Anno sociale 1997 - 1998
Storia delle apparizioni
Conoscete Gesù Parola, amate Gesù Eucaristia
"Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta", ripetiamo sempre ad alta voce durante la S. Messa dopo la consacrazione eucaristica; spesso senza renderci conto del significato di queste parole che nessuno ci ha spiegato.
La morte e la risurrezione del Cristo, il mistero pasquale, in modo misterioso, ma reale si attualizzano nella celebrazione della S. Messa: "Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato" (I Cor 5,7), "Cristo morì per i nostri peccati, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le scritture" (I Cor 15,3-4), scrive S. Paolo.
I fedeli e soprattutto i sacerdoti devono vivere il mistero pasquale: morire e risorgere come Cristo, morire al peccato, risorgere alla vita di grazia, verità che sempre S. Paolo insegna in modo chiaro e comprensibile: "Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo è stato risuscitato per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova" (Rm 6,4).
Con la sua sofferenza, passione e morte il Signore ci ha rimesso i peccati e ci ha resi figli di Dio, tanto da poter affermare con Giovanni: "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente" (Gv 3,1).
Gesù, unico Salvatore, ha voluto unire a Sé gli uomini nell’opera della salvezza; atto d’amore, di rispetto, di stima, di incommensurabile grandezza da parte di Dio, che degli uomini non ha bisogno, ma liberamente li chiama ad essere suoi collaboratori nell’attuare il mistero pasquale.
Come Gesù ha patito ed è morto per salvare gli uomini dal peccato, così gli uomini devono soffrire ed immolarsi per essere strumento di salvezza per i propri fratelli. Ecco il motivo per cui san Paolo scrive: "Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" (Col 1,24). Nulla manca alla passione di Cristo, ma il Salvatore ha voluto che ad essa si unisse il contributo della sofferenza dell’apostolo.
Vale per ogni cristiano, in modo particolare per coloro che hanno ricevuto da Dio il dono del sacerdozio, quello che vale per Paolo.
Don Claudio e Marisa, lo hanno ripetuto più volte Gesù e la Madre dell’Eucaristia, sono stati chiamati da Dio a svolgere una grande missione nella Chiesa e nel mondo. Non c’è dunque da stupirsi o scandalizzarsi se hanno incontrato sofferenze di ogni genere, se hanno bevuto il calice di una dolorosa passione che li ha portati alla morte il 1° aprile 1998 e che da allora ancora si prolunga…
Ma procediamo con ordine, dall’inizio dell’anno sociale 1997-1998, nella cronaca degli avvenimenti, rispettandone con assoluta fedeltà e verità tempi e significati.
La Madre dell’Eucaristia ha mantenuto le promesse, spesso dimenticate dai fedeli, confermando che "tutte le domeniche ero qui presente, ma alcuni, poiché mancavano il sacerdote e la veggente, non sono venuti. Io sono presente e vi aspetto qui, anche se i miei due figli non ci sono" e ha spiegato che "la veggente non può rimanere sempre nello stesso luogo e, malgrado la scarsa salute, deve andare dove la chiamano".
E i miracoli eucaristici si sono subito ripetuti!
La prima domenica di ottobre un’ostia grande e numerose piccole sono state messe nel tabernacolo dalla Madonna. Il tabernacolo era chiuso, solo Don Claudio ne conservava in un posto sicuro la chiave, eppure le persone che hanno aperto la cappella sono tornate di corsa dal sacerdote per comunicargli che il tabernacolo era aperto, nel suo interno c’erano le ostie e qualcuno aveva acceso la lampada del SS.mo Sacramento.
Gesù, apparso a Marisa poco dopo, ha suggerito l’intenzione per cui pregare: "Affinché ridiano al più presto la S. Messa" e ha raccomandato: "Non vi inorgoglite, non parlate male di coloro che vi hanno tolto la S. Messa, ma pregate e chinate il capo". Soprattutto il Signore ha voluto avvertirci che quando avremo di nuovo la facoltà di celebrare la S. Messa nella nostra cappella non dovremo lasciarci andare a toni di trionfalismo perché "questo non è il mio stile. Io tengo tanto alla semplicità, all’umiltà, alla generosità e all’amore verso tutti". Gesù ha terminato così il suo messaggio: "Coraggio a te, figlia mia, e soprattutto al sacerdote. Nel 1973 la Mamma disse a questi miei due cari figli: "La vostra missione è grande, è dura, è sofferta e alla fine resterete soli"". Questa profezia si è realizzata alla lettera.
La Madonna ha manifestato un nuovo motivo di sofferenza e di preoccupazione: "Marisella, stanno cercando in tutti i modi di staccarti da Don Claudio. Voi avete dato tanto amore e fiducia agli altri, forse, umanamente parlando, siete troppo buoni, troppo ingenui".
Il 9 ottobre Don Claudio e Marisa, accompagnati da alcuni membri della comunità, sono partiti per il Veneto, dove da molto tempo erano stati invitati.
Era stata assicurata l’affluenza di numerose persone, la presenza di diversi sacerdoti e la generosa disponibilità di alcune famiglie per accogliere il sacerdote, la veggente e tutti coloro che li accompagnavano.
Nonostante la scarsa capacità degli organizzatori, alla quale hanno supplito meravigliosamente alcuni volontari all’ultima ora, e soprattutto la dura opposizione dei parroci della zona, il giorno 11 ottobre si sono riunite per ascoltare la catechesi di Don Claudio e per partecipare all’apparizione della Madre dell’Eucaristia oltre cinquecento persone che hanno mostrato interesse, raccoglimento e partecipazione.
l’apparizione è avvenuta in un prato messo a disposizione da un abitante di Nove.
La Madre dell’Eucaristia dopo aver chiesto di fare una processione penitenziale "per la pace e per l’italia" ha riaffermato la validità del messaggio di Fatima e ha ricordato "che ci saranno momenti molto duri per la Chiesa e per il mondo. Correrete nelle chiese che allora saranno aperte, perché possiate andare in ginocchio da Gesù Sacramentato a chiedere aiuto e perdono a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo".
Invece quel giorno le chiese erano state chiuse alle persone venute da diverse zone per partecipare all’apparizione, durante la quale la Madre dell’Eucaristia ha detto: "Ogni volta le apparizioni comportano per coloro che sono scelti da Dio sofferenze che sono causate da parte di persone che hanno studiato e conoscono il Vangelo".
Il parroco di Nove aveva detto difatti a Don Claudio che, pur avendo presentato il celebret (documento ecclesiastico che certifica che il titolare è sacerdote e ha le facoltà per svolgere il ministero sacerdotale), poteva celebrare, ma da solo e a porte chiuse. Le persone venute per l’apparizione non potevano entrare in chiesa per partecipare alla S. Messa.
Don Claudio, davanti a questo grave abuso di potere, ha protestato energicamente e ha chiesto di parlare per telefono al Vescovo di Vicenza, dal quale - così sosteneva il parroco - era venuto l’ordine di sbarrare le porte della chiesa ai fedeli.
Il parroco ha replicato dicendo che il Vescovo non poteva essere contattato, perché era andato in pellegrinaggio in Terra Santa.
Don Claudio non ha accettato il sopruso di celebrare da solo e a porte chiuse e poiché aveva con sé i paramenti e l’occorrente per la S. Messa, ha celebrato alla presenza di Marisa, dei membri della comunità di Roma e di alcuni amici del Veneto in una casa privata; anche se per non suscitare reazioni negative nei riguardi del parroco non ha detto una parola alle persone convenute per l’apparizione.
Don Claudio e Marisa hanno pregato il Signore di operare un miracolo eucaristico nel luogo taumaturgico, anche se essi erano lontani da Roma. Gesù ha esaudito la loro richiesta; la Madonna ha portato l’Eucaristia che ha deposto nel tabernacolo, poi, apparendo a Marisa, le ha annunciato l’avvenuto miracolo.
Don Claudio ha subito telefonato a Roma e ai giovani ha impartito le disposizioni per il comportamento da tenere. Il tabernacolo è stato aperto e davanti all’Eucaristia tutta la comunità si è raccolta in preghiera ed in adorazione.
Nel viaggio di ritorno a Roma Don Claudio e Marisa si sono fermati per pernottare presso le Suore Francescane d’Ognissanti, alle quali la Madonna ha rivolto la raccomandazione di lottare contro l’invidia e la gelosia e di praticare la correzione fraterna. Ha trattato, inoltre, il delicato e sofferto problema delle vocazioni: "Voi vi accorgete che non ci sono vocazioni. Oh quante, quante madri ho visto piangere perché non hanno vocazioni. Pregate perché arrivino sante, vere vocazioni, persone che Dio veramente chiama e allora sarete più contente e amerete di più mio Figlio Gesù e me".
Il sacerdote e la veggente hanno sentito aumentare le difficoltà intorno a loro e Gesù l’ha confermato: "Il vostro lavoro spirituale è molto difficile, spesso il demonio cerca di ostacolarlo. Ovunque voi siate il demonio vi perseguita e quindi dovete combattere molto, molto più degli altri uomini della Terra, a Roma e fuori Roma, ovunque; ma Io sono con voi. Ci saranno tempi più duri per ricevere Gesù Eucaristia, ma voi non l’abbandonerete mai, mai". È sconvolgente l’ultima frase di questo brano, anche se a noi ancora sfugge il pieno significato.
La salute di Don Claudio, ma soprattutto quella di Marisa, ha ricevuto in continuazione nuovi colpi che l’hanno compromessa seriamente; i normali rimedi umani, dottori, analisi, medicine ed accertamenti non hanno dato buoni risultati. Del resto il Signore si è sempre servito di persone fragili o minate nel fisico per conservare e distribuire ricchezze incalcolabili e doni inestimabili.
La Madre dell’Eucaristia ha esortato caldamente i suoi figli a rispettare i comandamenti di Dio: "I comandamenti sono stati dati da Dio e vanno rispettati a costo della vita. Quanti peccati vengono commessi contro il terzo e il sesto comandamento e contro lo Spirito Santo".
In occasione del quarto anniversario dell’inizio delle apparizioni della Madre dell’Eucaristia in pubblico, il 24 ottobre, Don Claudio e Marisa hanno celebrato la ricorrenza con pochi intimi e in forma strettamente privata. Erano talmente schiacciati dalla sofferenza, stritolati da preoccupazioni e aggravati da tanti problemi che non hanno avuto l’animo per festeggiare. A tutto questo c’era da aggiungere la conoscenza della critica situazione della Chiesa e della realtà spirituale di tanti sacerdoti che provocava in loro un dolore tanto forte da prostrarli del tutto.
La Madonna ha rispettato lo stato d’animo dei due suoi figliolini e ha riconosciuto: "La sofferenza vi ha fatto toccare il fondo, ma non dovete distruggervi per coloro che hanno ricevuto tutto da Dio. Cosa vi rimproverate? Avete amato, vi hanno condannato e siete stati crocifissi. Avete visto quanti Giuda esistono ancora sulla Terra! Proseguite ad amare a denti stretti, anche se il pugnale continua a penetrare nelle vostre carni. Voi sapete quanti uomini della Chiesa, oso dire, sono bacati; di fronte alla gente si sentono grandi potenti, ma di fronte a Dio sono nulla".
Domenica 26 ottobre si è ripetuto il miracolo eucaristico: "Accompagnata dagli angeli e dai santi che davano gloria a Dio, ho depositato l’Eucaristia prima sulla pianta in casa per far compagnia ai miei due cari figli, poi sull’altare nella cappella, il mio gioiello; a me non costa niente prendere l’Eucaristia nei tabernacoli e portarla qui", ha detto la Madonna durante l’apparizione.
Il mese di ottobre si è chiuso con un triste annuncio: "Anche oggi la Madonna è triste, perché vogliono togliere l’Eucaristia. Nascondono le cose belle e mandano avanti le brutte. Inventano tante scuse per far sì che il giovane o l’adulto si allontani e non riceva Gesù". Questa denuncia della Madre dell’Eucaristia che Don Claudio e Marisa conoscevano da anni ha sconvolto i presenti; è meglio comunque conoscere la realtà per affrontarla nel modo giusto piuttosto che ignorarla e restare impreparati.
Il piano diabolico di abolire l’Eucaristia è andato avanti tra l’indifferenza e l’incoscienza generale e i figli delle tenebre hanno dimostrato di essere più furbi, preparati, potenti e attivi dei figli della luce. Ma nel momento in cui i figli delle tenebre saranno sicuri di aver riportato vittoria, Dio interverrà, butterà all’aria il piano diabolico e riporterà la Chiesa a nuova vitalità e splendore. Questo è il trionfo dell’Eucaristia annunciato molte volte da Gesù e dalla Madonna che avverrà entro quest’anno: 1999.
Dio ha compiuto un nuovo miracolo eucaristico il 1° novembre, festa di tutti i santi. Al mattino presto alcuni membri della comunità, entrati in cappella per adornare l’altare di fiori, hanno visto tre particole sulla statua di Gesù Bambino (che deve continuare a rimanere sull’altare per ordine della Madonna, finché non ci verrà restituita la facoltà di celebrarvi la S. Messa). Altre nove particole erano nel calice della statua della Madre dell’Eucaristia. Quando Don Claudio è entrato nella camera di Marisa, costretta a letto da una forte bronchite asmatica, per riferirle dell’avvenuto miracolo, l’ha trovata in adorazione, contemplazione e preghiera davanti ad altre particole depositate dalla Madonna sulla statua bianca. Via radio è stato trasmesso il messaggio della Madre dell’Eucaristia: "Il miracolo eucaristico che ogni domenica e ogni festa Dio compie fra voi avviene per dimostrarvi il grande amore di Gesù Eucaristia che ancora non è capito da tutti. Oggi l’Eucaristia non è amata come si dovrebbe". Il messaggio è terminato con questa raccomandazione rivolta a Don Claudio: "Auguri a te, mio caro sacerdote prediletto. Non tradire mai Gesù Eucaristia, resta con Lui, sempre". Don Claudio si ricorderà di queste parole il 1° aprile 1998, quando sarà messo dal Vicariato di fronte al dilemma: o rinnegare l’Eucaristia portata da Gesù e dalla Madonna nel luogo taumaturgico o essere sospeso a divinis.
Il giorno dopo, celebrazione dei defunti, siamo stati testimoni di un nuovo miracolo eucaristico: la Madre dell’Eucaristia ha depositato un’ostia grande e delle particole sull’altare della Chiesa. Poiché erano giunte notizie che affermavano che Maria, come Madre dell’Eucaristia, appariva in altri luoghi in Italia e fuori Italia, la Madonna ha precisato: "Appaio solo in questo luogo come Madre dell’Eucaristia. Dio ha scelto Roma, la città eterna, perché c’è il Papa e vuole che la Madre dell’Eucaristia trionfi sempre in ogni angolo della Terra".
La situazione spirituale dei giovani è triste e preoccupante in tutto il mondo, eppure a Roma, in una riunione di sacerdoti, sono state date delle indicazioni sui rapporti prematrimoniali che hanno sconcertato diversi presenti, i quali però non hanno avuto il coraggio di dimostrare dissenso ai superiori che le presentavano. Ecco perché la Madre dell’Eucaristia è intervenuta: "Quanti giovani non conoscono Dio e allora si buttano qua e là per soddisfare se stessi. Non conoscono il Vangelo, non conoscono l’importanza di confessarsi e di ricevere Gesù Sacramentato. È compito dei sacerdoti e dei laici preparati educare i giovani, insegnare loro a conoscere Gesù".
Ci siamo resi conto che mentre aumentano le persone che vengono da lontano, da fuori Roma, da fuori Italia, gli abitanti della zona, viceversa, non solo non vengono, ma mostrano indifferenza, prevenzione ed ostilità nei riguardi di tutto ciò che avviene nel luogo taumaturgico: "Vi siete accorti che gli abitanti di questa zona non vengono qui? Spiano dietro le finestre, controllano quello che accade e non hanno capito niente. Sanno che qui arrivo io, Madre dell’Eucaristia, sanno che ci sono stati miracoli eucaristici e non vengono, perché i sacerdoti hanno detto loro di non venire e loro ubbidiscono ai sacerdoti che non amano Gesù Eucaristia".
Il 7 novembre abbiamo fatto una veglia di preghiera che si è protratta per tutta la notte fino alle 7 del mattino seguente, cui hanno partecipato molti giovani e adulti: "In Paradiso ancora parliamo della veglia che avete fatto; è stata bellissima", ha detto poi la Madonna.
Quando è apparsa a Marisa, costretta a letto a causa della bronchite asmatica, le ha annunciato che, se e quando Dio Padre deciderà, le consegnerà un’ostia che dovrà mettere nell’ostensorio e accompagnata da Don Claudio, dai giovani e dagli adulti dovrà recarsi in Vicariato. A Marisa che le chiedeva: "Quando saremo arrivati in Vicariato, cosa dovremo fare?" la Madonna ha regalato solo un sorriso.
Marisa ha vissuto frequentemente la passione del Signore e quando si rinnovavano queste sofferenze mistiche era sempre presente Don Claudio, raramente qualche membro della comunità. Il nostro sacerdote ci ha confessato più volte che se è duro assistere ai dolori della passione, deve essere davvero atroce viverli.
Domenica 9 novembre altro miracolo eucaristico. La Madonna è entrata a porte chiuse e ha depositato tre particole su Gesù Bambino e tre nel calice della Madre dell’Eucaristia.
Don Claudio ha vissuto in modo particolarmente doloroso l’abbandono, il volta faccia, il tradimento di tanti confratelli sacerdoti e di molti Vescovi che sempre più frequentemente gli hanno rivolto accuse calunniose e perfidi giudizi esprimendosi con parole pesanti nei suoi riguardi. In un momento tanto doloroso la Madre dell’Eucaristia ci ha invitato a guardare la croce: "Vi ho insegnato a vedere sulla croce Gesù trionfante, non morente. Il trionfo arriverà, la gloria arriverà per coloro che hanno saputo aspettare". Non è una novità affermare che Marisa conosce per rivelazione il futuro del mondo e della Chiesa; il 10 novembre ha visto come in una sequenza cinematografica la morte di alcuni importantissimi ecclesiastici che al momento in cui scriviamo (15 febbraio 1999) sono ancora vivi.
La Madonna ha riconosciuto: "I sacerdoti non amano Dio e voi non dovete scandalizzarvi di questo, ma dovete pregare per i vostri parroci, i vostri viceparroci e per tutti coloro che hanno un grande titolo ed importante ruolo. Perché i sacerdoti non amano mio Figlio Gesù? Soprattutto non l’amano i grandi, coloro che hanno il potere".
Gesù si è lamentato dei sacerdoti e, rivolto alla sua sposa, l’ha implorata: "Portami tante anime sacerdotali. Coraggio, mia sposa, la passione non è finita per te. Sono pochi i sacerdoti che mi amano".
Gesù ha evidenziato anche il ruolo importante dei laici nella Chiesa di domani: "Miei cari laici, voi un domani dovrete sorreggere la Chiesa, aiutare i sacerdoti che amano Gesù Eucaristia, la Madre dell’Eucaristia e le anime".
I sacerdoti e le suore hanno intensificato la loro campagna di denigrazione nei riguardi di Don Claudio, accusandolo di essere ribelle alla Chiesa, anzi, di volerla spaccare in due. La Madre dell’Eucaristia che leggeva nel cuore del figlio sacerdote e sapeva che ciò che lo fa soffrire maggiormente è proprio l’accusa di danneggiare la Chiesa, è intervenuta per consolarlo: "È vero, Don Claudio, che senti sempre il mio aiuto anche se rumoreggia tanta tempesta intorno a te? Capisco, sai, è difficile, molto difficile accettare e amare anche coloro che fanno soffrire, ma con me devi farcela, perché sono la tua Mamma".
Il 23 novembre abbiamo celebrato l’anniversario dell’apparizione eucaristica avvenuta il 26 novembre 1996, festa di Cristo Re, definita dalla Madonna "la più grande e più ricca d’amore, la più gloriosa agli occhi di Dio, ma la più combattuta e la più umiliata dagli uomini". Di questo miracolo abbiamo parlato diffusamente nell’introduzione del libro dei messaggi "Prima imparate ad amare poi pregate", ora desideriamo umilmente ammettere che anche noi non l’abbiamo capito, perché "siamo duri di testa".
Marisa ha avuto tali sofferenze in questi giorni che ha chiesto alla Madonna di essere portata via. Ecco la risposta della Madre dell’Eucaristia: "Ti ricordi, Marisella, quando ti ho detto che per te era meglio morire, ma se restare sulla Terra serviva a qualcosa, dovevi rimanerci?".
Il mese di dicembre si è aperto con un significativo miracolo eucaristico. Era iniziato da poco, erano circa le tre del mattino e Marisa a causa dei dolori non riusciva a dormire e pregava, quando ha visto improvvisamente un lampo attraversare la sua stanza immersa nel buio. Ha chiamato Don Claudio che è accorso insonnolito e appena entrato, ha acceso la luce. La stanza era inondata di quel profumo particolare che avverte la presenza dell’Eucaristia, portata da Gesù o dalla Madonna. I due spontaneamente hanno voltato lo sguardo verso lo stendardo della Madre dell’Eucaristia che era stato consegnato il giorno prima e che provvisoriamente era stato collocato in camera di Marisa. Con stupore hanno visto una candida ostia appoggiata allo stendardo, esattamente sul calice. Dall’interno della particola doveva essere fuoruscito il siero per tenere attaccata l’ostia alla stoffa dello stendardo. Don Claudio e Marisa non hanno voluto svegliare gli altri che dormivano e si sono intrattenuti in preghiera e in adorazione per un po’ di tempo, poi sottovoce hanno eseguito canti eucaristici per dare lode a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo, a Dio Uno e Trino presente nell’Eucaristia.
Quando gli altri membri di famiglia si sono svegliati, hanno subito sentito il profumo eucaristico che ormai aveva invaso la casa e hanno capito che qualcosa di grande era successo durante la notte. Quando tutti si sono riuniti per le preghiere del mattino, Don Claudio ha raccontato quanto era avvenuto e ha invitato i presenti a recarsi davanti allo stendardo dove era l’Eucaristia per adorare Gesù, presente in corpo, sangue, anima e divinità sotto le apparenze del pane. Lo stendardo con l’Eucaristia è rimasto nella camera di Marisa e i giovani e gli intimi si sono alternati in preghiera davanti ad esso.
Da tempo Don Claudio aveva proposto ai membri della comunità e alle persone che venivano a pregare nel luogo taumaturgico di recarsi in S. Pietro per manifestare al Papa la nostra unione con lui e la nostra docilità a lui. Ha dato appuntamento a tutti il 7 dicembre 1997, prima domenica di Avvento, in piazza S. Pietro. Lo stendardo doveva essere inaugurato per il pellegrinaggio dal Papa, ma Don Claudio, dopo che vi era stata depositata l’Eucaristia, era incerto se portarlo ugualmente in S. Pietro, temendo che qualcuno vedendo la particola, potesse mancarle di rispetto.
Marisa ha manifestato questa paura: "Desideriamo sapere che cosa dobbiamo fare dell’Eucaristia, perché abbiamo paura che qualcuno possa ironizzare" e la Madonna ha risposto: "Quando Dio Padre dirà il da farsi, io te lo dirò subito".
Pochi giorni dopo è arrivata per mezzo della Madonna la risposta di Dio: "Non dovete continuamente chiedervi se recare o no dal Santo Padre l’Eucaristia che io ho portato. Dio ha fatto sì che Gesù Eucaristia fosse adagiato sullo stendardo. Perché toglierlo? Perché avere paura? Possono ironizzare, peggio per loro; possono prendervi in giro, lasciateli fare. Quando poi arriveranno i momenti duri, piangeranno, ma allora sarà troppo tardi".
Comunque la Madonna ha lasciato Don Claudio libero di decidere. Il nostro sacerdote naturalmente, come ha sempre fatto, si è abbandonato a Dio ed è stato felice di portare in S. Pietro lo stendardo con l’Eucaristia. La prima domenica di Avvento ci siamo trovati nella grande piazza provenendo da diverse zone di Roma. Erano presenti anche gruppi di persone provenienti dalla Lombardia, dalla Liguria, dal Veneto, dalla Sardegna, dalle Marche, dalla Sicilia, dalla Campania, da altre regioni d’italia ed anche dall’estero. Ci siamo collocati davanti alla finestra dalla quale si sarebbe affacciato il Papa ed abbiamo iniziato a pregare. Il folto gruppo era riunito intorno allo stendardo sul quale spiccava la candida particola. Abbiamo pregato ininterrottamente finché, puntuale come sempre, si è affacciato Giovanni Paolo II, accolto da noi tutti con uno scrosciante applauso. Marisa ha subito visto la Madre dell’Eucaristia vicino al Papa, che per due volte si è fermato in silenzio.
Terminato l’angelus Domini, il Papa si è ritirato e la Madonna ha annunciato: "Oggi ho fatto il mio ingresso in Vaticano e questo ingresso continuerà. Ho detto al Santo Padre dov’era l’Eucaristia ed egli l’ha adorata". La rivelazione che il Papa aveva adorato l’Eucaristia che la Madonna aveva trasportato nel luogo taumaturgico e aveva depositato sullo stendardo della Madre dell’Eucaristia ci ha commosso, ma soprattutto ci ha fatto sentire in comunione con il Vicario di Cristo e membra vive della Chiesa.
Questa giornata storica si è conclusa con una veglia di preghiera, alla quale hanno partecipato in profondo raccoglimento molte persone. La Madonna, come ha riferito Marisa, è rimasta a pregare e a cantare con noi per tutto il tempo e ci ha assicurato che "la storia della Chiesa parlerà della Madre dell’Eucaristia, di colei che chiude la storia e quando i grandi uomini lo comprenderanno si convertiranno. Essi già sanno, già conoscono, ma sono pronti a bersagliare questi miei due figliolini, a diffamarli, a calunniarli, anche se vivono in modo molto umile, semplice e riservato".
Il giorno dell’immacolata Concezione la Madonna ha depositato un’ostia grande nella manina di Gesù Bambino e cinquanta particole sull’altare. A Marisa che meravigliata vedeva "due Madonne", la Mamma del Cielo e della Terra ha spiegato: "Per farti capire, figlia mia, che l’immacolata apre la storia e la Madre dell’Eucaristia la chiude" e ha tracciato il cammino del cristiano: "Andate da Gesù che è la vera fonte e passate dalla sua e vostra Mamma".
Gesù è stato tradito molte volte ed anche Don Claudio ha conosciuto il tradimento consumato da confratelli e da persone che facevano parte della comunità. Per averne idea è sufficiente leggere i messaggi che la Madre dell’Eucaristia ha dato l’11 luglio e il 14 dicembre 1998.
Abbiamo iniziato la novena di Natale con la disposizione spirituale che ci è stata indicata dalla Madre dell’Eucaristia: "Lasciatevi tutto alle spalle e cominciate a fare l’abbigliamento a Gesù Bambino con i sacrifici e i fioretti. Cominciate a fare il vestitino, il cappottino, il berretto, le scarpette, i calzini e tutto ciò che può occorrere a un neonato. Sarebbe una grande gioia per Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo se faceste la novena in questo luogo taumaturgico; a voi la scelta".
Molte persone hanno presenziato alla novena con notevoli sacrifici personali per assecondare il desiderio della Madonna, perché prima partecipavano alla S. Messa nelle loro parrocchie, poi venivano nel luogo taumaturgico a pregare. La Madre dell’Eucaristia è apparsa tutti i giorni della novena e ha dato ogni volta importanti messaggi che ci hanno aiutato a ben prepararci spiritualmente al Natale, anche se questo, come ha detto Marisa alla Mamma del Cielo e della Terra, "è per noi ancora un Natale di prova e di sofferenza" perché l’autorità ecclesiastica non ha ubbidito all’ordine di Dio di far celebrare di nuovo la S. Messa nella nostra cappella e tante prove e tormenti hanno colpito in modo particolare Don Claudio e Marisa e non hanno risparmiato neanche i giovani e gli adulti della comunità. Il Signore, per consolarci della privazione della S. Messa nel luogo taumaturgico, ha operato durante la novena numerosi eventi prodigiosi. Un giorno, mentre Don Claudio stava parlando della trasfigurazione di Gesù, Marisa ha visto una scena meravigliosa: Gesù saliva lungo le pendici del monte seguito dai tre discepoli; a Pietro, che faceva fatica a salire e si lamentava dicendo: "Signore, io sono un pescatore e tu mi fai scalare le montagne", Gesù ha offerto la sua mano come aiuto e punto d’appoggio.
La Madonna per due volte ha trasportato l’Eucaristia nel luogo taumaturgico; la prima volta ha depositato sull’altare dieci particole, la seconda diciotto. È apparso Dio Spirito Santo sotto le sembianze di Gesù, ma con la colomba in mano, e ci ha invitato a crescere nella semplicità e nell’umiltà e a vivere nel nascondimento, anche se non per molto. Marisa ha avuto anche con Dio Padre, che si è manifestato sempre sotto le sembianze di Gesù, un lungo colloquio il cui contenuto è segreto.
Diverse volte il Signore si è servito di Marisa per farle compiere missioni importanti in bilocazione presso prestigiosi personaggi ecclesiastici. Nella notte di Natale, poiché era ancora vietato celebrare la S. Messa nella nostra cappella, abbiamo fatto una breve veglia di preghiera per dare possibilità ai presenti di recarsi nelle proprie chiese per partecipare alla S. Messa di mezzanotte. È apparsa la Madre dell’Eucaristia e ci ha detto: "Sono venuta per pregare con voi, per tutte le vostre famiglie, anche per quelle assenti, affinché regni in esse la pace e l’amore. Non voglio trattenervi oltre, uscite da questo mio piccolo gioiello con Gesù nel vostro cuore, cullatelo e vestitelo col corredino che avete preparato con le preghiere, con i sacrifici e con i fioretti". Al termine della veglia ci siamo scambiati gli auguri. Ci siamo sforzati di sorridere e di apparire sereni, anche se ci pesava dentro il divieto di celebrare la S. Messa nel luogo taumaturgico.
La mattina di Natale, entrati in cappella, ci siamo resi conto di essere davanti ad una "pioggia d’Eucaristia". Sulla statua di Gesù Bambino, di S. Giuseppe e nel calice della Madre dell’Eucaristia erano state depositate molte particole. La Madre dell’Eucaristia durante l’apparizione ha spiegato: "Gli angeli sono volati verso questa piccola cappella, sono entrati ed hanno adagiato Gesù Eucaristia in ogni posto". Durante la stessa apparizione la Madonna ha consegnato Gesù Bambino a Marisa che, stringendolo tra le braccia, ha esclamato: "È tenero, tenero, ha la carne così vellutata… Me lo lasci ancora un po’?".
Come è ormai tradizione durante le vacanze di Natale, Don Claudio, Marisa e i giovani hanno fatto una piccola gita fuori Roma per godere insieme una giornata di vacanza e di distensione. La Madre dell’Eucaristia, come aveva promesso, è stata tutto il giorno con i suoi figli per proteggerli e allietarli con la sua presenza e ha iniziato con una raccomandazione materna durante la prima apparizione avvenuta nel duomo di Rieti: "Cercate di passare queste ore meglio che potete, divertitevi dando sempre gloria a Dio; chi ha delle pene non le faccia pesare sugli altri. Andate a divertirvi".
Poiché durante il pranzo il discorso era lentamente scivolato su argomenti dolorosi, la Madonna è intervenuta dicendo: "Vi ho detto di passare ore serene. Non parlate di cose che possono far soffrire".
La giornata si è conclusa con la S. Messa celebrata a Fonte Colombo, dove S. Francesco si è ritirato in preghiera diverse volte. Prima della celebrazione della S. Messa, la Madre dell’Eucaristia è apparsa ancora: "Sono stata sempre con voi, non vi ho lasciato neanche un minuto". A Marisa ha detto: "Hai saputo superare le sofferenze e nascondere ciò che ti martoriava dentro". A Don Claudio ha raccomandato: "Mio caro sacerdote prediletto, devi prendere più spesso un po’ di riposo per avere la forza di combattere e di andare avanti. Se a volte sei costretto ad alzare la voce, fallo pure; non distruggere il tuo fisico".
La Madre dell’Eucaristia, in ultimo, si è rivolta ai giovani, ai suoi cari apostolini, ha affidato loro una missione delicata ed importante e ha concluso così: "Continuate la serata con gioia e letizia".
Ancora un miracolo eucaristico ha chiuso il 1997. La Madonna ha depositato due particole sull’altare della cappella provvisoria del piano superiore della casa. Davanti all’Eucaristia Don Claudio e Marisa si sono raccolti in preghiera alcuni minuti prima della fine dell’anno. Allo scoccare della mezzanotte è apparsa la Madre dell’Eucaristia, ha pregato con il sacerdote e la veggente e li ha invitati a comunicarsi con le due particole. Dopo il ringraziamento, la Madonna ha dato ai due suoi cari figliolini un messaggio riservato, li ha benedetti, ha fatto loro gli auguri per il 1998 ed è tornata al Padre, lasciando dietro di sé una scia di un profumo celestiale.
È iniziato l’anno che vedrà l’illegittima, ingiusta, invalida condanna di Don Claudio da parte degli uomini della Chiesa, che ha reso il nostro sacerdote più simile a Cristo, e di questa somiglianza noi ci vantiamo e non proviamo alcuno scandalo. Gesù Eucaristia ha dato il benvenuto al nuovo anno e con la sua reale presenza ha benedetto il sacerdote, la veggente e i presenti all’incontro di preghiera.
Marisa è scesa in cappella, nonostante provasse forti dolori ovunque; a lei la Madre dell’Eucaristia ha ordinato di avvicinarsi allo stendardo sul quale era ancora adagiata la sacra particola. Improvvisamente dallo stendardo si è staccata la particola che si è adagiata sulle mani aperte di Marisa e da questa ne sono fuoruscite altre tre. La Madonna ha ordinato di darle in comunione ai presenti. Con poche particole, anche se ridotte in frammenti, non sarebbe stato possibile dare la S. Comunione a tutti i presenti, per cui Don Claudio ha disposto che prima dovevano comunicarsi gli ammalati, poi i nuovi ed infine gli altri. Non solo hanno fatto la comunione tutti i presenti in cappella, ma sono avanzati anche dei frammenti eucaristici che successivamente sono stati portati in comunione ad alcuni ammalati costretti a letto in ospedale o in casa. Quel giorno abbiamo assistito a un doppio miracolo eucaristico: la fuoruscita di tre particole da quella dello stendardo nella mani della veggente e la moltiplicazione dei frammenti eucaristici nella mani del sacerdote, perché tutti potessero fare la S. Comunione; questo ha affermato la Madonna durante l’apparizione. Di questo messaggio ha colpito l’assicurazione, non nuova, della Madre dell’Eucaristia: "Dio ha scelto questo luogo taumaturgico. Gesù è venuto qui in silenzio senza tanta confusione. Non ha bisogno di chiasso, di fanatismo, del suono di trombe. Voi siete pochi in confronto a tutta l’umanità, ma Dio ha scelto voi".
Marisa, dopo aver tenuto in braccio Gesù Bambino e averlo affidato a S. Giuseppe, ha insistito per sapere quando verrà restituita la facoltà di celebrare la S. Messa nella nostra cappella.
Di questo aveva già parlato molte volte con Gesù, con la Madre dell’Eucaristia ed ultimamente anche con Padre Pio, con il quale aveva avuto un fraterno curioso colloquio.
Marisa: "Senti, padre Pio, perché non vai da Dio Padre e fai una cosa per Don Claudio? Vai da Dio e gli dici "Dio Padre, io sono Padre Pio - anche se sa chi sei - a me potresti dire quando ridanno la S. Messa?". E poi tu lo dici a me".
Padre Pio: "Marisella, cosa mi fai fare? Capisco il tuo grande desiderio per la S. Messa, ma queste cose in Paradiso non si fanno".
Marisa: "E che fa? Tanto tu già sei santo, l’ha dichiarato la Madonna tanto tempo fa quando, parlando di te, ti ha chiamato San Padre Pio. Ti ricordi? Non ti tolgono la santità. E vai, dai! Va bene, faccio come dici tu, tanto non ci dici né il mese né l’anno; almeno l’anno è il 1998? Possiamo contarci?".
Abbiamo voluto riportare integralmente questo colloquio così autentico, fresco, sincero, per alcuni forse puerile o inverosimile per evidenziare non solo la grande sofferenza del sacerdote, della veggente e di tutte le persone che frequentavano il luogo taumaturgico per la privazione della celebrazione della S. Messa, ma anche l’estrema semplicità con la quale qui si vive il soprannaturale.
Tutta la storia del nostro movimento ha ruotato prima intorno all’incomprensibile disposizione di ritirare la facoltà di celebrare la S. Messa nel luogo taumaturgico, poi ai grandi e frequenti miracoli eucaristici, ed infine all’ordine dato da Dio a Don Claudio di riprendere a celebrare la S. Messa, nonostante la minaccia dell’autorità ecclesiastica di sospenderlo "a divinis". Su quest’ultimo punto ci siamo riproposti di essere precisi e dettagliati e di mettere a disposizione dei lettori tutta la necessaria documentazione, in modo che sull’intera controversa e dolorosa vicenda tutti possano finalmente esprimere giudizi sinceri e obiettivi.
Il 2 gennaio Don Claudio e Marisa sono partiti per la Sardegna per una serie di incontri di preghiera. Il primo di essi è avvenuto a Sinnai, con la partecipazione di molte persone provenienti da tutta l’isola. È stato commovente constatare con quanto interesse ed entusiasmo hanno seguito la catechesi di Don Claudio e il racconto di Marisa sulle sue esperienze. Ma il demonio anche in questo caso non si è limitato a guardare: è stato impedito al nostro sacerdote di presiedere una celebrazione eucaristica nel santuario di N. S. di Bonaria, alla quale avrebbero partecipato molte persone. A causa di questa proibizione la Madre dell’Eucaristia ha mostrato molta sofferenza e ha condiviso l’amarezza di Don Claudio e Marisa.
Il giorno 4 gennaio Don Claudio, Marisa e due membri del gruppo "Madre dell’Eucaristia" della Sardegna si sono recati per un incontro di preghiera a Nuoro. Marisa durante il viaggio in macchina si è sentita male, è stata assalita da forti dolori umani e sofferenze mistiche, si è rivolta a colei che guidava e le ha detto: "Rallenta e accosta". Una volta fermati per soccorrere Marisa, immediatamente la Madonna le ha consegnato una particola. Dopo aver fatto adorazione, Don Claudio, seguendo l’ordine della Madre dell’Eucaristia, ha spezzato la particola in quattro frammenti e ha comunicato i presenti. Come Elia dopo aver mangiato il pane offertogli dall’angelo si è sentito rinfrancato e ha ripreso il suo cammino verso il Monte, così i quattro pellegrini, rinvigoriti dall’Eucaristia, hanno ripreso il viaggio verso Nuoro, dove erano attesi da numerose persone che hanno partecipato con intima gioia all’incontro di preghiera.
Il giorno 5 Don Claudio si è recato a celebrare la S. Messa da un folto gruppo di persone, devote della Madre dell’Eucaristia, mentre Marisa, assalita dal dolore, è stata costretta a restare a letto; a lei, che soffriva per il fatto di non poter partecipare alla S. Messa, la Madonna ha portato la S. Comunione.
Le persone della Sardegna hanno risposto con entusiasmo all’invito della Madre dell’Eucaristia di riconciliarsi con Dio e con i fratelli; per cui Don Claudio ha ininterrottamente confessato dalle 14 alle 22 per alcuni giorni.
Il 6 gennaio, festa dell’Epifania del Signore, Gesù Eucaristia ci ha donato un nuovo miracolo eucaristico.
Nel pomeriggio doveva esserci l’ultimo incontro di preghiera, e mentre Don Claudio e Marisa si erano ritirati nelle proprie stanze, alcune persone stavano preparando il salone dove doveva svolgersi l’incontro di preghiera.
Al centro di un tavolo era stata collocata una statuina della Madre dell’Eucaristia ed intorno vi erano stati ordinati dei fiori. Mentre i preparativi proseguivano, una zia tentava di far addormentare la propria nipotina di quattordici mesi, ma Alessia non solo si mostrava più sveglia che mai, ma la sua attenzione era attirata dall’altare improvvisato. La bimba, cosa ancor più sorprendente, con il ditino indicava la statuina della Madonna e accompagnava il gesto con dei piccoli gridi. Inizialmente la zia non ci ha fatto caso, ma poiché la piccola insisteva nel suo gesto, è stata costretta ad avvicinarsi alla statuina e con grande sorpresa ha notato che nel piccolo calice della Madre dell’Eucaristia vi erano alcune particole. Ha chiamato gli altri di casa e mentre qualcuno andava a bussare alla stanza di Don Claudio per avvisarlo della presenza delle particole, le persone che intanto incominciavano ad arrivare per l’incontro di preghiera si inginocchiavano in silenzio. Quando è arrivato, Don Claudio ha preso in mano le particole; erano sette ed emanavano quel profumo particolare che indica che sono trasportate da Gesù o dalla Madonna.
Il salone era gremito di numerose persone, ad esse Don Claudio ha parlato con fede ardente dell’Eucaristia; per noi Don Claudio è il grande sacerdote veramente innamorato dell’Eucaristia.
È seguita l’apparizione della Madre dell’Eucaristia che ha dato ai presenti un importante messaggio. Infine le particole, spezzate in piccoli frammenti, sono state distribuite in comunione agli ammalati, ai responsabili dei gruppi di preghiera, ai membri della famiglia che ospitava l’incontro e a diversi giovani.
l’apostolato di Don Claudio e Marisa in Sardegna ha dato molti frutti spirituali, come ha affermato la Madre dell’Eucaristia: "Ci sono state vere conversioni di giovani, di uomini, di mamme. Tutto questo ha reso felice mio Figlio Gesù, ma ha comportato tanta sofferenza ai miei due figli, tanta stanchezza, anche se in loro c’era gioia. Quando torna una pecorella all’ovile si fa festa, in Sardegna ne sono tornate tante; ora sta ai loro sacerdoti continuare ad aiutarli, il che mi fa pensare". Nella stessa apparizione la Madonna ha dato dei messaggi personali e riservati a diversi giovani, trascritti da Marisa nei caratteri indecifrabili che solo lei conosce. Riportati in scrittura normale, i messaggi sono stati consegnati a Don Claudio, che li ha letti e commentati ad ogni giovane. Questa è una delle numerose carezze che la Madre dell’Eucaristia ha fatto ai suoi figli più giovani: il punto della loro vita spirituale, indicando gli aspetti da correggere e quelli da rafforzare.
La Madonna, che è per noi madre e maestra, è apparsa improvvisamente il 10 gennaio, dopo la S. Messa, per invitarci ad accelerare i tempi per istituire l’associazione con atto notarile.
Il giorno dopo abbiamo ripreso gli incontri domenicali. Gesù Eucaristia si è fatto di nuovo miracolosamente presente. In cappella abbiamo trovato delle particole su Gesù Bambino, su S. Giuseppe e nel calice della Madre dell’Eucaristia, dieci in tutto: "Il miracolo eucaristico, il miracolo più grande, Dio l’ha fatto a voi, in questo luogo piccolissimo. Non ci sono altri miracoli così grandi nella storia della Chiesa, ma gli uomini non rispondono perché seguire la strada di Gesù Eucaristia, vivendo in grazia, è difficile".
Il messaggio è terminato con un’esortazione rivolta a Marisa, che ha ricevuto il permesso per la prima volta di dare un bacio al papà, morto da diciassette anni. "Dio ha deciso che deve aumentare la tua passione, la tua sofferenza; offri tutto per la Chiesa. Sii brava. Ieri sei stata eroica, devi esserlo anche oggi, e quando mi accorgerò che non ne puoi più ti porterò l’Eucaristia. Stai tranquilla, Marisella". È questo il motivo per cui durante la giornata la Madonna o gli angeli danno diverse volte la S. Comunione a Marisa. L’Eucaristia la rinvigorisce, le infonde pace e le dà coraggio.
Con notevole anticipo la Madonna ci ha preparato a vivere con amore, fede e coraggio i grandi e sconvolgenti avvenimenti che ci attendavano, infatti ha chiesto: "Il 7 marzo farete la veglia per il sacramento del sacerdozio".
Domenica 18 gennaio la Madonna ha portato nel luogo taumaturgico l’Eucaristia che ha depositato sull’altare. Marisa si sentiva così male che non ha avuto la forza per scendere in cappella a pregare con i presenti, e ha ricevuto in camera l’apparizione della Madre dell’Eucaristia, il cui messaggio, e non era la prima volta, è stato trasmesso via radio. La Madonna ha fatto sapere che "la vostra sorella ha vissuto la passione. Dio sa a chi chiedere la sofferenza, Dio sa chi fare soffrire, ma domanda alle anime il permesso di donare la sofferenza".
È stata ripetuta molte volte l’esortazione: "Pregate per il Santo Padre, pregate per la Chiesa".
Don Claudio ci ha insegnato a sentirci membra vive del corpo mistico e ad amare il Papa. Noi siamo sicuri che il nostro sacerdote è un esempio di fedeltà ed ubbidienza nei riguardi della Chiesa e del Papa tanto che per loro sarebbe disposto a dare la vita; eppure è stata messa in giro l’accusa infamante che è ribelle alla Chiesa. Vogliamo aggiungere che Don Claudio, e soprattutto Marisa, conoscono per divina rivelazione la situazione spirituale della Chiesa e la situazione personale del Papa, ma di questo amano parlare poco. Comunque è certo che quando si ama una persona, più si conosce la sua dolorosa situazione più si soffre.
Prendendo spunto dalla morte di un giovane, parente di un membro della comunità, Gesù ha affermato: "Voglio parlarvi di sorella morte. Sorella morte non conosce età, tempo, condizione; e, quando Dio decide, arriva. Umanamente parlando fa soffrire, perché viene a mancare un vostro caro, spiritualmente parlando invita a guardare un pochino più in alto. Miei cari figli, siate sempre pronti in qualsiasi momento. A volte sono dei bimbi che partono e vengono con Me in Paradiso, a volte sono gli anziani, a volte i meno anziani, ma quello che voglio farvi capire è di essere sempre pronti, perché non sapete in quale ora, in quale momento sorella morte arriva".
È iniziato a marzo e si è prolungato ad aprile e a maggio il periodo più duro, sofferto e combattuto del 1998, tanto è vero che per sdrammatizzare la situazione e per parlarne senza lasciarci sopraffare da amarezza, delusione e sconforto lo abbiamo battezzato "il trittico della vittoria, dell’amore e del coraggio". Seguendo infatti l’esempio di Don Claudio e Marisa, la comunità ha dato prova di maturazione interiore, di profonda unione e di una forte capacità di reazione, fino al punto che quando Don Claudio ha ricevuto la comunicazione che era stato sospeso a divinis, il 1° aprile è stato festeggiato, come giorno di una grande vittoria. Ma è bene spiegare come.
Il 1° febbraio, dopo che la Madre dell’Eucaristia ha depositato venti particole in cappella, ed esattamente una su Gesù Bambino e diciannove nel calice della Madre dell’Eucaristia, Gesù ha dato un forte messaggio di rimprovero nei riguardi di coloro che si oppongono al luogo taumaturgico e di difesa nei riguardi del sacerdote e della veggente. Abbiamo sempre saputo che gli avversari si sarebbero serviti di questo, come si sono serviti di altri messaggi che rimproveravano l’autorità ecclesiastica, i sacerdoti, le suore e laici impegnati per negarne l’origine soprannaturale: perché non è possibile - hanno ripetuto sempre - che Cristo si metta contro l’autorità che Egli ha costituito. Vogliamo fare una precisazione. Noi riconosciamo come autorità legittima i cardinali, i vescovi e i sacerdoti che sono uniti e docili al Papa; e su questo tutti concordano. Infatti se un ecclesiastico si trova o nella situazione indicata dal can. 1364 § 1 cioè è "apostata, eretico, scismatico" o in quella del can. 1370 § 1 ("chi usa violenza fisica contro il Romano Pontefice") o in quella del can. 1374 ("chi dà il nome ad un’associazione che complotta contro la Chiesa") o in quella del can. 1367 ("chi profana le specie eucaristiche consacrate") costui incorre o nella sospensione a divinis o nella scomunica latae sententiae, di conseguenza gli sono vietati tutti gli atti della potestà d’ordine e di giurisdizione.
Se comunque i superiori sono legittimi, però sono imperfetti e possono sbagliare; di conseguenza anche a loro la correzione fraterna deve essere fatta loro come ha insegnato Gesù (cfr. Mt 18,15-17). Il Signore non ha limitato la correzione fraterna agli inferiori o pari grado, ma l’ha estesa a tutti, di conseguenza se i cardinali, i vescovi, i sacerdoti sbagliano, devono essere corretti. Questo non significa rinnegare l’autorità, ma esercitare verso di essa la carità. Se questo principio evangelico fosse stato sempre applicato, la Chiesa non avrebbe conosciuto tante tristi esperienze nella sua storia.
Il messaggio del 1° febbraio per la sua particolare importanza è stato diffuso corredato di note scritte da Don Claudio. Noi ne raccomandiamo una meditazione attenta, e a tale scopo invece di riportare in questa presentazione solo alcune frasi, invitiamo i lettori a leggerlo integralmente.
Nell’apparizione del 2 febbraio, la Madonna è tornata a parlare del messaggio "deciso e forte" che Gesù aveva dato il giorno prima: "Miei cari figli, Gesù ed io non abbiamo mai parlato davanti a voi in questo modo; abbiamo comunicato la triste e critica situazione della Chiesa e dei sacerdoti solo alla vostra sorella che poi riferiva al sacerdote. I miei due figli hanno tenuto sempre nel loro cuore tutte queste croci, ma Dio ha deciso che non si poteva continuare a tacere sempre; la verità deve trionfare e se qualcuno ha sbagliato, anche se grande uomo della Chiesa, deve essere corretto, deve convertirsi, se vuole. Ormai non parlerò più in segreto alla vostra sorella, ormai anche voi, mio piccolo gregge, dovete ascoltare quanto Dio Padre dice per aiutare gli uomini della Chiesa. La Chiesa non crollerà, perché la Chiesa è di Dio e voi fate parte della Chiesa. Gli uomini della Chiesa possono sbagliare, possono crollare; allora aiutate almeno coloro che vogliono essere aiutati. Non vi scoraggiate quando sentite risposte dure, forti, offensive. Coloro che sono toccati sul vivo si offendono, gridano perché sanno che dite la verità".
Dopo quello che Gesù ha detto il 1° febbraio e la Madre dell’Eucaristia il 2 febbraio, la situazione della nostra comunità, ma soprattutto la posizione di Don Claudio e Marisa non poteva se non peggiorare, e così è stato. È vero però che quando il Signore affida delle missioni, anche se difficili, dà sempre la forza, il coraggio e l’amore per portarle avanti e noi tutti l’abbiamo sperimentato.
Nell’apparizione del 7 febbraio la Madre dell’Eucaristia ha riconosciuto che "un semplice sacerdote è contro i grandi" e ha invitato i presenti "a pregare di più, accettare le piccole croci della giornata per aiutare i miei due figli, che portano avanti la grande missione". Ha precisato che la grande missione consiste nel far conoscere a tutti Gesù presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia, perché tutti gli uomini di tutte le religioni, di tutte le razze possano amarlo. Un solo Dio, un solo padre, un solo ovile: questo è l’annuncio evangelico.
Don Claudio e Marisa sono coscienti che Dio ha affidato loro il compito più grande, più impegnativo e difficile e noi abbiamo sentito più volte il nostro sacerdote confessare: "Se Dio avesse chiesto il mio parere, non avrei mai indicato il sottoscritto e Marisa per portare avanti la grande missione, perché le nostre spalle sono deboli, siamo privi di mezzi di ogni genere, non godiamo di grossi appoggi, anzi siamo respinti e combattuti da tutte le parti".
Marisa ha sofferto in questo periodo dolori così forti da svenire diverse volte, affinché i sacerdoti potessero accogliere il messaggio del 1° febbraio.
La Madonna ha rivelato a Don Claudio e a Marisa che in diverse grandi città si sono riuniti molti sacerdoti per chiedere l’abolizione della celebrazione della S. Messa nei giorni feriali e riservarla solo alle domeniche e feste di precetto. Alcuni tentativi in tal senso sono stati già registrati in alcune diocesi, in cui la celebrazione della S. Messa è stata abolita un pomeriggio della settimana e sostituita dalla celebrazione della Parola, perché - sostengono i parroci - i fedeli in questo modo sono introdotti alla conoscenza del Vangelo, ma sanno che bluffano.
In diversi sacerdoti si sta diffondendo l’idea di non celebrare la S. Messa se in chiesa sono presenti pochi fedeli, andando contro l’insegnamento di Giovanni Paolo II che ha affermato che il sacerdote deve celebrare anche se è solo, perché la S. Messa è un atto di culto pubblico a vantaggio di tutta la Chiesa.
Da diverse parti d’italia e fuori Italia sono arrivate voci che ripetono che la presenza reale di Cristo esiste solo per brevi minuti dopo la consacrazione; di conseguenza non c’è motivo di conservare l’Eucaristia nei tabernacoli, poiché non c’è più Gesù in corpo, sangue, anima e divinità sotto le apparenze del pane. Alcuni ecclesiastici insegnano che la S. Messa non rende realmente presente Cristo, ma è un semplice ricordo dell’ultima cena. Ai bimbi che si preparano alla S. Comunione insegnano che ricevono un pane semplicemente benedetto. Tutto questo è stato confermato dalla Madonna: "Qualcuno sta cercando di togliere Gesù Eucaristia, di abolire la celebrazione della S. Messa nei giorni feriali. Si incontrano, si riuniscono per ottenere questo e nessuno lo impedisce. Invece se voi, piccolo gregge, vi riunite per pregare siete bersagliati dal Vicariato. Chi toglie l’Eucaristia nei giorni feriali è ben visto, amato, ossequiato; chi prega e va in un luogo per pregare viene perseguitato, calunniato".
Più è aumentata la dura opposizione da parte degli uomini della Chiesa contro Don Claudio e Marisa, più sono aumentati l’aiuto, l’assistenza, la grazia di Dio per non farli soccombere.
Domenica 8 febbraio un nuovo miracolo eucaristico: venticinque particole sono state depositate sull’altare in cappella e si è manifestata la teofania trinitaria: Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo si sono fatti presenti sotto le sembianze di Gesù, per ricordarci che nell’Eucaristia non solo è presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, ma anche la SS.ma Trinità. Gesù ha parlato ancora "della situazione critica della Chiesa. Diversi sacerdoti dicono la Messa domenicale solo perché la gente va ad ascoltarla per abitudine e perché ricevono il soldo. Soltanto con la preghiera e il sacrificio, ma soprattutto con la Messa quotidiana, anche se la vogliono togliere, riuscirete a salvare le anime".
Poiché la sofferenza per Marisa è aumentata, a causa della passione che vive molto spesso, la Madonna qualche volta l’ha portata con sé in Paradiso: "Andiamo a dare gloria a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Godi queste ore di Paradiso, figlia mia, perché ciò che ti aspetta è molto duro e molto forte".
La Madre dell’Eucaristia ha manifestato anche un’altra grande sofferenza: "Quanti sacerdoti non credono alla mia verginità. Ma cosa interessa loro? Pensino a vivere in grazia. Io sono stata vergine prima, durante e dopo il parto. Però li amo sempre e comunque".
Dio si è servito molte volte dei piccoli, degli umili, degli ultimi per far conoscere la sua volontà ai grandi e ai potenti; ancora una volta Dio è rimasto fedele al suo stile e ha scelto una creatura sconosciuta per parlare a nome suo ai grandi della Terra.
Il 12 febbraio davanti a molte persone venute per un incontro di preghiera, Gesù ha detto a Marisa: "Dio ti affida una seconda missione: dovrai scrivere a tutti i presidenti". A quel punto tra Marisa impaurita e Gesù rassicurante si è instaurato un confidenziale dialogo.
Marisa: "Gesù, quali presidenti? Sono tanti? Quelli grossi?".
Gesù: "Certo, Marisella, non ci sono presidenti piccoli".
Marisa: "Io che non sono buona neanche a parlare in italiano devo scrivere ai presidenti? Puoi aspettare, Gesù? Lo chiedo a Don Claudio".
Gesù: "Domanda pure, figlia mia".
Marisa: "Don Claudio, cerca di capire qualcosa tu, perché io non ci capisco niente".
Don Claudio: "Io ho già capito. Non è la prima volta che scrivi ai presidenti".
Marisa: "Mi ha fatto scrivere solo a quello dell’italia".
Don Claudio: "Adesso scriverai anche agli altri".
Gesù: "Questo è l’amore più grande che si può dare al fratello nemico. Miei cari figli, vi chiedo di pregare per questa nuova e grande missione".
Terminato il colloquio con Gesù, Marisa, sempre in estasi, lo ha ripreso con la Madonna e con Don Claudio.
Marisa: "Scusa, Don Claudio, la Madonna sa scrivere?".
Don Claudio: "Molto bene".
Marisa: "Molto bene? Allora, Madonnina, scrivi tu al posto mio. Dai, se sei una mamma devi aiutarmi".
Madonna: "Ne riparleremo stasera da sole, vero, Marisella?".
Marisa: "Don Claudio, sapessi".
Don Claudio: "Ho saputo, ho capito".
Marisa: "Ma tu sei sicuro che…".
Don Claudio: "Che devi scrivere?".
Marisa: "Che ragiono bene?".
Don Claudio: "Sì. È sempre così nella storia della Chiesa, sono i piccoli che scrivono ai grandi".
Marisa: "E chi non è buono?".
Don Claudio: "Verrà aiutato, non è un problema questo. S. Caterina non sapeva scrivere, eppure si è rivolta a papi, cardinali, vescovi e uomini potenti della Chiesa, servendosi del suo confessore".
Marisa: "Io sono soltanto Marisella".
Don Claudio: "S. Caterina era analfabeta, non sapeva né leggere né scrivere, lei dettava e gli altri, fra cui fra’ Raimondo da Capua, suo direttore spirituale, scrivevano per lei".
Marisa: "Allora tu scrivi e io sono tranquilla. No, davvero, Don Claudio, io non sono buona a scrivere a questa gente grande".
Don Claudio: "Non ti preoccupare".
Marisa: "Ma ti rendi conto, non so neanche come si chiamano. Non riesco neanche a pronunciare i loro nomi".
Abbiamo voluto riportare questo dialogo a più voci per far conoscere la schiettezza, la semplicità, l’immediatezza di Marisa che invece di esaltarsi di fronte a una missione di cui parlerà la storia, ha denunciato la propria incapacità e inadeguatezza nell’eseguirla.
Dio non ha avuto mai bisogno degli uomini per realizzare i suoi disegni, ma "ha rivolto gli occhi alla bassezza della sua serva, ha disperso i superbi nei disegni del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai loro troni, ha innalzato gli umili" (Lc 1,48-52).
Nei giorni seguenti la Madonna ha dettato la lettera da inviare ai capi di stato di tutto il mondo. La lettera è di una semplicità disarmante, di una profondità notevole e di un attualità sorprendente (allegato n. 1).
Don Claudio ha unito alla prima una sua breve lettera d’accompagnamento (allegato n. 2). Le due lettere sono state unite ad una terza (allegato n. 3) indirizzata agli ambasciatori degli stati accreditati presso la Repubblica Italiana per pregarli di far pervenire il tutto ai rispettivi Capi di Stato.
I giovani e gli adulti hanno recapitato a mano i centotrenta plichi a tutte le ambasciate per farli pervenire a destinazione per via diplomatica.
Il futuro ci dirà se e come il messaggio di Dio è stato accolto dai Capi di Stato o se gli uomini di Chiesa hanno tentato di non farlo recapitare ai destinatari.
Gesù e la Madonna molte volte hanno chiesto: "Pregate perché il Santo Padre abbia la forza di fare la volontà di Dio".
Ci siamo chiesti più volte: quale volontà di Dio deve fare il Papa? Don Claudio nelle note esplicative del messaggio del 1° febbraio ha scritto: "Quando Gesù e la Madonna ripetono: "Pregate, perché il Santo Padre abbia il coraggio di fare la volontà di Dio", bisogna intendere che Dio vuole che sia restituita la facoltà di celebrare la S. Messa nel luogo taumaturgico".
Gesù e la Madonna hanno affermato diverse volte che non c’era nessun motivo per proibire di celebrare la S. Messa qui: "Hanno scritto di aver tolto la S. Messa per motivi pastorali. Ebbene, se siete intelligenti dovreste capire che per togliere la S. Messa dovevano venire a parlare con le persone, ad interrogare i testimoni, ad esaminare i fatti; ma questi grandi uomini della Chiesa hanno parlato con qualcuno di voi? No. Qualcuno è venuto ad esaminarvi? No. Quale è questo motivo pastorale? Non esiste. Dicono che hanno fatto i decreti "dopo aver sentito la commissione". Ma quale commissione? La commissione è venuta, ma per puntare il dito contro la vostra sorella, per calunniarla e diffamarla. Non ha redatto nessun verbale, non ha fatto un interrogatorio rispettoso, come dovrebbe avvenire tra creature di Dio. I commissari sono stati molto duri e Dio giudicherà severamente questo loro modo di comportarsi. Hanno approfittato di una persona malata, allettata, per farla cadere in un trabocchetto, per farle ammettere di aver detto cose che non aveva mai detto; e questi sono i miei sacerdoti prediletti. Quindi voi non siete stati interrogati e la riunione della commissione non è valida; questo non lo dico soltanto io, ma l’ha detto anche il Vescovo, oggi arcivescovo, Cesare Nosiglia. La commissione non ha fatto nulla. Ha soltanto pronunciato parole molto aspre e forti che non mi sento neanche di ripetere. Ecco perché Dio dice che siete fuori del decreto".
Gli uomini della Chiesa che sbagliano coscientemente e abusano del potere, che fanno soffrire sapendo di far soffrire e della cui unione al Papa è lecito dubitare, condannano solo per ragioni di comodo e di opportunità coloro che Dio sceglie per compiere una missione nella Chiesa.
La storia dei profeti è piena di queste situazioni: "Le sofferenze inflitte dai grandi uomini della Chiesa sono molto più dolorose della sofferenza di ricevere una coltellata al cuore"; questo ha affermato la Madonna.
Noi abbiamo saputo dalla Madonna che i decreti sono "nulli, invalidi ed illegittimi" eppure, Dio è testimone, li abbiamo sempre rispettati alla lettera.
Così dimostriamo che accettiamo l’autorità ecclesiastica indipendentemente da chi la esercita e siamo ubbidienti e docili ai vescovi, purché uniti al Papa.
Dio ha manifestato in tutti i modi la sua volontà di far celebrare di nuovo la S. Messa nel luogo taumaturgico operando ancora grandi e numerosi miracoli eucaristici.
Per ben sette volte Gesù o la Madonna hanno trasportato nel luogo taumaturgico ostie che hanno versato sangue. Ne conserviamo due: la prima consegnata il 22 marzo 1998 e la seconda il 17 maggio 1998. Ambedue le ostie a distanza di un anno sono perfettamente conservate e non manifestano segni di decomposizione; anche il sangue non si è decomposto ed emana un profumo particolare.
l’autorità ecclesiastica, senza fare alcun esame, senza interrogare i testimoni dei miracoli eucaristici, non solo ha negato l’origine soprannaturale dei miracoli, ma ha sempre rifiutato di concedere il permesso per far celebrare l’Eucaristia nel luogo taumaturgico. Per tutti questi motivi, dopo aver a lungo pazientato, il Signore è intervenuto per manifestare la sua volontà: "Io, Gesù, voglio qui la S. Messa. Io, Gesù voglio qui l’Eucaristia consacrata dal mio sacerdote. Io, Gesù, voglio la S. Messa in questo luogo taumaturgico. Chi non vuole partecipare qui alla S. Messa può andare in altre chiese".
Gesù ha anche indicato la data in cui Don Claudio doveva celebrare la S. Messa: 8 marzo, festa del sacerdozio e del sacerdote.
Questo imprevisto ed imprevedibile ordine di Gesù ha suscitato una notevole apprensione nei presenti, della quale si è fatta interprete Marisa.
Marisa: "Che cosa dobbiamo fare? Lascia che te lo chieda. Che cosa dobbiamo fare? Tu vuoi qui la S. Messa, ma i capi della Chiesa cosa diranno?".
Gesù: "Non hai fede in Me, figlia mia?"
Marisa: "Sì".
Gesù: "Miei cari figli, pregate tutti perché si compia la volontà di Dio. Dio Padre vuole che si celebri la S. Messa in questo luogo taumaturgico, ma gli uomini della Chiesa…".
Dopo che Gesù è andato via, la Madonna ha detto: "Ho sentito Gesù che ordinava al sacerdote di celebrare qui la S. Messa e anch’io, che ero già fra voi, ho tremato e ho pensato: "Poveri figli miei, a chi devono ubbidire?". Il messaggio lo spiega bene".
Don Claudio ci ha confidato che quando ha sentito l’ordine di Gesù si è sentito interiormente lacerato tra Dio che gli ordinava di celebrare la S. Messa e l’autorità ecclesiastica che glielo proibiva.
È sorta spontanea nel cuore di Don Claudio questa domanda: "Perché Dio mi mette in contrasto aperto con l’autorità ecclesiastica? Ho sempre insegnato l’ubbidienza e la docilità alla gerarchia, perché devo mettermi in una situazione di aperta ribellione? Io che amo la Chiesa, che sono pronto a morire per lei, perché devo essere considerato come uno che spezza la sua unità?". Queste domande ed altre sono sorte nel cuore del nostro sacerdote. Le figure di Abramo, di Giuseppe, di Pietro e di Paolo erano continuamente presenti nella sua mente e gli hanno indicato la via da seguire: abbandonarsi a Dio con fede e coraggio senza pretendere spiegazioni.
La comunità si è stretta intorno al suo sacerdote, sono state intensificate le preghiere, è stata fatta una veglia notturna, si è moltiplicata l’offerta di digiuni, sacrifici e fioretti.
Marisa ha vissuto più volte la passione, affinché Don Claudio avesse la forza e il coraggio di fare fino in fondo la volontà di Dio.
La Madonna si è rivolta ai presenti: "Miei cari figli, a voi che siete presenti e avete capito cosa deve fare il vostro sacerdote chiedo di pregare tanto, tanto, di accettare quelle piccole croci e sofferenze che possono arrivare; offritele per il vostro sacerdote. Lui deve fare un grande passo: scegliere tra Dio e gli uomini della Chiesa. Credetemi, non è facile, ma io sono con lui e Gesù è con lui".
Il 27 febbraio Don Claudio ha spedito al card. Ruini una lettera (allegato n. 4) con la quale ha chiesto a nome del Signore il permesso di celebrare la S. Messa il giorno 8 marzo nel luogo taumaturgico, in occasione del suo trentacinquesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. La celebrazione della S. Messa era richiesta "una tantum" e solo per la circostanza dell’anniversario della ordinazione sacerdotale. Ha accluso alla lettera anche il messaggio di Gesù del 22 marzo, nel quale il Capo invisibile della Chiesa ha chiaramente comunicato la sua volontà: "Io, Gesù, voglio qui la S. Messa: Io, Gesù, voglio qui l’Eucaristia consacrata dal mio sacerdote".
Don Claudio, dopo aver comunicato l’ordine di Gesù al Vicariato, si è messo in attesa, intorno a lui si sono stretti in preghiera e pronti ad abbandonarsi a Dio Marisa, i giovani e gli adulti del movimento. Sono giunte segnalazioni di solidarietà da Roma e da fuori Roma, dall’italia e dall’estero.
Abbiamo saputo che in ogni angolo del mondo molte persone hanno pregato, digiunato, fatto piccoli sacrifici e fioretti. Tutti hanno avvertito la drammaticità del momento: se Don Claudio avesse detto sì a Dio si sarebbe trovato contro l’autorità ecclesiastica che avrebbe preso lo spunto da questa disubbidienza, a parer suo, per condannarlo, mentre se avesse detto sì all’autorità ecclesiastica avrebbe disubbidito a Dio e avrebbe dato cattivo esempio alla comunità che sapeva bene da chi veniva l’ordine di celebrare la S. Messa.
Il Signore per dare forza, coraggio, serenità al nostro sacerdote ha compiuto un eccezionale miracolo eucaristico; nel pomeriggio del 28 febbraio è iniziata "una pioggia di Eucaristia" a diverse ondate. Alle ore 17 sono state trasportate e collocate sui fiori in camera di Marisa sedici particole e un’ostia grande, alle 18, alle 21 e alle 24 sono state depositate altre particole sulla statua bianca. In cappella durante la notte la Madre dell’Eucaristia ha collocato sull’altare l’ostensorio che conteneva un’ostia grande e ha depositato intorno ai piedi dell’ostensorio altre particole. Don Claudio ha contato con cura tutte le ostie consegnate: centonovantotto ostie piccole e due grandi.
La mattina di domenica 1° marzo, dopo che Don Claudio aveva commentato il messaggio di Gesù del 22 febbraio, abbiamo fatto la processione eucaristica, con spirito penitenziale. Durante la processione Gesù ha dato questo messaggio: "Dovete ubbidire a Dio, soltanto a Dio, perché gli uomini della Chiesa non vogliono capire la vostra missione e abusano del loro potere. Questa sarà una battaglia lunga e dolorosa, ma Io voglio che il sacerdote consacri e celebri la S. Messa in questo luogo taumaturgico. Miei cari due figli, ho sentito il vostro lamento: "Noi due piccole creature, piccolissime in confronto a tanti capi della Chiesa, dobbiamo sostenere tutto questo?". Dio ha scelto voi e voi dovete portare avanti questa missione, anche se arrivasse la morte, anche se la grande sofferenza vi uccidesse. Voglio che l’8 marzo facciate una grande festa. Chi ha deciso di stare col sacerdote lo aiuti e lo festeggi. Voglio una grandissima festa, non abbiate paura di nulla, tanto se dovranno colpire qualcuno, colpiranno i miei due cari figliolini".
Gesù ha scelto un angelo come custode e difensore del luogo taumaturgico; per questo ha chiesto che un’immagine d’angelo fosse collocata nel giardino.
Dopo che i presenti hanno fatto la S. Comunione con l’Eucaristia trasportata nel luogo taumaturgico, la Madonna ha continuato il messaggio di Gesù: "Questo è il momento più difficile della storia della Chiesa. Il sacerdote deve ubbidire a Dio. Miei cari figli, sono duemila anni che si dice di ubbidire ai superiori, anche se dicono cose non esatte. Voi sapete quanto il mio Padre Pio ha dovuto soffrire a causa dell’autorità ecclesiastica e per farvi capire quanto sia difficile quest’ultimo momento della Storia, vi dico che il vostro sacerdote sta soffrendo molto più di Padre Pio, perché lui aveva vicino i confratelli, i seminaristi e i laici, mentre il vostro sacerdote non ha sacerdoti, non ha confratelli vicino, ha soltanto voi. È vero, la grande missione è accompagnata da tanta sofferenza, ma se non si soffre si andrà sempre indietro e chi non deve vincere, vincerà".
La Madonna ha rivelato anche: "Noi del Cielo abbiamo fatto tanto affinché il Papa e i superiori intervenissero e dicessero qualcosa. Vi ho mandato addirittura in S. Pietro con lo stendardo della Madre dell’Eucaristia ed io ho indicato al Papa l’Eucaristia che avevo depositato sullo stendardo ed egli l’ha adorata. Sono trascorsi tre mesi da quel 7 dicembre e non è accaduto nulla".
Speravamo che il Papa infatti intervenisse d’autorità per far trionfare la verità.
La Madonna ha ripreso: "Se … si convertirà sarà tutto più facile, se non si convertirà i miei due figli verranno oltraggiati, sputacchiati, calunniati, diffamati in tutti i modi, ma ricordatevi che la vittoria è di Dio". Don Claudio ha voluto che venissero messi dei puntini di sospensione per non scrivere il nome e il cognome della persona indicata.
La Madonna ha parlato anche di coloro che impedivano alle anime di venire a pregare nel luogo taumaturgico: "Ho sentito alcuni vescovi dire alle anime: "Non andate lì, è un posto indemoniato. Dovete ubbidire a me, che sono il vostro vescovo". Sì, costoro hanno offeso i miei due cari figli, ma soprattutto hanno offeso Dio e Gesù Eucaristia. Non solo non credono a Gesù Eucaristia che appare in questo luogo taumaturgico, ma non credono all’Eucaristia che essi stessi consacrano. Questi vescovi in confessione e fuori della confessione continuano ad impedire alle persone di venire qui e a ripetere: "Dovete obbedienza a noi vescovi, ai parroci e ai viceparroci"".
La Madre dell’Eucaristia ha anche rivelato: "Molti sacerdoti, dopo aver letto i messaggi, hanno detto: "Il sacerdote e la veggente sono nella verità", ma nessuno ha avuto il coraggio di fare una telefonata e dire: "Don Claudio, siamo con voi e preghiamo per voi"".
Essere isolato dai propri fratelli ha fatto e fa soffrire molto Don Claudio. Ma questa solitudine è ampiamente compensata dalla solidarietà, dalla vicinanza e dall’affetto di tanti laici: giovani e adulti.
La Madonna si è preoccupata di aiutarci a vivere con gioia la festa del sacerdozio, anche se in tutti era presente la sofferenza, a causa della difficile e critica situazione del sacerdote: "Domenica prossima sarà una giornata di gioia e di sofferenza, restate vicino al sacerdote; poi ci sarà la vostra piena gioia. Non venite qui tristi, abbattuti, preoccupati. No, dovete venire sorridenti".
Abbiamo saputo che il Papa è stato informato di quanto avveniva a via delle Benedettine e addirittura una persona vicinissima al Papa ha inviato un sacerdote da Don Claudio e Marisa per chiedere preghiere per Giovanni Paolo II.
Il 5 marzo Mons. Nosiglia ha telefonato a Don Claudio: "Il cardinale ha ricevuto la tua lettera, non ti accorda la facoltà di celebrare l’8 marzo e ti chiede obbedienza alle sue direttive".
Don Claudio: "Farò come S. Pietro, obbedirò a Dio".
Mons. Nosiglia: "Tu sei sacerdote, devi ubbidienza all’autorità".
Don Claudio: "Se aveste fatto il vostro dovere: verificare lo spirito religioso del movimento, interrogare nel rispetto del C.I.C. la veggente, me e i testimoni dei miracoli eucaristici, se aveste fatto il verbale, se aveste esaminato le ostie che hanno sanguinato, se aveste mandato esorcisti per escludere la presenza del demonio o esperti per scoprire che i miracoli eucaristici non sono fenomeni da baraccone sareste stati in condizione di pretendere l’ubbidienza. Invece siete andati contro il Vangelo, non avete rispettato il C.I.C., avete mancato gravemente contro la carità, avete offeso la verità; per tutti questi motivi e per altri che ancora non posso rivelare pubblicamente non posso ubbidire a voi, perché disubbidirei a Dio".
Mons. Nosiglia: "Rispetta il decreto che ti proibisce di celebrare".
Don Claudio: "Il divieto di celebrare non è contenuto in un decreto, ma in una semplice lettera"
Mons. Nosiglia: "Non essere fiscalista".
Don Claudio: "Non lo sono. Sto precisando come stanno le cose. Mi mettete nella situazione più difficile della mia vita: se ubbidisco a voi, disobbedisco a Dio. Se ubbidisco a Dio voi cosa farete?".
Mons. Nosiglia: "Non so cosa farà il cardinale".
Don Claudio: "Non ci vuole molto per prevedere la reazione del cardinale. La mia era una domanda retorica, perché so ciò che farà il cardinale. Però di fronte a un ordine di Dio sono disposto a perdere anche la vita, pur di rispettarlo. Avete letto i messaggi di Dio? Gesù e la Madonna hanno detto che i decreti sono nulli, invalidi e illegittimi e voi sapete che è vero. Aggiungo un’ultima considerazione: voi ed io ormai abbiamo trascorso la maggior parte della vita, tra non molto, alla nostra morte, Dio ci giudicherà ed io mi rimetto al suo giudizio".
Nello stesso giorno la Madonna ha detto in un messaggio: "Amate il vostro sacerdote che sta vivendo un momento molto particolare della sua vita. Tutto ciò che accadrà, passerà alla storia. I vostri figli leggeranno sui libri ciò che è successo qui. I miei due figli hanno una grande preoccupazione, ogni giorno ricevono un nuovo forte dolore e cercano di reagire sorridendo, parlando e mettendo negli altri una certa carica. Qualcuno ripete ogni tanto che siete sempre ai misteri dolorosi. Sì, ma arriveranno anche i gloriosi, anche se a un prezzo molto alto per i miei due figliolini".
Per tutta la mattinata del 6 marzo, poiché Don Claudio era fuori casa, la segretaria di Mons. Nosiglia e il cancelliere hanno telefonato diverse volte con l’urgenza di comunicargli qualcosa. Don Claudio è rientrato in casa nel primo pomeriggio e ha immediatamente iniziato a ricevere alcune persone venute da fuori Roma.
Senza nessun preavviso verso le 17 si è presentato a via delle Benedettine il cancelliere del Vicariato e ha detto di voler vedere Don Claudio immediatamente.
Quando Don Claudio è stato informato della presenza del cancelliere, ha chiesto con gentilezza alla persona con la quale stava parlando di interrompere temporaneamente il colloquio per ricevere l’inviato del Vicariato. Quello che segue l’abbiamo appreso dallo stesso Don Claudio che ha raccontato: "Senza neanche salutarmi il cancelliere ha estratto dalla borsa un foglio con lo stemma del Card. Ruini e stando in piedi ha letto il decreto prot. N. 251/98 che minacciava la sospensione a divinis latae sententiae se avessi celebrato la S. Messa il giorno 8 marzo. Io ho ascoltato con attenzione l’intera lettura del decreto, terminata la quale ho comunicato al cancelliere che intendevo chiedere la revoca del decreto, a norma del can. 1734. Per sottolineare che era in atto la sospensione del decreto, l’ho preso, ripiegato e ho commentato: "Questo decreto lo mettiamo a dormire per dieci giorni"". Il mio gesto è stato interpretato dal cancelliere come atto di ribellione. Infatti alla mia affermazione: "Potete dire quello che volete, ma io amo la Chiesa", ha replicato: "Anch’io l’amo, ma non la spacco". Al che ho commentato: "Dovrei essere veramente potente, se ho la forza di spaccare la Chiesa". Poiché sulle labbra del cancelliere è spuntato un sorriso ironico, gli ho detto: "Non fate lo stesso errore dei contemporanei di Noè che non hanno creduto alle parole del patriarca. Si tolga dalla faccia quel sorriso di superiorità e rifletta a quanto le ho detto". Nel riprendere le sue carte e nel riguadagnare l’uscita il cancelliere, senza guardarmi in faccia, ha sentenziato: "Ubbidienza ai superiori"".
Fin qui il racconto di Don Claudio, ma noi vogliamo aggiungere che coloro che hanno avvicinato il nostro sacerdote subito dopo l’incontro col cancelliere del Vicariato non hanno riscontrato in lui turbamento, tensione o abbattimento. Don Claudio ha continuato tranquillamente a ricevere tutte le persone che avevano un appuntamento con lui.
La vigilia della festa del sacerdozio e del nostro sacerdote abbiamo fatto la veglia di preghiera che aveva il tema: "Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini".
Prima della veglia, in un’apparizione riservata a Don Claudio e Marisa, la Madonna piangendo ha chiesto loro di pregare, soffrire, immolarsi per la conversione dei sacerdoti, dei vescovi, dei cardinali i quali quando parlavano di loro, soprattutto di Marisa, pronunciavano parole e frasi offensive, volgari ed infamanti.
Alle ore 21 è iniziata la veglia di preghiera, particolarmente affollata. I presenti, vincendo la stanchezza del viaggio, di una giornata di lavoro o studio, si sono stretti intorno a Don Claudio per dimostrargli affetto e solidarietà. Molti avevano le lacrime agli occhi e un velo di tristezza sui volti.
Don Claudio ha parlato con particolare calore e affetto; si vedeva chiaramente che pativa, il suo tormento nasceva dalla consapevolezza che i suoi figli erano turbati dal modo ingiusto e cattivo con il quale i suoi confratelli lo perseguitavano.
Marisa si sforzava di mostrarsi serena e di sorridere, ma ogni tanto qualche lacrima si affacciava sulle sue ciglia. Quando è apparsa la Madonna, si è sfogata con lei: "I tuoi sacerdoti prediletti hanno detto tante cose non buone su di noi, accusandoci di tutto. Ci hanno calunniato dicendo che manchiamo contro la virtù che per noi è la più bella: la purezza. Non hai un pochino di compassione per noi due e per tutti? Ho tanto amato i sacerdoti e continuo ad amarli, ma sono arrivati al punto di violentare la nostra coscienza e il nostro cuore. Non so se riesco a sopportarlo. Vorrei tanto sorridere, come faccio sempre, ma mi rimane molto difficile, quindi parla, dacci pure il messaggio, se vuoi, se Dio te l’ha dato per noi".
La Madonna ha risposto con tenerezza materna: "Coraggio, Marisella, questo è il tempo della grande prova, è iniziata la battaglia e siete in due a combatterla. Non si può vincere anche in due? Ma dovrete soffrire ancora molto e tu, Marisella, oltre al male che ti hanno inflitto in questi giorni, vivrai ancora prove grandi da parte dei miei sacerdoti prediletti".
La Madonna ha pianto e poi ha ripreso: "Abbiamo dato tutto il tempo necessario per la conversione. Certo hanno il potere in mano e vi hanno schiacciato e continueranno a schiacciarvi. Un tempo le creature venivano mandate al rogo, ora voi state soffrendo di più, perché la morte facilita tutto, la morte vi avrebbe portato a godere Dio, invece questo patimento è continuo, è duro. Questo continuo soffrire per la Chiesa e per il Papa è grande e bello e la storia parlerà di voi. Io so, Marisella, che a te questo non interessa.
I sacerdoti non solo non vengono, ma sogghignano, ridono, vi prendono in giro; per loro siete pazzi. Questo avviene in Vicariato. Cosa fa il padre? Uccide il figlio affinché lui possa trionfare per difendere la poltrona e accumulare denaro. Mio caro sacerdote prediletto, soffri tanto, ma malgrado il grande dolore ieri hai continuato a parlare, a confessare le persone, a dare il tuo aiuto".
La Madonna ha voluto indicare la causa principale della pena del nostro sacerdote: "Il suo cuore sanguina, perché vede tanti confratelli che si allontanano da mio Figlio Gesù".
Infine la Madre dell’Eucaristia ha rivelato: "Domani ci saranno anche le spie mandate dal Vicariato, verranno a controllare e a vedere. Ma che cosa? Non sanno che anche loro devono morire? Quando saranno al cospetto di Dio, la gioia a chi sarà concessa?". Questa rivelazione non ci ha minimamente turbato, perché non avevamo nulla da nascondere. Noi non siamo una setta, come da più parti si dice, perché non chiudiamo le porte a nessuno, non agiamo, come i nostri avversari, nell’ombra, né tendiamo tranelli o manipoliamo la verità. La nostra fede poggia sulla Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa. Siamo ubbidienti al Papa e ai vescovi che sono unti al Papa. Questa è la nostra carta d’identità che ci dà il diritto di sentirci membra vive e operanti della Chiesa.
Finalmente è sorto l’8 marzo. Di primo mattino la cappella e il salone adiacente erano gremiti di persone: molti fratelli sono stati costretti a sostare fuori della chiesa.
Don Claudio ha commentato il messaggio di Gesù del 1° marzo, lo stesso che, tramite il cancelliere, ha inviato al Card. Ruini dicendo: "Dica al cardinale che lì c’è la nostra risposta".
Nessun confratello ha avuto il coraggio di affiancare il nostro sacerdote. "Don Claudio - come ha detto la Madonna - è solo; anche i sacerdoti ai quali ha dato, i sacerdoti presso i quali i nostri giovani hanno lavorato ed aiutato hanno detto no e non sono venuti a trovare il padre di questi giovani, non sono venuti a dargli l’aiuto, l’appoggio e la solidarietà".
Don Claudio, per soddisfare tutti coloro che lo chiedevano, ha confessato con un ritmo incalzante, prima e dopo la catechesi, durante il S. Rosario e prima della S. Messa. Non ha potuto rispettare gli orari fissati, ma tutti hanno atteso pregando e cantando, mentre confessava fino all’ultimo penitente.
E si è manifestata di nuovo la SS.ma Trinità in mezzo a noi. La teofania trinitaria è stata un’ulteriore prova che Dio era con noi; non ci risparmia la sofferenza, ma ci dà la forza per sopportarla.
Mentre eravamo tutti in ginocchio e in adorazione Gesù ha parlato: "Noi, un solo Dio in Tre Persone, siamo qui per benedirvi tutti, uno ad uno. Pregate moltissimo, la battaglia è iniziata. Noi adesso ci diamo gloria e anche voi date gloria a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Sarà la Madre dell’Eucaristia a dare il messaggio".
Terminata la teofania trinitaria, la Madonna ha chiesto che le fosse presentato il canto "Volto rigato dal dolore" (allegato n. 5) composto da Selenia, la giovane maestra del coro della nostra comunità, e ha esordito così: "Imprimete nel vostro cuore questa prima riga: volto rigato dal dolore. Anche Gesù aveva il volto rigato dal dolore; è bello somigliare a Gesù. Grazie a chi ha scritto queste parole. Noi festeggiamo questo volto rigato dal dolore, perché Don Claudio è con Gesù, Gesù è dentro di lui e lui è in Gesù".
Poi la Madonna ha rivelato: "C’è qualcuno che è venuto per controllare. Non si nasconda, venga avanti, ascolti ciò che dice la Mamma. Perché spiare? Perché lavorare sotto traccia e non uscire allo scoperto? Potete fare ciò che volete, anche distruggere questi miei due figli, ma Dio è con loro. Quindi non restate nascosti, venite avanti, convertitevi, inginocchiatevi davanti a Dio".
Questo accorato appello della Madre dell’Eucaristia non è stato accolto da quei figli sventurati che ricoprivano il ruolo di spie. Noi non li abbiamo identificati, neanche ci interessava farlo, ma abbiamo motivo di pensare che la Madonna li abbia indicati a Marisa che poi ne ha parlato solo con Don Claudio.
La Madonna ha difeso Don Claudio con forza e autorità: "Dio mi ha ordinato di dirvi che il sacerdote è nella verità, che il sacerdote non è ribelle, e non ha mai disubbidito alla Chiesa, ma l’hanno costretto, senza riuscirvi, a disubbidire a Dio, hanno violentato la sua coscienza, il suo cuore e la sua persona. Dio ha detto: "Qui voglio la S. Messa"; ma i grandi uomini non l’accettano, non vogliono credere che sia Dio, che sia io, la Madre dell’Eucaristia, a ordinare questo e rispondono con lettere minacciose, piene di cattiveria e di vendetta". Ha concluso rivolgendosi ai laici: "Voi, laici, avete compreso, avete pregato, vegliato, avete dato solidarietà al sacerdote. Voi che siete venuti da lontano, avete dimostrato di amare il sacerdote". La Madonna voleva anche che Marisa leggesse la poesia (allegato n. 6) che aveva composto per Don Claudio, ma la veggente per vergogna non l’ha letta; nel comporre questa poesia Marisa era stata aiutata dalla Madonna.
Alle 11 è iniziata la celebrazione della S. Messa. Tutti hanno notato che Don Claudio si mostrava sereno, ma nascondeva nel cuore una grande sofferenza.
Il volto, come aveva scritto Selenia, era rigato dal dolore. Questo dolore nasceva dalla consapevolezza che per ubbidire a Dio si stava mettendo in una situazione di urto, di contrasto con l’autorità ecclesiastica. Don Claudio non temeva le conseguenze del suo gesto, celebrare la S. Messa contro l’indicazione del Vicariato, ma soffriva tanto perché la sua apparente disubbidienza sarebbe stata strumentalizzata, come è avvenuto, per colpire le apparizioni e i miracoli eucaristici e negarne l’origine soprannaturale.
Don Claudio e Marisa comunque hanno sempre saputo che un altro dei loro compiti era: smascherare i nemici di Dio nascosti nella Chiesa. Oggi molti pastori sono lupi in veste d’agnello e Dio ha scelto il nostro sacerdote e la veggente per smascherarli.
Al momento dell’offertorio Don Claudio non è stato capace di trattenere le lacrime e mentre davanti ai suoi occhi passavano i volti duri di alcuni nemici della Chiesa che in alti posti di governo stanno lavorando per abolire l’Eucaristia, ha rinnovato il suo sì alla chiamata di Dio.
Un’emozione più intensa si è ripetuta al momento della consacrazione. Tutti hanno notato che mentre Don Claudio elevava l’ostia e il calice, le lacrime sgorgavano dai suoi occhi ed allora Marisa e molti presenti non hanno saputo più trattenere il pianto.
Don Claudio era nella duplice veste di sacerdote e vittima e formava un tutt’uno con Cristo, primo, sommo, eterno sacerdote e vittima divina.
Il nostro sacerdote ci ha confidato in seguito che dopo la consacrazione si è fermato un istante per ripetere le parole di Gesù: "Che tutti siano una cosa sola" (Gv 17,21) e si è ricordato dell’annuncio profetico ripetuto più volte da Gesù e dalla Madonna che i miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico "riuniranno tutte le chiese cristiane in un’unica Chiesa e faranno confluire tutte le religioni nella vera religione, quella cattolica", per cui "tutte le pecore ascolteranno la mia voce e si farà un solo gregge, un solo pastore" (Gv 10,16).
Tutte le preghiere innalzate a Dio, tutte le sante comunioni fatte, le S. Messe celebrate nel triduo di preparazione e nel giorno della festa sono state offerte a Dio per ringraziarlo del dono del sacerdozio e perché i sacerdoti siano santi e santificatori.
Il 9 marzo ricorreva l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Claudio e i giovani e gli adulti che fanno parte dell’associazione si sono di nuovo stretti intorno al nostro sacerdote per festeggiare i suoi trentacinque anni di sacerdozio.
Alle 17:30 tutto il Paradiso è sceso nella nostra cappella. La SS.ma Trinità, la Madre dell’Eucaristia, gli angeli, i santi e le anime salve si sono fatte presenti per benedire il nostro sacerdote e per dimostrare ancora una volta che erano con lui che è nella verità.
Gesù ha iniziato così a parlare: "Io sono il Sommo Sacerdote e vengo per parlare al sacerdote. Ascoltami bene, Don Claudio. Nessun uomo della Terra può toglierti il sacerdozio, che è eterno. Gesù ti dice: aggrappati forte all’altare, soprattutto al tabernacolo. Sorridi, figlio mio, alza il capo con quella fronte così luminosa e quello sguardo così penetrante verso tutti. Purtroppo i grandi uomini della Chiesa stanno cercando il modo per farvi cadere. Gli uomini non vi amano, miei cari due figli, in loro scatta la gelosia, l’invidia, l’orgoglio, la paura che Roma si rivolga a questo piccolo luogo taumaturgico. Continueranno a bersagliarti, figlio mio. Coraggio, non ti ho mai abbandonato. Quando la sofferenza vi schiaccia, alzate gli occhi al cielo e dite: "Gesù è in noi e noi siamo in Lui"".
Marisa durante l’apparizione ha sofferto il colpo di lancia per la conversione dei sacerdoti. La Madre dell’Eucaristia, dopo un semplice ma profondo colloquio con lei, ha terminato il messaggio dicendo: "Adesso vivete bene questa Messa. I grandi uomini ancora combatteranno contro il vostro sacerdote. Pregate tanto per lui, non abbandonatelo".
Gesù e la Madonna hanno fatto chiaramente comprendere che ci sarà una dura reazione da parte dell’autorità ecclesiastica nei riguardi di Don Claudio.
Durante la settimana si è ripetuta una nuova "pioggia d’Eucaristia". In ondate successive sono state depositate le particole sui fiori, sulle statue di Gesù Bambino e della Madonna, sull’altare e nel tabernacolo; Don Claudio ne ha contate centosessanta.
Gesù, rivolto a Don Claudio, ha detto: "Mio caro sacerdote prediletto, ti sei attaccato al tabernacolo? Hai visto che pioggia di Eucaristia e quante, quante particole sono arrivate? Ti sei chiesto: "Perché tante?". Ho portato l’Eucaristia per darla a tutti i presenti e per dare gioia a voi. Dio ci manda a prendere l’Eucaristia nei tabernacoli per portarla qui. Avete notato che alcune particole sono più sottili, altre più grandi ed altre ancora più piccole? Sono andato Io, è andata la mia e vostra Mamma, sono andati gli angeli e i santi a prenderle. In nessun posto della Terra Dio ha fatto un miracolo così grande, che si ripeterà ancora".
Gesù ha voluto anche far conoscere una situazione che evidenzia gravi responsabilità da parte di alcuni veggenti: "La mia Mamma appare in altre parti, anche se non tutte le apparizioni sono vere, e a tutti i veggenti dà gli stessi messaggi, che però non sono scritti, non vengono diffusi, come fate voi. Anche agli altri veggenti parla di conversione totale dei sacerdoti, ma questo non lo trovo scritto. Chi ora scrive questo viene condannato". È doloroso riconoscere che diversi veggenti, per non suscitare dure reazioni da parte degli uomini della Chiesa, arrivano a censurare i messaggi di Dio; questo modo di agire non è giusto. Non si può solo presentare Gesù dolce e misericordioso, Lui stesso ha detto: "Io sono duro quando è necessario, vero Don Claudio?".
Nell’apparizione del 12 marzo Gesù ha dato una meravigliosa lezione di psicologia: "Anche i giovani che sono uniti, o come voi dite "fidanzati", anche se a Me non piace tanto la parola fidanzati, devono volersi bene e non tenere l’amore dentro, ma manifestarlo, anche davanti agli altri, perché è una testimonianza molto grande e molto bella".
Gesù vuole che gli sposi esternino il loro amore, anche alla presenza dei figli, che devono accorgersi e sapere che i loro genitori si amano.
I sacerdoti non devono essere permissivi con i giovani, ma guide oneste e preparate. Gesù ha detto: "Oggi il sacerdote dice: "Sei giovane, fa’ come vuoi. Non ti va di andare in chiesa? Non andare. Hai il ragazzo, la ragazza? Fai come vuoi, sei giovane"". Io sono venuto anche per i giovani. Quando ero circondato dai giovani scherzavo e cantavo con loro, poi li portavo a Dio, parlavo loro di Dio. Oggi, alle soglie del duemila, si fa il contrario. Si parla di Dio tanto per dire che è stato iniziato il discorso con Lui e poi ognuno fa ciò che vuole e allora subentrano l’alcol, la droga e si violenta la coscienza dell’uomo buono". La conclusione è stata forte e chiara: "Dio ama gli uomini della mafia, come quelli della massoneria. Ama tutti coloro che agiscono nel male e uccidono". Un accenno: affiliati della massoneria sono anche nell’interno della Chiesa e occupano posti di governo e di responsabilità molto importanti. Paolo VI difatti aveva ordinato un’indagine, mai conclusa, sull’infiltrazione della massoneria in Vaticano.
Don Claudio ha scritto al card. Ruini una lettera (allegato n. 7) con la quale ha chiesto la revoca del decreto 251/98 e l’ha presentata a Gesù che ha osservato: "Quante cose mi fate vedere, come se Io non sapessi tutto ciò che sta succedendo. Qui c’è la verità, una verità che per chi non è in grazia diventa difficile da accettare. Stanno cercando di punire il sacerdote, di schiacciarvi, non date le perle ai porci".
Il C.I.C. (can. 1734) recita: "§ 1 – Chiunque, prima di presentare ricorso, deve chiedere per iscritto la revoca e la correzione del decreto al suo autore; presentata questa domanda s’intende con ciò stesso richiesta la sospensione dell’esecuzione. § 2 - La domanda deve essere fatta entro il termine perentorio di dieci giorni utili dalla legittima intimazione del decreto".
Poiché Don Claudio il 14 marzo 1998, come fa testo il timbro postale, ha spedito la lettera con raccomandata di ritorno (allegato n. 8) con la quale ha chiesto la revoca del decreto n. 251/98, di conseguenza ciò che è avvenuto tra il 6 marzo 1998, data riportata nel decreto e il 16 marzo 1998, ultimo giorno utile per presentare la domanda di revoca, anche se proibito dal decreto, non è punibile, perché l’esecuzione del decreto è sospesa.
Abbiamo insistito sull’aspetto giuridico della questione per dimostrare che la sospensione a divinis inflitta a Don Claudio dal Cardinal Ruini non è valida, dal momento che è stata punita un’azione commessa durante la sospensione del decreto.
Aggiungiamo anche che è stato disatteso il can. 50: "Prima di dare un decreto singolare, l’autorità ricerchi le notizie e le prove necessarie, e, per quanto è possibile, ascolti coloro i cui diritti possono essere lesi".
Domenica 15 marzo Gesù ha ripreso il doloroso discorso: "Avete capito in quale difficile situazione si trovano i miei due cari figli. Si trovano fra Dio e l’autorità ecclesiastica. Se ubbidiscono a Dio l’autorità ecclesiastica toglie ogni facoltà al vostro sacerdote, lo sospende a divinis. Voi dovete ubbidire a Dio, anche se gli uomini della Chiesa continuano a mandare decreti non validi. Un domani tanti e tanti uomini della Chiesa capiranno che la vostra coscienza è stata violentata. Non è facile per i miei due figli conformarsi all’obbedienza, loro sono pronti a fare l’obbedienza a Dio e a sottomettersi all’autorità ecclesiastica, ma anche per l’autorità ecclesiastica prima deve venire Dio. Dove hanno messo Dio, il Creatore del Cielo e della Terra, il grande Dio dell’Universo? Tutti, anche i grandi uomini della Chiesa, anche il Papa devono obbedienza prima di tutto a Dio" .
Il 19 marzo abbiamo festeggiato S. Giuseppe, il santo che Don Claudio ci ha insegnato ad amare di più. La difficile e sofferta situazione che stavamo vivendo ci ha portato a dimenticare, e per questo Don Claudio si è sentito in colpa, di fare la novena in preparazione della festa del più grande dei santi. Gesù stesso l’ha amabilmente evidenziato: "Ho capito che vi siete dimenticati di fare la novena al mio papà Giuseppe e lui dolcemente mi ha detto: "Gesù, non dire nulla, so che i nostri due figli fanno tanto, lavorano più del necessario, danno tutto quello che possono e mi amano; sono oberati da troppo lavoro e in questo momento hanno a che fare con il Vicariato"".
San Giuseppe ci ha parlato della virtù dell’abbandono: "Io mi sono sempre abbandonato a Dio, anche a voi Dio chiede l’abbandono totale. Il Signore mi ha scelto come padre putativo di Gesù, mi ha dato in sposa Maria ed io ho chinato il capo: "Dio, eccomi, mi abbandono a Te, sia fatta la tua volontà"".
Il 20 marzo, mentre Don Claudio era fuori casa per impegni, si è presentato, senza farsi preannunciare, un messo del Vicariato dichiarando di dover leggere e consegnare un documento al nostro sacerdote. Appreso che Don Claudio era assente, il messo ha spiegato che, poiché doveva consegnare il documento personalmente al sacerdote, sarebbe tornato il giorno dopo. Ma il giorno seguente, quando è tornato, il messo ha detto che non era più necessario consegnare il plico direttamente a Don Claudio, era sufficiente lasciarlo ad una persona di casa. Aperto il plico, Don Claudio ha constatato che era stato convocato in Vicariato il giorno 1° aprile 1998 alle ore 13 dal card. Ruini. Il nostro sacerdote ha fatto solo questo commento: "Spero di incontrare personalmente il card. Ruini per parlargli apertamente senza ricorrere ad intermediari, come ultimamente è sempre avvenuto".
Durante la notte tra il 21 e il 22, la Madonna, accompagnata dagli angeli, ha trasportato molte particole che ha depositato sui fiori in camera di Marisa.
Il mattino seguente, quando Don Claudio si è reso conto dell’avvenuto miracolo, dopo aver adorato Gesù presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia, ha preso le particole sui fiori e le ha messe in una pisside; alcune di esse erano bagnate di siero, l’acqua di cui parla S. Giovanni. È sceso in cappella per annunziare il nuovo miracolo eucaristico ai presenti. Quando è risalito, rivestito dei paramenti sacri e accompagnato dai giovani, Don Claudio ha constatato che si era realizzato un nuovo miracolo eucaristico: un’ostia grande, dal cui interno sgorgavano gocce di sangue che si stavano espandendo sulla sua superficie, era stata collocata nella pisside, sopra le particole precedenti. Gioia ed emozione grandissima sono tornate nel cuore di coloro che si sono trovati di fronte alla sesta ostia che aveva versato sangue. L’Eucaristia è stata solennemente portata in processione, poi con essa sono stati benedetti i presenti e soprattutto gli ammalati.
Durante l’apparizione la Madre dell’Eucaristia ha spiegato: "Il sangue è uscito ancora dall’ostia per salvare le anime e per la conversione dei grandi uomini. Gesù ha tanto amato gli uomini, anche coloro che l’hanno sputacchiato e flagellato. La storia si ripete. Oggi si flagellano altre persone, persone che amano mio Figlio Gesù. Per il vostro sacerdote e per la vostra sorella questa sarà una settimana santa, una settimana di continua sofferenza. Anche se ubbidissero all’autorità ecclesiastica e dicessero: "Sì, facciamo ciò che voi dite", verrebbero calpestati ugualmente. I grandi uomini vogliono portare i miei due figli alla morte morale ed anche a quella fisica. Non vogliono un dialogo aperto, come tra padre e figlio, non leggono neppure le lettere inviate dal sacerdote e se le leggono o le mettono da parte o le stracciano e poi mandano i decreti senza aver esaminato o interrogato alcuno, senza venire a vedere che mio Figlio sanguina. I decreti non sono validi. Miei cari figli, voi non potete capire fino in fondo quanto è grande la sofferenza dei miei due figli e quanta cattiveria c’è contro di loro. Guardate Gesù Eucaristia che sanguina. Dio ha fatto questo miracolo perché vuole ancora aiutarvi e farvi capire fino in fondo che purtroppo l’autorità ecclesiastica sta prendendo cantonate molto gravi. Oggi sembra che i miei due figli abbiano perduto la battaglia, ma poi ci sarà la vittoria, la gioia e la pace. Tu, però, Marisella, avrai gioia solo in Paradiso".
Don Claudio e Marisa certamente conoscevano i piani del Vicariato per schiacciarli, infatti per preparare la comunità a vivere situazioni molto dolorose il nostro sacerdote ci ripeteva spesso di avvertire una fune intorno al collo che lentamente veniva stretta.
Per dare fiducia e serenità alla comunità Don Claudio si sforzava di non mostrarsi preoccupato e ripeteva a mo’ di battuta: "Mi stanno preparando il pesce di aprile", alludendo alla convocazione da parte del Vicariato per il 1° aprile.
La Madonna che è immersa nella luce di Dio, conosceva perfettamente ciò che il Vicariato stava macchinando contro Don Claudio e ha chiesto: "Pregate per il vostro sacerdote, affinché abbia la forza di continuare a lottare per la verità e per il trionfo dell’Eucaristia".
Don Claudio e Marisa sono due piccole, semplici creature che il Signore ha scelto per il trionfo dell’Eucaristia, contro la quale al presente è in atto una grande lotta. La Madonna ha affermato: "L’Eucaristia non è amata. Già vi ho detto che molti sacerdoti celebrano la S. Messa per abitudine o per convenienza e non credono che in quell’ostia sia presente il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di mio figlio Gesù. Oh, miei cari figli, sono pochi i sacerdoti che credono nell’Eucaristia. Non condannate i sacerdoti che non credono nell’Eucaristia, ma pregate per loro. Vi ho detto di pregare per questi sacerdoti, affinché almeno qualcuno si converta".
Di fronte alla sofferenza della Madre dell’Eucaristia che piangeva sui tanti figli sacerdoti che tradiscono il suo Divin Figlio non si poteva restare insensibili, ma dovevamo condividere con la nostra Mamma il suo dolore. Per questo Marisa ha vissuto serenamente nel suo corpo la passione di Cristo e Don Claudio ha bevuto il suo calice amaro preparandosi all’immolazione, come la Madonna aveva detto loro: "Vi ho preparato a tutto ciò che dovrà succedere".
Il 27 marzo Mons. Nosiglia ha telefonato a Don Claudio per confermargli la convocazione in Vicariato per il 1° aprile. Il nostro sacerdote, che per rivelazione soprannaturale era a conoscenza delle decisioni del card. Vicario, ha compreso immediatamente che era arrivato il momento e come è suo stile, per sdrammatizzare la situazione e per far comprendere al Vescovo che la decisione del card. Ruini, anche se ingiusta ed illegittima, lo trovava pronto, Don Claudio ha detto serenamente a Mons. Nosiglia: "So che mi avete preparato un bel pesce d’aprile"; al che il Vicegerente ha farfugliato qualche parola e ha chiuso la conversazione.
Il 1° aprile Don Claudio si è recato in Vicariato ed era accompagnato da Marisa che ha voluto essere vicino al sacerdote nel momento più duro, sofferto e difficile della sua vita.
Davanti al Vicariato erano in attesa tutti i giovani e diversi adulti della Comunità. Don Claudio ha letto nei loro occhi l’ansia e la preoccupazione e dopo averli ringraziati per la dimostrazione di solidarietà e d’amore nei suoi riguardi li ha invitati ad entrare nella basilica di S. Giovanni per pregare davanti a Gesù Eucaristia.
Don Claudio ha detto che aveva bisogno di calma, equilibrio, serenità, freschezza ed agilità mentale e solo Gesù Eucaristia gli poteva dare tutto questo.
Il nostro sacerdote ha mostrato di avere il pieno controllo della situazione e ha confessato che si sentiva sereno, sicuro e lucido, perché aveva con sé l’Eucaristia che aveva sanguinato il 22 marzo.
Gesù Eucaristia, appoggiato al cuore di Don Claudio, è entrato così in Vicariato, dove è stato di nuovo flagellato, incoronato di spine e sputacchiato. Si è ripetuta la storia; Gesù è stato condannato a morte dai sacerdoti nel Sinedrio, Gesù Eucaristia è stato insultato, oltraggiato, profanato dai sacerdoti in Vicariato.
Solo un adulto della comunità ha accompagnato fino all’anticamera di Mons. Nosiglia Don Claudio che lì ha incontrato un sacerdote ex-compagno di seminario, al quale ha mostrato l’Eucaristia che aveva sanguinato e ha detto: "Mi hanno chiamato per comunicarmi la sospensione a divinis".
Il sacerdote ha risposto con un sorriso imbarazzato, già era al corrente della decisione del card. Vicario.
Quando Don Claudio è entrato nella stanza di Mons. Nosiglia ha notato che erano presenti oltre il vescovo anche Don Giuseppe Tonello, cancelliere del Vicariato e padre Pietro B. Martinello, vicario giudiziale aggiunto presso il tribunale Regionale del Lazio, in qualità di notaio.
Don Claudio ha avuto la sensazione di trovarsi come Cristo davanti al Sinedrio. Ha manifestato forza e coraggio, perché ha affrontato subito Don Tonello e l’ha rimproverato di non aver comunicato al card. Ruini la sua richiesta di revoca del decreto, prot. N. 251/98 del 6 marzo 1998, fatta a voce a lui il giorno 6 marzo e confermata per iscritto il 14 marzo 1998 a norma del can. 1734 § 1.
Mons. Nosiglia non ha replicato nulla a quanto affermato da Don Claudio e ha esordito: "Ti do lettura della lettera del card. Vicario" (allegato n. 9), che conteneva la notifica della sanzione della sospensione a divinis. Don Claudio ha seguito la lettura della lettera non solo senza mostrare turbamento, ma dando prova di calma e serenità. Mons. Nosiglia e Don Tonello apparivano visibilmente tesi, mentre padre B. Martinello mostrava più calma, forse perché era meno coinvolto nell’intera vicenda.
Al termine della lettura della lettera, Mons. Vicegerente ha rivolto alcune domande a Don Claudio.
Tutto è stato regolarmente verbalizzato; era la prima volta che ciò avveniva.
Il notaio ha letto il verbale, redatto con l’attiva e determinante collaborazione di Don Claudio.
Alla richiesta di Don Claudio di parlare privatamente al Vicegerente, Don Tonello e padre Martinello sono usciti dalla stanza per andare a stendere il testo definitivo del verbale.
Nell’uscire dalla stanza, padre Martinello ha detto a Don Tonello: "Don Gatti ha le idee molto chiare" e non si è reso conto che le sue parole erano state nitidamente udite dall’adulto, membro della comunità, che sostava nell’anticamera del Vescovo.
Quando Don Claudio si è trovato solo col Vescovo gli ha detto: "Cosa state facendo? Davanti a Dio, alla Chiesa e alla storia vi siete assunti delle gravi responsabilità. Il vostro operato sarà sconfessato e le vostre decisioni dichiarate invalide e illegittime. Se vuoi salvarti allontanati da Roma, chiedi una diocesi e scappa da Roma. Per noi è un vanto soffrire ora per l’Eucaristia; presto si realizzerà il trionfo dell’Eucaristia e ci sarà il nostro trionfo, ma voi quale sorte avrete?".
A questo punto il nostro sacerdote si è inginocchiato, ha aperto la teca e ha mostrato l’Eucaristia che aveva sanguinato il 22 marzo 1998.
Il Vescovo ha mostrato fastidio e irritazione, ha fatto un gesto per invitare il sacerdote a disfarsi dell’Eucaristia insanguinata e ha detto, sbiancando in volto: "Cosa mi hai portato? Per noi quello è un pezzo di pane, buttalo".
Don Claudio ha adorato in silenzio l’Eucaristia, poi ha chiuso la teca e si è seduto.
Poco dopo sono rientrati Don Tonello e padre Martinello; il primo ha letto il verbale che riportava fedelmente quanto aveva detto Don Claudio, che lo ha firmato (allegato n. 10).
Infine, mentre il nostro sacerdote dopo aver salutato i presenti stava per uscire, Mons. Nosiglia che l’aveva accompagnato alla porta gli ha detto: "Riconosci che quella non è Eucaristia, ammetti che ti sei ingannato e che hai ingannato gli altri e ti sarà tolta immediatamente la sospensione a divinis".
Don Claudio, fissandolo negli occhi, gli ha risposto: "Non posso violentare la mia coscienza, devo difendere la verità. Ho visto i miracoli eucaristici e ho creduto in essi. Voi siete andati contro il Vangelo e il codice. Pregherò per voi. Affido a Dio la mia difesa e non resterò deluso".
Don Claudio è uscito dal Vicariato, soffrendo molto, non per ciò che avevano fatto a lui, ma per ciò che avevano fatto a Gesù Eucaristia.
Ha nascosto talmente bene la sofferenza che, quando ha fatto chiamare i giovani e gli adulti che erano ancora in preghiera davanti al SS. Sacramento nella basilica di S. Giovanni, li ha accolti con un sorriso. Vedendo Don Claudio sorridente, alcuni hanno esclamato: "È andato bene l’incontro", ma Marisa che insieme alla Madonna era stata presente in bilocazione nell’ufficio del Vescovo ha mormorato: "No, l’hanno crocifisso".
Don Claudio ha fatto una breve relazione dell’incontro avvenuto in Vicariato e poiché man mano che esponeva i fatti notava che aumentava la sofferenza nei presenti ha concluso dicendo: "Sorridete, non turbatevi e voliamo sempre più in alto a contatto di ali nel cielo dell’amore".
Il nostro sacerdote infine ha voluto abbracciare uno ad uno i presenti per ringraziarli dell’amore dimostrato nei suoi riguardi e si è avviato verso casa, dove è stato di nuovo raggiunto da tutti i giovani.
Quando si è visto circondato da tutti i suoi figli più giovani, il padre si è rivolto loro con particolare calore: "Asciugate le lacrime, fate tornare il sorriso sui vostri volti, aprite il cuore alla speranza, perché questo è un giorno di vittoria e di trionfo. Gesù vi ha fatto l’onore di soffrire qualcosa per Lui e a me e a Marisa ha chiesto di immolarsi per Lui. Oggi mi sento più sacerdote, più simile a Cristo, perché sono anche vittima. Posso dire con Gesù di essere sacerdote e vittima. Ai primi cristiani era chiesto di non adorare Gesù e a causa del rifiuto venivano perseguitati, flagellati e uccisi. Essi hanno versato il sangue in modo cruento, noi lo versiamo in modo incruento, amando l’Eucaristia, per la quale siamo pronti a dare la vita. Ed ora cantiamo "Vieni, Maria", invitiamo la Madre dell’Eucaristia a venire in mezzo a noi e come segno di tripudio, di gioia e di vittoria desidero che accogliate la Madonna con lo sventolare i fazzoletti, come fossero bandiere e stendardi".
I giovani hanno compreso molto bene ciò che aveva detto Don Claudio, hanno inghiottito le lacrime, hanno sfoderato un convincente sorriso ed hanno cantato a squarciagola "Vieni, Maria".
La Madonna, che aveva più volte detto ai giovani: "Quando volete che io venga fra voi, cantate "Vieni, Maria"", ha mantenuto la promessa ed è apparsa in mezzo a un tripudio di fazzoletti di carta di vario colore.
Don Claudio non ha voluto che il messaggio dato dalla Madre dell’Eucaristia venisse pubblicato, ma ha chiesto, data la natura intima e personale e i riferimenti precisi ai grandi ecclesiastici del Vicariato, che, almeno per il momento, fosse tenuto segreto dai giovani.
Don Claudio e Marisa hanno poi dormito tranquillamente, ma, come ha detto la Madonna: "Questa notte qualcuno non ha dormito dal rimorso, ma non ha avuto il coraggio di dire: "Gesù, cosa sto facendo?" per paura di perdere la poltrona. A costui ieri il vostro sacerdote ha fatto la catechesi e ha detto: "Scappa, va’ via da Roma", ha cercato di convertire l’arcivescovo, ma lui e gli altri hanno molta paura del cardinale, ne hanno terrore, mentre non hanno paura di Gesù".
Nello stesso messaggio la Madonna riportava una dichiarazione di Dio che riguardava Don Claudio e un invito a Marisa a non spedire al Vicariato la lettera che aveva scritto, nella quale si assumeva tutte le responsabilità di quanto era avvenuto, "per salvare il sacerdote".
Sempre il 2 aprile si è rinnovato il miracolo eucaristico: sette particole presenti nel calice della statua bianca che abbiamo adorato durante l’incontro di preghiera e con le quali ci siamo comunicati.
Don Claudio durante l’incontro di preghiera ha fatto una cronistoria delle apparizioni mariane e dei miracoli eucaristici dal 24 settembre 1993 fino al 1° aprile 1998. Per la prima volta pubblicamente ha denunciato le gravi responsabilità dell’autorità ecclesiastica di Roma, ed in particolare del card. Ruini, nei riguardi delle apparizioni mariane più importanti della storia e dei miracoli eucaristici più grandi della Chiesa.
Sette giovani della comunità si sono recati il giorno dopo, 3 aprile, in Vicariato per parlare con Mons. Nosiglia che all’inizio li ha ascoltati attentamente. I giovani hanno raccontato le esperienze religiose che hanno permesso loro di raggiungere una buona maturazione religiosa. Hanno anche parlato dei miracoli eucaristici di cui sono stati testimoni e hanno riferito le accuse calunniose rivolte contro Don Claudio da parte di molti parroci di Roma. Il Vescovo ha replicato dicendo di avere grande stima di Don Claudio, anche se non comprendeva il suo modo di agire. Improvvisamente è squillato il telefono e i giovani si sono resi perfettamente conto che il Vescovo era stato convocato immediatamente dal card. Ruini. Infatti quando Mons. Nosiglia è tornato in ufficio era visibilmente turbato e ha fatto ai giovani uno strano discorso dicendo che Don Claudio era contro la Chiesa, che essi non adoravano l’Eucaristia, ma un pezzo di pane e che lui preferiva essere con la Chiesa, anche se in peccato, che contro la Chiesa, anche se in grazia. Alla fine, esaurito, ha congedato i nostri giovani con un: "Basta, basta, ora andate via".
Gesù ha commentato l’incontro dei giovani con il Vescovo Nosiglia: "Chi dice "pezzo di pane" quasi con disprezzo prende in giro i giovani, il sacerdote e non è a posto. I giovani hanno dato ieri una testimonianza molto bella e importante, all’altezza della loro missione e colui che ascoltava era turbato".
La Madonna aveva definito la lettera con la quale il card. Ruini aveva comunicato a Don Claudio la sospensione a divinis "insignificante, pasticciata, non veritiera" e Gesù ha confermato che "ciò che vi è scritto non risponde a verità".
Il nucleo del messaggio di Gesù è stato: "Non rinnegate mai Dio. Il vostro sacerdote ha combattuto e ha preso la palma del martirio: ha accettato di essere sospeso a divinis, ma non di rinnegarmi. Vi ha dato un grande esempio, imitatelo e mettetelo in pratica. Chi mi rinnega davanti agli uomini, io lo rinnegherò davanti a Dio".
Anche gli adulti della comunità si sono attivati per difendere Don Claudio e far trionfare la verità. Hanno scritto una lettera a tutti i parroci, viceparroci e sacerdoti che svolgono il ministero sacerdotale a Roma e in Italia (allegato n. 11) per spiegare in quale dolorosa situazione si è trovato Don Claudio per difendere l’Eucaristia.
Durante la notte tra il 4 e il 5 aprile Gesù ha portato l’Eucaristia nel luogo taumaturgico, come Lui stesso ha detto durante il messaggio: "Io, Gesù, sono l’eterno, grande, primo sacerdote e ho portato delle piccole ostie in questo luogo taumaturgico. Io sono Dio, posso fare tutto ciò che voglio e nessun uomo della Terra poteva impedirmi di fare ciò che ho fatto".
Gesù ha rivelato anche che "alcuni sono venuti per controllare" e si è rivolto direttamente alle spie del Vicariato: "Certo, siete stati mandati, ma non state al loro gioco. È Gesù che vi chiede di credere al Vangelo e a tutto ciò che trionfa in questo luogo. Non riportate informazioni sbagliate o false, solo per farvi grandi agli occhi dei vostri superiori. Inginocchiatevi davanti a Me, Gesù Eucaristia".
Gesù ha parlato anche dei grandi ecclesiastici: "Quante bugie, quante falsità hanno detto per difendere se stessi. Si scateneranno ancora, faranno riunioni per dire male di questo luogo. Parleranno di questa Eucaristia, che hanno definito "fenomeno da baraccone", "pezzo di pane", e questo è grave, gravissimo. Se anche fosse il più grande Vescovo, il più grande uomo della Chiesa, colui che calunnia, diffama senza esaminare, conoscere, vedere e condannasse coloro che testimoniano la verità, si porrebbe in una situazione molto grave".
Il 6 aprile Don Claudio ha incontrato un noto avvocato presso il tribunale ecclesiastico al quale ha esposto il problema della sospensione a divinis e ha illustrato l’intera vicenda che ha preceduto tale censura.
La risposta dell’esperto penalista è stata la seguente: "Nessuna Congregazione Romana metterà mai in discussione l’autorità del Vescovo; questo è il cardine della legislazione canonica. Comunque le congregazioni non intervengono sul merito della questione, ma solo sul metodo procedurale, cioè se c’è stato difetto di procedura". A nostro parere è triste che si dia importanza alla procedura e non allo spirito del Vangelo che invita alla carità e alla sincerità. Certamente la Chiesa che rinascerà dopo il trionfo dell’Eucaristia dovrà cambiare molti canoni e appoggiarsi di più al Vangelo.
Giovedì santo, 9 aprile, abbiamo celebrato l’istituzione del sacramento dell’Eucaristia e del Sacerdozio "che è il dono più grande e più bello che Dio può fare a coloro che sono stati chiamati".
Durante la veglia di preghiera abbiamo portato in processione le numerose particole portate da Gesù, dalle quali emanava un profumo celestiale. Con queste particole tutti i presenti sono stati comunicati. Per la nostra comunità quel giovedì santo è stato molto triste per la sospensione a divinis del nostro sacerdote e per la proibizione di celebrare la S. Messa nella nostra cappella. La Mamma del Cielo per infonderci coraggio e per aiutarci ad essere più forti ha detto: "Ricordatevi: il 1999 è l’anno del trionfo dell’Eucaristia, della verità e del vostro trionfo".
Marisa, anche se ha cercato in tutti i modi di nasconderlo, ha vissuto più volte la passione di Gesù.
Il 12 aprile, giorno di Pasqua, nuovo grande miracolo eucaristico.
Quando siamo entrati in Chiesa, ci siamo stupiti di non vedere l’Eucaristia e molti si sono chiesti: "È possibile che proprio il giorno di Pasqua ne siamo privi?". Non sapevamo che il Signore ci stava preparando una grande sorpresa. Vogliamo ricordare che nel tabernacolo della nostra cappella non c’era allora l’Eucaristia, perché un decreto del card. Ruini, anche se invalido ed illegittimo, l’aveva proibito.
Durante l’apparizione, alla presenza della comunità, la Madonna ha ordinato a Marisa di prendere dalle composizioni floreali che erano sull’altare un giglio, una rosa, una spiga e, poiché mancava l’uva, della nebbiolina. Gesù ha ordinato a Marisa di farsi dare da Don Claudio la chiave del tabernacolo per aprirlo. Marisa si è mossa lentamente e, arrivata davanti al tabernacolo, l’ha aperto. Con meraviglia tutti i presenti hanno visto nitidamente che nel tabernacolo c’erano un’ostia grande e diverse piccole. Come il giorno della sua Risurrezione "mentre, per paura dei Giudei, le porte del luogo dove si trovavano i discepoli erano chiuse, Gesù venne, stette in mezzo a loro e disse: "Pace a voi…"" (Gv 20,19), così nel giorno di Pasqua Gesù Eucaristia, mentre le porte della Chiesa e le porticine del tabernacolo erano chiuse a chiave, e le chiavi erano custodite da Don Claudio, è entrato nel suo cenacolo, nel suo tabernacolo per augurare pace a noi che eravamo schiacciati dalle prove, lacerati dalle sofferenze e abbattuti dalle amarezze.
Ma il miracolo non si è limitato all’apparizione dell’Eucaristia. Immediatamente Gesù ha detto a Marisa di appoggiare l’ostia grande e le ostie piccole sui fiori che aveva in mano e dall’ostia grande sono fuoruscite molte altre ostie a mo’ di cascata, con lo stesso movimento e disegno che fa l’acqua quando precipita da una roccia. Gesù, allora rivolgendosi a Don Claudio, gli ha detto: "Tu sii benedetto, figlio mio, per la forza e il coraggio che hai avuto nel non rinnegarmi. Hai lottato e non mi hai rinnegato; per questo ti hanno sospeso a divinis. Ma chi sono loro? Il tuo sacerdozio rimane in eterno, nessun uomo della Terra può togliertelo. Abbi ancora pazienza e fiducia. Grazie per tutto ciò che fai per la Chiesa e per le creature. Don Claudio, ho fiducia in te, ho troppa fiducia in te".
Per sottolineare che non si sentiva sconfitto né abbattuto e attendeva con serena sicurezza il trionfo dell’Eucaristia, nel giorno di Pasqua Don Claudio ha scritto al card. Ruini una lettera nella quale ha risposto punto per punto a quella del cardinale definita dalla Madonna "insignificante, pasticciata, non veritiera".
La lettera inviata al card. Ruini è stata mandata anche a tutti i vescovi ausiliari di Roma per opportuna conoscenza. Il suo testo è riportato in questo libro (allegato n. 12).
l’avvocato rotale che è stato consigliere di Don Claudio nella dolorosa e complicata situazione giuridica della sospensione a divinis ha trovato, dopo essersi consultato con altri esperti giuristi, una possibilità per fare ricorso gerarchico alla Congregazione per il Clero. Dopo che l’avvocato ha esposto a Don Claudio quanto era opportuno facesse, il nostro sacerdote ha replicato di non avere nessuna fiducia negli uomini, ma solo in Dio; comunque ha assicurato che avrebbe fatto il ricorso gerarchico solo perché restasse una documentazione dell’intera vicenda negli archivi del Vaticano, a futura memoria.
La Madre dell’Eucaristia ha apprezzato il comportamento assunto dai membri della comunità e soprattutto dai giovani in occasione della sospensione a divinis inflitta a Don Claudio: "Debbo dire che siete stati tutti eroici nell’accettare la croce. Avete pregato, sorriso, cantato, pur avendo tanta sofferenza nel cuore".
La consolazione più grande per Don Claudio è stata constatare che i suoi figli si sforzavano di mantenersi sereni, intensificavano la vita di grazia, attendevano con più generosità ai propri doveri e soprattutto non pronunciavano giudizi di condanna nei riguardi di coloro che invece avevano ingiustamente condannato il loro sacerdote.
Gli insegnamenti del sacerdote sull’amore hanno sortito gli effetti desiderati, ma soprattutto sono state le parole di Gesù a guidare tutti noi: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. Se infatti amate coloro che vi amano, quale ricompensa avete?" (Mt 5,44-46).
Anche se Don Claudio e Marisa si sono impegnati fino allo spasimo per nascondere alla comunità che stavano vivendo la passione, la Madonna ha rivelato: "I miei due figliolini stanno soffrendo moltissimo. Nessuno è perfetto, ma nessun santo, attenzione, non dico nessun uomo della Terra, ma nessun santo che ora gode il Paradiso ha patito quanto loro". Don Claudio, dietro ispirazione del Signore, ha steso una nuova lettera da inviare "ai cardinali, ai vescovi e ai sacerdoti della Chiesa: Una, Santa, cattolica, Apostolica, Romana" (allegato n. 13). In questa lettera il nostro sacerdote ha illustrato la base teologica che giustifica il titolo "Madre dell’Eucaristia", ha elencato i miracoli eucaristici che sono avvenuti nel luogo taumaturgico, ha esposto l’atteggiamento negativo dell’autorità ecclesiastica di Roma nei riguardi delle apparizioni mariane e dei miracoli eucaristici ed infine ha riportato una serie di annunci profetici che riguardano il futuro del mondo, della Chiesa e del nostro movimento.
La Madre dell’Eucaristia ha chiesto alla veggente: "Marisella, presentami la lettera" ed ha aggiunto: "Questa lettera potrebbe convertire chiunque, ma se chi la legge non è onesto non si convertirà. Non aspettatevi tanto, perché il buono l’accetterà, ma rimarrà in silenzio, invece colui che non crede non l’accetterà. Colui che crederà avrà paura. Come può un cardinale aver paura? Non perde di certo la poltrona. Pochi membri del clero hanno dimostrato solidarietà al sacerdote, mentre molti, molti, molti laici, anche all’estero, pregano e fanno celebrare S. Messe, non solo per il sacerdote e la veggente, ma anche per voi che fate parte di questa comunità. Questa è una storia molto lunga che i vostri figli un giorno leggeranno".
Anche S. Giuseppe ha parlato delle sofferenze, delle prove che la comunità e soprattutto Don Claudio e Marisa hanno superato: "Il vostro cammino è molto bello, anche se durante il viaggio avete incontrato dei macigni. Voi, miei cari due figli, avete valicato macigni enormi e ne incontrerete ancora, ma non dovete dubitare del nostro aiuto, della forza che vi mettiamo nell’animo. Avete superato tante difficoltà, grandi e piccole, ma avete riportato vittoria, perché siete con Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo".
Verso la fine di aprile Don Claudio, Marisa e i giovani sono partiti per le Marche per godere insieme due giorni di riposo.
Nelle vicinanze di Castelluccio di Norcia i giovani hanno trovato un campo per giocare a pallone e a pallavolo e si sono letteralmente sfogati eseguendo partite di buon livello tecnico ed agonistico. Anche Don Claudio vi ha saltuariamente partecipato e i suoi tiri sono stati accompagnati da urla di incitamento dei suoi giovani. Terminato di giocare, tutti si sono riuniti per pregare. Improvvisamente è apparso Gesù per ricordare che proprio nelle Marche Don Claudio e Marisa si erano incontrati nel 1971 e che nella stessa regione Egli nel 1995 aveva operato il primo miracolo eucaristico, "anche se il sacerdote per riprenderlo aveva la telecamera sottosopra a causa dell’emozione".
Gesù ha consegnato due particole a Marisa per il sacerdote e per lei. È apparsa anche la Madonna per invitare i giovani ad essere gioiosi, sereni, ad "allontanare le nuvolette" (ossia preoccupazioni, problemi, difficoltà) e far splendere il sole: Gesù Eucaristia. Ha incoraggiato i giovani a dimostrarsi reciprocamente l’amore preventivo, l’amore più grande.
Durante il viaggio di ritorno alla casa che li ospitava, nella macchina in cui si trovavano Don Claudio e Marisa, alla presenza di due giovani, è avvenuto un nuovo e sorprendente miracolo eucaristico. Poiché Marisa era rimasta molto male quando Gesù aveva portato l’Eucaristia solo per lei e Don Claudio, il dolce Maestro è intervenuto di nuovo: "Ecco, così ti voglio. Questo è l’amore e la carità: quando hai qualcosa per te, desiderare di condividerla con tutti. Brava, Marisella, così devi fare; sacrificati fino in fondo, sii generosa, sempre. Ho letto nel tuo cuore la sofferenza perché i giovani non avevano fatto la S. Comunione, ma ora anch’essi la faranno". Improvvisamente Don Claudio e i due giovani hanno visto entrare nella macchina, volare nel suo interno e raccogliersi nella mani di Marisa molte particole che la veggente ha fatto fatica a tenere nelle sue mani. A Gesù che le ripeteva "tienimi stretto sul tuo cuore" Marisa ha risposto: "Ti tengo, ti tengo" e rivolta a Don Claudio ha detto: "Devo portare Gesù stretto al cuore. Ora preghiamo e cantiamo, poi quando saremo arrivati a casa accompagneremo in processione Gesù Eucaristia nella sala più bella della casa". Come gli apostoli avevano apparecchiato il Cenacolo, così i nostri giovani hanno addobbato la stanza per accogliere Gesù Eucaristia e qui, accompagnato dai discepolini, Marisa ha portato le particole consacrate che sono state intronizzate sopra un altare improvvisato.
Don Claudio, Marisa ed i giovani hanno pregato, cantato tutti insieme, poi i giovani, divisi in piccoli gruppi, si sono alternati in adorazione davanti a Gesù Eucaristia. Alle ore 23 si sono riuniti ancora tutti per fare una veglia di preghiera che si è prolungata oltre la mezzanotte. Al termine Don Claudio ha dato la S. Comunione ai presenti.
Durante la notte Marisa, assistita da Don Claudio, come era avvenuto già molte altre volte, ha vissuto la passione di Gesù per la Chiesa. Per ordine della Madonna ha scritto l’elenco degli ecclesiastici fedeli e di quelli infedeli al Papa che ha consegnato a Don Claudio.
La Madre dell’Eucaristia durante l’apparizione, presenti i giovani, ha detto: "Questa notte e soprattutto questa mattina abbiamo permesso di nuovo a Marisa di vedere le persone che non amano mio Figlio Gesù, che tentennano, hanno paura di esporsi, di perdere la poltrona e Dio ha voluto che lei vivesse la passione molto forte". Marisa in questa apparizione non si è preoccupata delle sue sofferenze, ma di quelle dei giovani: "Non far soffrire tanto i nostri giovani, almeno loro…".
Da diverso tempo la Madre dell’Eucaristia insisteva sempre più nell’invitare a pregare e ad offrire a Dio fioretti, sacrifici e digiuni per la Chiesa; a Marisa in particolare lo chiedeva ogni giorno.
Il mese di aprile si è chiuso con un caldo invito da parte della Madonna a tutti i membri della comunità: "Voglio raccomandarvi di venire durante il mese di maggio, perché Dio ha deciso di mandarmi tutti i giorni da voi alle ore 19. Reciterò il S. Rosario con voi, se poi Dio Padre mi darà il messaggio o dovrò farvi qualche richiamo, sarò sempre pronta".
Il mese di maggio è iniziato, come è ormai tradizione da anni, con l’apparizione della Sacra Famiglia; è stato S. Giuseppe a riportare il messaggio di Dio: "Hanno dato a me l’onore di portarvi il messaggio che è umile, semplice, adatto ai piccoli e ai grandi. Gesù Eucaristia ha trionfato tante volte e il suo trionfo ha dato molto fastidio agli uomini della Chiesa. Oggi ho portato un’ostia profanata alla vostra sorella. Quando bestemmiano contro Dio è perché credono, quando profanano l’Eucaristia è perché ci credono ed è un peccato gravissimo, un’offesa non agli uomini, ma a Dio".
La Madre dell’Eucaristia ha ripetuto molte volte che solo Don Claudio Gatti può spiegare e commentare i messaggi, nessun altro, sacerdote o laico, deve arrogarsi questo compito: "I messaggi vanno letti e meditati dal momento che il sacerdote li spiega molto bene. Di questi fa un poema ogni volta che li commenta. È il sacerdote che deve parlare e deve essere sempre al primo posto".
Spesso ci siamo domandati: come mai gli ecclesiastici o combattono apertamente i miracoli eucaristici e le apparizioni mariane che avvengono nel luogo taumaturgico o tacciono e non difendono la verità? La Madre dell’Eucaristia ci ha spiegato: "Quanti cardinali e vescovi conoscono queste apparizioni: alcuni non ci credono, altri ci credono, ma non interessano loro; altri ancora credono, ma ne hanno timore. Anche cardinali di età molto avanzata hanno paura di dire che ci credono e che desiderano parteciparvi. Chi ha paura non può amare. Chi crede ma non vuol perdere la sua poltrona non può amare Gesù. I sacerdoti e le suore che cosa temono? La mia presenza che non vedono? Gesù Eucaristia che vedono? Quelle piccole particole spaventano i grandi uomini, perché non amano. Chi ama non ha paura, chi ama è nella verità, è pronto anche al sacrificio, alla sofferenza, a tutto".
Domenica 3 maggio la Madonna ha depositato l’Eucaristia nel luogo taumaturgico: un’ostia grande e delle particole sui fiori in camera di Marisa, un’altra ostia grande ed altre particole sulla statua di Gesù Bambino in cappella. Tutti i giovani e diversi adulti hanno occupato l’intero pomeriggio ad imbustare ed affrancare le lettere e a scrivervi sopra gli indirizzi dei destinatari. La lettera che porta la data del 1° maggio, precedentemente sottoposta all’approvazione della Madre dell’Eucaristia, è stata spedita a tutti i cardinali della Chiesa, a tutti i presidenti e segretari delle conferenze episcopali nazionali, a tutti i vescovi d’italia, ad ecclesiastici che occupano cariche importanti nella Curia romana, a molte superiori generali di congregazioni religiose, a numerosi nunzi apostolici, a diversi rettori di seminari e di università ecclesiastiche, a moltissimi sacerdoti a Roma, in Italia e fuori Italia; complessivamente sono state spedite più di mille lettere.
La Madonna ha detto: "Questa lettera destinata a tutti i membri del clero farà del bene a chi è buono, umile e semplice, ma incattivirà ancora di più chi è orgoglioso e superbo; lo renderà ancora più perfido ed aspro. E chi colpiranno? Il Sacerdote…".
Abbiamo saputo che del contenuto della lettera si è molto parlato in Vaticano, in Vicariato e in moltissimi altri luoghi, ma, pur sollecitate, sono arrivate poche risposte per telefono o per iscritto. Alcuni ecclesiastici hanno confidato a Don Claudio che tutti coloro che hanno interpellato il Vicariato per avere delucidazioni sui fatti e chiedere come comportarsi hanno ricevuto questa consegna: "Ignorateli, non rispondete loro, trattateli tamquam non essent (come se non ci fossero)".
"Poiché i sacerdoti si sono ritirati per paura e per gelosia, e non l’hanno fatto in silenzio, ma rumoreggiando e tirandosi indietro altre persone, quando Dio interverrà allora sì che piangeranno, ma sarà troppo tardi. Già nel lontano 1917 ho detto ai piccoli di Fatima che la Chiesa sarebbe stata dilaniata proprio dai sacerdoti, che i cardinali si sarebbero scagliati contro i cardinali e i vescovi contro i vescovi. Guai a coloro che per paura, per pigrizia, per amore del potere hanno distrutto l’opera di Dio. Guai!".
La Madonna ha confermato ciò che Don Claudio ha detto pubblicamente più volte: "Tu, Marisella, conosci i segreti e un giorno anche questi saranno svelati".
Poiché molti di questi segreti sono preoccupanti, la Mamma del Cielo ci ha tranquillizzato: "Chi è in pace con Dio non deve temere nulla. Voi, mio piccolo gregge, non temete nulla, perché Gesù è con voi, io sono con voi".
Uno dei punti più forti dell’insegnamento della Madre dell’Eucaristia è: ricevere sempre Gesù Eucaristia in grazia di Dio. Per far meglio comprendere questa verità ha fatto vedere a Marisa qual è la differenza tra persone che ricevono Gesù in grazia e quelle che lo ricevono in peccato: "Coloro che ricevono Gesù in peccato non sono sereni né felici, mentre coloro che ricevono Gesù in grazia sono sereni, belli, contenti e hanno in loro tanta forza".
Don Claudio e Marisa hanno sempre ripetuto che senza l’Eucaristia non avrebbero avuto la forza e il coraggio per portare avanti la grande missione che Dio ha loro affidato: far conoscere e amare l’Eucaristia.
Nonostante l’ingiusta sospensione a divinis, Don Claudio ha continuato non solo a mostrare serenità ed equilibrio, ma ad infondere la sua tranquillità d’animo in tutti i membri della comunità.
La Madonna è tornata più volte sulla illegittima punizione comminata a Don Claudio: "Il cardinale ha sospeso a divinis il sacerdote perché avrebbe dovuto negare ciò che aveva visto e dire a tutti i fedeli che si era ingannato e aveva ingannato. Si può negare ciò che si vede? Gli uomini della Chiesa hanno sbagliato. Come è stato condannato Gesù che era innocente, così è stato condannato il sacerdote che è innocente".
La Mamma ha chiesto ai suoi due cari figliolini: "Vi siete accorti in ventisette anni quante sofferenze avete sopportato? Ma quanta forza avete avuto per portare avanti la missione di Dio?". Se non avessero avuto l’Eucaristia Don Claudio e Marisa sarebbero crollati alla prima difficoltà, invece hanno resistito a tanti colpi, spesso atroci e crudeli, inflitti da sacerdoti, vescovi e cardinali che, ha detto la Madonna, "combattono le apparizioni di Gesù Eucaristia".
La Madre dell’Eucaristia ha sempre denunciato "coloro che rinnegano Gesù Eucaristia, che davanti alle persone mostrano una faccia e poi dietro condannano e uccidono, coloro che non hanno creduto all’Eucaristia che io, Gesù, gli angeli e i santi portiamo", ma ci ha sempre raccomandato "di non scendere allo stesso livello di coloro che non sono in grazia".
A causa della sospensione a divinis, non poter confessare le persone che si rivolgevano a lui per ricevere l’assoluzione dei peccati è stata, per Don Claudio, un’altra grande tribolazione.
Alle persone che sempre più numerose venivano nel luogo taumaturgico e mosse dalla grazia chiedevano di essere confessate, ogni volta il sacerdote doveva rispondere "non posso" e leggeva la contrarietà e la delusione nei loro occhi. Anche su questa dolorosa situazione è intervenuta la Madre dell’Eucaristia: "Se c’è un’anima alla quale Dio infonde la grazia della conversione e questa chiede l’aiuto del sacerdote che non può confessare, colui che lo ha sospeso a divinis ingiustamente commette peccato grave. Chi sente in sé questa spinta che viene da Dio non deve preoccuparsi, perché Lui vede tutto, i buoni che lo amano e i cattivi che lo disconoscono. Chi ha provato questo impulso, poiché qui non è possibile esaudirlo, vada in una chiesa, si confessi e poi riceva Gesù Eucaristia. Vi siete accorti come la parola "Eucaristia" e la parola "Madre dell’Eucaristia" non vengono accettate e come i miracoli eucaristici più grandi di tutta la storia della Chiesa non siano accolti?".
La Mamma del Cielo ha continuato a metterci al corrente della situazione che si era creata intorno a noi: "È molto triste che, malgrado le lettere che hanno ricevuto, alcuni parroci continuino a ripetere: "Non andate a via delle Benedettine" e usino il sacramento della confessione per fare pressione sulle persone. Un domani vi dirò anche chi e quali vescovi di Roma hanno proibito di venire qui. Perché questa paura e tanto rancore? Anche se vedete qui poche persone, la missione è grande e ad essa rispondono sacerdoti e vescovi che sono fuori Italia, mentre in Italia ne rispondono pochi. Cosa li spinge contro questo luogo taumaturgico? Attenzione, quanto dico vale per tutti: scattano la gelosia, l’invidia, la maldicenza, la calunnia e la diffamazione. La calunnia e la diffamazione sono peccati mortali; eppure molti laici, suore, sacerdoti, vescovi e cardinali peccano così. Si riuniscono per parlare male del sacerdote e della veggente, ognuno cerca di formulare la calunnia più pesante dell’altro per farsi bello agli occhi dei presenti, ma agli occhi di chi? Dio è amore, ma sarà giusto alla fine dei tempi".
A quanto ha detto la Madonna non c’è nulla da aggiungere, se non ricordare che Don Claudio, per farci superare il naturale risentimento verso tutti coloro che sono stati per noi causa di grosse sofferenze, ci ha sempre invitato a mettere in pratica le parole di Gesù: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano" (Mt 5,44).
Poiché domenica 10 maggio Marisa, per le sue precarie condizioni di salute, non ha potuto scendere in cappella per l’incontro di preghiera, Gesù Eucaristia ha fatto visita alla sua sposa, adagiandosi sui fiori nella sua camera. La Madre dell’Eucaristia ha portato altre particole in cappella e le ha collocate sopra l’altare.
l’opposizione e la persecuzione contro Don Claudio e Marisa erano talmente dure e forti che hanno fatto esclamare così la veggente durante un colloquio con la Madonna: "Sembra che ci stiano accerchiando per soffocarci, non solo i sacerdoti, ma tutte le persone che non ci vogliono bene. Ma quante sono?".
A questa domanda la Madre dell’Eucaristia ha risposto: "Anche noi avevamo tante persone contro".
Il 12 maggio la Madre dell’Eucaristia è apparsa a Marisa talmente triste che la veggente ha esclamato: "Vedo una lacrima nei tuoi occhi; non ti far vedere triste, ti prego". In quel giorno la Madonna ha dato il messaggio più breve di questi ultimi anni: "La Mamma è venuta solo per dirvi di pregare, pregare, pregare per il vostro sacerdote. È molto provato, molto triste; non soltanto i lontani, ma anche i vicini lo fanno soffrire. Subentra l’egoismo, si pensa a se stessi e così non si va avanti".
In quei giorni il volto di Don Claudio rifletteva un particolare stato doloroso, provocato, purtroppo, dall’atteggiamento non conforme al nostro stile di alcuni membri della comunità.
Il 13 maggio la nostra comunità ha festeggiato l’anniversario della totale consacrazione a Dio di Marisa con i voti perpetui di castità, povertà e obbedienza.
In occasione di questo anniversario abbiamo dedicato una giornata di preghiera per tutti i consacrati. Comunque la festa d’anniversario, per una comprensibile serie di problemi e difficoltà, è avvenuta in tono minore, tanto che la Madre dell’Eucaristia ha voluto sollecitare: "È desiderio del Paradiso che facciate una grande festa per la vostra sorella. A voi può sembrare una sciocchezza, ma non è un compleanno, è l’anniversario del suo matrimonio con Cristo".
Ciò che ha detto la Madonna alla figlia il 13 maggio è in netto contrasto con quello che pensano gli uomini della Chiesa: "Tu sei vittima d’amore, eroina della sofferenza, prigioniera d’amore. Noi del Paradiso ti ringraziamo, perché da quando hai detto sì hai salvato tante anime. Hai detto sì a Dio, al mio Tutto, e Lui ti ha preso tutta. Tu non riesci nemmeno a comprendere quanto bene hai fatto e farai ancora alla Chiesa e agli uomini della Terra. Hai detto sì con il cuore, con tanta sofferenza hai accettato ciò che Dio ti ha chiesto e ti sei unita a Lui per sempre".
Ed ecco il 17 maggio, è il giorno più bello del trionfo dell’Eucaristia. Durante la notte la Madonna è entrata a porte chiuse in cappella. Ha preso l’ostensorio, l’ha collocato nel mezzo dell’altare e vi ha intronizzato Gesù Eucaristia. Ha aperto la porticina del tabernacolo, precedentemente chiuso a chiave da Don Claudio, e vi ha collocato molte particole consacrate. Infine in camera di Marisa sui fiori e nel calice della statua bianca ha depositato altre particole consacrate che hanno riempito di un profumo particolare la casa.
Alle ore 9:30 circa, Don Claudio è entrato nella cappellina, già piena di fedeli, per accingersi come il solito a rendere noti e spiegare gli ultimi messaggi della Madonna ricevuti da Marisa.
Era appena giunto quando un insolito squillo del citofono interno ha rotto il silenzio. Hanno chiamato Don Claudio che è risalito precipitosamente in casa. Poco dopo una signora si è affacciata alla porta della cappella per avvertire alcuni giovani, membri dell’associazione, di raggiungere a loro volta Don Claudio.
Ci siamo resi conto tutti, subito, che qualcosa di eccezionale doveva essere accaduto e siamo rimasti ad attendere pregando in silenzio.
Marisa informava subito Don Claudio che, mentre lei era momentaneamente assente, nella sua stanza era stata appoggiata da Gesù sui fiori un’ostia grande dal cui interno sgorgavano gocce di sangue: a rendersi conto dell’evento miracoloso erano state due signore. Era la settima volta, da quando è iniziata il 14 settembre 1995 la serie dei miracoli eucaristici, che Gesù o la Madre dell’Eucaristia consegnavano ostie macchiate di sangue.
I giovani, dopo aver adorato Gesù presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia sanguinante, hanno scattato delle fotografie e fatto la ripresa televisiva per documentare il grande miracolo eucaristico.
Don Claudio è tornato immediatamente in cappella, ha raggiunto il piccolo altare e al microfono ha spiegato ai presenti quanto era accaduto.
Terminato di parlare, Don Claudio e i giovani sono risaliti di nuovo nella stanza ove era l’Eucaristia grondante sangue e si sono resi conto che nel frattempo il sangue aveva continuato a fuoruscire trasformando la forma originaria dell’ostia.
Passati pochi minuti, Don Claudio è rientrato in cappella; a breve distanza seguivano Marisa, portata a braccio dai giovani fino alla carrozzina, e gli altri.
Marisa, pallidissima e assai sofferente, è entrata in cappella seduta sulla sedia a rotelle, reggendo, su un piattino ben visibile, un’ostia grande piegata leggermente, a forma di conchiglia; all’interno del bordo bianco erano presenti vistose macchie di sangue.
Poche parole ancora, poi Don Claudio ha preso dalle mani di Marisa l’Eucaristia e lentamente, soffermandosi, è passato fra i fedeli per permettere a tutti di vedere proprio da vicino come si presentava l’ostia: ebbene, la parte centrale, a visione ravvicinata, appariva rigonfia, bagnata e striata di sangue, molto somigliante ad un lembo di carne viva; verso l’esterno il sangue era più denso e formava un’orlatura irregolare e marcata.
Don Claudio ha ricevuto dalla Madonna l’ordine di conservare gelosamente l’Eucaristia che ha versato sangue e che ogni domenica dovrà essere portata solennemente in processione.
La Madre dell’Eucaristia ha raccontato alla presenza dei membri dei diversi gruppi di preghiera dell’italia come è avvenuto il miracolo dell’Eucaristia che ha versato sangue: "Gesù ha portato l’ostia sottratta a un sacerdote che celebrava per abitudine e non credeva a ciò che stava facendo in quel momento. Il sangue ha cominciato a sgorgare ed io ho detto a Gesù: "Prendiamo quest’ostia, portiamola nel piccolo angolo di Paradiso, nel luogo taumaturgico, perché lì verrà amata, adorata e rispettata". Gesù, con tutto l’amore del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, accompagnato dallo Spirito Santo sotto forma di candida colomba, è entrato nella stanza di Marisella e ha adagiato su dei semplici fiori Gesù Eucaristia. Il sangue continuava ad uscire e l’ostia si è gonfiata, si è molto gonfiata. Io non voglio che quest’ostia sia consegnata agli uomini della Chiesa e agli adulti che non credono. Ci sono gruppi che corrono da un santuario all’altro, da un posto all’altro e non hanno compreso che il posto taumaturgico più importante e benedetto da Dio è questo piccolo angolo della Terra nascosto, oltraggiato, bersagliato da tanti, tanti, tanti".
La notizia dell’Eucaristia che aveva versato sangue ha raggiunto anche la redazione di diversi giornali che hanno inviato fotoreporter per fotografare l’ostia macchiata di sangue e cronisti per raccontare come era avvenuto il miracolo. La Madre dell’Eucaristia ci ha rivolto un pressante invito: "Pregate perché le persone che sono venute oggi facciano il lavoro per amore di Dio e delle anime. Hanno scritto tante cose belle, ma chissà se poi le riporteranno sui loro giornali. I mie due figliolini hanno dato tutto, ora sta a loro comportarsi con lealtà e sincerità".
Gli articoli dei giornali sull’Eucaristia che aveva versato sangue, corredati anche da foto, con qualche rara eccezione, hanno trattato il miracolo eucaristico con rispetto; anche la RAI ha fatto un breve servizio e ha intervistato Don Claudio e Marisa.
La notizia del grande miracolo eucaristico ha ulteriormente irrigidito l’atteggiamento dell’autorità ecclesiastica nei riguardi del sacerdote e della veggente, come ha riconosciuto anche la Madre dell’Eucaristia: "Miei cari due figliolini, la situazione è diventata ancora più dura per voi. Non lasciatevi andare e non abbattetevi più di tanto. Il miracolo che è avvenuto il 17 maggio è immenso e se Dio l’ha fatto è perché ha grandi disegni su questo luogo taumaturgico. Chi non crede, chi non ama Gesù Eucaristia? Voi sapete benissimo che sono proprio gli uomini scelti da Dio a non amarlo: hanno paura di amare e non potendo distruggere Gesù Eucaristia distruggono coloro che Lo amano. Aspettatevi nuovi colpi dal Vicariato, questo grande miracolo dà molto fastidio".
La Madonna ha mostrato un profondo rammarico perché il grandissimo evento non ha attirato le molte persone che secondo i desideri di Dio avrebbero dovuto riempire il luogo taumaturgico e ha indicato i responsabili: "I sacerdoti continuano a dire di non venire nella casa di Gesù che ha sanguinato".
Dio ha operato il miracolo eucaristico perché i sacerdoti credano che nell’Eucaristia è realmente presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità. Purtroppo molti sacerdoti, vescovi e cardinali non credono nella reale presenza di Gesù Eucaristia; di loro ha parlato la Madonna quando ha detto: "Chi osa ancora dire che dopo la consacrazione Gesù non è presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia, non dica neanche la S. Messa, perché offende Dio, il sacerdozio e se stesso. Chi non crede nell’Eucaristia perché dice la S. Messa?".
La Madonna ci ha messo in guardia nei riguardi di coloro "che vengono soltanto per fare confusione" e ci ha invitato a fare attenzione per "il sacerdote e la vostra sorella che sono molto in vista".
Don Claudio, commentando il messaggio che conteneva il brano sopra riportato, abbastanza sibillino per noi, ha detto: "Per il momento non posso dirvi l’esatto significato, ma solo che si tratta di fatti che sono misfatti".
La Madonna ha anche parlato dell’aborto: "Si praticano gli aborti con molta facilità, quando si sa che già all’inizio del concepimento esiste la creatura, l’anima. Perché uccidere e distruggere tutto? Erode ha compiuto la strage degli innocenti, ma oggi, nel duemila, si continua ancora ad uccidere i bambini; prima c’è il piacere, poi il disprezzo e infine, il disfarsi di una piccola creatura".
Il 25 maggio Marisa ha avuto un’apparizione straziante: ha visto Gesù in croce e vicino la Madonna che ha annunciato: "La vostra sorella sta vedendo Gesù crocifisso, morto per tutti i grandi e piccoli uomini della Chiesa. Sembra che abbia fallito, ma non ha fallito, come non fallirete voi, miei cari due figliolini".
La Madonna soffriva perché "nonostante Dio abbia fatto un grande miracolo eucaristico in questo luogo taumaturgico, le creature non rispondono; è più facile per loro correre dove c’è una madonnina che lacrima, dove - dicono - si è formata l’immagine del mio santo Padre Pio, immagine che non ha nulla di soprannaturale, ma è una semplice illusione ottica".
La Madre dell’Eucaristia ha fatto un’analisi perfetta della considerazione e dell’atteggiamento dei fedeli verso l’Eucaristia: "Questo grande miracolo avrebbe dovuto far scoppiare il mondo intero, eppure tutto tace. Il miracolo eucaristico non è conosciuto né compreso, perché non è stato spiegato che nell’Eucaristia è presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità. Dio ha compiuto questo miracolo per far capire a tutti che Gesù è presente, sempre, quando l’ostia è consacrata dal sacerdote durante la S. Messa. Molte ostie vengono prese per essere profanate nelle messe nere. Molti sacerdoti celebrano la S. Messa tanto per abitudine e non credono alla presenza di Gesù in quell’ostia consacrata. L’Eucaristia non è conosciuta e questo ci fa soffrire moltissimo, ma non per colpa vostra. Voi avete fatto ciò che potevate nel vostro piccolo, il sacerdote ha lavorato moltissimo, addirittura ha dovuto accettare la sospensione a divinis per non tradire Gesù Eucaristia e questo è segnato nel grande libro di Dio".
Don Claudio e Marisa desideravano far sottoporre l’ostia che aveva versato sangue agli esami di laboratorio ed hanno chiesto alla Madonna il permesso. La risposta della Madonna non si è fatta attendere, e se da una parte ci ha aiutato a prendere la decisione più intelligente per non far compiere manipolazioni e alterazioni nell’ostia, dall’altra ci ha messo di fronte ad una dolorosa domanda: "Di chi potremo fidarci per far eseguire un esame onesto e scientificamente perfetto sull’ostia che ha versato sangue?".
"Ho chiesto a Dio Padre e mi ha detto che l’ostia per ora non può essere esaminata: è stata troppo toccata da chi l’ha presa dai fiori sui quali era stata adagiata e da altri; poi è passato troppo tempo. Ma non preoccupatevi, perché Dio compirà di nuovo questo miracolo e allora dirò a te, Marisella, il da farsi, ma se sarà presente il sacerdote se ne occuperà lui, perché egli precede tutti. Prenderete la teca grande e la collocherete sotto l’ostia che farete scivolare senza toccarla. No, non avete trovato il laboratorio adatto, e se anche la portaste al policlinico Gemelli si verrebbe a sapere e si organizzerebbe qualcosa di dannoso nei vostri riguardi. Marisella, non ti preoccupare, arriverà anche questo momento; non è questo il tempo, dovete prima riuscire a smascherare coloro che ingannano Dio, la Chiesa, il papa e voi". Leggendo questo brano del messaggio della Madonna, vengono in mente le parole dette a Fatima nel 1917: "Satana marcerà nelle prime file della Chiesa".
È triste ammetterlo, ma Don Claudio e Marisa, oltre ad avere dal Cielo notizie e informazioni sull’attuale situazione della Chiesa, la più critica di tutta la sua storia, hanno continuamente riscontri attraverso indicazioni e confidenze che a loro giungono da ogni parte del mondo. Chi ama la Chiesa e sa che il demonio si serve di uomini per farne scempio, non può non soffrire e rivolgere con lacrime preghiere e suppliche a Dio perché intervenga.
La Madre dell’Eucaristia per far comprendere ai due suoi figliolini la cattiveria e la malizia che gli ecclesiastici e i signori del Vicariato hanno continuato a scatenare contro di loro, ha sempre fatto conoscere loro i giudizi negativi, le offese e le calunnie che esprimono quando parlano del sacerdote e soprattutto della veggente. Come possono dirsi cristiani coloro che con la parola uccidono più che con la spada? Come possono uscire volgarità dalla bocca di coloro che pronunciano le parole della consacrazione durante la celebrazione della S. Messa e la formula di assoluzione durante la S. Confessione?
Don Claudio con la sospensione a divinis è stato privato anche della facoltà di confessare. Il nostro sacerdote, pur non essendo tenuto a rispettare il decreto, perché, come tutti gli altri, era "nullo, invalido, illegittimo", per non provocare situazioni che potevano essere bollate come ribellione e disobbedienza all’autorità ecclesiastica l’aveva sempre rispettato, rimettendo a Dio ogni decisione.
Per due mesi, dalla comunicazione della sospensione a divinis, Dio ha permesso che il sacerdote non confessasse, per dimostrare la sua sottomissione all’autorità ecclesiastica, per cui nessuno avrebbe potuto accusarlo di disobbedienza, poi è intervenuto in modo chiaro per comunicare che era sua volontà che Don Claudio riprendesse a confessare. La Madonna ha detto: "La confessione è stata tolta al vostro sacerdote soltanto perché avrebbe attirato a sé numerose anime che si sarebbero convertite; questo ha dato fastidio ai grandi uomini. Ma Dio vuole che lui confessi, che faccia tutto ciò che deve fare un sacerdote in grazia, che ama l’Eucaristia e le anime. Sembra quasi che Dio metta il sacerdote contro l’autorità ecclesiastica, ma non è così perché il decreto è illegittimo, non valido; tuttavia il vostro sacerdote continua a fare obbedienza, anche se è stato detto che è disobbediente. Se vengono nel luogo taumaturgico persone che si convertono, i grandi uomini della Chiesa pretendono che lui non debba confessare. Oh no, miei cari figli, Dio non vuole questo. Se un’anima ha bisogno di confessarsi, perché in quel momento arriva la conversione, il sacerdote non può rifiutarsi. Quei signori hanno giocato e giostrato moltissimo: prima erano le apparizioni della Madonna a portare imbarazzo, ora sono le apparizioni eucaristiche, le apparizioni dell’Eucaristia che ha versato il sangue a recare loro tanto fastidio".
Don Claudio, anche se si è sempre sforzato di nasconderlo, in questo periodo ha mostrato il volto più marcato dal dolore e Marisa con un sorriso sulle labbra ha continuato a vivere giorno e notte la passione di Gesù: sudorazione di sangue, flagellazione, incoronazione di spine, ferite alle mani e ai piedi, colpo di lancia al costato.
Coloro che più hanno risentito della situazione dolorosa di Don Claudio e Marisa sono stati i figli più giovani; a loro si è rivolta la Madre dell’Eucaristia con particolare predilezione: "Oh, miei cari giovani, se voi poteste capire quanto è importante il vostro ruolo in questo tempo nel mondo, in questo tempo che corre così velocemente verso il nulla! La vostra presenza, la vostra testimonianza deve far sì che possiate portare altri giovani, altre persone a pregare. Non abbiate paura, andate avanti con coraggio".
Il mese di maggio si è chiuso con l’apparizione di Dio Spirito Santo nell’incontro di preghiera del mattino e con la teofania trinitaria durante la veglia di preghiera della sera.
Dio Spirito Santo si è presentato a Marisa sotto le sembianze di Gesù, con la colomba sul petto, e ha dato un messaggio molto importante: "Vi invito a pregare Me, lo Spirito Santo, affinché scenda su ognuno di voi, vi faccia santi e venga nei vostri cuori per darvi forza e coraggio. Quando in voi entra Gesù Eucaristia siamo presenti anche Noi; entra la Trinità. Io voglio che lo Spirito Santo scenda su ognuno di voi e chi non è in grazia, chi non è a posto con Dio e ha bisogno della confessione, ne approfitti e si confessi ora".
Dio Spirito Santo ha confermato che "Dio ha ordinato al sacerdote di confessare" e ha parlato di nuovo del ricatto subito da Don Claudio: "O tu neghi o ti sospendo a divinis" e ha annunciato: "Quanti sacerdoti, piccoli, giovani sacerdoti che amano l’Eucaristia vengono bersagliati dai potenti, dai grandi uomini della Chiesa. Chiedete il dono dello Spirito Santo perché tanti, tanti peccano gravemente contro di Lui".
Durante la veglia di preghiera con la quale abbiamo terminato il mese di maggio ed iniziato quello di giugno, Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo si sono manifestati a Marisa sotto le sembianze di tre Gesù, dei quali uno con le stimmate ai polsi e un altro con la colomba sul petto.
Ancora una volta Dio Spirito Santo ha ribadito: "Questa mattina Io solo ero presente, ma questa sera siamo presenti Noi, i tre Gesù, come dici tu, Marisella, con la Madre dell’Eucaristia, gli angeli, i santi e le anime salve. Siamo arrivati non con il vento, ma con la pioggia (infatti scendeva una leggera pioggerellina, n.d.r.) che purifica, non fa male. Io sono Dio Spirito Santo e vi invito ad invocarmi in ogni momento della vostra giornata, come ha detto la Madre dell’Eucaristia. Io torno nel più alto dei cieli insieme al Padre e al Figlio, Tre in Uno; ora tu, Marisella, vedi un solo Gesù".
Ancora una volta Marisa ha vissuto il mistero trinitario: un solo Dio in tre Persone uguali e distinte.
La Madre dell’Eucaristia ci ha dato due importanti insegnamenti. Il primo è: quando siamo davanti all’Eucaristia, siamo davanti alla SS.ma Trinità, come gli angeli e i santi in Paradiso, con la sola differenza che essi godono della visione beatifica di Dio. Essi vedono Dio "sicut est", noi per vederlo dobbiamo attendere di andare in Paradiso. Il secondo è: quando riceviamo l’Eucaristia, in noi non entra solo Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, ma anche Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, la SS.ma Trinità, Dio Uno e Trino.
Il mese di giugno si è aperto con una nuova preoccupazione per la salute di Marisa: è stata costretta a ricoverarsi in clinica per essere sottoposta ad un intervento chirurgico al ginocchio.
Durante il mese di giugno abbiamo registrato un notevole calo nell’affluenza delle persone, certamente dovuto alla martellante campagna denigratoria dei sacerdoti di Roma che sono arrivati a minacciare i propri parrocchiani: "Non andate lì, dove c’è il demonio, altrimenti non entrerete più nella nostra Chiesa"..
Anche Gesù si è lamentato della scarsa affluenza delle persone: "Lo scorso anno avete risposto in pochi, quest’anno ancora meno. Invece di aumentare, dopo tutti i miracoli eucaristici che sono avvenuti nel luogo taumaturgico le creature diminuiscono".
Gesù ha affermato che a tutti i veggenti in ogni apparizione Lui e la Madonna hanno sempre parlato "della lotta in atto nella Chiesa e del trionfo dell’Eucaristia, ma questi brani vengono tolti perché hanno paura di affrontare il proprio vescovo, l’autorità ecclesiastica".
Il Signore ha rimproverato quegli ecclesiastici che si "beano quando sono presenti tanti giovani, tante persone che cantano e ballano; cosa che fa solo notizia e poi non resta nulla ".
Gesù è il dolce Maestro, ma è anche colui che "fatto un flagello di corde, cacciò tutti dal tempio, con le pecore e i buoi; disperse la moneta dei cambiavalute e rovesciò i banchi" (Gv 2,15) ed è colui che si è rivolto ai farisei chiamandoli "razza di vipere" (Lc 3,2), "ipocriti" (Mt 23,13), "sepolcri imbiancati" (Mt 23,27). Per questo non deve meravigliare che il Signore abbia parlato con durezza degli ecclesiastici: "Costoro si sentono grandi, desiderano avere tanta folla intorno, fanno il proprio comodo e in chiesa parlano di tutto. Non pensano affatto che nel tabernacolo c’è Gesù Eucaristia. Ma cosa vogliono questi che si dicono uomini di Chiesa? Perché esigono che si debba obbedienza a loro, quando la chiedono con ricatto?".
Gesù non ha risparmiato neanche i veggenti: "Parlano del più o del meno. Ripetono sempre: "La Madonna ha ordinato di costruire questa casa, di installare questa radio, di intraprendere la tale iniziativa", mentre ha solo chiesto la conversione, la preghiera, di vivere in grazia e di pregare per la conversione degli uomini della Chiesa". La conclusione di Gesù è dolorosa: "In tutto il mondo c’è guerra, mafia, massoneria ed altro. Come Gesù anche i miei due figliolini debbono dire, umanamente parlando, che è tutto un fallimento, ma non è così. Loro sapevano che sarebbero rimasti soli e che sarebbero stati presi di mira da tutti gli uomini della Chiesa".
Il giorno seguente Gesù è tornato a parlare della dolorosa situazione di Don Claudio e Marisa: "Avete capito da soli come questo luogo è molestato da tutti. Io sarò sempre con i miei due figli e, anche se resteranno soli, continuerò ad apparire qui come apparirà anche la mia e vostra Mamma".
Gesù ha anche indicato il rimedio per superare la solitudine, la persecuzione e la lotta: "Se prenderete l’Eucaristia, se vi ciberete di Gesù Eucaristia avrete in voi quell’angolo di Paradiso del quale spesso la mia e vostra Mamma ha parlato, e sarete più sereni e forti, perché l’Eucaristia dà la forza e il coraggio di andare avanti, di lottare su questo pianeta Terra".
Gesù ha comunicato di aver concesso solo al luogo taumaturgico un dono che non ha, fino ad ora, concesso mai altrove: "Io sono venuto solamente qui in corpo, sangue, anima e divinità, non sono andato in nessuna parte del mondo, almeno per ora, a portare Me stesso, Gesù Eucaristia". Questo annuncio ci ha confermato la predilezione del Signore verso il luogo taumaturgico che ha definito "il mio tabernacolo", e ci ha spinto a crescere nell’amore verso di Lui, a vivere la missione che Dio ci ha affidato: "far conoscere ed amare Gesù Eucaristia".
La via Crucis di Marisa è continuata, sembrava che le stazioni non finissero mai, anche se la nostra sorella si sforzava di nascondere la sofferenza sotto il sorriso e di scherzare amabilmente soprattutto coi giovani; Gesù infatti le aveva detto: "Ti voglio semplice, umile e anche scherzosa, perché il tuo sposo ti ama tanto".
Don Claudio e Marisa fino al 1990 hanno sempre trascorso un periodo di vacanza sulle amate Dolomiti perché incantati dal silenzio delle montagne, dal verde di sconfinate foreste, dallo scorrere delle acque, dall’azzurro dei laghi alpini nei quali si riflette il cielo e dalla bellezza delle valli. Si sono molte volte fermati a pregare in chiese solitarie, davanti ai caratteristici crocifissi di legno, all’ombra di alberi giganteschi e spesso durante queste preghiere è apparsa la Madonna che ha dato ai suoi due figli messaggi per far sentire che era sempre vicino a loro.
Purtroppo dal 1991 Marisa non è stata più in grado di fare neanche brevi passeggiate e la sua deambulazione è progressivamente peggiorata fino a costringerla, anche per far brevi percorsi, ad utilizzare la sedia a rotelle.
Ma il desiderio di rivedere le Dolomiti, a cui erano legati da particolari ricordi, è sempre stato molto forte nel sacerdote e nella veggente.
Per anni sono stati costretti a scartare la possibilità di fare una vacanza in Alto Adige, ma questo desiderio è esploso incontenibile nel momento meno indicato: alla vigilia dell’intervento chirurgico al ginocchio di Marisa. Per questo motivo il 3 giugno, appena è apparso Gesù, Marisa gli ha manifestato il desiderio che aveva in precedenza concordato con Don Claudio: "Vogliamo andare sulle Dolomiti". Gesù non ha risposto nulla a questa richiesta che poteva alla mente umana sembrare impraticabile, anche perché di lì a qualche giorno la madre di Marisa, nonna Iolanda, in seguito ad una caduta avrebbe riportato una frattura al femore per la quale sarebbe stata sottoposta ad intervento chirurgico.
Il 14 giugno Gesù ha portato nel luogo taumaturgico molte particole che ha depositato nella coppa di vetro che custodisce l’Eucaristia che ha sanguinato. Durante l’apparizione Gesù ha parlato del suo sangue: "La vostra sorella vede scorrere il sangue dal mio cuore, dalle mie mani e gli angeli sono pronti a raccoglierlo nel calice; questo sangue è per voi e per tutti gli uomini della Terra".
Il Signore ci ha sempre preparato a vivere i momenti duri e difficili della nostra storia uniti a Lui. Egli ci ha annunciato: "Si sta avvicinando la grande battaglia. Coraggio, preparatevi a questi momenti di scontro, poi ci sarà la gioia per voi e soprattutto per i giovani e per i bimbi. Coraggio, miei cari figli, Gesù è con voi, la mia e vostra Mamma ed anche il mio papà Giuseppe sono con voi".
Tutti conoscono la preoccupante situazione spirituale dei giovani e come essi vivono in un mondo privo dei valori evangelici. Gesù ha indicato la causa del distacco dei giovani da Lui: "I vostri figli sono molto lontani dalla Chiesa perché nessuno ha insegnato loro ad amarmi, a conoscermi", ma ha anche preannunciato per essi un futuro migliore del presente: "Voi, giovani, un domani insegnate ai vostri figli a conoscere Gesù, Dio Figlio, a conoscere il S. Vangelo, così essi vivranno momenti più belli e calmi, più tranquilli e sereni di oggi".
Il 20 giugno abbiamo festeggiato il quinto anniversario dell’annuncio da parte della Madonna che "le apparizioni per volere di Dio sarebbero state aperte a tutti".
Gesù ha riconosciuto che "questo quinto anno è stato molto difficile e sofferto, ma ha portato anche molti frutti".
La Madonna nella stessa circostanza ci ha rivolto questa domanda: "Ma ancora non avete capito che i tempi sono vicini, che la verità trionferà, che l’Eucaristia trionferà?" ed ha fatto questa richiesta: "Voglio che Don Claudio si sacrifichi per tutti i sacerdoti, soprattutto per i vescovi…".
Domenica 21 giugno Gesù ha dato a Don Claudio un ordine preciso: "Tu, mio caro sacerdote prediletto, devi dire la S. Messa; questo vuole Dio Padre".
Don Claudio ci ha confessato che quando ha sentito l’ordine di Dio ha avuto un tuffo al cuore ed ha pensato immediatamente che il Vicariato l’avrebbe accusato di essere disubbidiente, indocile e ribelle all’autorità ecclesiastica.
Da parte sua Marisa ha confidato candidamente a Gesù: "Noi a chi dobbiamo ubbidire? Se ubbidiamo a Dio l’autorità ecclesiastica dice che le abbiamo disubbidito, se ubbidiamo all’autorità ecclesiastica Dio dice che disubbidiamo a Lui. A chi dobbiamo ubbidire? Ci va di mezzo il sacerdote e Tu questo lo sai".
La risposta di Gesù è stata chiara: "Miei cari figli, umanamente parlando so che è difficile abbandonarsi a Dio, ma voi, scelti da Dio, dovete abbandonarvi a Lui".
Don Claudio e Marisa, e noi lo possiamo testimoniare, si sono sempre abbandonati a Dio; anche in questa situazione hanno chinato il capo e mormorato: "Mio Dio, sia fatta la tua volontà".
Noi sappiamo che il sacerdote e la veggente amano la Chiesa e sono pronti a dare la vita per lei. Ciò che ha macerato la loro anima è: essere accusati di spaccare la Chiesa a causa della loro disobbedienza all’autorità ecclesiastica. Comunque a questo punto è giusto domandarsi: coloro che esercitano l’autorità ecclesiastica a Roma, l’esercitano legittimamente?.
Dobbiamo sempre ricordare ciò che la Madonna ha detto a Fatima: "Satana marcerà nelle prime file della Chiesa", e ci consola la certezza che il trionfo dell’Eucaristia comporterà la sconfitta del demonio.
Forse alcuni potrebbero giudicare queste riflessioni inopportune, sbagliate, contrarie al tradizionale insegnamento; a costoro pensiamo di chiarire le idee, riportando quanto Gesù ha detto il 25 giugno.
Gesù è tornato a parlare dell’ubbidienza in modo chiaro e completo: "Vi siete accorti, miei cari figli, quanto sia difficile ubbidire? L’ubbidienza è una virtù molto alta e bella, ma gli uomini la distruggono con il loro potere. È lecita la domanda: ubbidire a Dio o all’autorità ecclesiastica? Io, Gesù, vero uomo e vero Dio, ho ubbidito a Dio, la Madre dell’Eucaristia ha ubbidito a Dio, gli apostoli e i santi hanno ubbidito a Dio. Ubbidire all’autorità ecclesiastica è giusto, ma l’autorità deve parlare ai propri figli con amore e non con ricatto. Per questo quando l’ubbidienza non è chiesta con amore, con sincerità, con semplicità, non si deve ubbidire a coloro che schiacciano, che uccidono e sono coscienti di fare il male.
È triste per me dovervi dire che ci sono tanti e tanti sacerdoti che sono immorali, che peccano conducendo due vite e non vengono affatto sospesi a divinis, anzi ricoprono dei posti anche importanti nell’ambito della Chiesa. E un sacerdote, dopo trentacinque anni di sacerdozio, per aver detto una volta la S. Messa, ubbidendo a Dio, è stato sospeso a divinis. Doveva rinnegare Me, Gesù Eucaristia, doveva dire che aveva ingannato voi, miei cari figli, che avete visto i miracoli eucaristici per avere di nuovo la facoltà di esercitare il ministero sacerdotale. No, ora basta, questo gioco è finito da anni e chi vuole continuare ad amare l’Eucaristia, ad amare Dio e la Madre dell’Eucaristia, ad amare il Papa e le anime deve ubbidire a Dio. Se il Papa interverrà, e se interverrà saggiamente, ubbidirete al Papa, ma l’ubbidienza prima di tutto va fatta a Dio, chi non crede a questo sbaglia.
Quanti sacerdoti ripetono: ubbidienza all’autorità ecclesiastica, ubbidienza all’autorità ecclesiastica. Ma quale? Quella che ama i suoi figli o quella che cerca di distruggerli? È triste dirlo, ma sono Io, Gesù, che vi parlo in questo modo. Voi non potete neanche immaginare quanti sacerdoti e suore credono a questo piccolo luogo taumaturgico, ma hanno paura di perdere la parrocchia, la poltrona, il denaro; quale malinconia.
Il vostro sacerdote si è spogliato di tutto e ha dato sempre con amore, in campo spirituale e materiale, è sempre pronto a dare; ma ora è molto stanco, e sta a voi aiutarlo, affinché possa riposare e riprendersi bene per il mese di settembre".
Gesù e la Madonna hanno spesso parlato della drammatica situazione in cui vivono Don Claudio e Marisa, soprattutto in colloqui riservati al sacerdote e alla veggente hanno fatto conoscere loro le macchinazioni, i tranelli, le persecuzioni, le falsità, gli inganni, le minacce, i pericoli, le offese, le ingiuste accuse che venivano costruite contro di loro in conciliaboli alla presenza di potenti ecclesiastici.
Questi "grandi uomini della Chiesa", utilizzando il loro potere, servendosi di tutti i mezzi a loro disposizione, anche ricatti e minacce, hanno sparso il veleno della calunnia e della diffamazione perfino fuori Roma. In Italia sono riusciti nel loro intento: presentare i miracoli eucaristici come opera del demonio o come fenomeni da baraccone, ma all’estero i loro sforzi di smorzare l’attenzione e l’interesse dei fedeli verso ciò che avviene a via delle Benedettine si sono dimostrati inefficaci, tanto è vero che la Madonna ha detto: "La Madre dell’Eucaristia è più conosciuta all’estero che in Italia e soprattutto a Roma".
Gesù stesso ha riconosciuto: "Se quanto avvenuto qui fosse avvenuto nel Medioevo, i miei due cari figli sarebbero stati mandati al rogo. Voi conoscete S. Giovanna d’Arco, che è stata prima condannata al rogo dai sacerdoti e poi proclamata santa. Pensate: prima i sacerdoti la condannano, poi la glorificano".
La chiusura dell’anno sociale è avvenuta domenica 28 giugno come è stato espressamente richiesto da Gesù. Don Claudio ha celebrato la S. Messa per le persone che erano convenute nel luogo taumaturgico. Erano presenti i membri della comunità di Roma e alcuni rappresentanti dei nostri gruppi di preghiera che operano fuori Roma, ma, come ha detto Gesù, "non siete tanti a rispondere al mio appello; hanno lavorato molto bene per non far venire le anime qui, in questo luogo taumaturgico". Nonostante la non eccessiva presenza di persone, Gesù ha dichiarato: "Questo è un grande giorno per voi, miei cari figli, ed è stato voluto da Dio. Io, Gesù, ho deciso di stare sull’altare con il sacerdote, perché lui è in Me e Io sono in lui. Dio vuole che mai più avvenga che un sacerdote che è in grazia non debba dire la S. Messa. Chi è in grazia di Dio, chi è con la Chiesa, e la Chiesa è di Dio, deve sempre celebrare la S. Messa, e nessun uomo della Chiesa può proibirglielo, a meno che non esistano peccati molto gravi. Nel caso del vostro sacerdote, come avete constatato, conosciuto e visto, non c’è niente di grave, c’è soltanto tanto amore, tanta generosità da parte sua.
Dio ha ordinato al sacerdote di celebrare la S. Messa. Come risponderanno loro? Cosa faranno? La vostra sorella ha tanta paura non per se stessa, ma per il sacerdote, perché conosce molto bene queste persone e purtroppo ha ragione. Con tanta sofferenza debbo dire che sono vendicativi nei confronti dell’uomo creato da Dio, non credono che il vostro sacerdote è stato chiamato da Dio, pensano solo a vendicarsi per distruggerlo. Ricordatevi che Io sono in lui e lui è in Me e la mia e vostra Mamma sarà sull’altare vicino al sacerdote. La Madonna non consacra l’Eucaristia, non celebra la S. Messa, ma trasporta l’Eucaristia e prega con voi".
L’8 marzo, quando Don Claudio, sempre per ordine di Dio, ha celebrato pubblicamente la S. Messa nel luogo taumaturgico, diviso tra l’obbedienza a Dio e l’obbedienza all’autorità ecclesiastica, ha provato una enorme sofferenza e ha vissuto una terribile lacerazione nella sua anima; invece il 28 giugno ha mostrato una profonda pace e una grande serenità, perché si è abbandonato completamente a Dio, ha fatto fino in fondo la sua volontà e, come dice Dante, "in sua voluntate è nostra pace" (Paradiso, canto V).
Quando Don Claudio, rivestito dei sacri paramenti, è giunto all’altare, Marisa ha visto una scena meravigliosa. Gesù, che indossava i paramenti sacri identici a quelli di Don Claudio, si è collocato davanti al sacerdote, in modo che Marisa vedeva distinti ma uniti il sommo sacerdote e il piccolo sacerdote.
La Madre dell’Eucaristia si è disposta a fianco del grande sacerdote e del piccolo sacerdote.
Questa visione è rimasta inalterata fino al momento della consacrazione, quando Gesù è entrato in Don Claudio e la persona di quest’ultimo è scomparsa; Marisa ha visto solo Gesù che pronunciava le parole della consacrazione.
La Madre dell’Eucaristia si è inginocchiata e si è chinata profondamente verso terra, restando in tale posizione durante la recita della formula di consacrazione del pane e del vino e risollevando il capo per fissare con occhi pieni d’amore l’ostia e il calice che Gesù innalzava verso il Padre, mentre lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, aleggiava nell’aria.
l’altare era circondato dagli angeli, dai santi e dalle anime salve, tutti in profonda adorazione.
Si è verificato ciò che Gesù aveva annunciato durante l’apparizione che aveva preceduto la S. Messa: "Preparatevi a vivere questa S. Messa accompagnati da Dio, dallo Spirito Santo, da Me, Gesù, dalla Madre dell’Eucaristia, dagli angeli, dai santi e da tutte le anime salve dei vostri parenti".
Il mese di giugno si è chiuso con un’apparizione riservata ai giovani. La Madonna è venuta accompagnata da S. Pietro e S. Paolo, l’uno e l’altro hanno ribadito l’importanza di ubbidire a Dio. S. Pietro ha detto: "Noi abbiamo sempre ubbidito a Dio, mai ai sacerdoti che non dicevano la verità" e S. Paolo ha affermato: "Quando è arrivato Gesù io sono cambiato, ma sono cambiato perché ho ubbidito a Dio; vedete come è importante l’ubbidienza fatta con amore e non con ricatto. Se qualcuno usa l’ubbidienza come ricatto, rifiutatela; quella non è ubbidienza ai superiori".
I due apostoli si sono definiti "brontoloni" ed hanno riconosciuto di non aver avuto un carattere facile. S. Pietro in particolare ha voluto sottolineare di aver avuto una suocera e ha dato un prezioso consiglio ai nostri giovani per evitare contese ed incomprensioni tra i genitori e il coniuge: "Non dimenticate mai il vostro papà e la vostra mamma; quando incontrate la vostra cara sposa o il vostro caro sposo non dimenticate mai i vostri genitori. Non esagerate né con i genitori né col coniuge, l’amore è diverso. Se vi dico queste cose è perché ho conosciuto l’amore della mia amata sposa e l’amore della mamma".
l’anno sociale è finito; Don Claudio e Marisa, molto stanchi, provati nell’anima e nel corpo da tanta sofferenza, avevano bisogno di riposo per ritemprare le forze in previsione di nuove e più dure battaglie.
La veggente in seguito all’intervento chirurgico al ginocchio è stata consigliata dal medico di fare lunghe nuotate in mare per restituire elasticità e tono muscolare alle gambe a lungo costrette ad una totale immobilità. Per l’interessamento e la generosità di alcuni amici del gruppo di preghiera della Sardegna è stata offerta a Don Claudio e Marisa una villetta silenziosa e confortevole, ideale per godere una sicura privacy e un piacevole soggiorno nella meravigliosa isola.
Don Claudio e Marisa, accompagnati da alcuni giovani della comunità, sono arrivati nei primi giorni di luglio in Sardegna e vi sono trattenuti fino alla fine del mese.
Gli stessi amici che hanno provveduto la villetta hanno assistito con discrezione e delicatezza il sacerdote e la veggente ed hanno loro permesso di trascorrere un periodo relativamente sereno. Questo non significa che Marisa abbia cessato di vivere la passione, tutt’altro: ha continuato a patire i dolori mistici della trasverberazione, della sudorazione di sangue, della incoronazione di spine, della flagellazione e delle stimmate. A volte i dolori sono stati così intensi che Marisa è svenuta e la Madonna allora per alleviarle le pene le ha dato con sollecitudine la S. Comunione.
La Madre dell’Eucaristia ha confermato: "La sofferenza si fa sempre sentire. La vostra salute lascia a desiderare, ma non è colpa di Dio né di nessuno di noi del cielo, è colpa degli uomini. Non dubitate del mio aiuto, io sono sempre con voi e continuerò ogni giorno a venire fra voi".
Sempre nello stesso messaggio la Madonna ha stabilito una precisazione che vogliamo evidenziare, senza fare nessun commento, per non cadere in un’inutile polemica: "Non in tutti i posti appaio così frequentemente, anzi in tante parti io non vado più, perché Dio Padre ha deciso così, malgrado gli uomini continuino a dire: "Oggi c’è l’apparizione della Madonna"".
La Madre dell’Eucaristia ha voluto ricordarci che i rapporti tra i nostri cari defunti e noi della Terra non si interrompono con la morte: "Quando i vostri cari muoiono e sono salvi, sono pronti ad aiutarvi sempre; voi chiamateli, invocateli e pregate per loro".
Luglio è un mese che a causa della più frequente vicinanza fisica, del caldo, della maggior libertà e del minore controllo registra un aumento dei peccati contro il sesto comandamento e sono in particolare i fidanzati a infrangerlo.
"I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l’un l’altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio la manifestazione di tenerezza propria dell’amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità" (Catechismo della Chiesa Cattolica).
La Madonna, madre e maestra dei giovani, ha dato loro insegnamenti e consigli importanti per vivere un rapporto puro, in preparazione del matrimonio.
"Il matrimonio è un sacramento, un grande sacramento, per questo non dovete sporcarvi con persone che non amano, perché quello non è il modo di amare. Amare significa donare, sacrificarsi, prevenire e aiutare la persona amata. Solo allora il rapporto va avanti e si arriva al sacramento del matrimonio con gioia, con tanta felicità e anche col sacrificio.
I fidanzati devono amarsi e rispettarsi. Il loro corpo che riceve Gesù Eucaristia deve essere sempre pulito, in grazia e tempio dello Spirito Santo. Non ascoltate quei confessori che dicono: "Se vi amate, potete avere anche il rapporto"; bisogna arrivare al matrimonio casti, puri, e chi non vive in modo casto si confessi. Potete scrivere nel vostro quadernino: "Voglio vivere con il mio giovane o con la mia giovane un rapporto bello e puro davanti a Dio. Vogliamo tenerci per mano e con i nostri figli arrivare alla santità"".
La bellezza del mare della Sardegna, nel quale si rifletteva un cielo terso e azzurro ha esercitato una potente attrattiva su Don Claudio e Marisa che fin dai primi giorni ne hanno goduto i benefici e i vantaggi.
Come è stato già sottolineato nelle presentazioni dei precedenti volumi dei messaggi, anche durante questa vacanza mentre erano immersi in mare Don Claudio e Marisa pregavano, recitavano il santo Rosario e cantavano in onore di Gesù e della Madonna.
Il 5 luglio è avvenuto il primo miracolo eucaristico. Presenti Laura e Yari, i due giovani che avevano accompagnato il sacerdote e la veggente in Sardegna, la Madonna ha consegnato a Marisa, mentre erano tutti immersi in mare, due particole. L’emozione imprevista ha ceduto il passo ad una grande gioia e i quattro amici hanno improvvisato un momento di adorazione, dopo il quale si sono comunicati ed hanno fatto un ringraziamento sentito e raccolto.
La Madre dell’Eucaristia ha sempre vigilato su Don Claudio e Marisa e nei riguardi di quest’ultima è intervenuta diverse volte per toglierle la febbre, farla camminare meglio, abbassarle la pressione per permetterle di nuotare, unico sport utile al ricupero delle gambe, come le aveva promesso all’inizio delle vacanze: "Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà e ai problemi di salute, perché sarò sempre con voi, vi aiuterò e vi proteggerò".
Per la festa di S. Claudio, il 7 luglio, sempre mentre erano in mare, Marisa ha avuto una visione bellissima: Dio Padre in atteggiamento da vincitore, da trionfatore e ai suoi piedi in ginocchio e con la testa curva il dragone vinto, sconfitto. È la conclusione della visione che Leone XIII ha avuto durante la celebrazione della S. Messa verso la fine del suo pontificato? Terminata la visione è apparsa la Madre dell’Eucaristia per fare gli auguri a Don Claudio per il suo onomastico: "Oggi avrei voluto portare l’Eucaristia a tutti e quattro, ma Dio Padre ha deciso che la dessi invisibile solo a Marisa". Improvvisamente c’è stata una teofania trinitaria: Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo si sono manifestati a Marisa sotto le sembianze di tre Gesù in un mare di luce.
Don Claudio ha candidamente confessato, pieno di confusione: "Mio Dio, chi sono io perché Tu ti faccia presente qui?".
Marisa ha continuato poi a vedere in cielo scene apocalittiche; il dragone inseguito da S. Michele con la spada e la Madre dell’Eucaristia che faceva fuggire il dragone con in bocca, purtroppo, delle anime.
La veggente ha anche visto, mentre era in mare, diverse volte i nostri giovani unirsi a lei e a Don Claudio nella recita del S. Rosario.
Nei giorni 9 e 10 luglio sono avvenuti altri due miracoli eucaristici in mare: la Madre dell’Eucaristia ha consegnato a Marisa quattro particole: per lei, per Don Claudio e per i due giovani presenti. La Madonna, consegnando l’Eucaristia, ha sempre chiesto di fare preghiere di riparazione per i numerosi e gravi peccati commessi contro il sacramento dell’amore.
La Madre dell’Eucaristia ha voluto far conoscere ciò che era avvenuto nel mare della Sardegna a coloro che erano presenti ad un gruppo di preghiera, organizzato da Don Claudio: "Sono io che vado dai miei figli e con loro recito il S. Rosario. Mentre nuotano e cantano in mare, io arrivo e do un piccolo, semplice messaggio. Pregano per tutti un’ora, un’ora e mezza e fanno adorazione a Gesù Eucaristia".
Marisa ha confidato di avere visto molte volte in cielo un’ostia enorme a forma di conchiglia, dalla quale fuorusciva sangue vivo.
Il 15 luglio pochi intimi hanno festeggiato due importanti ricorrenze, il 27° anniversario dell’incontro di Don Claudio e Marisa e il 60° compleanno di Don Claudio. La mattina in mare è apparsa la Madonna che sosteneva l’Eucaristia ed era circondata da angeli e santi che cantavano. La Madre dell’Eucaristia ha consegnato tre particole a Marisa. Dopo aver pregato e adorato l’Eucaristia, Don Claudio, Marisa e un giovane si sono comunicati. La preghiera è terminata con un sentito e forte ringraziamento.
Nel pomeriggio, durante un’apparizione straordinaria, la Madre dell’Eucaristia rivolgendosi a Don Claudio e a Marisa ha detto loro: "Miei cari figli, oggi anche noi del Paradiso festeggiamo i vostri ventisette anni di apostolato. Per noi è un avvenimento molto grande: ventisette anni donati a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Vi sembra di essere falliti? No, avete dato tutto ciò che potevate a Gesù Eucaristia e continuerete a darlo, ne sono certa, nonostante i brontolamenti".
Nel clima di festa c’è stata una nota stonata: "I grandi uomini della Chiesa stanno nervosamente tentando di scoprire dove è Don Claudio. Vogliono sapere dove si trova e chi è il suo medico curante. Non rispettano nulla", ha fatto sapere la Madonna.
Ai primi di luglio, difatti, il segretario del cardinal Vicario ha telefonato a via delle Benedettine e quando ha saputo che Don Claudio era fuori Roma per riposarsi e curarsi ha preteso con tono autoritario a nome del cardinal Ruini di conoscere il luogo dove si trovava e il nome del medico che lo curava, ma non è riuscito nel suo intento. Certo colui che aveva affermato "mi vendicherò e lo distruggerò" non poteva avere né attenzione, né preoccupazione, né sollecitudine della salute di Don Claudio, ma era mosso da intenti che con la carità non avevano nulla in comune.
La domenica seguente alla telefonata di Mons. Parmiggiani, ed esattamente il 5 luglio, sono state mandate delle spie dal Vicariato per verificare se effettivamente Don Claudio era assente. Mentre erano in Sardegna Don Claudio e Marisa sono venuti a conoscenza che la lettera indirizzata dal sacerdote al clero della Chiesa cattolica era stata distribuita anche all’estero tradotta in inglese, spagnolo, francese e in altre lingue.
Anche in vacanza Don Claudio si è preoccupato di organizzare incontri di preghiera. Durante quello di domenica 19 luglio è apparso Gesù che ha detto: "Questa regione, la Sardegna, è stata benedetta da Gesù Eucaristia, è stata santificata dalla mia presenza".
Marisa non ha mai cessato di soffrire la passione e, nonostante le continue pene e la difficoltà di muoversi, è andata da alcuni sacerdoti per riferire loro particolari messaggi del Signore.
Il mare è stato il luogo privilegiato dove Marisa ha ricevuto la S. Comunione quotidianamente in modo invisibile ai suoi accompagnatori e visibile solo a lei per avere la forza di sopportare le sofferenze mistiche, morali e fisiche che le hanno sempre fatto compagnia.
E proprio immersa in mare ha visto nel cielo azzurro della Sardegna scene del Vangelo, episodi della vita della Sacra Famiglia, teofanie trinitarie, gli angeli che cantavano inni e salmi a Dio e molti santi, con alcuni dei quali intratteneva colloqui familiari come S. Giuseppe e S. Padre Pio, come lo chiama la Madonna. Ha visto molti defunti, parenti suoi e di Don Claudio: papà Aladino, nonna Speranza, papà Agostino, nonna Carmela, zia Lucia, Stefanuccio, Fatina, Adriana e molti altri; troppo lungo scrivere l’elenco.
In una condizione di salute soggetta ad alti e bassi, né il sacerdote né la veggente hanno ricuperato molto a livello fisico, ma hanno trascorso un periodo relativamente sereno.
La Madre dell’Eucaristia era continuamente vicina ai suoi due figli e li invitava a pregare sempre di più per la pace nella Chiesa e nel mondo. Lo stesso Gesù si è mostrato molte volte a Marisa e l’ha ringraziata di condividere con Lui la passione. Sempre Gesù è apparso a Marisa trionfante e le ha detto: "Io, Gesù, ti prometto che quando morirai verrai subito in Paradiso. Don Claudio non potrà venire con te, perché prima dovrà molto lavorare per la Chiesa, ma, appena morirà, anche lui verrà subito in Paradiso, dove continuerete a volare a contatto di ali. Ti ho sempre detto, Marisella, che ti farò felice solo in Paradiso".
Poiché Marisa era angustiata dal pensiero che la comunità aveva speso tanti soldi per la sua salute e senza ottenere molti benefici, Gesù l’ha tranquillizzata: "Era necessario che ti curassi, altrimenti ora la tua salute sarebbe peggiorata. Non ti preoccupare del denaro speso, che tu dici potevate utilizzare per la costruzione della chiesa dedicata alla Madre dell’Eucaristia. Quando Dio Padre deciderà di far costruire la chiesa, non vi mancherà nulla. Coraggio, sii serena".
Il demonio ha sempre cercato di approfittare dell’assenza di Don Claudio per assalire Marisa e ricoprirla di botte dimostrate spesso da ecchimosi visibili. Colpi diabolici che diverse volte hanno lasciato la veggente stremata o svenuta, tanto che Don Claudio e i giovani faticavano non poco a farla rinvenire.
Gesù ha parlato a lungo il 25 luglio del futuro di Don Claudio: delle forti responsabilità e della grande missione che Dio gli ha affidato. Non ne sappiamo nulla, il nostro sacerdote non ama parlarne, perché non è arrivato il momento di far conoscere in anticipo ciò che avverrà in futuro.
A Marisa è sempre stata a cuore anche la sicurezza economica dei nostri giovani. Alcuni di loro che non avevano ancora un lavoro sicuro non potevano pensare a sposarsi; diverse volte allora la veggente ha parlato anche di questo con la Mamma del Cielo e ha ricevuto risposte rassicuranti che si sono puntualmente realizzate.
Domenica 26 luglio è avvenuto l’ultimo miracolo eucaristico in Sardegna. Mentre Don Claudio, Marisa e Luca pregavano in mare, Gesù ha consegnato a Marisa un’ostia grande, sottratta dopo la consacrazione a un sacerdote che celebrava la S. Messa e che aveva intenzione, poiché non credeva nella presenza reale di Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, di ridurla in frammenti e buttarli.
Il sacerdote, la veggente e il giovane hanno pregato, adorato l’Eucaristia, poi si sono comunicati e hanno fatto un lungo ringraziamento intervallato da canti e preghiere spontanee. Gesù ha permesso a Don Claudio e Marisa di rivolgergli tutte le domande che avevano in cuore.
Nel pomeriggio, anche se a causa di forti dolori non era in condizioni di muoversi, Marisa non ha voluto rinunciare a presenziare all’incontro di preghiera, al quale avevano deciso di partecipare i membri del gruppo "Madre dell’Eucaristia" della Sardegna, venuti da ogni parte dell’isola.
"Io, Gesù - è iniziato così il messaggio - sono venuto per continuare il colloquio di questa mattina. Mentre un sacerdote celebrava la S. Messa, ho dovuto sottrargli l’Eucaristia e dove potevo portarla se non ai miei due figli che stanno soffrendo moltissimo per la situazione della Chiesa? Ho visto che pregavano, pregavano, pregavano e allora, come Padre, come Fratello e Sposo, mi sono unito a loro e abbiamo parlato di Dio, della salvezza delle anime, dei sacerdoti e della Chiesa".
Dio ha voluto che Marisa conoscesse l’inferno, il Purgatorio e il Paradiso; Gesù ha parlato di questa esperienza della veggente per far comprendere la differenza della condizione dell’uomo nelle tre realtà.
Il giorno seguente Don Claudio e Marisa sono tornati a Roma, ma, come ha detto Gesù, "hanno lasciato un pezzo del loro cuore in Sardegna".
Il sacerdote e la veggente insieme alle rispettive madri sono ripartiti di nuovo il 1° agosto per le Dolomiti.
Selenia ed Angelo, due giovani della comunità, li hanno accompagnati durante il viaggio e si sono fermati alcuni giorni per sistemare la villetta che li ospitava.
Il desiderio di Don Claudio e Marisa di tornare a vedere le montagne delle Dolomiti, a loro molto care, si è potuto realizzare grazie alla famiglia Winkler che ha messo generosamente a loro disposizione una caratteristica e confortevole villetta, situata in un panorama meraviglioso.
I giorni in Alto Adige sono trascorsi lenti e faticosi a causa delle precarie condizioni di salute di Marisa, di nonna Iolanda e di Don Claudio. Per questo motivo la veggente candidamente ha chiesto alla Madonna: "Ci mandi qualche angelo per aiutarci?" e la Mamma celeste ha risposto: "Certo, perché no?" e ha ricordato che durante il viaggio avevano evitato un grave incidente d’auto, proprio per l’intervento degli angeli: "Anche durante il viaggio ho mandato gli angeli. Quando un camion grande ha tagliato la strada ad Angelo, non c’erano i miei angeli a proteggervi? Coloro che erano nella prima macchina non l’hanno visto, ma gli altri sì".
Dio è sempre fedele al suo stile: servirsi dei piccoli per compiere grandi imprese e abbattere i superbi.
In questa luce si comprendono le parole della Madonna: "Anch’io, come Gesù, chiamo Don Claudio il condottiero, colui che dovrà lottare per far sì che la Chiesa, l’Eucaristia e la Madre dell’Eucaristia trionfino".
Marisella con spontaneità, vivacità e sincerità ha commentato: "Sono particolarmente felice quando parli bene del tuo sacerdote prediletto, ma quante botte, quante botte riceve. Ogni tanto gli dite: "Devi andare qui, devi andare là, devi andare a fare il condottiero per tutto il mondo…", ma ti rendi conto? Ha sessant’anni; l’ha detto lui che ha sessant’anni". La risposta della Madre dell’Eucaristia è stata lapidaria: "Ma per Dio non sono sessant’anni". Certo sono parole che ci richiamano Abramo, personaggio assai anziano, ma molto importante per la storia della salvezza.
"Quando Abram ebbe novant’anni, il Signore gli apparve e gli disse: "Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia salvezza tra Me e te e ti renderò numeroso molto, molto"" (Gen 17,1-2).
Il periodo di permanenza in Alto Adige è stato assai fertile dal punto di vista spirituale, perché Don Claudio e Marisa non si sono risparmiati e hanno accettato di incontrare tutti coloro che lo chiedevano o avevano bisogno: "La Mamma vi ringrazia per ciò che state facendo in questi giorni: oltre che sopportare la sofferenza e il sacrificio, cercate di dare alle anime qualcosa in più che piace a mio Figlio Gesù".
La Madre dell’Eucaristia è una Mamma e come tale ogni tanto fa delle confidenze ai propri figli.
Il giorno della festa liturgica della trasfigurazione di Gesù, la Madonna ha confidato di essere stata allora in bilocazione vicino a suo Figlio e di aver visto anche lei la meravigliosa visione come i tre apostoli: "Gesù si trasfigurò dinanzi a loro, così che il suo viso risplendette come il sole e le sue vesti diventarono candide come la luce" (Mt 17,12-13).
Poiché proprio nel giorno della trasfigurazione, 6 agosto 1978, è morto Paolo VI, il Papa che Don Claudio e Marisa amano di un amore particolare e considerano uno dei più grandi della storia della Chiesa, la Madonna per far felici i suoi due figli ha portato con sé nell’apparizione l’umile e grande Pontefice.
L’8 agosto ecco il primo miracolo eucaristico in Alto Adige. La Madonna ha portato sette particole: tre le ha depositate nel calice della statua della Madonna e quattro sulle rose offerte da Maria Winkler per adornare l’altare improvvisato.
Don Claudio, Marisa e diverse altre persone hanno subito organizzato un incontro di preghiera, hanno adorato l’Eucaristia. Alla fine il sacerdote ha spezzato in frammenti l’Eucaristia portata dalla Madonna e l’ha data in comunione ai presenti che nel riceverla hanno sentito il caratteristico profumo e un gradevole calore; fenomeni, questi, durati alcuni minuti.
Il giorno dopo, domenica, la Madonna ha annunciato: "Io ho portato le sacre particole per la famiglia Winkler e per santificare questo luogo con la presenza di Gesù Eucaristia".
La famiglia Winkler non solo ha ospitato il sacerdote, la veggente e le loro mamme in una villetta, ma ha dimostrato nei loro riguardi sollecitudine, servizio, aiuto e collaborazione. La ricompensa della Madre dell’Eucaristia alla famiglia Winkler non si è fatta attendere, in modo particolare alla mamma Maria ha concesso un’apparizione straordinaria e ad ogni membro della famiglia un messaggio personale.
Don Claudio e Marisa tutte le sere hanno ricevuto gruppi di persone, specialmente di giovani, ai quali hanno parlato del Vangelo, dei messaggi di Gesù e della Madonna, delle apparizioni della Madre dell’Eucaristia e dei miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico. Ad essi la Madre dell’Eucaristia si è rivolta in modo particolare: "Miei cari giovani, accostatevi al sacramento della Confessione e dell’Eucaristia. Ricevetela in grazia prima una volta al mese, poi una volta alla settimana ed infine arriverete ad aver bisogno dell’Eucaristia tutti i giorni. Perché mangiare il pane eucaristico solo nelle grandi feste?". "Coloro che devono arrivare al sacramento del matrimonio si preparino con purità di intenzione, con amore e con l’aiuto del sacerdote che oggi Dio ha messo al loro fianco". La Madonna ha chiesto a Don Claudio di fare ad alcuni giovani che dovevano sposarsi uno speciale corso di preparazione matrimoniale, dato che quello a cui avevano partecipato li aveva lasciati insoddisfatti.
Oltre che soffrire i dolori soprannaturali e i dolori naturali, il Signore ha chiesto a Marisa un’altra sofferenza: per dieci giorni non vedere la Madonna. Marisa, abituata a vederla diverse volte al giorno e a trattenersi con lei in lunghi colloqui, specialmente durante le ore notturne, ha sofferto molto, ma ha affrontato con amore questa privazione o astinenza - così la chiamiamo - richiesta "per la Chiesa, per il Papa e per i sacerdoti".
La Madre dell’Eucaristia si è rivolta anche ai fedeli presenti all’incontro di preghiera: "Pregate per la Chiesa, pregate per il Papa e per i sacerdoti, e chi ricorda il messaggio di Fatima sappia che il momento è arrivato".
Il 15 agosto Marisa ha visto in cielo una visione rassicurante: il dragone ormai vinto, steso al suolo, e su di lui vincitori i tre arcangeli.
La seconda parte del mese, piena di tormenti ai quali si è unita un’enorme stanchezza, è stata ancora più dura della prima.
La Mamma non ha mai cessato di chiedere preghiere per il sacerdote e la veggente: "Voi non potrete mai capire quale grande tribolazione è arrivata ai miei due figli per aver accettato le apparizioni, per aver amato l’Eucaristia e le anime. Quando si parla dell’Eucaristia scoppia subito una grande lotta: l’Eucaristia non è compresa e fa paura".
La Madre dell’Eucaristia per infondere coraggio, speranza e fiducia nei suoi due figli ha ripetuto il grande annuncio: "Il 1999 sarà un anno grande, anno di amore a Gesù Eucaristia, del trionfo dell’Eucaristia, della verità e dell’amore".
Domenica 23 agosto Don Claudio ha celebrato la S. Messa in una chiesetta alpina alla presenza di molte persone, uomini e giovani in prevalenza. Prima della S. Messa è apparsa la Madonna e ha dato un annuncio molto gradito: "I miei due figli torneranno nella loro città, ma io continuerò a venire, anche se voi non mi vedrete, in questo luogo santificato da Gesù Eucaristia. Gesù Eucaristia non è venuto solo per farsi vedere e per far sentire il suo profumo, ma per santificare questo luogo; è una grazia molto grande che sta a voi comprendere ed accettare".
La sera dello stesso giorno una radio che si qualifica "cattolica" e si fregia del nome "Maria" ha trasmesso una tavola rotonda, della quale noi abbiamo la registrazione, "sui gruppi e movimenti che chiaramente sono fuori della Chiesa e nei confronti dei quali c’è stato un pronunciamento da parte dell’autorità ecclesiastica". Tra questi movimenti era stato incluso anche il nostro "Movimento Impegno e Testimonianza "Madre dell’Eucaristia"".
Colei che ne ha parlato, una certa Raffaella, ha fatto un intervento pieno di inesattezze e falsità. Citiamo solo due casi: ha fatto passare innanzitutto come errata una verità di fede, sancita dalla Chiesa, che noi abbiamo semplicemente riproposto. La signora suddetta ha affermato scandalizzata: "L’Eucaristia viene definita come essere Dio Uno e Trino". La verità di fede che non conosce Raffaella e nella quale noi crediamo è la seguente: "Nell’Eucaristia non è presente solo il Cristo in corpo, sangue, anima e divinità, ma anche il Padre, il Figlio e lo Spirito santo, Dio Uno e Trino".
Recita il Catechismo della Chiesa Cattolica: "La distinzione reale delle persone divine tra loro, poiché non divide l’unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito a Figlio, il Figlio al Padre, lo Spirito Santo all’uno e all’altro; quando si parla di queste tre Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o sostanza" (Concilio di Toledo XI (675): Denz.-Schonm, 528). Infatti "tutto è una cosa sola in loro, dove non si opponga la relazione" (Concilio di Firenze (1442): Denz.-Schonm, 1330). "Per questa unità il Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito Santo; il Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è tutto nel Padre, tutto nel Figlio" (Concilio di Firenze (1442) Denz.-Schonm, 1331).
l’insegnamento esposto nel Catechismo della Chiesa Cattolica è esattamente quanto noi abbiamo affermato e che la sig.ra Raffaella mostra di ignorare.
Alla tavola rotonda partecipavano il Vescovo ausiliare di Bologna Mons. Claudio Stagni ed alcuni sacerdoti, ma nessuno di loro è intervenuto per spiegare alla signora Raffaella la verità di fede circa la presenza della SS.ma Trinità nell’Eucaristia. Perché?
Ed ecco l’altra falsità della sig.ra Raffaella.
La collaboratrice della radio, citiamo alla lettera, ha affermato: "Viene detto che il trionfo dell’Eucaristia è il secondo avvento di Gesù, cioè la venuta intermedia di Gesù sulla Terra". Don Claudio nella presentazione del libro dei messaggi "L’Eucaristia trionferà" (a pag. 38) ha scritto nel 1994: "Ho letto in diversi testi che riportano messaggi di altre rivelazioni private queste espressioni: "È imminente il ritorno di Gesù. Ci sarà una nuova venuta di Gesù". Sono convinto che queste espressioni non vanno interpretate nel senso di un ritorno fisico del Signore, come venuta intermedia di Gesù sulla Terra. Gesù è venuto nell’umiltà quando è nato, tornerà nella gloria nella parusia; per me, modesto conoscitore delle S. Scritture, non è possibile parlare di una venuta fisica intermedia".
I partecipanti della tavola rotonda hanno dimostrato di essere disinformati, faziosi e prevenuti: non solo non hanno fatto un servizio alla verità, ma hanno gravemente mancato contro la carità.
Abbiamo tentato inutilmente di fare nei loro riguardi la correzione fraterna come insegna Gesù (Mt 18,15-18), cercando di intervenire telefonicamente durante la trasmissione e nei giorni seguenti per difenderci, ma appena gli addetti al telefono comprendevano con quali interlocutori stavano parlando, interrompevano bruscamente la telefonata. Per creare allora un contatto abbiamo scritto due lettere ai responsabili della radio, ma non abbiamo ricevuto risposta. Non c’è bisogno di commentare questi atteggiamenti.
La sig.ra Raffaella ha ironizzato sull’indicazione fatta da noi che il 1999 è l’anno del trionfo dell’Eucaristia, della verità e di coloro che hanno lavorato e sofferto per tenere desta la speranza di questo trionfo. Non è giusto ironizzare e condannare chi in nome di Dio indica un tempo, entro il quale si verificheranno certi fatti; bisogna avere l’onestà intellettuale di far trascorrere il tempo indicato e nel caso in cui non si verificasse ciò che è stato annunciato, chiedere spiegazioni e fare la correzione fraterna.
La Madre dell’Eucaristia ha affermato molte volte che il "tempo della purificazione", periodo pieno di sofferenze, è iniziato da diversi anni e si intensificherà nell’ultimo periodo.
A conferma è sufficiente leggere i giornali ed aprire la televisione; ma soprattutto ricordare quanto Giovanni Paolo II ha detto a Fulda, durante il suo viaggio in Germania (dal 15 al 19 novembre 1980): "Dobbiamo ben essere pronti a vivere grandi prove, che potranno richiedere anche il sacrificio della nostra vita e la nostra totale donazione a Cristo e per Cristo. Le prove potranno essere ridotte con la vostra e la nostra preghiera, ma non possono più essere evitate, perché un vero rinnovamento nella Chiesa potrà avvenire solo in questo modo… come già tante volte la Chiesa rinacque nel sangue. Non sarà differente neppure questa volta. Siamo forti e prepariamoci, confidiamo in Cristo e nella sua Madre. Preghiamo molto, e spesso, il S. Rosario".
l’indicazione del 1999, come anno del trionfo dell’Eucaristia e della verità, è stata fatta anche da S. Giovanni Bosco. A tal proposito cediamo volentieri la parola a Don Giuseppe Brioschi sdb.: "Ci riferiamo, per chi desidera consultare la pagina storica, alle Memorie Biografiche di Don Bosco, vol. IX, 583.
In breve, per la costruzione della basilica di Maria Ausiliatrice a Torino (1864-1868) il santo stese di proprio pugno i disegni di due angeli da porre in cima ai due campanili situati a lato della facciata. Nella mano di uno di essi aveva posto una bandiera di metallo, in cui a grossi caratteri al traforo era scritto "Lepanto" e nelle mani dell’altro angelo pose una bandierina nella quale, sempre a traforo, vi era la cifra 19, seguita da due fiori. Indicava una nuova data e cioè il 1900, omesso il numero delle decine e delle unità".
È facile dedurre che giunti all’ultimo anno del XX secolo e non essendo avvenuto nulla di paragonabile alla vittoria di Lepanto, questo 1999 è l’anno di un altro trionfo.
Nel 1571 la vittoria di Lepanto arrestò la grande espansione dell’impero ottomano grazie all’intercessione della Madonna e S. Pio V le decretò il trionfo.
Il 1999 sarà l’anno del trionfo dell’Eucaristia, lo ha ripetuto molte volte la Madre dell’Eucaristia. Siamo coscienti che prima si verificherà ciò che la Madonna ha preannunciato a Fatima e ciò che ha detto Giovanni paolo II in Germania; la nostra fede è incrollabile nelle parole di Gesù che affermano che la Chiesa è invincibile (Mt 16,18), anche se "il fumo di satana è entrato nella Chiesa di Dio" (Paolo VI).
L’ultima settimana di permanenza in Alto Adige Don Claudio e Marisa hanno vissuto in continua unione a Cristo nel Getsemani, ma come il Messia ha avuto un angelo consolatore (Lc 22,43), così il sacerdote e la veggente hanno avuto vicini tanti fratelli e sorelle che hanno loro dimostrato affetto, solidarietà e comprensione.
Domenica 23 agosto la Madre dell’Eucaristia ha comunicato: "Dio vuole che la chiusura della permanenza sulle Dolomiti dei miei due figli sia fatta domenica prossima. Torneranno nella loro città, ma io continuerò a venire, anche se non mi vedrete, in questo luogo santificato da Gesù Eucaristia".
La famiglia Winkler ha messo a disposizione il salone della propria pensione "Frapes" per accogliere le persone accorse numerose per l’ultima apparizione della Madre dell’Eucaristia in Alto Adige, durante la quale l’importante messaggio è stato: "La vera base della Madre dell’Eucaristia è Roma, ma nella città eterna è accettata dai laici e non dai sacerdoti".
Vogliamo ribadire un’affermazione, speriamo sia l’ultima, che la Madonna ha fatto diverse volte: "Io, come Madre dell’Eucaristia, appaio solo a Marisella nel luogo taumaturgico e altrove dove si reca per necessità o perché invitata". Purtroppo abbiamo avuto informazioni da alcune persone che la Madonna, come Madre dell’Eucaristia, è apparsa in Italia, in Europa, in Africa e in America latina. Dobbiamo affermare con coraggio e sincerità che non è possibile che ci siano altre apparizioni della Madre dell’Eucaristia ad altri presunti veggenti.
Desideriamo ricordare che la Madonna ha detto: "Ormai le vere apparizioni sono poche, anzi rare".
Nell’ultima apparizione Gesù ha parlato così: "Credete al Vangelo, conoscete il Vangelo e mettetelo in pratica. Conoscete i comandamenti e osservateli. Non potete fare ciò che volete dei comandamenti che vengono da Dio e non si possono né cambiare né cancellare. Poche persone si accostano al sacramento dell’Eucaristia, ancor meno al sacramento della Confessione. Vanno a ricevere Gesù e non si confessano; non partecipare alla S. Messa nei giorni festivi è peccato grave, riguarda il comandamento di Dio e allora non si può andare a ricevere Gesù senza confessarsi".
All’apparizione era presente un seminarista che sarebbe stato ordinato sacerdote dopo pochi mesi e Gesù ha detto: "Oh, quanti miei figli prediletti non rispondono alla chiamata. Non è difficile arrivare al sacerdozio ed è facile vivere l’entusiasmo della ordinazione sacerdotale; ma quanto durerà? Vivere bene il sacerdozio dopo l’ordinazione è difficile, perché il vero sacerdote deve donare tutto se stesso alle anime. Solo così siete miei cari figli prediletti. Vivete bene il vostro sacerdozio".
Il periodo di permanenza sulle Dolomiti del sacerdote e della veggente si è chiuso con un miracolo eucaristico.
La Madre dell’Eucaristia ha trasportato sette particole che ha depositato sui fiori. Portate in processione da Don Claudio e da numerose persone che inneggiavano all’Eucaristia, sono state date in comunione ai giovani presenti.
Così è arrivato il 31 agosto, giorno fissato per il ritorno a Roma. Due giovani della comunità hanno guidato le due macchine che hanno riportato Don Claudio, Marisa e le loro mamme a Roma.
Sono finite le vacanze. Ma sono state vacanze? La Madonna ha detto che Don Claudio è "un sacerdote che ha lavorato in qualsiasi posto si è trovato. Ha pensato solo alle anime, non ha pensato a se stesso, non ha pensato al riposo né a fare vacanze come tanti credono, ma ha lavorato, ha lavorato molto per mio Figlio Gesù e per il bene delle anime".
La Madre dell’Eucaristia ha parlato anche della grande sofferenza di Marisa: "Credetemi, colei che Dio ha chiamato ed è presente in mezzo a voi, ha molte sofferenze, non gioie; sì, ha la gioia di vedermi, ma Dio l’ha chiamata e lei gli ha donato la sua vita e le sofferenze sono tante".
La stanchezza, la delusione, l’amarezza, lo sconforto erano così grandi che Don Claudio e Marisa, anche a causa delle precarie condizioni di salute, erano tentati fortemente di interrompere le attività pastorali, di non ammettere più nessuno alle apparizioni, di chiudere i cancelli e ritirarsi a fare una vita di preghiera, di silenzio e d’immolazione.
La Mamma è intervenuta per infondere forza e coraggio ai suoi due figliolini: "Lo so che siete molto abbattuti a causa della cattiveria umana che continua a perseguitarvi anche con telefonate e lettere anonime. Volete buttare la spugna proprio adesso? Molti non rispondono, ma non per questo, caro sacerdote prediletto, devi chiudere. No, non farlo, è come se tu chiudessi la porta in faccia a Gesù e a me. Lascia sempre la porta aperta e fai entrare chi vuole".
La Madre dell’Eucaristia ha difeso Don Claudio e Marisa che erano stati calunniati pesantemente da radio Maria il 23 agosto 1998: "Voi sapete come la radio cattolica ha parlato. Come può una radio cattolica, soprattutto come possono dei sacerdoti parlare male di un confratello senza conoscerlo? l’inferno esiste anche per loro, è aperto anche ai sacerdoti e alle suore. Non date retta a coloro che dicono che l’inferno non esiste. Esiste l’inferno, esiste satana".
L’8 settembre, festa della natività della Madonna, Marisa le ha chiesto: "Perché i tuoi figli prediletti ci trattano male? Che cosa abbiamo fatto di male? Non ci conoscono e parlano male di noi. Perché abbiamo insegnato ad amare Gesù e te?".
Nella stessa apparizione Don Claudio, invitato da Gesù: "Forza, Don Claudio, apri il tuo cuore", ha esposto al dolce Maestro il suo dramma segreto: "Ciò che mi fa più soffrire è: essere accusato di lavorare contro la Chiesa, di non obbedire all’autorità ecclesiastica, di portare confusione nelle coscienze, di scandalizzare le anime. Quando finirà questa storia? Che cosa devo fare, dal momento che apparentemente sembrano aver ragione? Chi mi accusa non sa o finge di non sapere quello che so io dei grandi uomini della Chiesa, però per il momento non ne posso parlare, e quindi mi trovo sempre nella situazione di essere additato come il ribelle della Chiesa, il sobillatore delle anime. Cosa devo dire a questi cari confratelli che hanno bottoni neri, viola, rossi?". La risposta di Gesù è stata la seguente: "Amali e prega per loro, il giudizio di Dio sarà molto severo, poiché loro sanno dov’è la verità. Non lasciarti andare. Umanamente parlando avete perso, ma allora ho perso anche Io".
Il nuovo anno sociale 1998-1999 si è aperto con una grande promessa fatta dalla Madonna: "Ancora non mi vedete, non è giunto il tempo, ma vi ho promesso che quando Dio deciderà io volerò da voi e tutti vedrete me, gli angeli e i santi che mi circondano".
L’Eucaristia e la continua presenza della Madre dell’Eucaristia hanno infuso nuova forza e coraggio in Don Claudio e Marisa che, trasformati come gli apostoli dopo la discesa dello Spirito Santo, hanno ripreso a sperare "contra spem" e ci hanno contagiato, sprigionando un amore perseverante e intenso dai loro cuori. Ognuno dei due, rivolto ai membri della comunità ha detto: "Grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo in nulla rimarrò confuso" (Fil 1,19-20).
Concludiamo la presentazione del sesto libro che raccoglie i messaggi di Gesù, della Madre dell’Eucaristia, di S. Giuseppe e degli apostoli Pietro e Paolo ricordando l’insegnamento di Papa Urbano VIII (1623-1644) riguardo le rivelazioni private: "Nei casi riguardanti rivelazioni private è meglio credere che non credere. Infatti: se tu credi, ed è proprio vero, sarai felice di aver creduto, poiché la nostra Santa Madre lo ha chiesto; se, al contrario, avrai creduto e sarà falso, riceverai tutte le grazie, come se fosse stato vero, perché hai creduto essere vero".
Roma, 20 giugno 1999
A cura del Comitato Culturale
del Movimento Impegno e Testimonianza
"Madre dell’Eucaristia"
Caro Presidente,
Tu sei un uomo creato da Dio e se non credi in Lui almeno ammetti che sei creato da un Essere Superiore ad ogni creatura della Terra.
Io, Uomo Dio, che ho creato l’Universo, so che ti amo e amo tutte le creature della Terra, ti prego: non uccidere il fratello, chiunque esso sia, qualsiasi nome abbia, a qualunque razza e religione appartenga, qualunque sia il colore della sua pelle.
Non uccidere, rispetta il V Comandamento, impara ad amare e rispettare specialmente le donne, i bambini, i poveri, i malati.
L’uomo, creatura vivente, è amato da un Essere Superiore a tutti. Non uccidere né con la spada, né con le parole che possono uscire dalla tua bocca.
Cos’è questo uccidere, cos’è questo fare la guerra? Solo perché tu possa dire: "Ho vinto, ho guadagnato".
Capo della tua nazione, qual è la tua gioia e soddisfazione? Sei convinto di amare il tuo popolo e gli altri popoli, quando uccidi?
Se sei sicuro di amare, non uccidere. "AMA".
Ogni uomo è tuo fratello, è uguale a te, è stato creato come te, solo non ha il comando, e molte volte è povero e debole.
L’Uomo Superiore: Dio ti chiederà conto di ciò che hai fatto a tuo fratello.
Dio, Uomo Superiore, è amore e non odio.
Ferma la guerra in qualsiasi modo e ama i tuoi fratelli.
Marisa Rossi
Roma, 14 febbraio 1998
Signor Presidente,
il messaggio di Dio arriva a lei tramite un’umile e semplice creatura: Marisa Rossi.
Dio le ha affidato il compito di scrivere a tutti i Presidenti, perché cessino di uccidere gli uomini e di fare la guerra.
Ascolti il suo cuore, lì sentirà la voce di Dio.
Le credenziali di Marisa sono: amore, preghiera, sofferenza e immolazione. Lei è una lampada che arde davanti a Dio e incessantemente intercede per ottenere il dono della pace.
Signor Presidente, la pace nella sua nazione e nel mondo dipende anche da lei.
Distinti ossequi.
Don Claudio Gatti
Roma, 14 febbraio 1998
Signor Ambasciatore,
la prego cortesemente di far pervenire al Presidente o al Capo del Governo della sua nazione l’acclusa lettera riservata; essa è stata inviata a tutti i capi di stato e di governo del mondo.
Il contenuto di questa lettera deve essere inizialmente conosciuto solo dal suo Capo e, se costui lo riterrà opportuno, potrà lui stesso divulgarne la pubblicazione.
Dall’accoglienza o dal rifiuto di questa lettera dipende la pace nel mondo.
Signor Ambasciatore, invii, attraverso i canali diplomatici a sua disposizione, questa lettera al Capo di Stato o di Governo della sua nazione e anche lei avrà contribuito alla restaurazione della pace nella sua nazione e nel mondo.
Distinti ossequi.
Don Claudio Gatti
Roma, 27 febbraio 1998
Signor Cardinale,
il giorno 6-XII-1994, quando lei, alla presenza di Mons. Nosiglia, ha ritirato la facoltà di celebrare la santa Messa e di conservare l’Eucaristia nella nostra cappella, è impresso nella mia mente in modo indelebile.
Nella stessa circostanza mi ha detto: "Dobbiamo fare accertamenti sul Movimento, quindi per motivi pastorali tolgo la facoltà di celebrare la santa Messa a Via delle Benedettine 91".
Di fronte a questa comunicazione io ho risposto: "Ubbidisco, ma con la morte nel cuore", e Mons. Nosiglia ha replicato: "Sappiamo che sei un sacerdote ubbidiente".
Poiché avevo chiesto che il divieto di celebrare la santa Messa fosse messo per iscritto in modo da poterlo leggere a coloro che fanno parte del nostro Movimento e partecipano ai nostri incontri, V. E. mi ha fatto pervenire una sua lettera (Prot. N. 1733/94) nella quale diceva: "In attesa di una verifica sull’attività religiosa del Movimento, le confermo che sospendo la facoltà di conservare l’Eucaristia nella sede di Via delle Benedettine, 91 e di celebrarvi la santa Messa. Ella vorrà informare di ciò i membri dell’associazione ed anche gli occasionali partecipanti".
Non mi sono limitato ad esporre la sua lettera in bacheca, ma ho chiesto ai numerosi fedeli di Roma e di fuori Roma che si erano stretti intorno alla mia modesta persona in segno di solidarietà e d’affetto, di seguirmi nell’ubbidienza, nel silenzio e nell’abbandono totale a Dio.
Negli anni successivi ho chiesto di persona o per iscritto "di restituirmi la facoltà di celebrare la santa Messa nella nostra cappella, almeno nei giorni festivi e prefestivi"; questa richiesta è stata fatta più volte a V. E. e a Mons. Nosiglia dal sottoscritto, da Marisa e da altri membri del Movimento, ma senza esito positivo.
Comunque ribadisco, e Dio mi è testimone, che ho sempre ubbidito agli ordini ricevuti.
Ora la situazione è mutata; per questo insisto con rispetto, perché legga attentamente il messaggio di Gesù e della Madre dell’Eucaristia che è stato dato il 22 Febbraio u. s.
Ebbene: cosa può fare un sacerdote di fronte al preciso ordine del Signore: "Io, Gesù, voglio la santa Messa in questo luogo santo e taumaturgico?".
Deve semplicemente chinare il capo e ripetere con Pietro: "Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini". (Atti 5,29)
Il Signore ha anche indicato la data: 8 Marzo, quando il Suo ordine deve essere eseguito.
Quel giorno, in occasione dell’anniversario della mia ordinazione sacerdotale, il nostro Movimento festeggia il Sacerdozio e ringrazia Dio per aver concesso agli uomini questo grande sacramento.
Mi trovo, perché schiacciato tra Dio e l’autorità ecclesiastica, in una difficile e sofferta situazione; V. E. può sottrarmi ad essa, restituendomi la facoltà di celebrare la santa Messa nella nostra cappella.
Mi auguro che dal momento che Gesù ha ordinato a me di celebrare la santa Messa nel luogo taumaturgico il giorno 8-3-1998, illumini ed incoraggi V. E. nell’accettare questo ordine che viene da Dio.
Mi sono di conforto le parole di Cristo: "Veritas liberabit vos" (Gv 8,32) che V. E. ha scelto come motto del suo stemma cardinalizio.
Nell’attesa di ricevere sue disposizioni in merito a quanto ho esposto, le assicuro da parte mia, di Marisa e di molte persone un costante ricordo nella preghiera.
Sac. Claudio Gatti
Sacerdote in eterno
Volto rigato dal dolore
anima piena di Amore
occhi che danno sicurezza
parole che infondono certezza.
Tu sei sacerdote in eterno
altra ragione di vita per te non c’è.
Tu sei sacerdote.
Tu sei sacerdote per amore
l’opera di Dio si realizza per mezzo tuo.
Tu sei sacerdote.
Cristo si incarna sull’altare
asciuga le tue lacrime amare,
Spirito Santo che discende
forza che sempre ci sorprende.
Tu sei sacerdote in eterno
altra ragione di vita per te non c’è.
Tu sei sacerdote.
Tu sei sacerdote per amore
l’opera di Dio si realizza per mezzo tuo.
Tu sei sacerdote.
Maria ha affidato la missione
alla tua Consacrazione
crebbe l’amore per Gesù Eucaristia
al mondo tu insegni la sua via.
Tu sei sacerdote in eterno
altra ragione di vita per te non c’è.
Tu sei sacerdote.
Tu sei sacerdote per amore
l’opera di Dio si realizza per mezzo tuo.
Tu sei sacerdote.
Selenia Campagna
Trentacinque anni di Sacerdozio di Don Claudio Gatti
Roma, 9 marzo 1998
Ho amato TE, Gesù, durante questi trentacinque anni
di vita sacerdotale.
Ho amato te, Maria; lungo il cammino ti ho conosciuta
sempre più come Madre, Sposa, Sorella, Amica, come
"MADRE DELL’EUCARISTIA".
Ho amato Te, Giuseppe, sposo amatissimo di Maria.
So a chi ho dato il mio cuore:
al più grande Re del Cielo e della Terra.
Mi avete chiesto tutto, vi ho dato tutto
e ancora voglio continuare a dare per tutti gli anni
che mi restano da vivere.
Nel guardarmi dentro mi chiedo:
"Chi sono io perché gli occhi di Dio si sono posati su di me?".
Eccomi, Gesù, eccomi Maria, Madre dell’Eucaristia,
eccomi mio amato Giuseppe,
sono sempre ancora pronto a fare la vostra santa volontà
e mi abbandono a Dio.
Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedek.
Don Claudio Gatti, ti basto IO, il tuo Gesù.
Don Claudio, tu hai sempre ubbidito a Dio.
Potevi avere una vita più facile se non avessi scelto Dio,
ma hai scelto Lui e ABBANDONATI a Lui.
Alla fine ti daremo la meritata ricompensa.
Conosci la Parola di Dio e la fai conoscere
malgrado le intemperie che girano intorno a te.
Parli di Me e ti perseguitano.
Sii forte, Noi siamo con te.
Ti ringrazio, mio Dio, perché hai avuto fiducia in me,
piccolo strumento…
…ma grande agli occhi di Dio, dico Io, tua Madre.
Se cerchi un esempio di carità, ricorda:
"Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13).
Tu, caro sacerdote prediletto, la stai dando anche per i nemici.
Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno sulla Croce.
Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il Crocifisso.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui Gesù
che si fece obbediente al Padre fino alla morte.
Hai dato tanto alla Chiesa, Santa, Cattolica,
Apostolica, Romana,
caro Don Claudio, e ancora continui a dare.
Non guardo i tuoi lamenti, i tuoi borbottamenti,
ma guardo il tuo grande amore per tutti.
Sei grande, mio caro sacerdote prediletto,
sei limpido e chiaro come l’acqua che scorre
e forma le cascatelle,
come la neve che imbianca le montagne.
Prega e soffri, affinché i miei cari sacerdoti prediletti
che non rispondono alla chiamata si convertano.
Amaci, così come sei.
Dio Padre, Dio Figlio, Dio spirito Santo, Maria, e Giuseppe.
Marisa Rossi
A Sua Em.za Rev.ma
Card. CAMILLO RUINI
Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma
P.zza S. Giovanni in Laterano - ROMA
e p. c. a Mons. Cesare NOSIGLIA
P.zza S. Giovanni in Laterano, ROMA
Io sottoscritto Sac. CLAUDIO GATTI, del clero della Diocesi di Roma, nato a Roma il 15 luglio 1938 e ivi residente in via delle Benedettine 91, a norma del can. 1734 del CIC § 1 e 2, chiedo la revoca del decreto n. 148/97, emanato da Vs. Eminenza in data 24 febbraio 1997 e a me consegnato a mano nella sede del Vicariato di Roma in data 14 marzo 1997 alla presenza di sua Ecc.za Cesare Nosiglia, Vicegerente, di Mons. Agostino De Angelis, responsabile dell’ufficio legale del Vicariato e del Cancelliere don Giuseppe Tonelli, per i seguenti motivi:
premesso che
la "Commissione di studio" da Vs. Em. istituita con nota del 30 ottobre 1995, n. 1279, "per esaminare i fatti segnalati da don Claudio Gatti" ha fatto un solo incontro con MARISA ROSSI in data 28 novembre 1995, e che di tale incontro non è stato redatto alcun verbale, contrariamente a quanto prescrive il can. 1569,
e premesso altresì
che di questo incontro, proprio a causa del mancato verbale di esso, Mons. Cesare Nosiglia, alla presenza di P. Roberto Zavalloni, di Mons. Benedetto Tuzia e di Mons. Agostino De Angelis e del sottoscritto, nella mattinata del 1° dicembre 1995, nella sede del Vicariato, ha detto essere NULLO;
io sottoscritto, conseguentemente a tutto il suddetto considero NON VALIDO il decreto succitato n. 148/97 poiché emanato proprio tenendo conto dei lavori della Commissione.
Pertanto, attendo un Suo nuovo decreto che annulli il succitato 148/97.
Inoltre faccio notare che non è stato dato seguito alle Sue disposizioni contenute sia nella lettera del 6 dicembre 1994, prot. N. 1733/94 "in attesa di una verifica sull’attività religiosa del Movimento, le confermo che sospendo la facoltà di conservare l’Eucaristia nella sede di via delle Benedettine, 91 e di celebrarvi la S. Messa", sia nella lettera del 13 febbraio 1995, prot. N. 144/95, "ritengo necessaria perciò una verifica dell’attività religiosa del Movimento ‘Impegno e Testimonianza’, nella viva speranza che esso possa risultare uno strumento idoneo per l’evangelizzazione e santificazione dei fedeli", sia nella lettera del 30 ottobre 1995, prot. N. 1279/95 "in precedenza avevo incaricato tre sacerdoti di verificare l’attività religiosa del Movimento ‘Impegno e Testimonianza’ sotto diversi profili".
Infine, in base al can. 50, che stabilisce "prima di dare un decreto singolare l’autorità ricerchi le notizie e le prove necessarie e per quanto è possibile, ascolti coloro i cui diritti possono essere lesi", dichiaro che non sono stati interrogati da alcuna Commissione, né da singole Autorità del Vicariato, gli altri responsabili dell’associazione Movimento "Impegno Testimonianza", come invece dichiarava la lettera di Vs. Eminenza a me indirizzata, in data 13 febbraio 1995, prot. n. 144/95: "Essi prenderanno contatto con Lei e con gli altri responsabili del Movimento, in modo da poter raggiungere la migliore conoscenza dei diversi aspetti sopra indicati".
In fede
Sac. Claudio Gatti
Prot. n. 309/98 Roma, 20 marzo 1998
Reverendo Don Gatti,
in relazione alla Sua lettera, pervenuta in data 17 marzo u. s. al Vicariato di Roma con Raccomandata A. R. recante il timbro postale del 14 marzo e sprovvista di data, sono a comunicarLe quanto segue.
Dopo aver considerato attentamente tutti gli elementi in mio possesso, confermo quanto determinato col mio decreto n. 251/98 del 6 marzo 1998, notificatoLe in pari data, e pertanto sono a pregarLa di presentarsi in Vicariato il prossimo lunedì 30 marzo 1998, alle ore 13.00, per rispondere in merito alle celebrazioni liturgiche avvenute nei giorni successivi all’intimazione del suddetto decreto nella sede del Movimento Impegno e Testimonianza, in Roma via delle Benedettine 91.
dev.mo nel Signore
Camillo Card. Ruini
Vicario Generale di Sua Santità
Prot. N. 309/98 Roma, 27 marzo 1998
Reverendo Don Gatti,
in relazione alla Sua lettera, pervenuta in data 17 marzo u. s. al Vicariato di Roma con Raccomandata A. R. recante il timbro postale del 14 marzo e sprovvista di data, desidero precisare - in qualità di Suo Ordinario - quanto segue.
l’attenta considerazione di tutti gli aspetti della vicenda, da Lei riassunta nell’ultima lettera da un punto di vista che definirei parziale e in alcuni passaggi anche fuorviante, mi fa sentire l’esigenza di riprendere brevemente lo sviluppo dei momenti più significativi che hanno determinato gli ultimi accadimenti, attestati nei dettagli dagli atti d’ufficio del Vicariato, rispondendo così innanzitutto ad uno dei quesiti che Ella si pone nella lettera di cui sopra: "È possibile che celebrare una sola Messa possa mettere un sacerdote nella situazione di essere sospeso ‘a divinis’?".
Risulta evidente dalla documentazione in possesso del Vicariato che si è arrivati a questo esito veramente doloroso solo dopo una serie molto lunga e purtroppo infruttuosa di contatti personali con Lei: tentativi che hanno coinvolto sia la mia persona sia S. E. Mons. Vicegerente sia altri Collaboratori da me incaricati di seguire l’attività della Movimento "Impegno e Testimonianza", non esclusa una Commissione appositamente nominata.
Preliminarmente, faccio presente che il riferimento alla concessione da parte di S. E. il Card. Poletti, nel colloquio avuto con Lei nel marzo 1988, della facoltà di celebrare la S. Messa e di conservare la SS.ma Eucaristia nell’oratorio di via delle Benedettine, al fine di giustificare le Sue pretese, è del tutto fuori luogo: risulta chiarissimo dagli atti d’ufficio che si tratta di una licenza concessa in un momento ben preciso, nella cornice di un riconoscimento provvisorio ed informale dell’attività del Movimento, circoscritta all’aspetto della sola cura pastorale delle persone gravitanti sul complesso di via delle Benedettine 91, un’attività che il Card. Poletti volle limitata e di carattere non pubblico. Il permesso era poi da intendersi limitato alla sola celebrazione dell’Eucaristia a favore dei membri del Movimento o dei gruppi di giovani che partecipavano all’epoca al cammino di formazione proposto, e non avallava altri aspetti. Quando, come Ella stessa riferisce, nel 1993, si iniziò a parlare di "apparizioni pubbliche della Madre dell’Eucaristia", la situazione già difficile si complicava ulteriormente, vista la Sua determinazione di dare ampia divulgazione (per esempio, con la pubblicazione dell’opuscolo "Io sono la Madre dell’Eucaristia", del 1993; con il rilascio di interviste e con la decisione di ammettere alle presunte apparizioni persone esterne al Movimento, a partire dall’ottobre 1993) a fenomeni non ancora valutati dall’autorità ecclesiastica e ai "messaggi ispirati" ad essi connessi, mostrando di dare ad essi credito illimitato. A questo si aggiungevano da più parti altre notizie di segnali preoccupanti, fra cui l’esplodere di una serie di gravi tensioni con le comunità parrocchiali della zona, e l’insorgere di un profondo disagio all’interno delle famiglie turbate dall’adesione di uno dei loro membri al Movimento.
La mancanza di prudenza da parte Sua in relazione a queste presunte manifestazioni soprannaturali e la necessità di difendere le coscienze già abbastanza disorientate da queste "rivelazioni" - soprattutto quelle dei fedeli appartenenti alle parrocchie territoriali di N. S. di Guadalupe e S. Rita, i cui Rev.di Parroci si erano rivolti a me, oltre che al Vescovo del Settore, invocando un intervento chiarificatore - mi indussero al primo atto ufficiale di carattere restrittivo, dopo un colloquio con Lei, il 6 dicembre 1994: con lettera in pari data prot. 1733/94 e decorrenza dal 9 dicembre successivo ho sospeso a tempo indeterminato la facoltà di celebrare la S. Messa e di conservare l’Eucaristia presso la sede del Movimento, in attesa di una verifica sull’attività di tale associazione privata "di fatto", non riconosciuta.
Tale verifica fu affidata da me alla Commissione costituita inizialmente da tre ecclesiastici (cf. lettera prot. 144/95 del 13 febbraio 1995).
Successivamente, venuto a conoscenza dei provvedimenti limitativi presi a Suo carico dall’ordinario di Bologna (a cui si aggiungeranno nell’ottobre del 1996 quelli del Vescovo di Chiavari) per attività analoghe condotte in quella Diocesi, e a fronte del ripetersi di presunti miracoli eucaristici nonché di manifestazioni pubbliche di culto ad essi legate e davvero molto discutibili nella sede di Via delle Benedettine, sentii il bisogno di interpellare la Congregazione per la Dottrina della Fede, che in data 7 novembre 1995 mi propose di avvalermi delle "Normae de modo procedendi in diudicandis praesumpatis apparitionibus ac revelationibus", sub secreto, emanate in data 25.02.1978 dal Dicastero. In data 30 ottobre 1995 Le avevo già comunicato con lettera prot. 1279/95 l’integrazione della Commissione di cui sopra con un altro sacerdote e con S. E. Mons. Nosiglia; e soprattutto la mia preoccupazione per i fatti del precedente 14 settembre, rammentandole quanto segue: "I fedeli vanno esortati a restare fermi nella tradizione della Chiesa per quanto riguarda la dottrina e il culto dell’Eucaristia: Cristo stesso si rende presente nel pane consacrato per la parola pronunciata dal sacerdote nella sinassi eucaristica". Questo onde evitare pericolose deviazioni dottrinali nei fedeli, com’è mio preciso dovere, anche qualora fossero ingenerate da persone di cui non si nega a priori la buona fede.
Vengo al decreto 306/96/Leg del 13 marzo 1996, emanato dopo una Sua lettera del 25.02.1996 a Mons. Nosiglia, la quale riferiva fra l’altro di ben dieci apparizioni eucaristiche nel giro di meno di due mesi. È il primo decreto in cui ho prospettato l’applicazione di sanzioni penali canoniche, fra cui la Sua sospensione dall’esercizio del ministero, insieme alla proibizione di "…compiere atti di culto eucaristico e culto pubblico in genere in occasione o in conseguenza di presunte apparizioni di ostie" per tutti i membri. La motivazione "in fatto" è contenuta nel decreto stesso, ed è comunque evidente nel carteggio (osservazione che vale per tutti i decreti successivi).
Il progressivo aggravarsi della situazione, dato dal ripetersi incontrollato di presunti fenomeni miracolosi, amplificato dall’attività dei membri del Movimento (attività editoriale, vasta diffusione di messaggi attraverso i mezzi di comunicazione, para-liturgie che contravvenivano al decreto 306/96/Leg) portò la Commissione ad accelerare i tempi, pronunciandosi sul fenomeno in data 6 novembre 1996, con relazione riservata di S. E. Mons. Nosiglia: il responso fu negativo. Ciò Le fu comunicato in forma di decreto (prot. 148/97, in data 24 febbraio 1997), in questi precisi termini: "…la Commissione di studio… ha ritenuto che sono destituite di qualsiasi attendibilità le presunte apparizioni di ostie e… il modo in cui esse avvengono compromette il retto culto eucaristico".
Incidentalmente, Le faccio presente anche le direttive contenute nel documento della Congregazione per la Dottrina della Fede di cui sopra non impongono all’ordinario formalità particolari, ma solo di attenersi ad una serie di criteri valutativi positivi e negativi, che sono stati effettivamente presi in considerazione dalla Commissione. Esperito questo giudizio, l’ordinario del luogo ha la facoltà discrezionale – ratione sui muneris doctrinalis et pastoralis – di consentire forme di culto e devozione oppure di intervenire motu proprio per correggere deviazioni di carattere dottrinale o nell’esercizio del culto e per ristabilire la disciplina ecclesiastica, arrivando ad emettere, si casus ferat, provvedimenti restrittivi. Nel Suo caso, non credo che si possano mettere in dubbio la gradualità e la prudenza degli interventi del Vicariato né lo sforzo sincero fatto per acquisire tutti gli elementi di giudizio necessari, con incontri personali, colloqui, raccolta di testimonianze, ecc.
Considerazioni analoghe, ed altre di non minor peso, ho espresso anche nell’atto (decreto n. 415/97 in data 22 aprile 1997) con cui respingevo la Sua rimostranza del 14 marzo 1997, allorché Ella chiese la revoca del precedente decreto n. 148/97. Ora non posso far altro che confermare quanto ho già espresso in forma ufficiale in quell’occasione, e ho ribadito nel decreto successivo del 6 marzo 1998 prot. N. 251/98. In quest’ultima occasione, di fronte alla comunicazione (del 27 febbraio) della Sua intenzione di celebrare comunque l’Eucaristia nella sede di via delle Benedettine, in data 8 marzo, sulla base del presupposto che "bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini", fu ammonito dapprima telefonicamente (5 marzo) da S. E. Mons. Nosiglia a non procedere; e poi per iscritto, col decreto in data 6 marzo notificatoLe lo stesso giorno, Le venne significato che l’eventuale trasgressione del precetto che confermava il divieto sarebbe stata sanzionata dalla sospensione "a divinis" latae sententiae.
A questo punto Ella, se non intendeva sottomettersi, poteva fare rimostranza seduta stante contro il decreto, chiedendone subito la revoca e la sospensione dell’esecuzione, a norma del can. 1734 § 1. Ha deciso invece di ignorarlo e procedere comunque contro di esso, restando colpito automaticamente dalla sanzione collegata al precetto: cosa che è effettivamente avvenuta, incorrendo conseguentemente nella censura.
Ritengo di aver risposto esaurientemente alle Sue obiezioni, contenute nella lettera di cui in epigrafe, e per tanto La esorto a recedere dal Suo comportamento, dando prova concreta di sacerdotale obbedienza. Confido nell’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, affinché il Suo caso possa trovare presto un’adeguata soluzione.
dev.mo nel Signore
Camillo Card. Ruini
Vicario Generale di Sua Santità
Verbale
In data odierna, 1° aprile 1998, nel Palazzo del Laterano, Presidente S. E. Mons. CESARE NOSIGLIA Delegato del Cardinal Vicario, alla presenza del Rev.do Don GIUSEPPE TONELLO, Cancelliere del Vicariato, e del P. PIETRO B. MARTINELLO, Vicario Giudiziale Aggiunto presso il Tribunale Regionale del Lazio, in qualità di notaio, si è presentato il Rev.do Don CLAUDIO GATTI, nato a Roma il 15.7.1938, presbitero incardinato nella diocesi di Roma.
Mons. Nosiglia procede alla lettura della lettera del Cardinal Vicario del 27 marzo 1998, e invita don Gatti a manifestare il suo pensiero e a presentare le proprie osservazioni.
Don Gatti dichiara di affidare la sua difesa a Dio, e contemporaneamente di non accettare in coscienza i decreti che ritiene invalidi perché non rispettosi delle norme giuridiche.
Mons. Vicegerente chiede a don Gatti che cosa abbia da dire a proposito della celebrazione eucaristica da lui presieduta nella sede di via delle Benedettine 91 in data 8 marzo 1998.
Risponde di aver celebrato con sofferenza enorme, e che nel suo piccolo ha vissuto la lacerazione di Abramo; gli sono state di conforto le parole di Pietro: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini".
Mons. Vicegerente interroga poi don Claudio a proposito dei riti avvenuti nella medesima sede in data 15 marzo 1998.
Risponde che in quell’occasione sono state distribuite ai presenti 160 (centosessanta) particole portate sul luogo da Gesù, dalla Madonna, dagli Angeli e dai Santi. Dichiara che erano sicuramente di varia provenienza, e lo si può dedurre dal fatto che avevano forma e spessore diverso: alcune più piccole, altre più grandi.
Aggiunge: "Sono in coscienza completamente sereno davanti a Dio, che sarà giudice di tutti noi".
Mons. Vicegerente chiede a don Gatti se è disposto a pentirsi di aver celebrato l’Eucaristia "in obbedienza" a pretese indicazioni di carattere soprannaturale e in aperta disobbedienza al precetto dell’ordinario.
Don Gatti risponde: "Se avessi agito di mia iniziativa non avrei difficoltà a riconoscere di aver disubbidito, ma poiché sono sicuro che l’ordine proviene da Dio, con sofferenza – come già detto – e cosciente di espormi a giudizi pesanti e a condanne ingiustificate ho chinato il capo di fronte a Dio. Se è vero, come è vero, che le apparizioni della Madonna sono di origine soprannaturale e che i miracoli eucaristici sono autentici, io non potevo non ubbidire a Dio. Se Dio mette in situazioni difficili, e può permettere anche la morte del giusto, darà certamente la ricompensa in cielo, e forse la riabilitazione in terra dell’innocente ingiustamente condannato."
Mons. Vicegerente chiede se per il futuro don Claudio Gatti ha intenzione di astenersi dalla celebrazione della Santa Messa e di rispettare i decreti, circa il divieto di culto eucaristico, che gli sono stati notificati.
Don Gatti risponde: "Per quanto riguarda la celebrazione della Santa Messa, dato che era stata richiesta per una sola volta, non ho nessuna difficoltà a confermare che non verrà mai più celebrata finché l’autorità ecclesiastica competente e unita al Papa non mi darà la facoltà. Per quanto riguarda i miracoli eucaristici, non potendo esserne il responsabile, non posso dare nessuna garanzia di osservare i decreti, dal momento che molte volte le ostie sono collocate nel tabernacolo o messe direttamente sull’altare prima che il sottoscritto se ne renda conto in quanto sono coloro che entrano in chiesa a percepire queste presenze miracolose e ad avvertirne il sacerdote. Concludo dicendo che rispetto gli ordini purché non violentino la mia coscienza, dove può entrare solamente Dio".
Roma, 1° aprile 1998
Roma, 2 aprile 1998
A tutti i parroci, vice parroci e sacerdoti che svolgono il ministero sacerdotale a Roma e in Italia.
Carissimi sacerdoti,
il vostro confratello don Claudio Gatti è stato sospeso a divinis. La sua colpa è: difendere e amare l’Eucaristia, infondere nei fedeli l’amore all’Eucaristia, far conoscere l’Eucaristia anche attraverso i grandi e ripetuti miracoli eucaristici che si sono verificati dal 1995 fino ad oggi nella sede del Movimento Impegno e Testimonianza "Madre dell’Eucaristia", in Via delle Benedettine, 91-93.
Il Cardinal Camillo Ruini senza nessun motivo nel 1994, dopo l’inizio delle apparizioni della Madre dell’Eucaristia, ha tolto la facoltà di celebrare la santa Messa e di conservare l’Eucaristia nella cappella del Movimento. Da allora sono iniziati e continuano ancora i miracoli eucaristici, dei quali l’autorità ecclesiastica è sempre stata informata. Purtroppo la medesima autorità non ha mai voluto esaminare i miracoli eucaristici, interrogare i testimoni e raccogliere le necessarie informazioni, nonostante che sia stata più volte richiesta la presenza di esorcisti e di esperti.
Di fronte a miracoli di ostie dal cui interno è uscito sangue e acqua, a moltiplicazione dell’Eucaristia nelle mani del sacerdote e della veggente, ad ostie fuoruscite dal costato di un crocifisso e passate attraverso una teca di vetro messa a protezione del medesimo e a numerose altre apparizioni eucaristiche avvenute in modo diverso, hanno liquidato tutti questi miracoli definendoli "fenomeni da baraccone" o attribuendoli ad interventi diabolici o a trucchi.
Con decreti non validi, di questi si occuperà la competente autorità ecclesiastica presso la quale abbiamo inoltrato ricorso gerarchico, hanno imposto a don Claudio di non adorare l’Eucaristia portata da Gesù o dalla Madonna e adagiata sull’altare o collocata nell’interno del tabernacolo o appoggiata sul calice della statua della Madre dell’Eucaristia o su dei fiori. Da questa Eucaristia emana un profumo particolare che sentono coloro che la ricevevano in comunione e che a volte perdura anche dopo la consumazione della specie del pane.
Per aver difeso i miracoli eucaristici don Claudio è stato sospeso a divinis e potrà essere riammesso ad esercitare il sacro ministero solo dopo che avrà riconosciuto di aver tratto in errore i fedeli e assicurato che non adorerà più né farà adorare l’Eucaristia miracolosamente trasportata dal Signore o dalla Madre dell’Eucaristia.
Don Claudio è stato messo davanti a questo dilemma: o rinnegare l’Eucaristia portata da Gesù e dalla Madonna o essere sospeso; il nostro sacerdote per amore dell’Eucaristia e della verità ha preferito essere sospeso.
Gesù ha detto che è iniziata la lotta contro l’Eucaristia, e che è stata fatta la prima vittima.
Chi ama l’Eucaristia, la Madonna, il Papa e i Vescovi uniti al Papa preghi per don Claudio, perché abbia la forza di portare avanti la missione che Dio gli ha affidato: preparare il trionfo dell’Eucaristia.
Chi desidera avere informazioni più dettagliate sulle apparizioni mariane, sui miracoli eucaristici e sui messaggi della Madre dell’Eucaristia può accedere su Internet all’indirizzo http://www.mclink.it/personal/MC0675.
Assicuriamo le nostre preghiere a coloro che vorranno mostrare solidarietà al nostro sacerdote don Claudio Gatti.
A cura del Consiglio direttivo
del Movimento Impegno e Testimonianza
"Madre dell’Eucaristia"
Ai membri del consiglio episcopale della diocesi di Roma.
Carissimo padre e fratello in Cristo,
Dio mi è testimone che nel mio animo e nelle mie parole non c’è risentimento, ma amore sincero nei suoi riguardi.
Sono cosciente di essere nella verità e per questo posso rivolgermi a lei con libertà e serenità. Non combatto una mia battaglia, non cerco rivincite, non inseguo affermazioni personali e per questo posso dire tranquillamente: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". (Lc 17,10)
È vero: sono stato ingiustamente condannato e sono stato arbitrariamente sospeso a divinis, ma proprio per questo posso affermare: "Per me è un vanto soffrire per Gesù Eucaristia".
Ripeto a lei ciò che ho già detto in Vicariato: "Considero un tesoro prezioso i due grandi doni che il Signore ha fatto alla mia modesta persona: la grazia e il sacerdozio". Il Cardinal Ruini con tutta la sua autorità e potenza non può nulla contro di essi; anzi per la sofferenza che a causa sua sopporto Dio mi donerà nuova grazia e ripeterà anche a me: "Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek".
Nelle mie parole non c’è ironia, ma gratitudine verso il Cardinal Ruini, perché posso ripetere con Paolo: "Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa". (Col 1,24)
Ora rispondo punto per punto alla lettera che il Cardinal Vicario mi ha scritto e che Mons. Nosiglia mi ha letto il 1° aprile u.s.
Allora non ho voluto esporre le mie osservazioni sulla lettera, perché desideravo leggerla con attenzione, rivolgermi direttamente a lei e fissare il mio pensiero sulla carta, in modo che di esso restasse traccia.
Il 1° aprile avevo davanti a me tre interlocutori rispettabili, ma il primo era imbarazzato e a disagio, il secondo chiuso e indurito e il terzo piacevolmente sorpreso e in cuor suo sufficientemente aperto.
Il contenuto della lettera del Cardinal Ruini non è sempre chiaro, anzi si fa fatica a comprenderlo alla prima lettura e si ha la netta sensazione che chi scrive tenta di arrampicarsi sul vetro.
Lei mi fa notare, ed è la seconda volta, che la lettera che io gli ho scritto "è sprovvista di data". Non le sembra risibile tale osservazione, tenendo presente la serietà e la gravità degli argomenti trattati? Inoltre è il timbro postale che fa fede circa la data, perché questa può essere indicata a piacimento di colui che scrive.
Il Cardinal Ruini definisce la mia lettera "parziale e in alcuni passaggi anche fuorviante".
Sono d’accordo con lui sul primo aggettivo. Sì, la lettera è parziale:
2) perché non è arrivato ancora il momento per esporre quali sono i veri motivi che vedono noi e voi su posizioni diverse.
Infatti messo da voi di fronte al dilemma: o rinnegare l’Eucaristia portata da Gesù, dalla Madonna, dai santi e dagli angeli o essere sospeso a divinis, ho preferito per l’amore all’Eucaristia e della verità essere sospeso a divinis.
Concordo con il Cardinal Ruini quando scrive che "si è arrivati a questo esito veramente doloroso", ma mi consola la certezza che Dio giudicherà lui e me; io attendo serenamente il giudizio divino a cui nessuno può sottrarsi.
Quanto "alla serie molto lunga e purtroppo infruttuosa di contatti personali" che - il Cardinal Vicario sostiene - sono intercorsi tra il Vicariato e me, tengo a precisare che, pur riconoscendo di essermi incontrato nell’arco di cinque anni circa sei-sette volte con Mons. Nosiglia, con lui mi sono incontrato solo due volte e con i suoi collaboratori una sola volta; di conseguenza non credo che questi rari incontri possano essere definiti una "lunga serie".
Non entro nel merito della "concessione da parte di S.E. il Cardinal Poletti della facoltà di celebrare la santa Messa e di conservare la SS.ma Eucaristia", perché tali facoltà mi sono state concesse in un colloquio tra il Cardinale e il sottoscritto e dal momento che il Cardinal Poletti, interlocutore principale del colloquio, è morto, resto solo io come interlocutore, ma la mia testimonianza non è presa in seria e rispettosa considerazione. Comunque ho già espresso il desiderio di consultare "gli atti d’ufficio" per sapere esattamente quanto essi contengono circa la concessione delle facoltà da parte del Cardinal Poletti, ma il Cardinal Ruini mi ha risposto: "Non è possibile".
Io non ho dato "arbitrariamente ampia divulgazione alle apparizioni pubbliche della Madre dell’Eucaristia", perché il 24 settembre 1993, un mese prima che esse iniziassero, ho annunciato tale evento a Mons. Nosiglia, allora vescovo ausiliare del settore Ovest. Nella stessa circostanza ho consegnato al vescovo i messaggi della Madre dell’Eucaristia, prima che venissero pubblicati, e ho chiesto di verificare se erano conformi alla Parola di Dio e all’insegnamento della Chiesa.
Poiché le apparizioni pubbliche della Madre dell’Eucaristia sono iniziate il 24 ottobre 1993, avete avuto un mese di tempo per impartire delle direttive che io stesso avevo chiesto al vescovo ausiliare, ma non avete dato nessuna direttiva.
Quanto alle interviste che ho rilasciato, preciso che le ho concesse solo dopo che ero stato informato dagli stessi giornalisti che il Vicariato aveva definito il miracolo eucaristico del 14 settembre 1995 "un caso di patologia religiosa".
Inoltre la stampa ha riportato affermazioni, attribuite al Vicariato e mai smentite, che erano lesive della nostra buona fama. Tutto questo è stato ampiamente documentato nelle lettere che ho scritto al Cardinal Ruini il 18 settembre 1995 e il 23 ottobre 1995.
Comunque "la decisione di ammettere alle presunte apparizioni persone esterne al movimento, a partire dall’ottobre 1993" era stata preventivamente comunicata il 24 settembre 1993 a Mons. Nosiglia, ed essa è in armonia con quanto è espresso dal can. 215.
Circa "l’esplodere di una serie di gravi tensioni con le comunità parrocchiali della zona" affermo che io non sono la causa, ma la vittima di tali tensioni.
Io ho operato solo nello stretto ambito della nostra proprietà, non ho mai parlato male privatamente o pubblicamente dei parroci e delle comunità di suore della zona, non ho mai impedito alle persone di frequentare le comunità d’appartenenza, in confessione non ho mai violentato la libertà di coscienza delle persone, non ho mai rivolto accuse e calunnie ai confratelli. Purtroppo ciò che rimproverano a me hanno fatto essi stessi nei miei confronti e, se lo desidera, le presenterò delle persone che possono testimoniare ciò che ho affermato.
Quanto "all’insorgere di un profondo disagio all’interno delle famiglie turbate dall’adesione di uno dei loro membri al movimento" tengo a precisare
2) che deve essere ascoltato e tenuto in considerazione anche il parere dell’altro coniuge.
Sarebbe la stessa cosa se io accusassi l’autorità ecclesiastica di essere responsabile di scandali consumati da sacerdoti e per questo chiedessi le dimissioni della medesima.
Io non posso accettare che la causa che ha spinto il Cardinal Ruini a ritirare la facoltà di celebrare la santa Messa e di conservare l’Eucaristia presso la sede del Movimento sia "la necessità di difendere le coscienze già abbastanza disorientate da queste rivelazioni".
Il Cardinal Ruini come può conciliare quest’ultima affermazione con quanto ha scritto al dottor Giovanni Piccinini, prot. 12/95, in data 4 gennaio 1995 "Desidero precisarle che nei confronti di don Claudio Gatti e della sua comunità non è stato adottato alcun provvedimento punitivo, ma si è presa soltanto una precauzione pastorale"?
Inoltre come fa a sostenere la sua accusa calunniosa senza aver interrogato le persone che frequentano i nostri incontri?
Molte persone che hanno partecipato ai nostri incontri si sono convertite e sono tornate ad una pratica religiosa cosciente.
Molti, compresi numerosi giovani, che non andavano a Messa neanche nei giorni di precetto, ora partecipano quotidianamente alla celebrazione eucaristica.
Molti che non pregavano mai, ora pregano e recitano il Rosario tutti i giorni.
Molti che non conoscevano la Parola di Dio, ora frequentano gli incontri biblici e si sforzano di mettere in pratica il Vangelo.
Per noi non vale l’affermazione di Gesù: "Dal frutto infatti si conosce un albero"? (Mt 12,33)
Sorvolo sui "provvedimenti limitativi presi a suo carico dall’ordinario di Bologna e dal vescovo di Chiavari", questo argomento merita una serie di chiarificazioni che sono pronto a dare nella sede opportuna.
Non intendo entrare nel merito circa "il bisogno del Cardinal Ruini di interpellare la Congregazione per la Dottrina della Fede", mi limito a comunicarle che anche noi abbiamo sentito tale bisogno e ci siamo rivolti alla Sacra Congregazione, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta ai quesiti proposti.
Condivido la preoccupazione del Cardinal Ruini di "evitare pericolose deviazioni dottrinali nei fedeli", ma deve indirizzare tali preoccupazioni altrove e non verso di noi, perché io ho invitato il medesimo ad indicarmi anche una sola mia frase con la quale ho insegnato qualcosa che è in contrasto con la dottrina sull’Eucaristia; le rammento che tutti i miei interventi pubblici: omelie, catechesi, incontri biblici e di preghiera sono fedelmente registrati e catalogati.
Circa i contenuti dei decreti, che considero non validi, ho ampiamente risposto nelle mie lettere del 17 marzo 1997 e del 14 marzo 1998 inviate al Cardinal Ruini.
La relazione riservata di S.E. Mons. Nosiglia che ha dato "un responso negativo" circa i miracoli eucaristici si poggia sulle conclusioni della commissione nominata dal Cardinal Vicario.
Ebbene la commissione non poteva dare nessun parere, dal momento che ha fatto un solo interrogatorio a Marisa Rossi che è stato dichiarato nullo dal Vicegerente Mons.Nosiglia, perché privo di verbale. Gli stessi commissari non hanno rispettato il can. 1564.
La commissione non ha mai interrogato né me né i testimoni dei miracoli eucaristici e non ha presenziato mai a tali miracoli.
Dal momento che la commissione non ha esaminato niente e nessuno come può essersi pronunciata sui miracoli eucaristici?
Di conseguenza su che cosa si basa il responso negativo di Mons. Nosiglia?
Ed ora veniamo all’ultimo punto della lettera dove il Cardinal Ruini scrive "a questo punta ella, se non intendeva sottomettersi, poteva fare rimostranza seduta stante contro il decreto, chiedendone subito la revoca e la sospensione dell’esecuzione, a norma del can. 1734, § 1".
Il Cardinal Ruini come fa a sostenere quanto sopra dal momento che appena don Giuseppe Tonello, cancelliere del Vicariato, mi ha letto e consegnato il decreto, prot. 251/98, ho immediatamente detto che intendevo presentare ricorso per iscritto per chiedere la revoca del medesimo?
Anzi per sottolineare che intendevo presentare la domanda di revoca ho preso il decreto, l’ho ripiegato e l’ho deposto sulla mia scrivania, intendendo con questo gesto che il decreto era, anche se momentaneamente, sospeso.
Questo mio gesto è stato interpretato male da don Tonello, perché a me ha detto che non dovevo buttare il decreto dalla finestra e ad altri ha raccontato che l’avevo gettato sulla scrivania con un moto di ribellione.
Comunque don Tonello aveva perfettamente capito che era mia intenzione presentare ricorso, perché mi ha sollecitato a farlo nel più breve tempo possibile ed io gli ho replicato che per fare ricorso avevo dieci giorni di tempo come è stabilito dal can. 1734 § 2.
Dico - per inciso - che da oggi in poi, per evitare gli equivoci che si sono già ripetuti, ogni volta che mi incontrerò con qualcuno del Vicariato farò uso del magnetofono, come è previsto dal can. 1567 § 2, per registrare i contenuti dei nostri incontri. Inoltre, pur professando sincero amore verso tutti i superiori che hanno l’ufficio al II piano del Vicariato, ho fiducia e mi fido, neanche completamente, solo di pochi di essi. Faccio mio il detto popolare "la prudenza non è mai troppa".
Io ho presentato ricorso per chiedere la revoca al decreto, prot. N. 251/98 come fa fede il timbro postale, più volte citato, il giorno 14 marzo, tempo ancora utile per farlo.
Infatti ho scritto nella lettera "per tutti i motivi sopra riportati chiedo la revoca del decreto del 6 marzo 1998 prot. N. 251/98".
Poiché io ho celebrato la santa Messa l’otto marzo, tempo nel quale il decreto era sospeso e poiché la mia intenzione di rispettare i decreti, anche se li considero non validi, circa il divieto del culto eucaristico è quella espressa il 1° aprile u. s. al Vicegerente Mons. Nosiglia e messa a verbale da don Giuseppe Tonello "per quanto riguarda la celebrazione della santa Messa, dato che era stata richiesta per una sola volta non ho nessuno difficoltà a confermare che non verrà mai più celebrata finchè l’autorità ecclesiastica competente e unita al Papa non mi darà la facoltà. Per quanto riguarda i miracoli eucaristici, non potendo esserne il responsabile, non posso dare nessuna garanzia di osservare i decreti dal momento che molte volte le ostie sono collocate nel tabernacolo o messe direttamente sull’altare prima che il sottoscritto se ne renda conto in quanto sono coloro che entrano in chiesa a percepire queste presenze miracolose e ad avvertirne il sacerdote. Concludo dicendo che rispetto gli ordini purché non violentano la mia coscienza, dove può entrare solamente Dio", di conseguenza io non sono colpito dalla sospensione a divinis.
Carissimo padre e fratello in Cristo, mi permetta di far mia la conclusione della lettera del Cardinal Ruini con una piccola variante "Confido nell’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre dell’Eucaristia, affinché il mio caso possa trovare presto un’adeguata soluzione".
Noi siamo sicuri che non solo "si troverà un’adeguata soluzione", ma che questa sarà accompagnata dal trionfo della verità.
Gesù molte volte ha ripetuto: "l’immacolata Concezione apre la storia, la Madre dell’Eucaristia chiude la storia".
La Madonna ha annunciato che:
2) Il trionfo dell’Eucaristia iniziato nel luogo taumaturgico si estenderà a tutto il mondo e il volto della Chiesa tornerà a brillare senza macchia né ombra.
3) I miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico riuniranno tutte le razze e di tante religioni ne faranno una santa, apostolica, cattolica e romana.
4) Con il trionfo dell’Eucaristia si realizzerà il trionfo della verità e coloro che si sono opposti ai miracoli eucaristici "verranno deposti dai loro troni" e coloro che vi avranno creduto "saranno innalzati".
5) Quando arriveranno i tempi duri e difficili, per coloro che si sono opposti ai miracoli eucaristici sarà troppo tardi convertirsi e purtroppo si ripeterà anche per loro ciò che si è verificato per coloro che non hanno voluto credere a Noè e ai suoi figli.
6) La facoltà di celebrare la santa Messa e di conservare l’Eucaristia nella nostra cappella verrà sicuramente restituita dalla competente autorità ecclesiastica unita al Papa.
7) La Beata Vergine Maria sarà invocata in tutta la Chiesa con il titolo "Madre dell’Eucaristia" e verrà istituita la sua festa liturgica.
8) Le apparizioni della Madre dell’Eucaristia, i miracoli eucaristici e le teofanie trinitarie avvenute nel luogo taumaturgico saranno riconosciute dalla Chiesa.
9) A Roma sorgerà una grande Chiesa dedicata alla Madre dell’Eucaristia. Papi, cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e laici verranno a pregare in questa chiesa e nel luogo taumaturgico.
10) La storia parlerà di quanto è avvenuto a Via delle Benedettine e di coloro ai quali il Signore ha affidato la GRANDE MISSIONE.
Davanti a noi abbiamo pochi mesi di attesa, per cui invito lei come ho invitato don Tonello a non accogliere la comunicazione degli annunci profetici con atteggiamento di superiorità, con ironia e con disprezzo, come purtroppo è avvenuto quando, venuti a conoscenza dei miracoli eucaristici, li avete liquidati in questo modo. "Caso di patologia religiosa, fenomeno da baraccone, manipolazione, trucco, intervento diabolico, semplici pezzi di pane".
Noi continueremo a pregare perché molti, anche se non tutti, ecclesiastici che lavorano nella Chiesa di Roma possano partecipare al trionfo eucaristico.
Delusi dagli uomini, affidiamo la nostra difesa a Gesù Eucaristia e ci mettiamo sotto la protezione della Madre dell’Eucaristia.
"Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?". (Rm 8,35)
Don Claudio Gatti
Roma, Pasqua di Resurrezione, 12 aprile 1998
Ai Cardinali, ai Vescovi e ai Sacerdoti della Chiesa: Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana.
Carissimo padre e fratello in Cristo,
mi rivolgo a lei con rispetto ed affetto, invitandola a leggere con attenzione questa lettera, il cui contenuto è talmente importante che di esso, così ha detto il Signore, parlerà la Storia.
La Beata Vergine Maria da molti anni appare come "Madre dell’Eucaristia" alla veggente Marisa Rossi nella città di Roma.
In "Monumenta Eucharistica", di Gerardo di Nola Ed. Dehoniane Roma, libro che suggerisco di leggere trovo scritto "Maria, Madre del Corpo di Cristo è anche Madre dell’Eucaristia. Maria, come la Chiesa dona ai cristiani il Cristo Eucaristico per il loro nutrimento spirituale. Basti pensare a quello straordinario cantore della Vergine Maria, S. Efrem Siro che, cogliendo l’intimo rapporto tra Maria - Eva - Eucaristia - Chiesa, nei sui inni così esclama: La Chiesa ci ha dato il pane vivo, al posto degli azzimi che aveva dato l’Egitto. Maria ci ha dato il pane della vita, al posto del pane della spossatezza che ci ha dato Eva".
Il titolo "Madre dell’Eucaristia", anche se non nel pieno e profondo significato teologico che la Madonna stessa ha rivelato nei suoi messaggi, è presente nella Chiesa almeno dal XIV secolo, quando Gersone, celebre teologo e mistico francese, nel "Tractatus super Magnificat" dedica un’intera sezione al rapporto tra il sacramento del corpo del Cristo e la Vergine, definita "Madre dell’Eucaristia".
Pio XII ha istituito la festa liturgica della "Beata Maria Vergine, N.S. del SS. Sacramento" che viene celebrata il 13 maggio.
IL XII Congresso Mariologico Internazionale (18-24 agosto 1996) e il XIX Congresso Mariano Internazionale celebrati a Czestochowa avevano come tema: Maria e l’Eucaristia.
Giovanni Paolo II parlando ai fedeli il 5 giugno 1983 ha insegnato "Alla radice dell’Eucaristia c’è dunque la vita verginale e materna di Maria. Il corpo che noi mangiamo e il sangue che beviamo porta ancora in sé, come pane fragrante, il sapore e il profumo della Vergine Maria".
Ebbene: perché molti ecclesiastici fanno una dura opposizione al titolo "Madre dell’Eucaristia" che poi scaricano ferocemente su me e Marisa?
Gesù ha affermato: "l’immacolata Concezione apre la storia, la Madre dell’Eucaristia chiude la storia".
Se è vero, come insegna Giovanni Paolo II, che "Maria ebbe parte attiva a quell’unico sacrificio, stette accanto al Crocifisso, si associò con animo materno al suo sacrificio e lo offrì al Padre" è altrettanto vero che "il Pane del cielo" è donato a noi per il "SI" di Maria.
Gesù insieme alla Madre dell’Eucaristia dona l’Eucaristia agli uomini, per cui la nostra gratitudine e riconoscenza deve essere manifestata al Figlio e alla Madre.
Nonostante che il decreto conciliare "Presbyterorum ordinis" insegni "Nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo che, mediante la sua carne vivificata e vivificante nello Spirito Santo, da vita agli uomini. L’Eucaristia si presenta come fonte e culmine di tutta l’Evangelizzazione. La Sinassi Eucaristica è dunque il centro della Comunità del Cristiani presieduta dal presbitero" la nostra comunità è stata privata senza nessun motivo, così ha detto la Madonna, dell’Eucaristia il 6 - XII 1994; io allora ho chinato la testa e ho detto al Cardinal Ruini: "Ubbidisco, ma con la morte nel cuore".
La Madre dell’Eucaristia ha spiegato: "Hanno colpito il pastore per disperdere le pecore. Il vostro pastore è stato sempre obbediente alla Chiesa. Lo hanno colpito perché queste sono le apparizioni più importanti, più battagliate, più sofferte, più dure di tutta la storia della Chiesa".
Profeticamente ha anche annunciato: "Continueranno le battaglie e saranno combattute duramente dai grandi e dai piccoli contro i miei due figli".
La profezia si è puntualmente realizzata quando, annunciati con largo anticipo, hanno iniziato a verificarsi e a ripetersi i grandi miracoli eucaristici.
Nella nostra cappella, priva dell’Eucaristia, Gesù, la Madonna, gli angeli e i santi portano l’Eucaristia che depongono direttamente nel tabernacolo o sull’altare. La sera precedente non c’è nulla e la mattina seguente chi entra in cappella si rende conto della presenza dell’Eucaristia nel tabernacolo e sull’altare; faccio notare che io solo ho le chiavi della chiesa e del tabernacolo che custodisco gelosamente.
Chi può impedire a Gesù, Primo, Sommo ed Eterno Sacerdote di prelevare l’Eucaristia dai tabernacoli di chiese dove non è amato e di portarla nel luogo taumaturgico?
Chi può impedire alla Madre dell’Eucaristia di sottrarre l’Eucaristia alla profanazione e alle messe nere e di portarla nel luogo taumaturgico?
Chi può impedire agli angeli e ai santi di deporre l’Eucaristia nel luogo taumaturgico, obbedendo agli ordini del Signore?
I miracoli eucaristici si sono realizzati anche in modo eclatante:
2) Diverse volte sono state depositate ostie dal cui interno fuorusciva il siero. S. Giovanni ha visto sgorgare sangue ed acqua dal costato trafitto di Cristo in croce. (Gv 19,34)
3) Il 29 giugno 1997 molte persone hanno visto fuoruscire dal costato di un Crocifisso una particola che prima ha volato nell’interno di una teca di vetro, messa a protezione dell’immagine sacra, e poi è passata attraverso il vetro, senza infrangerlo. I Padri della Chiesa e i Concili hanno insegnato che dal costato del Cristo dormiente sulla croce sono usciti l’Eucaristia, gli altri Sacramenti e la Chiesa.
4) Diverse volte il sottoscritto, poiché l’Eucaristia depositata non era sufficiente per essere data in comunione a tutti i presenti, ha visto moltiplicarsi i frammenti delle particole nelle sue mani. Con solo dieci particole si può dare la comunione a oltre 160 persone? Molti sono coloro che possono testimoniare la moltiplicazione dell’Eucaristia.
5) Le particole portate da Gesù e dalla Madonna emanano un profumo particolare che è sentito distintamente dalle persone che le ricevono in comunione e che qualche volta perdura anche oltre la consumazione della specie del pane.
6) Noi conserviamo per ordine del Signore un ostia grande che è stata consegnata a Marisa il 18 febbraio 1996. Tale ostia non ha subito nessuna variazione strutturale e ha mantenuto inalterata la sua forma e compattezza; quindi è chimicamente non spiegabile come quest’ostia sia rimasta dopo tanto tempo integra, inalterata e non abbia perso nessuna delle sue caratteristiche chimico-fisiche.
7) Il 1° gennaio 1998 alla presenza di numerosi testimoni una particola che era stata depositata dalla Madonna sullo stendardo della Madre dell’Eucaristia si è staccata ed è volata nelle mani della veggente Marisa Rossi. Dalla prima particola ne sono fuoruscite altre 2; di questo evento straordinario possono testimoniare i presenti.
l’autorità ecclesiastica di Roma e i membri della commissione nominata per esaminare i miracoli eucaristici, senza avere interrogato Marisa, i testimoni e il sottoscritto, senza aver visionato il materiale fotografico e televisivo a nostra disposizione hanno liquidato "i più grandi miracoli eucaristici della storia della Chiesa", così li ha definiti Gesù, in modo offensivo: "casi da patologia religiosa, fenomeni da baraccone, giuochi da saltimbanchi, effetti di manipolazioni e trucchi, conseguenza di interventi diabolici".
Inutilmente abbiamo più volte richiesto la presenza di esorcisti, esperti e membri della commissione per escludere l’intervento umano e diabolico e per accertare l’intervento divino, ma ci è sempre stato opposto un categorico rifiuto.
Infine il Cardinal Camillo Ruini, Vicario Generale di S.S., mi ha messo di fronte a questo dilemma: o rifiutare di adorare l’Eucaristia portata da Gesù e dalla Madonna o essere sospeso a divinis.
Io ho ripetuto con Giovanni: "Ho visto e ho creduto" (Gv 20,8), per cui, non potendo violentare la mia coscienza e mettermi contro Dio, ho accettato di essere sospeso.
Potrò tornare, così ha detto il Cardinal Ruini, ad esercitare il sacro ministero solo dopo che avrò riconosciuto di aver tratto in errore i fedeli e assicurato che non adorerò più nè farò adorare l’Eucaristia miracolosamente trasportata dal Signore o dalla Madre dell’Eucaristia.
Se io per aver adorato l’Eucaristia portata da Gesù o dalla Madonna ho commesso una colpa tanto grave fino ad essere colpito dalla sospensione a divinis, la stessa colpa ha commesso il Papa Giovanni Paolo II, perché egli ha adorato il 7 dicembre 1997 l’Eucaristia che la Madonna aveva depositato sullo stendardo della Madre dell’Eucaristia e che io e Marisa insieme a 200 persone avevamo portato in Piazza san Pietro.
La Madonna, apparendo a Marisa in san Pietro dopo l’angelus recitato dal Papa, ha detto: "Io, come Madre dell’Eucaristia, oggi ho fatto qui il mio ingresso e questo continuerà. Io ho detto al Santo Padre dove era l’Eucaristia ed egli l’ha adorata".
Non so se il Cardinal Ruini ha parlato al Santo Padre dei miracoli eucaristici che avvengono nella Sua diocesi e del grave provvedimento: la sospensione a divinis che ha preso nei miei riguardi.
Certamente il Papa conosce per via umana e "per aliam viam" ciò che avviene nel luogo taumaturgico. Infatti per me e Marisa è stata una sorpresa e una gioia essere salutati dal Vicario di Cristo, durante l’udienza pubblica, avvenuta il 3 novembre 1993 nella sala Paolo VI, in questo modo: "Voi siete quelli della Madonna".
Gesù ha detto che è iniziata la lotta contro l’Eucaristia. Io e Marisa non combattiamo una nostra battaglia, non cerchiamo rivincite, non inseguiamo affermazioni personali e possiamoo dire tranquillamente: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". (Lc 17,10)
Per noi è un vanto soffrire per Gesù Eucaristia e possiamo ripetere con Paolo: "Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi. (2 Cor 4,8)
La Madre dell’Eucaristia ha promesso: "Con il trionfo dell’Eucaristia e della verità, ci sarà anche il vostro trionfo" e ha indicato l’anno quando questo si realizzerà: 1999.
Attendiamo con fede incrollabile l’intervento di Dio e pazientiamo sereni nell’attesa.
La Madre dell’Eucaristia ha anche annunciato nei suo messaggi che:
2) Quando arriveranno i tempi duri e difficili, e questi sono molto vicini, per coloro che hanno combattuto l’Eucaristia sarà troppo tardi convertirsi. Ora è tempo della misericordia, poi inizierà quello della giustizia.
3) Con il trionfo dell’Eucaristia si realizzerà il trionfo della verità e i nemici dell’Eucaristia "verranno deposti dai loro troni".
4) Il trionfo dell’Eucaristia iniziato nel luogo taumaturgico (Via delle Benedettine) a Roma si estenderà a tutto il mondo e il volto della Chiesa tornerà a brillare senza macchia né ombra.
5) I miracoli eucaristici avvenuti a Roma, nel luogo taumaturgico, riuniranno tutte le razze e di tante religioni ne faranno una, santa, cattolica, apostolica, romana.
6) La facoltà di celebrare la santa Messa e di conservare l’Eucaristia nella nostra cappella verrà sicuramente restituita dalla competente autorità ecclesiastica unita al Papa.
7) La Beata Vergine Maria sarà invocata in tutta la Chiesa con il titolo "Madre dell’Eucaristia" e verrà istituita una festa liturgica in suo onore.
8) Le apparizioni della Madre dell’Eucaristia, i miracoli eucaristici e le teofanie trinitarie avvenute nel luogo taumaturgico saranno riconosciute dalla Chiesa. I messaggi della Madre dell’Eucaristia saranno letti in tutta la Chiesa e tradotti in tutte le lingue.
9) A Roma sorgerà una grande Chiesa dedicata alla Madre dell’Eucaristia. Papi, cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e laici verranno a pregare in questa chiesa e nel luogo taumaturgico.
10) La storia parlerà di quanto è avvenuto a Roma, nel luogo taumaturgico.
Per volere di Dio Giovanni Paolo II ha una grande missione da compiere. Gesù ha detto: "Pregate perché il Papa abbia la forza e il coraggio di fare la volontà di Dio e di compiere la grande missione che gli è stata affidata".
Giovanni Paolo II ha concluso la sua esortazione apostolica "Tertio Millennio Adveniente" annunciando che il 2000 sarà "un anno intensamente eucaristico e che a Roma verrà celebrato il Congresso Eucaristico Internazionale".
Devo constatare con amarezza che si parla poco di questo grande annuncio del Papa, ma devo aggiungere che la Madonna ha detto: "Tutto il terzo millennio sarà intensamente eucaristico".
Il trionfo dell’Eucaristia, preparato dalla Madre dell’Eucaristia, per volere di Dio partirà da Roma ed esattamente dal luogo taumaturgico, (Via delle Benedettine, 91/93) dove si sono verificati i grandi miracoli eucaristici e si diffonderà in tutta la Chiesa e in tutto il mondo.
Per me e Marisa chiedo solo preghiere per continuare ad avere la forza di abbandonarci a Dio.
Se può, ci mandi almeno un saluto, un augurio, un incoraggiamento come segno di solidarietà nei nostri riguardi.
Invoco su di lei, carissimo padre e fratello in Cristo, la benedizione del Signore e la protezione della Madre dell’Eucaristia.
De.mo nel Signore
Sac. Claudio Gatti
Roma, 1 maggio 1998, festa di S. Giuseppe lavoratore.