Anno sociale 2006 - 2007
Storia delle apparizioni
Anno dell’umiltà
Con il ritorno a Roma del Vescovo e della Veggente è iniziato il nuovo anno sociale, 2006-2007, il più duro, il più difficile e il più sofferto di tutti quelli che l’hanno preceduto. Ma anche l’anno in cui si raccoglieranno i più grandi frutti spirituali: nuove ed abbondanti conversioni di fedeli, soprattutto di sacerdoti, vescovi e cardinali, salita dal Purgatorio in Paradiso di centinaia di milioni di anime, un ulteriore incremento del trionfo dell’eucaristia, una maggiore diffusione della conoscenza e devozione alla Madre dell’eucaristia, il moltiplicarsi della bilocazione di Mons. Claudio e Marisa in moltissime nazioni ed infine le 51 consacrazioni episcopali e le 77 ordinazioni sacerdotali che il Vescovo dell’eucaristia, sempre in bilocazione, ha compiuto in numerose nazioni del terzo e quarto mondo.
Ma quanta amarezza, delusione e stanchezza, di tanto in tanto alleggerite dalla gioia per i frutti spirituali raccolti, hanno accompagnato la vita dei "due figliolini della Madonna"!
La Madre dell’eucaristia, in un confidenziale colloquio, li ha assicurati che, per volontà di Dio, lei, sempre, e a volte anche S. Giuseppe e nonna Iolanda sarebbero stati loro vicini per aiutarli e incoraggiarli a continuare la missione per cui sono stati chiamati.
Durante la prima apparizione del nuovo anno sociale la Madre dell’eucaristia ci ha affidato i nostri due genitori spirituali: "Pregate per il Vescovo e la Veggente, perché le loro vacanze sono state assai aspre e sofferte. Non hanno assolutamente goduto del riposo; sta a voi aiutarli".[1]
La Madonna ci ha rivelato il motivo per cui diversi membri della comunità si sono distaccati o altri non sono entrati a farvi parte, "perché il demonio gira intorno alle persone per allontanarle".[2]
La nostra grande maestra spirituale ci ha anche spiegato che spessissimo il demonio si serve di semplici fedeli o anime consacrate, che vivono in peccato e commettono sacrilegi, per tentare di distruggere il Vescovo e la Veggente e poiché vivono nell’odio, come il demonio, hanno impresso nelle loro anime la sua fisionomia. Non è stato raro il caso in cui questi sventurati hanno suonato il campanello di Via delle Benedettine 91, per importunare coloro che vi abitano e Marisa ha visto al cancello dei demoni. Successivamente ha saputo dalla Madonna che si trattava di ex-membri della comunità o altre persone che si erano camuffate per non farsi riconoscere.
La Madre dell’eucaristia ci ha assicurato: "Quando arriverà ciò che Dio ha promesso, tutto sarà più bello e facile. Piano piano tutto dovrà cambiare. A volte sembra che Dio si sia dimenticato di voi. No, non è così, lo sa bene il vostro Vescovo quando ha fatto questa affermazione e Dio con voce potente gli risposto: "Io posso stare sulla Terra e in Cielo, nessuno me lo può proibire. Posso fare ciò che voglio"".[3]
Intanto il Vescovo e la Veggente hanno continuato il faticoso compito di scrivere il nome e la provenienza delle 3540 anime che saliranno in Paradiso. Fino al 12 settembre avevano scritto 2485 nomi, tra i quali, hanno appreso con gioia, ci sono parenti, defunti della comunità, membri della gerarchia, esponenti politici, artisti di vario genere, persone semplici ed importanti. Tutti hanno avuto in comune una grande virtù: l’amore verso i poveri, i bisognosi, i sofferenti e gli ammalati. Sempre il 12 settembre la Madonna ha parlato di coloro che si sono allontanati dalla nostra comunità "Si sono stancati di attendere. Quando tutto si risolverà, dove saranno quelli che prima erano presenti ed oggi non ci sono più? Dio sta lavorando per la missione dei miei due figliolini, così grande e così tribolata".
Ci siamo preparati alla festa dell’esaltazione della Croce con una veglia, durante la quale Mons. Claudio ha continuato a narrare la storia della vita, sua e di Marisa.
Il 14 settembre, oltre a celebrare l’esaltazione della Croce, abbiamo ricordato l’anniversario del primo miracolo eucaristico, l’inizio ufficiale del servizio episcopale del nostro Vescovo e la firma del decreto, con il quale Mons. Claudio Gatti, Vescovo ordinato da Dio, ha riconosciuto l’origine soprannaturale delle apparizioni della Madre dell’eucaristia e dei miracoli eucaristici.
In occasione di questo triplice importante anniversario Gesù ha parlato dei patimenti di due creature della Terra e di tre persone del Cielo: "I miei due figli hanno sofferto molto e ancora soffrono, la loro sofferenza non è terminata. Anche la sofferenza di Maria, mia Madre, e di nonna Iolanda, quando vengono sulla Terra non è terminata. Anch'io, quando scendo sulla Terra e vedo tante cose che non vanno, specialmente nelle Chiese, soffro molto".[4]
Se l’autorità ecclesiastica e i grandi teologi si accostassero alla Rivelazione Privata con umiltà e semplicità e non con superiorità e arroganza, conoscerebbero verità che con la sola speculazione e la ricerca umana non sono in grado di raggiungere, perché della realtà celeste possono parlare solamente coloro che la vivono.
Quando coloro che sono in Paradiso, vengono sulla Terra, interrompono momentaneamente la condizione di felicità che deriva dalla visione beatifica di Dio ed entrano nella realtà del Corpo Mistico che conosce e vive la sofferenza. Qualsiasi persona del Cielo, compresi Gesù e la Madonna, quando appaiono agli uomini della Terra o vanno a visitare e soccorrere coloro che gemono, patiscono e condividono, con maggiore intensità, la sofferenza umana.
La grande prova d'amore: partecipare ai tormenti dell’umanità, è stata evidenziata solo dalle lettere di Dio che ci ha consegnato la Madre dell’eucaristia. Mai nessuno ha lontanamente pensato che Gesù, la Madonna e i Santi si sacrificano, quando vengono sulla Terra, entrando di nuovo a far parte del Corpo Mistico ne condividono tutte le tribolazioni, come ha insegnato S. Paolo. (I Cor. 12,26) Marisa ha continuato a trascorrere le nottate nella più grande afflizione umana, sempre più frequentemente accompagnata dai dolori della passione.
In quei momenti tremendi lo Sposo Divino, la Mamma Celeste e la mamma terrena le facevano compagnia e le davano coraggio.
Diverse volte si è manifestato alla martire d'amore Dio Padre per ringraziarla delle sofferenze che pativa per la rinascita della Chiesa.
Il 12 settembre si è creata una situazione che avrebbe potuto avere gravi e dolorose conseguenze. Benedetto XVI, nella sua prolusione all’università di Regensberg davanti al corpo docente e agli studenti, ha citato la frase attribuita all’imperatore Manuele II Paleologo e indirizzata a un cristiano colto: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predica".
Questa frase in bocca al Papa ha innescato una feroce reazione da parte dei musulmani contro i cristiani. Hanno bruciato le chiese, ucciso i missionari e perseguitato i cristiani. La situazione sarebbe ulteriormente peggiorata fino a far scoppiare una guerra di religione, se Dio non fosse intervenuto, ascoltando le preghiere e accettando le sofferenze di alcune anime.
La Madonna, in nome di Dio, ha chiesto al Papa di chiedere scusa al mondo musulmano, come risulta dalla lettera di Dio del 17 settembre, che riportiamo integralmente:
Madonna - Sia lodato Gesù Cristo. Miei cari figli, oggi non ho una notizia buona da darvi. Voi sapete che c'è molta tensione tra i musulmani e il Santo Padre. Noi del Cielo chiediamo che il Santo Padre chieda scusa per far tornare la situazione tranquilla, altrimenti scoppierà una guerra molto forte e potente e molti innocenti pagheranno un duro prezzo.
Chi ha sbagliato, piccolo o grande, sacerdote o Papa, deve chiedere scusa. Speriamo che questo avvenga, perché dal Cielo vediamo che la situazione peggiora sempre più. Gesù, mio Figlio, ha chiesto di nuovo a Marisella di soffrire per evitare la guerra e di pregare per il Papa, affinché chini la testa e chieda perdono.
Voi della Terra non siete mai tranquilli, c'è sempre qualcuno che cerca di rovinare la pace. Costa tanto dire ai fratelli: "Ho sbagliato, scusatemi, vi chiedo perdono"? Se le scuse non vengono fatte, sapete meglio di me che i musulmani sono capaci di tutto. Perché far scoppiare una nuova guerra, dal momento che già ce ne sono tante nel mondo? Inoltre sono sempre i giovani a pagare e addirittura a morire. Voi siete stati informati dai giornali e dalla televisione, ma la situazione è ancora peggiore di quanto dicono i giornalisti. Ascoltate me, Maria, che vi porto il messaggio di Dio. Pregate, affinché il Papa chini il capo e chieda scusa. Voglio soltanto che chieda scusa. Se non la chiederà, scoppierà una guerra molto, molto dura per tutti.
Le buone notizie sono sempre poche e le cattive sempre numerose. Questa volta evitare di far scoppiare la guerra dipende proprio dal Papa. Che ci vuole, anche se sei Papa, a chiedere scusa? Io confido in voi. Anche se siete pochi, pregate per questa intenzione, altrimenti la situazione diventerà molto, molto pericolosa. Se potete, fatela conoscere ad altri. Questo messaggio deve essere subito scritto e diffuso, affinché arrivi al Papa. Spero che qualcuno riesca ad arrivare al Papa per farglielo conoscere, ma sarà difficile. Marisella, ti chiedi perché Dio ti fa soffrire? Per motivi molto gravi.
Comunque Io, la Mamma del Cielo, mi affido a voi. Pregate, pregate, pregate e, se potete, fate qualche penitenza come ha fatto qualcuno durante l’estate.
Insieme al mio e vostro Vescovo benedico voi e i vostri cari. Benedico anche gli uomini che tentano il tutto e per tutto per fare la guerra. Benedico i bimbi, i malati, i bimbi che muoiono di fame. Vi porto tutti stretti al mio cuore e vi copro col mio manto materno.
Andate nella pace di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo.
Sia lodato Gesù Cristo.
Coraggio, Marisella, tocca a te di nuovo soffrire.
Marisa - Va bene. Che devo dire? Non lo so. Devo dire sempre sì. Di fronte a questa drammatica situazione dico: mandatemi la sofferenza, fate quello che volete.
Ciao, Mamma.
Questa lettera di Dio è stata inviata a molti Cardinali e Vescovi in Vaticano, ai Presidenti delle conferenze episcopali di paesi musulmani, ad alcuni Nunzi, accreditati presso governi di religione islamica e ai parroci di Roma ed è stata pubblicata sul nostro sito internet.
Tutta la situazione ha pesato molto sul nostro Vescovo che ci ha detto: "Ci stavamo avvicinando alla fine della sofferenza ed ora siamo stati gettati in alto mare". La delusione, il senso di solitudine, l’opposizione dell’autorità ecclesiastica sono cresciuti a dismisura e in un momento di particolare sconforto Mons. Claudio ha esclamato: "Mamma del Cielo, dove sei"? e la Madonna ha immediatamente risposto: "Vicino a te, tesoro. Se Dio agisce così, ha i suoi motivi. Capire Dio è difficile. Fidatevi di Lui. Dio non abbandona nessuno. Sa dove vuole arrivare. Il mondo va alla deriva, verso l’autodistruzione. Il nostro presto non è il vostro. Dio vi ama, non vi tradisce, ha bisogno di voi. La vostra missione è molto difficile. Marisella, sei eroica. Don Claudio, assomigli a S. Paolo. A voi, miei due figliolini, dico coraggio; non dico più che la meta è vicina".[5]
Il Vescovo e la Veggente hanno trascritto più di 4000 nomi di anime che saliranno in Paradiso. In bilocazione sono andati in Burundi e in Sudan.
In un colloquio privato con Mons. Claudio e Marisa la Madre dell’eucaristia ha fatto sapere che la lettera di Dio del 17 Settembre è stata consegnata al Papa che l’ha letta. Soltanto i soliti massoni presenti in Vaticano, dopo averla letta, l’hanno stracciata. La maggior parte dei parroci di Roma l’ha conservata. È triste dover ancora riconoscere che la maggioranza degli ecclesiastici che lavorano in Vaticano, in Vicariato e a Roma crede a ciò che Dio ha operato a via delle Benedettine, ma tace per paura e per non compromettersi.
Il primo Ottobre abbiamo celebrato con una solenne liturgia eucaristica il centenario della nascita di nonna Iolanda, che con il permesso di Dio, ha parlato: "Figlia mia, io ti aiuto e ti sono vicina, come sono vicina a te, Eccellenza. Ho pregato per tutti voi. Mando un bacio alla mia cara figliola, un bacio all’eccellenza, un bacio ai miei nipoti e pronipoti".
Nonna Iolanda è stata festeggiata anche in Paradiso. Marisa ha visto la mamma con la Madonna, gli angeli e i santi davanti a Dio, al quale ha detto: "Dio mio, ti prego per i miei due figlioli che soffrono tanto. Ti prego aiutali. Il Vescovo ha fatto molto per me e per Marisella continua a farlo". Dio le ha risposto: "Nonna Iolanda, fai capire loro che non li abbandono. Li aiuto sempre, ma ho bisogno di loro perché il mondo va a rotoli". Dio ha benedetto e baciato la nonna della nostra comunità.
Il 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario, la festeggiata ci ha invitato ad avere sempre fiducia in Dio: "Dio non delude, farà ciò che ha promesso, ma non chiedete quando e come, non domandate nulla, pregate soltanto, questa è la gioia più grande che potete dare a Lui".
Durante l’apparizione Marisa ha presentato alla Madonna Ismaele Maria, l’ultimo nato della nostra comunità. La Madre dell’eucaristia ha rivelato che anche questo bimbo, come altri che l’hanno preceduto, è nato per le sofferenze della Veggente.
Come si suol dire, il giorno seguente la nostra Mamma ha continuato a battere il ferro caldo: "Vi ripeto che Dio non tradisce, rispetta i patti, ma devono arrivare i Suoi tempi che non sono i vostri". Inoltre ci ha invitato "a parlare ai sacerdoti fuori Roma. Continuate senza fretta, ma piano piano". Ha di nuovo accennato alla missione nelle parrocchie di Roma: "Avete pensato che è andata male. Non è vero, perché anche coloro che vi hanno risposto male o vi hanno buttato fuori, alla fine si sono ricreduti e hanno capito dove è la verità. Secondo voi dove è la verità? È qui, nel luogo taumaturgico, che Dio ha scelto per voi".
Infine ci ha rivelato la situazione dei nostri genitori spirituali: "Non so fino a che punto abbiate compreso quanta stanchezza e spossatezza accusa il vostro Vescovo. Ha bisogno di essere aiutato moltissimo. Io sono sempre vicina a lui, giorno e notte, per aiutarlo. Marisella, so che i tuoi dolori sono molto forti, adesso torno al Padre e vado a chiedergli di farti stare un pochino meglio".
Intanto la lista di coloro che dovevano salire in Paradiso si allungava a dismisura, poiché Dio rimetteva loro la pena che dovevano scontare in Purgatorio per le sofferenze del Vescovo e della Veggente e per le preghiere dei membri della comunità di Roma e di quelle fuori Roma.
Non volendo sobbarcare i due figliolini ad una fatica enorme la Madonna ha cominciato ad indicare il totale delle anime nazione per nazione. Fino al 10 ottobre sono state contate complessivamente 3.000.000 di persone.
Per tirare su il morale al Vescovo dell’eucaristia, a volte scoraggiato e deluso a causa della feroce opposizione da parte dei confratelli, la Mamma del Cielo gli ha rivelato che ogni volta che celebra la S. Messa si convertono uno o più sacerdoti. Per favorire la conversione di alcuni grandi uomini della Chiesa, Dio ha ordinato a Marisa di scrivere ad ognuno di loro una lettera in cui doveva esporre la situazione spirituale delle loro anime e indicare suggerimenti e consigli per essere buoni pastori.
La Veggente in bilocazione, ma non vista, ha consegnato la lettera ai destinatari, lasciandola bene in mostra sulle loro scrivanie. Molti di questi ecclesiastici, passato il primo momento di sorpresa, hanno compreso che si trattava di una carezza di Dio e sono cambiati.
Dio si è sempre mostrato verso i due figliolini come un Papà vigile, premuroso ed affettuoso. È sempre stato loro vicino, li ha aiutati a superare i momenti difficili, ha concesso loro grazie e doni, ma soprattutto ha permesso loro di dialogare con Lui e di porgli delle domande alle quali ha quasi sempre risposto.
All’inizio di ottobre Dio Papà ha intrattenuto il Vescovo ordinato da Lui e la Vittima dell’eucaristia in un lungo colloquio, durato oltre 45 minuti. Non sappiamo cosa il Vescovo prima e la Veggente dopo hanno detto a Dio né cosa Lui ha risposto loro, sappiamo solo che si è rivolto a loro molto affettuosamente, usando espressioni tenere come "tesori di Dio".
La Madre della Chiesa ha fatto un'affermazione chiara e definitiva circa la salvezza di coloro che fanno parte di religioni diverse dalla cattolica. "Musulmani, ortodossi, evangelisti e membri di tutte le altre religioni saliranno con Marisella in Paradiso. Sono salvi per aver fatto un atto di carità, un gesto d'amore. Non è vero che coloro che non appartengono alla nostra religione non si salvano. Chi compie opere d'amore, di comprensione e solidarietà si salva".[6]
Durante la nottata tra il 18 e il 19 Settembre, mentre dormiva, Marisa, malata di diabete, è andata in ipoglicemia. Per evitare il peggio la Madonna ha svegliato, accarezzandolo dolcemente, Don Claudio che è accorso dalla sorella e, rendendosi conto della situazione, le ha dato un po' di pane e marmellata e un bicchiere d'acqua zuccherata.
La lettera di Dio, in cui la Madre dell’eucaristia sosteneva che il Papa doveva chiedere scusa ai musulmani, offesi dalla frase di Manuele II Paleologo, citata nella prolusione all’università di Rasenberg, ha destato molto rumore in Vaticano e diversi prelati sono insorti sostenendo che "la Madonna non può parlare male al Papa" e si sono scagliati contro il Vescovo e la Veggente con epiteti offensivi, minacciando ritorsioni.
La Madre dell’eucaristia, pazientemente, è intervenuta per difendere se stessa e i due figliolini: "Io, Madre dell’eucaristia, non ho mai parlato male del Papa, ho detto soltanto che doveva chiedere scusa ai non cristiani. La Veggente, che qualcuno vuole distruggere, non ha colpa di nulla, ripete solo ciò che le ho detto, in nome di Dio. Perché gli uomini della Chiesa comprendono male ciò che dico e colpiscono l’innocente? È possibile che i grandi uomini chiamati da Dio capiscano sempre ciò che vogliono, per ferire i miei due figliolini?".
Rivolta direttamente ai suddetti prelati ha concluso: "Sarebbe ora di chiedere perdono anche al Vescovo Claudio Gatti; l’avete fatto soffrire molto e continuate a farlo soffrire. Io, Madre dell’eucaristia, dico che queste cattiverie devono terminare".[7]
Poiché per regolare il rapporto con l’i.N.P.S, S.E. Mons. Claudio Gatti aveva bisogno di un documento del Vicariato che attestasse il suo status di ministro, ha ricevuto la seguente dichiarazione: "Il Cancelliere del Vicariato di Roma, visti gli atti d'ufficio, attesta che il Sig. Claudio Gatti, nato a Roma il 15 luglio 1938, già sacerdote del Clero Diocesano di Roma, ordinato il 9 marzo 1963, ha mantenuto lo "status" di ministro dall’ordinazione fino al 18 Ottobre 2002. In tale data è stato dimesso dallo stato clericale ex officio da Sua Santità Giovanni Paolo II, con dispensa da tutti gli obblighi connessi con i Sacri Ordini". Anche se il Vicariato ha di nuovo attestato il falso, perché non possiede nessun documento firmato da Giovanni Paolo II, al Vescovo si è riaperta una grande ferita. Della dimissione dallo stato clericale del nostro Vescovo abbiamo diffusamente parlato nella presentazione del volume "È arrivato l’ultimo colpo di satana" che raccoglie le lettere di Dio dell’anno sociale 2002-2003.
Vogliamo solo ricordare che coloro che hanno organizzato la congiura per far firmare a Giovanni Paolo II anziano e ammalato, il documento a sua insaputa, non possiedono il suddetto documento, perché il Signore l’ha sottratto dalle loro mani. Infatti non è mai stato mostrato né all’interessato che ha chiesto più volte di vederlo né ad altri. I vertici della Congregazione per la Dottrina della fede e del Vicariato di Roma mentono, quando affermano di essere in possesso di questo documento. Quando Dio interverrà per ristabilire la verità, consegnerà quel documento al Vescovo da Lui ordinato, per dimostrare che alcuni grandi uomini della Chiesa hanno ingannato Giovanni Paolo II e condannato illecitamente ed invalidamente S. E. Mons. Claudio Gatti. Anche chi ha poca dimestichezza con il C.I.C., sa che nessuna condanna, anche se giusta, è valida, finché il reo non ha preso visione e firmato il decreto di condanna.
Inoltre la dimissione dallo stato clericale può essere fatta solo se il chierico ha commesso uno dei delitti indicati nei cann. 1364, 1367, 1370§1, 1387, 1394§1, 1395. Mons. Claudio Gatti non è stato accusato di aver commesso nessuno dei delitti previsti dal C.I.C.
Infine la dimissione dallo stato clericale non può avvenire per decreto (can.1342§2), ma deve essere dichiarata solo per via giudiziale da un tribunale di tre o cinque giudici (can1425). Mons. Claudio Gatti non è stato condannato da nessun tribunale.
Il 24 ottobre abbiamo celebrato la festa della Madre dell’eucaristia, in tono minore, dato che Marisa era assalita da grandi sofferenze in ogni parte del corpo e Mons. Claudio era moralmente distrutto, perché alcuni sacerdoti e suore avevano messo in giro la voce che era stato scomunicato.
In occasione della sua festa, la Madre dell’eucaristia ci ha consegnato un’importante lettera di Dio, in cui era descritta la situazione della Chiesa e del nostro Vescovo: "Purtroppo la situazione della Chiesa è triste, gli uomini della Chiesa non si comportano bene. Quando faccio loro dei richiami materni, non si adirano contro di me, che sono la Madonna, la Madre dell’eucaristia, ma contro la Veggente ed il Vescovo. Se dico che un ecclesiastico ha sbagliato e cerco di correggerlo maternamente, come faccio con voi, non l’accettano e sono pronti a parlar male dei miei due figliolini. Questo è niente, però, in confronto a tutto quello che stanno combinando nella Chiesa. Non si capisce più nulla, la sua situazione peggiora sempre più e spesso qualcuno fa delle affermazioni che a Dio non piacciono. Gli uomini della Chiesa commettono sacrilegi con molta facilità, trionfano davanti alle telecamere e non lavorano per Dio, ma per se stessi.
Il vostro Vescovo non trionfa davanti alle telecamere, ma trionfa davanti a Dio. Egli è buono e bravo, si impegna in tutto e per tutto, cerca di far valere gli insegnamenti della Chiesa, i valori del S. Vangelo, ma non è capito. Quando ieri siamo stati lungo il fiume Giordano, Gesù ha parlato a lungo con il Vescovo. La situazione della Chiesa lascia molto a desiderare e fa soffrire molto il vostro Vescovo. Si trova in balia delle onde, guida una barca che è in pericolo e rischia di affondare, ma lui, con la sua grazia, con la sua forza, con il suo amore cerca di tenerla a galla. Lui è l’angelo della Terra che vi guida, è il santo che Dio ha voluto. Per la sua fedeltà a Dio, il Vescovo è la persona più bersagliata in tutta la Chiesa. Noi preghiamo insieme a voi, affinché arrivi presto il trionfo e finisca il grande dolore, la grande sofferenza del vostro Vescovo".[8]
Il 26 Ottobre, alle 23:30, Dio Papà si è manifestato improvvisamente ai "suoi cari figliolini" e si è intrattenuto con loro in un affettuoso colloquio. Innanzitutto ha dato un meraviglioso annuncio: "Io, Dio Onnipotente ho accolto in Paradiso 7.540.000 anime, perché voi, miei cari figliolini, avete sofferto. Queste anime sono salite ed altre saliranno dal Purgatorio per le vostre sofferenze ed Io, Dio, mi inchino e vi ringrazio. È difficile capire Dio, molto difficile. Io sono libero di fare e disfare e se lo faccio, ricordatevi che è sempre a fin di bene per voi. Io sono il padrone del Cielo e della Terra, posso dire una cosa e farne un'altra, ma voi non dovete preoccuparvi, abbiate sempre il coraggio di andare avanti, di amare e di avere la carità più profonda verso voi, verso tutti e verso il vostro Dio".
Dio che aveva rimandato di nuovo la dipartita di Marisa per il Paradiso perché aveva bisogno di lei e delle sue sofferenze per salvare altre anime, ha concesso ugualmente alla Veggente, insieme alla Madonna, a S. Giuseppe e a nonna Iolanda, di porsi alla testa del numeroso corteo per introdurlo in Paradiso. Immediatamente dopo i 4 condottieri, c'erano i papà del Vescovo e della Veggente e poi via via altri loro parenti, membri della comunità, ecclesiastici, fedeli, laici battezzati e non battezzati e appartenenti ad altre religioni. La precedenza nel corteo non dipendeva dall’importanza delle cariche ecclesiastiche o civili ricoperte, ma dal grado ed intensità dell’amore dimostrato in vita, verso Dio e il prossimo.
Domenica, 29 Ottobre, per dare la possibilità ai membri dei gruppi di preghiera fuori Roma di unirsi a noi, abbiamo celebrato per la seconda volta la festa della Madre dell’eucaristia che ha annunciato a tutti ciò che il Vescovo e la Veggente già conoscevano: "Martedì, festa della Madre dell’eucaristia, insieme a Marisella ho portato in Paradiso, dopo l’apparizione vostri parenti, amici e tante altre anime che Marisella non conosce, musulmane, ebree, protestanti e membri di altre religioni. Una grande nuvola di anime è salita con lei, con nonna Iolanda, con il mio amato sposo e con me. C'è stata una grande gioia in Paradiso e vorrei che la viveste anche voi sulla Terra".[9]
La grande gioia del Vescovo e della Veggente si è offuscata quando Mons. Claudio si è reso conto che il capello della Madonna, incastonato nel suo anello episcopale, era sparito. La Madonna ha fatto sapere ai due figliolini che il demonio, non potendo sfogare la sua rabbia contro di loro, ormai al riparo per intervento divino contro attacchi diabolici, aveva fatto sparire la preziosa reliquia.
Il mese di Ottobre si è chiuso con un'altra notizia non bella: sacerdoti, vescovi e cardinali, continuavano a riunirsi per parlar male del Vescovo ordinato da Dio, per isolarlo sempre più e impedirgli di avere contatti con gli altri confratelli. In una riunione ristretta e riservata ai membri del Sacro Collegio, un cardinale straniero con tono seccato ha chiesto: "È così importante questo Mons. Claudio Gatti, se in ogni riunione parlate sempre di lui"?. I capifila dell’opposizione al Vescovo Claudio Gatti che risiedono in Vaticano e in Vicariato hanno abbassato la testa, senza fiatare.
La Madre dell’eucaristia ci ha spesso invitati a pregare per le persone del terzo e quarto mondo, prive di alimenti, di medicine e di ogni tipo di assistenza. S.E. Mons. Claudio Gatti, durante la S. Messa celebrata il 1° Novembre, festa di Tutti i Santi, ha portato a conoscenza la comunità di alcune informazioni riguardanti lo stato di degrado in cui versano milioni di persone, citando uno dei rapporti della FAO. Oggi nel mondo ci sono 854 milioni di persone malnutrite, molte delle quali muoiono di fame. La mancanza di alimentazione e di acqua potabile causa l’insorgere e la rapida diffusione di una grande quantità di malattie. Una delle più tremende, che colpisce soprattutto i bambini, è la cecità. La malattia è prodotta da un microrganismo presente nelle acque malsane, non potabili, che i bambini bevono. Il microrganismo colpisce la cornea e progressivamente paralizza tutto il sistema oculare. Purtroppo la malattia contagiosa, viene anche diffusa dal bambino a tutti i membri della famiglia. Il bilancio delle conseguenze della malattia è gravissimo: ogni ora 600 bambini diventano ciechi. l’assurdo è che, se la malattia è al primo stadio, per guarire un bambino è sufficiente un tubetto di pomata, il cui costo è di 2,50 euro, e in alcuni casi può essere necessario un semplice intervento chirurgico del costo di soli 15 euro.
Facendo un confronto tra queste modeste cifre e quelle che ogni anno vengono spese per la costruzione di armamenti, il nostro Vescovo ha affermato: "Ogni volta che viene costruito qualsiasi tipo di armamento, esso uccide prima ancora di essere messo in funzione. Se la spesa occorrente per costruire ordigni di morte fosse devoluta all’assistenza di chi non ha cibo, né acqua potabile, né medicine, oggi non ci sarebbero 854 milioni di affamati e ogni ora 600 bambini non perderebbero la vista. Io non posso accusare solo i politici, ma anche gli uomini della Chiesa e lo faccio in nome di Dio e incoraggiato dalla Madre dell’eucaristia. Quanti soldi da loro amministrati, se venissero devoluti in opere di carità, potrebbero far tornare il sorriso sul volto dei bambini, la serenità nel cuore dei genitori e la speranza nell’anima di chi soffre di ogni privazione. Il "Guai a voi!" di Dio è tremendo. Non la ricchezza in quanto tale è malsana, ma l’uso negativo ed egoista della ricchezza diventa malsano".
In occasione del 50° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Giovanni Paolo II, i giornali hanno riportato la notizia che i cardinali, ovvero un numero di circa 130 persone, avevano donato al Papa una somma pari a 500.000 euro. In occasione della festa della Madre dell’eucaristia, celebrata lo scorso 24 Ottobre, la nostra comunità, ovvero un numero di persone poco superiore a quello dei cardinali, è riuscita a raccogliere una somma pari a 2550 euro, che è stata devoluta a favore dei bambini africani che muoiono di fame. Anche in questo caso il contrasto dei numeri è stridente ed ha portato il nostro Vescovo ad affermare: "La Chiesa non può andare avanti così. Giovanni Paolo I ha detto una frase emblematica: "Se Cristo tornasse oggi, riconoscerebbe la sua Chiesa"?. La Chiesa deve essere pronta a vendere le proprie ricchezze per dare il ricavato ai poveri, non solo con la semplice assistenza materiale, ma anche per costruire realtà sociali che possono dare posti di lavoro e assicurare sicurezza e tranquillità economica. Come è possibile che uomini di Chiesa vivano nel lusso, nell’abbondanza dei comfort, nelle sicurezze più sfacciate, nell’eleganza più scandalosa, e contemporaneamente ci siano creature che muoiono di fame? La Chiesa deve essere povera: più la Chiesa è povera, più è potente; più la Chiesa si attacca a Dio, più trova le strade per arrivare agli uomini. Oggi glorifichiamo i Santi, e primo tra tutti Dio, fonte della santità; proprio i Santi oggi ci invitano a rivolgere il nostro sguardo non verso l’alto, ma alla Terra, per vedere quanta carità bisogna fare e quanto amore dare ai bisognosi, ai poveri e ai sofferenti. Il mondo e la Chiesa non cambiano attraverso gli incontri degli uomini potenti o scrivendo tanti documenti, ma soltanto attraverso l’amore. Non bisogna "sembrare" buoni, come quei farisei che facevano l’elemosina gettando manciate di denaro per farsi vedere da tutti, colmi di superbia e ostentazione, ma "essere" buoni e la bontà si concretizza solo nell’amore e coll’amore".
Il primo sabato di Novembre la Madre dell’eucaristia ci ha incoraggiato a proseguire nell’aiutare le persone bisognose, soprattutto i bimbi, e ci ha ringraziato di quanto avevamo già fatto: "Io sono la Mamma di tutti e chiedo sempre di dare un aiuto particolare ai bimbi. Voi non conoscete la situazione come la conoscono i miei due figliolini. Continuano a morire tanti bambini e molti diventano ciechi o non hanno mai visto nulla. Vi ringrazio per le offerte volte a sostenere tante famiglie bisognose, siete stati molto generosi e dovete essere contenti di aver fatto un gesto di carità così grande. Dio vi benedica e vi dia quella pace e quella serenità che a volte, vengono a mancare".[10]
Il nostro Vescovo ci ha continuamente ripetuto che il vero cristiano non può limitarsi a pregare, ma deve compiere atti di carità verso i bisognosi e i sofferenti; solo così metterà in pratica l’insegnamento di Gesù: "Prima imparate ad amare e poi pregate".
Il 5 novembre la nostra comunità si è stretta intorno a due coppie della nostra comunità, in occasione del battesimo dei loro figliolini. Miriam ed Ismaele Maria sono stati battezzati dal nostro Vescovo. Marisa è stata scelta dai genitori come madrina dei due bimbi, nati per le sue sofferenze, come ha detto la Madonna. Al momento del conferimento del battesimo, avvenuto altre volte, la Madre dell’eucaristia ha steso il suo manto sui due nuovi piccoli cristiani in segno di protezione e ha detto: "Siate tutti padrini e madrine dei due bimbi, aiutateli a crescere con la preghiera, perché ognuno di loro ha bisogno di aiuto. Tutto il Paradiso prega per Miriam ed Ismaele Maria, con la speranza che crescano bene, come Dio vuole: buoni, santi e pieni di salute, per quanto è possibile".
I giorni hanno continuato a scorrere in mezzo a grandi tormenti e prove morali. Il Vescovo che vedeva Marisa sempre più provata e stanca, si è rivolto a Dio Papà con forti lamenti: "Mio Dio, prometti e rimandi le promesse, dici "presto, fra poco", interverrai e trascorrono le settimane, i mesi e gli anni e non avviene nulla. Siamo stati più volte condannati dall’autorità ecclesiastica e perseguitati dai tuoi ministri. Siamo soli, senza sostegni umani, tutti ci hanno abbandonato: parenti, amici, membri della comunità. Siamo sfiniti e provati, il nostro Getsemani e il nostro Calvario non finiscono mai". Il Padre Celeste ha risposto così: "Diletto figliolino, tesoro di Dio, Io sono sempre con voi, non vi ho mai abbandonato né lo farò mai. Abbi pazienza ancora e prega per avere la pazienza. Io ho bisogno di te e di tua sorella. Se la situazione non cambia, alla fine sarò costretto a prendere delle decisioni".
Si sono ancora ripetuti "i fenomeni particolari", così li chiama l’interessato: Marisa non vede più Don Claudio, ma al suo posto Gesù, con il quale parla e colloquia.
La Madre degli apostoli ci ha invitato a seguire l’esempio dell’apostolo delle genti: "Imitate Paolo che camminava, anzi correva, per aiutare le anime e poi si gettava in terra col capo chino a pregare".[11]
Il 13 novembre Dio Papà si è manifestato ai due figliolini, ai quali ha permesso di rivolgergli numerose domande. Come sempre è stato un colloquio tra Padre e figli, affettuoso e costruttivo; di più non sappiamo. La Madre dell’eucaristia che ci aveva già comunicato che Marisella vive la passione giorno e notte, ininterrottamente, ci ha ricordato: "Gesù ha chiamato la vostra sorella e l’ha resa come lui, sofferente, le ha dato le stimmate, le ha fatto versare il sangue per la salvezza delle anime. Oggi la vostra sorella continua a subire la passione di mio Figlio Gesù, senza versare sangue, ma patisce un gran dolore e prega sempre per tutti voi".[12]
Il 21 Novembre, festa della Presentazione di Maria al tempio, la Madonna ci ha ricordato alcuni episodi della sua vita: "Alla tenera età di otto anni, fui portata al tempio dai miei genitori Gioacchino ed Anna e lì insieme alla profetessa Anna e a Simeone pregai a lungo, affinché la pace regnasse nella nostra città. Dopo poco tempo la mia mamma e il mio papà morirono ed io rimasi sola. Non lo sapete, ma i miei parenti non mi accolsero ed io ne soffrii tanto. Ho sofferto molto, non tanto per la perdita dei miei genitori, quanto perché i parenti non mi hanno trattato bene. Anna mi disse di andare nel tempio e vivere con lei. Mi ha insegnato a lavorare i tessuti e a fare i ricami per Colui che un giorno doveva nascere".
Preceduta da una veglia di preghiera, abbiamo celebrato solennemente la festa di Cristo Re. Gesù, Re senza corona, come ama definirsi, ci ha parlato del nostro Vescovo e ha dato un meraviglioso annuncio: "Sono il vostro Gesù e dopo le sante parole che ha pronunciato il vostro Vescovo, Io, Dio, non saprei cosa aggiungere. Sapete che il vostro Vescovo parla in nome Mio e della mia e vostra Mamma: è pieno di amore, di spiritualità, di pazienza e di umiltà, virtù molto importanti. È stato chiamato da Dio, per questo ha sofferto molto. Oggi è un giorno importante. Come ben sapete, 18 milioni di anime salgono al Padre: è una grande gioia che devo ai miei due cari figliolini e a voi, piccolo cenacolo, perché avete pregato, sofferto, avete fatto penitenza, digiuno e le veglie notturne".
Il Fondatore e Capo della Chiesa ha parlato della Sua Chiesa: "Purtroppo la situazione è molto difficile. Oggi la Chiesa non va avanti, torna sempre più indietro, i suoi uomini, come ha sempre detto la Mamma, corrono al potere, al trono, alla poltrona, al denaro e verso qualche altra cosa che non mi sento di nominare".[13]
Da tempo il Papa aveva in agenda di compiere un viaggio in Turchia per incontrare il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I e le autorità civili e per visitare inoltre alcuni luoghi cari alla pietà cristiana. Ma dopo il discusso discorso del Papa all’università di Rasenberg, questo viaggio appariva molto difficile e carico di preoccupazioni, a causa delle minacce di morte, formulate da estremisti islamici contro Benedetto XVI.
I governanti islamici hanno cercato di disinnescare l’esplosiva miccia con i soliti mezzi umani, che però non potevano garantire nel modo più assoluto la sicurezza. Allora è intervenuto Dio ed ha inviato in Turchia 12 persone, 11 del Cielo e 1 della Terra. Le persone del Cielo erano: la Madre dell’eucaristia, S. Giuseppe, nonna Iolanda, Speranza, nonna di Marisa, Tina e Valeria, amiche di Marisa, Anna, zia di Marisa, Mons. Oscar Romero, trucidato dagli squadroni della morte, Don Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia, Don Giovanni Agrestini, morto di tumore dopo pochi anni di sacerdozio, amico e confratello del nostro Vescovo, Don Enrico, parroco de La Valle (Val Badia) morto in odore di santità, amico del Vescovo e della Veggente; l’unica persona della Terra era Marisa, andata in Turchia in bilocazione.
I 12 erano già in Turchia, prima che Benedetto XVI vi giungesse alle 12 del 28 novembre, per prevenire qualsiasi pericolo che potesse coinvolgere non solo il Papa, ma anche i membri del seguito, gli ospiti e soprattutto la maggioranza di giovani che avevano il compito di difenderlo.
Gli uomini si sono attribuiti i meriti se la visita pontificia non ha incontrato una forte opposizione, come era stato annunciato, né subito attentati, ma noi sappiamo ed ora lo diciamo pubblicamente di chi è il merito. Quando l’aereo pontificio ha spiccato il volo per Roma, i dodici sono andati a Nazareth, a Betlemme e a Gerusalemme (Cenacolo, Orto degli Ulivi e Calvario) a pregare per la pace nel mondo. Poi si sono spostati in Brasile, per portare aiuto e conforto a quell’immenso paese.
Il mese di novembre è terminato con una calda raccomandazione della Mamma Celeste: "Vi esorto a pregare per i miei due cari figliolini, aiutateli con la preghiera. Vi dico chiaramente: il Vescovo è stanco, è molto stanco".[14]
Per l’intero mese di dicembre è stata presente nel cuore del Vescovo e della Veggente una grande paura. Dio aveva fatto balenare ai due figliolini un ordine che, se eseguito, avrebbe messo Mons. Claudio e Marisa in una situazione di grave scontro, dalle conseguenze assai pesanti, con l’autorità ecclesiastica.
Non possiamo specificare quale fosse l’ordine divino, ma affermare che è collegato al terzo segreto di Fatima. Il Vescovo e la Veggente hanno numerose volte supplicato Dio Papà, perché lo rimandasse in un momento più favorevole; dei due, Marisa mostrava più terrore di eseguire l’ordine di Dio. Comunque è sufficiente leggere con attenzione le lettere di Dio di dicembre, per individuare l’ordine divino, dagli indizi che aiutano a scoprirlo.
Il primo dicembre i 12 mandati da Dio in Turchia a proteggere le persone da eventuali attentati hanno continuato la loro missione in India, dove ognuno ha svolto il compito che gli era stato affidato: intrattenere i bimbi, consolare le mamme, soccorrere i sofferenti, assistere gli ammalati, sfamare gli affamati e dare coraggio ai vescovi e ai sacerdoti.
Il 2 dicembre ricorreva il terzo anniversario del transito dalla Terra al Cielo di nonna Iolanda, come ci ha ricordato la Madonna: "Oggi in Paradiso c'è una grande festa, perché da tre anni è con Noi nonna Iolanda. Dio le ha dato doni particolari per aiutare coloro che sono sulla Terra e la invocano".
Poi è tornata a parlare del segreto di Fatima: "Vi ricordate quando vi parlai del segreto di Fatima e dissi che ci sarebbero stati sacerdoti contro sacerdoti, vescovi contro vescovi e cardinali contro cardinali? Cosa è successo? Che da un Papa all’altro si sono passati questo segreto senza renderlo pubblico, senza mai rivelarlo. Quando si sono decisi a parlarne, non hanno rivelato l’intero segreto che ho affidato ai tre pastorelli e tu, Marisella, lo sai, perché lo conosci bene".
Il 3 dicembre la Madre dell’eucaristia ha fatto un'affermazione che scatenerà certamente inutili polemiche e una serie di reazioni negative: "Io non parlo in nessuna altra parte del mondo, quindi pubblicate bene e subito i messaggi su Internet. Alcuni li leggeranno e li metteranno in pratica, come fate voi, altri non mi daranno ascolto".
Il 5 dicembre Dio ha intrattenuto i due figliolini in un lungo colloquio, durante il quale ha raccolto il loro sfogo e ha ascoltato le loro richieste. Dio ha manifestato di nuovo il suo volere di salvare molte altre anime e ha ricordato a Marisella che non doveva più soffrire per i sacerdoti, perché per lei questo problema è chiuso. Dio ha sollecitato le sue sofferenze "per gli uomini che non conoscono mio Figlio Gesù".
l’otto dicembre, festa dell’immacolata Concezione, abbiamo celebrato due grandi eventi. Abbiamo chiuso l’anno dell’amore e iniziato l’anno dell’umiltà.
l’umiltà, come numerose volte ha affermato la Madre dell’eucaristia nei suoi messaggi, è verità, vuol dire riconoscere che le doti e le capacità che ognuno di noi possiede sono doni della bontà di Dio, che ce li ha donati in favore dei nostri fratelli.
l’umiltà è affermazione del nostro essere figli di Dio: Egli, Padre buono e premuroso, ha elargito ad ognuno di noi dei doni che, con responsabilità e spirito di servizio, dobbiamo far fruttificare, non per nostra vana gloria, ma per il bene del prossimo. Vantarsi di avere una particolare attitudine, una speciale dote e abilità e non attribuirle a Dio, o negare di possederle, significa peccare contro la verità.
Nel solco dell’umiltà possiamo senza alcun dubbio collocare Maria, la Madre di Dio, che pur innalzata ad altezze vertiginose, che la rendono la creatura umanamente e spiritualmente più elevata, nel Magnificat recita: " ha rivolto il suo sguardo verso l’umiltà della sua serva, grandi cose ha fatto in me l’onnipotente ", evidenziando così che la sua privilegiata condizione è frutto solo dell’intervento di Dio.
Il nostro Vescovo ama ricordare spesso la figura di San Giuseppe quale esempio di umiltà e amore vissuto nel silenzio. Egli ha dominato l’orgoglio e ha vinto il proprio io, riservando il primo posto a Dio e subito dopo al prossimo, mentre per sé ha voluto sempre l’ultimo posto. San Giuseppe ha raggiunto le vette più alte dell’umiltà perché con amore e sollecitudine, anche a costo di privazioni, incomprensioni e sofferenza, ha protetto il piccolo Gesù.
Nel Vangelo Gesù dice: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,1-5). l’umiltà diventa stile di vita cristiano quando doniamo in silenzio noi stessi e le nostre capacità per il bene del prossimo, solo allora dimostreremo di aver dato in modo disinteressato, di aver amato senza la pretesa di avere nulla in cambio.
Ecco il motivo per il quale l’anno dell’umiltà segue e si va ad aggiungere all’anno dell’amore appena concluso: l’amore e l’umiltà si integrano perfettamente e solo insieme si completano, affinché possiamo assomigliare al Cristo che abbraccia i deboli e gli ultimi e dice: "Venite a Me, voi tutti che siete stanchi ed affaticati, io vi darò riposo". (Mt. 11,28)
Se la nostra vita è unita a Dio e se la nostra meta è il godimento eterno della Sua visione beatifica, la nostra sola preoccupazione deve essere il giudizio di Dio. Ma se l’unica gratificazione che aneliamo è il riconoscimento e la gloria da parte degli uomini, allora per noi varranno le parole del Vangelo: "i primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi" e ciò che Maria ha pronunciato nel Magnificat: "ha rovesciato i potenti dai troni ed innalzato gli umili".
Un altro esempio di umiltà, donatoci per questo anno dal nostro Vescovo, è Giovanni Paolo I, un Papa che, se pur per pochi giorni, ha lasciato un’impronta indelebile nel nostro tempo, indicando con la propria vita il modo in cui vivere la grande missione del papato nella semplicità ed umiltà: attenzione ai piccoli e agli ultimi, servire piuttosto che essere serviti, non bramare i primi posti. Egli amava dire: "Le nuvole alte non danno pioggia", se l’uomo si innalza tanto e perde i contatti con i suoi fratelli non serve a nulla, diventa inutile e sterile.
Nel Vangelo è scritto: "In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre" (Gv 14,12). Come è possibile tutto questo? Se viviamo in grazia ed uniti a Dio nei sacramenti, se le "opere grandi" a cui aspiriamo sono quelle della carità e dell’amore vicendevole, tutto è possibile, e quando avremo fatto del nostro meglio dovremo dire con grande umiltà: "Siamo servi inutili", riconoscendo la nostra inadeguatezza paragonata all’infinita magnificenza di Dio e dei doni del Suo amore.
Gli esempi di umiltà che abbiamo citato sono grandi, ma non possiamo tacere i due esempi più cari e vicini alla nostra comunità: il Vescovo ordinato da Dio, Monsignor Claudio Gatti e la nostra sorella Marisa. La loro vita è un inno all’amore e all’umiltà: non hanno chiesto onori, glorificazioni e cariche, ma hanno detto solo un unico, incondizionato e tormentato "sì" alla missione di Dio in favore della Chiesa e dell’umanità.
Pregano, soffrono e offrono nel silenzio della loro casa da oltre 35 anni, chiedendo solamente l’aiuto di Dio per riuscire a continuare questa durissima missione. Il Vescovo non ha mai chiesto l’episcopato, anzi, quando l’ha ricevuto, ha tremato e pianto, ma ha obbedito alla volontà di Dio e per questo è ingiustamente condannato, offeso e deriso. Marisa, nella sua stanza di dolore, continua ad offrire notti e giorni di dolore nel silenzio, a volte non rivelando neanche al Vescovo i propri mali per evitargli preoccupazioni e sofferenze.
Se riuscissimo solo per un momento a sentire in noi la semplicità, la grandezza e il patire di queste due anime, potremmo comprendere fino in fondo che l’amore e l’umiltà sono virtù raggiungibili solo se siamo intimamente uniti a Cristo Eucaristia e a Cristo Parola, che ci alimentano e ci illuminano nella via che porta al Paradiso.
Sempre l’otto Dicembre 2006, in occasione della festa dell’immacolata Concezione, il Vescovo ordinato da Dio, S.E. Monsignor Claudio Gatti, con le parole "Dio, con il tuo permesso, con i poteri che Tu hai concesso nell’ordinazione episcopale alla mia umile e modesta persona, io, in questo momento, consacro a Maria, Madre dell’eucaristia, tutta la Chiesa", ha deposto la Chiesa nelle mani pure ed immacolate della Madre dell’eucaristia, nella amara e triste constatazione che tutte le fragilità, debolezze e miserie dell’uomo hanno offuscato e sporcato il volto umano della Chiesa.
La Chiesa è di Cristo ed in Cristo per i meriti acquisiti con la Sua passione e morte, e Dio, nella Sua immensa bontà, ha chiamato l’uomo a collaborare con Lui, con differenti responsabilità e con diversi doni e carismi, affinché tutte le anime ritrovino la via che porta al Paradiso.
Come hanno risposto gli uomini a questo grande atto d'amore, di rispetto e di fiducia? Hanno voltato le spalle a Dio e peggio, coloro che Cristo ha chiamato a guidare il gregge, hanno usato i poteri che Egli ha donato loro per i propri bassi e miseri fini umani, tradendo la missione di pastori al servizio di Dio per il bene delle anime.
Dio ha chiamato l’uomo ad altezze vertiginose, ha dato la grazia e i sacramenti, doni e strumenti meravigliosi ed imprescindibili per raggiungerle, ma nonostante questo l’umanità ha scelto il demonio e la sua strada di rovina e distruzione.
Come sul Golgota Cristo morente sulla croce ha affidato l’uomo a Sua Madre, umilmente il Vescovo ordinato da Dio ha consegnato il volto umano della Chiesa alla Madre dell’eucaristia, sicuro che, come le preghiere e la mediazione di Maria hanno accelerato la discesa dello Spirito Santo, così oggi l’intervento della Madre di Dio solleciterà, con rinnovata forza, l’uomo e i suoi pastori alla conversione e farà tornare a brillare la Chiesa della luce di Dio.
Nell’affidare la Chiesa a Colei che ha liberamente accettato la maternità universale ed è angosciata per un mondo che geme ed è smarrito, riconosciamo nel Vescovo tutta la sofferenza e la sollecitudine del pastore che ama profondamente l’uomo e la Chiesa, desidera che Gesù Eucaristia torni ad essere al centro della vita di ogni essere umano e crede ardentemente nella via della libertà in Cristo a dispetto di quella della schiavitù nel peccato. Accompagniamo questo umile e grande dono del nostro Vescovo con la preghiera, nella certezza che ciò sia gradito a Dio e confidando nell’amore materno di Colei, che pura e senza macchia, Dio ha scelto e voluto come corredentrice del genere umano.
La Madonna ha parlato dell’iniziativa del Vescovo: "La consacrazione della Chiesa a me, Madre dell’eucaristia, che ha fatto il vostro Vescovo, è grande agli occhi di Dio, che è felicissimo per questo atto. Nessun vescovo e nessun Papa ha mai pronunciato parole meravigliose come il vostro Vescovo. Vi invito a pregare per questa consacrazione della Chiesa a me, Madre dell’eucaristia". Poi ha dato il grande annuncio: "Oggi sono salite 25 milioni di anime in Paradiso, che è in festa per loro".
I grandi uomini della Chiesa hanno continuato a perseguitare i due profeti di Dio, ma hanno cambiato stile; non più aperto e sfrontato, portato avanti pubblicamente dai loro collaboratori, ma subdolo e nascosto.
A loro sono rivolte le severe parole di Dio: "Coloro che hanno parlato male del mio Vescovo e della mia figliola andranno all’inferno. Non mi vedranno mai e soffriranno maggiormente per averli calunniati".
La Madre dell’eucaristia, nella sue catechesi, ci ha detto che uno dei criteri per comprendere se i messaggi hanno origine soprannaturale è che devono parlare dell’eucaristia e della Chiesa: la sua situazione e i suoi ministri. Per questo motivo ultimamente abbiamo riportato i brani delle lettere di Dio che si riferiscono agli uomini di Dio: "Non ripeterò quanto ha detto Dio dei pastori della Chiesa, non ripeterò la frase, perché vi distruggerebbe. Costoro non fanno nulla di buono e la Chiesa va sempre peggio. Bisogna rinnovare la Chiesa e dare le ricchezze ai poveri, specialmente a quelli del Terzo e Quarto mondo".[15]
Il Natale ormai era alle porte, e S.E. Mons. Claudio Gatti, Vescovo ordinato da Dio, Vescovo dell’eucaristia e dell’amore, come lo chiama la Madonna, ha avvertito i membri della comunità che avrebbe rifiutato i regali che era solito ricevere per le feste natalizie per devolvere il denaro occorrente per l’acquisto, a beneficio dei poveri di alcune nazioni dell’africa, particolarmente colpite dalla guerra, dalla carestia, dalla siccità e dalla mancanza di medicinali. Anche di questa decisione ha parlato la Madonna: "Il gesto del vostro Vescovo che ha rinunciato ai regali, piccoli in confronto dei tesori della Chiesa, per dare l’equivalente in denaro ai poveri, è grande per Dio. Se tutti i sacerdoti, specialmente coloro che hanno grandi parrocchie, i vescovi, i cardinali e lo stesso Santo Padre, decidessero di fare qualche opera buona per i poveri, la situazione nel mondo sarebbe diversa e tutti sarebbero più sereni".[16]
Il 19 dicembre è morto S.E. Mons. Daniele Ferrari, Vescovo emerito di Chiavari, direttore spirituale di Don Claudio, durante gli anni di formazione in Seminario e durante i primi anni di sacerdozio. Anche quando Mons. Ferrari era stato nominato vescovo e mandato nella ridente città ligure, il rapporto tra i due non si era interrotto, perché periodicamente Don Claudio lo raggiungeva per confidargli la sua situazione e ricevere consigli.
Mons. Ferrari aveva creduto immediatamente e fin dall’inizio all’autenticità e all’origine soprannaturale delle apparizioni della Madre dell’eucaristia e dei miracoli eucaristici, aveva sempre letto con attenzione e rispetto le lettere di Dio e difeso Don Claudio dalle critiche del successore e di alcuni sacerdoti della diocesi venuti a conoscenza dei fatti soprannaturali, si era fatto garante presso alcuni benefattori per ottenere aiuti economici.
Si era un po' raffreddato e in parte distaccato quando Don Claudio era diventato S.E. Mons. Claudio Gatti, per intervento di Dio. A parere suo, pur credendo all’ordinazione, non bisognava parlarne per non creare polemiche, ostilità e divisioni, come effettivamente è avvenuto. La sua indole mite e schiva l’aveva spinto a prendere questa decisione. Ha continuato a rispettare, pregare e amare Don Claudio, il quale ha saputo dalla Madre dell’eucaristia che ora gode la felicità eterna del Paradiso e supplica Dio perché acceleri il trionfo del figlio Vescovo Claudio Gatti.
Come le vere mamme incoraggiano i figli, così la nostra Mamma ci ha rivolto parole d’incoraggiamento: "Voi, piccolissimo gregge, siete molto bravi. Dovete gioire perché siete attaccati a Dio, all’eucaristia, alla Madre dell’eucaristia e avete ancora con voi il vostro Vescovo. Chi è fuggito da questo luogo, un giorno tornerà, ma non gli sarà facile rientrare, sarà distrutto dalla vergogna, dalla gelosia e dall’invidia".[17]
Gli adulti e i giovani della comunità, seguiti e confortati dal nostro Vescovo che ha dato loro spiegazioni, consigli, suggerimenti ed indicazioni, hanno scritto una lettera ai cardinali di tutto il mondo non ancora settantacinquenni, per riferire che la terza parte del segreto di Fatima non era stata integralmente diffusa e fatta conoscere, come ha ripetuto più volte la Madonna.
Inoltre hanno riportato l’interpretazione della parte rivelata, come il Vescovo e la Veggente l’hanno ricevuta da Dio e dalla Madonna. (Allegato n.1)
Durante l’apparizione del 21 dicembre, Marisa si è rivolta così alla Madre dell’eucaristia: "Desidero sottoporre alla tua approvazione questa lettera, che tu hai già visto e che abbiamo messo sotto la tua immagine. Andremo incontro ad altre batoste"?. La risposta della Madonna: "Sì, ma dovrà scoppiare qualcosa prima o dopo, deve scoppiare. Gli uomini della Chiesa, grandi e piccoli, devono ammettere gli errori fatti, riconoscere le falsità e le bugie che hanno detto, e capire che non si vive solo di denaro, di potere, ma si vive soprattutto d'amore".
Alleghiamo alla fine di questo scritto i brani delle lettere di Dio che parlano del segreto di Fatima. (Allegato n.2)
Il 23 Dicembre Marisa, pur stando nella sua camera, per intervento divino si è trovata in bilocazione, ma invisibile, davanti all’ingresso del luogo taumaturgico. Ha visto scendere da una macchina, parcheggiata poco lontano dall’abitazione, un uomo che poi si è rivelato essere un killer. Infatti, guardandosi intorno, si è avvicinato al cancello piccolo della villetta, ha estratto dalla custodia una pistola, dotata di silenziatore, ha letto i nomi scritti sulle targhette del citofono e stava per suonarlo, quando ha emesso un grido, è risalito in macchina ed è fuggito via. Anche questo ennesimo tentativo di uccidere i profeti di Dio è fallito, perché Dio, non sappiamo come, è intervenuto.
Il Vescovo e la Veggente, sanno per rivelazione soprannaturale, chi sono e dove risiedono gli sventurati che continuano inutilmente ad assoldare killer per ucciderli. Sono talmente accecati dallo spirito di vendetta e distrutti dall’odio nei riguardi di Mons. Claudio e Marisa che non riescono a concepire dopo tanti tentativi falliti per ucciderli, che godono di una speciale protezione di Dio. Cattiveria e stupidità spesso vanno a braccetto e noi lo abbiamo sperimentato frequentemente.
Il 24 Dicembre, vigilia di Natale, Marisa ha comunicato, per ordine di Dio, al Vescovo, suo padre spirituale, il testo integrale del terzo segreto di Fatima. Prima di essere informato del segreto, Mons. Claudio Gatti ha voluto raccogliersi in preghiera con la sorella, poi, mentre l’ascoltava, la sofferenza tormentava la sua anima e lacrime rigavano il suo volto. Del segreto il Vescovo non ha detto neanche una parola, ha solo comunicato alla comunità di averlo appreso ed ha chiesto preghiere per chi lo dovrà far conoscere alla Chiesa intera.
La notte di Natale 50 milioni di anime sono entrate in Paradiso, come le precedenti accompagnate dalla Madonna, da S. Giuseppe, da nonna Iolanda e da Marisa che ha esclamato: "Siamo arrivati a 100 milioni! Oh, mamma mia, quante sono! Sembra che il Paradiso si allarghi per far entrare altri 50 milioni di anime salite dal Purgatorio".
Poco prima della mezzanotte, la Madre dell’eucaristia ha consegnato Gesù Bambino alla Veggente che l’ha stretto al cuore con amore e sofferenza, pensando che quelle tenere carni un giorno avrebbero patito la sanguinosa passione.
A Natale il Vescovo e la Veggente, insieme alla coppia di Nazareth, sono andati in bilocazione "in Burundi e in tante altre nazioni dell’africa", come ha detto la Madonna, per celebrare il Natale insieme a quelle povere popolazioni.
Il 26 dicembre Mons. Claudio, mentre si intratteneva insieme alla sorella in preghiera davanti al presepe, ha avuto un’improvvisa illuminazione interiore. Ha compreso una visione che Marisa aveva avuto alcuni anni prima, durante una loro permanenza a Fiuggi e che riguardava il successore di Giovanni Paolo II. Allora i due profeti di Dio non avevano compreso il significato delle immagini della visione, diventato chiaro e preciso solo nel giorno della festa di Santo Stefano. Il Vescovo si riserva di parlare di questa visione al momento opportuno.
La Madre dell’eucaristia che appare alla Veggente anche più volte nella stessa giornata, ha fatto sapere, in un colloquio riservato ai due figliolini, che la pedofilia da parte dei sacerdoti si era diffusa molto in alcune nazioni dell’europa e dell’america, delle quali ha fatto il nome. Ha anche comunicato che i sacerdoti buoni ed onesti erano molto più numerosi di quelli immorali e disonesti, ma spesso erano bloccati dalla paura nei riguardi dei superiori che impedivano loro di prendere pubblicamente posizione a favore delle apparizioni della Madre dell’eucaristia, dei miracoli eucaristici avvenuti a via delle Benedettine, del Vescovo dell’eucaristia e della vittima dell’eucaristia.
Infine ha aggiunto che il Vescovo ordinato da Dio poteva già contare su 25 ecclesiastici, vescovi e cardinali, che l’affiancherrano, quando Dio vorrà; ad essi, per le sofferenze di Marisa si aggiungeranno man mano altri ministri di Dio.
La Mamma Celeste ha parlato di una grave situazione che si riflette molto negativamente sui membri più giovani delle famiglie: "In molte famiglie i genitori sono separati e i figli corrono da un genitore all’altro. I bambini ne soffrono, soprattutto i più grandi. I figli che studiano risentono molto della separazione dei genitori; vi invito a pregare per essi".[18]
Rivolta a noi del Cenacolo ha aggiunto: "Tutti dovreste dire: rivolgiamo lo sguardo a Dio Onnipotente che ci ama. Tutti voi aspettate la sua parola, per vedere cambiare finalmente le cose". Giorni addietro Dio dall’alto dei Cieli ha detto: "Molti, molti debbono ancora convertirsi. Io non mi accontento di queste conversioni, sono poche". Il primo dell’anno, figlioli cari, Marisella partirà con 100 milioni di anime dal Purgatorio e le porterà davanti a Dio Padre. Ma lei, come sempre, tornerà giù fra voi, perché il suo tempo non è arrivato. Sembrava che fosse giunto, che fosse tutto pronto, ma Dio ha detto: "Mi serve Marisella" ed eccola qui ancora in mezzo a voi. Il primo gennaio salirà con me, con il mio amato sposo Giuseppe e con nonna Iolanda e resterà due giornate con Noi, ma poi ritornerà sulla Terra".[19]
Come avveniva ormai da alcuni anni, i giovani hanno voluto festeggiare il Capodanno insieme ai loro genitori spirituali. Prima di mettersi a tavola per gustare il cenone, hanno fatto una piccola veglia di preghiera per ringraziare Dio di tutto ciò che aveva loro donato e per chiedergli perdono se l’avevano anche minimamente offeso. Poco prima della mezzanotte i giovani si sono riuniti in preghiera, guidata dal Vescovo. A mezzanotte in punto, mentre fuori scoppiavano i petardi e si brindava al nuovo anno, si è manifestato Dio Papà che ha rivolto ai presenti un lungo messaggio, dopo il quale è avvenuto un importante dialogo tra la Madonna e i due figliolini. A motivo dell’eccezionalità e grandezza dell’evento soprannaturale, abbiamo pensato di riportare per intero la lettera di Dio, data a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno. È lunga, ma invitiamo tutti a leggerla con rispetto e attenzione, perché aiuta a comprendere la situazione del Vescovo e della Veggente in quel momento:
Dio Padre - Marisella, sono venuto alla fine del vecchio e all’inizio del nuovo anno per complimentarmi con voi ed anche per farvi una tiratina di orecchie. Sono il vostro Dio e vi amo di un amore immenso, grande, ma qualcuno di voi mi fa soffrire. Eccellenza, stai pure seduto. Io, Dio, sono voluto venire per dirvi ancora una volta: coraggio, avanti, voglio la conversione dei miei figli, e la voglio perché li ho creati a mia immagine e somiglianza. Voglio che siano santi, certo, non tutti arriveranno alla santità perfetta, ma voglio ancora conversioni, conversioni, conversioni. Mi affido a voi e chiedo la vostra collaborazione e preghiera.
Alla vostra sorella ho detto: "Devi pregare, soffrire ed offrire", a voi chiedo soltanto la preghiera. Nell’anno che è terminato da poco, ho dato qualcosa a tutti, a chi in un modo a chi in un altro. Tutti avete ricevuto delle grazie da Dio, solo chi non le voleva, non le ha ricevute. Dio non ha mai abbandonato nessuno, dal vostro Vescovo al più piccolo di voi. Dio vi ha amato e vi amerà sempre, anche se avete fatto non dico la parola, diciamo lamentele. "Perché Dio? Perché Dio? Perché Dio?". Quante volte avete ripetuto questa frase voi presenti, coloro che sono assenti e gli adulti! Io sono Dio e dovete fare quello che Io dico, accettare quello che Io voglio. Adesso voglio ancora conversioni, conversioni, conversioni.
Pregate per la Chiesa, pregate, affinché sia ripulita e rinnovata. La mattina vi alzate, vi preparate in fretta e andate di corsa a lavorare. Perché al lavoro siete puntuali e con Me non lo siete? Perché non elevate uno sguardo a Dio e dite: "Ciao, Dio, vado a lavorare. Ciao, Dio, ti amo". A voi non chiedo tanto, ai miei due figli ho chiesto moltissimo, lo so, e chiederò ancora, specialmente a Marisella. Non vi domandate continuamente perché, perché. È iniziato l’anno nuovo, 2007, e nel vostro cuore pensate: "Dal 1999 Dio ci ha fatto tante promesse e non le ha mantenute". Se Dio ha agito in questo modo aveva i suoi motivi, e voi chi siete per chiedere a Dio: "Perché, perché? Non siamo anche noi tuoi figli? Un Padre non tratterebbe così male i suoi figli". Queste lamentele non mi piacciono, anche se avete in parte ragione. Io non voglio mandare all’inferno altre persone, specialmente i miei figli prediletti, voglio altre conversioni, conversioni e conversioni e poi tutto sarà bello e felice per voi. Voi pensate che siano tante le persone che si sono salvate? Oh no, in proporzione a tutti gli uomini vissuti dall’inizio del mondo sono poche. Voi avete sentito che 50 milioni prima e 100 milioni di anime dopo sono salite in Paradiso, ma cosa sono di fronte a tutte le anime che sono ancora in Purgatorio e sono tante? E le anime che sono all’inferno? Quelle, purtroppo, non si salvano. Voi pensate che Io non soffra di questo? Mi fa male vedere che i miei figli sono immorali, disonesti, pedofili, alcolizzati e drogati, ma mi fa anche male quando dite: "Perché, Dio? Perché, Dio? Perché, Dio?". Dio è buono, Dio vi ama. Sono voluto venire Io e ho accanto a Me la Madre dell’eucaristia, San Giuseppe, nonna Iolanda, i papi, tutti gli altri Santi e gli angeli, perché Io sono Dio, Io sono grande, Io sono Colui che ha creato il mondo. Cosa è stato fatto di tutto ciò che Dio ha creato? Incrociate le mani sul vostro cuore e dite: "Dio, hai ragione, aiutaci, ci devi dare tanta forza e conforto per andare avanti", questo dovete dire. Da voi mi aspetto molto. Siete anime rette, chiamate da Me. Perché non mi ascoltate? Questo è il mio augurio a tutti: l’anno nuovo sia pieno di speranza, di amore, di fiducia, ma soprattutto di umiltà. Siate umili, siate sinceri e amate, come Io, Dio, vi amo, e allora vi accorgerete come tutto sarà più bello. Questo sarà un anno duro? Non lo so, non ve lo dico. Sarà un anno bello? Non lo so, non ve lo dico.
Marisa - Tu sai tutto, Tu sei Dio.
Dio Padre - Bene, Marisella, è meglio che taci.
Marisa - Sembri un po' severo.
Dio Padre - No, non sono severo, sono un Padre, vi amo e vi voglio tutti santi. Per questo vi ripeto: "Convertitevi, convertitevi, convertitevi" e lo dico anche a tutti gli uomini del mondo: "Convertitevi".
Marisa - È andata via la stella, è andato via Dio.
Madonna - Sì, Marisella. Sono la Mamma, la Madre dell’eucaristia. Ciò che Dio ha detto è giusto. Quando chiedevate a me: "Perché, Dio?", io non potevo rispondere. Ricordatevi: Dio vi ama e vi vuole bene. Di' anche tu, nonna Iolanda, parla, nonna Iolanda, coraggio.
Nonna Iolanda - Sì, Dio vi ama e vi vuole bene.
Marisa - Posso parlare? Noi non abbiamo mai detto che Dio non ci ama. Forse nei momenti di grande dolore ci siamo lamentati, però mettetevi al nostro posto. Stiamo su questa Terra così corrotta e continuare a vivere in questo modo non è facile per noi. Vero, Madonnina?
Madonna - Sì, io vi capisco, ti capisco, Marisella, ma tu sai qual è la tua strada.
Marisa - E allora nella mia strada non mettere il Vescovo, lascialo libero di volare. Oh, lui nel cuore ha tante belle parole, ha una valanga di parole, tu stessa hai detto che di ogni parola del Vangelo fa un poema. Sono bellissime anche le preghiere che dice. Ha il cuore pieno d'amore per Dio, per la Madre dell’eucaristia, per San Giuseppe e anche per nonna Iolanda.
Madonna - Noi siamo qui per fare gli auguri a tutti. Buon anno a tutti, anche a coloro che non sono presenti, soprattutto ai bambini, perché crescano bene, non contaminati da questo mondo così traviato, così corrotto. Eccellenza, ti faccio una domanda, non so se mi risponderai: "Hai qualcosa da dirmi?".
Vescovo - Io ho esposto tutto quello che ho nel cuore nella preghiera di oggi e in quella di ieri.
Madonna - Ho sentito quello che hai detto.
Vescovo - Ho detto che, nonostante tutto, mi inchino alla divina volontà e mando un bacio a Dio - Papà. Certo non ho più, e lo sento, la forza necessaria per andare avanti. Chiedo solo questo: di avere la forza fisica e spirituale per portare avanti la missione, che, mi sembra, di mese in mese e di anno in anno diventa sempre più dura e difficile. Dio ci ha detto di abbandonarci completamente a Lui e lo faremo, anche se con sforzo, ma credo che sia umano desiderare di vedere fiorire qualcosa dalla sofferenza che quotidianamente abbiamo vissuta e viviamo. Non vediamo niente, siamo sempre meno numerosi, nessun sacerdote mi affianca. Siamo continuamente perseguitati e condannati. Credo che sia legittimo desiderare che la verità trionfi. Abbiamo preso tante botte ed avere qualche consolazione e qualche gioia ci può dare uno slancio maggiore per continuare. Hai detto che il viaggio al Calvario è sempre lungo, ma quello che stiamo percorrendo io e Marisa è lunghissimo. Pur abbandonandoci a Dio, desideriamo vedere crescere intorno a noi qualcosa. Tu lo sai, cosa è cresciuto intorno a noi? Ora ti faccio io una domanda. Ci avete detto che tanti bambini sono nati, delle coppie sono arrivate felicemente al matrimonio, sono state ottenute guarigioni fisiche e soprattutto molte conversioni per le nostre sofferenze, ma io, come Vescovo, cosa posso dire di aver fatto dopo tanti anni di fatiche, di sofferenze, di umiliazioni e di condanne? Ecco, è questa la domanda che ti rivolgo.
Madonna - Non posso risponderti, come ti ha risposto Dio. Dio vuole ancora conversioni e quando parlava di conversioni, intendeva anche di sacerdoti. Vuole che i sacerdoti si convertano perché sono suoi figli prediletti e l’hanno abbandonato. Molti pensano solo ai soldi, alla carriera e al sesso. Chi ti mettiamo accanto? Ci sono alcuni che potrebbero affiancarti, ma non accetterebbero, perché tu sei Mons. Claudio Gatti, il Vescovo ordinato da Dio e questo dà grande fastidio e fa sorgere tante invidie e gelosie.
Marisa - Scusa, se Dio sapeva che questa ordinazione episcopale avrebbe dato tanto fastidio, perché l’ha ordinato Vescovo? Noi stavamo bene anche senza Vescovo, avevamo il nostro sacerdote e per noi andava bene lo stesso.
Madonna - Sì, è vero. Un'altra cosa voglio dire: "Che cosa hanno fatto i giovani, quando sono venuti nel luogo taumaturgico ragazzi nuovi, per avvicinarli e per parlare loro? Cosa hanno fatto gli adulti per portare qui altre anime?". Nulla. Non basta un sorrisetto, una stretta di mano, domandare il nome. Mi dispiace dirvi questo, ma i giovani non si sono comportati da veri apostolini. La stessa osservazione vale per gli adulti. Se viene qualcuno che vuole inserirsi, non è aiutato. Non posso dirti altro. Avrei qualche altra cosa da dirti, ma riguarda solo te e la dirò in privata sede. Adesso insieme a tutte le anime che ho intorno a me e delle quali tu conosci la maggior parte, perché sono i papi, i sacerdoti, Fatina, nonna Iolanda ed altri Nonna, perché piangi? Le lacrime scendono e rigano il suo volto. Eccellenza, Dio è buono, non vuole che i suoi figli vadano all’inferno.
Dio non ha creato l’uomo perché finisca male, sono già tanti, tanti, tanti i presenti all’inferno e non vuole che altri ci vadano. Tu sai che ci sono sulla Terra molti che sono già pronti per andare all’inferno, non possono salire in Paradiso e neanche passare per il Purgatorio. Tu non vuoi questo, vero? Tu vuoi che si salvino anche loro. Non rispondi, Eccellenza?
Vescovo - Sì, sì, certo che voglio che si salvino. Infatti la mia più grande gioia è scoppiata quando sono salite in varie andate tutte quelle anime in Paradiso e soprattutto quando ho saputo che fra loro, c'erano tanti sacerdoti, vescovi e cardinali che ho conosciuto; per me è stata una gioia enorme e spero un giorno di raggiungerli. Posso farti ancora una domanda?
Madonna - Certo.
Vescovo - I papi che sono vicino a te, alcuni dei quali ho amato in modo particolare, come Paolo VI e Giovanni Paolo I, potrebbero dirmi qualcosa per incoraggiarmi?
Madonna - Non hanno avuto il permesso da Dio. Se vuoi, chiederò a Dio di farli parlare; sapessi quanto pregano per te. I sacerdoti, i vescovi e i papi pregano per te e per Marisella, affinché abbia la forza di sopportare tutto il dolore e la sofferenza che nessuno di voi, cara Eccellenza, può capire. Infatti mi sembra che difficilmente si noti in lei quanto soffre. Cerca in tutti i modi di nascondere il dolore, di ridere e scherzare, oltre te ne sa qualcosa Chiara, perché le sta vicino, ma anche altri conoscono che è burlona. Piange, ride e vuole salvare altre anime. Quelle che sono salite dal Purgatorio in Paradiso sono ormai 200 milioni. Tu non sai quante ce ne sono ancora in Purgatorio e quante ce ne sono all’inferno. Dicono che l’inferno non esiste, invece esiste ed è pieno, pieno, pieno. Come il Paradiso anche l’inferno si allarga sempre più per far entrare dentro altre anime non in grazia che non vedranno mai Dio.
Miei cari figli, la mamma augura a tutti un buon anno. Insieme a me fanno gli auguri nonna Iolanda e tutti coloro che mi circondano. Amate, amatevi. Voi che siete uniti, cercate in ogni modo di stare vicino ai miei due figli; amateli. Preghiamo tutti insieme, affinché arrivino dei santi sacerdoti per il Vescovo, non dico tanti, ne bastano due o tre che gli diano il cambio, lo aiutino, lo amino, perché se vengono qui come gli altri, a cercare di distruggerlo per gelosia e invidia, è inutile che vengano. Tu dirai: "Dio perché non interviene?". Riecco il perché, riesce il perché. È così, figliolo, è così. Bene, grazie, auguro a tutti che il 2007 sia un anno pieno, pieno, pieno di gioia, ma ci sarà anche la sofferenza. Questo è l’anno dell’umiltà, ma dovete essere animati sempre dalla carità verso tutti.
Insieme al mio e vostro santo Vescovo benedico voi, i giovani lontani, tutti gli adulti, i bambini e i vostri cari. Vi porto tutti stretti al mio cuore e vi copro con il mio manto materno. Andate nella pace di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Sia lodato Gesù Cristo. Buon anno.
Vescovo - Grazie.
Madonna - Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Coraggio, Marisella, dovrai soffrire tanto.
Marisa - Va bene, va bene, facciamo la volontà di Dio. Che devo dire?
Tutti insieme cantiamo Alleluia, un canto natalizio e Christus vincit.
Il nuovo anno si è aperto all’insegna della gioia e nel migliore dei modi: 100 milioni di anime sono salite in Paradiso dal Purgatorio, sempre accompagnate dalla Madre dell’eucaristia, da S. Giuseppe, da nonna Iolanda e da Marisa, alla quale Dio ha permesso di intrattenersi per 30 ore nella patria beata. La Veggente dopo aver adorato la S.S. Trinità ha avuto la possibilità di incontrare persone a lei care, tra le quali gli ultimi Papi. A Pio XII, dal quale, da bambina prima e da giovanetta dopo, era andata molte volte in bilocazione, ha raccomandato il nostro Vescovo: "Prega e cerca di aiutare quel poveretto che sta soffrendo tanto. Tu sai che in un prossimo futuro salirà, per volere di Dio, ad alture vertiginose".
Il Pastore Angelico ha sorriso e ha promesso che continuerà a pregare per il Vescovo ordinato da Dio insieme ai suoi successori sul soglio pontificio.
Durante il periodo natalizio sono venuti a pregare nel luogo taumaturgico dei pellegrini, provenienti da diverse zone d’italia. Ciò che ha rallegrato maggiormente Mons. Claudio è stato ricevere alcuni sacerdoti che si sono recati a Via delle Benedettine per dimostrargli solidarietà e amicizia.
Il Vescovo e la Veggente hanno voluto fare un grande regalo alla nostra comunità e a tutti coloro che, sparsi nel mondo, amano, venerano e invocano la Madre dell’eucaristia.
Dopo aver ottenuto il permesso dal Cielo, hanno autorizzato la pubblicazione delle Lettere di Dio e dei colloqui avuti con le Tre Persone Divine, con la Madonna e con alcuni Santi, durante il periodo estivo dello scorso anno.
Ci troviamo di fronte ad un avvenimento unico e a una decisione importante: i messaggi soprannaturali dati durante il corso dell’anno sociale, alla presenza della Comunità, sono stati sempre integralmente e fedelmente pubblicati sul nostro giornalino "Perle della Madre dell’eucaristia" e sono stati riportati sul nostro sito internet www.madredelleucaristia.it, mentre quelli dati solo al Vescovo e alla Veggente durante i mesi estivi degli scorsi anni, salvo qualche rara eccezione, sono stati tenuti segreti per due motivi:
1 - sono strettamente personali,
2 - contengono notizie, rivelazioni ed informazioni sulla Chiesa e su altri delicati ed importanti argomenti.
Poiché il periodo estivo del 2006 è stato per il Vescovo e la Veggente particolarmente aspro, pieno di problemi e ricco di patimenti, Dio si è manifestato con una tale frequenza che non ha eguale in tutta la Storia della Chiesa, come ha affermato la Madonna.
Il Padre Celeste ha permesso al Vescovo e alla Veggente di chiamarlo "Papà" e si è chinato sulla sofferenza dei due figliolini con dolcezza inimmaginabile.
Lacrime di commozione hanno imperlato gli occhi di coloro che hanno avuto il privilegio di curare la pubblicazione di queste lettere di Dio, che raccolgono l’amore infinito di Dio-Papà verso i due figli che ha chiamato a svolgere nella Chiesa la duplice missione:
far trionfare l’eucaristia in tutto il mondo
far rinascere la Chiesa.
Siamo sicuri che il contenuto di queste lettere di Dio non solo emozionerà e commuoverà il cuore di coloro che le leggeranno, ma arricchirà soprattutto la loro anima e farà loro sperimentare e gustare la paternità di Dio e la maternità della Madonna.
Siamo riconoscenti al nostro Vescovo, Mons. Claudio Gatti, e alla nostra sorella Marisa Rossi che hanno voluto aprirci il loro cuore, ma soprattutto il cuore di Dio e della Madre dell’eucaristia.
A tutti chiediamo di pregare molto e di offrire a Dio fioretti, sacrifici, digiuni e mortificazioni per aumentare le conversioni delle anime e accelerare gli interventi divini che faranno riportare al Vescovo e alla Veggente la vittoria che è stata loro promessa da molto tempo.
La Veggente ha mostrato la stesura finale delle lettere di Dio alla Madonna: "Madonnina, desidero farti vedere queste lettere che Dio ci ha dato durante l’estate. Sono piene di amore e di pace, contengono importanti insegnamenti e sono tante. Se tu ci dai il permesso di pubblicarle, noi le raccoglieremo in un libricino e le distribuiremo a chi le vuole. Quali brani dobbiamo togliere?" La Madre dell’eucaristia ha risposto così: "Adesso lascia stare Marisella, perché le mani ti fanno male, poi con calma vedrai i punti che ti ho indicato e li toglierai. Dio ha parlato molte volte ai miei due cari figliolini e anche pochi giorni fa si è espresso in modo bello, impetuoso, per far sentire che comanda a tutti e può fare ciò che vuole. Purtroppo ciò che vuole Dio non è accettato dagli uomini; questo è un peccato molto grave. Gli uomini della Chiesa peccano contro lo Spirito Santo con molta facilità".[20]
La Mamma Celeste ci ha sempre raccomandato di pregare per il Vescovo: "Riparate ciò che fanno gli uomini per farlo soffrire e intensificate la preghiera. La sofferenza morale e la sofferenza spirituale distruggono l’uomo e il vostro Vescovo ne ha tanta. Se voi pregate l’aiuterete a sopportare tutto e a vivere bene".[21]
Poiché il Vescovo aveva deciso di spiegarci il contenuto del III Segreto di Fatima, quello rivelato, la Madonna ci ha invitato ad ascoltarlo con attenzione.
Madonna - Sia lodato Gesù Cristo, miei cari figli.
La lettera di Dio oggi è molto breve, perché poi ascolterete ciò che ha detto Dio sul terzo segreto di Fatima. Questa sera vi invito ad ascoltare con attenzione, anche se la stanchezza e il sonno possono arrivare. Cercate di essere svegli, desti, per sentire ciò che il vostro Vescovo deve dirvi in nome di Dio.
Partecipate a questo incontro con serietà ed impegno. Ascolterete cose belle per chi è buono, brutte per chi non lo è. Quando avete vicino la Mamma e Gesù, tutto diventa più facile. Coraggio, figli miei, coraggio a tutti, salvate questo mondo, pregate per questo mondo. Una volta dicevate: "Cuore Immacolato di Maria, salva il tuo popolo"; ora vi invito a dire: "Cuore Immacolato di Maria, salva il mondo, salva il mondo, salva il mondo". Io, Gesù, il mio amato sposo Giuseppe, i Santi e gli angeli, saremo sempre con voi.
Forza, coraggio, Eccellenza.
A te, Marisella, cosa posso dire? Non ho parole, non ho parole per ringraziarti per come porti avanti la tua missione. Malgrado sia difficile e dura, tu riesci a portarla avanti e ad aiutare i bambini.
Grazie al piccolo cenacolo che prega, fa digiuni, mortificazioni, fioretti. Chi può faccia quello che può fare, non tutti dovete fare la stessa cosa. Mi raccomando: cercate di non primeggiare, state sempre in un angolo, umili, semplici, perché nessuno è primo e nessuno è ultimo, davanti a Dio siete tutti uguali. Grazie.
Mi raccomando, dopo la S. Messa, ascoltate quello che il vostro Vescovo vi dirà. Grazie a tutti.
Insieme al mio e vostro Vescovo benedico voi, i vostri cari, i bambini e i malati. Vi porto tutti stretti al mio cuore e vi copro con il mio manto materno. Andate nella pace di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Sia lodato Gesù Cristo.
A più tardi, figlioli.
Ciao, Marisella.
Marisa - Va bene, però aiutatemi, perché altrimenti crollo. Ciao.
Il 14 gennaio la Madre dell’eucaristia ha rivelato alla comunità: "Ieri sera Marisella stava partendo a causa del dolore, ma Dio ancora una volta ha voluto che rimanesse con voi".
Anche i giorni di Gennaio sono stati assemblati dal filo rosso della sofferenza per comporre un meraviglioso bouquet che la sposa ha generosamente offerto allo sposo divino. Numerosi sono stati i giorni in cui i dolori naturali hanno straziato il corpo di Marisa e i patimenti della passione l’hanno resa vittima gradita a Dio.
Questo oceano di sofferenze, abbattendosi con violenza sul suo corpo martoriato, molte volte le hanno causato svenimenti e cecità e due volte è arrivata fino alla soglia della morte che non ha oltrepassato per intervento di Dio.
Nonna Iolanda è arrivata a chiedere alla Madonna che insieme a lei vegliava e pregava per Marisa: "Perché Dio non chiama definitivamente a Sé, in Paradiso, mia figlia"? La Mamma Celeste le ha risposto: "Nonna Iolanda, tu sai che i perché di Dio a volte sono incomprensibili anche a Noi".
In quei momenti drammatici Mons. Claudio, vicino alla sorella, supplicava l’onnipotente "perché, sono sue parole, allontanasse la morsa del dolore".
La Madre dell’eucaristia nel vedere il figlio, provato e sfinito, che non si allontanava neanche un minuto dal letto, su cui, come agnello condotto al macello, giaceva Marisa, ha anche detto a Mons. Claudio: "Figlio mio, vai a riposare un po', io e nonna Iolanda veglieremo su tua sorella".
Marisa ha visto frequentemente gli angeli e i santi, in ginocchio davanti a Dio e col capo chino, pregare per lei e per il fratello.
Dio in persona si è manifestato 4 volte, dietro l’immagine di un fiore o di una stella, per assicurare ai due figliolini che non li abbandonerà mai e che sarà sempre loro vicino. Ha risposto anche ad alcune loro domande e ha fatto notare paternamente al Vescovo: "Tesoro di Dio, non puoi chiedermi di rivelarti tutto ciò che domandi; ci sono situazioni e fatti che non posso rivelarti".
Il 20 gennaio Marisa ha avuto una visione particolare. Ha visto, come in una sequenza cinematografica, il suo funerale: gli addobbi dell’altare e della basilica, gli abiti liturgici del Vescovo, le persone che saranno presenti. Addirittura ha visto il libretto preparato dal Vescovo per il suo funerale e ha sentito parte della sua omelia.
Quando glielo ha raccontato, il Vescovo ha compreso che Dio aveva approvato come aveva predisposto tutto ciò che per Suo ordine doveva fare. Il funerale di Marisella, per volontà divina, deve essere più bello e solenne di un matrimonio.
Il Signore ha sempre rivelato ai due figliolini l’identità di coloro che li perseguitavano e le trame di tutto ciò che organizzavano contro di loro. Dopo la visita dei Vigili Urbani per la costruzione abusiva del tendone che il Vescovo aveva intenzione di condonare, la Madonna ha fatto sapere al Vescovo e alla Veggente che erano venuti dietro segnalazione di colui che aveva detto: "Mi vendicherò e distruggerò Don Claudio" e di un ex parroco della zona che si era distinto per l’accanimento dimostrato contro il luogo taumaturgico. Loro intento era far demolire il tendone che la Madonna chiama basilica, per impedire a coloro che vengono a pregare nel luogo taumaturgico di ripararsi dalla pioggia, dal freddo d’inverno e dal sole d'estate.
Come tante altre congiure anche questa è destinata a fallire.
Il 30 gennaio, mentre il Vescovo e la Veggente erano raccolti in adorazione davanti all’eucaristia che ha sanguinato e dopo che Mons. Claudio aveva fatto una lunga preghiera spontanea, Dio Papà si è manifestato: "Eccellenza, figlio mio, hai ragione, quello che hai detto è la pura verità, però, figliolini, credetemi, anche se non mi manifesto sempre, sono sempre con voi. Tesoro di Dio, molti sacerdoti, vescovi e cardinali ti rispettano e ti amano. Anche quasi tutti i tuoi compagni di seminario ti vogliono bene e ti stimano. Coloro che ti sono ostili e ti perseguitano, sono mossi dall’invidia, dalla gelosia, dall’interesse e dalla paura di essere smascherati. Avete sperato che i capi della congiura contro di voi si dimettessero a causa della malferma salute e dell’età avanzata, ma solo la morte vi libererà di loro.
Molti di coloro che occupano posti di responsabilità in Vaticano sono dei serpenti. Colui che credevate erroneamente che fosse iscritto alla massoneria è migliore di tutti gli altri, ma non può fare più nulla, perché prossimo al pensionamento".
Ai due figliolini Dio ha fatto i nomi sia degli ecclesiastici buoni che di quelli disonesti, ma noi non li conosciamo, fanno parte dei segreti che solo loro conoscono.
Infine Dio ha fatto al suo Vescovo un annuncio che l’ha ammutolito: "Figliolino, tu, secondo l’anagrafe, hai 68 anni, ma Io ti ho restituito la salute e l’energia di un quarantenne; infatti il prossimo 15 luglio compirai 40 anni e non 69".
l’inatteso e straordinario dono che non ha precedenti non è tanto in ragione del presente, ma del futuro, quando il nostro Vescovo salirà ad altezze vertiginose.
Il 31 gennaio il Vescovo, entrando nella camera di Marisa, ha sentito il profumo che caratterizza la presenza della Madonna. Guardandosi intorno ha visto depositata sul petto di Marisa una ciocca di capelli ed altri capelli sfusi. La ciocca di capelli, ha spiegato la Madre dell’eucaristia, è composta dai capelli intrecciati insieme di Gesù, bambino ed adulto, di S. Giuseppe e suoi, mentre quelli sfusi sono solo suoi. La ciocca di capelli è stata collocata in un reliquiario, mentre i capelli sfusi sono stati incastonati nell’anello episcopale del Vescovo Claudio Gatti, perché i primi erano stati trafugati dal demonio.
Il Vescovo ci ha fatto notare che i capelli di Gesù e della Madonna sono una reliquia unica in quanto appartengono a corpi che sono in Paradiso.
Per dimostrare l’onestà e la correttezza dell’agire del Vescovo e di contro i continui e ripetuti abusi di potere dell’autorità ecclesiastica, abbiamo pensato di allegare a questa presentazione, la cronistoria dei rapporti intercorsi tra loro.
24 settembre 1993: Don Claudio comunica a Mons. Nosiglia che a Roma il 24 ottobre 1993 inizieranno le apparizioni pubbliche della Madre dell’eucaristia. Consegna al Vescovo ausiliare le bozze dei messaggi della Madonna e gli espone i criteri, il metodo e gli argomenti della catechesi che intende svolgere per preparare i partecipanti a vivere in modo serio e responsabile le apparizioni mariane.
13 marzo 1994: Don Claudio scrive al Papa per metterlo al corrente della campagna calunniosa scatenata contro di lui. Poiché teme che sia privato della facoltà di celebrare la S. Messa nella nostra cappella, supplica il S. Padre di intervenire perché ciò non avvenga.
10 maggio 1994: Mons. Nosiglia comunica a Don Claudio che Mons. Zega è stato nominato "osservatore" per seguire le presunte apparizioni e quanto prima si metterà in contatto con lui. l’osservatore non si è fatto mai vivo, neanche per telefono.
29 giugno 1994: Don Claudio scrive al Papa per comunicargli che la campagna calunniosa contro di lui si è inasprita.
15 novembre 1994: Don Claudio scrive al Card. Ruini per lamentarsi che sente girare intorno alla sua persona: sospetti, calunnie, diffidenza, ostilità.
6 dicembre 1994: Il Card. Ruini, alla presenza di Mons. Nosiglia, comunica a Don Claudio che "dal momento che dobbiamo fare accertamenti, per motivi pastorali ritiro la facoltà di celebrare la S. Messa nella cappella". Mons. Nosiglia prima proibisce gli incontri biblici, gli incontri di preghiera e i ritiri spirituali nella nostra cappella e in seguito alle rimostranze di Don Claudio li permette, ma limita il numero dei partecipanti a 50.
23 dicembre 1994: on Claudio scrive ancora al Papa per essere aiutato a difendere la verità.
6 gennaio 1995: Don Claudio scrive al Card. Ruini per difendersi da infamanti accuse che sono state lanciate contro di lui da sacerdoti, suore e laici che conosce.
13 febbraio 1995: Il Card. Ruini scrive a Don Claudio per comunicargli che ritiene necessaria una verifica dell’attività religiosa del Movimento, che ha affidato a Mons. De Angelis, Mons. Tuzia e padre Castellano.
2 aprile 1995: I tre sacerdoti incontrano Don Claudio e Marisa. l’incontro avviene in modo rispettoso e in un clima sereno, ma non è redatto nessun verbale.
18 settembre 1995: Don Claudio scrive al Card. Ruini per informarlo del primo grande miracolo eucaristico avvenuto il 14 settembre. Riferisce quanto è stato affermato dalla stampa e da alcuni servizi televisivi che hanno riportato il giudizio negativo del Vicariato: "Caso di patologia religiosa". Tale giudizio è stato fatto senza aver esaminato "i fatti" e interrogato i testimoni.
23 ottobre 1995: Don Claudio scrive al Card. Ruini per informarlo che sono avvenuti nuovi miracoli eucaristici.
30 ottobre 1995: Il Card. Ruini scrive a Don Claudio per informarlo che è stata nominata una commissione per esaminare i fatti. Essa comprende, oltre i tre sacerdoti già indicati, Padre Roberto Zavalloni ed è presieduta da Mons. Nosiglia.
1 novembre 1995: Don Claudio comunica per lettera al Card. Ruini che sono avvenuti nuovi miracoli eucaristici.
14 novembre 1995: Don Claudio scrive al Papa per comunicargli i grandi miracoli eucaristici avvenuti in Via della Benedettine a Roma. l’informa che sono notevolmente aumentate le opposizioni, le calunnie e le maldicenze contro di noi. Dietro di esse sono presenti potenti nemici della Chiesa e del Papa.
28 novembre 1995: Tre membri della Commissione (Castellano, Tuzia e Zavalloni) dopo aver detto a Don Claudio che non poteva parteciparvi, sottopongono Marisa a un duro interrogatorio in cui mostrano: impostazione aggressiva, superficialità nelle affermazioni, calunnia, plagio, manipolazione, estorsione di affermazioni, blandizie e contraddizioni. Marisa è definita: falsa, eretica, indemoniata e sacrilega. È accusata di aver spaccato la Chiesa in due e di essere contro la Chiesa. I messaggi sono definiti "robaccia". Le ostie sono portate dal demonio. Di questo interrogatorio non è redatto nessun verbale.
28 novembre 1995: Mentre avveniva l’interrogatorio di Marisa, Don Marco Fibbi scriveva al Sig. Fred Chavez, responsabile della "Apparitions List" di Internet che il Vicariato sconsiglia di inserire le rivelazioni di Marisa Rossi in Apar-L, perché contrario alla loro diffusione. Il Vicariato ha formulato un giudizio prima di avere gli elementi per pronunciarsi. I due interrogatori sono nulli perché privi di verbale e non sono stati interrogati i testimoni dei miracoli eucaristici.
1° dicembre 1995: Don Claudio incontra Mons. Nosiglia, Mons. Tuzia, padre Castellano e padre Zavalloni in Vicariato. Mons. Nosiglia afferma che la riunione avvenuta con Marisa è nulla, perché non è stato redatto il verbale. Inoltre conferma che nei messaggi consegnati in Vicariato prima di essere pubblicati non c'è nulla in contrasto con la Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa.
16 gennaio 1996: Mons. Nosiglia, assistito da Mons. Tuzia, e alla presenza di Don Claudio, incontra Marisa, con la quale ha un colloquio cordiale e rispettoso. Non è redatto verbale.
26 marzo 1996: In Vicariato Mons. Nosiglia, alla presenza del cancelliere Filippo Tucci, senza averne mai parlato e senza aver mai proibito il culto alle ostie che appaiono nelle mani di Marisa, consegna a Don Claudio un decreto di Ruini con il quale si proibisce il culto alle ostie e in caso di inosservanza si minaccia a Don Claudio la sospensione a divinis.
17 aprile 1996: Don Claudio incontra il Card. Ruini, alla presenza di Mons. Nosiglia e Mons. De Angelis. Il cardinale afferma di non credere alle apparizioni mariane e ai miracoli eucaristici. Riporta fatti avvenuti 30 anni prima e riferiti da un sacerdote sorpreso "in turpibus" da Marisa. Dubita dell’equilibrio psichico di Marisa. Don Claudio gli mette davanti i referti degli esami a cui è stata sottoposta Marisa da parte di specialisti dell’università di Roma che hanno concluso che "Marisa Rossi non presenta alcuna patologia neurologica o psichiatrica. Anche durante il riferito contatto mistico non è stato evidenziato alcun dato patologico".
7 maggio 1996: Don Claudio scrive a Mons. Moretti per lamentarsi che girano fotocopie del decreto e voci che affermano che è sospeso a divinis.
13 giugno 1996: Due membri della comunità, incaricati da Don Claudio, inviano al Card. Josef Ratzinger una dettagliata relazione in cui parlano delle apparizioni della Madonna, dei miracoli eucaristici e del decreto del Card. Ruini emesso nei suoi confronti e pongono dei quesiti.
5 dicembre 1996: Don Claudio scrive al Papa per illustrargli la nostra difficile situazione.
13 gennaio 1997: Mons. Nosiglia dà a Don Claudio in visione un secondo decreto non ancora firmato da Ruini con il quale, oltre a ribadire il divieto di far culto alle ostie, si impone la chiusura degli incontri biblici e degli incontri di preghiera. Don Claudio fa notare che il secondo punto contrasta con quanto stabilito dai canoni: 214, 216, 217 del C.I.C. e per questo, qualora venisse formalizzato, sarà costretto a fare ricorso gerarchico. Mons. Nosiglia gli assicura che ne avrebbe parlato con Ruini.
14 marzo 1997: Mons. Nosiglia, alla presenza di Mons. De Angelis e di Don Giuseppe Tonello, consegna a Don Claudio un nuovo decreto sostanzialmente identico al primo, in più contiene solo la disposizione di presentare i messaggi della Madre dell’eucaristia all’autorità Ecclesiastica prima di farli pubblicare. Alla domanda: "Perché avete fatto un secondo decreto simile al primo?" non riceve risposta.
17 marzo 1997: Don Claudio chiede al Card. Ruini la revoca del secondo decreto.
18 aprile 1997: on Claudio incontra Mons. Nosiglia che gli dice di essere preoccupato della sua situazione spirituale e delle anime che vengono in Via della Benedettine. Quando Don Claudio gli chiede: "Di che cosa mi rimproverate?" riceve questa risposta: "Devi obbedienza alla Chiesa", e alla sua richiesta: "Quando ho disobbedito alla Chiesa?" segue un silenzio imbarazzato. La conversazione non è serena e termina con questa frase: "Tu e noi non abbiamo altro da dirci. Da questo momento ci rivolgeremo direttamente ai fedeli".
25 aprile 1997: Don Claudio riceve per posta la risposta di Ruini alla sua richiesta di revocare il decreto: Confermo il mio decreto del 24 febbraio 1997, n. 148.
27 febbraio 1998: Don Claudio scrive al Card. Ruini per comunicargli l’ordine del Signore di celebrare la S. Messa nella nostra cappella, per l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
5 marzo 1998: Per telefono Mons. Nosiglia dice a Don Claudio che non può celebrare la S. Messa nella cappella e che la proibizione è espressa nei decreti. Don Claudio gli fa notare che nei decreti non si parla di proibizione di celebrare la S. Messa.
6 marzo 1998: Don Giuseppe Tonello, cancelliere del Vicariato, consegna personalmente a Don Claudio a casa sua il terzo decreto che recita: "Qualora Don Gatti contravvenga in qualche modo al precetto di cui al n.1, incorrerà nella censura della sospensione latae sententiae".
13 marzo 1998: Don Claudio scrive a Ruini per ricusare il decreto e sollecitarne uno nuovo.
1 aprile 1998: Mons. Nosiglia consegna a Don Claudio la lettera di Ruini che gli comunica la sospensione a divinis e i motivi che l’hanno indotto a farlo.
12 aprile 1998: Don Claudio scrive a Ruini per comunicargli, a parer suo, l’invalidità della sospensione a divinis.
12 aprile 1998: Scrive al consiglio episcopale di Roma per lo stesso motivo.
1 maggio 1998: Scrive ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti della Chiesa. Li informa delle apparizioni mariane e dei miracoli eucaristici che avvengono a Via delle Benedettine.
8 settembre 1998: Comunica a Ruini l’ordine di Cristo di interrompere i rapporti con lui, finché non riconosca gli errori fatti.
24 ottobre 1998: Comunica ai sacerdoti di Roma l’atteggiamento del Vicariato verso di noi.
4 novembre 1998: Fa ricorso contro la sospensione a divinis, scrivendo al Card. Castrillon, prefetto della Congregazione del Clero.
23 gennaio 1999: Marisa, che molte volte ha incontrato il Papa in bilocazione, scrive a Mons. Stanislaw Dziwiz per chiedergli di potergli parlare di persona.
24 maggio 1999: I giovani scrivono al Card. Sodano in difesa di Don Claudio.
17 giugno 1999: Don Claudio scrive a Mons. Dziwiz perché informi il Papa di quanto sta avvenendo.
17 giugno 1999: I giovani scrivono al Papa per invitarlo a prendere posizione circa i miracoli eucaristici.
29 giugno 1999: Il Vescovo Claudio scrive ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti della Chiesa per comunicare l’ordine di Ruini e Nosiglia di buttare l’eucaristia che aveva sanguinato.
7 ottobre 1999: Invita i Vescovi d’italia a prendere posizione circa i miracoli eucaristici.
15 giugno 2000: I membri della Comunità comunicano ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti della Chiesa il miracolo eucaristico avvenuto tra le mani del Vescovo Claudio mentre celebrava.
8 aprile 2001: Dopo la diffusione del comunicato della C.E.I. Mons. Claudio Gatti scrive ai Vescovi d’italia per far conoscere loro la nostra situazione.
24 ottobre 2001: I membri della Comunità scrivono ai sacerdoti di Roma per difendere il Papa, la cui invocazione alla Madre dell’eucaristia è stata censurata e non riportata dall’osservatore Romano.
31 marzo 2002: Il Vescovo Claudio scrive ai cardinali non italiani per informarli dei miracoli eucaristici e dell’atteggiamento del Vicariato.
5 novembre 2002: Il card. Ruini informa con una semplice lettera il Vescovo Claudio che Giovanni Paolo II ha disposto la sua immediata dimissione dallo stato clericale, senza esibire nessun decreto.
6 gennaio 2003: Mons. Claudio, Vescovo ordinato da Dio, espone i motivi per cui la sua riduzione allo stato laicale è nulla in una lettera indirizzata ai Cardinali, ai Vescovi d’italia, al Vicariato, ai sacerdoti di Roma.
24 ottobre 2003: Il Vescovo Claudio scrive ai cardinali Ratzinger, Ruini, Bertone, Sodano, Arinse, Re, Sepe, Castrillon, Pompedda per chiedere che gli sia mostrato il decreto originale della sua riduzione allo stato laicale e consegnata una fotocopia autenticata del medesimo. Nessuno risponde.
25 gennaio 2004: Espone ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti della Chiesa i motivi per cui Ratzinger, Ruini e Bertone sono scomunicati latae sententiae.
14 settembre 2005: Scrive a Benedetto XVI per invitarlo a riesaminare il suo caso per evitare in futuro che scoppi nella Chiesa un grave scandalo.
8 dicembre 2005: Invia a titolo d’informazione la stessa lettera ai cardinali e ai Vescovi d’italia.
6 gennaio 2007: A 34 cardinali, 3 vescovi, 7 sacerdoti, i cui nomi sono stati indicati dalla Madonna, è inviata una lettera che riporta l’interpretazione del frammento rivelato del terzo segreto di Fatima.
La preziosa reliquia che il Signore aveva donato ai due figliolini ben presto ha operato il primo miracolo. La mattina del primo febbraio Marisa ha avvertito un lancinante dolore al braccio destro che si è diffuso fino alla mano, le cui dita hanno assunto una posizione deforme. Inoltre tutto l’arto era paralizzato. Il Vescovo, pregando, ha appoggiato il reliquiario, contenente la ciocca di capelli, sul braccio e sulla mano di Marisa: il dolore è immediatamente cessato e la mano ha assunto di nuovo la posizione normale.
Poco dopo si è manifestato Dio Padre che si è rivolto ai due figliolini con infinita dolcezza: "Io, Dio, sono il vostro Papà, e voglio che mi chiamiate con questo appellativo. Vi ho scelto perché mi aiutiate fino alla fine a salvare tante anime. Sì, Io sono Dio, ma voi chi siete per non accettare che ho bisogno di te, Eccellenza, che ho ordinato Vescovo, e di te, Marisella, alla quale ho chiesto la missione della sofferenza? Io vi sono sempre vicino, anche quando sembra che tutto in voi e intorno a voi crolli. Io sono sempre pronto ad aiutarvi. Sono anni che soffrite ed anni che tu, Marisella, hai sentito la morte vicino ed Io sono intervenuto per farti superare il momento critico".
Il giorno seguente la Madonna ha parlato di questa teofania: "Ieri mattina Dio si è manifestato di nuovo ai miei due cari figliolini sotto forma di una stella bellissima e brillante ed ha parlato. Dio non si vede, si sente o meglio lo sente solo Marisella. Sentiva la sua voce, non lo vedeva, ma era contenta lo stesso. Voi non mi vedete, sentite solo ciò che dice Marisella. Io parlo in aramaico e lei traduce in italiano per farvi capire".[22]
Per la stanchezza, causata dai forti impegni comunitari, per la delusione, dovuta al ritardo di Dio nel realizzare la sue promesse, per l’amarezza di essere incompresi e giudicati male, non solo dai sacerdoti, ma anche dai propri parenti, la comunità ha cominciato a dare segni di cedimento. Chi ha sofferto maggiormente di questa situazione è stato il nostro Vescovo che ha cercato di porvi rimedio in tutti i modi. Ma soprattutto, come sempre, è intervenuta la Madre dell’eucaristia a riportare in carreggiata la situazione: "Io, la Mamma, sto soffrendo. Abbiamo formato questo piccolo cenacolo di amore e di pace, invece vedo che non c'è concordia; c'è leggerezza, amarezza e non c'è spiritualità. Ho cercato di aiutarvi, vi ho detto che avevate fatto un passo avanti, ma siete tornati indietro. Per carità, in nome di Dio, vi prego, chi non è a posto, non si accosti al sacramento dell’eucaristia, per carità non fatelo. È inutile rimproverare i potenti personaggi della Chiesa, quando voi vi comportate come loro. Cambiate, figli miei, cambiate e io sarò di nuovo la vostra Mamma".[23]
Dopo il richiamo materno, la Madre dell’eucaristia non ci ha fatto mancare l’incoraggiamento: "Ciò che è successo in questi giorni, lasciatelo nelle mani di Dio. Io, la Mamma, dovevo dirvi ciò che è successo, dovevo farvi la correzione materna. Chi non l’ha accettata è stato soltanto preda del suo orgoglio. Se riconosce che ha sbagliato, ricominci da capo e metta tutto nelle mani di Dio. Siete stati ripresi da me, Madre dell’eucaristia, e dal vostro Vescovo, ora basta, ricominciate non dico da capo, ma da tre, quattro. Buttate via l’orgoglio, siate umili, questo è l’anno dell’umiltà, accettate con umiltà i richiami. Chi fa i richiami soffre più di voi. Il vostro Vescovo ha sofferto moltissimo nel dovervi richiamare. Ora basta, è passato, ricominciate e andate avanti passo dopo passo, amandovi a vicenda, sopportandovi a vicenda, aiutandovi l’uno con l’altro. Forza, abbiate il coraggio di fare tutto e non abbiate paura di nulla. La Mamma è sempre con voi. Io resterò sempre con voi".[24]
Quest'ultima prova ha assestato un duro colpo alla resistenza e capacità di reagire del nostro Vescovo. Inoltre vedere che la sofferenza naturale e soprannaturale della sorella non aveva mai un minuto di tregua, ha accentuato in lui lo stato di prostrazione. Infine conoscere le calunnie e le menzogne che diffondevano e le cattiverie e azioni perfide che compivano contro lui e la Veggente i grandi e piccoli uomini della Chiesa, le suore, i laici, i parenti e alcuni ex membri della comunità, era una spinta enorme ad abbandonare la missione e a ritirarsi, insieme a Marisa, a fare una vita dedita alla preghiera.
S.E. Mons. Claudio Gatti si è sentito solo, abbandonato da Dio e dagli uomini, sfinito, deluso, amareggiato, fallito e incapace di riprendere la strada come Elia. In verità è stato più fortunato del grande profeta, rinfrancato da un angelo che l’ha rifocillato con il pane e dissetato con l’acqua, perché lui, insieme a Marisa, è stato irrobustito dall’eucaristia e consolato da Dio Papà: "Figli miei, vi ho sempre aiutato. Qualche volta avete dubitato di Dio Padre e può darsi anche con ragione, ma Io vi ho sempre aiutato e vi ero vicino. Sono il vostro Dio, il vostro Papà, la vostra Mamma, il vostro Tutto. Claudio, figliolo diletto, tu hai avuto la pienezza del sacerdozio da Me, Dio. Tu sei mio. Le persone che vi vogliono bene sono molto numerose, ma la paura le fa indietreggiare".
Dio Papà si è ritirato, dopo aver accarezzato dolcemente i due figliolini.
Nell’apparizione del 9 Febbraio la Madre dell’eucaristia ha annunciato: "Voglio godere per la decisione di Dio che ha comunicato alla vostra sorella: "Basta, basta la missione è terminata". Non per questo terminerà la sofferenza; continuerà e patirà anche la passione, come ho già detto al vostro Vescovo".
Noi non abbiamo ben compreso esattamente cosa volesse dire la Madonna, come non l’aveva compreso Mons. Claudio, al quale qualche giorno prima aveva fatto lo stesso annuncio.
In un colloquio con la Madonna, difatti le ha chiesto: "Cosa significa che Dio ha deciso la fine della missione della sofferenza e ha detto basta"? La risposta non ha convinto del tutto il nostro Vescovo: "Ha deciso di non fare andare più avanti la missione della sofferenza. Le rose hanno le spine, cara Eccellenza". Mons. Claudio ha replicato con un sorriso: "Ci sono gli strumenti per toglierle" e la Madonna ha concluso così il colloquio: "Mi piaci quando sorridi. Sì, ci sono gli strumenti per toglierle, ma questo non è per voi. Sii felice, figlio mio, sii felice, con tua sorella accanto".
E difatti si sono susseguiti giorni pieni di dolori e nottate passate insonni, a causa della loro intensità.
Si sono ripetuti i momenti in cui la situazione diventava drammatica ed allora tutto il Paradiso, guidato dalla Madonna, S. Giuseppe e nonna Iolanda, si prostrava davanti a Dio e pregava per la vittima dell’eucaristia. Spesso la mamma, il papà legale di Gesù e la nonna del Paradiso assistevano Marisa, stesa sul letto dei dolori. Diverse volte a loro si sono uniti gli ultimi Papi ed altri santi.
Al nostro Vescovo è sempre stata molto a cuore la conversione dei confratelli, per i quali ha offerto a Dio preghiere e sofferenze. Quando gli era permesso chiedeva a Dio o alla Madonna notizie delle conversioni, come quando ha avuto con la Mamma dei sacerdoti questo dialogo:
Vescovo - Stiamo andando meglio per quanto riguarda la conversione dei sacerdoti, vescovi e cardinali?
Madonna - Sì, sì.
Vesovo - Però neanche uno mi fa almeno una telefonata.
Madonna - Sei escluso dal mondo e sei aperto a Dio.
Vesovo - Va bene. Grazie, però fa' una tiratina d'orecchie a coloro che sono buoni, ma paurosi".
Dio ha voluto manifestare il suo amore anche ai membri della comunità. "Il mio amore è grande per voi. So che attendete il trionfo, so tutto, ma bisogna salvare ancora tanti uomini della Chiesa e dello Stato. Gli uomini della Chiesa non si comportano bene verso il Signore e verso tutti.
Per farci comprendere bene il significato delle sue parole, ha citato un caso avvenuto poco tempo prima. Il presentatore Pippo Baudo dopo l’uccisione dell’ispettore di polizia Raciti, avvenuta nei pressi dello stadio di Catania, aveva suggerito di sospendere i festeggiamenti in onore di S. Rosalia, protettrice della città, per dare un segnale della gravità dell’accaduto. Gli uomini della Chiesa non solo non l’hanno accolto, ma l’hanno redarguito e bacchettato.
Dio ha sentenziato: "Pippo Baudo ha difeso la verità e ha fatto bene".
Dio Papà ha continuato a manifestarsi, a parlare e a dialogare con i due figliolini. Il 16 febbraio, presenti anche i due nipoti che vivono con loro, ha detto: "So che pregate molto per la vostra sorella, affinché Io la prenda in Paradiso con Me. Oh sì la prenderò con Me, ma quando Io, Dio, lo deciderò. So quanto amate Marisella e quanto desiderate la sua dipartita per non vederla più soffrire, anche Io lo voglio, ma lasciate fare a Me. Se sono Dio Papà, consideratemi tale ed Io porterò te, figlio mio, da una parte e te, figlia mia, dall’altra con gioia".
Se il Vescovo e la Veggente amano così tanto la Chiesa che per la sua rinascita si stanno immolando fino allo spasimo, quanto più l’ama la Madre dell’eucaristia, alla quale è stata affidata ai piedi della croce. La Madonna ha parlato moltissime volte della Chiesa e dei suoi uomini, grandi e piccoli, con amore e sofferenza, ma, mentre fino a poco tempo fa ne parlava solo ai due figliolini, ai quali imponeva il più assoluto silenzio, ora tratta questo delicato argomento davanti a tutti. Così ha fatto il 16 febbraio: "Torno a parlare del commento fatto da Ratzinger per la nona stazione della Via Crucis. La Chiesa è sporca, deve essere pulita. I sacerdoti, i vescovi e i cardinali continuano ad arrabbiarsi l’uno contro l’altro e fanno finta che tutto vada bene, mentre tutto va a rotoli. Vi chiedo con tutto il cuore di pregare per la conversione degli uomini della Chiesa. Quando Ratzinger ha detto che la Chiesa è sporca, ha detto la verità, ma che cosa ha fatto per ripulirla? Nulla. La Chiesa va ripulita in tutto e per tutto e voi, miei cari figli, sarete i primi a ripulirla e a combattere contro tutte le persone che la sporcano. Anche i laici si sono resi conto come va questa santa Chiesa".
Nella stessa circostanza Marisa ha presentato alla Madonna la letterea scritta dal Vescovo e indirizzata ai suoi ex compagni di Seminario che si sarebbero riuniti a Ferrara in occasione dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale. (Allegato n.3)
Ha chiesto alla Mamma dei sacerdoti: "Può spedire questa lettera destinata a dei sacerdoti ormai grandi"?, e lei ha risposto: "Se la leggessero bene e mettessero in pratica ciò che è scritto, diventerebbero tutti santi sacerdoti".
Durante l’apparizione del 18 Febbraio abbiamo visto il nostro Vescovo piangere. La lettera di Dio gli ha riaperto una grossa piaga che ha fatto di nuovo sanguinare il suo cuore. Mons. Claudio conosce molto bene l’attuale critica situazione della Chiesa, spesso oggetto di conversazione tra le Persone della SS: Trinità e la Madonna da una parte e lui e Marisa dall’altra. Inoltre, essendogli stato rivelato il terzo segreto di Fatima, così come è stato annunciato ai tre pastorelli, sa anche ciò che l’autorità ecclesiastica non ha detto.
Comunque "l’argomento Chiesa" provoca nel nostro Vescovo una sofferenza che non sempre riesce a nascondere; per questo motivo la Mamma Celeste gli ha detto: "Eccellenza, cambia volto, ti prego. Sii felice; quando tutto arriverà, tu sarai il primo a godere".
Le seguenti parole di Dio, sono state riportate dalla Madonna: "Miei cari figli, ricominciate a pregare per i sacerdoti, ma non per Ratzinger, Ruini, Bertone, gli altri pezzi grossi della Chiesa, i loro collaboratori e segretari, che non capisono nulla e non fanno nulla, se non elogiare se stessi".
S.E. Mons. Claudio Gatti ha ricevuto uno scritto anonimo. Il suo contenuto è così esplosivo che, se fosse vero, provocherebbe nell’interno della Chiesa uno sconquasso.
Inizialmente il Vescovo non ha voluto crederne neanche una parola, ma ha dovuto accettarlo quando la Madonna ha affermato che "il suo contenuto è vero".
Per ordine del Signore, l’ha dovuto leggere anche ai nostri giovani che sono rimasti allibiti; ad essi ha imposto l’ordine di non farne parola con nessuno e li ha obbligati al segreto.
Il 22 febbraio Marisa ha avuto una visione che riguarda il futuro del Vescovo, quando salirà alle alture stupende e sarà innalzato da Dio ad altezze vertiginose.
Per ora non possiamo aggiungere altro.
A causa della sua spossatezza, della malferma salute di Marisa, delle condizioni del cenacolo, della situazione della Chiesa, anche quest'anno il nostro Vescovo non voleva celebrare l’anniversario della sua ordinazione sacerdotale, ma si è dovuto arrendere di fronte alla materna insistenza della Madre dell’eucaristia: "Ci avviciniamo alla grande ricorrenza dell’ordinazione sacerdotale del vostro Vescovo. Lui non vuole festeggiare, non vuole nessuna festa, ma voi, che siete membri del cenacolo e suoi figli, dovete festeggiare il vostro pastore. A volte anche Gesù, quando ricorreva qualche festa, non voleva festeggiare per i problemi presenti nel mondo, ma soprattutto tra i suoi discepoli e apostoli e diceva con un sorriso velato: "Che cosa volete festeggiare se non mi amate?" "Ma noi ti amiamo, Signore" rispondevano gli apostoli e i discepoli.
Anche se il vostro Vescovo non vuole festeggiare, voi ditegli: "Noi ti amiamo, Eccellenza, accoglici con le nostre imperfezioni. Non siamo perfetti, ma cerchiamo in tutti i modi di amare".[25]
La prima metà del mese di Marzo ha ruotato intorno all’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di S.E. Mons. Claudio Gatti. La celebrazione ha avuto due momenti solenni: il 9 marzo, giorno dell’anniversario dell’ordinazione e l'11 marzo, per dare possibilità ai membri dei gruppi fuori Roma di partecipare ai festeggiamenti, accettati dal nostro Vescovo solo per ubbidire alla Madonna. Assai amareggiato e demoralizzato, quest'anno il Vescovo non ha voluto far precedere alla festa la novena, come ha evidenziato Dio Padre: "Non hai voluto fare la novena ed Io ti ho accontentato".[26]
Abbiamo offerto al Signore: S. Messe, rosari, adorazione eucaristica, fioretti, sacrifici e digiuni secondo le intenzioni del nostro Vescovo.
l’eroina della sofferenza ha accettato con gioia di patire nuovi e più grandi tormenti naturali e di vivere più dolorosamente la passione per il fratello. Dolorante e gemente, di giorno seduta in poltrona e di notte distesa sul letto, era continuamente assistita dalla Madonna, da S. Giuseppe e da nonna Iolanda e a volte anche dagli ultimi papi e da alcuni santi.
Per mostrarle la finalità delle sue sofferenze, Dio le ha fatto vedere il Vescovo, mentre entrava in S. Pietro, festeggiato da una moltitudine di persone.
Dio Papà ha voluto dimostrare di essere vicino ai due figliolini, manifestandosi in questo periodo ben 5 volte: il 2, il 3, il 5, il 7 e il 9 marzo. In quest'ultimo giorno, anniversario dell’ordinazione sacerdotale, Dio Papà ha anche permesso al Vescovo e alla Veggente di sfogarsi con Lui e di rivolgergli alcune domande.
Marisa ha visto la Madre dell’eucaristia, gli angeli e i santi in ginocchio davanti a Dio. Tutti avevano la testa elevata verso Lui, mentre pregavano per il Vescovo e la vittima dell’eucaristia. Del contenuto del colloquio sappiamo poco, siamo stati informati che le domande riguardavano i compagni di Seminario del Vescovo, i sacerdoti, l’autorità ecclesiastica di Roma, ed alcuni eminenti personaggi del Vaticano.
Dio Papà, prima di benedirli, ha fatto una carezza e dato un bacio ai due figliolini.
Infine ha dettato una lettera per il Vescovo a Marisa, che l’ha scritta, con grafia incerta a causa dei dolori.
Per alleggerire alla Veggente il peso di alcuni segreti, diversi da quelli di Fatima, Dio le ha ordinato di rivelarli al Vescovo. Il commento di Mons. Claudio è stato lapidario: "Sono tremendi".
Dio ha permesso che Marisa fosse presente in bilocazione, non vista, all’incontro annuale che gli ex compagni di Seminario del Vescovo organizzano ogni anno, in occasione dell’anniversario della loro ordinazione sacerdotale.
Quest'anno l’incontro è stato organizzato a Ferrara, per favorire i confratelli del Nord. Dopo aver letto la lettera del nostro Vescovo, si sono scambiati opinioni e riflessioni sul suo contenuto. La conversazione è stata sostanzialmente favorevole, ma ha diviso i confratelli del Vescovo tra favorevoli e dubbiosi, uno solo si è mostrato apertamente contrario.
Il Vescovo aveva notato che durante la giornata, Marisa aveva dei momenti in cui sembrava assente, pur non essendo svenuta e non reagiva agli stimoli esterni. Poiché non sapeva capire il motivo e non voleva vivere nell’ansia, ha chiesto spiegazione alla Madonna che così ha risposto: "La vedi in quello stato quando come una lumaca, si ritira in se stessa e non pensa né soffre. Preghiamo Dio Padre perché la prenda presto in Paradiso. Tu, Eccellenza, tieni tutto pronto: vestito, addobbi per il letto e libretto della S. Messa per il suo funerale. Io ti comunicherò in tempo la decisione di Dio, per informare chi sai".
Man mano che passavano i giorni, i dolori aumentavano, le forze diminuivano e noi assistevamo impotenti alla distruzione di Marisa. La Mamma del Cielo ha condiviso con noi l’ansia e la tensione di fronte a questa dolorosa situazione: "Perché distruggere Marisella fino a questo punto? Io, la Mamma, soffro con voi e mi chiedo tante volte: "Possibile che il nostro amato Padre Dio abbia bisogno di tutta questa sofferenza?" Vi rispondo: domandarsi i perché di Dio ed avere delle risposte è molto difficile".[27]
Marisa ha sempre mostrato serenità e calma e a volte anche gioia nel sopportare il peso del dolore, anche quando diventava drammatico, come ci ha fatto sapere la Madre dell’eucaristia: "Marisella ha la forza di accettare tutto per amore delle anime, non di quelle dei sacerdoti e soprattutto degli alti prelati che non si sono convertiti, perché ormai per Dio e per me non c'è più nulla da fare, ma per i bambini, i malati, gli anziani, coloro che vivono nel terzo e quarto mondo e sono privi di cibo, d'acqua e di medicinali. La sofferenza è un dono che Dio dà a pochi e va accettato con amore".[28]
Marisa stava così male che non aveva la forza di parlare e trasmettere la lettera di Dio e diverse volte non c'è stata l’apparizione della Madonna nei giorni stabiliti. Lo stesso Gesù ha parlato di queste forzate rinunce da parte della Veggente: "Marisella è stata costretta a rimanere spesso nella sua stanza per gravi motivi di salute e Noi non siamo venuti".[29]
Gesù ha sempre infuso in noi la speranza di un futuro felice e radioso. Quando la stanchezza ci opprimeva, la delusione amareggiava il cuore e la sfiducia paralizzava l’anima, il dolce Maestro ci ridestava dal letargo in cui eravamo caduti: "So che aspettate il grande giorno, aspettate che spunti l’aurora ed Io, con molta umiltà, dico "Arriverà". Mi dispiace non potervi dire quando, come e perché".[30]
"Aspettate la realizzazione di tante promesse, ne avete molto parlato tra voi e a vostro dire sono state rimandate troppe volte, ma non è così. Dio ha parlato, ha promesso e quando promette mantiene; non si sa quando".[31]
Il filo rosso del dolore ha continuato a legare i giorni del Vescovo e della vittima dell’eucaristia. Ripetute notti insonni, grosse preoccupazioni per la salute di Marisa, sofferenze morali causate dall’autorità ecclesiastica e dai confratelli, tradimenti di parenti e di ex membri della comunità, hanno sfinito Mons. Claudio Gatti che barcollava quando camminava e faticava quando doveva parlare. Era talmente debole e privo di forze che è stato costretto ad abolire la Veglia Pasquale.
Marisa è stata frequentemente sorpresa, durante la Quaresima, dal Vescovo, con le braccia allargate, le gambe distese e il capo reclinato sul petto, come se stesse in croce.
Quando la passione era più violenta, le appariva Gesù Crocifisso a darle la S. Comunione e i patimenti diminuivano. Per far comprendere l’intensità dei dolori di Marisa, Gesù le ha ordinato di far preparare un quadretto, sui cui scrivere questa espressione: Martire d'amore, Eroina della sofferenza, Vittima dell’eucaristia.
Da molti mesi Marisa avvertiva un dolore lancinante allo stomaco, di cui i medici non riuscivano a diagnosticare le cause e nessun medicinale riusciva a lenire.
A volte per giorni interi non era in grado di assumere cibo e bere acqua o se mangiava solo due rigatoni o un pezzetto di pane, le si scatenavano dolori pazzeschi che la costringevano ad emettere forti lamenti.
Nel mese di Aprile la Veggente, almeno due volte, è stata sul punto di morire, bloccata all’ultimo momento per intervento divino.
Quante volte il Vescovo, non riuscendo a sopportare di vedere soffrire così atrocemente la sorella, è scoppiato a piangere e, tra le lacrime, ha supplicato Dio Padre di prenderla.
Insieme al figlio piangevano anche le due mamme, la Celeste e la terrena, e si univano alla sua richiesta.
Per dimostrare il suo amore paterno verso i due figliolini, Dio è arrivato a chiedere alla Madonna, a S. Giuseppe e a nonna Iolanda di stare giorno e notte vicino a loro, per aiutarli a superare i frequenti momenti drammatici.
Abbiamo pensato di raccogliere insieme alcuni frammenti dei colloqui che la Madonna e nonna Iolanda hanno avuto con loro, in momenti diversi del mese d'Aprile, per far conoscere l’intensità del rapporto affettivo tra essi:
Nonna Iolanda - Figlia mia, io vorrei portarti via, ma non è il momento voluto da Dio. Abbandonati a Lui, come hai sempre fatto.
Madonna - Io e nonna Iolanda siamo sempre con voi. Credetemi, vi aiuto anche se avete difficoltà ad accettarlo. Eccellenza, anche quando non ci sarà più Marisella, io, insieme a lei, a S. Giuseppe e a nonna Iolanda, continuerò ad aiutarti. Tu sei il più grande vescovo del mondo, perché ordinato da Dio. Ora io mi metto in ginocchio davanti a te e tu benedici la tua mamma.
Nonna Iolanda - Marisella, non so perché Dio ti chiede tanta sofferenza; ci sarà certamente un grande motivo. I medici non capiscono nulla della situazione della tua salute. Non sono d'accordo con quanto ha detto il dottore che ti ha fatto la gastroscopia.
Madonna - Marisella, per 5 giorni non devi prendere nessun medicinale e non devi mangiare nulla. Dio ha deciso che devi percorrere la strada della sofferenza fino alla morte.
Nonna Iolanda - Figlia mia, so che soffri, perché non puoi cantare. In Paradiso avrai una voce bellissima e canterai per tutta l’eternità.
Madonna - Figli miei, siete molto provati e soli. Noi non vi abbandoniamo mai. Tutto il Paradiso è con voi e prega per voi. Eccellenza, Dio ed io abbiamo preparato un piano per il funerale di tua sorella.
Nonna Iolanda - Figlia mia, vado sempre da Dio Padre, per supplicarlo di farti stare un po' meglio o di prenderti in Paradiso.
Madonna - Miei cari figliolini, seguite l’esempio di Gesù e dite anche voi "Fia voluntas Dei". Dio vi prova, ma non vi abbandona. Vi ama infinitamente e vi chiede di collaborare con Lui per salvare ancora molte anime.
Nonna Iolanda - Figlia mia, Dio non ci ha detto nulla della tua dipartita. Io vi aiuto come posso. Eccellenza, mi fai molta pena. Vedo che sei distrutto dalla sofferenza.
Madonna - Marisella, coraggio, la tua sofferenza è molto importante per Dio. Noi vi aiutiamo, però non quanto vorreste. Figlia mia, starai un pochino meglio, ma non guarirai. Questa è la volontà di Dio.
Anche la S.S. Trinità si è manifestata frequentemente al Vescovo e alla Veggente. Le Tre Persone Divine hanno avuto con loro colloqui riservati ed importanti che hanno spaziato su una vasta gamma di argomenti. Per farci gustare l’affabilità di questi incontri divini, Mons. Claudio ci ha riferito, anche se non integralmente per motivi di riservatezza, il colloquio avvenuto il 2 Aprile, che ha avuto come interlocutori: Gesù da una parte e lui e Marisa dall’altra.
Marisa - Noi dobbiamo amare la Chiesa, che pesa molto sulle nostre spalle. Non ti vedrò più, Gesù, non ti vedrò più, Madonnina, eppure vi amo tanto. Se dovete portarmi via, prendetemi adesso, portatemi via, e forse vi vedrò lassù. Non dico di guarirmi, chiedo solo di stare un pochino meglio. Gli uomini hanno cercato spesso di distruggermi e non ci sono riusciti perché tu mi hai aiutato.
Ora sto molto male, molto male, molto male. Non svelerò mai il male che mi hanno fatto perché li amo come una sorella, e pregherò per loro.
Adesso voglio pensare a coloro che mi vogliono bene. Desidero che li aiuti quando un domani non ci sarò più. Ti raccomando, Gesù, mio fratello Claudio, non lo lasciare solo. Non ce la facciamo più a vivere, non vedi come siamo distrutti?
Gesù, Ti vedrò ancora? Ti vedrò ancora, Madonnina? Forse non vi vedrò più, forse non lo merito, forse non sono capace di perdonare, ma il mio direttore spirituale mi dirà come fare per meritare il Paradiso, per continuare a vedervi. Certo, dopo aver visto tante volte Gesù, mi dispiacerebbe non goderlo più.
Gesù - Marisella, bella di Gesù, tu mi vedrai sempre, come vedrai sempre la mia mamma. Voglio parlarti Io, il tuo Sposo. Noi ti amiamo, sorella cara, sposa mia diletta, lo leggi nel cantico dei cantici: "Una voce, il mio diletto".
Marisa - Non ho più voce, canta Tu per me. Una voce, il mio diletto, ecco viene saltando per i monti. Come sto male, Gesù! Ma deve essere un segreto tra me e Te, non lo dire neanche al mio Claudio, al mio sacerdote prediletto, che poi è il tuo.
Vescovo - Cosa è successo, Marisa?
Marisa - Non posso parlare.
Vescovo - Devi dirmelo.
Marisa - Quando vengono a mancare l’amore, la carità, la misericordia, la pietà, si arriva a uccidere l’uomo per una sciocchezza, per un nonnulla, a volte anche per fanatismo. Anche tu ne hai provate di tutti i colori, dai sacerdoti, dalle suore, dagli uomini e dalle donne. Tutti hanno provato a bastonarti in tutti i modi, alcuni perfino ad avvelenarti, ad ucciderti. Finché io ti sarò accanto, questo non succederà.
Vescovo - Anche recentemente ti hanno avvelenato?
Marisa - Non posso parlare.
Vescovo - Io voglio sapere.
Marisa - Quando Dio me lo ordinerà, te lo dirò. Le persone non mi amano, perché sono loro d’impiccio, d’intralcio.
Vescovo - Marisa, noi ti amiamo.
Marisa - Sì, però quando scattano la gelosia e l’invidia e quando vengono a mancare la carità, l’amore, è difficile amare una come me, perché se uno fa una mancanza, io vengo a saperlo, lo dico, e allora la persona mi odia. Mi sono spiegata?
Vescovo - Gesù mio, falla stare un po' meglio, a Te non costa niente, Tu sei Dio!
Marisa - Sì, è vero, a Gesù non costa niente. Io sono la tua sposa mi date un po' da bere?
Vescovo - Gesù, è il tuo Vescovo che Ti scongiura. Io non ce la faccio più a sostenere questa situazione, a vederla sempre soffrire. Ti prego, fallo per la mia debolezza, falla star meglio.
Marisa - Sei troppo buono. Ti butti giù perché dici che non hai saputo formare neanche una famiglia.
Vescovo - Non ho saputo fare niente.
Marisa - Questo non è vero, e tu lo sai che non è vero.
Vescovo - Che cosa ho fatto?
Marisa - Se tu non hai saputo fare niente, anch'io non ho saputo fare niente!
Vescovo - Siamo in due.
Marisa - Se Dio ci ha dato la vita, ci avrà dato anche il dono di fare qualcosa. Io sono stanca di vivere, me ne voglio andare.
Vescovo - Sono d'accordo. Gesù, prima possibile. Non mi dite che deve restare per me, Gesù, perché per me può andar via, almeno finirà di soffrire. Io dovrò fare piazza pulita. I serpenti stanno in Vaticano, stanno in Vicariato e stanno fuori Roma. Ti pare bello questo? Gesù, Tu al posto mio che cosa avresti fatto?
Gesù - Quello che hai fatto tu.
Vescovo - Se io avessi il dono delle guarigioni
Gesù - Io posso fare le guarigioni, posso guarire Marisella.
Vescovo - E allora?
Gesù - Ma non lo faccio.
Vescovo - E perché non lo fai?
Gesù - Tu faresti la stessa cosa.
Vescovo - No, no, mi dispiace, Gesù, di contraddirti
Gesù - Allora puoi anche cominciare.
Vescovo - A farla stare meglio?
Gesù - Usa i tuoi doni.
Vescovo - Subito, Gesù, ubbidisco. Che devo fare?
(Marisa annuisce)
Vescovo - Gesù mi ha dato il permesso di utilizzarli su di te.
Marisa - Li può utilizzare su di me?
Gesù - Sì.
Vescovo - Col tuo permesso, Gesù, e in nome di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo, per intercessione di Maria, Madre dell’eucaristia, di S. Giuseppe, nostro protettore e amico, di nonna Iolanda, per i doni che mi sono stati dati, ordino al male di regredire, e se è volontà di Dio, sparire del tutto, perché questo ultimo tratto di strada insieme possa essere diverso e migliore. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
I presenti - Amen.
Marisa - Grazie.
Vescovo - Ho ubbidito a Gesù.
Marisa - Adesso sta a Lui ubbidire a te.
Vescovo - Gesù, fai la tua parte.
Marisa - Già sto un po' meglio.
Vescovo - Non mi basta.
Marisa - Lo so che non ti basta, devi avere pazienza. Non essere troppo esigente.
Vescovo - Se fossi stato sempre più esigente!
Marisa - Noi non siamo capaci di essere cattivi e di vendicarci. Quando vuoi prendere in mano il bastone e colpire i mercanti del Tempio non ce la fai, è più forte di te, perché tu sei buono e gli altri non lo sono.
Vescovo - Ho capito, è la mia teoria: il buono è sempre più debole del cattivo...
Marisa - Non perché è debole, ma perché
Vescovo - Non farebbe mai quello che fa il cattivo.
Marisa - Perchè guarda alla carità, guarda all’amore di Dio.
Vescovo - È vero.
Marisa - Qual è la mia gioia? Quella di accompagnare all’altare i miei figlioli e le mie figliole. Però prima voglio parlare con loro. Posso?
Vescovo - Devi. Però torniamo all’argomento che mi sta più a cuore adesso, non mi portate fuori strada. Gesù, la nostra è una vita umana? È possibile fare qualcosa per migliorarla? A voi cosa costa? Se volete lasciarla sulla Terra ancora un po', a voi cosa costa farla star meglio? Ha già la passione e tanti dolori in ogni parte del corpo.
Gesù - Io ti aiuterò a star meglio. Ti aiuterò ad accettare quelle persone che ti fanno soffrire, ma finché starai sulla Terra, questa è la tua strada.
Vescovo - La tua o la mia?
Marisa - La mia strada. La tua, quando non ci sarò più, sarà più bella.
Vescovo - Perché devo ricordare l’ultimo periodo della vita di Marisa in questo modo?
Gesù - Non lo ricorderai in questo modo.
Vescovo - E cosa ricorderò?
Marisa - Ricorderai Marisella
Vescovo - l’ho vista sempre soffrire! Cosa ricorderò?
Gesù - che hai visto Marisella soffrire, ma anche gioire.
Vescovo - No, no, io non la voglio ricordare in questo modo, non la voglio ricordare in questo modo!
Marisa - Neanche io. Facciamo la volontà di Dio, quello che Lui ci dirà di fare noi lo faremo, saremo ubbidienti, sono certa che non mi farà morire così, anche se a volte sento di finire in questo modo.
Vescovo - Gesù, quante prove ci hai dato!
Gesù - Lascia stare il passato.
Vescovo - Il presente è peggiore del passato.
Gesù - Pensa al futuro.
Vescovo - Deve venire.
Marisa - Quello sarà bellissimo. Vedi che sto meglio? Certo, non posso mangiare, non posso deglutire.
Vescovo - Ti vorrei fare una domanda, Gesù. Tagliamo la testa al toro, come si suol dire, diamole solo
Gesù - Non fare il furbetto.
Vescovo - Diamole solo l’eucaristia, col tuo permesso, e sia il suo nutrimento, la sua bevanda e la sua medicina.
Gesù - Solo l’eucaristia non si può dare. Marisella non ce la farebbe a vivere solo con l’eucaristia. È un'anima particolare, molto particolare, e ha bisogno di voi, ha bisogno di aiuto.
Vescovo - Quello sì
Gesù - Ma non può prendere solo l’eucaristia. È una malata tutta particolare, non può vivere solo di Eucaristia.
Vescovo - Basta che mangi un po' di pasta e guarda come sta male!
Gesù - Per adesso è così. Cambierà anche questo.
Vescovo - Sempre il futuro.
Marisa - Per fortuna c'è il futuro! Adesso mi ricomincia
Vescovo - Lo vedi, Gesù?
Marisa - a far male lo stomaco perché parlo troppo, forse. Perché stai in ginocchio? Finirà che ti stanchi!
Oriana - Faccio un po' di penitenza, fa bene! Tu stai tanto male!
Marisa - Io sto a letto.
Vescovo - O Gesù mio, grazie di averci aiutato.
Tutti - O Gesù di amore acceso, non t'avessi mai offeso, o buon Gesù, con l’aiuto della santa grazia non ti voglio offendere mai più.
Vescovo - Gesù, donaci un po' di pace. È legittimo desiderarla e averla. Io mi sto logorando. Vuole questo Dio Padre?
Gesù - Non chiede mai alle anime di logorarsi.
Vescovo - Se andiamo avanti così
Marisa - crolliamo tutti e due.
Vescovo - Sì, crolliamo tutti e due.
Marisa - Ma guardiamo il lato
Vescovo - ...buono?
Marisa - No.
Vescovo - Positivo?
Marisa - Positivo.
Vescovo - E qual è il lato positivo?
Marisa - Non lo so.
Vescovo - Non c'è per noi; ci può essere per gli altri.
Marisa - Per loro sì, ci deve essere.
Vescovo - E per noi non c'è?
Marisa - Noi siamo vecchi ormai.
Chiara - No, no.
Marisa - Per te ci sarà. Io ti lascerò e tu starai meglio.
Vescovo - Starò meglio quando tu non soffrirai più.
Marisa - Perché non mi vedrai più?
Vescovo - No, ti vedrò, almeno lo spero, me l’hanno promesso.
Marisa - Dopo...
Vescovo - Dopo che sei andata in Paradiso!
Marisa - Sì.
Vescovo - Sì.
Marisa - Io dico qui, sulla Terra, starai meglio perché non mi vedrai più soffrire.
Vescovo - È vero.
Marisa - Quindi sei contento che me ne vada.
Vescovo - Perché non soffri più, solo per questo.
Marisa - Ecco, questo volevo dirti.
Vescovo - Questa è carità, questo è amore.
Marisa - Sì, ho capito.
Vescovo - Non voglio che te ne vada, voglio che cessi di soffrire, è diverso. Mi capisci?
Marisa - Io non parlo il tuo italiano, non sono laureata come te.
Vescovo - Che c'entra l’italiano. Quando cesserà la tua sofferenza dirò: "Deo gratias".
Marisa - Alleluia.
Vescovo - Alleluia. Intendiamoci: piangerò per il distacco fisico
Marisa - Non devi piangere.
Vescovo - Questo è normale, però mi consolerò pensando: "Beata lei, non soffre più!".
Marisa - Sarò finalmente felice.
Vescovo - Ora vedo tutto così lontano.
Marisa - No, impariamo a vedere le cose vicino.
Vescovo - Voi del Cielo ci avete insegnato a vederle lontane, perché il vostro "presto" non è il nostro, il vostro "tra poco" non è il nostro. Io ti ho detto tutto. Gesù, mi hai preso in giro quando hai detto che mi davi il dono della guarigione?
Gesù - No; per alcune malattie c'è, per altre no.
Vescovo - Per quali c'è, e per quali non c'è? Scusa, se mi riguarda e lo devo esercitare, devo saperlo.
Marisa - Va bene per gli altri, non per me.
Vescovo - A me basterebbe averlo solo per te.
Marisa - Diciamo qualche preghiera.
Tutti - Padre nostro
Il 25 aprile tre coppie dei nostri giovani che dovevano sposarsi entro la fine dell’anno sociale, hanno emesso l’impegno con cui, davanti a Dio, si sono impegnati ad osservare il decalogo, il comandamento dell’amore e gli insegnamenti della Madre dell’eucaristia. Poiché Marisa era ammalata e non era in condizioni di presenziare in basilica alla cerimonia, i nostri giovani hanno voluto pronunciare il loro impegno nella sua camera, perché la considerano la loro mamma spirituale.
Sanno infatti che se sono arrivati al matrimonio ed alcuni hanno addirittura salva la vita, lo devono alle sue preghiere e sofferenze.
Il Vescovo ha esortato i futuri sposi a testimoniare la scelta cristiana come preparazione a vivere il rapporto coniugale alla luce del Vangelo. Ha poi benedetto gli anelli che Marisa ha infilato nell’anulare di ciascun giovane.
La Madre dell’eucaristia è stata presente alla commovente cerimonia e, a nome di Dio, ha rivolto ai sei giovani parole illuminanti. Infine li ha benedetti insieme al Vescovo.
Il 29 aprile è stato celebrato il primo matrimonio delle tre coppie. Anche questa volta Marisa era inchiodata a letto da febbre, dolori e spossatezza. Come ormai siamo abituati a fare nei momenti di emergenza, ci siamo rivolti con preghiere e suppliche a Dio che ci ha fatto sospirare il suo intervento. Alla vigilia del matrimonio Marisa stava ancora talmente male che i due giovani, Alessandro e Chiara, avevano preso in considerazione la possibilità di rimandare il matrimonio.
La mattina del 29 aprile, il Vescovo si è rivolto con una toccante preghiera a Dio Padre che si è manifestato: "Marisella, ho ascoltato le preghiere dei tuoi fratelli e del Vescovo e non potevo non esaudirle, perchè accompagnate da tanto amore. Ti aiuterò a scendere in basilica e ti darò la forza per presenziare al matrimonio dei tuoi figli".
Pallida, ma felice, Marisa è stata condotta in basilica. Alessandro e Chiara sono entrati, accompagnati dai rispettivi parenti, uno dopo l’altra, e si sono incontrati davanti l’altare, dove li attendeva il Vescovo.
Al momento del rito sacramentale del matrimonio, la Madonna ha allargato il suo manto, in segno di protezione, sugli sposi che hanno pronunciato il loro "Sì d'amore".
Letture e canti hanno accompagnato lo svolgimento dell’intera cerimonia che è terminata con l’atto di affidamento della nuova famiglia alla Madonna.
Marisa ha iniziato il mese di maggio sulla croce, unendo i suoi patimenti a quelli dello sposo divino. Il primo maggio queste sofferenze sono esplose con tale violenza che ha perso la vista. Il Vescovo le ha messo l’eucaristia sugli occhi e la vista è tornata, mentre i dolori sono rimasti.
La Vittima dell’eucaristia ha alzato gli occhi, pieni di lacrime, al cielo: "Dio Papà, sono distrutta dai dolori, non ho più forze. Prendimi con te o fammi stare meglio". "Marisella, dolce creatura del Cielo, Noi ti aiutiamo, altrimenti saresti bloccata a letto a gridare dai dolori".
Anche il Vescovo si è sfogato: "Dio Papà, non ce la facciamo più. Aiutaci. Il nostro Calvario non finisce mai"?. "Figliolo, tesoro di Dio, coraggio, stai vicino a tua sorella e non dire che non senti il nostro aiuto, perché ci faresti soffrire".
l’onnipotente ha concesso a Marisa una breve pausa alle sue sofferenze. Per l’accentuarsi dei dolori in ogni parte del corpo, dello sfinimento che la tormentava sempre più e del calo di voce che le impediva di parlare, Marisa non era in grado di trasmettere le lettere di Dio.
È stata costretta per circa un mese a non uscire dalla sua camera e a limitare l’uso della parola, per cui la Madre dell’eucaristia ha sospeso le apparizioni per tutti.
Quando il 4 Maggio sono riprese le apparizioni per i membri della comunità, la Madonna ha ammesso: "Miei cari figli, da tempo non ascoltate le lettere di Dio, ma non vi ho mai abbandonato, sono stata lo stesso vicino a voi".
Dopo averci di nuovo invitato a non chiederci : "Perché Dio non interviene? Perché non realizza ciò che ha promesso?" ci ha esortato "a continuare a pregare per la vostra sorella. Quando Dio deciderà di portarsela in Paradiso, allora dovrete essere in piena preghiera, in comunione reciproca e uniti al vostro Vescovo".
Il 2 Maggio, al termine del giorno in cui ricorre l’anniversario della dichiarazione di santità da parte di Dio per Marisa, la situazione della salute della Veggente è improvvisamente peggiorata ed è stata assalita da tremendi dolori in ogni parte del corpo, specialmente allo stomaco. Invocato con insistenza dal Vescovo, è apparso Gesù che gli ha detto: "Non hai ancora compreso che Dio vuole la sofferenza di tua sorella? Se agisce così, ha i suoi motivi. Non piangere, fratello mio, ti stai rovinando gli occhi a forza di piangere. Io e la Madre dell’eucaristia ti chiediamo scusa se non siamo riusciti ad ottenere da Dio il miglioramento per Marisa". Quest'ultima frase ha sconvolto il Vescovo che ha chiesto successivamente spiegazioni alla Madonna, con la quale ha avuto questo scambio di idee:
Vescovo - Perché mi avete chiesto scusa?
Madonna - Figlio mio, tu pensi che la Madonna e Gesù non possano chiedere scusa ai figli?
Vescovo - Ma perché? Gesù è Dio.
Madonna - Gesù, quando scende sulla Terra, è uomo. Gesù ed io chiediamo scusa, se non riusciamo ad ottenere da Dio le grazie che chiedete e continuiamo a pregare per ottenerle.
Vescovo - Come mai Dio è così stavo per dire
Madonna - Non lo dire.
Vescovo - Diciamo irremovibile.
Madonna - Non è irremovibile. Dio realizza i suoi disegni piano piano. Lentamente sta cercando di mettere tutto in ordine e non è facile; tu lo sai.
Ora raccontiamo un episodio che ha avuto come protagonista la Madonna. Una notte a Marisa le gambe scottavano in modo impressionante; le sembrava che fossero avvolte nel fuoco. Tutti stavano dormendo e lei non voleva svegliare nessuno, così è stata soccorsa dalla Madre dell’eucaristia, che indossando gli abiti che usavano le donne del suo tempo, ha aiutato Marisa a sedersi sulla sua poltrona e le ha sollevato le gambe su uno sgabello. Ha preso i lembi della tunica che ha collocato sotto la cintura che le cingeva i fianchi e ha cominciato a fare delle spugnature alle gambe, per abbassare la sensazione di calore.
Dopo aver asciugato le gambe, l’ha accompagnata a letto, le ha dato un buffetto sulla guancia e l’ha abbracciata e baciata. Prima di tornare in Paradiso, è andata dal Vescovo che dormiva beatamente, gli ha fatto una carezza e l’ha baciato.
Quando la mattina seguente il Vescovo ha saputo cosa era successo, ha ringraziato la Madonna che ha replicato: "Ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi mamma ed io sono la vostra mamma".
Marisa era molto addolorata perché il fratello non era riconosciuto come Vescovo dall’autorità ecclesiastica che l’aveva addirittura ridotto allo stato laicale per impedirgli di svolgere il ministero episcopale. Di questo si è lamentata con Gesù che le ha risposto: "Marisella, lui fa il Vescovo in bilocazione. All’estero è molto conosciuto, amato ed ha un grosso seguito".
Tra poco vedremo quanto sia vera questa affermazione del Capo della Chiesa.
Anche a S. E. Mons. Claudio Gatti, Vescovo ordinato da Dio, pesava molto la vita che faceva. Si sentiva spossato, privo di forze, stanco della situazione, moralmente distrutto, vicino al fallimento, tentato di chiudere tutte le attività, condannato dall’autorità ecclesiastica e abbandonato dai confratelli, compresi gli ex compagni di Seminario. Tutto ha esposto in una accorata preghiera a Dio.
Dio che veglia come un papà sul figliolino, gli ha rivolto parole dolci e grandi apprezzamenti: "Figlio mio, ho ascoltato quello che hai detto e sono diventato triste. Lo so, ci sono tante situazioni che non vanno, ed Io devo metterle tutte a posto. Continua a chiamarmi Papà, Io vi sono vicino e vi aiuto, Eccellenza Reverendissima, tesoro di Dio, ascolta il tuo Gesù. Lui entra dentro di te e quando parli, quando fai le omelie e gli incontri biblici, quando sembra che crolli per la grande stanchezza, Gesù è dentro di te e tu parli molto bene. Tutti coloro che ti ascoltano, capiscono che ami Me, Dio, e tutto il Paradiso. Io ti amo, figlio mio. Mi hai chiesto perché ti ho dato l’episcopato se non puoi esercitarlo. Tu sei Vescovo in eterno e, dopo Me, Gesù, lo Spirito Santo, la Madonna e S. Giuseppe ci sei tu, Vescovo dell’eucaristia, Vescovo dell’amore. Ho voluto completare il tuo sacerdozio perché l’episcopato possiede la pienezza del sacerdozio".
Nei primi giorni di Maggio, nelle librerie cattoliche sono iniziate le vendite del libro "l’ultima veggente di Fatima" scritto dal Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di S.S., in collaborazione con Giuseppe De Carli, vaticanista del TG1.
In questo libro, che ha la presentazione di Benedetto XVI, il card. Bertone afferma che il terzo segreto di Fatima è stato integralmente svelato, esclude che ci siano scenari apocalittici e bacchetta coloro che insinuano colpevoli silenzi.
Ma il porporato è stato smentito dal Fondatore e Capo della Chiesa, Gesù: "Mio caro cardinale, i segreti non sono quelli rivelati. Se non profetizzavano gravi pericoli, perché non rivelarli prima? Perché aspettare tanti anni? Perché farli passare da un Papa all’altro, e non dire la verità? Ancora oggi i grandi uomini della Chiesa continuano a mentire.
A voi la scelta: credere o non credere che il segreto di Fatima è triste, è preoccupante ed enuncia fatti gravi che sono accaduti nella Chiesa e che non sono stati rivelati. Io, Gesù, quando ritornerò, vorrei trovare la mia Chiesa nuova, pulita. Mio caro Vescovo, tu dovrai cacciare dalla Chiesa, come ho fatto io i mercanti dal tempio, coloro che non amano l’eucaristia, che pensano solo al potere, ai soldi e ai piaceri illeciti. Cari figliolini, per ora la vita per voi è dura, difficile, perché il superiore più è in alto, più pretende di comandare ed imporre l’ubbidienza con il ricatto: questo non è giusto. Ricordate il messaggio: ubbidienza si, ricatto no"?[32]
Il 13 Maggio, Marisa in occasione del 51° anniversario dell’emissione dei voti perpetui, ha ricevuto gli auguri dallo Sposo Divino, dalla Mamma celeste e da quella terrena: nonna Iolanda. Gesù ci ha invitato a pregare, "affinché la dipartita di Marisa per il Paradiso avvenga presto. La vostra sorella può fare molto di più venendo su con Noi".
Per Marisa il pensiero della morte era così dolce ed allettante che ha voluto mostrare alla Madonna la foto della bara bianca che custodirà le sue spoglie mortali:
Marisa - Madonnina, portami via presto, ho già preparato tutto. Eccellenza, le posso dire che ho scelto anche la bara?
Vescovo - Sì, è la tua Mamma.
Marisa - Ho scelto anche la bara. Ti piace?
Madonna - Sì, Marisella, tutto ciò che fa il Vescovo è bello.
Il 16 Maggio a Marisa si sono manifestate le tre Persone Divine, sotto l’aspetto di tre Gesù, uguali e distinti. Gli angeli e i santi, alla cui testa c'era la Madonna, erano prostrati in adorazione e lodavano la SS. Trinità. Terminata la Teofania Trinitaria, Marisa ha goduto un altro fenomeno; poiché Gesù e il Vescovo sono un tutt'uno, Marisa ha visto lo Sposo Divino al posto del fratello e gli ha rivolto la domanda che ultimamente ripete spesso: "Quando mi porti via"?
Mons. Claudio ha sempre sentito come una spina nel cuore il calo dell’affluenza delle persone nel luogo taumaturgico, afflizione condivisa dalla Madre dell’eucaristia: "A Noi dispiace molto che in questo luogo, reso taumaturgico da tanti miracoli eucaristici, non vengano molte persone, perché sono state allontanate dai sacerdoti che hanno il potere e le hanno deviate da altre parti".[33]
La Madre di Dio ha evidenziato anche l’assurdo per cui la gente non viene dove appare Lei e va invece dove non appare più: "Voi sapete che non ci sono più apparizioni in altre parti, io sono solo qui con voi e cerco in tutti i modi di aiutarvi".[34]
Il 20 Maggio Luca e Oriana, due nostri giovani, hanno finalmente coronato il loro sogno d'amore. Tre giorni prima della celebrazione del matrimonio, la Madre dell’eucaristia ci ha invitato "a pregare per questi figlioli, anche loro hanno dovuto sostenere diverse battaglie".[35]
Quest'ultima espressione può essere interpretata in modo sbagliato, e allora ne diamo il giusto significato, per non attribuire a Luca e Oriana colpe che non hanno. Infatti sono stati le vittime di battaglie, dichiarate da altri e subite da loro.
La spiegazione di tale incresciosa situazione la troviamo nel Vangelo: "Non crediate che io sia venuto a metter pace sulla Terra, non son venuto a metter pace, ma spada. Son venuto, infatti, a metter divisione: l’uomo contro suo padre, la figlia contro sua madre e la nuora contro la suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me". (Mt. 10,34 - 37)
Si tratta di sentenze drammatiche, quasi implacabili, in cui la crudezza delle espressioni pone in risalto la gravità delle affermazioni.
Il vecchio Simeone ha definito Gesù Cristo "segno di contraddizione" (Lc. 2,34) nel senso che gli uomini si dividono a suo riguardo: o lo respingono e diventano colpevoli o lo accettano e diventano discepoli fedeli ai suoi insegnamenti. I membri della stessa famiglia possono dividersi e collocarsi su posizioni diverse per ciò che concerne la fede e la morale.
Se i figli vivono in grazia e i genitori in peccato o viceversa, l’unione familiare viene frantumata e l’unità spezzata.
Se i figli accettano le opere, i miracoli e gli interventi di Dio e i genitori li rifiutano, scoppiano in seno alla famiglia incomprensioni e intolleranze che possono rendere quest'ultimi persecutori di coloro che hanno generato: è quanto successo nella famiglia d'origine di una persona che si è sposata il 20 Maggio.
Questa persona ha subito in casa da parte dei genitori una violenta opposizione e ha udito frasi ingiuriose contro S.E. Mons. Claudio Gatti e Marisa Rossi.
I genitori che avevano fatto parte della nostra comunità si erano allontanati, perché smascherati dal Vescovo, e si sono vendicati spargendo maldicenze e calunnie nei riguardi suoi e della Veggente.
Sono arrivati a misconoscere l’origine soprannaturale dei miracoli eucaristici, di cui sono stati testimoni, a negare gli interventi di Dio, sollecitati dalle nostre preghiere, per sottrarre membri della loro famiglia al pericolo di vita ed evitare interventi chirurgici. Sono andati più volte in Vicariato ed hanno avvicinato molti sacerdoti per buttare fango contro il luogo taumaturgico. Hanno coinvolto altra gente in quest'opera nefanda che continuano a portare avanti con sempre maggior accanimento.
In questa famiglia, mancando l’amore, è subentrata la divisione, fomentata dal rancore e dal desiderio di vendetta.
Nonostante la difficile e grave crisi familiare, il matrimonio non ne ha minimamente risentito. Luca e Oriana sono stati sostenuti dall’amore paterno di Mons. Claudio e da quello materno di Marisa. Inoltre tutti i membri della comunità, specialmente i loro amici, li hanno accompagnati all’altare con affetto e gioia.
La Madre dell’eucaristia, come è avvenuto anche nei precedenti matrimoni, ha presenziato alla commovente cerimonia e ha steso il suo manto materno, per stringere in un unico abbraccio il Vescovo che celebrava, Marisa che fungeva da testimone e i due sposi che esplodevano di felicità.
l’applauso che ha accolto il loro "Sì' d'amore" è stato il segno tangibile di tutto l’amore che si respirava in basilica.
Per comprendere se le apparizioni sono di origine soprannaturale e i messaggi vengono da Dio, la Madonna ci ha insegnato che, oltre i criteri tradizionali, occorre che in essi si parli dell’eucaristia, della situazione della Chiesa e del clero.
Il 22 Maggio la Madre della Chiesa ha confidato ai due figliolini: "Dove sono i veri sacerdoti? Ogni volta che leggete il giornale o vedete la T.V. si parla sempre male dei sacerdoti; purtroppo è la verità e ci fa tanto soffrire!"
Per inciso ricordiamo che in quei giorni stampa e televisione parlavano della piaga della pedofilia tra i sacerdoti, scendendo anche in particolari scabrosi.
Il 24 Maggio ha detto a tutti i membri della comunità: "Oggi festeggiate Maria Ausiliatrice. C'è un po' di tristezza nel mio cuore, non per voi, ma per i Salesiani, che non sono più come i confratelli di una volta. Tra loro non c'è più preghiera, né amore vero".
Il 27 Maggio, festa di Pentecoste, S.E. Mons. Claudio Gatti ha amministrato il sacramento della Confermazione a Mauro, un ragazzo della comunità.
Marisa è scesa in basilica, anche se afflitta da dolori, per svolgere il ruolo di madrina. La Madre dell’eucaristia ci ha invitato "a pregare e ad aiutare Mauro, perché continui questo cammino con serenità e con lealtà" e rivolta al cresimando gli ha detto: "Noi del Cielo, caro Mauro, ti facciamo tanti auguri. Ormai sei soldato di Cristo ed io, la Mamma di Gesù, faccio gli auguri più forti, più grandi, più belli a te, ai tuoi genitori e a tutto il cenacolo".
La Madonna è stata presente al sacro rito e con il suo manto ha abbracciato Mauro e Marisa.
Il 28 Maggio 2007 Dio Papà, durante una teofania riservata a Monsignor Claudio e a Marisa ha annunciato che nella Chiesa era avvenuto un grande evento, del quale parlerà la Storia: "Eccellenza, figlio mio, in bilocazione hai ordinato 51 vescovi e 77 sacerdoti. Queste ordinazioni sono avvenute in tutti i continenti. La Madre dell’eucaristia ti racconterà i particolari".
Il 31 Maggio seguente la Madre dell’eucaristia ha parlato delle ordinazioni episcopali e sacerdotali a coloro che erano presenti all’apparizione: "Oggi sono andata dai vescovi e dai sacerdoti che tu, Eccellenza, hai ordinato in bilocazione; sono tanti. Erano tutti contenti, raggianti e luminosi. Cantavano, davano gloria a Dio e pregavano per te. Quando arriverà il momento, li rivedrai e ti renderai conto di cosa hai fatto di bello e di grande".
Prima che la Madonna parlasse pubblicamente delle ordinazioni episcopali e sacerdotali, il Vescovo ordinato da Dio non ne aveva fatto cenno con nessuno, ma dopo il pubblico annuncio della Madre dell’eucaristia ci ha raccontato alcuni dettagli di questo grande evento, unico nella Chiesa e avvenuto per intervento divino.
Il Vescovo ci ha comunicato che sono stati ordinati:
- in Brasile 4 vescovi e 6 sacerdoti;
- in Argentina 5 vescovi e 11 sacerdoti;
- nel resto dell’america Latina 5 vescovi e 11 sacerdoti;
- nella Repubblica Democratica del Congo 3 vescovi e 5 sacerdoti;
- nell’africa Centrale 4 vescovi e 5 sacerdoti;
- in altre nazioni di cui non ci ha fatto il nome 1 vescovo e 1 o più sacerdoti.
Ci ha specificato che in Italia non ha ordinato nessun vescovo e nessun sacerdote.
Monsignor Claudio Gatti non sa se a queste seguiranno altre ordinazioni episcopali o sacerdotali, sempre in bilocazione.
Tutte le celebrazioni delle numerose ordinazioni sacre sono avvenute alla presenza delle popolazioni locali, che si sono strette con affetto intorno al Vescovo ordinato da Dio e ai pastori, sui quali ha imposto le mani.
I vescovi e i sacerdoti ordinati sanno molto bene chi è Monsignor Claudio Gatti, e quali sono le missioni che in nome di Dio ha portato e sta portando avanti nell’interno della Chiesa. Sono pronti a raggiungerlo quando li convocherà a Roma.
Intanto svolgono il ministero sacro presso le popolazioni che sono state loro affidate, tenendo presente gli insegnamenti e i consigli che il Vescovo ordinato da Dio ha loro impartito. Possiamo concludere che tra Monsignor Claudio Gatti e i vescovi e i sacerdoti che ha ordinato in bilocazione, si è instaurato lo stesso rapporto affettuoso e rispettoso che ha caratterizzato quello intercorso tra Paolo e Timoteo e Tito.
Nella voce del nostro Vescovo sentiamo sempre una punta di commozione quando ci raccomanda: "Pregate per i miei vescovi e i miei sacerdoti".
Essi sono le primizie dei pastori che in futuro guideranno la Santa Chiesa e rappresentano la realizzazione della promessa di Dio: "Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi faranno pascolare con scienza e intelligenza". (Ger. 3,15)
Sperando di far cosa gradita ai nostri lettori, ora affrontiamo il discorso sulla bilocazione in modo più sistematico e dettagliato.
Tutto ciò che segue l’abbiamo attinto alle catechesi e alle confidenze del Vescovo Claudio Gatti e della Veggente Marisa Rossi che sono stati autorizzati da Dio a sollevare il velo su un mondo per gli uomini sconosciuto.
"Il Padre mio continua ad agire ed anch'io agisco" (Gv. 5,17).
l’affermazione di Gesù conserva inalterata la sua validità lungo i secoli. Dio agisce liberamente nell’interno della sua Chiesa ed opera come e quando vuole. Nessuno può imporre a Lui limiti o divieti; solo pensare questo significa offenderLo e peccare gravemente. Dio non deve chiedere a nessuno, neanche all’autorità ecclesiastica, permessi o autorizzazioni per realizzare i suoi disegni.
Cristo ha istituito i sacramenti, ma non è legato ad essi per raggiungere gli effetti sacramentali. Coloro che affermano che Dio non può ordinare vescovi o consacrare l’eucaristia si oppongono a Lui e diventano alleati del demonio.
Chi è l’uomo per pretendere di imporre a Dio delle regole nel Suo operare continuo?
l’autorità ecclesiastica deve limitarsi a riconoscere ed accettare l’azione di Dio; quando non è in grado di farlo vuol dire che non è unita a Lui.
Solo chi è sostenuto dalla grazia ed è guidato dallo Spirito Santo è in grado di riconoscere ed accogliere stupito l’intervento di Dio, qualunque esso sia.
Dio ha operato molte volte e in modi diversi nel luogo taumaturgico e ha concesso doni e carismi al Vescovo Claudio Gatti e alla Veggente Marisa Rossi; uno di essi è la bilocazione.
Dio ha l’ubiquità, cioè è presente ovunque, dappertutto, mentre l’uomo può avere la bilocazione, cioè essere presente, per intervento divino, nel medesimo tempo in due luoghi, anche molto distanti tra loro.
La bilocazione è consapevole o inconsapevole.
Chi ha il dono della bilocazione consapevole è cosciente di ciò che opera in due luoghi, anche se in stati diversi, riposa dove vive ed agisce dove è in bilocazione. La bilocazione consapevole è sempre legata al dono della veggenza. I veggenti sono persone che vedono, ascoltano, toccano, cioè hanno contatti fisici, sensibili, certificati dai sensi con Gesù, la Madonna ed altre persone del mondo soprannaturale. Chi ha il dono della bilocazione consapevole è sempre veggente, ma non tutti i veggenti sperimentano la bilocazione.
Invece chi ha il dono della bilocazione inconsapevole non si rende conto di ciò che Dio gli fa compiere, ma ne viene a conoscenza o per mezzo di locuzioni interiori o di persone che hanno il dono della bilocazione consapevole.
A questo proposito il Vescovo ha raccontato due episodi significativi che lo riguardano.
Il primo è avvenuto diversi anni fa in un santuario all’estero. Aveva finito di fare il ringraziamento dopo aver celebrato la S. Messa e si stava avviando all’uscita, insieme a Marisa, quando è stato avvicinato da una signora che rivolta a lui, dimostrando di conoscerlo bene, ha esordito così: "Che piacere rivederla, Don Claudio, devo ancora ringraziarla dei consigli che mi ha dato l’anno scorso, quando l’ho incontrata in questo santuario". Il Vescovo ha cercato di far capire alla signora che certamente lo stava scambiando con un altro sacerdote, perché era la prima volta che si era recato lì. Più Don Claudio si sforzava di ripetere che non si erano mai incontrati, più la signora insisteva nell’affermare il contrario. l’imbarazzante situazione si è conclusa quando Marisa gli ha sussurrato all’orecchio: "Dio ti ha mandato in bilocazione l’anno scorso in questo santuario per consigliare questa signora e altre persone bisognose di aiuto". A quel punto non è rimasto altro da fare al Vescovo se non salutare con un bel sorriso la signora e scusarsi di essersi dimenticato di averla incontrata.
Il secondo episodio è avvenuto a Roma. Il Vescovo e la Veggente erano appena usciti da un negozio di articoli religiosi, quando sono stati circondati da un gruppo di suore che con il sorriso stampato in volto, ricordavano la bellezza e la profondità degli esercizi spirituali che aveva predicato l’allora sacerdote Claudio Gatti a parecchie suore, appartenenti a istituti diversi. Nuovo stupore da parte del Vescovo che, però, a differenza della volta precedente, ha interrogato subito con lo sguardo Marisa che gli stava vicino e al cenno affermativo di quest'ultima si è limitato a dire di essere felice di averle incontrate di nuovo e di portare i suoi saluti alle altre consorelle.
Siamo a conoscenza che numerose altre volte il Vescovo è andato in bilocazione inconsapevole a svolgere attività e missioni che il Signore gli affidava.
Dio ha mandato Marisa in bilocazione da diversi ecclesiastici a Roma e fuori Roma. A quelli onesti e buoni ha rivolto parole di apprezzamento ed incoraggiamento, ai disonesti ed incalliti peccatori, rimproveri ed inviti alla conversione. Alcuni di questi ultimi hanno reagito in modo violento e volgare.
A volte Dio ha permesso al Vescovo Claudio di ascoltare e registrare ciò che Marisa diceva agli ecclesiastici, presso i quali era andata in bilocazione. Infatti Marisa, presente nella sua stanza in modo ordinario, ripeteva simultaneamente a voce alta quello che diceva in bilocazione a qualcuno. Chi ha il dono della bilocazione può anche non essere visto dalle persone alle quali è mandato da Dio a compiere delle missioni. Il che avviene per motivi di riservatezza, di prudenza e di sicurezza; per il momento non possiamo aggiungere altro.
Dio ha mandato in bilocazione Marisa dagli ultimi Papi: è entrata nel Palazzo Apostolico, vista solo dagli interessati e non dai collaboratori, per incontrare Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, ai quali ha comunicato i messaggi che aveva ricevuto e il Vescovo ci ha assicurato che al momento opportuno verranno conosciuti e diffusi.
Marisa, insieme alla Madonna e a S. Giuseppe, ha anche accompagnato e protetto Paolo VI e Giovanni Paolo II durante i loro viaggi apostolici. La Madre dell’eucaristia ha rivelato che la Veggente a Manila ha impedito che il colpo di pugnale, inferto a Paolo VI da uno squilibrato, gli provocasse una ferita pericolosa. E ancora in S. Pietro ha abbassato l’arma ad Alì Agca, in modo da deviare la traiettoria del colpo e impedire che centrasse il cuore di Giovanni Paolo II.
Inoltre ha assistito, non vista dai collaboratori, Giovanni Paolo II negli ultimi giorni di vita. Solo il Papa l’ha vista e ha colloquiato con lei col pensiero: Marisa sa perfettamente cosa ha pensato e tentato di pronunciare Giovanni Paolo II. Ha ripetuto più volte mentre le stringeva debolmente la mano: "Prega e soffri per la Chiesa. La Chiesa rinascerà dal sangue dei suoi figli, in modo particolare dal tuo e da quello del Vescovo ordinato da Dio che non ho potuto incontrare". Marisa ha accompagnato Giovanni Paolo II nella Casa del Padre insieme alla Madonna.
Sempre in bilocazione, è stata vicina diverse volte a membri della comunità. È andata ad assisterli mentre stavano subendo delicati interventi chirurgici o dovevano affrontare un parto che si presentava rischioso. Inoltre è stata vicina a molte persone in punto di morte; in questi casi si limitava a pregare insieme alla Madonna, affinché la persona potesse morire serenamente.
Dio dispone delle creature che hanno la bilocazione in modo libero e sovrano, e fa loro compiere missioni di altissimo valore e di grandissima importanza per la Chiesa.
Il Vescovo e la Veggente sono stati in bilocazione in molte nazioni, soprattutto in quelle devastate dalla guerra e duramente provate dalla fame, dalla sete e dalla mancanza di medicinali.
Sia l’uno che l’altra hanno adempiuto i compiti affidati. Monsignor Claudio ha battezzato bambini ed adulti, benedetto matrimoni, conferito la Cresima, ascoltato le confessioni, celebrato la S. Messa e distribuito l’eucaristia a persone che non avevano l’assistenza di sacerdoti. Marisa ha assistito i moribondi, sfamato i bambini, consolato le mamme e curato i feriti.
Alcune volte Dio ha concesso al Vescovo e alla Veggente di raggiungere il fiume Giordano, sulle cui rive li attendevano Gesù, la Madonna, S. Giuseppe e nonna Iolanda. Gesù pescava i pesci del fiume con le mani e li consegnava alla Madonna e a nonna Iolanda perché li cucinassero su un improvvisato braciere.
Il Dolce Maestro spostava agilmente dei grossi massi, ne levigava le asperità e ne ricavava dei comodi sedili. Infine, abbracciando il Vescovo, si allontanava per dialogare insieme a lui in un luogo appartato.
Anche Marisa approfittava del tempo necessario alla cottura del pesce per parlare con gli ospiti celesti e soprattutto per cantare con loro. Le voci si amalgamavano in modo meraviglioso. Quando i pesci erano cotti, la Madonna chiamava Gesù e Claudio, perché li raggiungessero. Prima del pasto Gesù benediceva il cibo ed i presenti cantavano inni e salmi.
Per esaudire un forte desiderio di Marisella, Gesù ha permesso ai piccoli nipotini: Jacopo, Samuele, Emanuele, Sara e Mariasole di essere presenti qualche volta sul Giordano in bilocazione inconsapevole.
I piccoli prima giocavano, gettando i sassi nel fiume, e poi al momento della preghiera pregavano con le mani giunte o allargate e lo sguardo rivolto verso l’alto.
Frequentemente tutti si sono spostati dal Giordano in altri luoghi della Terra Santa, legati alla memoria della vita privata e pubblica di Gesù: il più visitato è stato l’orto degli Ulivi.
Il Vescovo e la Veggente amano in modo particolare il Getsemani, dove Gesù ha inflitto a sé stesso la grande prova di non sentirsi amato dal Padre, ha sperimentato l’esperienza della solitudine, è stato tradito da Giuda, fatto prigioniero dai nemici e abbandonato dagli apostoli. Monsignor Claudio e Marisa continuano a vivere le stesse dolorose esperienze, nell’attesa che la situazione cambi per intervento di Dio.
La Veggente Marisa dunque ha il dono della bilocazione consapevole e il Vescovo Claudio quello della bilocazione inconsapevole.
Dio Papà ha detto che il Vescovo comincerà a rendersi conto, a vedere e sentire ciò che opera in bilocazione, alla morte di Marisa, quando la Veggente spiccherà il volo verso il Paradiso, accompagnata dalla Madonna, da S. Giuseppe, da nonna Iolanda, da altri santi e dagli angeli.
Anche il Vescovo Claudio si unirà a questo corteo celeste e accompagnerà la sorella in Paradiso, dove vedrà e sentirà ciò che Dio vorrà.
Dopo aver goduto l’esperienza del Paradiso, il Vescovo bacerà Marisa e tornerà sulla Terra per ultimare la missione finale che Dio gli ha affidato: far rinascere la Chiesa.
Per adempiere a questo compito Monsignor Claudio Gatti avrà bisogno di collaboratori onesti, pieni d'amore per Dio e le anime, pronti al sacrificio, distaccati dal denaro e non amanti del potere. Il Signore da tempo ha indicato al Vescovo i nomi dei cardinali e dei vescovi che l’affiancheranno nella grande missione. Inoltre ha comunicato i nomi di alcuni sacerdoti italiani e stranieri a cui il Vescovo ordinato da Dio conferirà l’ordinazione episcopale.
Più trascorrevano i mesi e più il Vescovo appariva provato e Marisa dolorante, l’uno e l’altra accusavano una sfinitezza impressionante.
Nei colloqui con Dio e con gli uomini la Veggente sempre più frequentemente esternava il desiderio di partire per il Paradiso. In una apparizione riservata ai due figliolini, la Madre dell’eucaristia li ha incoraggiati "a pregare, perché Dio si decida a prendere Marisella".
Gesù ci ha ricordato che: "Marisella è un'anima che Dio ha chiamato fin dalla più tenera età, è un'anima che ha molto pregato e sofferto per tutti, anche per coloro che non vengono più nel luogo taumaturgico. Grazie alla vostra sorella che ha sofferto moltissimo, molti uomini e donne sono entrati in Paradiso".[36]
Il nostro Vescovo ha sempre sofferto molto a causa dell’isolamento e del distacco che i confratelli hanno dimostrato nei suoi riguardi. Si è anche lamentato con la Madre dell’eucaristia, perché non accettavano le lettere di Dio. Per tranquillizzarlo la Mamma Celeste ha ricordato al figliolino che: "Molti leggono le lettere di Dio, anche i sacerdoti che dicono di non credere e di non voler venire in questo luogo: in realtà sono molto interessati a conoscerle".[37]
È triste dover riconoscere che l’unico luogo dove Dio si manifesta e la Madonna, S. Giuseppe, gli angeli e i santi appaiono, è sottoposto a dure condanne e soggetto a feroci persecuzioni, come ha evidenziato Gesù: "Avete avuto molto coraggio nel venire in questo luogo taumaturgico, così provato, combattuto e calunniato. Io, Gesù, vengo qui, la Madre dell’eucaristia viene spesso qui, e altri santi vengono ad aiutarvi".[38]
"Noi, Padre, Figlio e Spirito Santo, la SS. Trinità siamo venuti nel luogo taumaturgico, dove c'è un piccolo cenacolo, dove regna l’amore".[39]
Il 4 Giugno Massimo e Antonella, ultima coppia dei nostri giovani che dovevano sposarsi, sono diventati marito e moglie davanti a Dio e alla Chiesa. Prima della celebrazione del matrimonio è avvenuto un fatto prodigioso e significativo. Massimo, orfano di madre, aveva chiesto a Marisa di accompagnarlo all’altare. La Veggente, pur avendo accettato con gioia, era rammaricata dal fatto che, non potendo camminare, era costretta ad accompagnare il giovane, seduta sulla sedia a rotelle.
Mentre era in attesa, a fianco di Massimo, di entrare in Chiesa, ha visto improvvisamente davanti a sé il Vescovo che le ha detto: "Ti ordino di alzarti". Perplessa e confusa ha guardato il fratello con uno sguardo interrogativo; in quel momento le è apparso Gesù che le ha sussurrato: "Ubbidisci al Vescovo" e la Veggente, tra la meraviglia dei giovani che le erano vicini, si è alzata dalla sedia, si è messa sotto braccio a Massimo ed insieme si sono avviati alla porta della Chiesa. Lo stupefacente è che il Vescovo ordinato da Dio, nel preciso istante in cui ordinava a Marisa di alzarsi, si trovava davanti all’altare, dove stava attendendo l’ingresso degli sposi. Così, tra la commozione generale Marisa ha fatto l’ingresso in basilica, camminando al fianco di Massimo.
Poco dopo è entrata, raggiante di felicità, anche Antonella, accompagnata dal padre. Durante la celebrazione della S. Messa, Massimo e Antonella sono stati uniti in matrimonio dal nostro Vescovo.
La Madonna ha steso il suo manto materno sui due sposi, mentre recitavano la formula sacramentale.
Insieme alla Madonna erano presenti nonna Iolanda e Adriana, la mamma di Massimo, che ha detto a Marisa: "Ti ringrazio per quanto hai fatto per mio figlio. Continua a stargli vicino e dagli i tuoi saggi consigli".
Una volta in più il Vescovo ha sperimentato l’affabile e affettuosa paternità di Dio. Il medico aveva consigliato a Mons. Claudio di andare al mare per motivi di salute, ma l’interessato l’aveva escluso, perché Marisa sarebbe rimasta priva della sua assistenza. Dio Papà, per tranquillizzarlo, gli ha assicurato che, durante il periodo della sua permanenza al mare, avrebbe mandato nonna Iolanda ad assistere la figlia.
I mass-media hanno continuato a parlare della piaga della pedofilia tra i sacerdoti, con conseguente grave scandalo dei fedeli.
La Madre della Chiesa ha parlato apertamente di questo dramma: "Vi chiedo di pregare per la grave situazione, di cui hanno parlato la televisione e i giornali in lungo e in largo: anche troppo. Pregate, affinché tutto si appiani e la Chiesa sia ripulita e torni ad essere come nei primi tempi".[40]
Per la festa del Corpus Domini abbiamo allestito un baldacchino adornato con drappi preziosi e abbellito con fiori meravigliosi, sul quale il Vescovo ha intronizzato l’eucaristia che ha sanguinato. Quattro nostri giovani, ministri straordinari dell’eucaristia, hanno trasportato sulle spalle Gesù Eucaristia, in testa alla processione, per indicare che noi dobbiamo sempre seguire il Pastore Divino.
Gesù Eucaristia è entrato nella nostra basilica, passando sotto l’arco formato dalle bandiere e al suono delle trombe d'argento per sottolineare che il trionfo dell’eucaristia si è realizzato in tutta la Chiesa, e ci ha rivolto parole di apprezzamento e di ringraziamento: "Grazie al vostro santo Vescovo, avete imparato a conoscermi e ad amarmi. Mettete in pratica i suoi insegnamenti, non abbandonateli mai. Vi ringrazio della vostra presenza, vi ringrazio della bellezza che avete creato in questa piccola basilica. Ringrazio coloro che hanno collaborato nel preparare, chi in un modo e chi nell’altro".[41]
La Madre dell’eucaristia, invece, si è rammaricata di ciò che era avvenuto, in occasione della processione diocesana: "Durante la processione eucaristica di giovedì scorso, a me, la Mamma di Gesù, ha fatto molto male vedere che quando è passato Gesù, i presenti non hanno pronunciato neanche una piccola preghiera, e quando, subito dopo, è passato il S. Padre, gli hanno battuto le mani e gridato: "Viva il Papa". E Gesù? Gesù che è il Capo di tutti, il Sommo ed Eterno Sacerdote, che ci ha donato il suo corpo e il suo sangue, non conta nulla? Gli uomini devono far trionfare Gesù Eucaristia, adorarlo, amarlo, pregarlo. Questo devono insegnare il Papa, i vescovi e i sacerdoti".[42]
l’undici Giugno abbiamo celebrato l’anniversario del miracolo eucaristico, avvenuto nelle mani di Mons. Claudio Gatti: la sanguinazione dell’ostia dopo la consacrazione.
Oggi la nostra situazione è peggiore di quella di sette anni fa. Il Vescovo ha detto: "l’opposizione da parte dell’autorità ecclesiastica è aumentata, il distacco dei sacerdoti si è accentuato, la presenza dei fedeli nel luogo taumaturgico è diminuita, la salute è declinata e la spossatezza ha raggiunto livelli preoccupanti. l’anima geme, perché si sente abbandonata, il cuore è spezzato, a causa dei tradimenti di parenti, di amici, e ex membri della comunità, ma la fede in Dio, anche se soggetta a tante dure prove, resiste ed è incrollabile".
Per dimostrare quanto corrisponde al vero il lamento del Vescovo, è sufficiente narrare un doloroso e increscioso episodio.
Un noto esorcista, parlando telefonicamente a un membro della nostra comunità, ha sentenziato: "Tutte le cose che avvengono a via delle Benedettine sono balle e bufale". Inoltre non solo ha impedito all’interlocutrice di replicare alle sue calunnie, ma per impressionarla ha improvvisato una sceneggiata. Per farle credere che era sotto l’influenza diabolica ha gridato: "Chi interferisce? Sei tu, maledetto?" e ha cominciato a farfugliare parole incomprensibili.
Gesù è stato molto severo con l’esorcista e con i confratelli che praticano gli esorcismi, denigrano le opere di Dio e calunniano coloro, ai quali Dio ha affidato delle missioni: "Voi ormai sapete che molti sacerdoti non sono a posto, addirittura non lo sono coloro che hanno il compito di compiere esorcismi, ne approfittano per fare ciò che vogliono, parlano male e agiscono male. Ci sono sacerdoti esorcisti che sono indemoniati. Vi dico "Coraggio, non ascoltateli". Tutti sapete che molti sacerdoti non vivono in grazia: chi per un motivo e chi per un altro".[43]
Per allentare la morsa della preoccupazione e la tensione ai due figliolini, Dio Papà aveva loro rivolto questa raccomandazione: "Miei cari figliolini, quando andrete in vacanza, non parlate dei sacerdoti, della Chiesa e di nessun problema che vi possa far soffrire. Eccellenza, questo è un ordine: se mi ubbidirai, tornerai riposato".
Pochi giorni dopo Gesù ha dato lo stesso consiglio a tutta la comunità: "Invito coloro che vanno in vacanza a non parlare dei sacerdoti e dei parenti che hanno fatto soffrire, ma a giocare, a sorridere, a palare di Gesù e della Madre dell’eucaristia, lasciate stare tutto il resto a Dio Padre".[44]
La Madre dell’eucaristia ha fatto una precisazione che probabilmente farà molto discutere: "Quando parlai della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, dissi questa frase: "Non solo la Russia deve essere consacrata al Cuore Immacolato di Maria, ma il mondo intero". Voi lo avete fatto". Ricordiamo che il giorno 8 Dicembre 2006 S. E. Mons. Claudio Gatti, Vescovo ordinato da Dio, nella pienezza dei poteri datagli da Dio, ha consacrato tutto il mondo alla Madre dell’eucaristia.
Il 17 Giugno è avvenuto un episodio, dolce e commovente, che ci fa ulteriormente comprendere la familiarità e la confidenza tra lo Sposo Divino e la sposa umana. Lasciamo raccontarlo alla Mamma di Gesù: "Questa notte Gesù ha lavato i piedi e le gambe alla vostra sorella. Gesù, S. Giuseppe ed io, aiutiamo con tanto amore Marisella che soffre terribilmente da anni. Il dolce Maestro si è chinato su di lei, le ha lavato e fatto un massaggio alle gambe, ai piedi e poi l’ha girata un pochino sul fianco, per farla riposare meglio. Non ha dormito tanto, però quel poco le è bastato per sognare il Paradiso".
La Mamma più volte ci ha parlato della prostrazione e sofferenza dei due figliolini: "Io vedo due persone davanti a me molto stanche".[45] (n.d.r. Vescovo e Veggente)
"Marisella, la tua sofferenza è tanta, tanta, tanta. C'è molto bisogno della tua immolazione. Eccellenza, anche tu soffri moltissimo per tua sorella, però sei aiutato da Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo".[46]
Il 20 Giugno, anniversario dell’ordinazione episcopale di S. E. Mons. Claudio Gatti e compleanno di Marisa, Dio Padre si è manifestato ai due figliolini: "Marisella, ti faccio gli auguri per il tuo compleanno, ma gli auguri più importanti vanno al mio Vescovo. Io vi aiuterò, perché sono Dio e posso fare tutto. Manderò sempre la Madre dell’eucaristia e nonna Iolanda ad aiutarvi. Vi chiedo solo di avere fiducia. Coraggio, dimostrate a tutti il vostro amore, anche a quelli che vi hanno fatto molto soffrire".
Il 29 Giugno abbiamo celebrato solennemente la festa dei Santi Pietro e Paolo. La Madonna è venuta, accompagnata dai due grandi apostoli, patroni di Roma, e ci ha presentato S. E. Mons. Claudio Gatti come "il Vescovo più grande ed importante del mondo, perché è stato ordinato da Dio e non da altri vescovi o dal Papa".
Ci ha rivolto poi una domanda retorica, cioè una domanda che presuppone che coloro ai quali viene formulata ne conoscano già la risposta. Viene usata nelle conversazioni per agganciare gli ascoltatori e vivacizzare il discorso: "Chissà se ci sarà un secondo Pietro?"
Da anni noi sappiamo che ci sarà certamente e conosciamo colui che assumerà il nome del primo Papa. Invece non sappiamo se verrà eletto Papa secondo le disposizioni contenute nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II il giorno 22 Febbraio, festa della Cattedra di S. Pietro Apostolo dell’anno 1996, decimottavo del suo Pontificato. Il dubbio nasce dal fatto che potrebbe, se lo volesse, essere eletto direttamente da Dio, come è avvenuto per il primo Papa.
Noi pubblichiamo sul nostro sito Internet https://www.madredelleucaristia.it le lettere di Dio in italiano, inglese, spagnolo e francese, e siamo a conoscenza che da queste lingue vengono fatte traduzioni in altre lingue nazionali e dialetti locali. Possiamo affermare che le lettere di Dio sono conosciute in tutto il mondo, anche in piccoli villaggi sperduti tra i monti e le foreste e lontani dai grossi centri abitati.
Nelle lettere di Dio che vanno dal 1986 ai nostri giorni ci sono chiari e precisi riferimenti a colui che salirà al soglio pontificio col nome di Pietro e che dovrà far rinascere la Chiesa.
Anche gli oppositori e denigratori delle apparizioni della Madre dell’eucaristia e dei miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico conoscono le lettere di Dio e temono che si realizzino le profezie che vi sono contenute.
Dopo la Regina del Cielo hanno parlato il primo Papa e l’apostolo delle genti:
S. Pietro - Io, Pietro, dico a te, Claudio: sii forte, non aver paura di nulla. Se sei con Dio, niente ti deve mettere paura.
S. Paolo - Io, Paolo, ti ripeto la stessa raccomandazione di Pietro. Ho perseguitato i cristiani, li ho uccisi e quando Dio mi ha chiamato, ho risposto: Sì, vengo, o Dio, per fare la tua volontà. Coraggio Eccellenza, e coraggio a tutto il cenacolo.
Il 30 Giugno, accompagnati da due giovani e una persona adulta, il Vescovo e la Veggente sono partiti per Alba Adriatica, per un periodo di riposo e di cure marine. Si auguravano di trascorrere giorni sereni e distensivi, invece si sono rivelati duri e a volte drammatici.
Fin dal primo giorno della loro permanenza ad Alba Adriatica, il Vescovo e la Veggente si sono recati al mare, con la speranza di poter fare il bagno, ma l’impresa si è rivelata ardua e difficile. Infatti, anche se aiutata, Marisa si è affaticata molto a percorrere il tratto di spiaggia e di mare, prima di immergersi tra le onde: così nei giorni seguenti solo il Vescovo, accompagnato da un giovane, è andato al mare.
Per Marisa il periodo trascorso ad Alba Adriatica si è presentato irto di problemi di salute e di sofferenze.
Non è mai mancata la presenza della Madonna e l’aiuto di Dio che ha affermato: "Non dite che siete soli ed abbandonati, Noi vi stiamo aiutando, anche se non quanto voi vorreste. Eccellenza, ti abbiamo tolto un po' di stanchezza, altrimenti saresti crollato fisicamente. Sii forte. Il demonio ti sta tentando a tutto campo per farti abbandonare la missione. Tu sei il perno di tutto, se crolli tu, crollano tutti. Marisella, se non ti avessi aiutato, a quest'ora staresti buttata su un letto, distrutta dal dolore e priva di forze".
Il 6 Luglio Marisa si è improvvisamente aggravata e sarebbe certamente morta se non fosse intervenuta la Madonna: "Marisella, oggi saresti morta, se non ti avessimo aiutata. Quando Dio deciderà, Gesù, io, S. Giuseppe, nonna Iolanda, gli angeli e i santi verremo a prenderti e ti porteremo in Paradiso, dove sarai felice, canterai e pregherai per il Vescovo, i tuoi cari, la comunità, la Chiesa e coloro che hanno bisogno d'aiuto".
Per l’onomastico di Mons. Claudio, per la prima volta non c'è stata l’apparizione della Madonna: Marisa era talmente debilitata, che è rimasta tutta la giornata a letto.
Quando si è un po' ripresa, è apparsa la Madonna, alla quale ha chiesto: "Mi togli un po' di stanchezza?" La Madonna ha tranquillizzato i figli: "Io sono sempre venuta, non vi ho mai abbandonato, Eccellenza, tu riesci a fare i bagni, ma tua sorella non può fare niente. È una donna provata al cento per cento, è una donna chiamata da Dio per aiutare il prossimo. La sofferenza a volte fa perdere la testa e la calma, tanto i dolori sono forti".
Infine ha fatto un'affermazione che sembra sibillina, ma per noi è molto chiara: "Io, la Madre dell’eucaristia, sto con il Santo Padre, non con quel Santo Padre".[47]
Assistere alle sofferenze di Marisa è sempre un’esperienza toccante e sconvolgente. Concordiamo pienamente con il Vescovo quando dice: "Le cattiverie degli uomini della Chiesa e degli altri persecutori contro di noi mi fanno soffrire, le sofferenze di Marisa mi distruggono".
Ci siamo chiesti molte volte: "Perché Dio chiede ai suoi due figliolini continuamente tante atroci prove"? Nella comprensione di questo mistero non siamo stati aiutati dall’alto, perché la stessa nonna Iolanda ha detto: "Eccellenza, Marisella, se Dio vi chiede tante sofferenze, avrà i suoi motivi".
Quando il Vescovo andava al mare, la Madonna l’accompagnava e nonna Iolanda restava con la figlia per assisterla.
Mons. Claudio e Marisa erano talmente demoralizzati e sfiniti che non avvertivano la presenza soprannaturale, come ha riconosciuto la Madre dell’eucaristia: "Quando siete molto giù di morale, non vi accorgete della nostra presenza".[48]
Il 14 Luglio il Vescovo e la Veggente, accompagnati da alcuni giovani, si sono trasferiti in montagna a Villetta Barrea, nella stessa casa che li aveva ospitati l’anno precedente.
Erano sostenuti dalla speranza di trascorrere un periodo relativamente sereno e tranquillo, ma ancora una volta la speranza si è infranta contro la dura realtà.
In occasione del 36° anniversario dell’incontro fra la Veggente e il Vescovo e del compleanno di quest'ultimo, tutti i giovani che hanno potuto, hanno raggiunto i genitori spirituali, per celebrare con loro la duplice importante ricorrenza. La Madre dell’eucaristia è venuta, accompagnata da tutto il Paradiso, nonna Iolanda in testa, per fare gli auguri ai due figliolini "per i trentasei anni di sofferenza e di sacrificio, ma anche di gioia" trascorsi insieme.
La Madonna ha parlato loro a lungo; riportiamo solo alcuni brani di questo colloquio: "Dio per voi due sta preparando una festa in modo celestiale, come si festeggia in Paradiso. Miei due angeli, insieme avete salvato tante anime. Dio ha fatto tante promesse e, umanamente parlando, sembra che tutto quello che ha promesso si sia allontanato. Allora che cosa volete fare? Abbandonare tutto? Lasciare tutto? No, Eccellenza, non puoi lasciare tutto. Alcuni vescovi e sacerdoti sono stati già preparati e ordinati per lavorare con te. Dio spesso parla della tua solitudine e di mandarti dei sacerdoti, ma ancora non si vede nessuno. Non dubitate di Dio, arriverà il suo momento".[49]
l’apparizione è terminata con una meravigliosa esperienza: la Madonna si è manifestata in modo stilizzato ai presenti. La sofferenza non ha abbandonato Marisa neanche in questa importante circostanza: durante la celebrazione della S. Messa è stata assalita da dolori della passione talmente forti che è svenuta più volte.
Il 16 Luglio, dopo un’ennesima nottata in cui la sfinitezza ha raggiunto un’intensità impressionante, il Vescovo e la Veggente sono crollati. Hanno sentito l’accumulo di tutte le sofferenze, calunnie, tradimenti, persecuzioni e condanne subite nell’arco dei trentasei anni da parte dell’autorità ecclesiastica e di tutti coloro che li hanno colpiti e trafitti con una cattiveria così feroce che, per ammissione della Madonna, nessun santo del Cielo ha mai sperimentato. Schiacciati dal peso della croce hanno emesso gemiti e lamenti e si sono sentiti abbandonati da Dio; ma non hanno smesso di pregare ed hanno invitato gli adulti e i giovani presenti a recitare il S. Rosario davanti a Gesù Eucaristia.
Al termine dell’adorazione eucaristica è apparsa la Madonna e ha avuto con Marisa un dialogo che riportiamo integralmente, tanto mette a nudo lo stato d'animo del Vescovo e della Veggente:
Madonna - Non dovete prendervela con nessuno, vi ho detto che Dio farà ciò che ha promesso. Voi direte: "Ma quando arriverà questo momento? Quando finirà tutta questa lotta e questo parlare di Dio, che dice una cosa e poi ne fa un'altra?".
Marisa - Madonnina mia, io ho pianto tanto, ho sofferto tanto, come gli altri, ed ero indecisa se proseguire a fare quello che abbiamo fatto finora. Ormai sono trentasei anni che noi due continuiamo a percorrere questa strada di sacrificio, di sofferenza. Sei venuta, perché abbiamo recitato il Santo Rosario; non ti nascondo che l’ho recitato per il Vescovo. Mi ha detto: "Di' il Rosario, Marisa", ed io, in un primo momento ho detto no, poi l’ho recitato. Abbiamo pregato davanti alla tua statua. Sì, ti vedo, circondata di luce. Noi non sappiamo più cosa fare, se continuare a celebrare la S. Messa, se pregare e cosa dire a coloro che ci seguono.
Madonna - Marisella, dovete partecipare alla S. Messa. La S. Messa va celebrata; tutti devono celebrare o ascoltare la S. Messa e voi dovete essere i primi. Ho capito lo sfogo, so tutto ciò che è successo, ho rispettato il vostro pianto. Io avrei agito come voi, mi sarei comportata come voi, ma non trascurate la S. Messa, per carità! Non sia mai che persone come voi, come te e il Vescovo, trascurino la S. Messa.
Marisa - Senti, non so quello che farà il Vescovo, perché non ne abbiamo parlato, però, ragionando tra noi due, è stato preso in giro e parecchio; prima gli avete detto una cosa e poi ne avete fatto un'altra. Dio l’ha ordinato Vescovo per fare cosa? Cosa fa quest'uomo? Ditelo voi. Mi sapete spiegare che fa? Mi assiste, mi cura, mi custodisce. Questo è il suo lavoro? Lasciamelo dire, tanto la pensiamo tutti allo stesso modo. Lui lo fa volentieri, perché mi vuole bene, perché è un'anima buona, un'anima santa, ma è questo il suo ministero episcopale? È questo che Dio ha voluto?
Madonna - No, Marisella, non dire così; comprendere Dio non è facile.
Marisa - Se comprendere Dio non è facile, perché gli dobbiamo ubbidire? Perché dobbiamo fare tutto quello che vuole? Abbiamo sempre fatto quello che Lui ha detto, abbiamo ubbidito a qualsiasi ordine, ma non avremmo mai immaginato di arrivare a questa situazione. Io non sto più in piedi, non cammino più da sola, ho bisogno di tutto, e tutti devono aiutarmi, da sola non posso fare e disfare il letto, lavarmi, cambiarmi, prepararmi da mangiare e accudire a tutte le altre esigenze umane, non mi sembra bello questo. Ma, ancora oggi lo ripeto, se Dio ha deciso così, sia fatta la Sua volontà. Certo, non sono d'accordo. Perché ogni tanto mi fai vedere tanta luce che cambia continuamente di colore?
Madonna - Tesoro, io, il mio amato sposo, la tua mamma e alcuni santi siamo davanti a te.
Marisa - Perché non rispondi a quanto ti ho domandato?
Madonna - Io mi trovo nella tua stessa situazione. Dio fa tutto, Dio comanda, Dio decide, io posso solo ripetervi: "Non tralasciate la S. Messa". Non volete più raccogliere i fedeli intorno a voi? Non fa nulla, ma dovete celebrare o partecipare alla S. Messa, è l’atto di culto più importante, più grande. Vi ringrazio e vi benedico perché avete recitato il Santo Rosario a me, anche se, secondo voi, non lo meritavo. Tutto il colloquio è stato seguito da Dio. Vediamo cosa succederà.
Marisa - Aspetta un momento, non te ne andare, aspetta! Cosa diciamo agli altri giovani? I presenti hanno visto, hanno vissuto con noi, ma cosa diciamo agli altri?[50]
Al ritorno da un’escursione in macchina nel Parco Nazionale d'Abruzzo, il Vescovo, con tono scherzoso, ha ordinato a Marisa: "Alzati e cammina". La Veggente che ha bisogno d'aiuto per camminare, si è alzata agilmente dalla macchina e con passo sicuro è entrata in casa, tra lo stupore dei presenti.
Mentre cenavano molti personaggi del Paradiso sono venuti per far compagnia al Vescovo e alla Veggente. Ne citiamo alcuni: Gesù, la Madonna, S. Giuseppe, nonna Iolanda, il Vescovo Romero, i sacerdoti Agrestini e Ranalli e molti altri santi ed angeli.
Dopo cena al suono del tamburo percosso da una donna dell’eritrea, Marisa ha fatto diverse piroette; non succedeva dall’otto Luglio dell’anno precedente.
Il giorno seguente la Mamma ha ripreso il colloquio con la figlia.
l’ha iniziato ponendole una domanda: "Marisella, tu pensi che Dio non mantenga la sua promessa?" Tutti conoscono la sincerità che contraddistingue lo stile di vita di Marisa e nessuno può dubitare che quando parla esterna esattamente ciò che pensa; lo stesso avviene anche quando parla con Dio Papà, con lo sposo Gesù e con la Mamma Maria.
La risposta di Marisa alla domanda della Madonna riflette in assoluta sincerità il suo pensiero: "Sì, penso proprio questo, perché, da quando mi è stato detto che sarei morta e il Vescovo mi avrebbe accompagnato in Paradiso, sono passati anni. Perché Dio non ha mantenuto tutto ciò che aveva promesso e nulla si è verificato di quanto aveva promesso? Noi abbiamo sempre ubbidito: "Fate il vestito", e noi l’abbiamo fatto. "Fate il copriletto", e lo abbiamo fatto. "Trovate una bella bara bianca", e abbiamo ubbidito. "Eccellenza, prepara il libretto per il funerale", e il Vescovo l’ha preparato. Perché tutto è cambiato? Noi due abbiamo sempre eseguito quello che ci hai chiesto. Ora siamo molto stanchi e molto provati, continuare a vivere così è difficile. Perché Dio ci tratta così? Perché gli uomini cattivi hanno tutto, ogni bene e noi, che abbiamo sempre cercato di fare tutto quello che Lui ci ha detto, siamo trattati in questo modo? Cosa diremo ai giovani e agli adulti? Che Dio ci ha preso in giro"?
"No, non lo direte mai, perché io sono sempre con voi e sto attenta a ciò che dite. Io posso solo dirvi che Dio vi ama di un amore immenso".[51]
Molte volte Dio Papà, Gesù e la Madonna prima, durante e dopo questo periodo estivo, hanno intrattenuto il Vescovo e la Veggente in colloqui, dei quali non esistono registrazioni per motivo di riservatezza e prudenza.
Sappiamo solo che in quasi tutti, Marisa ha posto con martellante insistenza agli interlocutori del Paradiso le stesse domande: "Perché non permettete al Vescovo di svolgere nella Chiesa il ministero episcopale? Perché avete ordinato Vescovo Don Claudio se gli fate fare questa vita e lo tenete relegato in questo piccolo luogo"?
Ogni volta Dio Papà, lo Sposo Divino e la Madre dell’eucaristia hanno ricordato a Marisa ciò che il Vescovo fa in bilocazione: ordina sacerdoti e vescovi, battezza e cresima i fedeli, li unisce in matrimonio, confessa e amministra l’unzione degli infermi. Infine celebra la S. Messa ovunque, fa omelie e catechesi in ogni parte della Chiesa, parlando le lingue nazionali locali.
Le facevano capire che lavora nella Chiesa ed esercita il suo episcopato in tutto il mondo, più lui da solo che intere conferenze episcopali.
Tutto questo è avvenuto in bilocazione inconsapevole per S. E. Mons. Claudio Gatti. Inoltre non è colpito da alcuna censura nell’ordinare tanti sacerdoti e vescovi, perché è un'azione diretta di Dio che si serve a suo piacimento del Vescovo che Egli ha ordinato. Nessuno può proibire a Dio di fare ciò che vuole e non possiamo pensare di costringere Dio a sottostare al C.I.C. In futuro, quando la situazione lo permetterà, verrà conosciuto tutto ciò che il Vescovo Gatti ha compiuto in bilocazione; e quando arriverà dove Dio l’ha destinato, chiamerà a Roma i vescovi da lui ordinati. Ad essi si aggiungeranno gli altri che ordinerà in modo ordinario. Nella Chiesa inizierà una nuova successione episcopale. Tutti gli anelli della successione apostolica che lungo i secoli si sono mostrati deboli o indegni, verranno spazzati via dalla nuova successione divina, che ha Dio come perno e fonte del sacerdozio.
Nella nottata tra il 19 e il 20 Luglio il Vescovo e la Veggente hanno vissuto un momento drammatico. Mentre era a letto, Marisa è stata improvvisamente assalita da un dolore lancinante alle gambe che le ha strappato grida di dolore. Dopo averle praticato un’iniezione calmante, il Vescovo ha chiamato tutti coloro che erano presenti in casa, per invitarli a pregare per Marisa. Ma il dolore aumentava sempre più e Mons. Claudio ha supplicato la Madonna di intervenire. La Mamma non ha resistito all’invocazione del figlio e si è manifestata.
Una volta in più Marisa ha dato prova di pensare agli altri e non a sé stessa. Infatti ha chiesto di star meglio, ma perché "gli altri potessero andare a riposare".
Quando ha cominciato ad albeggiare, i dolori, per intervento di Dio, si sono calmati e tutti, sfiniti, ma rasserenati, sono andati a letto per riposare ancora un po'.
Dopo il pranzo, in un momento in cui il Vescovo e la Veggente erano soli, la Madonna è apparsa improvvisamente per riprendere il colloquio della notte, interrotto per la necessaria assistenza a Marisa.
Madonna - Mio caro Vescovo prediletto, se questa notte non ci fosse stato l’aiuto di Dio, Marisella sarebbe rimasta paralizzata a letto, senza poter muovere le gambe, gridando dai dolori. Siete talmente crollati e stanchi che non riuscite a capire quando c'è l’aiuto.
Vescovo - Non ce la facciamo più. Non vedi come ci stiamo distruggendo e come ci stiamo trascinando? Perché Dio Papà non ha ancora preso Marisella in Paradiso, così lei avrebbe goduto ed io mi sarei riposato?
Madonna - La decisione spetta a Dio.
Vescovo - Desideriamo ardentemente un po' di tranquillità e di riposo. Chiedo a te, che sei la nostra Mamma: Ci stiamo riposando in questo modo?
Madonna - No. Poco, non quanto desideravate voi e desideravamo Noi. Tu sai quanto anch'io sono stata male nei confronti di Dio. È la Mamma, la Madonna che ti fa una confessione. Nel vedere voi così ridotti c'è stato un momento, per me e nonna Iolanda, nel quale ci siamo lasciate andare, è durato poco, ci siamo riprese e voi avete riposato.
Vescovo - Dio mi punirà, se sono stato così polemico?
Madonna - Dio non punisce nessuno, Dio è buono. Voi, uomini, quando le cose non vanno, ve la prendete con Lui.
Vescovo - Allora accompagnerò sempre Marisella in Paradiso?
Madonna - Certo. Dio te l’ha promesso.[52]
Questo frammento di colloquio mette in evidenza l’affetto, la libertà e la sincerità che il Vescovo dimostra nei riguardi della Madonna.
La domenica seguente, la Mamma è apparsa prima della celebrazione della S. Messa ed ha esordito così: "Dovevo venire, altrimenti chi lo sentiva il mio Vescovo, il mio " I puntini saranno sostituiti dalla parola che la Madonna ha pronunciato e la sola Marisa ha udito, quando il Vescovo ricoprirà nella Chiesa la carica che Dio gli ha promesso.
La Madonna si è impegnata a proteggere sempre i nostri giovani da qualsiasi incidente o disgrazia e ne ha dato una nuova dimostrazione: "Una signorina stamane è caduta e se non ci fosse stato l’intervento mio, sollecitato da Dio che mi ha detto: "Vai, Maria, corri", avreste vissuto una triste giornata. Ringraziate Dio per la giovane figliola che si è salvata, perché poteva rimanere paralizzata".
Marisa, a nome di tutti, ha detto alla Madonna: "Non abbiamo parole per ringraziarti per aver salvato Paola".[53]
Il Vescovo ha chiesto a Dio che la dipartita di Marisa per il Paradiso avvenisse in una data, a parer suo, significativa ed importante. La Madre dell’eucaristia ha promesso: "Pregherò per la data scelta dal Vescovo" e ci ha assicurato che alla sua preghiera si era unito tutto il Paradiso.
Poiché la situazione di Marisa peggiorava di giorno in giorno, la Madre dell’eucaristia ha sollecitato le nostre preghiere: "La Veggente sta crollando, ma deve arrivare ad una certa data e non può andarsene adesso, deve restare ancora con voi".
Prima abbiamo evidenziato la spontaneità con cui il Vescovo si rivolge alla Madonna, ora vi facciamo constatare la sorprendente familiarità con cui Marisa parla a Dio Papà e alla Mamma Celeste.
Marisa - Tu, Madonnina, non hai mai dato stangate. Le da Dio, quando arriva e dice: Io sono Dio. Lo sai che gli ho chiesto se si era convertito? Però scherzavo, e Lui ha sorriso. Oggi non lo far venire, perché voglio stare solamente con te e nonna Iolanda. Questa sera se Dio vuole fare una scappatella, venga, lo accoglieremo a braccia aperte, noi amiamo Dio.
Madonna - Marisella, se tutti i veggenti fossero stati come te! Il veggente deve sacrificarsi, deve immolarsi, deve diventare martire, ostia vivente, come te. Io mi diverto quando vengo a parlare con te, perché tiri fuori quello che hai nel cuore, sei fatta così, devi dire quello che pensi. Sua Eccellenza nel dire la verità batte tutti.
Al termine del colloquio la Madre dell’eucaristia ha fatto un'affermazione che certamente susciterà molte polemiche che noi, per amore della verità, non possiamo censurare: "Oggi non ci sono più veggenti".[54]
Eppure si parla di apparizioni mariane in altre parti del mondo e continuano a girare messaggi attribuiti alla Madonna. La conclusione è una sola ed è triste: non sono vere.
Nel silenzio e nel nascondimento Mons. Claudio e Marisa hanno continuato ad immolarsi per la rinascita della Chiesa.
A volte la Madonna, nel vedere i due figliolini trafitti dalla pena e dal dolore, non riusciva a pronunciare neanche una parola come Lei stessa ha confessato: "Figlio mio, anche se non ti rispondevo, ascoltavo le tue preghiere. Il mio cuore soffriva, non riuscivo a risponderti, a dirti nulla, a darti qualche parola d’incoraggiamento. Tu sai che ti sono sempre vicina".
Anche Dio Papà ha ripetuto spesso: "Io, il tuo Dio, ti sono vicino. Chi sa amare va incontro alla sofferenza. Marisella sta soffrendo moltissimo. Che cosa volete fare? Andate avanti".
Il figlio, assai stanco e provato, ha chiesto: "Mio Dio, quando finirà tutta questa sofferenza"?
Dio ha risposto con amore infinito: "Figlio mio, finirà, finirà; stai tranquillo".
La conclusione del colloquio non poteva essere più bella e commovente: "Ciao a tutti dal vostro Dio Papà".[55]
Nella notte tra il 27 e 28 Luglio Marisa si è di nuovo aggravata con dolori così tremendi che le causavano svenimenti a ripetizione. In più faceva fatica a respirare, aveva perso la vista e non riusciva a parlare.
Il Vescovo ha svegliato tutti e li ha invitati a pregare.
La situazione continuava a peggiorare e tutto faceva pensare che si stesse avvicinando la morte, ma Mons. Claudio sapeva che non era quello il momento della dipartita di Marisa.
Finalmente sono venuti Gesù, la Madonna e nonna Iolanda che hanno aiutato Marisa a superare il momento critico, pur lasciandole i dolori.
Non bisogna meravigliarsi se la natura umana qualche volta si è ribellata al peso schiacciante della missione e Marisa lo ha dimostrato quando ha chiesto alla Madonna: "Perché dobbiamo sempre soffrire? Ci sono tante persone sulla Terra che potrebbero prendere il nostro posto"!
"Tu credi, Marisella? Tu pensi che nel mondo ci siano persone che accetterebbero la tua missione e quella del Vescovo? No, non ci sono. Io vi chiedo ancora di armarvi di santa pazienza e di aver fede e fiducia in Dio".[56]
Non sempre però, di fronte alle dure difficoltà della vita, il Vescovo e la Veggente sono riusciti ad aver pazienza e a conservare inalterata la fiducia in Dio e l’hanno confessato alla Madre dell’eucaristia con semplicità e schiettezza: "Se devo stare qui fino alla fine d'Agosto, in queste condizioni, non ci sto; è meglio tornare a Roma. Io e il Vescovo abbiamo chiesto di trascorrere qualche settimana di felicità insieme, dei giorni di gioia: avete detto sì e poi cosa è avvenuto? Niente. Mi avete fatto una promessa tanto bella che poi non si è avverata. Cosa devo pensare? Almeno aiutate il Vescovo: anche a lui avete promesso tante cose e poi? Che cosa avete fatto per aiutarlo"?
La Mamma Celeste ha accettato lo sfogo della figlia e ha riconosciuto: "Hai ragione, Marisella, su tutto quello che dici, ma dobbiamo fare quello che Dio ordina".
Marisa ha anche posto spesso alla Madonna la domanda: "Quando pensate di portarmi via"? ma ha sempre ricevuto la stessa risposta: "Sono decisioni di Dio. Quando arriverà il momento, manderà me a dirti: Marisella, è giunta l’ora".
Coloro ai quali Dio ha permesso di sperimentare la felicità e la bellezza del Paradiso, provano una nostalgia struggente della Patria Celeste, come ha riconosciuto la Madonna: "Tu, Marisella, non sei una creatura della Terra, tu, secondo Dio, sei una creatura del Cielo, anche se vivi molto dolorosamente in un mondo che ti è estraneo".
Dio Onnipotente si è manifestato di frequente ai due figliolini per incoraggiarli a proseguire nella sofferta missione: "Sappiate attendere con gioia. Ciao a tutti dal vostro Dio Papà, come dice il Vescovo".[57]
Il Vescovo si è sempre straziato nell’assistere la sorella quando vive la Passione o è colpita da impressionanti sofferenze naturali e Marisa ha ripetuto di continuo al fratello: "Ti prego, non soffrire per me. Questa è la mia missione. Io ho accettato liberamente di soffrire".
Marisa non ha mai approvato che il Vescovo si tormentasse a causa sua e ha chiesto alla Madonna: "Perché lui deve soffrire tanto per me"?
La Madonna ha mostrato ancora il duplice ruolo di madre e di maestra nei riguardi dei due figliolini: "Marisella, dolce creatura del Cielo e della Terra, il tuo discorso fila dritto, ma per chi ti ama e ti è accanto da anni è difficile non poterti amare, e di conseguenza non soffrire. Ti ricordi quando la mamma era ammalata, quanto ti sei angosciata? Identica misura avviene ora per il Vescovo. Marisella, ti prego, quando vedi che il Vescovo sta giù e dice: "Sto male, perché tu stai male" abbi un po' di pazienza, accetta questo suo parlare. Sì, sta giù per te e per tanti altri motivi".
Anche nonna Iolanda ha invitato la figlia ad accogliere quello che le aveva detto la Madonna e ad avere pazienza quando vedeva demoralizzato il fratello. Ha affermato: "È un Vescovo molto provato".[58]
Molte volte Marisa ha chiesto alla Madonna di andare da Dio per supplicarlo di aiutarli e si è sentita rispondere: "Ogni giorno andiamo a parlare con Dio di voi e Dio dice: "Sono delle sante creature" ma non aggiunge altro".[59]
Mentre il Vescovo recitava una preghiera spontanea a Dio, in cui elencava tutte le tribolazioni sopportate da lui e Marisa nel portare avanti l’ultima e difficile missione affidata: far rinascere la Chiesa, sono venuti Gesù, lo Spirito Santo, la Madonna, S. Giuseppe e nonna Iolanda per ascoltare quanto diceva all’onnipotente.
Al termine della preghiera la Madre dell’eucaristia ha riconosciuto che quanto aveva detto il Vescovo "era giusto ed era vero" e ha affermato: "Anche Noi quando andiamo da Dio a chiedere qualcosa, parliamo in questo modo".[60]
Il primo Agosto Dio ha risposto con amore paterno ad una toccante supplica del Vescovo ed ha colloquiato con infinita dolcezza con la Veggente. La grandezza e singolarità della Lettera di Dio che riguarda l’ingresso di Marisa in Paradiso impone di riprodurla integralmente, affidando all’intelligenza e sensibilità di chi la legge la decisione di accettarla e comprenderla.
Dio Papà - Figlio mio, sapevo quello che avresti detto e l’ho preso in considerazione. Io vi amo. Sì, è vero, da molto tempo vi sto facendo attendere per prendere Marisella e portarla in Paradiso. Quando dico: "Il tempo si avvicina" intendo il Nostro, non il vostro tempo. Il tempo di Marisella si sta avvicinando, ma prima deve essere tutto preparato in Paradiso, perché il suo ingresso deve essere qualcosa di grande e di bello. Nessuno sa quello che Io, Dio Papà, sto preparando.
Tua sorella viene aiutata; soffre e soffre molto, non lo metto in dubbio, ma viene aiutata dalla Madre dell’eucaristia, dalla sua mamma e soprattutto da Me, che sono Dio Papà, che spesso invochi e a cui rivolgete delle frasi non molto belle, ma che Io accetto. Sappi che stiamo preparando in Paradiso qualcosa di grande e di bello che nessun uomo della Terra e nessun santo del Cielo può capire, neanche Marisella, perché per lei sarà tutta una sorpresa. Posso dirti che riguarda la realtà spirituale e materiale. Il suo vestito non sarà uguale a quello degli altri, perché deve presentarsi al suo sposo Gesù.
Lo so che ora la vita di Marisella è triste, dura e difficile, ma lei, col Nostro aiuto, riesce a superare tutte le sofferenze e le difficoltà. Ride, scherza e fa battute, anche se non le va, per non farti preoccupare e per amore dei presenti.
Oggi è sbottata a piangere, perché era piena, ed aveva appena sentito la sorella e i nipotini a cui è molto attaccata. Ama te più di ogni altra persona; ti ama profondamente e non vuole vederti soffrire.
Ricordati quello che ti ho detto: "Stiamo preparando qualcosa di grande e di bello, spirituale e materiale, per Marisella, quando andrà incontro al suo Sposo Gesù".
State tranquilli. Io vi voglio bene e vi amo immensamente. Credetemi. Vero, Marisella?
Marisa - Sì, però il Vescovo ed io soffriamo molto, perché di tutto quello che ci è stato promesso, fino ad oggi non si è verificato nulla.
Dio Papà - Voi non sapete cosa Dio Papà sta preparando per voi.
Marisa - Senti, Dio, te lo dico con tutto il cuore: se il Vescovo deve andare in Vaticano e soffrire come ha sofferto fino adesso, portalo via insieme a me, portaci via insieme. Non lo mandare in Vaticano, dove verrà trafitto da cattiverie e calunnie, come è avvenuto fino adesso. Tu, Dio, sai come stanno le cose in Vaticano e le hai raccontate anche a noi, per questo ti supplico: non mandarlo nella tana dei lupi, nel nido delle vipere.
Dio Papà - Marisella, prenderò in considerazione ciò che debbo fare. Adesso partecipa alla S. Messa e tu, Eccellenza, celebra la S. Messa come hai sempre fatto: con amore e sofferenza. Poi giocate.
Madonna - Io, Gesù, S. Giuseppe e nonna Iolanda siamo sempre con voi. Eccellenza, se hai qualcosa da dirmi, parla pure; poi chiuderemo questo incontro con un bel segno di croce. A te.
Vescovo - Ci mandi la rosa, come la scorsa notte, per riposare?
Marisa - Cara Mamma del Cielo, il Vescovo non ti ha chiesto niente di nuovo, ti ha chiesto una rosa senza spine, come ci avevi promesso. Facci riposare questa notte. Ci mandi la rosa?
Madonna - Vediamo quello che ha deciso Dio, Nostro Padre.
Marisa - Ciao, Dio Papà, manda un bacio al Vescovo. Aiutaci, ti prego. Siamo due creature che hanno bisogno del Tuo aiuto; aiutaci. Sono contenta di quello che state preparando per me in Paradiso, però, finché sto sulla Terra, aiutaci a riposare e a stare un pochino meglio.
Ciao a tutti. Vi mandiamo un grande bacio.
Le uniche notti dell’intero mese, in cui i due apostoli dell’eucaristia hanno potuto riposare, sono quelle che hanno visto l’intervento di Dio che mandava la Madre dell’eucaristia e nonna Iolanda a calmare in parte e temporaneamente i dolori di Marisa, per permetterle di dormire.
Le due mamme, la celeste e la terrena, si sedevano sul letto della figlia, pregavano con lei e l’abbracciavano finchè, come una bimba, si addormentava fra le loro braccia.
Mons. Claudio si è sempre comportato con la Madonna, come un figlio con la propria mamma. Si è rivolto a lei per chiedere consiglio su decisioni importanti che doveva prendere, ha sottoposto alla sua approvazione le lettere da inviare ai grandi e piccoli uomini della Chiesa, ha chiesto il suo giudizio su ciò che poteva far conoscere o doveva tenere segreto sulla storia della chiamata e sulle missioni che Dio aveva affidato a lui e a Marisa.
Il Vescovo ha supplicato la Madre dell’eucaristia, quando Marisa stava molto male, era assalita da tremendi dolori e aveva gravi difficoltà di respiro.
Le chiedeva cosa doveva fare e quali provvedimenti prendere; tutto questo risulta chiaramente leggendo le lettere di Dio del 3 - 5 - 8 - 9 -12 - 24 - 29 Agosto.
Nei primi giorni d'Agosto, sapendo di fare cosa gradita a Marisa, il Vescovo ha condotto la Veggente a Pescina, dove all’ingresso del paese, c'è una statua ad altezza naturale di S. Pio da Pietrelcina. Marisa ha chiesto di essere accompagnata davanti alla statua e in quel momento prodigiosamente, ha visto la persona del Santo. Dopo averlo abbracciato, ha dialogato con Padre Pio.
Marisa - Fratellone mio, aiutami, vedi quanto soffro?
S. Pio - Sorellina mia, la tua vita è molto più dura della mia. Le tue sofferenze sono più grandi delle mie. Coraggio, il tempo della tua permanenza sulla Terra si sta abbreviando. Noi tutti ti attendiamo in Paradiso.
Marisa - Ti raccomando il nostro fratello Vescovo.
S. Pio - Tutti in Paradiso preghiamo per il Vescovo ordinato da Dio, perché abbia la forza e il coraggio di portare avanti la missione.
Domenica, 5 Agosto, prima dell’apparizione della Madonna il Vescovo si è espresso in una lunga e spontanea preghiera. Ha raccomandato la Chiesa a Dio e ha descritto la sua attuale e critica situazione.
La Madre dell’eucaristia ha suggerito: "Vi chiedo di trascrivere la preghiera del Vescovo e consegnarla ai membri della comunità, perché è importante e bella; Dio l’ha gradita molto. Leggetela, mettetela in pratica e datela agli altri del gruppo, al cenacolo. Dio parla in lui, per questo fa delle riflessioni così profonde. Tutte le sue preghiere sono sempre ispirate da Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo". Come Pietro, Giacomo e Giovanni anche Marisa ha visto la trasfigurazione di Gesù. Lo Sposo si è mostrato alla sposa, come l’hanno visto gli apostoli ed è descritto nel Vangelo.
(Mt. 17, 1 - 9; Mc. 9, 2 - 8; Lc. 9, 28 - 36)
Gesù ha evidenziato che: "È un momento angosciante per la vostra sorella, di grande sofferenza; oggi oltre tutti i dolori naturali, ha avuto anche la passione. Sposa mia diletta, hai sofferto moltissimo, ma sei stata eroica, hai nascosto bene il tuo patire e i dolori che avevi. Io ero vicino a te. Io sono il tuo Sposo e tu sei la mia sposa".[61]
Nel giorno dell’anniversario della morte di Paolo VI e di nonno Aladino, il papà di Marisa, Dio ha permesso loro di essere presenti durante l’apparizione.
Poiché come ha sottolineato Gesù sono in Paradiso, Marisa li ha visti "giovani e belli".
I due genitori spirituali hanno sempre particolarmente gradito che i giovani trascorressero con loro un po' di tempo perché solo allora riuscivano a mettere da parte la grande sofferenza che li straziava.
La gioia aumentava ulteriormente quando venivano a trovarli i nipoti e i nipotini, come ha riconosciuto la Madonna: "Il mio ringraziamento innanzi tutto va ai nipoti che, a turno, sono venuti a trovare gli zii. Quando questi miei due figlioli stanno per crollare, è bene che qualcuno li aiuti a portare avanti la loro missione lunga e dolorosa. Per questo la Madonna ringrazia voi e coloro che sono già venuti e tornati a casa".[62]
Il 15 Agosto 2007 è uno dei numerosi giorni, di cui il nostro cenacolo dovrà tramandare la memoria ai posteri: Dio si è manifestato ai due figliolini ben tre volte. La teofania più importante è avvenuta prima della celebrazione della S. Messa e alla presenza dei giovani che avevano raggiunto i due genitori spirituali per celebrare con loro la festa dell’assunzione in Cielo della B. V. Maria.
In questa occasione Dio Papà ha mostrato il Suo amore infinito permettendo loro di colloquiare con Lui con spontaneità, libertà e familiarità.
Nel leggere questo colloquio gli uomini possono riscoprire l’amore di Dio verso le sue creature ed imparare il modo per rivolgersi a Lui, senza paura.
Tutti possono raggiungere la franchezza, unita al rispetto, per parlare a Dio, se vivono in grazia, venerano la Sua Volontà ed hanno amore verso i fratelli. Il colloquio tra il Creatore e due sue creature è talmente bello e commovente che abbiamo deciso di riportarlo integralmente.
Madonna - Sia lodato Gesù Cristo, miei cari figli. Oggi, come ben sapete, è un'altra mia grande festa, l’assunzione di Maria SS. Quanti di voi saliranno a godere in Paradiso? Mi stanno festeggiando il Cielo e la Terra, ma gli uomini della Terra non mi danno soddisfazione, pensano più a sé stessi, a godere e a divertirsi. Voglio che preghino e che amino i fratelli, soprattutto coloro che soffrono. Io e il mio amato sposo desideriamo stare con coloro che mi vogliono bene. Adesso mi ritiro, perché viene Dio in mezzo a voi.
Marisa - Dio, perché ci fai tanto soffrire? Perché non ci aiuti a fare qualcosa di bello e di buono e non ci concedi le grazie che desideriamo? Il Vescovo ed io ti abbiamo chiesto di trascorrere l’ultimo periodo della mia vita con tranquillità, con gioia e in pace. Perché non ce lo concedi? Perché le nostre notti sono burrascose, anche se riusciamo a dormire poco? Senti, Dio, te lo chiedo con tutto il cuore; ma Tu ami noi due?
Dio Papà - Certo che vi amo. Tu pensi che sarei qui con voi, se non vi amassi?
Eccellenza, quante volte devo dirti che il mio amore per voi è infinito? Perché mi fai sempre le stesse domande, per cui devo darti sempre le stesse risposte? Io sono con voi, la Mamma è con voi, tutto il Paradiso è con voi. Quando invocate Dio Papà, Dio Fratello, Dio Amico, Io sono con voi. Non dovete dubitare. Lo so: non dubitate. Lo so, vi sto facendo attendere da molto tempo la morte di Marisella e il tuo trionfo, però, ti ripeto, stiamo preparando tutto. Tu vorresti sapere quando e come, il giorno e il mese in cui avverrà, ma non è possibile. Quando scoccherà l’ora, tu sarai il primo a saperlo, il primo a soffrire e a gioire, perché tua sorella salirà in Paradiso con la Mamma del Cielo. Non dovete dubitare. Dio Papà, Dio Fratello, Dio Amico, Dio Uno e Trino vi ama. Marisella, ti faccio stare in piedi, ma non puoi stare in ginocchio, tesoro, perché hai le gambe rovinate, le ossa sono mangiate internamente, per questo hai tanti dolori. La schiena, la testa, i piedi ti fanno male, ma oggi ti do la gioia di stare in piedi.
Marisa - Per quanto tempo?
Dio Papà - Ecco, un'altra che chiede il tempo.
Marisa - Me l’ha insegnato il Vescovo. Dio mio, aiutaci veramente, siamo a terra, il morale è a pezzi, siamo giù anche fisicamente. Ti prego di aiutarci.
Dio Papà - Non me lo chiedete più, perché Io vi sto aiutando. Vi supplico, credete a quanto vi dico: Io vi sto aiutando. Io sono il vostro Papà, perché non dovrei aiutare voi, miei figli? Ricordatevi: faccio ogni cosa al tempo opportuno. Pregate per i membri del cenacolo che sono lontani, soprattutto per gli ammalati; ci sono molti malati nella vostra comunità e so che pregate molto per loro. Ora siedi, Marisella, ti prego.
Marisa - Grazie, grazie, che mi hai fatto stare in piedi per onorarti. Quando Tu sei presente è molto bello inginocchiarsi o stare in piedi. Grazie. Dio, da parte mia ti prometto che cercherò di stare sempre su moralmente, che non sarò amareggiata, e tenterò di riprendermi fisicamente, però mi viene da piangere per i dolori, sono tanti. Senti, Dio, ma Tu hai mai avuto i dolori?
Dio Papà - No.
Marisa - Allora non puoi capire i miei. (Rivolta al Vescovo) È vero che non può capire come ce li ho io?
Vescovo - Non ha l’esperienza dei dolori, ma, poiché è Dio, conosce cos'è il dolore.
Marisa - Dice il Vescovo che non hai l’esperienza del dolore. Aiutaci, sembriamo due orfanelli abbandonati da tutti. Anche chi ci vuole bene, non può capire quello che stiamo passando. Dio Papà, aiuta mio fratello, ne ha tanto bisogno. Grazie.
Ci ha dato la benedizione ed è andato via.
Madonna - Miei cari figli, questo è il dono che vi avevo promesso: la venuta di Dio Padre in mezzo a voi. Vi ringrazio delle preghiere che fate durante la giornata, e soprattutto durante le escursioni. (N.d.R. passeggiate in macchina)
Marisa - Quali escursioni? Ieri mi sono rotta tutta.
Madonna - Il tuo sposo Gesù, il mio amato sposo Giuseppe, nonna Iolanda ed io vi amiamo molto. Vi tengo stretti al mio cuore e vi copro con il mio manto materno. Un bacio al piccolo Ismaele Maria. Un bacio ai bimbi che non sono presenti e a voi. Andate nella pace di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Sia lodato Gesù Cristo.
(Marisa, rivolta alla Madonna le dice)
Marisa - Senti, ricorda a Dio Papà quello che ci ha promesso. Pungicalo.
Vescovo - Si dice: "pungolalo".
(Nuova apparizione di Dio Padre dopo che si è scherzato sulla frase di Marisa).
Dio Papà - Stai pure seduta, Marisella. Vorresti pungolarmi?
Marisa - Sì, perché Tu sei troppo tranquillo, siedi sul Tuo trono, tranquillamente. Ho detto alla Madonna di venirti a pungolare. Ma perché sei tornato?
Dio Papà - Perché vi voglio bene e voglio stare ancora con voi.
Marisa - Grazie, vieni spesso allora. Ti piace questo? (Marisa mostra l’anello con i delfini) Sono due delfini, simbolo di fedeltà, uno sei Tu e uno sono io.
Vescovo - No, uno sono io e uno sei tu.
Marisa - Quando parla il Vescovo bisogna tacere ed ubbidire. Uno è lui e uno sono io. Noi ti saremo fedeli fino all’ultimo. Non solo la Madonna, ma faccio venire tutti i santi a pungolarti. Ciao, Dio, Dio Papà, grazie di essere venuto, ci hai fatto passare un po' di tempo in gioia. Speriamo che duri
Dio Papà - Il Vescovo deve avere più pazienza
Marisa - Ma lui ha ragione.
Dio Papà - Non ha ragione, perché vuole le cose cotte e mangiate, come dicono a Roma.
Vescovo - Non è vero.
Dio Papà - Lui deve aspettare il tempo che ci vuole.
Vescovo - Non voglio le cose cotte e mangiate.
Dio Papà - Eccellenza, Io non dico bugie.
Vescovo - Ma io chi?
Dio Papà - Io, Dio.
Vescovo - Io sto parlando a te (Rivolto a Marisa).
Marisa - Ma tu hai risposto a Lui, perché ha detto che vuoi le cose cotte e mangiate.
Dio Papà - Figlio mio, adesso fai il bravo, sii sorridente, sii brillante, se qualcuno non si comporta bene richiamalo e se persiste nel male, mandalo
Vescovo - Dove?
Dio Papà - Fuori, fuori.
Vescovo - Adesso chi è che parla, tu o Lui?
Marisa - Lui, sempre Lui.
Dio Papà - Se le persone non si comportano bene, se ti fanno soffrire, fuori, fuori, fuori.
Vescovo - Fuori dove?
Dio Papà - Da casa tua.
Vescovo - Posso sedermi, Dio Papà?
Dio Papà - Sì, sì, siedi pure, tesoro.
Vescovo - Possiamo parlare un momentino da padre a figlio?
Dio Papà - Sì, parla.
Vescovo - Dio Papà, Tu sai tutto quello che ho nel cuore, quindi non sto a ripeterlo, ti dico solo: ti sembra una vita umana possibile quella che noi stiamo facendo?
Dio Papà - Per gli altri no, per voi sì; la vostra è una chiamata molto grande.
Vescovo - Ma è possibile che siamo sempre circondati da sofferenza, da incomprensione, da cattiverie, da calunnie, dall’alto e dal basso!
Dio Papà - Perché le persone sono cattive. Ricordati che, da quando ho creato il mondo, l’uomo è stato sempre cattivo, cominciando da Caino e Abele.
Vescovo - Ma Abele era buono, i nostri Abele dove sono?
Dio Papà - Hai i giovani, sono metà Abele.
Vescovo - Ma loro hanno famiglia e il lavoro.
Dio Papà - Quando possono ti aiutano.
(Dio Padre aspetta che si cambi la cassetta alla videocamera che era finita).
Vescovo - Grazie della pazienza che hai avuto.
Dio Papà - Ho avuto la pazienza di ascoltare Marisa che giocava con Ismaele, ho avuto la pazienza di aspettare Fabrizio che cambiava la videocassetta; vi amo tanto che sarei capace di aspettarvi fino a stasera.
Marisa - Andiamoci piano, io voglio uscire.
Dio Papà - Adesso vi saluto, miei cari figli, e mi raccomando, abbiate fiducia in Me. Non vi preoccupate, verrò a trovarvi per stare con voi.
Marisa - Grazie, Dio, ciao.
Vescovo - Grazie.[63]
La Madonna ci ha spesso ripetuto che Dio non attende la dichiarazione dell’autorità Ecclesiastica per considerare una persona santa. Non ha bisogno del giudizio degli uomini e può dichiarare sante anche delle persone, che ancora vivono sulla Terra.
Per Dio conta il Suo giudizio e l’ha manifestato quando ha dichiarato: "Per noi il Vescovo è già santo. Anche tu, Marisella, sai che sei santa".[64]
Nonostante le dichiarazioni di Dio sulla santità dei due figliolini, costoro a volte si vedevano così pieni di difetti ed indegni di tanta predilezione di Dio, da temere di non andare in Paradiso.
Marisa l’ha confidato candidamente alla Madonna: "A volte io e il Vescovo abbiamo paura che ci perdiamo l’anima". La Mamma ha tranquillizzato il Vescovo dell’eucaristia e la Vittima dell’eucaristia: "No, Marisella, voi non perderete la vostra anima, perché, spiritualmente parlando, siete già in Paradiso".[65]
Ora raccontiamo un episodio dal sapore evangelico.
Il 19 Agosto Dio ha annunciato: "Marisella, questa sera ti porterò con me in una nazione che sta andando alla deriva". E la Veggente, insieme alla Madonna, a S. Giuseppe e a nonna Iolanda è andata in bilocazione in un paese africano per lavare, curare e sfamare i bambini.
Dall’africa sono andati al Giordano, dove sono stati raggiunti, sempre in bilocazione, dal Vescovo e dai cinque nipotini: Jacopo, Samuele, Emanuele, Sara e MariaSole. Gli sposi Maria e Giuseppe e nonna Iolanda hanno iniziato a preparare il braciere ed accendere il fuoco.
Quando è arrivato anche Gesù, ha visto che il fuoco non prendeva bene. Allora ha allargato il braciere, ha disposto meglio il legname da ardere e ha commentato: "Il combustibile deve respirare, altrimenti non prende fuoco".
Dopo che il fuoco aveva cominciato ad ardere, ha abbracciato Marisa e l’ha invitata a seguirlo: "Vieni, sposa mia, andiamo a parlare".
Poco dopo, è entrato nel Giordano, ha catturato con le mani dei pesci e li ha consegnati alle due mamme per farli pulire e cuocere.
Successivamente ha preso sottobraccio il Vescovo, dicendogli: "Ed ora andiamo a parlare noi, caro fratello, della situazione della Chiesa e del tuo futuro".
Il Capo della Chiesa e il Vescovo ordinato da Dio si sono allontanati per parlare liberamente, mentre Marisa ha raggiunto i nipotini sul greto del fiume ove si divertivano a tirare i sassi.
Quando ha ultimato la cottura del pesce, la Mamma del Cielo ha chiamato tutti: "Venite, figlioli, a mangiare".
Prima di mangiare hanno recitato il Padre Nostro, allargando le braccia ed elevando gli occhi al Cielo.
Gesù ha benedetto il cibo e augurato: "Buon appetito".
Mentre gustavano il pesce ogni bimbo ha mostrato il proprio carattere e temperamento. Jacopo e Samuele hanno pronunciato poche frasi e hanno ascoltato quello che dicevano gli altri. Sara e MariaSole ogni tanto tiravano la tunichetta a Emanuele per invitarlo a tacere, poiché parlava continuamente con Gesù.
Riproduciamo parte del colloquio tra il dolce Maestro e il piccolo per farlo gustare anche a voi.
Emanuele - Signor Gesù, sai come mi chiamo?
Gesù - Certo, tesoro, ti chiami Emanuele che significa "Dio con noi", ma chiamami solo Gesù.
Emanuele - Tu sei quel Gesù che sta nell’ostia?
Gesù si è commosso e ha versato due lacrime: "Sì. Quando ricevi l’ostia, io entro nel tuo cuoricino!"
Emanuele - Quando porti zia in Paradiso? Soffe tanto. Quando ero più piccolo ho visto il sangue sulla fronte, sulle mani e sui piedi.
Gesù - Sì, lo so che soffre tanto. Tu prega perché sia forte.
Emanuele - Sai, Gesù, che quando viveva nonna Iolanda ed io ero piccolino, le portavo i miei giocattoli per farla giocare? Quando non si sentiva di mangiare, io l’imboccavo; da me riceveva il cibo.
Infine dopo aver benedetto i presenti, gli abitanti del Cielo sono volati in Paradiso e gli altri sono tornati a casa propria.
Nella notte tra il 21 e il 22 Marisa è stata malissimo. La situazione della salute si è aggravata e sarebbe diventata critica se non ci fosse stato l’intervento di Dio, come ci ha informato la Madonna: "Ieri sera Marisella stava molto male, non ricordava più dov'era, non ci vedeva e non riconosceva nessuno. Sono venuta con nonna Iolanda, ci siamo messe accanto a lei per farla dormire ed ha riposato".
Il Vescovo ha mostrato la propria riconoscenza: "Grazie, lei dovrà partire per il Paradiso quando sta a Roma".
La Madre dell’eucaristia ha commentato: "Quando qualcuno di voi partirà e salirà in Cielo (la Veggente N.d.R.), ci saranno aiuti, conforto e miracoli. Chi rimarrà (il Vescovo N.d.R.) all’inizio sentirà la sofferenza che poi passerà e ricorderà le cose belle".[66]
In alcuni giorni i dolori della Passione sono stati particolarmente strazianti come ha confessato candidamente la stigmatizzata: "Da quando Gesù mi ha messo la corona di spine, soffro di più".[67]
Alla Madonna che l’invitava a soffrire "per il trionfo della Chiesa", la Veggente ha replicato "Perché non prendi subito me e fai volare sulla vetta della Chiesa il Vescovo Claudio Gatti"?[68]
Il 26 Agosto mentre il Vescovo ordinato da Dio confidava ad alcuni giovani: "Quando faccio le preghiere spontanee, vengono Gesù, la Madonna e nonna Iolanda" si è improvvisamente manifestato Dio Padre che ha detto: "Ed Io, Dio, non vengo? Volevo sentire parlare il Vescovo. Coraggio, Eccellenza, creatura del Cielo! Lo sai che non ti abbandono e che ti sono sempre vicino. Parla, dì quello che vuoi, brontola anche, stai tranquillo, Io non mi scompongo affatto".
Il due Settembre è iniziata l’agorà dei giovani a Loreto. Questa lodevole iniziativa che ha coinvolto giovani italiani e stranieri, però, ha lasciato molto a desiderare sul piano dell’assistenza religiosa. La preghiera che doveva essere l’anima dell’incontro giovanile non è stata sufficientemente coltivata.
Prima di tutto i giovani dovevano incontrarsi con Cristo e accogliere il suo invito a "ravvedersi e credere al Vangelo". (Mc. 1, 15)
Il Fondatore e Capo della Chiesa, il Messia e Redentore ha preso su di sé il compito di convertire questi giovani ed ha chiesto a Marisa di collaborare all’opera di salvezza con una sofferenza tremenda.
Tutto questo emerge chiaramente dalla lettera di Dio del 2 Settembre 2007, della quale riportiamo i passi più significativi e sconvolgenti, senza aggiungere neanche una parola di commento, poiché sono assai chiari. Ci limitiamo a far notare che la lettera di Dio è composta di due parti; nella prima Marisa racconta, per ordine di Gesù, la sua dolorosa esperienza mistica, nella seconda la Madonna continua il discorso fatto dalla Veggente.
Marisa - Prima che arrivi la Madonna devo dire qualcosa che forse non saprò spiegare bene, perché non ho un linguaggio sciolto come il Vescovo. Ho trascorso una nottata molto dura e difficile, ma sono stata anche molto aiutata da Gesù. Nonostante il suo aiuto, i dolori si sono fatti sentire in modo molto forte. Ho saputo che si sono salvate delle anime che vivevano da molto tempo in peccato mortale e molti giovani che erano a come si chiama il posto?
Vescovo - Loreto.
Marisa - Cristo che era in croce mi ha chiesto di soffrire tutta la nottata per il Papa. Io mi sono un po' ribellata e ho risposto: "Mi avevi detto che non dovevo più soffrire per i sacerdoti, ma per i laici, per i giovani e i bambini. Come mai adesso mi domandi questo"?
Gesù a testa china e con gli occhi pieni di lacrime mi ha detto: "Marisella, aiutami".
La sofferenza è stata continua e tremenda per tutta la notte. Ho avuto dei dolori che non auguro neanche al peggior nemico e che mi hanno tolto la vista. Sono stata cieca per parecchio tempo. I dolori aumentavano, le spine si conficcavano in fronte, i chiodi entravano nelle mani e nei piedi e ho detto a Gesù: "Sia come Tu vuoi", ho accettato. Non so se solo per questa notte o mi darà ancora altre notti di infinito dolore. Spero proprio di no perché non ce la farei. Forse non ve l’ho mai domandato, ma ora vi chiedo di pregare un pochino per me, perché abbia la forza di accettare tutto questo, perché mi sembra impossibile che prima Gesù mi ha detto di non dover più soffrire per i sacerdoti e poi mi ha addirittura chiesto di soffrire per Ratzinger. Vi ho raccontato cosa mi è successo questa notte con parole mie, perché non sono capace di parlare bene.
Vescovo - Devi soffrire per la sua conversione?
Marisa - Non mi ha detto niente, non so se è per la sua conversione. Gesù ha aspettato il mio "Sì" in ginocchio davanti a me, e io alla fine ho detto: "Sì". Penso che l’avresti detto anche tu.
Vescovo - Non lo so.
Marisa - Penso che chiunque avrebbe detto sì alla fine, perché come fai a dire no a Cristo in ginocchio, che piangendo ti chiede di aiutarlo? Come fai a dire di no? Ci ho messo un bel po' di tempo prima di rispondere, non ho risposto subito, ho pensato prima a tutti i nostri discorsi, e a quanto mi aveva detto Dio, che la missione della sofferenza per i sacerdoti era finita. Sono stata parecchio tempo a riflettere. Ma che deve riflettere un' ignorante come me! E ho detto sì".[69]
"Marisella, volevo che prima tu finissi il tuo discorso. È stato un discorso molto semplice, ma comprensibile; non ti preoccupare.
Miei cari figli, ciò che ha detto la vostra sorella si è ripetuto tante volte e continua a ripetersi. Anche ai miei tempi si presentavano queste situazioni. Io ero presa di mira perché ero a posto. Chi non era a posto era trattato bene, ma io e il mio sposo Giuseppe non eravamo trattati bene, specialmente dai nostri parenti. Quindi non vi dovete né allarmare, né preoccupare se il mondo continua ad essere così. Dio ha creato un mondo tanto bello, ha creato il mare, i fiumi, i fiori, le montagne e tutto ciò che è bello, ma l’uomo l’ha sporcato e distrutto. In che modo? Con l’orgoglio, con la superbia. Chi è umile viene bersagliato, e criticato. Chi è orgoglioso, chi abusa del potere, è trattato con rispetto. Ma voi combattete l’orgoglio e la superbia, coltivate l’amore verso tutti e aiutatevi a vicenda.
Io ne ho sentite tante nei miei confronti. Mi hanno criticato, perché avevo preso un uomo più grande di me o dicevano che l’avevo sposato perché era bello. Non sapevano che Dio mi aveva destinato questo santo uomo, questo santo Figlio per conservare la mia purezza, la mia verginità. Questo il mondo non lo comprende, non lo capisce. Se uno di voi si comporta bene, non viene compreso, viene giudicato male.
Voi pensate che tra gli apostoli non ci fosse gelosia? Sì, esisteva un po' di gelosia, però riuscivano a correggersi, ad amarsi e a volersi bene. Pensate forse che tutte quelle anime che correvano dietro a Gesù fossero discepoli fedeli e docili? No. Correvano dietro a Lui per interesse, per far vedere che erano con Lui; c'erano tante persone che non l’amavano.
Ma Gesù le fissava negli occhi e le amava tutte, come fece con il giovane ricco, che non comprese nulla. Quando Gesù gli ha chiesto di vendere tutti i suoi averi e di seguirlo, è andato via triste. Se Gesù vi chiede qualche sacrificio o qualche rinuncia, state tranquilli non vi chiede cose grandi, fatele, ditegli di sì. Lui ama tutti. Ama di un amore infinito il Vescovo, che qualche volta gli chiede: "Gesù, mi ami?". Sì, Gesù ama il Vescovo, ama voi giovani e gli adulti. l’amore vince tutto e vi porta in Paradiso.
Insieme al mio e vostro santo Vescovo, benedico voi, i vostri cari e i vostri oggetti sacri. Vi porto tutti stretti al mio cuore e vi copro con il mio manto materno. Andate nella pace di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Sia lodato Gesù Cristo. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".[70]
l’otto Settembre il Vescovo in una preghiera spontanea, prima dell’apparizione della Madre dell’eucaristia, ha fatto il bilancio delle ferie trascorse tra sofferenze e preoccupazioni.
Vescovo - Signore, Dio Uno e Trino, Dio Papà, Dio Fratello, Dio Amico, se dovessi tirare ora le conclusioni di questo periodo di ferie, dovrei dire onestamente che l’aiuto c'è stato, soprattutto durante le notti e in alcuni momenti d'emergenza di giorno, però non torniamo a Roma riposati, come speravamo. Siamo stanchi, nessuno di noi può dire di tornare a Roma rinfrancato. Marisa sostiene questo incontro con te, cara Mamma, solo per noi. Io non avrei voluto farlo perché so in quali condizioni è, ma mi fa piacere che tu sia venuta e soprattutto aiuti lei. Lo so che non bisogna fare domande, ma qualcuna che riguarda noi è legittimo farla. Come faremo ad iniziare il nuovo anno in queste condizioni?
Certo, come hai detto tante volte, se tu non ci avessi aiutato saremmo crollati, stesi sul letto, privi di forza, ma nelle nostre condizioni come è possibile lavorare e dare il meglio di se stessi? Mio Dio, io ti sottopongo questa domanda. Tu conosci anche tutti gli altri problemi di casa nostra, sai quanto sono gravi e difficili. Tutte le nostre croci, mio Dio, sono pesanti! Puoi togliercene qualcuna? Se non è questo il momento per risponderci, io attendo, dicci Tu quando e Ti ascolteremo, come abbiamo sempre fatto. Vorremmo gioire, dimostrare a tutti la nostra gioia e felicità, ma, come Tu vedi, Marisa è priva di forze ed io non riesco più a sopportare la nostra situazione, che mi sforzo di vivere nella preghiera e nell’abbandono a Te. Dio mio, quando finiranno le nostre sofferenze? Ho detto che non ho paura di lottare, sono pronto a lottare contro tutti i nemici, che sono tanti e potenti, come ha detto la Madre dell’eucaristia domenica, ma non ho la forza di resistere a certe situazioni familiari, che mi distruggono il fisico e mi lacerano l’anima. Tu hai detto che abbiamo convertito molte anime, soprattutto Marisa con le sue sofferenze, ha aiutato le persone della comunità a superare momenti difficili e critici e dato nuove energie alla Chiesa, perché possa rinascere e trionfare. Gesù, Tu hai detto: "Dopo che avete fatto tutto quello che dovevate fare, dite: siamo servi inutili", ecco, noi ci sentiamo servi inutili. Solo Tu, mio Dio, sei necessario, solo Tu, mio Dio, sei importante. Certo, se ci hai chiamati a vivere e a ricoprire delle responsabilità, vuol dire che hai fiducia in noi e noi cercheremo di meritarcela, però, mio Dio, aiutaci, e come gli apostoli, io non grido, perché non ho più forze, ma mormoro: "Signore, svegliati, perché altrimenti periamo". Comunque, mio Dio, a Te la lode, la gloria e l’onore per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Madonna - Ora rispondo al mio santo Vescovo a nome di Dio. Siete stati molto aiutati, le difficoltà erano grandi e numerose, perché Marisella non sta affatto bene. Ieri ho detto di non darle medicine ed è stata meglio. Domani rientrate in casa e questa povera creatura del Cielo non uscirà più. Chi la porterà fuori? Nessuno. Ci sono da fare le scale. Noi non possiamo guarirla del tutto, perché Dio ha deciso così. Ma l’aiuto le è stato dato, un aiuto da voi non riconosciuto fino in fondo, perché vedete la vostra sorella malata soffrire sempre, e soffre molto, molto. l’avete sentita mai lamentarsi per il dolore? Se qualche volta l’ha fatto, è perché anche lei è una creatura umana.
Marisella, il Cielo sta preparando qualcosa di grande per te, come già ti ho detto. Adesso stai pregando per Gigi Sabani e per Luciano Pavarotti, affinché vengano in Paradiso.
Il nostro santo Vescovo deve prepararsi per le alture stupende. È giusto quando dici che vorresti portarlo via con te. Umanamente parlando è giusto, perché sai che nei primi tempi soffrirà molto. Ma se lo porti via, chi sistema e fa rinascere la Chiesa?
Marisa - Tu e Dio. Scusa, mi è uscito dal cuore. Perché deve sistemare lui la Chiesa? Ha già sofferto tanto. Non ha fatto neanche un giorno di riposo. Fagli fare un bel po' di riposo, così si riprende e poi mandatelo alle alture stupende. Contento il Signor Dio? Chiediglielo se è contento.
Madonna - Marisella, Dio è contento di tutto, purché non facciate il male, purché non facciate il peccato. Sono i peccati che offendono Dio, non queste macchiette, queste birichinate che fai tu.
Marisa - Un momento, io non ho fatto la birichinata stasera, ho detto con tutto il cuore: "Tu e il Signor Dio mettete a posto la Chiesa", il Santo va a riposarsi ed io, spero, vengo in Paradiso presto, presto, presto.
Madonna - Anche qualcuno degli apostoli nel suo cuore diceva questo. Voleva morire, andare via, perché era stanco di sopportare tante sofferenze e le persone che parlavano male. Io ascoltavo ciò che dicevano, ma la decisione di portarli via la prendeva Dio.
Marisa - Madonnina, domani sarò a casa mia, che è anche casa tua. Vedi un po' che puoi fare? Di' al Signor Dio che io ho bisogno di tanto aiuto, perché se sto bene, il signor Santo qui presente, altro che santo subito, sta bene anche lui.[71]
Il 9 Settembre il Vescovo e la Veggente sono rientrati a Roma, con la speranza che il nuovo anno sociale possa segnare l’inizio degli interventi di Dio per la rinascita della Chiesa.
l’anno sociale 2007 - 2008 sarà l’anno del nostro trionfo? Deus scit!
Roma, 29 giugno 2008
A cura del Comitato Culturale del Movimento Impegno e Testimonianza - Madre dell’eucaristia
Qui sono citate le lettere di Dio da cui sono trascritti i brani riportati tra virgolette
[1] Lettera di Dio dell' settembre 2006
[2] Lettera di Dio del 10 settembre 2006
[3] Lettera di Dio del 10 settembre 2006
[4] Lettera di Dio del 14 settembre 2006
[5] Lettera di Dio del 24 settembre 2006
[6] Lettera di Dio del 15 ottobre 2006
[7] Lettera di Dio del 22 ottobre 2006
[8] Lettera di Dio del 24 ottobre 2006
[9] Lettera di Dio del 29 ottobre 2006
[10] Lettera di Dio del 4 novembre 2006
[11] Lettera di Dio del 9 novembre 2006
[12] Lettera di Dio del 16 novembre 2006
[13] Lettera di Dio del 26 novembre 2006
[14] Lettera di Dio del 30 novembre 2006
[15] Lettera di Dio del 14 dicembre 2006
[16] Lettera di Dio del 14 dicembre 2006
[17] Lettera di Dio del 21 dicembre 2006
[18] Lettera di Dio del 31 dicembre 2006
[19] Lettera di Dio del 31 dicembre 2006
[20] Lettera di Dio del 6 gennaio 2007
[21] Lettera di Dio del 7 gennaio 2007
[22] Lettera di Dio del 2 febbraio 2007
[23] Lettera di Dio del 3 febbraio 2007
[24] Lettera di Dio del 4 febbraio 2007
[25] Lettera di Dio del 23 febbraio 2007
[26] Lettera di Dio del 2 marzo 2007
[27] Lettera di Dio del 18 marzo 2007
[28] Lettera di Dio del 18 marzo 2007
[29] Lettera di Dio del 5 aprile 2007
[30] Lettera di Dio del 1° aprile 2007
[31] Lettera di Dio dell'8 aprile 2007
[32] Lettera di Dio del 13 maggio 2007
[33] Lettera di Dio del 18 maggio 2007
[34] Lettera di Dio del 18 maggio 2007
[35] Lettera di Dio del 17 maggio 2007
[36] Lettera di Dio del 1° giugno 2007
[37] Lettera di Dio del 2 giugno 2007
[38] Lettera di Dio del 1° giugno 2007
[39] Lettera di Dio del 30 giugno 2007
[40] Lettera di Dio del 8 giugno 2007
[41] Lettera di Dio del 10 giugno 2007
[42] Lettera di Dio del 10 giugno 2007
[43] Lettera di Dio del 15 giugno 2007
[44] Lettera di Dio del 15 giugno 2007
[45] Lettera di Dio del 16 giugno 2007
[46] Lettera di Dio del 24 giugno 2007
[47] Lettera di Dio dell'8 luglio 2007
[48] Lettera di Dio del 13 luglio 2007
[49] Lettera di Dio del 15 luglio 2007
[50] Lettera di Dio del 16 luglio 2007
[51] Lettera di Dio del 17 luglio 2007
[52] Lettera di Dio del 20 luglio 2007
[53] Lettera di Dio del 21 luglio 2007
[54] Lettera di Dio del 22 luglio 2007
[55] Lettera di Dio del 26 luglio 2007
[56] Lettera di Dio del 28 luglio 2007
[57] Lettera di Dio del 29 luglio 2007
[58] Lettera di Dio del 30 luglio 2007
[59] Lettera di Dio del 30 luglio 2007
[60] Lettera di Dio del 31 luglio 2007
[61] Lettera di Dio del 6 agosto 2007
[62] Lettera di Dio del 12 agosto 2007
[63] Lettera di Dio del 15 agosto 2007
[64] Lettera di Dio del 17 agosto 2007
[65] Lettera di Dio del 19 agosto 2007
[66] Lettera di Dio del 22 agosto 2007
[67] Lettera di Dio del 24 agosto 2007
[68] Lettera di Dio del 24 agosto 2007
[69] Racconto di Marisa del 2 settembre 2007
[70] Lettera di Dio del 2 settembre 2007
[71] Lettera di Dio dell'8 settembre 2007
È stato svelato integralmente il terzo segreto di Fatima?
Qual è l’interpretazione giusta del frammento del segreto svelato?
Le risposte sono accluse nella lettera che abbiamo scritto ai Cardinali di tutta la Chiesa e nei messaggi che Gesù e la Madonna ci hanno dato.
Signor Cardinale,
ci rivolgiamo a V.E. con amore e rispetto, coscienti di compiere un servizio importante, delicato e richiesto dall’alto: farle conoscere la verità sul terzo segreto di Fatima.
Ciò che le esponiamo è contenuto nei messaggi soprannaturali già dati alle stampe e diffusi sul nostro sito internet: www.madredelleucaristia.it e nei colloqui intercorsi tra Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo e la Madonna da una parte e il vescovo Claudio Gatti e la veggente Marisa Rossi dall’altra. Quest'ultima, a cui da molto tempo il terzo segreto è stato rivelato dalla Madre dell’eucaristia, recentemente l’ha comunicato al Vescovo, per ordine di Dio.
Noi non conosciamo la terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova d’iria-Fatima ai tre pastorelli, ma sappiamo che non è stata integralmente diffusa e fatta conoscere all’opinione pubblica. Il suo contenuto più importante e sconvolgente non è stato rivelato e se continuerà ad essere nascosto dalla competente Autorità Ecclesiastica, verrà fatto conoscere, nel momento stabilito da Dio, dalle persone a cui da tempo è stato affidato.
Inoltre l’interpretazione fornita prima dal Segretario di Stato il 13 maggio 2000 e successivamente dal Prefetto e dal Segretario della Congregazione della Dottrina della Fede il 26 giugno successivo è sbagliata. Poiché il frammento fatto conoscere della terza parte del segreto è una rivelazione simbolica, necessita di una illuminata interpretazione per essere compreso nei dettagli.
Chi meglio di Dio, autore del segreto, e della Madonna, che l’ha affidato ai tre pastorelli, può dare l’esatta interpretazione?
Dio e la Madonna in colloqui con il Vescovo e la Veggente hanno fatto conoscere l’esatta interpretazione. Essa è la seguente:
l’angelo che ha una spada di fuoco nella mano sinistra simboleggia la giustizia divina. Dio non può più tollerare la gravità degli innumerevoli peccati e sacrilegi che gli uomini continuano a commettere e sta per infliggere all’umanità peccatrice una serie di salutari castighi. La Madonna con la sua potente intercessione trattiene il braccio divino che si sta abbattendo sull’umanità e Dio fa sapere che l’unica strada per sospendere o attenuare i castighi è la penitenza.
Successivamente i veggenti hanno visto "un vescovo vestito di bianco ed hanno avuto il presentimento che fosse il Santo Padre", ma non hanno precisato quale Santo Padre fosse.
È legittimo chiedersi: chi è il vescovo che indossa l’abito bianco papale? Il Cielo ha dato la spiegazione: è colui che ha ricevuto l’ordinazione episcopale da Dio e non dagli uomini.
I veggenti hanno visto "altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna, in cima alla quale c'era una grande Croce". Costoro sono i pastori e i fedeli che vivono la missione della sofferenza nel portare avanti importanti compiti ricevuti dal Signore per il bene della Chiesa.
La visione prosegue: "Il Santo Padre attraversò una grande città mezza in rovina".
Questa è la Chiesa. Il Signore ci ha assicurato che la Chiesa non crollerà mai, ma noi sappiamo dalla Storia che satana e gli uomini suoi alleati continuano a tormentarla, a perseguitarla e a devastarla. La Chiesa oggi, per l’infedeltà dei pastori e per colpa dei fedeli, sta vivendo la crisi più devastante della sua Storia che supererà solo con l’intervento di Dio.
"(Il Santo Padre) pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino".
Poiché il peccato è la morte dell’anima, i cadaveri sono i membri della Chiesa, pastori e fedeli, che vivono nel peccato.
"(Il Santo Padre) venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono addosso vari colpi di arma da fuoco e frecce, allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni".
I soldati non rappresentano "la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani", ma una realtà molto più triste e dolorosa. Sono i membri della Gerarchia Ecclesiastica che lungo i secoli continuano a perseguitare, a condannare e a uccidere moralmente e/o fisicamente gli apostoli, i profeti, i santi e i carismatici suscitati e mandati dal Signore a compiere delle missioni nella Sua Chiesa.
l’uccisione del Santo Padre sulla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, ha un significato esclusivamente simbolico e un valore altamente morale.
Questa uccisione simboleggia la feroce persecuzione e le ingiuste condanne che il Vescovo vestito di bianco subirà da parte dei grandi e piccoli uomini della Chiesa che tenteranno, senza riuscirvi, d’impedirgli di realizzare la missione ricevuta da Dio: far trionfare l’eucaristia in tutto il mondo e far rinascere la Chiesa.
La visione dei "due angeli che raccoglievano il sangue dei martiri con un innaffiatoio di cristallo", conferma la dottrina della Chiesa che da Tertulliano a Giovanni Paolo II ha insegnato che "il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani" e che "la Chiesa continua a rinascere dal sangue dei suoi figli".
Il grande Paolo VI ha affermato che "il fumo di satana è entrato nel tempio di Dio" e noi aggiungiamo che sta avvolgendo in velenose spirali pastori e fedeli.
Noi amiamo la Chiesa e per lei offriamo continuamente a Dio le nostre preghiere e sofferenze.
Signor Cardinale, voglia benedirci e ci consideri nel Signore figli e fratelli affettuosi e deferenti.
Adulti e giovani del Movimento Impegno e Testimonianza Madre dell’eucaristia
Roma, 6 gennaio 2007
Festa dell’epifania del Signore
Roma, 28 gennaio 1999 - ore 17:00
Madonna - Perché il terzo segreto di Fatima non è stato ancora svelato? Sono passati tanti papi, ma perché nessuno lo ha svelato? Rivelare il terzo segreto di Fatima è fare la volontà di Dio. Non può un semplice sacerdote, una veggente o una qualsiasi altra persona dire il terzo segreto di Fatima, lo deve svelare il santo Padre. La Mamma aiuta anche il santo Padre, parla anche a lui. Il Papa non vuole svelare il terzo segreto di Fatima per non far preoccupare le creature, ma questo non è giusto. Una volta vi ho detto: "Il messaggio che vi ho dato oggi è la continuazione di quello di Fatima". Allora ho pronunciato queste parole: "La Chiesa si spaccherà in due e ci saranno cardinali contro cardinali, vescovi contro vescovi, sacerdoti contro sacerdoti". Io, quando porto il messaggio di Dio, so bene ciò che dico.
Roma, 12 maggio 2000 - ore 18:40
Madonna - Oggi, dopo tanto tempo, vi chiedo di pregare per il Santo Padre. Non vuole svelare il segreto di Fatima, lascia il compito al successore. Per questo pregate.
Roma, 13 maggio 2000 - ore 17:40
Madonna - Il segreto di Fatima non è stato svelato. Ognuno di voi nel proprio cuore sa cosa pensare e cosa dire. Piangere perché questo segreto non è stato svelato, non serve a nulla. Io invece vi invito a pregare, affinché colui che deve fare la volontà di Dio la faccia, ma il tempo passa. Gli uomini della Chiesa hanno detto che il terzo segreto di Fatima non è catastrofico. Se il terzo segreto non è catastrofico, ebbene, miei cari figli, io non so come definirlo.
Roma, 25 giugno 2000 - ore 10:45
Gesù - Adesso chiedo una preghiera particolare per la vostra sorella, perché se domani riveleranno il terzo segreto di Fatima in modo non esatto, lei dovrà andare dai responsabili e, credetemi, non è facile.
Roma, 26 giugno 2000 - ore 18:30
Gesù - Un giorno non lontano comprenderete quanto Gesù e la sua e vostra Mamma avevano ragione. I sacerdoti non si convertono, continuano a far del male e a rovinare la Chiesa, che non è loro, è mia. La Chiesa è di Dio e di coloro che amano. Qualcuno di voi vorrebbe sapere un po' di più del segreto, ma non è ancora il momento. I segreti sono segreti. Gli uomini della Chiesa hanno fatto del terzo segreto di Fatima una zavorra di parole e di bugie. Hanno umiliato l’uomo semplice e l’uomo intelligente, che amano.
Roma, 27 giugno 2000 - ore 18:40
Gesù - Pregate ancora per questo segreto che non è stato rivelato integralmente.
Roma, 22 febbraio 2001 - ore 17:05
Madonna - Il messaggio di Fatima non è stato rivelato integralmente, sono stati tolti i punti più importanti. Nessuno ha osato dire il segreto, neanche i papi. Diversi papi hanno avuto il segreto in mano e non l’hanno rivelato. Il segreto non consiste in ciò che hanno voluto far sapere. Sono passati molti anni e continuano ancora a falsificare il tutto.
Roma, 23 settembre 2001 - ore 10:40
Madonna - Ritorniamo al segreto di Fatima e ragionate. Quanti anni avete aspettato per conoscere il segreto di Fatima? Se non era brutto, perché l’hanno tenuto nascosto e non l’hanno rivelato? Quello che hanno rivelato, non è tutto il segreto. Se non era brutto non c'era nessun motivo di nasconderlo.
Roma, 28 ottobre 2001 - ore 10:40
Madonna - Miei cari figli, torno ancora a parlarvi del 1999. Quando sembrava che il vostro trionfo si stesse avvicinando, cominciai a parlare della grande prova di Dio. Voi non capivate e dicevate: "Se Dio ha promesso, Dio manterrà". Certo, Dio mantiene, ma prima doveva verificarsi la grande prova. Voi sapete come è arrivata. Ricordate quando gli uomini della Chiesa parlarono del segreto di Fatima ed io nella lettera di Dio dissi subito che non era vero ciò che avevano detto? Hanno cercato, anche in quella circostanza, di giocare con Dio in un modo negativo. Ora tutti si stanno rendendo conto piano piano che questo segreto non è stato rivelato. Invece i sacerdoti e i grandi prelati continuano a giocare con il segreto di Fatima, coinvolgendo anche la povera suor Lucia. Perché ormai è anziana, le hanno attribuito queste affermazioni: "Ho capito male, mi sono sbagliata". Questo dice la povera suor Lucia, per difendere i grandi prelati, i grandi uomini. Vi ricordate quando il cardinal Ratzinger, monsignor Bertone e monsignor Fisichella parlavano del segreto di Fatima? Molti di voi hanno pensato: "Ma se non era catastrofico, perché nasconderlo per tanti anni?". Dov'è la verità? Dove sta la verità? Soltanto il Papa e coloro che hanno letto la lettera originale di Suor Lucia la conoscono. Chi ha un segreto non può rivelarlo con molta leggerezza, come fanno tanti sacerdoti che affermano di conoscere il segreto di Fatima. Che cosa conoscono? Il segreto va mantenuto, finché Dio non decide di rivelarlo. La vostra sorella custodisce tanti segreti che le abbiamo affidato e tace; fin da bimba conosceva alcuni segreti e non ne ha mai parlato con nessuno, perché Dio le dà la forza e l’aiuto per non rivelarli.
Roma, 3 novembre 2001 - ore 18:40
Madonna - Perché non è stato rivelato il segreto di Fatima? I grandi e i piccoli uomini della Chiesa hanno mentito e ancora continuano a mentire. Il segreto di Fatima non è stato rivelato. La lettera di suor Lucia non è vera; quella povera donna non ha mai detto ciò che le fanno dire. Non può dire: "Mi sono sbagliata. Ho capito male", è come se la vostra sorella dicesse: "Non è vero che vedo la Madonna", per liberarsi da tutte le preoccupazioni, da tutte le sofferenze. A quella povera suora anziana e malata fanno dire tutto ciò che vogliono, perché è in clausura e perché deve ubbidire. Ricordate quando dissi: ubbidienza sì, ricatto no?
Roma, 9 febbraio 2003 - ore 10:30
Madonna - Ancora continuano a dire tante bugie sul segreto di Fatima. Vi considerano, miei cari figli, come se foste delle povere creature che non comprendono nulla. Se il segreto di Fatima era bello perché i papi non l’hanno rivelato? Perché questo Papa non l’ha rivelato? Ha fatto parlare Sodano, ha fatto leggere e commentare il segreto a Ratzinger, a Bertone e a Fisichella, ma quello non era tutto il segreto.
Se il segreto, come dicono, non era così brutto, perché non l’hanno rivelato nel lontano 1960 e anche prima? Questo loro modo di fare è tutto sbagliato. Il trionfo arriverà, per vari motivi tarda, ma arriverà e allora faranno "mea culpa" e chiederanno perdono, ma sarà troppo tardi.
Roma, 13 febbraio 2003 - ore 20:30
Madonna - Colui che ha gridato contro la mafia, perché non grida anche contro i massoni? C'è guerra anche tra i grandi uomini della Chiesa. Pur di tenere la popolazione calma e tranquilla, non rivelano il vero terzo segreto di Fatima, e sanno benissimo in cosa consiste. Questo a loro non interessa, perché vogliono soltanto conservare il potere. Intanto alcune anime soffrono il martirio per la pace nel mondo; Dio Padre tiene in conto tutto quanto.
Dio è pronto, ma non può, non può, non può fare ciò che voi volete, se i grandi uomini della Chiesa non fanno la volontà di Dio e i grandi uomini dello Stato non si convertono.
Roma, 16 febbraio 2003 - ore 10:30
Madonna - Ho seguito parola per parola ciò che il Vescovo ha detto ed è tutto vero. Il segreto di Fatima non è stato svelato, non è quello di cui hanno parlato i potenti uomini della Chiesa. Ciò che mi rattrista e mi fa soffrire è che le persone vengono trattate come se non comprendessero e capissero. I potenti uomini della Chiesa si permettono di dire ciò che vogliono e impongono a suor Lucia di dire ciò che essi vogliono, ottenendo l’ubbidienza con il ricatto. Il segreto non è quello che hanno dichiarato. Al momento stabilito lo rivelerò ai miei due cari figliolini. Perché questo segreto per anni e anni è stato custodito? Hanno prima imposto un silenzio di tomba sul terzo segreto di Fatima e poi improvvisamente l’hanno tirato fuori. Neanche il secondo segreto è stato svelato. Stanno manipolando il terzo segreto come vogliono e come fa loro comodo. Chi siete voi? Gli uomini della Chiesa vi considerano persone prive d’intelligenza. Se il segreto fosse stato bello, i papi l’avrebbero svelato subito; invece sono andati avanti per decenni in silenzio. Hanno pensato che gli uomini fossero insensati.
Dio vi ha creati insensati? No, gli uomini possono avere poca cultura, ma non sono privi d’intelligenza. Anche il più sprovveduto uomo della Terra comprende che il segreto non è quello che essi hanno rivelato. Pregate, pregate, perché questi uomini della Chiesa continuano ad imbrogliare tutte quelle persone che corrono ad ascoltare ciò che dicono. Miei cari figli, vi ringrazio ancora una volta per le preghiere. Ringrazio coloro che soffrono per la rinascita della Santa Chiesa. Speriamo che tutto avvenga dopo che avranno rivelato qual è veramente il segreto di Fatima; è molto importante.
Roma, 11 maggio 2003 - ore 10:30
Madonna - Ieri vi ho detto che ci sono cardinali, vescovi e sacerdoti che sono solidali con il nostro Vescovo. La solidarietà si sta allargando a macchia d'olio. Infatti oltre che scrivergli, parlano di lui anche con altri; alcuni di questi ascoltano, altri rifiutano. D'altronde che cosa diceva il segreto di Fatima? Ci saranno vescovi contro vescovi e cardinali contro cardinali; tante volte l’ho ripetuto anche a voi. Anche ciò che Dio ha operato nel luogo taumaturgico fa discutere gli ecclesiastici fra loro. A voi questo non deve interessare, ma dovete pregare, affinché lo Spirito Santo scenda su queste persone e capiscano fino in fondo dov'è la verità.
Roma, 26 ottobre 2003 - ore 11:00
Madonna - Il giorno stesso in cui il Santo Padre ha creato i nuovi cardinali, tutti i principi della Chiesa hanno cominciato a discutere tra di loro su chi doveva essere il nuovo Papa. Così si è intensificata la lotta tra i vescovi e i cardinali e il messaggio di Fatima continua ad avverarsi. Il segreto di Fatima non è quello che hanno rivelato, assolutamente no. Se fosse stato quello, ne avrebbero parlato molto tempo prima; dietro tutto questo rimandare e non svelare il segreto ci sono i grandi uomini della Chiesa.
Roma, 11 febbraio 2005 - ore 20:30
Madonna - Ricordati, Marisella, che anche se non sono a posto dovete sempre rispettare gli uomini della Chiesa. Dovete amare il Santo Padre, sapete com'è trattato. Chi gli dice una cosa e chi un'altra; i suoi collaboratori bisticciano fra di loro e non risolvono nulla. Dio sa quando e come chiamare il Papa. Ci saranno momenti molto duri e difficili, ci saranno lotte tra gli uomini della Chiesa; questo è stato preannunciato nel lontano 1917 ed è stato ripetuto molte volte da me in questo luogo taumaturgico. Questo non lo dicono. Il segreto di Fatima non è stato svelato.
Roma, 22 maggio 2005 - ore 10:30
Madonna - La situazione della Chiesa continua a peggiorare, gli uomini della Chiesa parlano in continuazione ed è difficile credere a quanto dicono. Quando uscirà fuori la verità del segreto di Fatima? Dovrà parlare Dio in persona per farla uscire fuori? Parlano del segreto di Fatima e non dicono la verità. Sembra che non hanno fiducia in voi piccoli uomini e vi prendono in giro. Approfittano di voi perché non siete altolocati, non siete dei grandi laureati, non siete dei grandi personaggi. Ho sentito spesso queste testuali parole: "Ma ci prendono per stupidi? Se il segreto non era brutto, se non era preoccupante, perché non l’hanno rivelato i passati papi?". Miei cari figli, gli uomini, anche se sono semplici, non sono stupidi, anzi a volte sono più intelligenti di coloro che hanno studiato tanto. Scienziati e teologi hanno studiato il segreto di Fatima, ma nessuno di loro ha capito che esso, se fosse stato bello, doveva essere rivelato per la gioia del popolo, per la gioia della gente. Vi invito a pregare, affinché venga fuori la verità.
Carissimi confratelli,
mi rivolgo con affetto a ciascuno di voi per farvi sentiti auguri di santità in occasione del 44° anniversario della nostra ordinazione sacerdotale. Approfitto anche dell’importante circostanza per condividere con voi alcune riflessioni che da tempo sto coltivando e che sono state stimolate da rivelazioni che le Tre Persone Divine e la Madre dell’eucaristia hanno manifestato a me e a Marisa. La maggior parte degli anni della vita sacerdotale è ormai alle nostre spalle, anche se credo che non è ancora arrivato il momento di intonare il "Nunc dimittis". Infatti abbiamo davanti degli anni che ci vedranno impegnati, se lo vogliamo, in un fecondo ministero sacerdotale ed episcopale.
Dio, che ogni tanto mi fa leggere il Suo quaderno, uso un’espressione di S. Pio da Pietralcina, mi ha rivelato i nomi dei sacerdoti ordinati nel lontano 1963, che riceveranno l’ordinazione episcopale "per mezzo dell’imposizione delle mie mani" (II Tim. 1,6).
Alcuni di voi mi stimano e pregano per la mia difficile e sofferta situazione, altri, mossi dall’invidia e dalla gelosia, nutrono verso di me indifferenza e diffidenza. Comunque tutti, lo dico con rispetto e comprensione, siete dominati dalla paura nei riguardi dei vostri superiori, che vi impedisce di prendere pubblicamente posizione in mio favore.
Coraggio, non abbiate paura di manifestare solidarietà verso chi è ferocemente perseguitato e più volte è stato ingiustamente condannato "dai grandi uomini della Chiesa".
Nei giorni: 24 Ottobre, 1° Novembre, 8 Dicembre, 25 Dicembre dell’anno passato, 200 milioni di anime, in diverse ondate, sono volate dal Purgatorio in Paradiso ed altri 100 milioni saliranno in date che Dio indicherà.
Nel primo gruppo, entrato nel gaudio eterno, erano presenti: nostri superiori e professori di Seminario, sacerdoti, vescovi, cardinali che abbiamo conosciuto e miei e vostri parenti.
Purtroppo molti altri ecclesiastici continuano la purificazione in Purgatorio e, peggio ancora, non pochi sono condannati per tutta l’eternità all’inferno.
Dio Padre ha sentenziato: "Gli uomini che parlano male del mio diletto figliolino Claudio Gatti, che lo calunniano e non credono che Io, Dio, l’ho ordinato vescovo, andranno all’inferno".
La Chiesa sta vivendo il momento più critico e cruciale della sua Storia. Chi l’ama, deve difenderla anche a costo di vedere compromessa la propria fama e in pericolo la propria vita.
Purtroppo la situazione della Chiesa peggiorerà ulteriormente e si verificherà un susseguirsi ed intensificarsi di lotte tra i membri del Clero. Se non mi credete, leggete ciò che ha scritto il card. Ratzinger, pochi giorni prima di essere eletto Papa, commentando la IX Stazione della Via Crucis: "Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della Sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso Egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di Lui! Quante volte la Sua Parola viene distorta ed abusata! Quanta poca fede c'è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c'è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della Riconciliazione, nel quale Egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella Sua Passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del Suo Corpo e del Suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Signore, spesso la Tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della Tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ci trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che Tu, essendo stato trascinato nella caduta della Tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu però ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi".
Dio interverrà per far rinascere la Chiesa ed imporrà al suo vertice colui del quale si parla nel frammento rivelato del III segreto di Fatima: il Vescovo vestito di bianco.
Col futuro Papa collaborerà qualcuno di voi? Deus scit.
Se vi foste informati, accedendo al nostro sito Internet: www.madredelleucaristia.it, ora avreste molti più elementi per conoscere l’attuale situazione della Chiesa.
Pregate per me, affinché il Signore mi dia grazia, forza e coraggio per fare fino in fondo la Sua volontà.
Sono consapevole dei miei limiti e per questo continuo ad attendere con fiducia, mista a paura, che Dio realizzi ciò che ha promesso. Vi raccomando ogni giorno alla Madre dell’eucaristia, perché vi protegga e vi tenga al sicuro sotto il suo manto materno. Vi auguro un apostolato sempre più fecondo, una vita sacerdotale sempre più santa e un'unione con Cristo sempre più intima.
Abbraccio fraternamente ciascuno di voi.
Roma, 9 marzo 2007
+ Claudio Gatti
Vescovo ordinato da Dio
Vescovo dell’eucaristia
P.S. Alla presente accludo la lettera che è stata inviata a 34 cardinali, 3 vescovi e 7 sacerdoti, i cui nomi sono stati indicati dalla Madonna. La maggior parte dei destinatari l’ha accolta con favore e letta con interesse. Inoltre ne hanno fatto molte fotocopie che hanno distribuito ad altri confratelli.
La lettera è stata consegnata a mano anche ad altri ecclesiastici, a suore e a laici dai membri della mia comunità ed è stata pubblicata sul nostro sito Internet.
Si può affermare che ha avuto un'ampia diffusione, anche all’estero, ed ha creato molto rumore, perché quasi tutti coloro che l’hanno letta, hanno trovato in essa l’interpretazione del frammento rivelato del III segreto di Fatima, esauriente e soddisfacente. Aggiungo un'ultima annotazione che mi ha fatto sorridere. Diversi potenti ecclesiastici, esclusi dall’elenco dei destinatari, hanno affermato di aver ricevuto la lettera direttamente da me, perché hanno sentito l’esclusione come un'umiliazione e un affronto alla propria dignità, carica e autorità.