la missione con tanto amore. Io dovevo subire pene e lui doveva trionfare in mezzo alla gente. Perché l’avete ordinato Vescovo? Per farlo soffrire? Ha sempre patito. Voi volete mandarlo al No, no, io non lo mando. Non voglio che vada in quella tana di lupi, in quel covo di vipere, in mezzo a persone che non amano l’eucaristia, la tua Mamma e le anime, perché amano solo se stessi, il potere, la ricchezza e il sesso".
Gesù: "Miei cari figliolini, Io vi amo molto. Dolce Marisella, capisco il tuo rammarico, capisco la tua sofferenza, ma tu sai che Dio ti ha scelta, come ha scelto altre persone, ma nessuna ha accettato, perché tutti pensano a vivere bene, a guadagnare, a emergere ed essere importanti. Non è vero che non ti vogliamo bene. Non puoi dire al tuo Vescovo di rinunciare al . Adesso, Marisella, cerca di riposare tranquilla, vedrai che riposerai un po'".
Alla fine del mese d'agosto, per ordine del Signore, Marisa ha incontrato un sacerdote, del quale, per ora, tacciamo il nome per motivi di prudenza e riservatezza. Possiamo solo dire che è un ottimo sacerdote, ama molto Dio e le anime, è molto ricercato dalle persone e per questo è perseguitato dall’invidia e dalla gelosia dei confratelli. Ha parlato volentieri con Marisa, ha ascoltato con umiltà e riconoscenza quanto gli diceva e le ha posto molte domande, perché ha compreso di trovarsi di fronte ad una veggente. Mentre i due parlavano, il Signore ha fatto capire a Mons. Claudio Gatti che quel sacerdote sarebbe stato il primo Vescovo che avrebbe ordinato, quando sarebbe salito alle alture stupende.
Il 3 settembre abbiamo fatto il pellegrinaggio al secondo luogo taumaturgico, alla Fonte S. Lorenzo, nelle Marche, dove il Vescovo e la Veggente avevano compiuto la prima attività formativa a vantaggio di giovani difficili.
I membri della comunità di Roma e di altre comunità fuori Roma, insieme ad alcuni stranieri dell’albania, Eritrea e Romania ed alcuni italiani, invitati dai nostri fratelli e sorelle, sono partite da località diverse ed hanno raggiunto, a Frontignano, Mons. Claudio e Marisa, perché la Veggente, a causa delle sue difficili condizioni, non era in grado di raggiungere Fonte S. Lorenzo. I pellegrini si sono raccolti nel giardino della villetta che ospitava la Veggente e dopo il S. Rosario hanno ricevuto un’importante lettera di Dio. All’inizio dell’apparizione Marisa ha presentato alla Madonna la lettera scritta dal Vescovo al Papa, per ordine del Signore. Tale lettera già pubblicata sul nostro sito Internet, ora è riportata anche in questo volume, come allegato. Anche la SS. Trinità si è manifestata ed è scesa in mezzo ai suoi figli per benedirli.
Terminata l’apparizione, tutti i pellegrini si sono spostati al secondo luogo taumaturgico, dove il Vescovo ha celebrato la S. Messa per loro.
Poiché nel primo luogo taumaturgico, a Roma, stavano eseguendo dei lavori per ripulire e pitturare alcuni ambienti della casa e rifare il muro di cinta, Mons. Claudio e Marisa sono stati costretti a rinviare il rientro a Roma e non potendo più restare in montagna, a causa della temperatura notevolmente diminuita, si sono spostati al mare, ad Alba Adriatica.
Tutti speravano che Marisa avrebbe avuto dei benefici del clima marino, ma, purtroppo, non è stato così.
Le condizioni di salute di Marisa sono ancora peggiorate e Mons. Claudio ha chiamato il dottore per sottoporre la Veggente ad una visita medica. Il responso del medico è stato sconvolgente: "Ha difficoltà respiratoria e il cuore debole; deve essere urgentemente ricoverata".
Ma il ricovero in ospedale è stato sempre controproducente per lei, così il Vescovo le ha fatto fare la radiografia ai polmoni e l’elettrocardiogramma. Eseguiti gli esami clinici la Madonna ha detto alla figlia: "Non ti preoccupare, è tutto a posto". I referti medici, con nostro grande sollievo, hanno confermato ciò che la Mamma Celeste aveva detto.
La Madonna è sempre stata vicina alla figliolina, e un giorno passeggiando sul lungomare, alzatosi improvvisamente un vento gelido, l’ha protetta dal freddo, coprendola con il suo manto.
Il Signore ha mandato i due figliolini durante i mesi estivi molte volte in bilocazione nei paesi poveri e dove c'era la guerra per assistere i sofferenti, i bambini, le mamme e i feriti.
Dio Padre ha risparmiato ancora una volta la vita a Marisa, ma non le ha mai tolto la sofferenza, che a volte era talmente spasmodica da toglierle la vista. In quei casi il Vescovo, dopo aver pregato, deponeva l’eucaristia sugli occhi della sorella e diceva: "Gesù Eucaristia, ti prego, restituisci la vista alla tua sposa" e Marisa tornava immediatamente a vedere.
Il 22 settembre mentre pitturava della biancheria, Marisa ha visto un capello scuro a forma di M che spiccava sul candore del lenzuolo e con gesto spontaneo stava per toglierlo, quando ha sentito la Madonna dirle: "Perché lo butti? È un mio capello che dono a te e al Vescovo". Il Vescovo successivamente ha incastonato il capello in un suo anello episcopale.
Finalmente i lavori a casa sono finiti e il Vescovo e la Veggente sono tornati a Roma, attesi a braccia aperte da tutti i membri della comunità.
Roma, 24 ottobre 2007
Festa della Madre dell’eucaristia
A cura del Comitato Culturale del Movimento Impegno e Testimonianza - Madre dell’eucaristia
Qui sono citate le lettere di Dio da cui sono trascritti i brani riportati tra virgolette
[1] Lettera di Dio del 19 settembre 2004
[2] Lettera di Dio del 26 settembre 2004
[3] Lettera di Dio del 28 ottobre 2004
[4] Lettera di Dio del 4 novembre 2004
[5] Lettera di Dio del 6 novembre 2004
[6] Lettera di Dio del 2 novembre 2004
[7] Lettera di Dio dell'11 novembre 2004
[8] Lettera di Dio del 18 novembre 2004
[9] Lettera di Dio del 21 novembre 2004
[10] Lettera di Dio del 4 dicembre 2004
[11] Lettera di Dio del 4 dicembre 2004
[12] Lettera di Dio del 4 dicembre 2004
[13] Lettera di Dio dell'8 dicembre 2004
[14] Lettera di Dio del 9 dicembre 2004
[15] Lettera di Dio del 12 dicembre 2004
[16] Lettera di Dio del 26 dicembre 2004
[17] Lettera di Dio del 26 dicembre 2004
[18] Lettera di Dio del 1° gennaio 2005
[19] Lettera di Dio del 1° gennaio 2005
[20] Lettera di Dio del 10 gennaio 2005
[21] Lettera di Dio del 16 gennaio 2005
[22] Lettera di Dio del 16 gennaio 2005
[23] Lettera di Dio del 30 gennaio 2005
[24] Lettera di Dio del 2 gennaio 2005
[25] Lettera di Dio del 16 gennaio 2005
[26] Lettera di Dio del 9 febbraio 2005
[27] Lettera di Dio del 9 febbraio 2005
[28] Lettera di Dio dell'11 febbraio 2005
[29] Lettera di Dio del 9 febbraio 2005
[30] Lettera di Dio dell'11 febbraio 2005
[31] Lettera di Dio del 13 febbraio 2005
[32] Lettera di Dio del 23 febbraio 2005
[33] Lettera di Dio del 13 febbraio 2005
[34] Lettera di Dio del 13 febbraio 2005
[35] Lettera di Dio del 20 febbraio 2005
[36] Lettera di Dio del 20 febbraio 2005
[37] Lettera di Dio del 24 marzo 2005
[38] Lettera di Dio del 27 marzo 2005
[39] Lettera di Dio del 10 aprile 2005
[40] Lettera di Dio del 14 aprile 2005
[41] Lettera di Dio del 14 aprile 2005
[42] Lettera di Dio del 21 aprile 2005
[43] Lettera di Dio del 24 aprile 2005
[44] Lettera di Dio del 7 maggio 2005
[45] Lettera di Dio del 15 maggio 2005
[46] Lettera di Dio del 22 maggio 2005
[47] Lettera di Dio del 29 maggio 2005
[48] Lettera di Dio del 31 maggio 2005
[49] Lettera di Dio del 31 maggio 2005
[50] Lettera di Dio dell'11 giugno 2005
[51] Lettera di Dio dell'11 giugno 2005
[52] Lettera di Dio del 12 giugno 2005
[53] Lettera di Dio del 19 giugno 2005
[54] Lettera di Dio del 20 giugno 2005
[55] Lettera di Dio del 29 giugno 2005
[56] Lettera di Dio del 15 luglio 2005
[57] Lettera di Dio del 15 luglio 2005
[58] Lettera di Dio del 17 luglio 2005
Questa lettera è stata scritta da S.E. Mons. Claudio Gatti al Papa per ordine del Signore, ma non è stata consegnata all’illustre destinatario. Invece è stata letta da sacerdoti, vescovi e cardinali che lavorano in Vaticano; molti di questi hanno formulato giudizi positivi e pronunciato parole di apprezzamento nei riguardi del Vescovo ordinato da Dio. Speriamo che qualcuno di questi ecclesiastici a cui non interessa la carriera e il potere, abbia la forza e il coraggio di informare il S. Padre dell’esistenza di questa lettera, il cui contenuto è molto importante per il presente, ma soprattutto per il futuro della Chiesa.
Beatissimo Padre,
certamente V.S. conosce il mio caso, perché ha avuto in esso un ruolo importante e decisivo quando era Prefetto della Sacra Congregazione della Fede.
Sono Claudio Gatti il Vescovo ordinato da Dio e mi rivolgo all’attuale Capo visibile della Chiesa, perché ascolti tutto ciò che nel passato non mi è stato permesso di esporre all’autorità Ecclesiastica.
V.S. sa molto bene che sono stato ridotto allo stato laicale senza essere sottoposto a regolare processo. Il Card. Ruini si è limitato a comunicarmi che questa dolorosa decisione era stata firmata da Giovanni Paolo II, durante un'udienza concessa all’allora Prefetto dell’ex S. Ufficio.
Mi sembra impossibile, anzi assurdo che il Papa che ha il dovere di fare rispettare le leggi della Chiesa abbia firmato il documento della mia dimissione dallo stato clericale, senza aver prima espletato quanto stabilisce il C.I.C..
Inoltre mi sono chiesto molte volte perché non mi è stato riconosciuto il diritto di difendermi e non mi è stata mai comunicata la causa della mia condanna.
Nella decisione di ridurmi allo stato laicale sono coinvolti due Papi, ma probabilmente il suo predecessore e V.S. non siete stati bene informati da chi di dovere sul mio caso.
La Madonna ha rivelato che aver ridotto allo stato laicale il Vescovo ordinato da Dio è un grave errore che, se non verrà corretto, causerà nella Chiesa un grave scandalo.
Infatti il suo successore, del quale non solo io, ma anche altre persone conoscono per rivelazione soprannaturale l’identità e il nome, riconoscerà certamente quanto Dio ha operato nel luogo taumaturgico di via delle Benedettine e vi andrà a pregare, accompagnato dai responsabili della Curia Romana e del Vicariato.
Per evitare che V.S. e il suo successore prendano decisioni opposte e contrastanti che possono confondere i fedeli, la Madonna mi ha ordinato, in nome di Dio, di scongiurare V.S. di riconoscere che la mia ordinazione episcopale è di origine divina.
Posso dimostrare con prove inconfutabili che Dio mi ha ordinato Vescovo. Infatti come i miracoli raccontati nei Vangeli sono prove (segni) della divinità del Cristo, così i 150 miracoli eucaristici avvenuti con modalità diverse nella mia cappella e nella mia casa e che hanno coinvolto la mia modesta persona, sono prove (segni) che Dio mi ha ordinato Vescovo.
Il Signore ha affermato che la fuoruscita del Suo sangue dall’ostia che stringevo tra le mani dopo aver pronunciato la formula della consacrazione è il più grande miracolo eucaristico di tutta la Storia della Chiesa ed è il sigillo che attesta l’origine divina di tutti i precedenti miracoli eucaristici e della mia ordinazione episcopale. Questo miracolo eucaristico è avvenuto alla presenza di duecento persone che possono testimoniare di aver visto nell’ostia il sangue divino e sentito il suo profumo particolare.
Dio non compie miracoli nelle mani degli impostori.
Padre Santo, se prenderà la decisione di riconoscermi Vescovo ordinato da Dio, sarà seguito dalla maggioranza dei membri del Collegio Cardinalizio e del Collegio Episcopale e se invece non esaudirà la richiesta della Madonna, il Signore riserverà a Sé i modi e i tempi per intervenire in mia difesa e realizzerà la sua parola "gli ultimi saranno i primi".
Spero che V.S. mi concederà l’onore e la gioia di incontrarla per risolvere il mio caso come Dio vuole.
Prostrato ai piedi di V.S., invoco su di me l’apostolica benedizione.
Roma, 14 settembre 2005
Esaltazione della Santa Croce
10° Anniversario del primo miracolo eucaristico
Claudio Gatti
Vescovo ordinato da Dio
Vescovo dell’eucaristia