Anno sociale 1998 - 1999
Storia delle apparizioni
Tu sei Vescovo ordinato da Dio, Vescovo dell’eucaristia
l’anno sociale 1998-1999 verrà ricordato da tutti i membri del M.I.T. "Madre dell’Eucaristia" come "l’anno dell’episcopato", perché il 20 giugno 1999 Dio con sua libera e sovrana iniziativa ha ordinato vescovo il nostro sacerdote Don Claudio Gatti, senza chiedere all’interessato né il parere né il consenso.
Ma procediamo con ordine.
Nella presentazione del volume "Conoscete Gesù Parola, amate Gesù Eucaristia" (pag. 70-71) è già stato narrato che, mentre Don Claudio e Marisa pregavano in mare, è apparso loro Gesù, che in un lungo e confidenziale colloquio ha permesso al sacerdote e alla veggente di rivolgergli tutte le domande che avevano in cuore. Nella stessa presentazione non è stato fatto neanche un accenno degli argomenti di cui hanno parlato, ma ora, pur non potendo ancora rivelare la totalità del contenuto della conversazione, è giunto il momento di parlare almeno di uno di essi.
A causa della situazione critica in cui si trovava e dell’atteggiamento accusatorio dell’autorità ecclesiastica nei suoi riguardi, Don Claudio non poteva certo pensare che un giorno sarebbe stato ordinato vescovo, per cui il nostro sacerdote è rimasto molto sorpreso, quando Gesù rivelandogli il suo futuro, gli ha detto "Caro Don Claudio, tu sarai l’apostolo, il profeta, il vescovo, il condottiero della nuova Chiesa..." e gli ha fatto altri annunci che hanno letteralmente scioccato il nostro sacerdote e dei quali egli non vuole assolutamente parlare. Don Claudio e Marisa hanno mantenuto il più stretto riserbo su quel colloquio con Gesù e il suo straordinario contenuto fino a quando la Madonna, il 25 aprile 1999, ha annunciato ai nostri giovani che Dio avrebbe ordinato vescovo il nostro sacerdote. Sia l’uno che l’altra non compresero allora che l’episcopato sarebbe stato dato direttamente da Dio e pensarono che sarebbe stato concesso per decisione del Papa, anche se non riuscivano a pensare come ciò sarebbe stato possibile, poiché i vertici della Chiesa erano contrari a ciò che avveniva a via delle Benedettine.
Il primo lavoro che, tornato a Roma dalle Dolomiti, Don Claudio ha dovuto affrontare è stato quello di scrivere una lettera indirizzata ai capi del Vicariato, ad alcuni officiali del medesimo e ai parroci (allegato n.1). A Marisa che le presentava la lettera, perché la benedicesse, la Madonna ha detto: "Questa lettera può far tanto del bene se chi la riceve è in grazia, è umile e semplice", poi ha aggiunto: "Le altre lettere da alcuni sono state stracciate e da molti altri sono conservate come una reliquia".
Fin dalla prima apparizione la Madre dell’Eucaristia ha manifestato la sua gioia nello stare in mezzo a noi. "Sono contenta di venire fra voi perché siete umili e qui non c’è fanatismo, non c’è protagonismo, ma molta umiltà" (Lettera di Dio del 5-IX-1998).
l’inizio del nuovo anno sociale è stato caratterizzato da un fuoco incrociato di calunnie che si è abbattuto su di noi. Cardinali, vescovi, sacerdoti, suore, laici impegnati e radio cattoliche hanno stretto un’alleanza che aveva come fine "parlare male di quanto avveniva a via delle Benedettine", così ha detto la Madonna.
La Madre dell’Eucaristia è una Mamma che ha insegnato ai figli più giovani a vivere i rapporti affettivi in modo onesto e pulito, al punto da incoraggiare un nostro giovane a leggere davanti a tutti la poesia "che ha scritto alla sua ragazza, perché è la cronaca di un amore bello, pulito che porta alla santità".
l’affermazione che chiudeva il messaggio era forte ed invitava ad interrogarsi, ad impegnarsi. "Bisogna cambiare il codice. Siete arrivati al terzo millennio per che fare? Per esercitare il potere? Per accumulare soldi? O per convertirvi? Per questo il vostro sacerdote deve obbedienza a Dio e a coloro che comandano per amore, con amore, nell’amore" (Lettera di Dio del 6-IX-1998).
Noi abbiamo ricominciato le attività e il Vicariato ha ripreso ad inviare le spie per sapere cosa facevamo e dicevamo. Molti esponenti ecclesiastici non hanno compreso che agiamo alla luce del sole e non amiamo né sotterfugi né atteggiamenti diplomatici, ma il nostro modo di agire e parlare è dettato dal motto evangelico "Si si, no no". Ignoti interlocutori hanno ricominciato a fare telefonate anonime e a scrivere lettere, i cui contenuti è meglio ignorare. Spinti dalla stupidità o dall’eccessiva presunzione alcune persone hanno spedito a Don Claudio falsi messaggi, nei quali Gesù e la Madonna lo rimproverano per azioni, atteggiamenti e insegnamenti che erano stati invece lodati ed apprezzati nei nostri messaggi.
l’attesa degli interventi di Dio si è allungata e le calunnie continue hanno provocato spesso la tentazione di abbandonare tutto. La Madonna lo ha riconosciuto: "Lo so che siete depressi, perché la cattiveria umana continua a perseguitarvi anche con telefonate e lettere anonime" e rivolta a Don Claudio gli ha detto: "Caro sacerdote prediletto, non devi chiudere la porta. No, non farlo, è come se tu la chiudessi in faccia a Gesù e a me. Forza, Don Claudio, apri il tuo cuore". Il nostro sacerdote con la sua solita sincerità e tanta sofferenza ha risposto: "Ciò che mi fa più soffrire è essere accusato di lavorare contro la Chiesa di non obbedire all’autorità ecclesiastica, di portare confusione nelle coscienze, di scandalizzare le anime". Don Claudio ha candidamente esposto il suo dramma: lui che ama la Chiesa ed è pronto a dare la vita per lei, lui che ha sempre cercato di difenderla e di servirla è accusato di lavorare contro di lei. La Madre dell’Eucaristia ha dato questa risposta: "Amali e prega per loro".
Il giorno 11 settembre è iniziato il triduo in preparazione del terzo anniversario del primo grande miracolo eucaristico. Don Claudio e Marisa si sono sforzati di nascondere la sofferenza, l’amarezza e la stanchezza che sentivano prepotentemente nel loro cuore, ma i membri della comunità hanno avvertito ugualmente la profonda pena del sacerdote e della veggente.
La Madre dell’Eucaristia ha evidenziato la dolorosa situazione: "La campagna contro il luogo taumaturgico è stata molto forte. Hanno buttata tanta cattiveria e zizzania per colpire questi miei due figliolini" (Lettera di Dio del 11-IX-1998). "Tanti parlano male alle spalle del sacerdote, soprattutto cardinali, vescovi, sacerdoti e suore. Io difendo Don Claudio che è solo a combattere questa dura battaglia. Le opere di Dio sono bersagliate, combattute, calunniate e diffamate. Vogliono distruggere anche quest’opera di Dio, e, se voi non aiutate il sacerdote, ci riusciranno. Non tacete per il quieto vivere, commettereste il peccato di omissione" (Lettera di Dio del 12-IX-1998).
La veglia di preghiera del 13 settembre si è protratta oltre la mezzanotte. Nelle nostre orecchie è risuonato il lamento di Gesù in croce "Sitio". "Ho sete di amore, di pace, di perdono, di sofferenza. Ho sete di voi, miei cari figli. Ho sete dei miei cari sacerdoti prediletti che o per paura o perché non credono che Io sia qui presente non vengono ad adorarmi. Ho sete delle mie spose. Ho sete dei veggenti, molti dei quali non rispondono. Ho sete dei laici impegnati che dicono tante parole solo per parlare, ma non sanno amare". Poiché tra le persone presenti per l’anniversario del miracolo eucaristico nessuno era venuto da fuori Roma, abbiamo visto ancora più marcato dal dolore il volto di Don Claudio. Marisa per tutta la notte ha vissuto la passione.
Gesù, rivolto a loro, ha detto: "Imparate ad amare la croce, anche quando è molto, molto pesante. È vero, mio caro sacerdote prediletto e mia dolce sposa? Ricordatevi: chi ama soffre, chi non ama non soffre". Tanta sofferenza non poteva restare senza frutto. Infatti domenica 20 settembre la cappella era affollatissima, c’erano persone anche sotto la tettoia davanti alla porta d’ingresso e nel salone adiacente alla cappella.
Poiché alla campagna di calunnie contro il luogo taumaturgico si erano aggiunte persone che dicevano di vedere la Madonna, la Madre dell’Eucaristia ha spiegato: "Coloro che parlano male di questo luogo, credetemi, miei cari figli, non mi vedono; non posso apparire là dove calunniano e diffamano. Se queste persone si lanciano contro il luogo taumaturgico, anche attraverso radio cattoliche, vuol dire che io non appaio loro. Tutto cambierà e si capovolgerà. I canoni del codice devono cambiare. Gli uomini della Chiesa sono forti, hanno il potere e nessuno può sconfiggerli. Solo Dio può abbatterli. Voi che cosa fareste al Suo posto? Li distruggereste? Sarebbero troppi ed io non posso permetterlo". Se da un lato queste ultime parole del messaggio manifestano l’amore infinito di Dio per i peccatori, dall’altro evidenziano che nella Chiesa troppi ecclesiastici sono lupi rapaci intenti solo ad accumulare soldi, potere e cariche, talmente forti e uniti tra loro da poter essere sconfitti solo da Dio. Nella storia umana il Signore ha deposto spesso i potenti dai troni e tra non molto assisteremo ad una massiccia deposizione, preludio di un radicale cambiamento nella Chiesa.
Don Claudio e Marisa, come ha detto la Madonna, "sono stanchi, provati, amareggiati, stanno cedendo fisicamente e qualcuno li pugnala alle spalle", e per questo sono stati costretti ad allontanarsi da Roma per ricuperare le forze. Poiché il pensiero e la preoccupazione del domani erano sempre presenti nella loro mente, la Madonna li ha invitati a liberarsene: "Cercate di non pensare al domani, riposatevi, distraetevi e rilassatevi".
Il Signore ha fatto vedere alla veggente visioni, segni e immagini nel cielo. Il sacerdote ce ne ha descritto solo alcuni: Gesù che abbatte con autorità i suoi nemici, il Papa anziano e solo con la tiara non in testa, ma accanto, il Papa giacente nella bara, l’arcangelo Michele che lega Lucifero, un corpo (La Chiesa) diviso in due, un vescovo che impugna il pastorale. Marisa ha visto anche il nuovo Papa raccolto in preghiera e l’ha riconosciuto. Non è stato possibile sapere di più sul nuovo Papa, né chi sarà, né quale nome assumerà, ma è giusto che sia così. La Madonna si è manifestata, anche se non in modo molto nitido a Don Claudio e a Yari, un giovane della comunità: "Guardate in alto, figliolini, ci sono io in ginocchio, tra due nuvole più scure, in quel piccolo lembo di cielo".
I giorni passavano veloci e i dolori di Marisa erano talmente forti che è svenuta diverse volte. La Madonna l’ha chiamata martire d’amore, eroina della sofferenza, le ha consegnato la palma del martirio e le ha detto: "Non ti chiedo più di soffrire per il Papa, per i vescovi e i sacerdoti, ma per la Madre Chiesa" (Lettera di Dio del 1-X-1998).
I giovani, rimasti a Roma, hanno sentito molto l’assenza del sacerdote e della veggente, tanto da decidere di raggiungerli e di trascorrere con loro una domenica. La Madonna, al termine della giornata, è apparsa a Marisa e ha parlato del loro futuro. "Anche su di voi, miei cari apostolini, Dio ha dei disegni, voi sarete gli apostoli della nuova Chiesa. Cambieranno tante cose e voi che avete fatto un bel cammino la sosterrete" (Lettera di Dio del 27-IX-1998).
Come santa Teresa di Gesù Bambino ha visto l’iniziale del suo nome scritto in cielo, così, durante il viaggio di ritorno a Roma, Marisa ha visto la lettera M in cielo e la Madonna le ha spiegato: "Si, il tuo nome è scritto in cielo, perché tu sappia che quando morirai verrai subito in Paradiso".
"È dovere di ogni cristiano difendere la verità e non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui uno gode" (can 220 C.I.C.); così abbiamo scritto al Direttore di Radio Maria e al Presidente dell’associazione Radio Maria per chiedere una rettifica, ai sensi dell’art. 10 della legge 6 agosto 1990 n. 223, per le affermazioni poco chiare o assolutamente non rispondenti a verità riguardanti il "Movimento Impegno e Testimonianza "Madre dell’Eucaristia" fatti nel corso della tavola rotonda del 23 agosto 1998, ore 21.
Il testo di questa trasmissione di Radio Maria è inclusa nella presentazione del volume dei messaggi "Conoscete Gesù Parola, amate Gesù Eucaristia" (pag. 74) e non desideriamo tornare sull’argomento, ci limitiamo ad invitarvi a leggere quanto, animati dalla carità e desiderosi di fare un servizio alla verità, abbiamo scritto.
Desideriamo solo aggiungere che sappiamo da chi e da dove è venuto l’ordine a Radio Maria di buttare fango sulle apparizioni mariane più importanti e sui miracoli eucaristici più grandi della storia della Chiesa. Chi ha offeso la verità e ha mancato alla carità, chi ha calunniato e diffamato in quella trasmissione dovrà risponderne a Dio, alla Chiesa e alla Storia.
Radio Maria, la più potente, diffusa, ricca e ascoltata emittente che si definisce cattolica, a volte di cattolico sembra avere solo l’aggettivo, non certamente lo spirito e lo stile che deve trasudare amore e rispetto verso tutti.
Nell’apparizione del 3 ottobre la Madonna ha confermato che Marisa ha visto "il vecchio Papa morto e il nuovo Papa" e ci ha invitato "a non aver paura, ad agire con carità, ma anche con fortezza. "Perché non dimostrate a testa alta che siete dei veri cristiani". Le stesse parole Giovanni Paolo II ha pronunciato il 22 ottobre 1978, primo giorno del suo pontificato: "Non abbiate paura".
La Madonna ha fatto sapere: "Ci sono dei sacerdoti, anche dei vescovi, che telefonano per dare solidarietà al vostro sacerdote, però non vengono perché hanno paura! Di chi hanno paura? Di cardinali, vescovi, sacerdoti che occupano posti di comando molto elevati e che abusano del loro potere per ricattare e distruggere coloro che amano l’Eucaristia e credono che Gesù è sempre realmente presente in corpo, sangue, anima e divinità in essa durante la santa Messa, finita la santa Messa e nel tabernacolo".
Domenica 4 ottobre la Madonna ha riconosciuto che: "La situazione qui è molto critica. Hanno cercato di fare il vuoto intorno ai miei due figli". Don Claudio e Marisa per via soprannaturale conoscono molto bene le direttive scritte e orali che partono dal Vicariato per impedire alle persone di frequentare il luogo taumaturgico e sono al corrente che dei sacerdoti di Roma, pochi per convinzione, diversi per interesse e molti per paura del Card. Ruini combattono o lasciano solo Don Claudio.
l’opposizione dura e feroce dei confratelli verso Don Claudio ha causato amarezza, sconforto e delusione, e la Madonna per ridestare la speranza ha ricordato: "In questo luogo taumaturgico mi vedrete tutti; per primo il sacerdote che già ha cominciato a vedermi stilizzata nel cielo insieme a un suo giovane, poi mi vedrete voi che siete stati sempre presenti e avete anche affrontato situazioni difficili con persone che non credono. Dio vi farà questo regalo" (Lettera di Dio del 4-X-1998).
Gli incontri biblici sono iniziati il 7 ottobre e Marisa non ha potuto scendere in cappella, poiché stava soffrendo la sudorazione del Getsemani e il dolore delle stimmate. La Madre dell’Eucaristia era presente in bilocazione con Marisa "per aiutarla ad accettare tutto ciò che Dio le manda ogni giorno" e con coloro che erano raccolti in cappella a recitare il santo Rosario "che può arrivare a cambiare parecchie cose su questo pianeta Terra".
Due genitori, accompagnati dal loro parroco Don Giuseppe, erano venuti a Roma per trovare un po’ di conforto in Marisa in seguito alla morte del loro giovane figlio Massimo. Mentre parlavano con la veggente, improvvisamente è apparsa la Madonna che ha esordito così: "Sono venuta con Massimo; è una grazia che Dio ha concesso ai suoi genitori. Pregate per lui, vi aiuterà a sopportare il grande dolore. Massimo è felice e contento. È bello quando due persone riescono ad accettare la volontà di Dio. Anch’io ho fatto la volontà di Dio, quando il mio amato sposo Giuseppe è morto e quando hanno ucciso mio figlio Gesù. Ricordatevi, dopo c’è la risurrezione, la gloria, la gioia". E dolcemente ha aggiunto: "Massimo, fai una carezza ai tuoi genitori" (Lettera di Dio del 8-X-1998): invito materno che ha commosso i presenti fino alle lacrime.
Per introdurre ora un argomento delicato non abbiamo trovato di meglio se non riportare quanto il card. Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, ha predicato alla curia romana durante gli esercizi spirituali in Vaticano. Citiamo alla lettera quanto scritto da Mastrofini e riportato dal giornale "Avvenire".
"Il cardinale Wojtyla parlava di Cristo, segno di contraddizione nel mondo, proclamava che non c’era in nessun altro la salvezza, ma ai cardinali, ai vescovi, agli offiziali parlava della coscienza. Diceva: "Una coscienza, quando disapprova, punisce e tormenta per i rimorsi". Karol Wojtyla, cardinale, scuoteva così la coscienza dei prelati di curia. Da severo predicatore sembrava non avere pietà per quegli uomini posti, a Roma, al servizio di tutto l’immenso e cattolico popolo di Dio che è sulla terra. Parlava di disapprovazione, di tormento dell’anima, di rimorsi".
Probabilmente per molti ecclesiastici le forti parole del futuro Giovanni Paolo II sono rimaste lettera morta, visto che il loro modo di agire non è cambiato.
Don Claudio si è comportato come ha insegnato Gesù nei riguardi di alcuni vescovi e cardinali e ha fatto loro la correzione fraterna (Mt 18,15-18); purtroppo non è stata accolta. Tutti i membri della comunità hanno sostenuto Don Claudio e Marisa con la preghiera, i digiuni, i fioretti e i sacrifici e hanno condiviso la loro sofferenza; la Madonna ci ha incoraggiato: "Ora che siete nella prova più dura dovete essere ancora più forti; la vittoria si avvicina e sarà goduta da tutti coloro che hanno creduto, che hanno amato. Aiutate il sacerdote, non lasciatelo solo" (Lettera di Dio del 11-1X-1998).
Ogni tanto il Signore fa vivere un’esperienza soprannaturale a qualcuno della comunità: è successo ancora il 15 ottobre a due dei nostri giovani che come ha detto la Madonna "hanno visto gli angeli intorno a me".
Ci sono state persone, tra coloro che hanno partecipano alle apparizioni della Madonna, che si sono permesse di criticare l’atteggiamento semplice, schietto e a volte scherzoso di Marisa durante gli incontri soprannaturali. La Madre dell’Eucaristia è intervenuta a difesa della figlia: "Qualcuno ha avuto da ridire, perché io scherzo con la vostra sorella; ma è una creatura mia, l’ho tirata su io! È logico che scherzi con la Mamma. Io sono la sua Mamma, ho sempre parlato, scherzato, giocato con lei insieme agli angeli e ho sofferto con lei. Perché dovrebbe cambiare atteggiamento? Per qualcuno che guarda, critica, fa osservazioni?" (Lettera di Dio del 18-X-1998).
Proprio durante l’apparizione del 22 ottobre si è svolto un amabile e semplice colloquio tra la Madre dell’Eucaristia e Marisa che nella sua ingenuità ha tentato in tutti i modi di farsi dire la data quando i presenti vedranno la Madonna nel luogo taumaturgico. E la Mamma Celeste ne ha approfittato per svolgere anche il suo ruolo di maestra: "Non affannatevi più di tanto. Non dovete preoccuparvi. Via l’ansia che non fa crescere. Se siete ansiosi, preoccupati e vi affannate, dimenticate che è Dio a decidere".
Più ci avvicinavamo al quinto anniversario dell’inizio delle apparizioni pubbliche, più le sofferenze naturali, e soprattutto quelle mistiche, aumentavano in Marisa: sudorazione di sangue, incoronazione di spine, flagellazione, stimmate alle mani e ai piedi e colpo di lancia al costato.
La campagna feroce e forte contro i miracoli eucaristici e le apparizioni della Madonna ha provocato stanchezza e delusione soprattutto nei nostri giovani, i più vicini al sacerdote e alla veggente, perché ogni colpo scagliato contro di loro aveva ripercussioni devastanti nei cuori giovanili. "Se Dio non avesse mandato i suoi angeli ad aiutarvi, miei cari apostolini, sareste crollati" (Lettera di Dio del 24-X-1998).
La Madre dell’Eucaristia è anche intervenuta nei riguardi di alcuni che accusavano Marisa di compiere errori leggeri, mentre traduceva il messaggio, pronunciato in aramaico, in italiano.
Vogliamo ricordare che la Madonna, quando dà i messaggi per tutti, parla in aramaico e Marisa, solo limitatamente al momento dell’apparizione, riceve da Dio il dono di conoscere questa lingua e di poterla tradurre; può capitare che qualche volta la traduzione sia inesatta. La Madre dell’Eucaristia ha voluto far chiarezza su questo punto: "La vostra sorella può anche sbagliare la traduzione, io però non la riprendo perché c’è il sacerdote, attraverso il quale tutto deve passare. Dio ha scelto questo sacerdote, non un altro; quindi ognuno di voi si abbandoni alla volontà di Dio e accetti ciò che il sacerdote dice" (Lettera di Dio del 25-X-1998).
Don Claudio ha voluto far pervenire a tutti i sacerdoti di Roma una lettera per fare il punto della situazione che si è creata tra lui e il Vicariato e per informarli in modo che siano in grado di assumersi le proprie responsabilità e di prendere le decisioni che riterranno giuste. Nessun sacerdote di Roma un domani potrà addurre l’ignoranza dei fatti come pretesto per giustificare il proprio silenzio e disimpegno (allegato n.2).
Il mese di ottobre si è chiuso con un forte messaggio della Madonna nei riguardi dell’autorità ecclesiastica: "Domenica scorsa ho detto ai giovani che i grandi uomini della Chiesa si stanno vendicando e cercando di distruggere il sacerdote e tutto il suo apostolato. Gli uomini della Chiesa affermano, e questo è tremendo, che se il sacerdote rinnega che qui è apparso Gesù Eucaristia in corpo, sangue, anima e divinità, se rinnega le apparizioni mariane, i messaggi e tutto il resto, gli tolgono la sospensione a divinis. Insomma dovrebbe rinnegare mio Figlio Gesù. Vi avevo avvertito che la guerra contro i miei due figliolini non era finita, anzi era diventata più crudele. "Mi vendicherò e lo distruggerò" queste parole sono state dette dal cardinale nei riguardi del piccolo sacerdote che non può difendersi e che non ha nessuno che lo difenda. Mi ripeto ancora: se volete, affiancate il sacerdote (Lettera di Dio del 29-X-1998).
Molti, soprattutto ecclesiastici, affermano che i messaggi della Madre dell’Eucaristia non sono autentici e non hanno origine soprannaturale "perché parlano male dell’autorità ecclesiastica". Correggere chi sbaglia non è parlare male, ma fare la correzione fraterna come ha insegnato Gesù (Mt 18,15-18). La correzione fraterna deve essere fatta a tutti, senza escludere l’autorità ecclesiastica.
Per dare forza all’affermazione che anche i vescovi e i cardinali devono convertirsi, noi non invitiamo a leggere certi libri-spazzatura che pettegolano su vizi e difetti del clero, ma l’articolo: "Autocritica in Vaticano - Vescovi troppo ambiziosi" apparso il 16 maggio 1999 sul Messaggero, che contiene quanto dice il card. Bernardin Gantin che per 15 anni è stato il Prefetto del dicastero che aiuta il pontefice nella nomina dei vescovi e dei loro trasferimenti.
Tanta sofferenza vissuta e tante preghiere elevate a Dio non potevano certo restare senza i frutti. Nel solo mese di ottobre si sono convertiti 65 sacerdoti. È stata la ricompensa più grande, la gioia più gradita, il premio più ambito che Dio ci poteva concedere.
Noi lavoriamo, preghiamo e soffriamo perché la Chiesa possa rinascere ed essere realmente "Sacramento di Cristo" nel mondo.
Il 1° novembre la Madonna è apparsa a Marisa, accompagnata dai Papi "che per Dio sono santi" e la nostra sorella ha riconosciuto Pio IX, Pio X, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo I.
Il Signore ha mandato nel luogo taumaturgico insieme alla Madonna gli ultimi Papi, per farci comprendere che, a differenza di quanto dicono gli ecclesiastici altolocati, noi siamo nella Chiesa e siamo cellule vive del Corpo Mistico del Cristo.
La Madre dell’Eucaristia ha affermato: "Il sacerdote deve ubbidire a Dio, ormai deve ubbidire solo a Lui. Gli uomini della Chiesa non l’hanno aiutato, anzi l’hanno condannato. Vi siete chiesti come mai c’è tanto accanimento contro queste apparizioni, mentre le altre, anche se non riconosciute, vanno avanti tranquille e serene? Perché siamo a Roma, città scristianizzata e perché, come già vi dissi tempo fa, il mio sacerdote prediletto ha tanti capi sopra di lui e quasi tutti gli sono contro, chi non lo è, ha paura e non si fa avanti".
Anche padre Pio rivolto al sacerdote e alla veggente ha ripetuto: "Voi soffrite molto più di me, perché siete stati scelti da Dio per aiutare la Chiesa a cambiare" (Lettera di Dio del 1-XI-1998).
La Madre dell’Eucaristia ci ha invitato a vivere il 2 novembre come "festa dei vostri cari e non come commemorazione della loro morte. Mio Figlio Gesù ed io abbiamo sempre voluto festeggiare l’anniversario della morte del mio amato sposo, del padre putativo di Gesù; la morte è festa, è vita, è risurrezione".
Una persona che non ha voluto dire il proprio nome, ma che ha affermato di avere ammirazione, stima e fiducia in Don Claudio e Marisa, per telefono li ha invitati ad essere prudenti, perché una potente e segreta associazione aveva deciso di organizzare un attentato contro di loro.
La Madonna in modo discreto ha avvertito che durante le apparizioni pubbliche il sacerdote e la veggente corrono continuamente gravi pericoli fisici, ma Don Claudio non ne ha mai parlato apertamente; per il momento non intende affrontare questo delicato problema, del quale per rivelazione soprannaturale conosce dettagliatamente la reale situazione.
La nostra comunità ha corso il rischio di abituarsi alle apparizioni della Madonna e ai miracoli eucaristici. Il pericolo è stato superato per l’intervento deciso e forte di Don Claudio che ha affermato: "Quante grazie, doni, apparizioni e miracoli eucaristici ci ha concesso il Signore! Purtroppo siamo arrivati al punto di abituarci al soprannaturale e questo è grave. Chiediamo perdono a Dio ed impegniamoci ad essere umili, semplici e docili".
In seguito alle nuove istruzioni impartite dal Vicariato che vietavano ai sacerdoti di avere qualsiasi contatto con Don Claudio e presentavano il nostro sacerdote come un ribelle, un orgoglioso e un presuntuoso, l’opposizione contro di lui è aumentata, e la calunnia e la diffamazione si sono intensificate, al punto che Marisa ha detto alla Madonna: "Sono ventisette anni che sono con Don Claudio e l’ho visto sempre soffrire per colpa dei sacerdoti". Ecco la risposta: "Don Claudio, il mio caro figlio prediletto, è bersagliato da tutti. I sacerdoti sono gelosi della sua intelligenza, della sua forza e del suo coraggio nel difendere la verità. Quasi si divertono a parlarne male, si riuniscono, fanno cene per malignare su Don Claudio Gatti" (Lettera di Dio del 7-XI-1998).
Leggiamo su l’avvenire del 27 luglio 1999 "È difficile non constatare in giro una certa banalizzazione del Pane Eucaristico… Pissidi maneggiate come utensili da elettrauto, particole versate di vaso in vaso quasi fossero sugo avanzato, svagatezza generale in chiesa alla consacrazione, genuflessioni omesse o caricaturizzate, adorazioni per modo di dire…".
Mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Anagni, intervistato da Avvenire ha detto: "Mi disturba il poco silenzio prima, durante e dopo la Messa, ma anche l’assenza di pause e la pacatezza nella celebrazione. l’assemblea deve imparare dal celebrante a gustare la Messa".
La Madre dell’Eucaristia ci ha insegnato: "Quando passa Gesù Eucaristia chinatevi, non parlate in chiesa, non girategli le spalle, in quel momento si deve adorare Gesù Eucaristia" (Lettera di Dio del 8-XI-1998).
Per Marisa intanto le sofferenze della passione non solo sono continuate, ma addirittura si sono presentate anche durante l’apparizione, come è avvenuto il 12 novembre, mentre in precedenza, almeno nel momento dell’estasi, le cessavano tutti i dolori. Le stimmate da invisibili si sono manifestate nel centro del palmo della mano creando profonde lacerazione sanguinanti. Don Claudio ha curato di coprirle con garze e cerotti, per assecondare il desiderio di Marisa che non voleva mostrarle per non creare intorno a lei fanatismo e culto della persona.
La Madre dell’Eucaristia non si è limitata ad insegnarci a vivere il rapporto spirituale con Dio, ma anche i rapporti umani, compresi quelli affettivi: "Voglio farvi comprendere che anche in un rapporto affettivo dovete essere umili, semplici e sinceri; la sincerità e la verità vi faranno portare avanti il rapporto fino alla morte; solo la morte può separare il marito dalla moglie" (Lettera di Dio del 15-XI-1998).
Il 17 novembre, provenienti dagli USA, sono giunti in via delle Benedettine una cinquantina di pellegrini, guidati da due sacerdoti. Hanno pregato, commovendosi fino alle lacrime, davanti all’Eucaristia che aveva sanguinato. La Madonna, apparsa, ha rivolto loro un messaggio.
Infine i due sacerdoti, in segno di solidarietà, hanno voluto concelebrare con Don Claudio. Questa non è stata la prima né sarà l’ultima volta in cui sacerdoti stranieri hanno celebrato la santa Messa nel luogo taumaturgico. Dei sacerdoti italiani invece pochi hanno avuto il coraggio di celebrare nella nostra cappella e di quelli romani nessuno, perché "Nessun profeta è accetto nella sua patria" (Lc 4,24).
l’apparizione del 19 novembre è iniziata con un lungo discorso, durante il quale la Madonna ha colloquiato in segreto con Marisa sulla critica situazione della Chiesa. Non sappiamo nulla del contenuto di questo discorso, solo Don Claudio è stato messo al corrente da Marisa, ma il nostro sacerdote, vincolato anch’egli al segreto, non ne ha fatto neanche un cenno.
La lettera di Dio ha toccato tre punti:
1. Voi non potete comprendere quale sia la missione di questi miei figli: del mio Papa, del mio sacerdote, della mia figliolina.
2. Il momento più duro per i miei due figliolini non è ancora venuto e solo quel giorno capirò chi di voi ama veramente mio Figlio Gesù ed è solidale con il sacerdote.
3. Voi sapete che il grande uomo della Chiesa quando decide di fare qualcosa, soprattutto di male, non guarda in faccia a nessuno.
La Madre dell’Eucaristia ha evidenziato molte volte la sua più grande pena: "Tanti, tanti e tanti sacerdoti non credono in Gesù Eucaristia e oggi Dio ha permesso di nuovo che il sangue uscisse dalle stimmate della vostra sorella e lei soffrisse ancora per la conversione dei peccatori, ma soprattutto dei miei sacerdoti prediletti, anche nel momento dell’estasi" (Lettera di Dio del 21-XI-1998).
Il 22 novembre, festa di Cristo Re, due nostri giovani, Angelo e Selenia, si sono presentati a Dio, davanti al sacerdote e alla comunità come coppia per manifestare la loro decisione di volersi sposare e prepararsi seriamente a ricevere il sacramento del matrimonio.
Gesù durante l’apparizione ha detto: "Oggi due giovani si presentano e si offrono a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo e alla Madonna, Madre dell’Eucaristia. Il loro impegno è grande, importante e deve essere di esempio e di testimonianza a tutti i giovani, come dice il sacerdote. Presto altre coppie ripeteranno lo stesso gesto ed Io sarò anche con loro insieme alla mia Mamma, al mio papà S. Giuseppe e a tutti gli angeli e i santi che mi circondano" (Lettera di Dio del 22-XI-1998).
Don Claudio ha pregato molto, affinché il Signore gli concedesse di avere un successore che continuasse la sua missione. Marisa ha offerto le sue sofferenze per vedere esaudito il vivo desiderio di Don Claudio. Il nostro sacerdote aveva posto gli occhi su un piccolo bimbo: Jacopo, figlio di Laura e Giacomo, i primi giovani della nostra comunità che si sono sposati. Il Signore ha confermato la scelta di Don Claudio. Durante un’apparizione la Madonna rivolta al piccolo, ma anche a tutti i giovani, perché comprendessero, ha detto: "Ascoltami, piccolo angioletto della Madre dell’Eucaristia, un domani sarai un grande uomo, ma adesso sei piccolino, hai bisogno di coccole, di giocare, di gridare. Dio ha dei disegni su Jacopo e anche su di voi, miei cari apostolini. Sarete gli apostoli della nuova Chiesa. Cambieranno tante cose e voi che avete fatto un bel cammino sosterrete la Chiesa. Voi, laici, sarete la Chiesa e il piccolo Jacopo da grande sarà il nuovo condottiero. Prenderà il tuo posto, Don Claudio, ma non proverà le tue stesse sofferenze, né combatterà le stesse lotte, sarà tutto più facile e più tranquillo allora" (Lettera di Dio del 27-VII-1998).
Due mesi dopo Gesù ha ripreso il discorso su Jacopo: "Il piccolo Jacopo seguirà una strada diversa dal matrimonio. Quando sarà più grande comprenderà la sua missione. Dio che può far tutto e dire tutto ha progetti su di lui. Ho letto nel tuo cuore, Marisella, la curiosità. Sì, Jacopo sarà colui che deve essere e dovrà fare grandi passi. Non ti preoccupare, Marisella, Jacopo sarà grande com’è grande il vostro sacerdote" (Lettera di Dio del 22-XI-1998).
Il 26 novembre Gesù ha mostrato una sua grande preoccupazione: "Pregate, miei cari figli, per i giovani. Quanti giovani si perdono! Quanti! Voi non lo potete immaginare".
Molti sacerdoti vorrebbero abolire o non danno nessuna importanza ai primi nove venerdì del mese, li definiscono un’inutile devozione, anzi scoraggiano o deridono coloro che li fanno, ma Gesù ha affermato "Voglio che continuiate a fare i primi venerdì del mese, che vi confessiate e vi accostiate all’Eucaristia".
I nostri giovani avevano deciso da tempo di creare un giornalino che doveva illustrare gli avvenimenti dell’associazione, i miracoli eucaristici, e le lettere di Dio portate dalla Madonna, ma per una serie di difficoltà il progetto non riusciva a vedere la luce. Spronati dalla Madre dell’Eucaristia, hanno trovato lo slancio necessario per dare alla stampa il giornalino. Si sono impegnati al massimo, hanno rinunciato a tante serate d’evasione e divertimento, hanno fatto diverse volte le ore piccole e sono riusciti a scrivere una serie di articoli impegnativi e con forti contenuti teologici. Hanno dimostrato di sapersi confrontare con una materia al di sopra delle possibilità giovanili.
Gesù ha apprezzato il loro impegno: "So che avete fatto dei sacrifici per comporre questo giornalino. C’è stato da parte vostra tanto amore verso di Me, Gesù, la Madre dell’Eucaristia, il sacerdote e la comunità. Così vi voglio: uniti e pronti ad aiutarvi reciprocamente. Io, Gesù, vi ringrazio, miei cari giovani, per ciò che avete fatto" (Lettera di Dio del 3-XII-1998).
Nella stessa apparizione Gesù ha fatto un annuncio profetico.
"l’immacolata apre la storia e la Madre dell’Eucaristia chiude la storia. È molto importante questo annuncio che risuonerà ovunque. In tutto il mondo si parlerà di questa unione, catena d’amore che inizia con Maria Immacolata e termina con Maria Madre dell’Eucaristia".
Il 6 dicembre siamo andati a san Pietro per ricevere la benedizione del santo Padre. Il nostro gruppo era particolarmente folto per la presenza di molte persone, membri dei nostri gruppi di preghiera, provenienti da diverse regioni d’italia.
Giovanni Paolo II è sembrato particolarmente stanco e debilitato. Lo ha confermato la Madonna quando è apparsa in piazza san Pietro.
"Io e la vostra sorella gridavamo al papa: "Forza, forza", perché stava crollando, mentre parlava. Pregate perché il papa faccia la volontà di Dio". La Madre dell’Eucaristia ha ricordato: "Ho fatto il mio ingresso l’anno scorso, il 7 dicembre, in Vaticano e oggi sono di nuovo qui". l’ingresso in Vaticano prelude ad una sua stabile dimora in esso, quando verrà invocata dal Papa e dai suoi collaboratori come "Madre dell’Eucaristia". Lo fanno capire anche le parole di Maria: "Gesù ed io vogliamo le vostre preghiere per la Chiesa e per il trionfo dell’Eucaristia in tutto il mondo". Il trionfo dell’Eucaristia è unito al trionfo della Madre dell’Eucaristia e non può estendersi a tutto il mondo se prima non si è realizzato nel cuore della Chiesa, nella sede del Papa, nel centro della cristianità.
Abbiamo solennemente celebrato la festa dell’immacolata Concezione. Molti fratelli e sorelle appartenenti ai nostri gruppi di preghiera fuori Roma ci hanno raggiunto e si sono uniti a noi per elevare a Dio preghiere, canti ed inni in rendimento di grazie per tutti i doni, i miracoli, le apparizioni che ha concesso al luogo taumaturgico.
Particolare importanza ha avuto in quel momento l’apparizione. Marisa ha visto due Madonne: l’immacolata e la Madre dell’Eucaristia e ha esclamato: "Ecco due Madonne; Gesù le accompagna. Adesso chi parla di voi due?". Gesù ha risposto: "Parlo Io. Tu vedi due Madonne perché possa comprendere che l’immacolata Concezione apre la storia e la Madre dell’Eucaristia la chiude". C’è stata anche la teofania trinitaria. Marisa ha contemplato le Tre Persone Divine: Padre, Figlio, Spirito Santo sotto le sembianze di Gesù. Gesù ha promesso solennemente: "Io proteggerò sempre questo luogo". Siamo coscienti di essere stati difesi anche nel passato, perché Don Claudio ci ha assicurato che, se non ci fosse stata la protezione divina, nel luogo taumaturgico si sarebbero verificati vari fatti spiacevoli e addirittura drammatici.
Ancora una volta i disegni degli uomini sono andati in fumo e la nostra situazione si è ribaltata. La Madonna ha confidato a Marisa che era pronto e doveva arrivare prima della festa dell’immacolata un decreto, il cui contenuto è stato rivelato solo al sacerdote e alla veggente, che avrebbe avuto conseguenze dirompenti per noi tutti.
Nell’ultima parte dell’apparizione del 10 dicembre 1998 è avvenuto un bellissimo colloquio tra la Madonna, Don Claudio e Marisa. Sappiamo che Don Claudio e Marisa hanno avuto con Gesù e la Madonna diversi colloqui, del cui contenuto a volte ci ha parlato il sacerdote. Anche i giovani hanno avuto la possibilità di colloquiare con la Madre dell’Eucaristia, alla quale hanno posto domande o chiesto spiegazioni su diversi argomenti. Comunque il colloquio del 10 dicembre 1998 è così bello ed importante che abbiamo pensato di trascriverlo integralmente.
Marisa - Don Claudio, la Madonna ha detto che se le vuoi fare una domanda puoi parlare.
Don Claudio - L’unica domanda che voglio farti riguarda la situazione dei sacerdoti di Roma. Quanti di loro, anche se schiacciati dalla paura, credono in queste apparizioni, nei miracoli eucaristici, e hanno letto con attenzione la seconda lettera?
Madonna - Puoi essere contento, sono molti.
Marisa - Perché non vengono?
Madonna - Perché perderebbero il posto e il pane quotidiano, Marisella.
Marisa - Ti chiedo un’ultima cosa: "È possibile che per colpa di un grande uomo della Chiesa stiamo tutti male?".
Madonna - Sì, finché non arriverà la piena e vera conversione di altri sacerdoti che sono buoni, ma deboli e paurosi; per questi dovete pregare moltissimo. La lettera è entrata nel cuore della maggior parte dei sacerdoti, ma devono pur vivere, Don Claudio. Tu sai come vanno queste cose. Hai ancora qualcosa da dirmi?
Don Claudio - Il mio più grande desiderio è che i sacerdoti di Roma si convertano e acquistino uno spirito fortemente eucaristico: Tu sai che, poiché il mio primo amore è stato il seminario, molti sacerdoti sono stati miei alunni; ebbene, ti chiedo di accendere in loro un forte amore eucaristico e un forte amore per te, Madre dell’eucaristia. Non ti chiedo altro, non ho niente da domandarti se non che io e i miei confratelli di Roma possiamo essere una sola cosa, uniti dallo stesso amore a Gesù Eucaristia e verso le anime; solo questo ti chiedo.
Madonna - Mi hai chiesto tutto. Quando tutto esploderà questo avverrà, ma c’è bisogno di pregare moltissimo. I sacerdoti di Roma sono più combattuti, hanno più paura e molti di loro non vivono dell’Eucaristia, ma cambieranno, caro Don Claudio, anche loro cambieranno. La massoneria è forte, i suoi affiliati sono molto potenti. Sii docile e abbi pazienza ancora, io sono con voi. Grazie per la tua grande preoccupazione nei riguardi dei tuoi confratelli; è bello; Dio sorride di questo. Voi qui presenti vi ricordate quando vi ho detto di adottare un sacerdote? Continuate a pregare per quel sacerdote che avete adottato, ma pregate anche per Don Claudio, perché abbia sempre la forza di dire e di far trionfare la verità, con tutti".
Qualsiasi commento su questo colloquio è superfluo, anzi potrebbe essere controproducente; per questo ci asteniamo dal farlo.
Si comprende meglio quanto ha chiesto Don Claudio alla Madonna, se si tiene presente quanto Lei stessa ha detto: "Continuano le messe nere e vi partecipano anche dei sacerdoti, che sono i soli a potersi procurare le ostie grandi riservate a loro. Quante ostie profanate sono state trasportate qui, nel luogo taumaturgico, da Gesù, da me, dagli angeli e dai santi? Erano pugnalate, bruciate, gonfie; molti di voi le hanno viste. Purtroppo alcuni uomini della Chiesa vogliono togliere Gesù Eucaristia e dicono che, finita la santa Messa, non c’è più la Sua presenza reale. Vogliono togliere i tabernacoli dal centro della Chiesa e metterli da una parte".
Possiamo affermare che l’amore tra gli uomini si è affievolito da quando sono venuti meno l’amore e la fede all’Eucaristia. L’uomo che vive senza Eucaristia e che non l’ama può arrivare a compiere le azioni più disoneste e delittuose.
Chi non ha l’amore nel suo cuore, come può darlo agli altri?
Se i sacerdoti, i vescovi e i cardinali avessero amato e amassero l’Eucaristia, la Chiesa non sarebbe giunta alla critica situazione che è sotto gli occhi di tutti.
Intorno ad un pastore che ama l’Eucaristia, si riuniscono fedeli che hanno nel cuore un forte amore eucaristico. Invece molte parrocchie e diocesi sono spiritualmente morte, perché in esse l’Eucaristia non è "presentata" come fonte e culmine dell’evangelizzazione. Non sanno che nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa né conoscono che "tutti i Sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere d’apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia, e ad essa sono ordinati".
Le espressioni virgolettate sono state prese dal documento conciliare "Presbyterorum ordinis".
Don Claudio, Marisa e tutti i giovani hanno deciso di prendersi un giorno di riposo, andando a Nettuno. Poiché la temperatura era primaverile, il mare calmo e il cielo azzurro sono andati a fare una passeggiata lungo il molo. Arrivati alla statua della Madonna collocata sul punto estremo del molo, Marisa ha intonato un canto mariano, al quale si sono uniti i giovani. Improvvisamente la Madre dell’Eucaristia è apparsa e ha augurato a tutti di trascorrere una giornata serena "anche se in alcuni di voi ci sono delle nuvolette". Per sottolineare poi che l’uomo può essere sempre unito a Cristo, anche nel divertimento e nello sport, la Madonna ha consegnato a Marisa delle particole, con le quali tutti si sono comunicati.
A causa dell’ora tarda non era possibile fermarsi per fare il ringraziamento e allora i giovani, accompagnati da Don Claudio e Marisa, hanno ripreso il cammino lungo il molo in silenzio e raccoglimento, senza essere distratti dalle bellezze della natura.
Marisa ha continuato a vivere la passione e i dolori a volte erano così tremendi che per consentirle di sopportarli la Madonna le ha dato molte volte la santa Comunione.
Il 15 dicembre 1998 il Vicariato ha spedito a tutti i parroci di Roma la stessa lettera inviata a Don Claudio, in data 22 ottobre 1998, con la quale si comunicava la sospensione latae sententiae al nostro sacerdote. La lettera era preceduta da una comunicazione firmata dal Vicegerente Mons. Cesare Nosiglia che terminava in questo modo: "Il presente decreto sarà pubblicato nella prossima edizione della Rivista Diocesana di Roma, al fine di tutelare la retta coscienza dei fedeli".
Non vogliamo tornare su questo argomento, ma solo riaffermare che il decreto è stato definito dal Signore "illegittimo ed invalido".
I nostri giovani si sono rivolti a molti parroci di Roma per avere conferma se avevano ricevuto tale lettera e verificare se il contenuto era identico a quello spedito a Don Claudio. Alcuni parroci hanno detto di averla buttata dopo averla letta, altri, messala da parte, non l’hanno letta e solo pochi l’hanno mostrata, facendo commenti diversi e non sempre lusinghieri nei riguardi del Vicariato. Questo conferma ciò che ha detto spesso la Madonna: "Molti sacerdoti credono alle apparizioni e ai miracoli eucaristici, ma non lo manifestano, perché hanno paura di essere privati dell’ufficio o della parrocchia dal grande uomo della Chiesa".
Perché temere gli uomini e non Dio?
Durante la novena in preparazione al santo Natale la Madre dell’Eucaristia ci ha confidato una sua sofferenza: "Sono molto pochi coloro che fanno la novena in preparazione alla nascita di Gesù Bambino. I più pensano solo a correre per fare le spese e i regali e quante discussioni avvengono nelle famiglie in occasione delle feste natalizie" (Lettera di Dio del 19-XII-1998).
Due giorni prima del Natale la Madonna ci ha parlato degli anziani e ci ha sollecitato a fare qualcosa per alleviare la loro solitudine: "Accogliete e fate gioire anche gli anziani. Sono le persone più abbandonate e in questi giorni sentono di più la mancanza dei propri cari. Chi può metta avanti tutto i nonni, le nonne, le persone sole, i malati. Forse questa volta la Mamma vi chiede troppo: mettete voi stessi all’ultimo posto e date tutto agli altri, soprattutto agli anziani, perché i bambini hanno sempre qualcuno vicino a loro. Oh, quanti anziani sono soli! Sono tanti!" (Lettera di Dio del 23-XII-1998).
Il Natale è il trionfo dell’umiltà, della semplicità, del silenzio, del nascondimento. Con l’incarnazione Dio onnipotente, onnisciente e onnisapiente si manifesta come un piccolo, indifeso, debole bambino. Com’è diverso lo stile di Dio dallo stile di tanti uomini della Chiesa. Lo ha confermato la Madre dell’Eucaristia il 25 dicembre 1998: "Oggi vi invito ad essere preoccupati per la Chiesa e per gli uomini della Chiesa. Vorrei tanto che anche loro diventassero semplici e umili, è difficile far chiedere loro scusa e riconoscere che hanno sbagliato".
Il 27 dicembre Don Claudio e Marisa hanno raggiunto i nostri giovani in un paesino montuoso del Reatino, dove si erano recati per un breve periodo di riposo e per trascorrere tutti insieme il Capodanno.
Nel pomeriggio durante una lunga apparizione della Madre dell’Eucaristia i nostri giovani hanno potuto rivolgerle molte domande, ricevendo spiegazioni su alcuni fatti avvenuti e annunci profetici di eventi futuri.
Per il momento la Madonna ha chiesto riservatezza e silenzio su quanto ha detto.
Possiamo solo rivelare che da settembre per le sofferenze e le preghiere di Don Claudio, Marisa e dei membri della comunità si sono convertiti in tutto il mondo 90 sacerdoti, dei quali 15 a Roma. Di questi ultimi 14 sono romani e 1 è straniero.
Il Vicariato ha diffuso una nuova calunnia: il luogo di via delle Benedettine è indemoniato. Così diversi parroci sapendo che alcuni loro parrocchiani venivano qui a pregare li hanno fermati e invitati a non frequentare il nostro ambiente perché "pericoloso e indemoniato".
I laici fermati hanno risposto con lucidità ed esattezza ai loro sacerdoti, sostenendo che nessuno può vietare di andare a pregare dove si vuole, che nel luogo da essi condannato sono avvenute molte conversioni e che, testimoni oculari di tanti miracoli eucaristici, possono ripetere come Giovanni: "Ho visto e ho creduto" (Gv 20,8).
L’ultimo giorno dell’anno in un’apparizione riservata a Don Claudio e Marisa, la Madre dell’Eucaristia ha parlato ai due suoi figli della difficile situazione della Chiesa.
Il sacerdote e la veggente sono stati vincolati al segreto, ma certamente ciò che hanno saputo era di così grave e sconvolgente portata che li abbiamo visti per diversi giorni turbati e sofferenti.
Dopo l’apparizione Don Claudio ha celebrato la santa Messa. Il sacerdote nel consegnare la particola a Marisa, ancora molto scosso da quanto aveva appena saputo, l’ha presa maldestramente, e l’ha lasciata cadere sul suo seno.
Gesù ha commentato: "Un corpo martoriato è caduto sopra un altro corpo martoriato".
Il Signore ha voluto far conoscere che Marisa viveva la passione frequentemente e che il suo corpo era anche aggredito da tanti mali e sofferenze naturali.
Abbiamo dato un addio tiepido al 1998 e salutato con calore il 1999. Sapevamo che doveva essere l’anno del trionfo e non sapevamo che Dio ci avrebbe chiesto "la grande prova".
Don Claudio e Marisa hanno atteso la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo in preghiera. Trascorsi pochi minuti dallo scoccare della mezzanotte, è apparsa la Madre dell’Eucaristia; si è unita alla preghiera dei suoi figli e ha parlato loro ancora della triste situazione spirituale di molti ecclesiastici che hanno tradito Cristo per ottenere cariche, onori e ricchezze.
Don Claudio senza rivelare il contenuto del messaggio, ha commentato: "Sembrava che la Madonna, come una qualsiasi mamma terrena, avesse bisogno di sfogarsi, parlando ad alcuni figli dei loro fratelli che la facevano soffrire".
Durante la notte di Capodanno la Madonna è passata fra persone ubriache, drogate, che offendevano Dio peccando contro il sesto comandamento. Ha visto anche di peggio: persone vestite elegantemente, circondate da luci ammalianti, in piena celebrazione di messe nere.
La Madre dell’Eucaristia ha ammesso che la sua sofferenza si è attenuata quando ha osservato i nostri giovani, prima della mezzanotte, allontanarsi dal tavolo per raccogliersi in preghiera e soprattutto ha gioito quando altri cinque sacerdoti di Roma per le nostre sofferenze e preghiere si sono convertiti..
La Madonna durante le prime apparizioni del nuovo anno ha parlato a lungo del tanto atteso 1999. "Durante questo anno proseguirà e s’intensificherà il trionfo dell’Eucaristia e soprattutto inizierà la vostra vittoria. Il vostro sacerdote sta passando momenti molto duri e difficili, dei quali non parla per lasciarvi cominciare questo anno in pace, ma il nemico, colui che ha detto: "Mi vendicherò e lo schiaccerò" gli ha augurato e gli sta preparando un anno carico di cattiveria e di vendetta (Lettera di Dio del 1-I-1999). Oggi avete con voi il sacerdote più bersagliato di tutti. Il grande uomo della Chiesa sta aspettando proprio il 1999 per sferrare l’ultimo colpo, il più duro, quello che voi non potete neanche immaginare" (Lettera di Dio del 2-I-1999). Comunque il grande nemico non è riuscito a realizzare il suo progetto, perché durante il 1999 l’ultimo e annunciato colpo di satana non è stato inferto.
I primi giorni di gennaio Don Claudio e Marisa si sono recati in Sardegna per incontrare i membri e i simpatizzanti dei gruppi di preghiera "Madre dell’Eucaristia". Purtroppo l’affluenza delle persone agli incontri di preghiera è diminuita per la campagna negativa di alcuni parroci che hanno impedito a giovani e adulti di parteciparvi. La Madonna ha portato la lettera di Dio, nella quale diceva: "Ci sono spie mandate dai sacerdoti".
Don Claudio nella lettera indirizzata ai sacerdoti, vescovi e cardinali ha scritto: "L’Eucaristia, sacramento d’unione, diventerà causa di divisione".
La Madre dell’Eucaristia il 10 gennaio 1999 ha detto: "L’Eucaristia che ha sanguinato è stata beffeggiata dagli uomini della Chiesa, (che a loro volta sono stati seguiti dai parrocchiani n.d.r.) è stata considerata un pezzo di pane e definita un fenomeno da baraccone. Quando a Fatima ho annunciato che satana marcerà nelle prime file della Chiesa, che ci saranno sacerdoti contro sacerdoti, vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali, molti ecclesiastici hanno pensato che questa profezia della Madonna non si sarebbe realizzata. Invece piano piano il messaggio di Fatima si sta realizzando e tutti si renderanno conto a che punto è arrivata la Chiesa, a che punto sono arrivati coloro che non amano Gesù".
Sacerdoti, vescovi e cardinali hanno abolito la celebrazione della santa Messa nelle loro diocesi in alcuni giorni feriali con il pretesto di fare la liturgia della Parola, la giornata penitenziale, la via Crucis. C’è chi addirittura si è permesso di abolire la santa Messa prefestiva per avere tutti i sacerdoti riuniti in occasione della chiusura di sinodi o per qualche altra celebrazione ed ha impedito alle persone che abitualmente partecipano alle messe prefestive di rispettare il III comandamento e il I precetto generale della Chiesa. Ciò che ci ha turbato e addolorato maggiormente è che nessun sacerdote ha osato dire all’ordinario: "Lei non può chiederci di mettere i nostri fedeli nella situazione di non poter partecipare alla santa Messa e di non rispettare il III comandamento e il I precetto della Chiesa".
Perché i sacerdoti per difendere la dottrina della Chiesa non hanno seguito l’esempio di Paolo che scrive: "Ma quando Cefa venne ad Antiochia mi opposi a lui faccia a faccia, perché si era messo dalla parte del torto"? (Gal 2,11) Paolo non ha pronunciato alcuna parola di biasimo contro l’attività apostolica di Pietro, ma solo contro il suo comportamento su una questione particolare: "non prendere cibo con i pagani".
Giovanni Paolo II diverse volte ha raccomandato ai sacerdoti, anche quando non è presente nessun fedele, di celebrare tutti i giorni la santa Messa, "perché è il più perfetto e alto atto di culto che la Chiesa eleva a Dio".
Nella lettera inviata il 23 marzo 2000 dal Cenacolo a tutti i sacerdoti il Papa ha scritto: "Riscopriamo il nostro sacerdozio alla luce dell’Eucaristia. Facciamo riscoprire questo tesoro alle nostre comunità nella celebrazione quotidiana della santa Messa".
Negli Atti degli Apostoli è scritto: "I fedeli si tenevano uniti e avevano tutto in comune e ogni giorno spezzavano il pane di casa in casa, nutrendosene in esultanza e semplicità di cuore, lodando Iddio e godendo la simpatia di tutta la gente" (Atti 2,44-46-47).
La Parola di Dio e il Papa raccomandano dunque ai fedeli la partecipazione quotidiana alla santa Messa, mentre alcuni vescovi e cardinali la ostacolano. Noi mettiamo in pratica la Parola di Dio ed ubbidiamo al Papa e non abbiamo paura di affermarlo "opponendoci faccia a faccia" a vescovi e cardinali che si sono messi dalla parte del torto.
Alcuni sacerdoti hanno ironizzato e preso in giro i nostri giovani, perché partecipavano tutti i giorni alla santa Messa. L’ha affermato anche la Madonna: "L’uomo può calpestarvi, ironizzare sul vostro modo di pregare, di ascoltare la santa Messa e fare la santa Comunione tutti i giorni, mentre io continuo a conquistarvi con l’amore e la pazienza che una mamma può avere con il proprio figlio" (Lettera di Dio del 14-I-1999).
Per fare un servizio alla verità e solo mossa dalla carità Marisa ha scritto una lettera ai sacerdoti di Roma (allegato n.3) per far comprendere loro la difficile e sofferta situazione di Don Claudio a causa dell’autorità ecclesiastica. Come abbiamo sempre fatto, anche in questa circostanza la lettera è stata sottoposta all’approvazione della Madonna che ha detto: "Hai fatto un gesto coraggioso ed eroico, figlia mia, perché metti la tua vita in pericolo, ma l’hai compiuto per la grande missione e per il sacerdote che lotta per realizzarla. Scrivi pure ai miei figli prediletti, ma non aspettarti nulla" (Lettera di Dio del 14-I-1999).
Più il tempo passava, più la sofferenza aumentava per Don Claudio e Marisa. Il peso della croce li faceva gemere, la solitudine era diventata pane quotidiano e la calunnia li schiacciava sotto un mare di fango.
La Madre dell’Eucaristia ha ripetuto: "È vero, sembra che tutto crolli intorno a voi, ma poiché siete sostenuti da Dio Padre, da Dio Figlio, da Dio Spirito Santo, da me, la vostra Mamma, da tutti gli angeli e i santi, chi può farvi cadere?" (Lettera di Dio del 21-I-1999).
La Madonna, specialmente durante le apparizioni riservate solo ai giovani, ha scherzato con i suoi figli e una volta ha ammesso: "Forse i grandi teologi, i grandi mariologi e studiosi non comprenderanno mai questo mio modo di essere, di fare e di giocare con voi. Perché dovete solo soffrire? La Mamma vuol dare anche gioia, e io mi permetto di scherzare con voi" (Lettera di Dio del 24-I-1999).
Don Paolo Faroni, missionario salesiano in Giappone, dopo aver letto i libri che raccolgono le lettere di Dio, ha confessato a Don Claudio: "La Madre dell’Eucaristia si è rivelata non solo una maestra eccellente, ma anche una madre che partecipa intimamente alla vita dei suoi figli. Infatti gioisce, soffre, scherza, sorride come una mamma terrena".
Ed ora affrontiamo un delicato argomento: "Il terzo segreto di Fatima". Don Claudio ha ripetuto molte volte che la Madonna lo aveva comunicato anche a Marisa. Era volontà di Dio che questo segreto fosse svelato già da diversi anni, ma purtroppo non è avvenuto.
Ripetiamo finalmente ciò che la Madonna ha detto a riguardo, senza fare nessun commento, ma limitandoci a dire come Gesù: "Chi ha orecchie, intenda" (Mt 11,15).
"Qualcuno si è scandalizzato quando la Madonna ha detto che il santo Padre deve fare la volontà di Dio nel rivelare il terzo segreto di Fatima. Sono passati tanti Papi, ma nessuno lo ha svelato. Perché? Svelare il segreto di Fatima è fare la volontà di Dio. Non lo può certo rivelare un semplice sacerdote o una veggente o una qualsiasi altra persona, ma è compito del santo Padre che allora aveva un nome e oggi ne ha un altro; nessuno deve scandalizzarsene.
La Mamma aiuta e parla anche al Santo Padre. Ma il Papa non vuole svelare il segreto di Fatima, per non far preoccupare le creature, e questo non è giusto.
Una volta vi ho detto: "Il messaggio che vi ho dato oggi è la continuazione di quello di Fatima. Allora ho pronunciato queste parole: la Chiesa si spaccherà in due e ci saranno cardinali contro cardinali, vescovi contro vescovi, sacerdoti contro sacerdoti". Quando porto il messaggio di Dio so bene ciò che dico" (Lettera di Dio del 28-I-1999).
La salute di Don Claudio e Marisa, a causa dei continui colpi che hanno ricevuto si è sempre più compromessa. I medici avevano consigliato loro un periodo di riposo, ma la situazione era così delicata e problematica da escludere che potessero allontanarsi da Roma.
A causa delle limitate proporzioni della cappella e dell’impossibilità a contenere tutte le persone, siamo stati costretti a spostarci in giardino, dove non c’era alcun riparo, neanche in caso di pioggia.
Coloro che venivano a pregare nel luogo taumaturgico dovevano a volte affrontare anche temperature inclementi. La Madre dell’Eucaristia si è preoccupata dei figli esposti al rigore invernale: "Il freddo è arrivato ed io cerco di scaldarvi, di non farvelo sentire. Però se qualcuno prende l’influenza non è colpa della Madonna, ma é l’influenza che si diffonde. In questo momento gli angeli vi stanno riscaldando e il vostro angelo custode vi assiste" (Lettera di Dio del 31-I-1999). Don Claudio, sperando nell’aiuto della divina provvidenza, dato che la cassa della comunità era vuota e le offerte raccolte non coprivano neanche le spese, ha deciso di far costruire un tendone capace di accogliere un buon numero di persone per ripararle almeno dalla pioggia e dal sole. I giovani hanno lavorato generosamente e duramente perché tutto fosse pronto per l’anniversario della ordinazione sacerdotale di Don Claudio.
Il 28 gennaio Don Claudio invece di fare l’incontro biblico, ha raccontato alla comunità la storia dei difficili rapporti tra lui e Marisa e i signori del Vicariato e del Vaticano.
Il nostro sacerdote è stato incoraggiato dalla Madonna ad esporre dettagliatamente la storia e la situazione di attrito con l’autorità ecclesiastica: "La vostra Mamma non può più tacere con voi, siete ormai cresciuti. Prima parlavo dello stato della Chiesa solo al sacerdote e alla veggente, ora Dio vuole che anche voi ne siate informati per pregare per i miei due prediletti". Non è questa la sede per ripetere quanto Don Claudio ha detto; sarà compito degli storici ricostruire i comportamenti dell’autorità ecclesiastica dal 1993 in poi. Noi che abbiamo ascoltato con attenzione ciò che Don Claudio raccontava possiamo concludere che negli atteggiamenti e nelle decisioni dell’autorità ecclesiastica si possono riscontrare: gravi offese alla carità e alla verità, abuso di potere, ricatti e mancanze di rispetto al Vangelo e al C.I.C. Mentre Don Claudio parlava Marisa vedeva al suo posto Gesù che diceva le stesse parole del sacerdote. Dio ha permesso questo fenomeno soprannaturale per garantire che tutto ciò che diceva Don Claudio corrispondeva a verità.
Il 29 gennaio la comunità ha fatto una veglia notturna di preghiera per la Chiesa. Marisa non era in condizioni di parteciparvi ed è stata costretta a restare nella sua stanza. La Madonna le è apparsa, si è seduta sul suo letto e ha parlato e pregato con la figlia che era molto sofferente. Prima di tornare al Padre, la Madre dell’Eucaristia ha detto: "Nonostante le sofferenze e le preoccupazioni dovete sempre avere "un tot" di gioia nel vostro cuore" e nel dire questo ha aperto il pollice e l’indice che indica la distanza maggiore tra due dita.
La veglia era stata chiesta dalla Madonna e al momento dell’annuncio qualcuno aveva un po’ sbuffato e si era lamentato per l’ora tarda e la stanchezza, ma poi tutti sono venuti e ne sono stati contenti.
La Madonna ha riconosciuto: "Con la veglia avete fatto felice il Cuore di mio figlio Gesù. È stata bellissima, anche se qualcuno ha avuto sonno, si è lasciato andare nelle braccia di Gesù, ha appoggiato il capo sul Suo Cuore e ha dormito. Gesù ha accettato anche questo. Oso dire che la preghiera più bella e sentita è proprio la veglia. Lo sbuffare, la stanchezza, l’orario scomodo, il rinunciare ad uscire tutti insieme per divertirsi un pochino si sono fatti sentire, ma poi siete usciti dalla veglia contenti, gioiosi di aver fatto compagnia a Gesù, di aver aiutato tanti sacerdoti a convertirsi" (Lettera di Dio del 31-I-1999).
Il mese di gennaio si è concluso con il ritiro spirituale dei giovani. Al termine della giornata, dopo una lunga adorazione davanti all’Eucaristia che aveva sanguinato, la Madonna, apparsa, ha ascoltato ciò che i suoi figli più giovani le dicevano e ha risposto alle molte domande che le ponevano.
l’inizio del mese di febbraio è stato particolarmente sofferto per Marisa a causa della passione e di gravi disturbi fisici. La Madonna per accrescere la sua forza e metterla in condizioni di sopportare tanta sofferenza le ha dato frequentemente la santa Comunione.
La Madre dell’Eucaristia ha comunicato a Marisa molti segreti. Il 4 febbraio ne ha consegnati altri. "Ho comunicato alla vostra sorella grandi segreti che dovrà per ora tenere per sé. Se il Papa farà la volontà di Dio, dovrà parlarne prima a lui e poi a voi". Marisa ha sentito fortemente il peso della custodia dei segreti, alcuni dei quali, per sua ammissione, "sono brutti" e spesso, per avere un alleggerimento di peso, ha chiesto alla Madonna "il permesso di parlarne con Don Claudio", ma la risposta è stata sempre la stessa: "Per ora Dio vuole che sia solo tu a conoscerli".
Certo, vivere conoscendo l’avvenire non è facile, ma è più doloroso sapere quali sono gli ecclesiastici che tradiscono Dio, la Chiesa ed il Papa e vederli nelle prime file durante le cerimonie pontificie.
Però, ringraziando Dio, l’attuale pesante condizione della Chiesa sta cambiando perché "piano piano i sacerdoti cominciano a comprendere, anche se sono molto pochi" (Lettera di Dio del 4-II-1999).
La Madre dell’Eucaristia è tornata a lamentarsi di un argomento molto delicato: i veggenti non parlano dell’Eucaristia. "Quando io appaio ad altre anime parlo sempre dell’Eucaristia, ma non lo sento ripetere, non lo leggo da nessuna parte. Parlano di misericordia, di terremoti, di uragani e di altre cose, ma non di Gesù Eucaristia. Le apparizioni sono un dono di Dio e chi le ha deve parlare di Gesù Eucaristia, perché io a tutti i veggenti ho parlato e parlo sempre di Lui".
La Madonna si è rivolta a noi chiedendoci: "Vi siete resi conto che Dio ora nei messaggi non fa altro che parlare di amare, di ricevere in grazia Gesù Eucaristia e di dare gloria a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo?" (Lettera di Dio del 6-II-1999).
Abbiamo cominciato a conoscere le reazioni dei sacerdoti di Roma alla lettera di Marisa. Molti l’hanno accettata e dimostrato di credervi; ma per paura non l’hanno manifestato; questa è la maggioranza silenziosa. Pochi hanno reagito con durezza e cattiveria, pochissimi sono arrivati a spedire fax e lettere o a fare telefonate veramente offensive, delle quali, come sacerdoti, dovrebbero vergognarsi. Con costoro ci siamo comportati, seguendo l’esempio della Madonna: "Quando dovevo parlare ad alcune persone, non avevo paura, ma con semplicità le avvicinavo e dicevo con molta dolcezza e fermezza: "Stai sbagliando, non è giusto il tuo comportamento". C’era chi accettava e chi si ribellava, ma io ringraziavo il mio Tutto, andavo via e pregavo. Non bisogna aver paura di nessuno; chi ha Dio nel suo cuore non ha paura" (Lettera di Dio del 9-II-1999).
Un quotidiano a tiratura nazionale ha pubblicato un articolo, ispirato da esponenti ecclesiastici altolocati, con il seguente titolo "Allarme: Stanno crescendo". l’articolista ha dimostrato di non avere idee chiare circa il nostro movimento, perché oltre a collocarci "ai margini del cattolicesimo", ha sostenuto che bariamo "sulla predicazione apocalittica e millenaristica e generiamo sfiducia e confusione nei confronti della Chiesa istituzionale".
Chi ha partecipato ai nostri incontri biblici, anche saltuariamente, si è reso conto che Don Claudio basa la sua predicazione sulla Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa. Tutte le sue omelie, catechesi e spiegazioni della Parola di Dio sono registrate, quindi invitiamo il signor Orazio La Rocca a citare un solo caso, in cui il nostro sacerdote si è discostato dalla verità.
Quanto all’altra accusa che noi genereremmo "sfiducia e confusione nei confronti della Chiesa istituzionale", ricordiamo che Don Claudio ne fa parte come vescovo e noi come fedeli. Se il citato giornalista avesse sentito qualche volta parlare Don Claudio della Chiesa, avrebbe compreso come è grande l’amore del nostro vescovo verso la Chiesa "Che è uscita dal costato del Cristo morente in croce".
Chi ama l’Eucaristia ama la Chiesa, perché l’Eucaristia fa la Chiesa.
Cristo ci ha insegnato che se un nostro fratello sbaglia deve essere corretto prima da solo, poi alla presenza di due persone ed infine, se rifiuta di ascoltare, va denunciato alla Chiesa e trattato come un pagano o un pubblicano (cfr Mt 18,15-18).
La correzione fraterna non deve essere fatta solo ai semplici fedeli, ma anche ai membri della gerarchia; in questo senso abbiamo agito e ne portiamo le conseguenze.
l’articolo riportava un elenco dei "gruppi religiosi più importanti per numero di fedeli messi al bando dall’organismo della C.E.I.": ebbene il nostro movimento, presentato come "i seguaci di Don Claudio Gatti" chiudeva tale elenco.
Don Claudio ci ha sempre insegnato che Gesù è il capo della Chiesa e l’Eucaristia è il cuore della Chiesa. Il suo insegnamento può essere così sintetizzato: Conoscete Gesù parola, amate Gesù Eucaristia. Chi dice o scrive il contrario non è informato o è in malafede.
La Madre dell’Eucaristia ha accennato all’articolo diffamatorio: "Prima che uscisse già avevo letto tutto il trafiletto. Poverini, mentre il mondo va a rotoli, loro si divertono a scrivere e non sanno che combattono contro Dio. Possono distruggere l’uomo di Dio, ma non Dio. A voi ho insegnato l’amore, ad amare tutti, anche coloro che fanno soffrire. Ricordatevi: prima della risurrezione c’è la morte, prima del trionfo c’è la sconfitta. Ci saranno ancora altri colpi di satana. Non è difficile per un potente chiamare qualcuno e ordinargli: "Scrivi contro quel piccolo sacerdote". Queste persone non sono di Dio, ma contro Dio" (Lettera di Dio del 21-II-1999).
Lo stesso giorno la Madonna ci ha fatto un triste annuncio: "Si è intensificata la purificazione; alluvioni, terremoti, valanghe, incendi continueranno" (Lettera di Dio del 21-II-1999).
Ecco la conferma: il giornale "Avvenire" all’inizio del 2000 ha scritto: "Terremoti, alluvioni, tempeste. Sul fronte delle catastrofi naturali, il 1999 è stato uno degli anni più neri, afferma uno studio della società di assicurazione pubblicato a Zurigo".
Anche la salute di Don Claudio ha continuato a declinare e allora Marisa lo ha raccomandato alla Madonna "Io ti prego per lui, fallo star bene, almeno fisicamente". La Mamma del Cielo ha risposto: "Marisella, tu pensi che io non lo ami, che non lo aiuti? Oh, voi non potete capire fino a che punto vengono perseguitate le creature scelte da Dio, ma quando arriverà il momento stabilito dal Signore, Dio sarà duro per coloro che non hanno creduto, non hanno amato" (Lettera di Dio del 25-II-1999).
La Madre dell’Eucaristia ha indicato quale è il male più grande che affligge la Chiesa: "Più i tempi vanno avanti e più mi accorgo che Gesù Eucaristia non è conosciuto, né amato".
Avvicinandosi l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Claudio, i nostri giovani ed alcuni adulti si sono impegnati a fondo ed hanno affrontato con sacrificio pesanti lavori per rendere il luogo taumaturgico più bello ed accogliente . È stato consolante vedere quanta unione, quanta armonia ed allegria regnavano tra giovani e adulti, mentre lavoravano senza risparmiarsi.
Solo Marisa ha avuto un triste presentimento, perché mentre la Madonna diceva: "So che la festa del Sacerdozio e del vostro sacerdote è rimandata al giorno 14 invece del 9 marzo, anniversario della sua ordinazione sacerdotale" ha visto questa ultima data scritta a lettere d’oro su uno sfondo rosso.
Alcuni membri della comunità hanno consegnato a Don Claudio messaggi attribuiti a veggenti con annunci di fatti eclatanti e sorprendenti, la Madre dell’Eucaristia allora ha ricordato a tutti: "In ogni tabernacolo del mondo è sempre presente Gesù Eucaristia. Non cercate Dio tra le nuvole, non aspettate Gesù in un luogo o in un altro, né lo Spirito Santo scendere dal cielo; in Gesù Eucaristia troverete tutto" (Lettera di Dio del 28-II-1999).
La Madonna ha fatto un rimprovero, o meglio una carezza materna, ai veggenti: "Anche i veggenti non agiscono bene, lavorano solo per il proprio orticello, e guai a rimproverarli, si sentono feriti".
Don Claudio e Marisa hanno ammesso che è stato quasi sempre molto difficile per loro fare la correzione fraterna ai veggenti, dai quali si sono recati per ordine della Madonna. Inoltre Don Claudio conserva diverse lettere di Dio indirizzate proprio ai veggenti; in molte di queste, ha ammesso il sacerdote, il tono è forte e il contenuto è duro.
Il 1° marzo Marisa ha compreso il significato della data 9 marzo 1999 scritta a lettere d’oro su sfondo rosso.
Dopo aver trascorso l’ultima settimana di febbraio a letto, la veggente è stata costretta a ricoverarsi in ospedale. Al suo capezzale si erano succeduti diversi medici, ma i farmaci prescritti non avevano apportato nessun giovamento; si è rivolta allora ad uno specialista che appena l’ha vista ha richiesto il ricovero ospedaliero immediato e ha formulato la seguente diagnosi: "Tracheabronchite acuta di tipo asmatiforme complicata da insufficienza respiratoria di I° grado". Inoltre ha indicato altre cause che esigevano l’immediato ricovero. Per far comprendere la gravità della situazione il dottore ha avvertito Don Claudio che la nostra sorella non poteva rimanere assolutamente a casa con il pericolo incombente di una crisi respiratoria che le sarebbe stata fatale ancora prima di essere trasportata al pronto soccorso.
Così Marisa è stata trasferita d’urgenza in piena notte all’ospedale, dove ha iniziato un calvario molto duro e sofferto. Durante il decorso della malattia si sono succeduti molti momenti critici che la tempestività degli interventi medici hanno permesso di superare. Le nottate sono state particolarmente pesanti e quasi tutte insonni. Alle sofferenze naturali si sono aggiunte quelle soprannaturali; spesso il Signore le ha fatto patire i dolori della passione.
Alcuni membri della comunità si sono alternati per assistere Marisa e si sono attivati per renderle la permanenza in ospedale meno pesante.
La Madre dell’Eucaristia ha apprezzato questo nostro impegno: "È stato molto bello vedervi giocare per far ridere Marisa e farle passare un po’ di tempo".
I giovani e alcuni degli adulti hanno continuato a lavorare con fatica per alzare il tendone per il riparo almeno dalla pioggia e dal sole. La Madonna ha confortato ed aiutato con la sua continua presenza "gli operai di buona volontà" e ha detto: "Quel povero tendone ha sopportato tutto: burrasche, tempesta e vento. Quando si rompeva qualcosa, cercavate di fare tutto quel che occorreva per ripararla. Sono giorni e giorni che sono in mezzo a voi per controllare i lavori e per aiutarvi ogni volta che il demonio si affaccia per distruggerli. Miei cari apostolini, con tanta forza e coraggio, soprattutto con tanto amore avete cercato di tappare i buchi che il demonio apriva. Vi ho seguito passo passo. Ve ne siete accorti, avete sentito il mio profumo? Sono stata con voi ogni giorno ed avete fatto più che una novena di sacrificio, di sofferenza, di lavoro, soprattutto di amore. Spero che vi siate accorti che quando c’è l’amore, c’è tutto e tutto riesce, come questo capolavoro che i miei occhi hanno visto crescere giorno per giorno. Complimenti, avete fatto un capolavoro! Ha ragione il sacerdote quando dice: "In Vaticano c’è la basilica di san Pietro e qui c’è la piccola basilica "Madre dell’Eucaristia" (Lettera di Dio del 14-III-1999).
Marisa sapeva molto bene che a causa della gravità della sua salute non le era permesso presenziare alla festa del 9 marzo 1999. Del resto la visione di quella data scritta a lettere d’oro sullo sfondo rosso si era conservata nitidamente nella sua mente. Pur dal suo letto ha svolto il ruolo di intelligente regista della festa del sacerdote e del sacerdozio. Ha suggerito le composizioni floreali per abbellire la cappella e ha scelto i canti per la celebrazione della santa Messa.
Il 9 marzo, giorno del 36° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Claudio, c’è stata in ospedale l’apparizione della Madre dell’Eucaristia che ha portato la lettera di Dio per il sacerdote e ha promesso che sarebbe stata presente nel luogo taumaturgico durante la celebrazione della santa Messa.
Alle ore 18 nella cappella gremita di persone Don Claudio ha iniziato la celebrazione della santa Messa. In 28 anni era la prima volta che Marisa mancava all’anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
Quando Selenia ha iniziato a cantare "Saldo è il mio cuore", canto che doveva essere cantato dalla veggente, il momento è stato di intensa commozione.
Il giorno seguente quando Don Claudio si è recato all’ospedale, Marisa gli ha descritto come era stata abbellita la cappella, gli ha ripetuto le intenzioni fatte dai giovani e dagli adulti e quanto il sacerdote aveva detto durante l’omelia; chiaro, era stata presente in bilocazione insieme alla Madonna durante la celebrazione della santa Messa; Dio le aveva fatto questo dono per ricompensarla di tutte le sofferenze che stava sostenendo per la Chiesa. Anzi la Madonna ha accompagnato Marisa a vedere lo stato dei lavori in preparazione della festa che sarebbe stata fatta la domenica seguente 14 marzo per dare possibilità ai gruppi "Madre dell’Eucaristia" fuori Roma di essere presenti. La vigilia della festa Marisa è uscita dall’ospedale; era molto debilitata e respirava a fatica. Anche Don Claudio, a causa degli stress accumulati, non stava bene, infatti si è limitato a partecipare alla veglia di preghiera senza parlare. Brutto segno, se Don Claudio non parla, vuol dire che sta veramente male.
Il 14 marzo abbiamo festeggiato la giornata del sacerdozio. Per l’occasione ci hanno raggiunto molte persone dalla Liguria, dalle Marche, dall’abruzzo, dall’alto Adige, dalla Sardegna, da altre regioni e anche dall’estero. Vedere il sacerdote sull’altare e la vittima vicino all’altare, tutti e due stanchi, pallidi e stressati è stato commovente. Il sacerdote e la vittima, due creature umane, hanno adorato il sacerdote-vittima, Dio fatto uomo per redimere il mondo.
Durante l’apparizione la Madonna ci ha riservato una grande gioia: "Si sono convertiti 199 sacerdoti, 7 suore, 7 religiosi, 7 laici. Questa è la gioia più grande per il sacerdote, per voi tutti e per me che sono la vostra Mamma".
Per la festa del sacerdozio è venuto anche Gesù a fare gli auguri a Don Claudio e ha confermato: "Il sacerdote non sta bene già da ieri e non ha potuto dare tutto ciò che poteva; anche stamattina non si sente bene".
Ai piedi dell’altare c’era un quadro raffigurante il trionfo dell’Eucaristia, come era stato visto da Marisa in una visione. In esso vi erano tre colonne: su quella centrale troneggiava una grande Eucaristia, su quella di destra era collocata la Madre dell’Eucaristia, senza ostia né calice, e su quella di sinistra stava il Papa nelle sembianze di Paolo VI, molto amato e invocato dal nostro sacerdote. A fianco del papa ci doveva essere un’altra persona, Don Claudio, che per ordine dell’interessato non è stato disegnato. Gesù ha notato la mancanza di questa persona e ha detto: "Manca qualcuno sulla colonna. Perché è stato tolto? Marisella, sul quadro manca un personaggio molto importante per Me e per la Mamma del cielo, manca colui che ha fatto del suo sacerdozio davvero un grande deserto fiorito. Lui non c’è, ci sono soltanto fiori, fiori, fiori. Perché?".
Marisa ha risposto a Gesù in modo semplice e schietto: "Non lo so, io non c’ero, stavo in ospedale" e ha preso le difese di Don Claudio: "Possiamo rispettare il suo desiderio?".
Gesù ha concluso: "Va bene, ubbidisco anch’io al sacerdote, adesso. È molto importante quel disegno, voi non siete riusciti a comprenderlo".
Marisa ha continuato ad accusare molti dolori. Aveva un pallore impressionante sul viso, debolezza nelle gambe, affaticamento nella respirazione, e parlava con un filo di voce. La Madonna ha notato il suo malessere: "Figlia mia, sei molto debilitata e sofferente". L’ultimo giorno della novena a san Giuseppe, la sua casta sposa ha mostrato dispiacere: "Perché non avete risposto alla novena del mio amato sposo? Ci tenevo tanto. Pazienza, aspetterò il prossimo anno" (Lettera di Dio del 18-III-1999).
Terminato il messaggio, Marisa ha visto Maria e Giuseppe allontanarsi sotto braccio, come due sposi.
Don Claudio e Marisa si mostravano sempre più preoccupati e addolorati per la situazione della Chiesa ed hanno ripetuto spesso "Come ha annunciato la Madonna a Fatima: satana sta marciando nelle prime file della Chiesa". Noi abbiamo sempre avuto la certezza che ne sapessero molto di più, ma non aggiungevano altro per amore della Chiesa, per la quale sono pronti a morire.
San Giuseppe ci ha rincuorato: "Coraggio, miei cari figli, Gesù sembra un fallito, ma ha vinto il mondo, voi sembrate dei falliti, ma avete vinto il mondo" (Lettera di Dio del 19-III-1999).
Incoraggiata da san Giuseppe, Marisa ha cantato con il santo il canto che doveva cantare per l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Claudio: "Saldo è il mio cuore".
Il 20 marzo la Madonna in un’apparizione ai nostri giovani, ha portato loro una lettera di Dio, il cui contenuto per il momento non può essere divulgato; possiamo solo dire che la Madre dell’Eucaristia era molto angosciata durante l’apparizione ed è andata via piangendo.
La Madre dell’Eucaristia ha raccomandato molte volte che in chiesa bisogna stare raccolti, attenti e composti. Ciò che Ella ha detto a noi vale per tutti: "Molti si distraggono, si siedono, si accomodano tranquillamente, non seguono neanche la santa Messa, perché sono attratti dalle persone che entrano e escono e dai bimbi che giocano; lasciate fare i bimbi, lasciateli parlare, cantare, anche se fanno qualche grido, questo è il loro modo di dare gloria a Dio. Voi grandi non dovete distrarvi, come potete sentire Gesù che parla ai vostri cuori? Fate silenzio interiore, evitate di guardare in giro" (Lettera di Dio del 21-III-1999).
Se tutti i sacerdoti invitassero i propri fedeli a mettere in pratica queste direttive materne, le chiese sarebbero oasi di silenzio, di raccoglimento e di preghiera e non si trasformerebbero in luoghi dove il vociare non si interrompe neanche durante la consacrazione e ogni rito è accompagnato da distrazioni e disinteresse.
La Madonna, per convincere gli adulti a stare in chiesa in modo corretto e rispettoso della presenza di Dio, ha confidato come si comportava lei quando era piccola e si recava al Tempio di Gerusalemme: "Giunta al Tempio, rimanevo sempre ritta o in ginocchio. Avevo spalle erette, guardavo il mio Dio, il mio Tutto, pregavo e cantavo, come ha cantato il mio amato sposo Giuseppe "Saldo è il mio cuore".
La lettera di Dio è terminata con un accorato invito rivoltoci dalla Madre di Gesù: "Leggete i salmi, metteteli in pratica, cantateli, dopo il santo Vangelo sono i brani della Scrittura più belli e più importanti".
Il 24 marzo, come richiesto dalla Madonna, abbiamo fatto la veglia di preghiera, ma i nostri cuori erano tristi e gli animi lacerati, perché da poche ore erano iniziati i bombardamenti della NATO sulla Jugoslavia.
La Madre dell’Eucaristia, mentre le lacrime uscivano copiose dai suoi occhi, ci ha detto: "Miei cari figli, malgrado la guerra in corso sia così dura, piena di vendetta, di ripicca, di litigi tra partiti, regioni e stati, colma di odio che si manifesta particolarmente contro i bimbi, gli anziani e le donne, gli uomini non sono corsi in chiesa, davanti a Gesù, strisciando le ginocchia fino all’altare per chiedere perdono e pace. Nessuno ha colto il grido del Santo Padre: "Fermate la guerra". Solo piccoli greggi hanno pregato, neanche la televisione cattolica Telepace ha organizzato una preghiera per la pace, ha mandato in onda i soliti programmi".
Dal 23 marzo le televisioni di tutto il mondo hanno iniziato a trasmettere immagini sempre più raccapriccianti di questa tremenda, feroce e disumana guerra.
La Madre dell’Eucaristia ci ha chiesto di farle un regalo: "La Mamma desidera questo regalo: venite in questo luogo taumaturgico a pregare per la pace nel mondo".
Don Claudio ha raccolto l’invito e il 25 marzo, festa della Madre dell’Eucaristia, ha lanciato alla comunità la proposta di venire tutti i giorni a pregare davanti a Gesù Eucaristia che aveva sanguinato. l’adorazione iniziava alle 16 e terminava alle 19 con la celebrazione della santa Messa. Tutti i membri della comunità hanno accettato, cercando di conciliare i loro impegni di studio, di lavoro e di famiglia e hanno dimostrato la volontà di continuare ad oltranza i turni di adorazione fino alla fine della guerra; così è stato.
Il 25 marzo abbiamo festeggiato la Madre dell’Eucaristia, ma come lei stessa ha detto "è una festa dolorosa, una festa di sangue. Vedo bambini, donne, uomini, anziani morire in modo orribilmente barbaro e crudele, come se fossero cani. I giovani sono diventati spietati teppisti, rovinano, massacrano e rubano".
Per tutta la durata della guerra Marisa in bilocazione, sempre in compagnia della Madonna e qualche volta di san Giuseppe, è andata spesso nelle zone di guerra per confortare i moribondi, assistere i bambini, le donne e gli anziani, per soccorrere i feriti e comporre i morti.
Ha visto scene feroci e crudeli che ha raccontato solo al suo direttore spirituale.
Don Claudio ha detto più volte che ciò che avveniva in Kosovo e in altre zone della Jugoslavia era peggiore di quanto i mass-media riportavano.
Marisa in bilocazione era attiva, pronta, energica e forte, mentre colei che era sotto i nostri occhi era sfinita, sofferente, abbattuta e priva di voce, tanto è vero che doveva scrivere i messaggi che poi Don Claudio leggeva ai presenti.
Così è avvenuto il 28 marzo: mentre Marisa colloquiava con la Madonna, Don Claudio ha letto la lettera di Dio. "Miei cari figli, la vostra sorella non ha un filo di voce. Dio l’ha presa tutta per Sé. Il vero veggente ama, soffre e offre, lei sarà felice in Paradiso. Sulla Terra non può esserlo; ha visto sgozzare uomini, donne e bambini e ha visto in visione il bombardamento via terra". Del bombardamento via terra si è parlato molte volte durante la guerra e secondo i calcoli degli esperti avrebbe provocato moltissime perdite da ambo le parti.
Per scongiurare una carneficina Marisa ha vissuto la passione di Gesù... e le sue sofferenze sono riuscite nell’intento.
Quest’anno alla domenica delle Palme abbiamo dato un tono e calore particolare. Don Claudio si è chiesto: "Si può far festa senza il festeggiato?" e poiché la risposta era scontata, ha organizzato, con l’aiuto dei giovani, una solenne e suggestiva processione che ripeteva il solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Dopo la benedizione dei rami di ulivo e di palma si è snodata la processione aperta dalla croce.
I presenti con i rami di ulivo benedetto inneggiavano a Cristo Salvatore, intercalando canti, inni e antifone.
Chiudeva la processione Don Claudio che portava l’Eucaristia che aveva sanguinato, ed era preceduto da persone che spargevano lungo il tragitto fiori e rami di ulivo.
Lungo il corridoio centrale del tendone - cappella si erano disposti i nostri giovani che con i rami di palma avevano formato una successione di archi trionfali, sotto i quali è passato solo Gesù Eucaristia, sostenuto dal nostro sacerdote.
È stato molto bello e commovente veder passare l’Eucaristia su un tappeto di fiori e sotto gli archi di trionfo, mentre al suo passaggio i fedeli si inginocchiavano per adorare.
Don Claudio ci ha confessato che mentre portava Gesù in mezzo al tripudio risuonavano in lui le parole di Giovanni "Questa, dunque, è la mia gioia, ed è giunta al colmo. Lui deve crescere ed io diminuire" (Gv 3,30).
Marisa ha continuato ad andare con la Madonna in bilocazione nel Kosovo "dove hanno visto tante sofferenze e bambini che venivano sgozzati" (Lettera di Dio del 1-IV-1999). La Mamma e la figlia aiutavano quelle povere persone a morire "là dove c’è morte, odio e vendetta". Marisa, particolarmente sensibile di fronte alla sofferenza fino al punto di star male e svenire, ha raccontato che riusciva, quando era in bilocazione, a sostenere la visione di scene strazianti, a fare operazioni sconvolgenti e consolare moribondi che erano stati sfigurati e mutilati dalle bombe.
Spesso ha sfamato dei bimbi che erano protetti dai corpi senza vita delle mamme, ha asciugato le ferite di anziani che avevano assistito alla distruzione di quanto avevano di più caro e calmato gli animi di adulti e giovani divorati dall’odio e dallo spirito di vendetta.
A chi accusa Dio di permettere tante atrocità, ingiustizie e cattiverie sulla Terra, rispondiamo che il Signore si serve di diverse persone, particolarmente e intensamente unite alla passione di Gesù, per portare sollievo, aiuto e conforto dove i moderni e sofisticati mezzi umani non riescono ad arrivare.
Coloro che noi pensiamo essere dimenticati da Dio, sono invece assistiti in modo particolare.
Ciò che la Madonna e Marisa hanno fatto nel Kosovo, hanno anche compiuto in Jugoslavia, in Africa, in Asia e in tutti quei paesi che hanno visto gli uomini scagliarsi come fiere gli uni contro gli altri.
Gesù ha preso di nuovo le difese di Don Claudio e ha riconosciuto il suo ruolo di capo e di guida: "Il sacerdote deve avere il primo posto, perché è lui che viene condannato, deriso, abbandonato" (Lettera di Dio del 1-IV-1999).
Il 1999, scorrendo lentamente, faticosamente e dolorosamente, non lasciava intravedere ancora il trionfo della verità e il nostro trionfo.
Gesù è intervenuto e ci ha fatto comprendere che "Dio non dimentica ciò che ha detto, ma gli uomini lo hanno costretto a rimandare i suoi piani".
Era la prima volta che veniva annunciato che i piani di Dio erano rimandati "per il pericolo dello scoppio della terza guerra mondiale".
Anche se abbiamo fatto fatica ad accettarla, ci siamo impegnati a rispettare la volontà del Signore.
Allora pensavamo che Dio avrebbe rimandato i suoi piani di qualche mese, in seguito avremmo saputo che il 1999 sarebbe finito, senza che avvenisse nulla, per motivi ancora più gravi di quelli causati dalla guerra: perché gli uomini non si convertivano.
Riconosciamo che la Madonna nel frattempo ci ha fatto crescere e ci ha preparato ad abbandonarci completamente a Dio, rinunciando a giudicare i fatti con la logica umana, ma solo alla luce della divina volontà.
In occasione dell’avvicinarsi delle feste pasquali la Madonna ci ha invitato a pregare per quelle persone "Che attendono la santa Pasqua solo per divertirsi, per mangiare e non pensano a pregare per la situazione così difficile che si è creata su questo pianeta Terra" (Lettera di Dio del 2-IV-1999).
Purtroppo è vero che per molti la Pasqua ha perso significato e valori religiosi ed è diventata una festa pagana vissuta in viaggi nei luoghi più esclusivi, nelle spese più pazze per far bella figura ed immergersi in divertimenti che spesso sono occasioni per commettere peccati.
La Madonna si è rivolta con richiami materni "a coloro che spendono soldi per andare fuori dall’italia, quando io appaio in Italia, a Roma. Qui è apparso Gesù, qui è iniziato il trionfo dell’Eucaristia e ci sono stati tanti e tanti miracoli eucaristici, ma le persone vanno dove c’è tanta gente. Se avete soldi da spendere, dateli ai poveri e ai profughi, non andate in giro per il mondo correndo da un luogo all’altro dove io non vado più, dove non appaio più. Sono apparsa e continuo ad apparire a Roma, per Roma e per l’italia, ma qui sono venuti più gruppi stranieri che italiani" (Lettera di Dio del 4-V-1999).
Il giorno di Pasqua è stato appoggiato all’altare un quadro e durante l’apparizione la Madonna ha detto: "Questo quadro riproduce il sogno che ha fatto Marisella. Dio ha voluto che vedesse l’Eucaristia al centro, da una parte il grande Paolo VI e dall’altra io; mancano due personaggi che il sacerdote non ha voluto far dipingere e Dio per questa volta l’ha accontentato. Sappiate che questo sogno è profetico" (Lettera di Dio del 4-V-1999).
Abbiamo motivo di pensare che i due personaggi che mancano nel quadro siano Don Claudio e Marisa; del resto la loro missione più grande è: far conoscere e amare l’Eucaristia.
Ancora recentemente si è sentito dire che la Madonna appariva in molti posti, ma questo non era vero; perché le apparizioni o erano false o erano cessate da tempo e i veggenti facevano credere che continuavano. La Madre dell’Eucaristia ha detto: "Miei cari figli, dove appaio, anche se poche volte, parlo come faccio con voi; qui mi dilungo e spiego di più, come una mamma al suo bambino, cerco di farvi capire le cose fino in fondo. In tutto il mondo, quelle rare volte che appaio, dico di pregare per il trionfo della verità" (Lettera di Dio del 8-IV-1999).
Poiché la situazione di Don Claudio diventava sempre più critica, Marisa ha detto alla Madonna: "Hanno formato una grande catena di ferro per distruggere il nostro sacerdote, ma tu non lo permetterai. È vero?". E poi ha aggiunto: "Noi trascineremo queste povere e misere carni senza che dalla bocca esca un’amara parola di rivolta".
Dobbiamo aggiungere che Don Claudio ha cercato in ogni modo di infondere coraggio in tutti noi con tale foga ed entusiasmo da far esclamare alla Madonna: "Questo è il vero Don Claudio!".
La Mamma Celeste ha sempre seguito i suoi due figliolini e si è preoccupata anche della loro salute fisica.
Un episodio è illuminante. Un giorno, mentre Don Claudio stava lavorando nel suo studio, Marisa gli ha telefonato per dirgli: "La Madonna mi ha detto che sei molto stanco e che devi riposarti".
Ci domandavamo come mai l’affluenza delle persone che partecipavano alla celebrazione della santa Messa, agli incontri biblici e agli incontri di preghiera era diminuita e Gesù ce ne ha spiegato i motivi: "Purtroppo alcuni che hanno veduto Gesù Eucaristia sanguinare hanno tradito. Quante persone si sono ritirate ed hanno negato di aver visto i miracoli eucaristici, pur di far piacere ai loro parroci, ai loro vescovi e ai cardinali! Sono tornati indietro perfino sacerdoti, suore e laici venuti nel luogo taumaturgico" (Lettera di Dio del 11-IV-1999).
Gesù ha parlato della sofferenza di Marisa "che la porterà alla tomba" e di quella di Don Claudio "che è spaccato in due: ubbidire a Dio o alla autorità ecclesiastica".
Don Claudio, Marisa e i giovani, è ormai diventata una tradizione, sono partiti per l’abruzzo per trascorrere insieme alcuni giorni di riposo. Il 25 aprile alle ore 18:00, mentre il sacerdote, la veggente e i giovani stavano insieme allegramente e cantavano e scherzavano, senza alcun preavviso è apparsa la Madonna e ha portato una lettera di Dio, molto importante e molto lunga.
Il contenuto della lettera è in buon parte noto solo ai giovani; ciò che pubblichiamo ora è l’annuncio della consacrazione episcopale di Don Claudio.
"Dio può fare tutto, qualsiasi cosa, anche in questo momento può consacrare vescovo il vostro sacerdote, ma non è ancora il momento; aspettiamo la fine della guerra. Se gli uomini che tu, Marisella, conosci non cambieranno, Dio ha già detto a me che ordinerà il sacerdote vescovo e Don Claudio potrà fare tutto ciò che è compito di un vescovo. Non vi nascondo che arriveranno per voi momenti molto duri per smascherare gli uomini che non sono a posto, che non sono in grazia, ma da questo sofferto lavoro nascerà la nuova Chiesa, il nuovo Papa, il cambiamento di tutto. Il vostro sacerdote è stato condannato, come sono stati condannati tanti innocenti, perché gli uomini della Chiesa hanno il potere in mano. Non aspettatevi che Dio violenti la loro libertà, no, ma quando un domani verranno smascherati per loro saranno momenti tristi e per voi duri. Io non posso fare nulla; Dio ha chiesto a voi due di combattere questa battaglia che vi può portare alla morte, ma tu, mio caro sacerdote prediletto, non ti preoccupare, la morte non avverrà presto, ma molto lontano" (Lettera di Dio del 25-IV-1999).
l’annuncio che Dio in persona avrebbe ordinato vescovo il nostro sacerdote ha letteralmente scioccato l’interessato e i giovani. Terminata l’apparizione, Don Claudio aveva il volto infiammato e sudato per l’emozione; se gli avessero misurato allora la pressione, certamente l’avrebbero trovata di gran lunga superiore ai valori normali.
Il sacerdote, la veggente e i giovani si sono guardati negli occhi ed hanno trovato reciprocamente in essi gioia mista a sofferenza. La gioia nasceva dalla consapevolezza che dopo l’ordinazione episcopale degli apostoli fatta da Gesù, questa era la prima volta che Dio interveniva per consacrare vescovo un sacerdote; e la sofferenza era suscitata dalla certezza che gli uomini della Chiesa avrebbero condannato, ironizzato e calunniato questo grande ed unico intervento di Dio nella storia della Chiesa.
I giovani si sono poi rivolti a Don Claudio per avere una spiegazione esauriente di quanto aveva detto la Madre dell’Eucaristia. Il nostro sacerdote essendosi reso conto che nel cuore dei giovani erano presenti confusione e incomprensione ha deciso di far conoscere loro, anche se parzialmente, quanto Gesù e la Madre dell’Eucaristia avevano detto loro nel passato. Don Claudio ha raccontato: "Il 26 luglio 1998 in Sardegna, mentre stavamo pregando immersi nel mare, e distanti dalla riva, è apparso improvvisamente Gesù che ha parlato a me e a Marisa della critica situazione della Chiesa e ci ha permesso di rivolgergli molte domande. Ci ha detto che molti ecclesiastici non credevano nella Sua presenza reale nell’Eucaristia e che lavoravano per allontanare da essa i fedeli; ma questo Dio non lo avrebbe permesso, perché l’Eucaristia fa la Chiesa. Ci ha parlato della nostra grande missione: far conoscere ed amare l’Eucaristia, si è soffermato a raccontarci il nostro passato e il nostro presente, così pieni di sofferenza di ogni tipo, ma anche di grande amore, fede e abbandono alla divina volontà. Ha detto anche del nostro futuro. A Marisa ha preannunciato: "Dovrai soffrire ancora molto per far rinascere la Chiesa e per la conversione di tanti sacerdoti. Sarai unita alla mia passione ed insieme salveremo tante anime. Mia Madre è stata vittima ed Io sacerdote e vittima, tu sei la vittima e Don Claudio è il sacerdote, uniti sarete sacerdote e vittima, graditi a Dio. Quando arriverà il momento verremo Io e la Mamma Celeste a prenderti, per condurti in Paradiso dove sarai finalmente felice per tutta l’eternità".
Poi rivolto a me ha proseguito: "Caro Don Claudio, tu sarai l’apostolo, il profeta, il vescovo, il condottiero della nuova Chiesa". Ha parlato anche di "altre cose" e ha aggiunto altri annunci profetici circa il mio futuro, ma di tutto questo per il momento non posso rivelare nulla. Voglio aggiungere che quando Gesù ha pronunciato "Tu sarai il vescovo della nuova Chiesa" io ho pensato che la mia elezione e consacrazione episcopale avrebbe seguito l’iter normale. Cioè la Congregazione per i Vescovi, dietro segnalazione del mio Ordinario, il Cardinal Vicario, e dopo aver fatto i necessari accertamenti, avrebbe proposto per l’episcopato il mio nome al Papa che avrebbe ratificato e firmato la mia nomina.
Certo ho pensato che finché avrebbero comandato in Vicariato gli attuali detentori del potere, costoro avrebbero impedito che io diventassi vescovo, anche perché per ordine del Signore, manifestato in quella apparizione, io dovevo interrompere i rapporti con il Vicariato, finché l’autorità ecclesiastica di Roma non avesse riconosciuto di aver profanato l’Eucaristia, di avermi sospeso a divinis ingiustamente e non avesse chiesto perdono a noi per aver gravemente mancato alla carità e alla verità. Non ho dubitato che sarei diventato vescovo, ma ho pensato che lo sarei diventato per nomina umana, dopo il pieno trionfo dell’Eucaristia, della verità e del nostro trionfo ed invece devo ricredermi e ripetere ancora: "A Dio nulla è impossibile" (Lc 1,37).
Ora vi chiedo di pregare molto per me, perché abbia la forza e il coraggio di accettare i disegni di Dio, anche se sono molto difficili.
Vi chiedo infine di non parlare a nessuno di quanto oggi ha detto la Madonna, vi vincolo al segreto più assoluto. Quando Dio vorrà, tutto verrà svelato e raccontato".
I giovani hanno ascoltato con viva emozione quanto ha narrato loro Don Claudio e tutti insieme hanno recitato il S. Rosario per il futuro vescovo.
Il segreto è stato mantenuto, finché Gesù e la Madonna non hanno annunciato l’avvenuta ordinazione episcopale del nostro sacerdote.
Per tutto il mese di aprile ci siamo alternati in turni d’adorazione davanti all’Eucaristia che ha sanguinato per ottenere la fine della terribile guerra in Kosovo e in altre parti del mondo.
Iniziato il mese mariano per eccellenza, la Madonna ci ha invitato a recarci nel luogo taumaturgico, secondo le nostre possibilità, a pregare "per la pace, e perché non scoppi la guerra via terra. Pregate per la pace nel mondo. Sarò con voi durante tutto il mese di Maggio come sempre. Non lasciatevi desiderare, non mettete Dio al secondo posto, Dio deve essere sempre al primo posto" (Lettera di Dio del 29-IV-1999).
Il primo giorno del mese di Maggio la Madre dell’Eucaristia si è espressa con autorità per far comprendere a tutti i veggenti che è loro dovere comunicare integralmente i messaggi che ricevono, senza omettere nulla di quanto viene detto loro. Da più parti infatti è stato affermato che alcuni veggenti per evitare situazioni difficili e conflittuali con l’autorità ecclesiastica o perché mal consigliati dai loro sacerdoti non trasmettono il messaggio come è stato ricevuto, ma ne censurano alcuni brani o ne aggiungono altri che non sono stati detti dalla Madonna.
Ha affermato la Madonna: "I messaggi devono essere scritti come io li dico. Va scritto tutto ciò che ho detto loro" (Lettera di Dio del 1-V-1999).
Poiché continuavano a trascorrere i mesi del 1999, senza intravedere il pieno trionfo dell’Eucaristia, la Madre dell’Eucaristia ci ha fatto sapere: "Se non c’è la vera conversione degli uomini, come potete festeggiare il trionfo dell’Eucaristia?".
Il padre della parabola evangelica ha dato ordine di iniziare i festeggiamenti dopo il ritorno del figliol prodigo (Lc 15,22-24), Dio non può intervenire per far esplodere in tutto il mondo il trionfo dell’Eucaristia, se prima tanti figli non si sono convertiti, non sono tornati alla casa del Padre per sedere alla sua mensa.
Nel dirigere le anime a volte il sacerdote deve essere costretto ad essere duro, intransigente per sconfiggere certe resistenze ed invertire pessime abitudini acquisite. Chi ama le anime deve essere capace di essere dolce, ma anche severo come ha detto la Madonna: "A volte si può essere anche burberi, forti per arrivare a correggere il fratello, come ha fatto sempre il santo padre Pio, come fa il vostro sacerdote che quando richiama con forza, con amore soffre; c’è chi comprende, chi si offende, chi è permaloso. Accettate i richiami da tutti".
Nella stessa apparizione la Madre dell’Eucaristia ha fatto conoscere a Marisa Don Dolindo Ruotolo, un sacerdote morto in odore di santità, che a causa dell’autorità ecclesiastica ha sofferto molto, fino al punto di essere sospeso a divinis. Unica colpa di questo sacerdote: scrivere quanto il Signore gli diceva in locuzione interiore. Anche Don Dolindo è stato colpito da accuse ingiuste e da calunnie tremende, e tutto ha accettato con serenità e forza.
Non si ripeterà più, speriamo in avvenire, che l’autorità ecclesiastica faccia volontariamente soffrire coloro che hanno l’unica colpa di essere stati scelti dal Signore per portare avanti una missione a vantaggio della Chiesa. La lettera di Dio si è chiusa con questa promessa: "Io sarò ogni sera qui, per chi vuole, con Gesù, con il mio amato sposo Giuseppe, il mio santo padre Pio e tutti gli angeli e i santi".
Il 2 maggio per la solenne beatificazione di padre Pio, Roma è stata invasa da pellegrini venuti da ogni parte del mondo e centinaia di pullman hanno stretto la città in un assedio paralizzante.
Noi abbiamo deciso di seguire il corso abituale delle nostre domeniche: catechesi di Don Claudio, santo Rosario, possibilità di confessarsi, apparizione della Madonna e celebrazione della santa Messa. Pur avendo un particolare rapporto con padre Pio, Don Claudio e Marisa sono rimasti nel luogo taumaturgico per pregare con tutti coloro che erano venuti.
Alle 10:45 terminato il santo Rosario, abbiamo sentito Marisa esclamare: "Tu sei qui con noi? E a san Pietro chi c’è?" e padre Pio ha risposto: "Dio mi ha mandato qui ed io ho ubbidito. In Paradiso, dove si gode Dio, quando Lui ci comanda di andare da qualche parte noi eseguiamo. Io sono il vostro servo, tu, Marisella, sei la serva di tutti, tu, Don Claudio, mio caro confratello, sei il servo di tutti. Miei cari figli, io non ho voluto tutto quello che gli uomini hanno fatto per me, a loro non posso dire nulla, perché anche le cose di Dio devono essere rispettate, ma io sono qui, in questo angolo di Paradiso, in questo luogo taumaturgico, ed ora, come padre e come fratello, vi dò la mia benedizione e se Dio accetta la mia intercessione, chiedo le grazie per voi".
Poiché nel luogo taumaturgico erano poche le persone presenti, la Madonna ha detto a Marisa: "Coraggio, sii forte, non pensare alla massa di gente. Oh, quante discussioni, quante lotte si fanno e quanti imprecazioni vengono dette, quando si riuniscono molte persone".
Abbiamo saputo che Radio Maria, radio che si definisce cattolica, ha parlato di nuovo male dei miracoli eucaristici che sono avvenuti nel luogo taumaturgico.
Marisa ha espresso alla Madonna il nostro turbamento e la nostra sofferenza: "Le creature continuano a bersagliarci ogni giorno e noi siamo qui, in questo angolo di paradiso, in silenzio e in preghiera. Cosa vuole Dio da noi? Cosa dobbiamo fare?". La risposta della Madre dell’Eucaristia è stata forte e chiara: "Lasciateli parlare, peggio per loro: chi parla male e manca alla carità non godrà mai Dio. Finora vi avevo detto di scrivere e di fare tutto ciò che potevate, senza aspettarvi nulla, ora vi dico: "Non curatevi, lasciate dire, rivolgetevi a Dio e chidetegli l’aiuto per sopportare, per accettare. In fondo anche le grandi radio pensano al solo guadagno; tutti lo vogliono e ricevono il denaro: miliardi e miliardi. Ho ripetuto spesso: "Amate il vostro sacerdote e pregate per lui"; lo dicevo perché non possiede nulla; non ha potere, non ha denaro, né oro né argento, ma ha tanto amore. Lo so, siete uomini e la natura umana si ribella, ma voi guardate mio Figlio Gesù in croce e dite: "Gesù, sei in croce anche per me". Quanto tempo potrà durare questo? E poi cosa avranno in cambio? Lasciate che dicano parole, parole, parole: a volte fanno a gara a chi parla di più mancando alla carità: la Mamma non vuole questo" (Lettera di Dio del 3-V-1999).
Gli adulti e i giovani, a qualunque sesso appartengano, per giustificare il disimpegno religioso affermano: "Dio è per gli anziani e per i bimbi, a noi non serve". La Madonna ha risposto a questo luogo comune: "Oh, questo è grave: Dio è per tutti, non solo per i piccoli e per gli anziani. Dio ha creato tutti a sua immagine e somiglianza, quindi è anche per gli adulti e per i giovani. Mi sono sentita sempre giovane, anche quando ero arrivata ad un’età molto matura per quel tempo; mi sentivo giovane, perché gioivo con Dio, con il mio Tutto. Non è l’età che ci unisce a Dio, ma l’amore vero, santo" (Lettera di Dio del 4-V-1999).
Per far comprendere a tutti l’importanza e grandezza della benedizione sacerdotale, con la quale il ministro di Dio invoca sui fedeli la grazia divina, la Madonna ha chiesto più volte al nostro sacerdote di benedirla. Ed ogni volta che Don Claudio sente la richiesta: "Mio caro sacerdote prediletto, benedici la tua Mamma", prova un’emozione particolare che non riesce a nascondere.
È avvenuto nel passato e avviene ancora oggi che sacerdoti buoni ed onesti che hanno vissuto episodi di abuso di potere ed hanno riscontrato casi palesi di mancanze gravi contro la carità e la verità o sono venuti a conoscenza di fatti scandalosi, di cui si sono resi responsabili superiori e confratelli, invece di fare la correzione fraterna come ha insegnato Gesù (Mt 18,15-18), hanno preferito tacere. La Madonna ha così commentato il loro operato: "Oggi vi chiedo di pregare per i sacerdoti buoni, ma paurosi. Non abbiamo bisogno di loro. I sacerdoti devono essere santi, non paurosi. È tempo di avere coraggio fino in fondo per difendere la Chiesa" (Lettera di Dio del 6-V-1999).
Accogliendo l’invito della Madre dell’Eucaristia abbiamo fatto una veglia di preghiera per la fine della guerra nel Kosovo, durante la quale ci ha detto: "Le vostre preghiere hanno fatto si che ancora non sia iniziata la guerra per via terra".
La pace era compromessa non solo nel Kosovo, ma anche in molte altre parti del mondo: "Guardate il telegiornale, quante scene tristi si vedono, e sono nulla in confronto a quanto i miei occhi e gli occhi della vostra sorella vedono. Il mondo va a rotoli, le guerre continuano, i bambini e le mamme vengono uccise e mangiate. Non hanno nulla. I bimbi non sanno neanche come si chiamano, la paura, lo choc rimarranno in loro per tutta la vita. La colpa è di tutti gli uomini che non sanno comandare. La stessa cosa succede nella Chiesa. Non sanno formare i giovani, si permette loro di fare tutto ciò che vogliono. Quando un giovane si comporta come Gesù vuole, viene criticato; e se un sacerdote si comporta come Gesù desidera viene calunniato e diffamato" (Lettera di Dio del 7-V-1999).
I superiori di seminario sono passati dall’eccessivo rigorismo che caratterizzava la formazione dei seminaristi prima del concilio, ad un lassismo e permissivismo preoccupanti in nome di una mentalità educatrice falsamente moderna. In alcuni seminari si insegna addirittura che l’Eucaristia non è presenza reale di Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, ma il semplice ricordo di un avvenimento distante storicamente da noi.
Non si invitano i seminaristi a fermarsi in adorazione davanti al tabernacolo, dove c’è la presenza reale di Gesù; per di più i tabernacoli vengono spostati in luoghi sempre più emarginati rispetto alla centralità della Chiesa, occupata spesso da altari enormi e vuoti.
In nome di una discutibile teoria psicologica si invitano i seminaristi a proiettarsi sempre più nel mondo e a fare esperienze che potrebbero bruciarli. I sacerdoti nelle loro catechesi di sovente sorvolano il 6° comandamento o si mostrano concilianti e permissivi di fronte alle trasgressioni che lo riguardano.
La devozione alla Madonna è presentata come una pratica superata, in molti seminari non si recita più il santo Rosario. Le apparizione mariane, i miracoli eucaristici e i doni soprannaturali sono presentati come "patologie religiose", "fenomeni da baraccone", " trucchi per ingannare i fedeli" e "residui del Medioevo". Questa educazione, illusoriamente moderna e priva di veri valori, ha prodotto sacerdoti che, non più in grado "di attaccarsi all’Eucaristia", sono incapaci di essere ministri dei sacramenti, annunciatori della Parola e formatori di coscienze.
Ecco le cause per cui molti sacerdoti lasciano il sacerdozio dopo pochi anni, o lo tradiscono: per avere rapporti stabili con donne, dalle quali spesso nascono dei figli, o si macchiano, anche umanamente parlando, di colpe molto gravi: la pedofilia.
A Don Claudio che lo supplicava di mandare molte vocazioni alla sua Chiesa, Gesù ha risposto: "A cosa serve chiamare molti giovani al sacerdozio, se una volta entrati in Seminario vengono rovinati da un’educazione contraria ai miei insegnamenti?".
Satana ha lavorato molto bene nell’interno della Chiesa e se questa non fosse sostenuta da Cristo, sarebbe già crollata.
Don Claudio a volte ha mostrato una certa impazienza per il suo desiderio di vedere quanto prima un’operazione di pulizia all’interno della Chiesa, poi si è frenato perché il Signore gli ha fatto capire "che il nuovo Papa per cambiare tante cose nella Chiesa, deve poter contare sulla collaborazione e l’impegno di molti onesti sacerdoti; ma fino ad oggi costoro sono pochi, per cui bisogna attendere ancora un po’ di tempo per dare possibilità ad altri di convertirsi e di amare l’Eucaristia". Durante tutto l’anno Gesù e la Madonna difatti ci hanno informato sul numero di cardinali, vescovi, sacerdoti convertiti per le nostre sofferenze e preghiere.
Il 7 maggio abbiamo fatto la veglia per ottenere la fine della guerra. Marisa, gravemente ammalata e piena di dolori, non è scesa in cappella.
Il Signore le ha chiesto la rinuncia a partecipare alla veglia, ma le ha dato la consolazione di poter essere presente in bilocazione per alcuni minuti. Don Claudio ha nitidamente avvertito la sua presenza, perché fra i due c’è un accordo: quando Marisa partecipa in bilocazione agli incontri di preghiera o biblici deve dare dei colpetti sulle spalle del sacerdote.
La Madonna "ha ringraziato coloro che hanno fatto la veglia con tanto sacrificio e nonostante il sonno. Solo in questo modo riuscirete a fermare la guerra, questa guerra sanguinosa, brutta, bruttissima" (Lettera di Dio del 8-V-1999).
Il mese di maggio andava avanti giorno dopo giorno, ma le persone non rispondevano all’appello di Dio che le invitava a pregare. "Qui c’è poca gente e nelle parrocchie pochissima dove si prega molto, molto meno. Se gli uomini non riusciranno a fermare la guerra, perché ognuno pensa a se stesso, Dio interverrà; e non sarà bello il Suo intervento" (Lettera di Dio del 9-V-1999).
I nostri giovani sono stati sollecitati dalla Madre dell’Eucaristia a venire a pregare nel luogo taumaturgico perché ha detto: "Con il vostro modo di fare, con il vostro esempio e testimonianza aiutate le persone a capire, a ragionare" (Lettera di Dio del 9-V-1999).
Sempre i giovani hanno scritto una lettera al card. Sodano (allegato n.4), Segretario di Stato di S.S., a difesa di Don Claudio, per invitare l’autorità ecclesiastica "a riesaminare la sua posizione", poiché il Vicariato ha fatto abuso di potere e non ha rispettato né il vangelo né il codice. La Madonna ha detto ai giovani: "È bello ciò che avete scritto, semplice ed umile, e ora sta a loro, ai grandi rispondere con lo stesso amore e semplicità. Benedico con tutto il cuore questo scritto, costato tanto sacrificio; siete corsi uno dall’altro per scrivere ciò che è giusto. Come sempre la Mamma vi dice: "Non aspettatevi nulla. Se costui crede in Dio, nella Madre dell’Eucaristia e nel santo Padre tutto si appianerà, ma se ha paura non succederà nulla" (Lettera di Dio del 10-V-1999).
Infatti non è successo nulla e la congiura del silenzio è continuata. Abbiamo scritto al santo Padre, alla Congregazione per la Dottrina della Fede e a tutti i cardinali, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta.
Come mai nel passato quando si verificavano i miracoli eucaristici il Papa, i cardinali e i vescovi si recavano sul luogo del miracolo ed oggi i membri della gerarchia ecclesiastica, pur informati da noi diverse volte, fanno finta di non sapere e tacciono, quando sarebbe loro dovere verificare, interrogare e decidere?
È possibile che tutti si nascondano dietro ciò che non ha fatto o ha fatto di sbagliato il Vicariato? Perché hanno paura di assumersi le proprie responsabilità? Sono pastori o mercenari?
È facile comprendere di conseguenza ciò che la Madre dell’Eucaristia ha detto, rivolgendosi a Don Claudio e Marisa: "Nessun uomo e nessun santo ha mai avuto la vostra sofferenza, miei cari due figli" (Lettera di Dio del 12-V-1999). Avere contrari o non poter contare sui membri della gerarchia ecclesiastica significa sentire duramente la solitudine ed essere costretti a portare da soli il peso di una grandissima missione: far conoscere ed amare l’Eucaristia, anche quella che ha versato sangue.
In occasione dell’anniversario dell’emissione dei voti di Marisa, la Madre dell’Eucaristia ha detto: "Fate una grande festa. Pregate per tutte le persone che sono consacrate a mio Figlio Gesù, per le sue spose che non rispettano né la loro consacrazione, né i voti" (Lettera di Dio del 12-V-1999).
Il 13 maggio l’intera comunità si è stretta intorno a Marisa per farle gli auguri in occasione dell’anniversario dell’emissione dei suoi voti. Non potevano mancare gli auguri dello sposo divino: "Io, il tuo sposo Gesù, dico a te: "Vieni, vieni, mia eletta, e canta, canta con me". Noi del Paradiso ringraziamo colei che ha detto sempre si, malgrado le sofferenze e le lotte della vita; un si pieno d’amore, accompagnato da una grande croce. Mia eletta, il tuo Gesù ti dice, grazie". Gesù non si è limitato a ringraziare la sua sposa per le sofferenze che sostiene per la Chiesa, ma ha voluto farle un grande regalo e ha annunciato che si erano convertiti 266 sacerdoti, 25 suore e 56 laiche consacrate. "Questo lo debbo a te, mia cara sposa, e alle persone che con te hanno pregato e continuano a pregare. Mio caro sacerdote prediletto: 266 sacerdoti convertiti, non credi che questo sia un grande miracolo?".
Per noi il 13 maggio è stato un giorno di gioia profonda; amiamo molto la Chiesa e abbiamo compreso che era iniziato il suo rinnovamento.
La Madonna tiene in modo particolare al titolo "Madre dell’Eucaristia" che le è stato dato da Gesù: "Il titolo Madre dell’Eucaristia è il più grande e il più bello. Non chiamatemi Signora dell’Eucaristia, Vergine dell’Eucaristia, ma Madre dell’Eucaristia, perché io sono la Mamma di Gesù".
Abbiamo saputo anche noi che alcune persone sostengono di vedere la Madonna (e questo avviene in Italia e fuori Italia) che appare loro come Signora dell’Eucaristia o Vergine dell’Eucaristia.
Non vogliamo entrare nel merito di queste apparizioni per concludere se sono vere o false, non è nostro compito, ma registrare semplicemente il desiderio della Madonna di essere chiamata con il nome che più ama.
Il 17 maggio abbiamo celebrato "il primo anniversario del grande miracolo eucaristico, quando l’Eucaristia ha versato sangue e poi si è ripiegata a forma di conchiglia: voglio che tutte le mie creature siano dentro questa conchiglia".
La Madre dell’Eucaristia ci ha comunicato la lettera di Dio con grande sofferenza: "Gesù sanguina e vede tante sofferenze e continua a chiedermi: "Mamma, sono forse morto invano?" ed Io: "No, Figlio mio, non sei morto invano". Chi parla è il Dio-Uomo".
Parole che hanno particolarmente commosso Don Claudio. Di fronte all’apparente deserto che circonda il suo lavoro, qualche volta si è sentito un fallito e ha mormorato anche lui: "Mio Dio, non serve a nulla tanta sofferenza?"
Riportiamo il dialogo tra Gesù e Marisa per capire cosa si nasconde sotto l’apparente fallimento, visto che il deserto sta rifiorendo in modo meraviglioso e vigoroso.
Gesù - Mia cara sposa, avevo bisogno della tua sofferenza, oggi dieci sacerdoti sono tornati a Me.
Marisa - 266+10. Quanto fa? 276.
Gesù - Non sei contenta? Non siete contenti, miei cari figli, di tutto questo?.
Marisa - Si, ma posso chiederti se si è convertito qualche sacerdote di Roma?.
Gesù - Certo. Anche se non riescono a superare la paura che hanno del cardinale, credono in Me, credono nell’Eucaristia. Grazie, mia sposa diletta, grazie.
Marisa - Oh, come sono felice! Felice di soffrire con te, Gesù, se altri 10 sacerdoti sono tornati.
Ecco questo è il vero amore per la Chiesa e coloro che ci definiscono ribelli a Lei mentono e sanno di mentire.
La sofferenza accettata con amore è sempre fertile, perché produce conversioni. "La sofferenza vi consumerà" dissi tanti anni fa ai miei due figliolini. Oggi altri 11 sacerdoti e un cardinale si sono convertiti per le grandi sofferenze dei miei due figliolini e per le vostre preghiere. Tenete bene i conti, miei cari figli, un domani, quando in loro sparirà la paura, verranno qui. La gioia grande di Gesù è di non sentirsi un fallito, come non sei fallito tu, mio caro sacerdote prediletto, né tu, Marisella" (Lettera di Dio del 8-V-1999).
Il 19 maggio abbiamo avuto dalla Madonna notizie di altre conversioni: "Tre vescovi italiani sono tornati a mio Figlio Gesù e credono nell’Eucaristia. Al momento della consacrazione adorano l’Eucaristia e hanno un profondo raccoglimento. Oh, quale gioia per il mio Cuore e per il cuore di mio Figlio". E ancora: "Le vostre preghiere, il vostro sacrificio e soprattutto la grande sofferenza dell’anima che Dio ha scelto hanno permesso la conversione di altri 3 vescovi, 4 cardinali e 75 religiosi".
La Madre dell’Eucaristia si è soffermata anche sul problema delle comunità religiose che lasciano molto a desiderare: "Molti, tanti superiori non sanno più che fare: se riprendono una religiosa o un religioso per il loro comportamento, può scoppiare una specie di sabotaggio. Se il piccolo deve sempre chinare il capo e dire si, il grande a volte deve far finta di nulla e girare il capo dall’altra parte" (Lettera di Dio del 21-V-1999).
Il 22 maggio, è stata celebrata in piazza san Pietro la solenne veglia di Pentecoste presieduta da Giovanni Paolo II a conclusione della Missione Cittadina. Per l’occasione il Vicariato di Roma ha soppresso tutte le sante Messe vespertine con l’intento di convogliare tutti i sacerdoti e possibilmente molti fedeli in san Pietro. La conseguenza di questa decisione è stata quella di impedire a chi è solito partecipare alla santa Messa il sabato sera di soddisfare il III comandamento e il I precetto generale della Chiesa.
Ciò che è molto triste è che nessuno ha osato dire al cardinal Ruini: "Lei non può abolire la santa Messa prefestiva, perché mette i fedeli nella situazione di non potervi partecipare. Di conseguenza il peccato di aver mancato alla santa Messa ricade su di lei".
La Madre dell’Eucaristia è intervenuta sulla dolorosa situazione che si era creata a Roma. "Il mio Cuore, come quello di mio Figlio Gesù, sanguina. Come è possibile non dire la santa Messa vespertina per venire incontro alle persone che lavorano o che debbono partire e chiamare invece tutti i sacerdoti in san Pietro per la chiusura della missione cittadina? I miei figli prediletti non hanno ancora capito che la santa Messa è più importante. Come possono abbandonare le proprie parrocchie per una cerimonia, e non celebrare la santa Messa per le creature che hanno bisogno di ricevere Gesù? Chi lo ha ordinato ha mancato al III comandamento. La Chiesa ha permesso la Messa vespertina che deve essere celebrata, diversamente non viene rispettato il III comandamento e si commette peccato grave. O no, non ci siamo, non ci siamo affatto, ognuno pensa a fare ciò che vuole. E le anime? Le anime tacciono, hanno paura di mettersi contro il parroco, il vescovo, o il cardinale".
Don Claudio ha fatto sapere che per dare la possibilità a chiunque di poter rispettare il III comandamento avrebbe celebrato la santa Messa vespertina e qualora ce ne fosse stato bisogno avrebbe anche ripetuto per la seconda volta la S. Messa.
In mezzo a tanta indifferenza religiosa e irresponsabilità pastorale la nota gioiosa è stata sapere che altri vescovi si erano convertiti e il quadro delle conversioni si era allargato: 287 sacerdoti, 18 vescovi, 5 cardinali, 75 religiosi, 50 suore e 81 laiche consacrate.
Il 23 maggio abbiamo festeggiato la Pentecoste: la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti nel Cenacolo. Sono venuti anche dei sacerdoti in incognito, alcuni mandati dal Vaticano e altri dal Vicariato per spiare cosa facevamo e dicevamo, e diversi sono venuti per pregare, ma senza farsi riconoscere.
"A Dio non la si fa", questo ha ripetuto molte volte la Madre dell’Eucaristia, ma gli uomini presuntuosi pensano di poter agire liberamente anche contro di Lui.
Dio Spirito Santo prima si è rivolto a Marisa: "Ricevi lo Spirito Santo, figlia mia, abbi la forza e il coraggio di accettare, di sopportare tutto. Hai visto in poco tempo quanti uomini si sono salvati?".
La Terza Persona della SS.ma Trinità ha proseguito dicendo ai presenti: "Io, Dio Spirito Santo, molte volte voglio entrare nel vostro cuore per farvi comprendere cosa è importante per la vita eterna, ma non tutti mi conoscono, non tutti mi ascoltano. Finché non fate silenzio nel vostro cuore non potete ascoltare la mia voce. Siate docili, calmi, rispettosi l’uno dell’altro.
Non siate gelosi e invidiosi, questi vizi vi portano al peccato".
Poi si è verificato un piccolo e simpatico dialogo tra Dio Spirito Santo e Marisa.
Dio Spirito Santo - Potete andare in giro a fare apostolato, come hanno fatto gli apostoli.
Marisa - Essi hanno ricevuto il dono delle lingue, anche Don Claudio lo riceverà?.
Dio Spirito Santo - Quando Dio deciderà, avrai tutto, Don Claudio.
Marisa - Già! Però Don Claudio comincia ad essere avanti con gli anni.
Dio Spirito Santo - Marisella, Marisella.
Marisa - Se queste cose si dicono a un ventenne o un trentenne, questi possono anche attendere, ma quando si dicono a noi due, bisogna fare presto, anzi subito. Tu dici: "Don Claudio, vai, parla tutte le lingue.
È sorprendente la semplicità, la schiettezza con cui Marisa si rivolge a Dio, solo chi vive un profondo, continuo ed intimo rapporto con Dio parla e agisce così nei Suoi riguardi.
La Madre dell’Eucaristia ha voluto ringraziare i nostri giovani "per la festa di ieri, per l’addobbo, e i lavori che avete fatto con tanto sacrificio. Siete veramente bravi, anche se sbruffate e brontolate avete fatto tutto con amore, cercando di far contenti il sacerdote, la vostra sorella e le persone che sono venute ad ammirare il gioiello che avete preparato per noi, per voi, per tutti" (Lettera di Dio del 24-V-1999).
Il 25 Maggio la Madre dell’Eucaristia è intervenuta, speriamo in modo definitivo, su un importante e delicato argomento: il proliferare di messaggi attribuiti a lei. Poiché le vere apparizioni, come ha ripetuto la Madonna, sono rarissime, come si spiega l’abbondante diffusione di messaggi che partono da luoghi ove, dicono, appare la Madonna?
La spiegazione è semplice, ma dolorosa.
Alcune apparizioni sono false e i presunti veggenti coscientemente ingannano gli ingenui pellegrini che accorrono per pregare. Altre apparizioni della Madonna sono state vere, autentiche per un certo periodo di tempo, ma poi sono terminate. I veggenti allora di loro iniziativa o mal consigliati dai sacerdoti, temendo che la fine delle apparizioni comportasse un calo del flusso dei pellegrini, non hanno comunicato che erano terminate, e per far credere invece che continuavano hanno addirittura diffuso messaggi attribuiti alla Madonna, ma elaborati da loro, contenenti spesso anche richieste di impegni finanziari per costruire case per ritiri spirituali, cappelle, radio, orfanatrofi, conventi, iniziative per se stesse buone, ma di origine naturale e non soprannaturale.
La Madonna ha detto nel passato: "Mi hanno attribuito richieste di costruzioni di edifici materiali e di radio che io non ho mai fatto".
Abbiamo deciso di ripetere per intero la lettera di Dio che la Madre dell’Eucaristia ha portato il 25 maggio 1999.
Madonna - Il messaggio che ho dato questa mattina a voi due, miei cari figli, è molto importante, riascoltatelo e vivetelo.
P> Miei cari figli, grazie della vostra presenza. I semplici e gli umili sono in attesa di qualcosa da parte di Dio, mentre i grandi e i potenti non aspettano nulla da parte del Signore, vanno avanti imperterriti per la loro strada, conquistando potere, poltrone e non si preoccupano se Dio è d’accordo, se fanno la Sua volontà. Voi pregate per la pace nel mondo e Dio è contento delle vostre preghiere, ma siete pochi. Se tutti gli uomini del pianeta Terra pregassero l’un per l’altro, per la pace e non corressero al potere, non schiacciassero il piccolo, molte situazioni cambierebbero e non ci sarebbero più guerre. Non sono gli uomini umili e semplici, ma i grandi, (e tra questi non solo quel presidente) a gareggiare ognuno per vincere e accumulare più denaro. Vi domandate: "Perché Gesù e la Madonnina ci invitano a pregare per la pace nel mondo, dal momento che siamo tanto pochi?". Anche uno di voi può ottenerla se agisce con amore, con altruismo, pensando agli altri.
Io sto vivendo la passione insieme a mio Figlio Gesù, alla vostra sorella e al vostro sacerdote. È facile capire perché le persone non vengono qui. Perché non trovano nulla e vanno altrove dove possono primeggiare, guadagnare, avere tutto ciò che vogliono, umanamente parlando; questo fa molto soffrire il Cuore di mio figlio Gesù e il mio.
La Madonna ha concluso dicendo "Questo messaggio l’ho dato solo in altri due posti. Se riferiscono messaggi che non corrispondono a quello di oggi, non sono stati dati da me, non sono miei" (Lettera di Dio del 25-V-1999).
Abbiamo fatto una verifica dei messaggi attribuiti alla Madonna e dati nella stessa data di quello comunicato a noi. Abbiamo individuato i due che riportavano gli stessi contenuti di quello affidato a noi il 25 maggio 1999, e purtroppo abbiamo dovuto constatare con sofferenza che tutti gli altri erano molti diversi; non erano stati dati dalla Madonna o erano rielaborazioni di messaggi dati precedentemente.
Le ultime lettere di Dio del mese di maggio contenevano saggi insegnamenti per prepararci a superare la grande prova. La Madre dell’Eucaristia ha cominciato a suggerirci di accettare con fiducia i cambiamenti dei piani di Dio, perché tanti fratelli e sorelle, pur sollecitati in tutti i modi dal Signore a convertirsi, hanno resistito all’iniziativa divina che li chiamava a radicali cambiamenti di vita.
Ci era stato annunciato più volte che il 1999 sarebbe stato l’anno del pieno trionfo dell’Eucaristia in tutto il mondo, della verità e del nostro trionfo, ma purtroppo le conversioni, pur essendosene realizzate molte, sono state al di sotto di quelle attese da Dio tra i laici e soprattutto tra i membri della gerarchia.
È vero: si erano convertiti sacerdoti, vescovi, cardinali, ma non in numero sufficiente da garantire un reale cambiamento della Chiesa. Dio, così, era stato costretto a rimandare i suoi interventi nel mondo e nella Chiesa.
Questo la Madre dell’Eucaristia ci ha detto più volte, ma ci eravamo attaccati con tutte le forze al 1999 che consideravamo l’anno della nostra resurrezione, tanto da non riuscire a comprendere in tempo quanto Dio ci diceva nelle sue lettere.
Ci siamo trovati nella stessa situazione degli apostoli ai quali Gesù aveva preannunciato: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai grandi sacerdoti e agli scribi. Lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché lo scherniscano, lo flagellino e lo crocifiggano; ma il terzo giorno risorgerà" (Mt 20,17-19) e al momento opportuno si sono completamente dimenticati quanto aveva detto loro il Maestro.
Ripetiamo, le lettere di Dio erano chiare, ma noi non le abbiamo capite, o meglio le abbiamo capite tardi, quando ormai la sofferenza, per la delusione, era entrata nel nostro cuore.
Riportiamo di seguito i brani di queste lettere, perché anche altri non cadano nei nostri stessi errori.
"Vedo che gli uomini non rispondono affatto a ciò che Dio spesso ha comunicato, ma arriverà il tempo duro, atroce, forte. Quanti grandi uomini non cedono, accecati come sono dall’orgoglio e dalla superbia. E Dio cosa dice? Pregate per i grandi uomini della Chiesa e degli Stati di tutto il mondo. La guerra continua e se ne apriranno delle nuove. Cosa deve fare Dio? Il mio Tutto è amore, e con infinita pazienza attende che gli uomini cambino" (Lettera di Dio del 26-V-1999).
"Continuano ad aprirsi altri conflitti, i grandi uomini lavorano per costruire armi potenti per uccidere, per travolgere il mondo intero. E Dio cosa vi chiede? Non una grande sofferenza, ma di pregare. Ho girato per valli e monti, ma è difficile trovare uomini che diano la vita per i fratelli; Gesù l’ha fatto, qualcuno l’ha fatto e lo sta facendo. Voi aspettate il grande giorno, anch’io lo aspetto, ma deve essere solenne, non rattristato dalla morte di tante creature. Gli uomini continuano a morire, a straziarsi, ad uccidersi, a calpestare tutto ciò che Dio ha creato. Non è questa la vera vittoria. Il grande giorno deve essere davvero grande per tutti coloro che credono in Dio Padre, in Dio Figlio, in Dio Spirito Santo.
Sono venuta ogni giorno qui per pregare con voi, anche se qualcuno non se ne è accorto, per dare forza e coraggio. Qualche moribondo è tornato in vita, qualche giovane che meditava il suicidio non si è più ucciso, tanti bimbi in punto di morte si sono salvati. Dio chiede preghiere non per divertimento, ma affinché l’uomo si converta. Voi siete convertiti, ma quando arriverà la grande prova in preparazione al grande giorno sarete ancora fedeli? Si, voi avete ragione di dire: "Dio sapeva della guerra". Certo, ma non può fermare tutto se non provocando la fine del mondo, e questo non mi sembra bello. Ecco perché Gesù mi ha chiesto: "Mamma, sono fallito io?". Volete il fallimento di Gesù, il fallimento di ciò che Dio ha creato? No, Dio può fare ciò che vuole, quando vuole, come vuole, ma rispetta l’uomo che Lui stesso ha creato. E l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio cosa fa? Uccide per il piacere di uccidere, inventa armi potenti, armi nucleari, crea bombe atomiche per spianare e conquistare un’altra nazione, e se muoiono molte creature non ha importanza, l’importante è che i potenti vincano. Voi volete questo?
Miei cari figli, cercate di capire quanto la Mamma vi sta dicendo, so che a volte è molto difficile.
Cosa vuoi che dica personalmente a te, Marisella? Sei martire e vittima d’amore, hai dato tutta la tua vita per gli altri e per questo Dio ti ringrazia.
Marisa - Senti, visto che la guerra, in un modo o nell’altro, non finisce, quando potremo uscire fuori da questa critica situazione? Perché Dio non fa scoppiare tutto? Tu sai che non chiedo per me, non ti ho mai chiesto niente per me, ma per i miei fratelli e le mie sorelle.
Madonna - Vorrei soltanto, miei cari figli, che aveste più fiducia in Dio. Non si lascia ingannare o beffare come pensano i grandi uomini, Lui sa come agire, non sta a voi dargli consigli. A voi la Mamma chiede di pregare. Lasciate a Dio il Suo compito, e non date l’impressione di non avere fiducia nel mio Tutto. Voi pensate che i santi messaggi che Dio ha dato siano soltanto per voi? Non potete immaginare quante persone li conoscono, anche nelle lontane nazioni. Dio aspetta la conversione degli uomini. Infatti dal momento che conoscono i messaggi e il Suo pensiero, perché non si convertono? Perché aspettano sempre il peggio per convertirsi?
Rileggete le beatitudini, lì troverete tutto ciò di cui avete bisogno. Leggete il santo Vangelo, non accontentatevi di meditarlo solo il giovedì, quando il sacerdote lo spiega, leggetelo anche da soli.
Ciò che dico a voi, vale per tutti gli uomini. Molti sanno, conoscono ciò che avviene qui, da Roma al Giappone, all’africa, all’albania, alla Jugoslavia e in tante altre parti. Ecco, dal momento che tutti ne sono a conoscenza e il messaggio che io ho dato è stato consegnato a tutti i presidenti del mondo con sollecitudine, sanno anche benissimo chi è Dio e cosa vuole Dio. E voi vi preoccupate del tempo? Perché aspettare? Si, aspettare a volte fa soffrire, ma mettetevi al posto di Dio che cerca in ogni modo di aiutare i Suoi figli; se poi non rispondono, Lui deciderà cosa fare. Ma chi siete voi, uomini della Terra, per fare fretta e dare giudizi? Dio non uccide i suoi figli.
Don Claudio e Marisella, so l’amore grande che avete per il prossimo, per questo abbiate fiducia in Dio. Se non avete fiducia in Lui, in chi la potete riporre? Solo avendo fiducia in Dio, solo ricevendo ogni giorno Gesù Eucaristia avrete la forza e il coraggio per andare avanti, perché l’Eucaristia vi fortifica, vi aiuta a lottare con amore e carità verso il prossimo.
Una domanda: se una mamma avesse 50, 100 figli, non farebbe di tutto, anche morire, pur di salvarli? Dio che è Padre, è Madre, è Tutto cerca in ogni modo, aiutato da me, dagli angeli, dai santi, di salvare i propri figli. Questo vi chiedo: "Aiutate a salvare i figli di Dio. Grazie" (Lettera di Dio del 28-V-1999).
Chi ha ironizzato e continua ad ironizzare sul cambiamento dei piani di Dio o meglio sullo spostamento della data dei suoi interventi, è palesemente in malafede, fa finta di non capire che se il Signore pazienta ancora e va oltre le date che Egli stesso ha indicato a noi ed anche in altre apparizioni come Fatima, Douzulé e Garabandal è perché, come padre, attende la conversione di tanti figli, che purtroppo tardano; gli uomini sono "di dura cervice", hanno chiuso il cuore, ed impediscono a Dio di entrarvi.
Il 29 maggio e il 30 maggio, in occasione della festa della SS.ma Trinità, si sono verificate due teofanie trinitarie. Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, sotto le sembianze di tre Gesù, si sono manifestati a Marisa. Gesù ha detto: "È presente la Trinità, Dio Uno e Trino. Dio Padre, Dio Spirito Santo ed Io, Dio Figlio, siamo venuti in questo luogo taumaturgico. Voglio darvi la pazienza e la gioia per aspettare il trionfo con più fiducia. Avete tanto pregato, miei cari figli, per la pace e per il mondo intero. Io, Gesù, l’unico ed eterno sacerdote, sono qui per supplicarvi di pregare e di amare. Come voi ben sapete Dio non ha bisogno di nulla, ma se manda Me, Suo Figlio, se manda lo Spirito Santo è per farvi comprendere quanto vi ama ed è grande l’amore di Dio, Uno e Trino, per voi tutti" (Lettera di Dio del 29-V-1999).
Marisa ha continuato a vivere quotidianamente la passione; a volte le sofferenze soprannaturali unite ai dolori naturali e ai gravi problemi di salute hanno talmente prostrato la veggente da ridurla in fin di vita e solo l’intervento del Signore le ha impedito di lasciare la Terra per raggiungere il Cielo.
"Hai vissuto la passione, la sudorazione; hai vissuto un momento tragico della tua vita, ed ancora oggi Dio è intervenuto per salvarti" (Lettera di Dio del 29-V-1999).
Quando il fisico di Marisa sta per cedere e non riesce più a sopportare la grande sofferenza, Gesù o la Madonna le portano l’Eucaristia, con la quale si comunica. Come Elia, costretto a fuggire e stremato nel fisico, ha ricuperato la forza e ha attraversato il deserto, rinfrancato nella sua sconfortata stanchezza da un angelo che gli aveva dato una focaccia, così Marisa, pur piccola e debole, è sostenuta dall’Eucaristia per portare avanti "la missione che Dio le ha dato: la rinascita della Chiesa" (Lettera di Dio del 29-V-1999).
Gesù e la Madre dell’Eucaristia hanno sempre seguito i nostri giovani con particolare predilezione. Hanno dato loro suggerimenti e consigli, e non hanno fatto mancare, quando era necessario, le carezze materne, i rimproveri e le correzioni.
"Attenzione, miei cari giovani, questo momento è ancora più duro, satana vuole portarvi fuori strada. Attenzione all’orgoglio, alla superbia. Non vi sentite giusti, arrivati. Avete fatto un cammino molto profondo e Dio è contento. La Madre dell’Eucaristia, tutti gli angeli, i santi e le anime salve che mi circondano gioiscono, perché voi dimostrate fino in fondo, senza esigere ricompensa, l’amore a Dio. Lavorate per dimostrare che agite con disinteresse e tanto amore. Amate le creature come Io vi amo" (Lettera di Dio del 29-V-1999).
l’apostolo Giovanni ha occupato un posto particolare nel cuore di Gesù, era "Il discepolo che Gesù amava" (Gv 13,23), così l’evangelista ha definito se stesso.
Questa predilezione di Gesù verso Giovanni era sollecitata dalla giovane età, dal candore, dal carattere giovanile, dalla natura vivace del discepolo che aveva avuto un primo incontro particolare con Gesù (Gv 1,35-40), ma non era d’impedimento al Maestro per amare di un amore immenso gli altri apostoli.
Don Claudio ha riservato la sua predilezione, le sue cure paterne più sollecite, la sua maggior attenzione ai giovani della comunità, perché tutto questo era richiesto dalla giovane età e dalle future maggiori responsabilità nella Chiesa dei discepolini e dalla loro più intensa partecipazione alle sofferenze del vescovo e della veggente.
Questo atteggiamento più affettuoso, sollecito e paterno di Don Claudio nei riguardi dei giovani ha provocato reazioni negative dettate da invidia e gelosia in alcuni adulti, tali da spingere Gesù e la Madonna ad intervenire. Gesù ha detto con autorità: "Rispettate e amate i miei giovani; sono vostri figli e sono imperfetti come lo siete voi, come lo sono tutti gli uomini della terra; nessuno di voi è perfetto, solo Dio lo è. Se vedete qualcosa che non va, se è grave intervenite, altrimenti perdonate e tacete. Quando mi trovavo in mezzo ai giovani e avevo vent’anni e sentivo i loro discorsi, le loro parole, sembrava che sapessero tutto loro ed Io nulla, ma li ascoltavo, sorridevo e poi, con una battutina sulla spalla dicevo: "Coraggio, fratello, devi camminare ancora tanto". Lo dico anche a voi: "Coraggio, miei cari figli, togliete le piccole imperfezioni, smussate gli angoli, fate si che la perla diventi bella, che il brillante brilli sempre alla luce del sole, cioè alla luce di Dio" (Lettera di Dio del 30-V-1999).
La Madonna ha soggiunto: "Amate i miei giovani, coraggio. Pensate a quelli che vogliono solo divertirsi ed a altre cose! Cosa fanno invece i miei giovani? Il sabato sono presenti per preparare e la domenica per aiutare, mentre, come i loro coetanei, potrebbero andare al mare e ai monti, no, loro sono qui con noi, con voi, soprattutto con il sacerdote. Fanno tutto con amore, con sacrificio, anche se, come ho detto altre volte, qualcuno brontola, ma è giusto, perché come voi sono creature della terra, cioè imperfetti" (Lettera di Dio del 30-V-1999).
Il Signore e la Madonna hanno mostrato di avere tanta e tale fiducia nei giovani, che li hanno più volte informati sulla situazione difficile della Chiesa e di alcuni ecclesiastici per chiedere loro preghiere, sacrifici, digiuni e fioretti.
Il mese di Maggio ha visto un leggero aumento delle persone provenienti da Roma e dall’italia e una consistente affluenza di pellegrini dall’estero: Giappone, India, Brasile, Portogallo, Spagna, U.S.A., Irlanda, Salvador, Svezia, Perù, Svizzera, Romania, Belgio e da altre nazioni di ogni continente.
La campagna di opposizione e di calunnia, guidata dagli uomini del Vicariato, purtroppo sta ottenendo in Italia e soprattutto a Roma risultati consistenti, mentre all’estero, dove la loro influenza è inesistente, la diffusione dei messaggi e la conoscenza dei miracoli eucaristici non incontrano difficoltà. Di sicuro fino ad oggi la Madre dell’Eucaristia è più conosciuta all’estero che in Italia e a Roma. Coloro che si sono opposti alla Madre dell’Eucaristia e ai miracoli eucaristici dovranno rispondere a Dio, alla Chiesa e alla Storia e certamente verranno giudicati e condannati severamente.
Il 31 abbiamo fatto una veglia di preghiera per la chiusura del mese di maggio e l’apertura del mese di giugno. Il Signore ci ha comunicato una bellissima notizia e ci ha fatto un grandissimo dono: i sacerdoti convertiti per le sofferenze e preghiere della nostra comunità hanno raggiunto quota: 350.
Il mese di giugno del 1999 occuperà un posto particolare nella storia della Chiesa.
Dedicato al Cuore di Gesù, è iniziato con il triduo in preparazione alla festa del Corpus Domini, e durante i tre giorni abbiamo intrecciato e formato una composizione floreale spirituale formata da sofferenze, digiuni, fioretti, piccoli sacrifici, preghiere, ore di adorazione eucaristica e partecipazione alla santa Messa.
Abbiamo tanto pregato per la pace e Gesù lo ha apprezzato: "Siete pochi, pochissimi e siete venuti qui a pregare ogni giorno per la pace. Dio ha ascoltato le vostre preghiere, ma i potenti sono duri, a loro interessa solo vincere e guadagnare. Si, la pace potrebbe arrivare anche oggi se i due grandi capi non fossero duri" (Lettera di Dio del 3-VI-1999).
Per ordine della Madonna il 14 febbraio 1999 avevamo inviato a tutti i Capi di Stato del mondo, attraverso le rispettive ambasciate, un messaggio di Dio, che li invitava "a fermare le guerre e ad amare gli uomini". Gesù ci ha comunicato: "I capi del mondo hanno ricevuto il messaggio, ma nessuno gli ha dato credito, o chi l’ha fatto è stato estromesso. Del resto la storia si ripete; anche il vostro sacerdote ha fatto il suo dovere, e per la sua onestà e sincerità è stato emarginato da tutti i confratelli".
Di fronte al male, alla cattiveria e all’ingiustizia che stanno distruggendo i piccoli, i semplici, gli innocenti che a volte si sentono abbandonati da Dio, il Signore non ha mancato di farci pervenire il suo incoraggiamento: "Dio sa quando intervenire, voi non mancate mai di fiducia verso Dio Padre, Dio Spirito Santo, e Me Dio Figlio".
Alcune coppie dei nostri giovani avevano deciso di sposarsi, ma poiché la sospensione a divinis, anche se invalida ed illegittima, inflitta a Don Claudio, impediva al nostro sacerdote di celebrare il matrimonio nelle chiese di Roma, Marisa ha posto a Gesù una domanda precisa: "I nostri giovani devono iniziare il corso di preparazione al matrimonio?".
In un primo momento Gesù ha taciuto alla sua diletta sposa, e questo ci ha meravigliato, ma dopo pochi giorni le è giunta la risposta in modo chiaro ed incoraggiante. "Devono iniziare il corso di preparazione".
Lo sposo divino le ha fatto un regalo. A causa dell’aggravarsi della salute e dei problemi alla gambe, Marisa non riusciva quasi più a camminare; Gesù allora per alcuni giorni le ha tolto il forte dolore agli arti inferiori e le ha permesso di muoversi e spostarsi speditamente.
Abbiamo dato particolare importanza e celebrato in modo solenne il primo venerdì del mese di giugno "rifiutato da molti sacerdoti non soltanto in Italia, ma dappertutto. Sono i laici a lottare per portare avanti il primo venerdì del mese e Dio ha fiducia in loro" (Lettera di Dio del 4-VI-1999).
Gesù si è preoccupato anche della salute di Don Claudio, che da tempo accusava malesseri vari e una forte stanchezza.
"Mio caro sacerdote prediletto, quando sei stanco e ti senti male, riposati. Invece hai lavorato, hai ricevuto persone, hai continuato ad aiutare il prossimo, ed Io ti ringrazio di questo, però ricorda abbiamo bisogno di un Don Claudio che stia bene in salute; altrimenti come farai a portare avanti la grande missione?" (Lettera di Dio 5-VI-1999).
Non sapevamo che il Signore per la festa del Corpus Domini avrebbe compiuto un altro grande miracolo eucaristico, mai avvenuto nella storia della Chiesa.
Il 6 giugno 1999, alle ore 7:30, mentre Don Claudio stava risalendo dal suo studio al piano superiore della casa, lungo le scale ha sentito il caratteristico e dolce profumo che avverte la presenza dell’Eucaristia portata da Gesù o dalla Madonna. Il sacerdote si è recato immediatamente nella cappellina provvisoria che custodiva l’Eucaristia che ha sanguinato il 17 maggio 1998, ma non ha trovato nessuna particolarità. Ha interrogato Marisa per conoscere l’origine del profumo, ma anche lei non gli ha saputo dare alcuna spiegazione.
Don Claudio e Marisa allora hanno fissato più attentamente l’Eucaristia e con stupore hanno visto una scena che rimarrà nella loro mente per tutta la vita. l’ostia che dopo la prima effusione di sangue aveva assunto la forma di conchiglia si era trasformata e aveva assunto la forma di cuore. Il sangue fresco si sovrapponeva al sangue sgorgato il 17 maggio 1998 che si era disseccato. Vistose gocce avevano macchiato il cuscinetto sul quale era collocata l’ostia all’interno di un calice di vetro.
Un altro fatto li ha colpiti: sul corporale sotto il calice di vetro appariva ben visibile una macchia di sangue.
Il sacerdote e Marisa hanno pregato e adorato Gesù Eucaristia continuando a fissare il sangue divino che fuorusciva formando un piccolo rigagnolo alla confluenza della parte trasversale e orizzontale dell’ostia.
Immediatamente dopo Don Claudio ha telefonato ai giovani e ad alcuni adulti, perché venissero subito per constatare ed essere testimoni dell’evento eucaristico straordinario, nonché eseguire subito la ripresa televisiva e molte foto per avere una documentazione dettagliata.
Alle ore 10:00, preceduto da tutti i giovani, Don Claudio ha portato l’Eucaristia che aveva versato sangue in cappella, dove si erano raccolte molte persone. Ha raccontato ai presenti il miracolo; tutti hanno adorato, pregato e cantato. Il sacerdote, commosso e felice, ha portato solennemente in processione l’Eucaristia, dalla quale per ben due volte era sgorgato il sangue.
La processione era aperta da Marisa che portava la croce sulle spalle come le aveva ordinato Gesù.
Lei, che può fare solo pochi passi con l’aiuto delle stampelle, camminava speditamente, sostenuta dalla potenza di Dio.
Terminata la processione, Gesù ha comunicato la lettera di Dio che, a causa della sua particolare importanza, riportiamo integralmente.
Marisa - Sì, ci hai dato una grande gioia, Signore, ma ora cosa dobbiamo fare?
Gesù - Ciò che avete fatto, miei cari figli. Questa notte il mio Cuore è esploso, il mio sangue ha zampillato ed è passato attraverso il calice di vetro, come quando l’Eucaristia fuoruscita dal crocifisso è passata attraverso la teca messa a protezione. Il mio sangue ha zampillato di gioia, di amore, di sofferenza. Questo grande nuovo miracolo è avvenuto per dimostrare agli uomini che il mio Cuore scoppia ogni momento: quando ci sono anime che amano e soffrono, quando ci sono uomini che non credono. Questo grande miracolo nel miracolo del miracolo è un dono per voi. Voi datene testimonianza, gridatelo; non abbiate paura di ciò che l’uomo può dire o fare. Il mio Cuore è scoppiato di amore e avete notato questo soltanto alle 7:30, ma dalla mezzanotte il mio Cuore sanguinava, specialmente per i miei cari figli prediletti. Sanguina per loro, gioisce per voi che state facendo molto per ottenere la pace, per amare il prossimo. Non fate toccare l’Eucaristia che ha sanguinato a nessuno, neanche ai collaboratori del grande capo della Chiesa, ma soltanto a lui in persona; purtroppo questo non avverrà. Qualcuno ha avuto paura. Perché, miei cari figli? Il mio Cuore ama, il mio amore è grande, vi amo tutti e nessuno di voi può amare come Me Gesù.
Marisella, hai fatto anche troppo, hai portato la croce, hai sofferto la passione e la sudorazione, ora, ti prego, siedi!
Marisa - Sì, devo essere sincera, sono un pochino stanca.
Gesù - Non tutti avete compreso questo "miracolo nel miracolo del miracolo". Gli uomini della Chiesa continueranno a sorridere, a prendervi in giro, a dire che siete pazzi, ma Io sono il primo pazzo, come hanno detto quando camminavo lungo le vie di Gerusalemme: "Quello è pazzo, è indemoniato!". Miei cari figli, se Io sono un indemoniato, un pazzo, voi lo siete come me. Ringraziate allora Dio di essere pazzi come il vostro Gesù.
Il mio Cuore è esploso e sono usciti sangue ed acqua da quell’ostia che aveva già sanguinato il 17 maggio 1998, più di un anno fa; da allora sono qui, con voi. Dio Padre ama molto questo luogo taumaturgico, e ama voi. Qui siamo presenti Dio Padre, Dio Spirito Santo, ed Io, Dio Figlio; sono presenti la Madre dell’Eucaristia, gli angeli, i santi e le anime salve; tutto il Paradiso è racchiuso in questo luogo taumaturgico, mio piccolo gregge. Il mio Cuore è esploso d’amore per voi e di sofferenza per gli uomini che ancora non sanno amare. Questo miracolo così grande deve farvi cambiare, miei cari figli. Via, e mi ripeto ancora, la permalosità, la gelosia, il pensare male degli altri, il vedere il male negli altri, no; in voi questo non deve esistere. Il mio Cuore è esploso per voi, perché Io sono il vostro grande amore.
Siete davanti a Gesù Eucaristia che da mezzanotte sanguina; e qualcuno mi ha fatto compagnia. Desidero ora che partecipiate alla santa Messa con tanto amore, fate esplodere il vostro cuore d’amore, ma non al punto di sanguinare, no, Gesù non vi chiede questo, però il vostro cuore deve essere mio, soltanto mio. Auguri a tutti.
Questa notte, Marisella, mentre versavi sangue, Io ho asciugato le tue lacrime e il tuo sangue. Tu mi hai soltanto guardato, ti sei emozionata, hai pregato, ad un certo punto non sapevi più che fare ed Io ti ho detto: "Figlia mia, è tempo che tu riesca a dormire un pochino".
Miei cari figli, fate sì che il vostro cuore esploda di amore per gli uomini che non mi amano, che non amano Gesù Eucaristia, la Madre dell’Eucaristia e per coloro che Dio ha chiamato per testimoniare.
Insieme al mio caro sacerdote prediletto benedico voi, i vostri cari, i vostri oggetti sacri.
Madonna - Io, la vostra mamma, vi porto tutti stretti al mio Cuore e vi copro con il mio manto materno. Non posso parlare di più, perché c’è Gesù Eucaristia.
Buona santa Messa. Partecipate con tutto il cuore alla santa Messa.
Sia lodato Gesù Cristo.
È doloroso per noi tornare a parlare di situazioni che fanno soffrire, ma il rispetto per la verità ce lo impone.
Anche l’ultimo miracolo eucaristico non ha riscosso attenzione, interesse e rispetto da parte dei sacerdoti, ma un rifiuto netto e categorico, coperto dalla giustificazione che "bisogna obbedire agli ordini dei superiori". Alcuni sacerdoti di Roma sono arrivati ad affermare che "poiché i superiori hanno ordinato di buttare l’Eucaristia che ha sanguinato, Don Claudio doveva buttarla; davanti a Dio la responsabilità sarebbe stata loro".
Certe giustificazioni per mascherare la paura dei superiori e il timore di perdere la parrocchia o l’ufficio sono immorali, e coloro che l’hanno pronunciate hanno commesso peccato mortale.
Nessuna autorità può imporre per obbedienza a un suddito di commettere peccati veniali né tantomeno mortali. San Massimiliano Maria Kolbe ha scritto: "È vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia. L’unica eccezione si verifica quando il superiore comanda qualcosa che chiaramente, anche in cosa minima, va contro la legge divina. In questo caso egli non è più interprete della volontà di Dio" (Scritti di Massimiliano Maria Kolbe. Vol I, Firenze 1975).
Gesù ha fatto sentire la sua voce: "Quanti sacerdoti continuano a dire falsità e calunnie. Quanto male hanno fatto e fanno intorno a Gesù Eucaristia. Le radio cattoliche diffamano questo luogo, i sacerdoti, i vescovi e i cardinali lo criticano, tutti ne sparlano, ma Io sono qui, Gesù è esploso qui e ha riversato il suo grande amore su tutti voi" (Lettera di Dio del 10-VI-1999).
Mai come in quei giorni abbiamo visto Don Claudio e Marisa sofferenti, prostrati e amareggiati. Abbiamo cercato in tutti i modi di far conoscere l’ultimo grande miracolo eucaristico. Abbiamo inviato un comunicato all’a.N.S.A., a diverse reti televisive e a molti giornali per fax o posta elettronica, ma nessuno ha dato neanche un piccolo accenno di quanto era avvenuto nel luogo taumaturgico.
La Madre dell’Eucaristia ha spiegato anche perché intorno al miracolo è stata creata diffidenza, ostilità e avversione: "La massoneria ha lavorato bene, come i grandi uomini della Chiesa, cercando sempre più di stringere un cerchio di ferro intorno al collo dei miei figli e, umanamente parlando, ci sono riusciti. Guardate il sacerdote. È solo, non ha più forza, sta a noi dargliela e a voi aiutarlo. I miei due figliolini continuano a versare lacrime ed io, la Mamma, verso lacrime con loro".
Marisa non riusciva più a sopportare che si parlasse male di Don Claudio. Era talmente amareggiata e delusa che voleva ritirarsi e chiudere tutto, perché ingenuamente pensava che il Vicariato avrebbe cessato di perseguitare Don Claudio, e gli avrebbe restituito tutte le facoltà.
Piangendo Marisa ha comunicato questa sua decisione ai membri della comunità durante un incontro di preghiera. La comunità è rimasta scioccata e non ha saputo far altro se non unire le proprie lacrime alle sue. Anche in questa dolorosa circostanza la Madre dell’Eucaristia è intervenuta: "La vostra sorella vuole chiudere, lasciarvi e dire: "Se avete capito l’importanza dell’apparizione eucaristica, venite senza aver bisogno di me e delle apparizioni della Madonna. Io non sono nulla, ho fatto tutto ciò che dovevo fare, per tanti anni ho accettato ogni sofferenza!". So, miei cari due figliolini, che avete dato tutto a Dio, alla Chiesa, agli uomini, avete vissuto anni e anni di sacrifici, di sofferenza e giustamente Marisella ha detto: ‘A noi le gioie sono proibite? Dobbiamo sempre e solo soffrire?’. Cari figli, Padre Pio ha sofferto, ma non così tanto come il sacerdote e la vostra sorella, perché aveva vicino tanti confratelli e persone che gli volevano bene. San Francesco ha sofferto molto, ma aveva i suoi frati con lui. Il vostro sacerdote non ha a Roma un amico sacerdote. Solo sacerdoti stranieri gli telefonano e quando capitano a Roma vengono a trovarlo. Gli è amico qualche sacerdote dell’italia del Nord... (Lettera di Dio del 10-VI-1999).
Don Claudio ha scritto a tutti i cardinali del mondo, a centinaia di vescovi, a moltissimi superiori generali, alla Congregazione della Fede, alla Congregazione del Clero e ad altri organi della S. Sede per illustrare la difficile situazione in cui si trovava: essere condannato ingiustamente, illecitamente dal Vicariato per aver difeso, custodito e adorato l’Eucaristia, compresa quella che aveva sanguinato (allegato n.5). Ma nessuno dei 1300 destinatari delle lettere scritte da Don Claudio ha espresso una sola parola di conforto e di apprezzamento a chi, a costo della vita, aveva difeso l’Eucaristia.
Don Claudio infine ha scritto al Santo Padre, sperando in un suo intervento d’autorità a difesa di un innocente, la cui unica colpa è: difendere l’Eucaristia. Ma purtroppo, ha detto la Madonna "La lettera scritta al Santo Padre per chiedere aiuto è stata inviata al Vicariato senza essere letta. Miei cari figli, pregate perché il Santo Padre comprenda che un figlio sta morendo per la Chiesa. Fate sì che il Santo Padre non faccia morire il vostro sacerdote umile e semplice, solo perché non ha appoggi. Il Vaticano, il Vicariato, le radio cattoliche sono contro il luogo taumaturgico. Il sacerdote viene condannato, criticato, calunniato e diffamato da cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e laici impegnati" (Lettera di Dio del 11-VI-1999).
Il Signore però se chiede la sofferenza, dona anche la gioia. Bevuto il calice amaro, abbiamo gustato quello dolce, perché la Madonna ci ha fatto sapere che: "La pace non è dipesa dal fatto che il Santo Padre ha parlato e hanno parlato i politici e i grandi uomini; no, si è realizzata soprattutto per merito vostro. Ditelo pure, gridatelo a tutti" (Lettera di Dio del 10-VI-1999).
La nostra comunità ha pregato, sofferto, digiunato molto per ottenere la cessazione della guerra in Kosovo, e Dio ha accolto finalmente la richiesta di pace fatta da piccole e umili creature. Comunque la gioia per aver ottenuto la fine della guerra non è riuscita a cancellare la tremenda delusione che Don Claudio e Marisa sentivano nel loro cuore: loro avevano fallito e i nemici avevano vinto.
Gesù ha confidato di aver provato la stessa sensazione del sacerdote e della veggente: "Anch’Io ho chiesto alla mia Mamma: ‘Madre mia, ho fallito?’. I miei due cari figliolini hanno chiesto alla loro Mamma: ‘Abbiamo fallito? Dove? Quando? Perché? Abbiamo sempre ubbidito a Dio e all’autorità ecclesiastica’" (Lettera di Dio del 11-VI-1999).
Ormai il tempo trascorreva e non si vedevano sul piano umano soluzioni positive per Don Claudio e la nostra comunità. Una coppia dei nostri giovani, Selenia ed Angelo, avendo raggiunto la certezza che era inutile procrastinare la data del loro matrimonio, ha deciso, dopo aver pregato e riflettuto di sposarsi ad ottobre nel luogo taumaturgico ed hanno chiesto il parere alla Madonna che ha risposto: "Noi siamo d’accordo. Questo vuol dire che avete fiducia in Dio, miei cari figli. La Mamma attendeva con ansia che voi manifestaste la vostra piena fiducia in Lui. Dio vi ha mai deluso? È bello anche il mese scelto per la cerimonia. Avrete gioie, ma anche incomprensioni, ci saranno persone che non accetteranno il vostro matrimonio, ma a voi interessa arrivare al traguardo ed avere il vostro sacerdote". Per arrivare al traguardo bisognava superare un grande ostacolo giuridico. Un semplice sacerdote, che non ha potere di giurisdizione, può celebrare legittimamente e lecitamente un matrimonio senza l’autorizzazione del parroco o del vescovo? Eravamo di nuovo di fronte ad una situazione conflittuale. Dio autorizzava la celebrazione del matrimonio e l’autorità ecclesiastica si opponeva. Don Claudio non temeva le conseguenze negative che potevano derivargli dalla celebrazione del matrimonio, ma era preoccupato per la situazione non chiara del matrimonio nella quale si sarebbero trovati i due giovani. Comunque, come era avvenuto per altre difficili situazioni, la conclusione del sacerdote è stata: "Ci penserà Dio". Don Claudio non sapeva che Dio aveva deciso di intervenire entro breve tempo per ordinarlo vescovo, come gli era stato più volte annunciato, e così avrebbe avuto la necessaria autorità, conferita direttamente dal Signore, per celebrare tutti i sacramenti.
L’ultimo grande miracolo eucaristico non ha spinto i sacerdoti e le suore a venire nel luogo taumaturgico, come era volontà di Dio: "I sacerdoti non vengono perché hanno paura del cardinale o, se vengono, si nascondono, si camuffano. Anche nel passato hanno avuto paura di farsi vedere come sacerdoti e come suore e sono venuti nascondendosi, come è successo il 26 novembre 1996, quando, coperti da sciarpe rosse, hanno nascosto il volto per non farsi riconoscere. Io sono Gesù, non satana, Io sono il vostro Gesù morto non per un solo sacerdote, ma per tutti i sacerdoti e per tutti gli uomini... " (Lettera di Dio del 13-VI-1999).
Gesù e la Madonna hanno parlato di alcune colpe e responsabilità dei capi della Chiesa: vogliono abolire il terzo e il sesto comandamento, ridurre la santa Messa a semplice rito di commemorazione della morte del Cristo, non credono nella presenza reale di Gesù Eucaristia, nella verginità della Madonna, nell’infallibilità del Papa, sono favorevoli all’abolizione dei primi venerdì e dei primi sabati del mese, sono contrari aprioristicamente alle apparizioni della Madonna e ai miracoli eucaristici, partecipano a messe nere e profanano l’Eucaristia, abusano del potere per interessi personali e si preoccupano solo di accumulare cariche e denaro.
Il 13 giugno durante la celebrazione della santa Messa è avvenuto un fatto del quale, per prudenza, ora non possiamo parlare, ci limitiamo a dire che se non ci fosse stato l’intervento di Dio avrebbe avuto pesanti conseguenze per Don Claudio.
Poiché ad ogni nuovo miracolo eucaristico aumentava la persecuzione da parte del Vicariato e si moltiplicavano le calunnie e le diffamazioni contro di noi fino a provocarci una pericolosa prostrazione fisica e una preoccupante situazione morale e psicologica, abbiamo pensato di rivolgerci per l’ultima volta al Papa per invitarlo ad intervenire per difendere l’Eucaristia che ha sanguinato e per evitare che scoppiasse a Roma uno scandalo che avrebbe avuto gravi ripercussioni su tutta la Chiesa (allegato n.6).
Il 17 giugno Gesù sull’intera vicenda ha detto: "So che è stata scritta al Papa a nome della comunità una lettera che poi verrà letta. Chi vuole può firmarla dopo averla ascoltata. La lettera è un documento che rimarrà per il nuovo Pontefice. Anche l’attuale Papa è bersagliato, intorno ha tante e tante persone che non l’amano, alcune delle quali vogliono condannarlo; per ora lo tengono in piedi. Il Vicariato ha contattato tutti i direttori dei giornali e li ha convinti a non scrivere nulla di quanto avviene nel luogo taumaturgico. Il Vicariato è una potenza, può comprare con il denaro tutto ciò che vuole. Don Claudio, sii forte, stringi ancora i denti, anche se la catena ti sta stringendo il collo.
Miei cari figli, non stancatevi mai di pregare, non date la vittoria a satana e a coloro che gli appartengono. Riportate voi la vittoria con Me e la Madre dell’Eucaristia" (Lettera di Dio del 17-VI-1999).
Il 18 giugno abbiamo fatto la veglia di preghiera; alcuni l’hanno continuata per tutta la notte fino alle ore 7 del mattino seguente. l’intenzione era stata suggerita da Gesù: pregare, affinché il santo Padre faccia la volontà di Dio.
Gesù è apparso durante la veglia e ha dato un breve, ma significativo messaggio, teologicamente molto elevato: "Io ho fatto solo ciò che avrebbero fatto Dio Padre e Dio Spirito Santo; la Trinità ha mandato Me ed Io sono stato flagellato, incoronato di spine e sono morto sulla croce per tutti gli uomini, anche per coloro che mi disprezzano, mi odiano e vorrebbero gettarmi via". Nonostante la nostra debolezza, Gesù ci ha voluto unire alla sua passione: "Ho letto nei vostri cuori anche lo scoraggiamento, l’abbattimento, la stanchezza di un anno così duro e forte. Si, siete stati perseguitati come me. Non avete subito la flagellazione fisica, ma quella morale".
La fine dell’anno sociale 1998-1999 ci vedeva particolarmente provati, anche se il peso maggiore della croce era stato sostenuto da Don Claudio e Marisa.
Ci preparavamo ad archiviare l’anno più duro e sofferto, a buttarci dietro le spalle giorni carichi di sofferenze di ogni genere, a dimenticare le ricorrenti tentazioni di abbandonare tutto, e non immaginavamo nemmeno che era giunto il momento di un grande intervento di Dio, unico in tutta la storia della Chiesa: ordinare vescovo Don Claudio.
Il 20 giugno 1999 è una data che sarà scritta a lettere d’oro nella storia del nostro Movimento e nella storia della Chiesa.
La mattina abbiamo celebrato il sesto anniversario dell’annuncio da parte della Madonna "Che Dio aveva deciso che nel luogo taumaturgico le apparizioni sarebbero state aperte a tutti", ma ciò che né i presenti e né Marisa hanno capito in quel momento è stato che "Dio aveva ordinato vescovo Don Claudio".
Solo il nostro sacerdote ha compreso ciò che il Signore aveva compiuto in lui, perché nella sua mente e nel suo cuore erano indelebilmente impresse le parole di Gesù e della Madonna che annunciavano l’intenzione di Dio di ordinarlo vescovo. Don Claudio conosce i disegni che Dio ha su di lui e che riguardano il suo futuro nell’interno della Chiesa, ma di essi non ama parlarne. A noi sono stati rivelati dalla Madonna alcuni frammenti del futuro del nostro vescovo, ma sappiamo che lui gradisce da parte nostra un rigoroso silenzio.
La Madonna ha predetto il 20 giugno che uno dei primi compiti del nuovo Papa sarà cambiare alcuni canoni dell’attuale C.I.C. "Dio non vuole che venga proibita la celebrazione della santa Messa a nessun sacerdote, a meno che abbia commesso un peccato molto grave. Tutti i sacerdoti debbono dire la santa Messa ogni giorno, anche se sono soli e non ci sono fedeli. I pastori della Chiesa devono essere padri, non possono dare da mangiare uno scorpione a colui che chiede aiuto ed ha fame".
La Madonna, dietro richiesta di Marisa, aveva comunicato che "era volontà di Dio che Don Claudio celebrasse le nozze dei giovani della comunità che avevano deciso di sposarsi".
Ma Don Claudio, essendo semplice sacerdote, non aveva la facoltà di celebrare il matrimonio; questa facoltà non gli sarebbe stata mai concessa dal Vicariato.
Nei documenti pontifici, nei decreti conciliari, nei trattati teologici non è stato mai insegnato che Nostro Signore Gesù Cristo, Primo, Sommo, Eterno Sacerdote della Nuova Alleanza, Fondatore e Capo della Chiesa e della gerarchia ecclesiastica abbia mai rinunciato ai suoi poteri. Gesù ha conservato la sua giurisdizione e autorità sulla Chiesa e sulla gerarchia. Interviene ordinariamente nell’amministrazione dei sacramenti per mezzo del ministero del sacerdote, ma nessuno può affermare che Cristo non può assolvere, consacrare l’Eucaristia, ordinare presbiteri e vescovi e compiere gli altri sacramenti.
Sostenere che Cristo non può compiere i sacramenti è affermare un’eresia, perché significherebbe che Dio non può fare qualcosa. "A Dio nulla è impossibile" (Lc 1,37); per cui voler imporre a Lui limiti e regole è blasfemo.
Nell’ordinare un vescovo il Signore non è costretto a ripetere la formula di consacrazione, ad imporre le mani e ad ungere le mani e il capo del consacrato con il crisma, ma è sufficiente che dica: "Tu sei vescovo", e un semplice sacerdote riceve la pienezza del sacerdozio.
Gli uomini della Chiesa, dal papa al più piccolo sacerdote, di fronte agli interventi diretti di Dio devono chinare il capo e dire: "Fiat voluntas Dei".
Don Claudio è stato ordinato vescovo da Dio, non solo per poter celebrare i matrimoni dei suoi giovani, ma soprattutto perché il Signore su questo piccolo e umile sacerdote ha dei progetti che saranno svelati progressivamente.
La Madonna il 20 giugno ha detto: "Da oggi incominciate a dire ogni giorno una preghiera per coloro che si avviano al matrimonio, perché abbiano la forza e il coraggio di sopportare e accettare tutto. Pregate per colui che deve sposarli. Don Claudio, ti dico in nome di Dio che tu hai tutti i poteri che sono dati a colui che ha la pienezza del sacerdozio". Questo l’annuncio che solo Don Claudio ha compreso quel giorno.
Ci auguriamo che i lettori non pensino che vogliamo fare un accostamento irriverente, ma quando Gabriele diede l’annuncio a Maria "Concepirai nel grembo e partorirai un figlio e gli imporrai il nome di Gesù" (Lc 1,31), solo Lei venne messa al corrente che era diventata Madre di Dio.
Come il Signore, al momento opportuno, fece sapere a Giuseppe che la sua sposa Maria aveva generato "un figlio per opera dello Spirito Santo", (Mt 1,20) ugualmente la Madonna ha fatto comprendere a Marisa che "Don Claudio era stato ordinato vescovo da Dio"; e questo è avvenuto nel pomeriggio della stessa giornata.
"Mia cara Marisella, non hai compreso questa mattina il messaggio. Dio ha dato al mio caro sacerdote prediletto la pienezza del sacerdozio, per cui ha tutti i poteri. Può fare la celebrazione del santo Battesimo e della Confermazione, celebrare la santa Messa, benedire e unire gli sposi nel santo Matrimonio, amministrare l’Unzione degli infermi, conferire il santo Ordine; tutto ciò che un vescovo può avere e dare".
Marisa ha immediatamente cominciato ad offrire al Signore le sue numerose e gravi sofferenze per il novello vescovo.
Ora vogliamo affrontare, sperando per l’ultima volta, il delicato e grave problema che riguarda la situazione di Don Claudio e di coloro che l’hanno condannato dal punto di vista morale e giuridico.
Gesù e la Madre dell’Eucaristia hanno molte volte ripetuto che i decreti firmati dal Card. Ruini "sono ingiusti, illeciti ed invalidi" per cui Don Claudio non è sospeso a divinis.
Inoltre nei suoi riguardi il Vicariato ha abusato di potere, non ha rispettato il C.I.C. ed è andato palesemente contro la carità e la verità.
Di tutto questo abbiamo abbondantemente parlato, nelle presentazioni dei libri che hanno preceduto la raccolta dei messaggi.
Infine dobbiamo ricordare che coloro che sono sospesi a divinis vengono privati del celebret, e iscritti nella lista del cosidetto "libro nero".
I sacerdoti che hanno il celebret sono autorizzati ad esercitare il ministero sacerdotale ovunque, anche fuori la diocesi d’appartenenza.
Nel "libro nero" vengono iscritti d’autorità tutti coloro che sono stati colpiti da censure ecclesiastiche: sospensione a divinis, riduzione allo stato laicale e scomunica.
La Madonna ha più volte affermato: "Il vostro sacerdote è a posto davanti a Dio, davanti alla Chiesa e all’autorità ecclesiastica. Il celebret non è stato ritirato a Don Claudio e il suo nome non è nella lista del libro nero. Se i miei sacerdoti fossero più onesti dovrebbero dire: Don Claudio, dì la santa Messa nella mia parrocchia" (Lettera di Dio del 24-VI-1999).
Gesù ha reso noto il motivo per il quale non è stato ritirato il celebret né il nome di Don Claudio è stato scritto nel libro nero: "Hanno fatto una mossa per impaurirlo" ed ha aggiunto per metterci in guardia: "Oggi che sanno che Io, Gesù, ho detto questo, possono compiere quello che non hanno fatto il 1° aprile 1998" (Lettera di Dio del 27-VI-1999).
Con le parole di Gesù e della Madonna esponiamo ora quale è la situazione dei signori del Vicariato.
"Profanare l’Eucaristia è peccato gravissimo. Tanti sacerdoti la profanano con le messe nere, o la considerano un pezzo di pane o un fenomeno da baraccone. Chi viola l’Eucaristia uccide anche il sacerdozio, pecca molto gravemente ed è scomunicato subito, immediatamente" (Lettera di Dio del 24-VI-1999).
"Il vostro vescovo ha sempre ubbidito all’autorità ecclesiastica, finché non gli hanno detto di gettare l’Eucaristia. A questo ordine non si doveva ubbidire, era un ricatto e un abuso. Non si deve mai profanare l’Eucaristia. Chi compie questi atti incorre nella scomunica "latae sententiae" riservata alla Sede Apostolica, cioè è scomunicato ipso facto, e non è necessaria la dichiarazione di alcun prelato" (Lettera di Dio del 27-VI-1999).
Alla luce degli insegnamenti di Gesù e della Madonna che espongono quanto dicono il C.I.C. e la prassi nell’interno della Chiesa, dobbiamo concludere che il Vescovo Claudio Gatti è in perfetta unione con il Papa, è in intima comunione con la Chiesa ed esercita legittimamente e lecitamente i suoi poteri episcopali.
Chi l’ha condannato non è unito al Papa, è fuori della Chiesa ed esercita illegittimamente ed illecitamente l’autorità, perché è scomunicato, come è affermato in modo chiaro dal can. 1387 del C.I.C.
Gli ultimi giorni di giugno Gesù ha parlato diverse volte e a lungo di Don Claudio, per far comprendere prima ai membri della comunità e successivamente a tutta la Chiesa la grandezza e l’importanza dell’intervento di Dio nell’ordinare vescovo il nostro sacerdote.
Solo i giovani, aiutati da Marisa, hanno compreso ciò che è avvenuto il 20 giugno, anche se dimostravano di essere inebetiti, sorpresi e scioccati. Agli adulti della comunità ha pensato Gesù, apparso improvvisamente dopo la recita del santo Rosario, mentre Don Claudio stava indossando i paramenti sacri per la celebrazione della santa Messa.
Appena Gesù ha pronunciato le parole "Io, Gesù di Nazaret, ho ordinato vescovo il sacerdote Don Claudio Gatti" tra i presenti si è manifestata una profonda commozione e molti sono scoppiati a piangere, troppo improvvisa ed imprevista la grande notizia.
Poi Gesù ha continuato:
Gesù - Io, Gesù di Nazaret, in nome di Dio Padre, di Dio Spirito Santo e di Me, Dio Figlio, ho ordinato vescovo il sacerdote Don Claudio Gatti. Io ho ordinato il primo Papa e gli apostoli vescovi, ma tutto è stato cambiato. Domani ripeterò l’annuncio di questa ordinazione episcopale. Don Claudio, non è necessario che siano gli uomini a darti la pienezza del sacerdozio; Io sono Gesù, Io sono Dio, Io solo posso fare tutto ciò che voglio, e nessun uomo della Terra me lo può impedire. Gli ho dato l’episcopato perché il vostro sacerdote ha sofferto per tutta la vita, ma non ha mai tradito Dio Padre, Dio Spirito Santo, Me, Dio Figlio; mai ha tradito l’Eucaristia che ha versato sangue né la Madre dell’Eucaristia. È stato condannato per non aver gettato l’Eucaristia. Non ha mai tradito voi, miei cari figliolini, piccolo gregge, che siete così pochi a pregare qui.
Chi più di lui aveva diritto ad avere l’episcopato? Egli sarà vescovo a vita, per sempre. Questo era il desiderio di Dio Padre, di Me, Dio Figlio, e dello Spirito Santo, della mia e vostra Mamma. Accettatelo, rispettatelo, amatelo, pregate per lui e vi accorgerete come Dio contraccambierà e vi darà ciò di cui avete bisogno" (Lettera di Dio del 26-VI-1999).
Al momento della benedizione Gesù ha detto: "Insieme al mio caro vescovo benedico voi, i vostri cari, i vostri oggetti sacri, anche quello che è nella scatola" al che Marisa ha esclamato: "Stai zitto".
Il mistero del contenuto della scatola è stato svelato poco dopo quando, durante una festa improvvisata in onore del novello vescovo, i giovani hanno presentato a Don Claudio lo zucchetto episcopale, che lui per rendere felici i suoi figli ha messo sul capo sorridendo, mentre nel suo cuore si alternavano pensieri di riconoscenza a Dio per il grande dono ricevuto e preoccupazione ed amarezza per le reazioni che avrebbero avuto gli uomini della Chiesa di fronte all’intervento eccezionale del Signore.
Domenica 27 giugno la notizia che Don Claudio aveva ricevuto l’episcopato da Dio doveva essere già arrivata in Vicariato, perché le sue spie erano fra noi.
È stato Gesù a denunciare la presenza delle spie: "Convertitevi tutti, anche coloro che vengono a spiare e a riportare ciò che Io e la Madre dell’Eucaristia diciamo. Se non vi convertirete, Dio alla fine sarà giusto giudice e giudicherà. Adesso usa misericordia, poi darà il suo giudizio e voi che non credete e venite a spiare, pur di ottenere qualcosa, come vi troverete allora?" (Lettera di Dio del 27-VI-1999).
Gesù ha parlato di nuovo e a lungo dell’episcopato di Don Claudio ricevuto da Dio. l’importanza e la delicatezza dell’argomento ci hanno spinto a riportare quasi integralmente quanto ha detto il Primo, Sommo, Eterno Sacerdote.
Gesù - Sono venuto di nuovo per ripetere ciò che ho detto ieri. Dio ti ha ordinato vescovo, Don Claudio, ti ha dato la pienezza del sacerdozio. Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek, tu hai l’episcopato donato da Dio, perché hai sempre amato la Chiesa, gli uomini della Chiesa e le anime che Io ho salvato con la mia morte. Come già sai, il giorno della festa dei SS. Pietro e Paolo festeggerai l’anniversario della tua consacrazione episcopale, perché tu sei di Roma e a Roma quel giorno è sempre festa di precetto. Martedì sarò di nuovo con te e con tutti voi per augurarti un buon episcopato e ogni bene.
Gli uomini, intendo gli uomini della Chiesa, non accetteranno il tuo episcopato, continueranno a ironizzare e a beffeggiare, ma tu e voi, mio piccolo gregge, andate avanti senza ascoltare nessuno, né dare spiegazioni, perché solo Dio può dare o togliere e fare tutto ciò che vuole.
Nessun uomo della terra può privarti dell’episcopato, Dio Padre, Dio Spirito Santo ed Io, Dio Figlio siamo con te. A voi, mio piccolo gregge, cosa chiedo? Di pregare molto per il vostro vescovo, perché ogni volta che Dio gli ha dato un dono, vivere sulla Terra per lui è diventato sempre più difficile: chi per invidia, chi per gelosia, chi per malignità l’hanno sempre condannato. Chi ama accetta l’ordine del Signore. Dio non ha detto: "Sei libero di accettare o non accettare", ma: "TI ORDINO VESCOVO". Noi del Paradiso abbiamo deciso cosa faremo dopo per Don Claudio. Certo non è gradito agli uomini della Chiesa che Noi abbiamo dato l’episcopato al vostro sacerdote. Molte persone non vivono in grazia nella Chiesa, ma Io, Gesù, non mi sento di parlarne; a voi chiedo solo di pregare. Chi può venga martedì, è festa di precetto per la festa di Pietro e Paolo che sono qui accanto a Me, è una festa spirituale per il vostro vescovo e voglio invitarvi ad una preghiera continua, costante, forte.
Dio Padre, Dio Spirito Santo ed Io, Dio Figlio, raccomandiamo a voi, piccolo gregge: pregate!
Don Claudio ha ricevuto tutti i poteri; coloro che l’hanno condannato ingiustamente lo faranno ancora soffrire, non di persona, giacché non verranno qui, ma manderanno spie. Il vostro sacerdote non ha mai profanato l’Eucaristia, l’ha talmente amata che oggi si trova a stare in croce come Me, ma è una croce che deve dare gioia, speranza.
Gioite, esultate con la croce.
Io torno al Padre, allo Spirito Santo e vi lascio con questa gioia: l’episcopato che Io ho dato al vostro sacerdote.
Tornerò di nuovo fra voi per la festa dei SS. Pietro e Paolo e del vostro vescovo.
Coraggio, mio caro sacerdote prediletto, dovrei dire "Eccellenza", ma per Me sei il mio caro sacerdote prediletto; coraggio a te, agli apostolini, a questo piccolo gregge che ti ama, anche se ha qualche imperfezione, un po’ di gelosia e a volte poca comunione.
Hai l’episcopato, sei vescovo in tutto, per tutto e per tutti. Grazie di ciò che fai per la Chiesa. Dio si è servito di te, prima piccolo ed ora grande sacerdote, e della vittima che ti è vicino, Marisella, per aiutare la Chiesa. Se Dio non ti avesse aiutato non avresti potuto fare quanto hai fatto fino ad oggi; Dio Padre, lo Spirito Santo, Io, Gesù, e la Madre dell’Eucaristia siamo con te. Gesù ti ringrazia e ringrazia voi tutti.
Ho ancora qualcosa da dirvi. Se qualcuno non comprende il messaggio, come dice spesso la Mamma, non ne parli con altri, perché voi non potete dare una risposta precisa, solo il sacerdote può darvi la giusta spiegazione. Sua Eccellenza...
Marisa - Gesù si è inchinato! Stai scherzando?
Gesù - Non ho scherzato chiamandolo Eccellenza, ho scherzato quando mi sono inchinato.
Madonna - Sono la tua e vostra Mamma. Mio caro sacerdote prediletto, tutto il Paradiso ti fa gli auguri che saranno ripetuti il giorno della festa degli apostoli Pietro e Paolo. San Pietro è stato il primo Papa eletto da Gesù, da Dio, tu sei stato consacrato vescovo da Dio che può tutto.
Grazie a voi, miei cari figli. Insieme al mio caro sacerdote prediletto...
Marisa - Anche la Madonna s’inchina verso Don Claudio.
Madonna - Benedico voi, i vostri cari, i vostri oggetti sacri e vi copro con il mio manto materno (Lettera di Dio del 27-VI-1999).
Sarebbe giusto fare un adeguato commento di questa importante lettera di Dio, ma la sede non è adatta. Vogliamo solo evidenziare che l’opposizione nei riguardi del Vescovo Claudio da parte degli uomini della Chiesa non solo è continuata, ma si è intensificata poiché non hanno accettato che Dio abbia ordinato vescovo il nostro sacerdote.
C’è un’altra considerazione da fare: Don Claudio non era libero di accettare o rifiutare l’episcopato dato direttamente da Dio.
Le parole di Gesù: "Noi del Paradiso abbiamo deciso cosa faremo dopo per Don Claudio", ci confortano: vogliono evidenziare che questa ordinazione episcopale rientra nei piani di Dio che si realizzeranno al momento deciso da Lui.
Infine, per sdrammatizzare la situazione che si innestava in un contesto pieno di sofferenza e preoccupazione, Gesù e la Madonna nel salutare si sono inchinati al novello vescovo chiamandolo "Eccellenza", tanto per far tornare il sorriso sulle labbra di Don Claudio, di Marisa e dei presenti.
Il 29 giugno, festa dei SS. Pietro e Paolo, molte persone sono convenute per stringersi intorno al novello vescovo e per celebrare la chiusura dell’anno sociale.
Per sottolineare l’importanza dell’ordinazione episcopale fatta da Dio e per benedire l’inizio del servizio episcopale di Don Claudio, si è manifestata la SS.ma Trinità ed è apparsa la Madonna circondata da san Giuseppe, Pietro e Paolo e dagli altri apostoli. Marisa ha visto tutti gli angeli e i santi prostrarsi con il volto a terra per adorare la SS.ma Trinità. Gesù ha parlato ancora a lungo di Don Claudio e della sua ordinazione episcopale.
Riportiamo quasi integralmente la lettera di Dio, portata da Gesù, perché sia chiara la Sua volontà e desideriamo soffermare l’attenzione di chi legge sull’accostamento che Gesù e la Madonna hanno fatto nelle ultime lettere di Dio tra san Pietro e Don Claudio.
Gesù - Don Claudio, hai ricevuto l’episcopato, perché sei un sacerdote che ha donato tutto se stesso alla Chiesa e alle anime e ama profondamente l’Eucaristia. Mi fa piacere che ami molto le anime. Non tutti comprendono il tuo grande amore, specialmente quando fai qualche richiamo; scattano allora la permalosità, l’orgoglio, l’invidia. Quindi mi ripeto: Don Claudio, continua la tua vita di sacerdote come hai fatto finora, ma con la pienezza del sacerdozio. Auguri, Monsignore, Eccellenza.
Marisa - Tutti si inchinano. Gesù, ma io adesso come devo chiamare Don Claudio? A mia madre che gli ha fatto questa domanda ha risposto: "Come mi ha chiamato fino adesso: Don Claudio".
Gesù - Marisella, dopo che insieme al vescovo avremo dato la benedizione, farai ciò che ti ho detto.
Marisa - Però tu sai che mi vergogno.
Don Claudio - Anch’io.
Gesù - Si, Don Claudio, non sembra, ma siete due timidi.
Marisa - Appunto, potevi prenderne altri due.
Gesù - Insieme a S.E. Mons. Claudio Gatti benedico voi, i vostri cari e i vostri oggetti sacri.
Ho gustato ed apprezzato il capolavoro che avete fatto, miei cari giovani, la croce ricoperta di fiori. La croce è gioia, amore, profumo di fiori. Grazie.
Mio caro sacerdote prediletto, Io, Gesù, ti ho ordinato vescovo il 20 giugno, ma la festa per il tuo episcopato è oggi, 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo. Oggi è una festa molto grande, la stessa comunità non ha compreso fino in fondo quanto è importante l’episcopato che Dio ti ha dato. C’è tanta gioia, tanto dolore e tanta pena, ma tu godi questa gioia e lascia tutto nelle mani di Dio Padre, di Dio Spirito Santo e di Me, Dio Figlio.
Io sono il Primo ed Eterno Sacerdote, Io ti ho ordinato vescovo. Lascia dire, non ti preoccupare, non ti amareggiare più di tanto.
Voi, mio piccolo gregge, non riportate le malignità, non ascoltate le cattiverie.
I laici non possono capire fino in fondo l’importanza del grande dono che Dio ha voluto fare a Don Claudio. I sacerdoti, i vescovi, i cardinali possono comprenderlo, ma non vorranno né capire né accettare che Dio può ordinare vescovo il vostro sacerdote.
Nel passato Dio ha chiamato Pietro, oggi ha chiamato Claudio. Perché meravigliarsi? Dio non può far tutto ciò che vuole? Chi può comandare qualcosa a Lui?
Io, Gesù, vi invito a pregare per il vostro vescovo, ma non riportate ciò che può farlo soffrire; tenetelo per voi. Se sentite che lo deridono, non ascoltate, scuotete la polvere dai vostri piedi e andate oltre; Io, Gesù, mi sono comportato così.
I miei apostoli non solo non erano ascoltati dal sinedrio, ma venivano perseguitati, percossi e mandati in prigione.
Mio caro sacerdote prediletto, gli uomini della Terra possono farti vivere o uccidere, ma voi, piccolo gregge, che siete cresciuti e avete ascoltato dal vostro sacerdote la catechesi e il commento del Vangelo, del quale ha sempre fatto un poema, dovete aiutarlo con la preghiera.
Io, Gesù, oggi ti dico che devi portare le insegne dell’episcopato. Non vuoi metterti in pompa magna, come tu dici? Non ha importanza, ma almeno lo zucchetto, la croce, l’anello e il pastorale, come segni del tuo episcopato, devi portarli.
Don Claudio non vuole insegne episcopali che emergano troppo. Se non volete, non spendete soldi per comperare i vestiti e le altre insegne.
Marisella, guarda come è vestito Pietro. Lui è stato il primo Papa ed ha una semplice tunica.
Adesso alzati, Marisella, perché noi non abbiamo altro da aggiungere se non augurare al vescovo di continuare a fare apostolato come ha fatto finora: fare la catechesi, spiegare il Vangelo, commentare i messaggi che porta la Madre dell’Eucaristia che si definisce la postina di Dio, perché i messaggi sono tutti di Dio. Cosa dobbiamo dire ancora? Noi tutti siamo qui e contempliamo il novello vescovo.
Quando l’ho ordinato il 20 giugno, neanche tu, Marisella, l’hai capito.
Marisa - A volte è difficile comprendere ciò che fate voi.
Gesù - Ma poi nel pomeriggio, quando sei andata in un certo posto, la Mamma non ti ha dato un messaggio? Non ti ha elencato tutto ciò che Dio aveva dato a Don Claudio? L’episcopato dà la facoltà di celebrare tutti i Sacramenti.
Dio Padre, Dio Spirito Santo, Io, Dio Figlio, la Madre dell’Eucaristia, Pietro e Paolo, gli angeli, i santi e le anime salve siamo tutti con te, Don Claudio, e ti diamo la nostra benedizione.
So che ti vergogni di dare la benedizione episcopale. Per ora fai tranquillamente quello che ti senti di fare, invece di fare tre croci di corsa, fanne una bella lunga. Don Claudio, rimani semplice, come sei sempre stato, però almeno lo zucchetto, la croce, l’anello e il pastorale devi portarli. Accetta. So che ti costa, ma sii umile.
Marisa - Senti, Gesù, la croce che ha Don Claudio è provvisoria, perché noi non abbiamo avuto neanche il tempo materiale di andare a comprarla, dal momento che voi avete fatto tutto di corsa. Ora andremo in vacanza-lavoro, sperando che sia più vacanza che lavoro, poi faremo quello che dobbiamo fare; va bene?.
Sappiamo che Marisa non si è sentita di eseguire un canto, richiesto da Gesù, tante volte risuonato sotto la cupola di san Pietro.
Alla fine dell’apparizione Gesù ha ordinato a Marisa di imporre una sua piccola croce d’oro a Don Claudio, in modo che avesse almeno una modesta insegna episcopale.
L’ultimo atto dell’anno sociale è stato presentare alla Madonna la lettera scritta dal novello vescovo e indirizzata ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti della Chiesa Cattolica (allegato n.7).
Marisa si è rivolta alla Madonna chiedendole: "Vuoi vedere la lettera? Sarà l’ultima? Guarda, noi non scriveremo più. In questa lettera spieghiamo tutto a tutti coloro che amano la Chiesa. Dobbiamo togliere qualcosa?"... La risposta della Madonna è stata incoraggiante: "No. Tutto ciò che vi è stato scritto è verità".
Comunque abbiamo deciso di spedire la lettera all’inizio del nuovo anno sociale e l’abbiamo datata 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario.
Ormai era arrivato il tempo per Don Claudio e Marisa di andare a riposarsi in vacanza.
Erano stanchi, stremati e avevano bisogno urgente di godere un po’ di tranquillità.
La Madre dell’Eucaristia ha parlato delle ferie dei suoi due figli; ciò che ha detto è stato chiaro alcuni giorni dopo che la lettera di Dio era stata consegnata.
"I mie due figli dicono che vanno in vacanza, ma li aspetta il lavoro, molto lavoro spirituale. So che questo ti dispiace un pochino, Don Claudio, ma oltre il riposo, bene meritato, ci sarà da lavorare in mezzo alle anime. So che non ti tirerai indietro, non sei capace di dire no ad un’anima" (Lettera di Dio del 24-VI-1999).
I mesi estivi di luglio e agosto hanno rappresentato per Don Claudio e Marisa un periodo pieno di sofferenze, preoccupazioni, amarezze e delusioni.
La salute compromessa, il logoramento fisico e la grande stanchezza esigevano un meritato riposo, ma purtroppo non solo non è stato possibile godere neanche una settimana di relax, ma si sono affacciati nuovi problemi di salute e se ne sono acuiti dei vecchi.
Eppure le premesse facevano sperare bene, perché gli amici della Sardegna avevano messo a disposizione di Don Claudio e Marisa una villetta silenziosa, confortevole, vicina al mare. Per tutto il tempo di permanenza nella bellissima isola si sono alternate alcune ragazze del gruppo dei giovani per far loro compagnia e assisterli nelle necessità domestiche e materiali.
A Marisa i medici avevano consigliato di andare al mare per fare esercizi ginnici in acqua, per ricuperare in parte l’uso delle gambe e per ossigenare con l’aria marina i polmoni, aggrediti da ricorrenti crisi d’asma.
Ma Don Claudio, Marisa e le ragazze sono andati al mare nell’arco di un mese solo tre volte, a causa dell’aggravarsi della salute della veggente.
Il 3 agosto le acque azzurre, chiare e pulite della Sardegna hanno visto immergersi in esse i nostri amici che, nuotando e spostandosi in mare, hanno pregato e cantato.
Al termine del santo Rosario è apparsa la Madonna: "Io sono qui, Marisella, vicino a te e a S.E., come posso non venire, se siete i miei tesori?", e ha invitato tutti ad uscire dal mare e recitare le litanie sulla spiaggia "perché alcuni hanno freddo".
Mentre Don Claudio, Marisa e le ragazze erano a tavola per il pranzo, è improvvisamente apparsa di nuovo la Madonna, nonostante tutti i presenti fossero in abbigliamento marino - estivo.
Quando sappiamo in anticipo che appare Gesù o la Madonna ci vestiamo bene e ci raccogliamo in preghiera, ma siamo anche abituati ad apparizioni improvvise ed allora li accogliamo con gioia e spontaneità, senza preoccuparci di come siamo vestiti e cosa stiamo facendo.
La Madre dell’Eucaristia ha regalato a Marisa la gioia di farle vedere tutti i giovani del Movimento e ha detto a Don Claudio: "Mio caro vescovo, voglio darti la forza e il coraggio per portare avanti la lunga dura missione. Dio ti ha dato l’episcopato per aiutare la Chiesa. Tu devi ascoltare soltanto ciò che Lui ti dice, non ciò che dicono gli uomini che non sanno amare".
Poi la Madonna ha fatto un’affermazione che ha lasciato di stucco il nostro vescovo: "Tu, mio caro Don Claudio, dopo gli apostoli, sei il primo e ultimo vescovo ordinato da Dio".
Dal momento che il Signore è intervenuto per ordinare vescovo il nostro sacerdote e dopo questa ordinazione episcopale non ne ordinerà altri, vuol dire certo che Dio ha grandi progetti su Don Claudio che manifesterà successivamente.
Abbiamo compreso, anche se tardi, che durante i mesi estivi Dio ha voluto preparare il suo vescovo ad esercitare nel modo migliore l’episcopato e ha chiesto a Marisa, eroina della sofferenza, di soffrire molto per aiutare suo fratello ad assumersi grandi responsabilità per la rinascita della Chiesa.
La notte tra il 3 e il 4 luglio Marisa ha iniziato il suo calvario di sofferenze fisiche e morali e a vivere in modo continuo i dolori della passione.
È iniziata per Marisa la lunga serie di notti insonni passate senza potersi assopire neanche per pochi minuti. Una insistente e forte tosse le squarciava il petto e l’enorme difficoltà di respirare le impediva di sdraiarsi sul letto.
In Sardegna, a Roma ed altrove molte persone hanno indetto crociate di preghiera per Marisa, per alleviarle un po’ le grandi tribolazioni che pativa.
Le sofferenze di Marisa e le preghiere dei membri della comunità hanno permesso la conversione di altri sacerdoti che aggiunti ai precedenti hanno raggiunto quota 360.
Nel pomeriggio di domenica 4 luglio Don Claudio ha organizzato un incontro di preghiera. Vi hanno partecipato persone in minor numero rispetto all’anno precedente. Molti dei presenti, per aver letto messaggi di dubbia provenienza, erano terrorizzati dalla paura dell’imminente fine del mondo.
.La Madonna ha detto loro: "Quanta gente continua a dire che sta per arrivare la fine del mondo. Non credeteci, solo Dio sa quando arriverà, quindi non vi preoccupate, pensate a vivere in grazia, a pregare, soprattutto ad amare".
La notizia dell’ordinazione episcopale di Don Claudio si era diffusa in Sardegna e ad essa vescovi e sacerdoti hanno reagito in modo negativo, invitando decisamente i loro fedeli a disertare i nostri incontri di preghiera.
La diminuzione dei partecipanti aveva talmente rattristato Don Claudio che la Madre dell’Eucaristia in un’apparizione riservata al vescovo e alla veggente ha detto: "Mio caro sacerdote prediletto, non ti preoccupare di ciò che gli altri dicono di te, non ascoltare le critiche sul tuo episcopato.
Il dono che Dio ti ha fatto è molto grande, accettalo con serenità".
Nonostante versasse in precarie condizioni di salute, Marisa ha voluto che fosse festeggiato in modo solenne l’onomastico di Don Claudio, al quale ha voluto partecipare anche la Madonna: "Sono qui per fare gli auguri a S.E. Non arrossire, Don Claudio. Il mio Tutto ti spianerà la strada, gli uomini non faranno nulla per te, questo lo sai, quindi non ti rammaricare più di tanto, accetta, ama, soffri ed offri" (Lettera di Dio del 7-VII-1999).
La promessa che Dio sarebbe intervenuto per dimostrare che Lui aveva ordinato vescovo Don Claudio, ha tranquillizzato il nostro vescovo che più si diffondeva la notizia della sua straordinaria ordinazione episcopale fatta da Dio, più sentiva aumentare l’opposizione e la diffidenza verso la sua persona.
Marisa in visione ha visto lo stemma episcopale di Don Claudio: due cuori uno dentro l’altro, rosso l’esterno, azzurro l’interno; rappresentano Gesù e la Madonna. Nella zona centrale dei due cuori troneggia una grande croce; ai cui lati superiori campeggiano due lettere: E (Eucaristia) e M (Maria). In evidenza c’è una frase latina suggerita dalla Madonna: Ego Claudius Episcopus totus sum vester (Io Claudio vescovo sono tutto vostro).
Ha ricordato inoltre che sopra la croce c’era un segno che non ha compreso; e che le avrebbe spiegato successivamente Gesù.
Marisa era seguita e curata da una dottoressa che dopo aver constatato che le medicine e le cure prescritte non avevano apportato risultati apprezzabili, ha deciso di farla sottoporre alla visita da uno specialista nell’ospedale delle malattie respiratorie a Cagliari.
Il medico dopo aver studiato le radiografie e visitato accuratamente la paziente, ha deciso il ricovero immediato, per fronteggiare il broncospasmo che aveva raggiunto una fase preoccupante. Ma poiché non erano disponibili posti letto non ha potuto trattenere Marisa, e le ha fornito gli stessi medicinali che le avrebbe somministrato in ospedale.
Anche se preoccupati, Don Claudio e Marisa sono stati più felici di tornare a casa e non rimanere nell’ospedale, le cui condizioni non erano ottimali. Ma le stazioni della via Crucis sono diventate più dolorose, le notti e i giorni si susseguivano senza rimedio alcuno, con nuovi e gravi problemi da affrontare continuamente.
Nonostante tutto il vescovo e la veggente hanno dato prova di coraggio, di equilibrio e di ottimismo: riuscivano perfino a scherzare tranquillamente.
Il motivo di tanta sofferenza lo ha spiegato la Madonna: "Aiutami a salvare i sacerdoti. I ministri di Cristo devono essere tutti in grazia; quelli che non sono uniti a mio Figlio Gesù devono convertirsi, ma i massoni no, non potranno mai convertirsi. Coraggio, figlia mia, continua a salvare i sacerdoti. Per tutte le nottate che hai passato in bianco i convertiti sono 371".
La notte tra il 10 e l’11 è stata particolarmente pesante e dolorosa, Marisa stava molto male e mentre soffriva mormorava: "372, 373, 374, 375 sacerdoti salvati. Offro le mie sofferenze soprattutto per mio fratello vescovo, perché gli uomini della Chiesa riconoscano ciò che Dio gli ha dato: l’episcopato".
Don Claudio da 28 anni assiste alla passione di Marisa, eppure ha confidato che in quei giorni e in quelle notti era scioccato e turbato nell’essere presente a scene di così enorme sofferenza.
Ha confessato che a volte lo attraversava questo pensiero: "Dio vuole la nostra distruzione? Non bastano gli uomini per questo?", e continuava a sgranare il santo Rosario e ogni tanto piangendo ripeteva: "Basta, mio Dio, mio Tutto, abbi pietà di noi". Il sacerdote e la vittima univano alla passione di Cristo la loro immolazione per la Chiesa e per i sacerdoti.
La Madonna, Mamma amorosa, stava spesso vicino alla figlia che soffriva tanto per pregare insieme a lei, per infonderle forza e coraggio e, quando i momenti erano particolarmente critici, le dava la santa Comunione.
Domenica 11 luglio Don Claudio ha organizzato un incontro di preghiera, ma rispetto alle volte precedenti la partecipazione è stata ancora più scarsa. Lo ha notato la Madre dell’Eucaristia: "Tutte le persone che hanno ricevuto tantissimo gli anni scorsi dove sono?".
Marisa non era presente, a causa delle sue precarie condizioni di salute, il medico le aveva proibito di presenziare e la Madonna ha detto: "C’è qualcuno nella stanza accanto che soffre moltissimo, voi non potete immaginare quanto. Per la sua grande sofferenza si sono convertiti altri 26 sacerdoti, 3 vescovi, 1 cardinale e 25 suore. La sorella della porta accanto ha rischiato e rischia ancora la vita".
Terminata l’apparizione Don Claudio ha fatto un rapido calcolo ed ha esclamato con entusiasmo: "Che gioia! Grazie, Signore. La passione di Marisa, i sacrifici e le preghiere di tutta la comunità fino ad oggi hanno permesso durante quest’anno la conversione di 401 sacerdoti, 18 vescovi, 6 cardinali e 100 suore. Questo è il nostro contributo d’amore e di tribolazione per far rinascere la Chiesa!".
Durante la notte tra il 12 e 13 luglio molti demoni, approfittando che Don Claudio si era appisolato a causa della stanchezza, perché non dormiva da diversi giorni, si sono avventati con feroce rabbia contro Marisa e l’hanno duramente malmenata, perché con la sua sofferenza aveva strappato al male molte anime sacerdotali e religiose. La veggente, vedendo che il vescovo stava riposando, non ha voluto svegliarlo e si è difesa come ha potuto dai diavoli che le hanno scaricato addosso tutta la loro rabbia, colpendola in ogni parte del corpo e lasciandola svenuta e priva di coscienza.
Quando Don Claudio si è svegliato, avvicinatosi subito a Marisa ha creduto inizialmente che riposasse. Non ha fatto in tempo a rallegrarsene, che si è reso conto che era svenuta e ha tentato in tutti i modi di rianimarla.
Finalmente Marisa si è ripresa e con un sorriso celestiale ha sossurato a Don Claudio: "Questa notte si sono convertiti altri 10 sacerdoti". Il vescovo ha commentato: "Deo Gratias. Complessivamente si sono convertiti 411 sacerdoti".
A Don Claudio e alle ragazze molte dispiaciute perché mentre loro dormivano, Marisa era stata brutalmente percossa dai demoni, la Madre dell’Eucaristia ha detto: "Miei cari figli, cercate di far compagnia alla vostra sorella, ma quando la stanchezza vi prende, andate pure a dormire, resterò io con lei. Quando stanotte sono venuti i demoni a picchiarla, ero lì per aiutarla, l’ho presa in braccio con gli angeli e l’ho adagiata sul letto. Cosa potevo fare di più? Li ho fatti fuggire; uno di essi era vestito come me, ma aveva un volto orrendo, terribile" (Lettera di Dio del 13-VII-1999).
La Madonna ha comunicato che ultimamente diversi sacerdoti pur di essere nominati vescovi si erano iscritti alla massoneria, uno di essi era anche conosciuto dal vescovo e dalla veggente.
Marisa ha continuato ad avere frequenti crisi di broncospasmo che la lasciavano in una condizione di estrema debilitazione, ma all’avvicinarsi dell’anniversario del suo incontro con Don Claudio e del compleanno del vescovo ha voluto ugualmente festeggiare gli avvenimenti.
Era sua intenzione comperare una croce significativa da regalare al vescovo per la duplice festa, ma le sue condizioni le hanno permesso solo di recarsi in un vicino centro commerciale, dove ha trovato solo una semplice croce di metallo.
Il 14 luglio, durante la cena, è apparsa la Madonna ed ha apprezzato il modesto, ma significativo dono comprato per il vescovo: "La semplice croce che avete dato al nostro vescovo è il dono più bello che potevate fare".
Don Claudio lo ha molto gradito ed ogni volta che ha celebrato la santa Messa o fatto incontri di preghiera o catechesi lo ha indossato dicendo: "Questa è la mia prima croce episcopale" e tornato a Roma l’ha collocata sul quadro, entro il quale c’è il suo stemma episcopale ricamato da Marisa. Il quadro è ora nello studio del vescovo, dietro la scrivania, e la crocetta è visibile su di esso.
Il 15 luglio Don Claudio, Marisa e le ragazze hanno festeggiato le due ricorrenze nel modo migliore possibile, manifestando gioia, serenità e riconoscenza al Signore.
Tutti i giovani e molti adulti hanno telefonato per fare gli auguri; i cellulari hanno trillato in continuazione. I festeggiati hanno ricevuto gli auguri dal Paradiso e grandi doni spirituali.
La Madonna ha comunicato che durante i 28 anni di gioia, ma soprattutto di grande sofferenza si erano convertite 135.000 persone. Inoltre nello stesso giorno si erano convertiti altri sette sacerdoti, cinque vescovi e tre cardinali, per cui rispettivamente il loro numero era salito a 418 sacerdoti, 26 vescovi e 8 cardinali.
I giovani a Roma hanno offerto la santa Messa per Don Claudio e Marisa ed hanno fatto precedere alla celebrazione eucaristica un’ora di adorazione a Gesù Sacramentato.
Ma i giovani avevano riservato al vescovo e alla veggente un’altra gradita sorpresa. Tutti avevano scritto dell’intenzioni che spedite per fax ai giovani del gruppo Madre dell’Eucaristia della Sardegna sono state lette durante la santa Messa celebrata da Don Claudio che hanno provocato in loro gioia ed emozione.
La Madre dell’Eucaristia ha detto: "Miei cari figli, vedete, piano piano si sta realizzando ciò che il Signore ha promesso. Oggi avete con voi un santo vescovo, non un vescovo qualsiasi, ma uno scelto da Dio".
Gesù ha continuato: "Grazie a te, mio caro vescovo, che sarai anche martire della Chiesa, per aver accettato in silenzio e con commozione l’episcopato. Non ti preoccupare, qualcuno ti deriderà, altri ti calunnieranno; i pettegolezzi e le malignità non finiscono mai".
Finalmente nella medesima apparizione si è risolto il rebus del "geroglifico" sullo stemma episcopale di Don Claudio, che Marisa aveva visto in visione.
l’interessata ha posto a Gesù la domanda diretta: "Gesù, cos’è quel geroglifico sulla croce che mi hai fatto vedere in visione?" e il Divin Maestro ha spiegato: "Marisella, ma quello è il pastorale". Non avendo molta confidenza con gli stemmi episcopali, quando ci è stato possibile, abbiamo chiesto a Don Claudio: "Cosa significa il pastorale che sembra fiorire dalla croce?".
Il vescovo ha risposto: "Vuol dire che l’episcopato e tutti i poteri mi sono stati dati direttamente da Cristo".
Marisa non accennava a migliorare, nonostante fosse controllata quotidianamente da un medico e seguisse tutte le cure che avrebbe avuto in ospedale.
Restare in Sardegna, senza poter approfittare del mare, per Don Claudio sembrava un controsenso, ma Marisa non era davvero in condizione di poter essere trasportata senza correre qualche rischio.
Domenica 18 luglio Don Claudio ha organizzato un altro incontro di preghiera. Il numero dei partecipanti si è ulteriormente assottigliato, forse perché si era sparsa la voce che neanche questa volta Marisa avrebbe potuto incontrare i presenti.
La Madre dell’Eucaristia ha parlato di nuovo della sua grande passione: "Voi non potete immaginare quanto stia soffrendo la vostra sorella, ma Dio vuole questo da lei".
Don Claudio, accompagnato dal medico amico, ha riportato Marisa all’ospedale per sottoporla di nuovo ad esami appropriati che non hanno evidenziato alcun miglioramento dei problemi dei polmoni.
Mentre Marisa eseguiva gli esami la Madre dell’Eucaristia le ha detto che si erano convertiti altri tre sacerdoti, e il loro totale aveva raggiunto quota 428. L’unica cosa che la veggente ha detto alla Madonna è stata: "Ma il vescovo ed io non ti facciamo un po’ pena?".
Nonostante si sentisse debole, piena di dolori, aggravati dai problemi di respirazione, Marisa ha voluto presenziare all’incontro dei giovani del gruppo "Madre dell’Eucaristia" della Sardegna e tra un colpo e l’altro di tosse ha rivolto poche e sentite parole ai presenti.
La Madre dell’Eucaristia ha confidato spesso in questo periodo ai suoi due figliolini la situazione della Chiesa in Italia e dell’episcopato italiano, ma noi siamo all’oscuro del contenuto di questi colloqui.
Quest’anno la permanenza di Don Claudio e Marisa in Sardegna non è stata afflitta solo da gravi problemi di salute, ma anche da cattiverie, calunnie e giudizi offensivi formulati da alcuni sacerdoti dell’isola che avevano influenzato negativamente l’atteggiamento dei loro fedeli.
Questi sacerdoti probabilmente sono stati dominati dall’invidia e dalla gelosia nei riguardi del vescovo e della veggente o dalla paura del soprannaturale.
Don Claudio e Marisa hanno perdonato e pregato per loro ed hanno invitato le persone presenti all’ultimo incontro di preghiera a fare altrettanto.
Come i membri del Sinedrio si sono riuniti per cercare "una falsa testimonianza contro Gesù per condannarlo a morte" (Mt 26,51), così questi sacerdoti della Sardegna si sono dati appuntamento in un campeggio per emettere la loro sentenza contro il vescovo e la veggente.
Di essi ha parlato la Madre dell’Eucaristia: "Coloro che osano parlare male senza conoscere il vescovo e la veggente ed emettono giudizi perfidi dicendo che i miei due figliolini sono fuori della Chiesa ed hanno formato una setta e appartengono ai testimoni di Geova, commettono un peccato grave. Costoro come possono dire la santa Messa e fare la santa Comunione? La correzione fraterna va fatta a tutti: cardinali, vescovi, sacerdoti, suore e laici impegnati. Il cristiano che non ha il coraggio di far capire al fratello che sta sbagliando non è un buon cristiano" (Lettera di Dio del 25-VII-1999).
La situazione di salute di Marisa stava ulteriormente peggiorando, così Don Claudio ha deciso di anticipare il rientro a Roma di alcuni giorni.
Lo stato d’animo del vescovo e della veggente è stato descritto dalla Madonna: "I miei due cari figliolini devono ritornare a casa. Dio ha voluto chiedere loro anche questa prova; avevano bisogno di riposare, ma la salute compromessa non l’ha permesso. Non è stata solo la condizione fisica a far soffrire i miei due figli, ma soprattutto i sacerdoti che senza nemmeno conoscerli con molta facilità ne hanno parlato male e coloro che prima li avevano accolti con un sorriso, poi li hanno pugnalati alle spalle. I sacerdoti li hanno calunniati e hanno detto ai parrocchiani di non frequentarli perché la loro è una setta. Oh, la setta non è aperta a tutti, credetemi, miei cari figli. Se amate Gesù Eucaristia, se amate la Madre dell’Eucaristia, amate anche questi miei due figli. È così facile per i sacerdoti parlarne male, condannarli e calunniarli; ma essi chi sono? Ricordatevi che il giudizio di Dio è per tutti. Quando un sacerdote vi parla male dei miracoli eucaristici, non ascoltatelo e se avete coraggio, ditegli: "Perché lei parla male di un suo confratello? Non mi dà il buon esempio!". l’anno scorso hanno iniziato a denigrare, quest’anno hanno intensificato il lavoro della calunnia e della diffamazione" (Lettera di Dio del 25-VII-1999).
Don Claudio e Marisa hanno lasciato la Sardegna con amarezza per colpa dei suoi sacerdoti: avevano molto sofferto e versato lacrime amare.
Don Claudio, in aereo per il rientro a Roma, era tormentato da una domanda: "È possibile che le persone credano di più alle bugie, alle cattiverie e alle calunnie che alla verità?". Si è dato questa risposta: "Chi non è unito a Dio, non ama la verità".
Il 27 luglio Marisa è stata accompagnata dal pneumologo, suo medico curante, che ha deciso di farla ricoverare immediatamente in ospedale, perché molto preoccupato delle condizioni di salute della sua paziente. Il Signore li ha invitati di nuovo a salire sul Calvario: il vescovo era sfinito, Marisa versava in critiche situazioni, i giovani e gli adulti della comunità erano amareggiati per questo nuovo ricovero ospedaliero che avevano tentato di scongiurare con preghiere, digiuni, fioretti e sacrifici. Marisa sembrava un agnello pronto per l’immolazione e attendeva con ansia che la Madre dell’Eucaristia si facesse viva. Ma i giorni in ospedale passavano e dal Cielo non veniva nessun segnale. Ognuno, senza dir nulla all’altro, si chiedeva: "Perché Gesù e la Madonna non si fanno vivi? Non si rendono conto che siamo abbattuti, delusi e provati?". Era naturale ripetere le parole di Gesù in croce: "Mio Dio, mio Dio, perché ci hai abbandonato?", ma il silenzio continuava.
Il 1° agosto i giovani hanno organizzato una veglia di preghiera dalle ore 22 alle ore 24 per chiedere al Signore forza, pazienza e calma.
Tutti si sono sforzati di abbandonarsi a Dio durante questo periodo così duro e sofferto; è stata la nostra risposta alla nuova prova che Lui ci aveva chiesto.
Noi non lo sapevamo ancora, ma il Signore ci stava preparando ad una prova ancora più difficile e dolorosa; di questa ne parleremo al momento opportuno.
Il 5 agosto finalmente la situazione di salute di Marisa è migliorata ed il dottore le ha permesso di tornare a casa, appena in tempo per incontrare una cinquantina di pellegrini venuti dal Portogallo per adorare l’Eucaristia che ha sanguinato due volte e per pregare la Madre dell’Eucaristia.
I fratelli più lontani vengono, mentre i più vicini, impediti dai loro sacerdoti che lanciano falsità, accuse pesanti e calunnie ignomignose non vengono.
Durante la permanenza in ospedale Marisa non ha avuto neanche il conforto di vedere la Madonna e questa assenza le è molto pesata, anche perché il Signore ha continuato a farle vivere la passione, ha permesso che il demonio la tentasse e l’assalisse in tutti i modi, anche fisicamente, lasciandole sul corpo segni ed ecchimosi dei colpi infernali ricevuti.
Il 5 agosto, giorno in cui è uscita dall’ospedale, mentre si intratteneva nel giardino di casa coi giovani, è apparsa improvvisamente la Madre dell’Eucaristia, alla quale la veggente ha posto immediatamente le domande: "Perché non sei venuta? Perché ti ho detto che non mi sentivo di soffrire più per i sacerdoti, ma solo per i miei giovani, per i malati, gli abbandonati, gli anziani? Perché mi hai lasciato sola per nove giorni?".
"Non vi ho abbandonato, figli miei. Sono stata con te quando eri in poltrona o sul letto a vegliarti e ad aiutarti. Dio ti ha chiesto questi nove giorni di sacrificio, di immolazione totale, di sofferenza per aiutare il mondo che continua a sfasciarsi e ad andare sempre più alla deriva".
Poi la Madonna ha parlato di Don Claudio: "Il vescovo è il vero pastore, lui sì è il vero pastore della Chiesa. Dio vorrebbe che tutti i sacerdoti fossero come lui. Don Claudio dovrà molto combattere, è vescovo e ha tutti i poteri, però la vita sarà dura per il mio figlio prediletto, non sarà compreso dai buoni e sarà preso in giro dai cattivi. Coraggio, Don Claudio, purtroppo la vita di tanti miei sacerdoti prediletti è insulsa, sporca, e tu sai che la missione che Dio ti ha affidato riguarda anche i tuoi confratelli sacerdoti".
La Madre dell’Eucaristia durante questa apparizione ha affidato a Marisa l’undicesimo segreto. Del delicato argomento dei segreti non siamo in grado di dire nulla, perché nulla sappiamo. Don Claudio, al quale Marisa per ordine del Signore ne ha rivelato alcuni, è stato autorizzato a dire che "alcuni sono preoccupanti, tristi e riguardano l’avvenire prossimo della Chiesa e del mondo".
Vogliamo a questo proposito riportare ciò che a Fulda durante il suo viaggio in Germania dal 15 al 19 novembre 1980, Giovanni Paolo II ha risposto alla domanda: "Come andranno le cose con la Chiesa?". "Dobbiamo essere pronti a vicine grandi prove che potranno richiedere anche il sacrificio della nostra vita e la totale donazione a Cristo e per Cristo. Le prove potranno essere ridotte con la vostra e la nostra preghiera, ma non possono essere evitate, perché un vero rinnovamento nella Chiesa potrà avvenire solo in questo modo. Già molte altre volte la Chiesa è rinata nel sangue e neanche questa volta sarà diverso. Siamo forti e prepariamoci, confidando in Cristo e nella sua Madre".
Queste parole del Papa non sono state più ricordate dai suoi collaboratori che parlando del terzo segreto di Fatima ne hanno dato una versione edulcorata e probabilmente non veritiera.
Comunque, almeno per il momento, non è nostro compito parlare del terzo segreto di Fatima. l’apparizione del 5 agosto si è chiusa con un tenero colloquio tra Gesù e Marisa.
Gesù - Io sono il tuo amore, il tuo sposo, io non ti tradisco, non ti ho mai tradito.
Marisa - Non posso stare in mezzo alla gente, non posso fare niente, sono ignorante. Gesù, che razza di sposa ti sei presa?
Gesù - La più bella, la migliore di tutte, la migliore di tutti i santi del Paradiso, perché hai saputo e saprai dare tutta te stessa per tutti.
Marisa - Perché piangi, Gesù?
Gesù - Sono emozionato e soffro nel vederti soffrire, ma questo l’ha deciso Dio; quindi coraggio e avanti. Io sono morto in croce e ho aperto il Paradiso, tu morirai in croce e aprirai la strada al clero.
Domenica 8 agosto la Madre dell’Eucaristia ci ha comunicato una bellissima notizia: per le sofferenze di Marisa, per l’immolazione totale, per le preghiere dei membri della comunità 1505 laici erano tornati alla religione cattolica.
Il caldo e l’aria pesante di Roma erano controproducenti per i problemi respiratori di Marisa; così il vescovo e la veggente, accompagnati da due giovani, sono partiti alla volta di Tossicia, un piccolo paese del teramano, dove li attendeva una casetta isolata e tranquilla, ideale per riposarsi.
Di nuovo i problemi di salute si sono riaffacciati prepotentemente fin dal primo giorno per Marisa e la mamma. Ma ciò che ha fatto maggiormente soffrire Don Claudio e Marisa, appena giunti, è stata la notizia che una persona girava per l’italia e all’estero, sostenendo, che la Madonna le appariva come Madre dell’Eucaristia e le dava dei messaggi.
Marisa si è sentita come se qualcuno le avesse rubato ciò a cui teneva di più e mormorava: "Mi hanno tolto anche la gioia del tuo titolo: Madre dell’Eucaristia".
La Mamma del Cielo è apparsa alla figlia e le ha detto: "Lo so che stai soffrendo per questo, Marisella. Dio mi ha mandato e mi ha detto: "Vai, Maria, vai a consolare Marisella". Io sono apparsa solo a te, come Madre dell’Eucaristia e a nessun altro uomo della Terra. So che soffri tanto, ma con la tua sofferenza tante persone hanno lasciato la loro religione per unirsi alla tua: sono 1.805.178".
Ha continuato con una notizia sconvolgente: "La massoneria è dappertutto anche a ... e a ..., per questo riescono a fare case, chiese, asili, pensioni etc", e ha dato un’annuncio pieno di speranza: "Se Dio lascia così la tua salute, allora ogni giorno 300.000, 400.000, 500.000 anime torneranno da mio Figlio Gesù".
L’undici agosto Don Claudio, Marisa e i due giovani sono andati in pellegrinaggio al santuario di san Gabriele dell’addolorata.
Lo stato d’animo dei pellegrini è diventato "triste da morire" (Mt 26,38) nel momento in cui la Madre dell’Eucaristia, apparsa loro, ha parlato ancora della situazione della Chiesa e ha rivelato fatti e situazioni dei suoi uomini che hanno profondamente turbato il vescovo e la veggente. Marisa ha ricevuto anche il XII° segreto, del quale ha detto solamente: "È molto brutto".
l’angoscia di Don Claudio e Marisa è stata descritta dalla Madre dell’Eucaristia: "Dal momento in cui avete detto "si" le prove non vi sono mancate.
Marisella, ho visto il tuo sconforto e lo scoraggiamento e ho visto il mio vescovo crollare; questo ci ha fatto soffrire, non perché abbia mancato, no, ma perché siete molto provati e prostrati. Aspettare, aspettare la conversione degli uomini è dura, molto dura (Lettera di Dio del 14-VIII-1999).
La conversione degli uomini: ecco il motivo per cui Dio ha rimandato i suoi interventi che dovevano avvenire nel 1999 e che avverranno in una data a noi ignota. Dalla necessità di dare ancora tempo agli uomini, perché si ravvedano è nata la grande prova di fede che Dio ci ha chiesto e che noi con amore e sofferenza abbiamo accettato. La Madre dell’Eucaristia ci ha lentamente preparato ad accoglierla facendoci crescere nella virtù dell’abbandono a Dio.
"Oggi Dio Padre mi ha detto di venire e mi ha raccomandato di dirvi che Lui non può far finire tutto, se prima non ci sono tante conversioni. Suo Figlio Gesù non può essere morto invano, noi stiamo aspettando altre conversioni" (Lettera di Dio del 14-VIII-1999).
La Madre dell’Eucaristia si è rivolta ai suoi due figliolini con immensa tenerezza e ha chiesto loro: "Volete veramente lasciare tutto?"... aveva letto nel loro cuore il turbamento, l’amarezza e lo sconforto nati dalla loro conoscenza della triste situazione della Chiesa e dalla coscienza di sentirsi deboli ed incapaci di portare avanti la grande missione: "La rinascita della Chiesa".
Don Claudio in modo particolare sentiva gravare sulle sue deboli spalle "il peso della Chiesa", come gli aveva comunicato Gesù, e, pur riconoscente a Dio del dono dell’episcopato, non voleva indossare né il vestito né le insegne episcopali. Anche su questo è intervenuta la Madonna: "Perché non vuoi indossare l’abito episcopale? Perché non vuoi vestirti da vescovo?".
l’alba del 15 agosto ha visto Don Claudio e Marisa desti perché avevano vegliato tutta la notte. Avevano pregato, rinnovato la loro offerta d’immolazione e offerto le loro sofferenze fisiche, morali e soprannaturali per la Chiesa.
La Madre dell’Eucaristia ha spiegato con autorità e chiarezza che Dio si è imposto al vescovo e alla veggente che possono ripetere con Geremia: "Mi hai sedotto, Jawè, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso" (Ger 20,7).
"Si, è vero, Marisella soffre moltissimo per cause naturali e soprannaturali, ma è Dio a volerlo e a Lui non può dire di no.
Dio ha dato l’episcopato a Don Claudio e lui non poteva dire no, alla vostra sorella ha chiesto l’immolazione totale, il martirio d’amore e lei non poteva dire di no".
E se la natura umana a volte reagiva ai disegni di Dio, non Lo offendeva: "Io accetto i vostri brontolamenti, le vostre lamentele, ma non ditemi mai di no. Dio sa quello che fa, sa ciò che vuole, lo sapeva prima che voi nasceste" (cfr Salmo 139).
Durante un momento in cui le condizioni di salute di Marisa erano un pochino migliorate, il vescovo e la veggente hanno espresso il desiderio di essere accompagnati ai Prati di Tivo, dove circa venti anni prima erano andati qualche volta a sciare. È stato piacevole per loro rivedere luoghi ove avevano trascorso ore serene e di completo riposo.
Marisa ha continuato a vivere la passione di Gesù ed il 20 agosto abbiamo assistito ad un fenomeno mistico sconcertante: il capo e il viso sono stati macchiati da sangue vivo. Il giorno dopo la Madonna ci ha spiegato che l’effusione di sangue era stata causata dalla corona di spine che gli angeli avevano collocato sulla testa di Marisa.
"Tutto quel sangue che hai perso ieri, Marisella, era causato dalle spine. È sangue di una martire, perché tu lo sei" (Lettera di Dio del 23-VIII-1999).
La Madonna ha spesso ripetuto che ai suoi due figliolini "Dio non ha mai fatto mancare nulla, né l’aiuto spirituale, né l’aiuto morale, né l’aiuto fisico".
Il demonio e gli uomini hanno tentato di distruggere e di uccidere il vescovo e la veggente, ma Dio è sempre intervenuto per impedire la realizzazione di certi piani diabolici.
Un giorno, quando non ci saranno più i motivi che impongono silenzio e riservatezza, il vescovo racconterà fatti che per ora sono noti solo a lui e alla nostra sorella.
La Madre dell’Eucaristia ha indicato il 14 settembre, anniversario del primo grande miracolo eucaristico, come giorno per l’inizio ufficiale del servizio episcopale di Don Claudio.
"Il 14 settembre farete una grande festa al vescovo; dovete impegnarvi a realizzarla tutti: adulti e giovani. Non potete capire quale grazia grandissima e quale dono meraviglioso sia essere ordinato vescovo da Dio" (Lettera di Dio del 23-VIII-1999).
Il 24 agosto c’è stato un inaspettato miracolo eucaristico.
Mentre alcuni giovani stavano preparando l’altare per la celebrazione della santa Messa hanno sentito il caratteristico profumo che indica la presenza dell’Eucaristia portata da Gesù o dalla Madonna. Hanno osservato bene ed hanno notato che sul calice di una statua della Madre dell’Eucaristia c’erano tre particole.
Poiché Don Claudio e Marisa erano assenti, i giovani li hanno raggiunti col cellulare per comunicare loro l’avvenuto miracolo e per sollecitare il loro rientro.
Mentre erano ancora in macchina, la Madonna è apparsa a Marisa: "Dio mi ha detto: "Maria, porta l’Eucaristia ai miei figli" Il Signore ha voluto farvi capire che Lui compie i miracoli anche quando sono presenti poche persone. Dio è libero e nessuno può impedirgli di fare ciò che vuole".
Il vescovo e la veggente si sono uniti alle persone già presenti per adorare l’Eucaristia, e per ringraziare Dio del nuovo miracolo eucaristico.
È giunto il momento di affrontare un argomento molto importante, che è causa di discussione animata e feroce da parte di alcuni che hanno denigrato le apparizioni della Madre dell’Eucaristia, rifiutato i miracoli eucaristici e definito le lettere di Dio "robaccia".
Le lettere di Dio hanno ripetuto molte volte che Gesù e la Madonna soffrono moltissimo a causa dei peccati degli uomini e per la loro ostinazione a non convertirsi. Molti sacerdoti, compresi studiosi di teologia, hanno obiettato che Gesù e la Madonna non soffrono né possono soffrire, perché in Paradiso c’è solo godimento e gioia.
Questo è vero, ma è solo un aspetto del problema.
Innanzi tutto ci chiediamo: non è segno di presunzione dubitare o non credere a quanto dicono i diretti interessati: Gesù e Maria? Chi credono di essere questi sacerdoti e teologi che pretendono di affermare e dettare la verità?
Perché non presentano con umiltà le loro teorie teologiche, ammettendo che possono sbagliare, dal momento che non sono in grado di verificare ciò che scrivono? Perché non accolgono con riconoscenza, dopo serio esame, la verità che viene fatta conoscere da umili persone scelte da Dio per approfondire e sviluppare il discorso teologico?
A noi questi teologi ricordano i peripatetici, seguaci della filosofia di Aristotele, che affermavano, come il loro maestro, che la luna è un corpo puro, privo di macchie.
Quando Galileo inventò il cannocchiale con il quale scopri che sulla Luna erano presenti le macchie, delle quali successivamente fu nota la causa, i peripatetici non solo non vollero accettare la scoperta dello scienziato aretino, ma, invitati da lui, rifiutarono di accostare l’occhio al cannocchiale per verificare di persona perché - dicevano - Aristotele non poteva aver sbagliato.
Chi ci può garantire che ciò che dicono i teologi è vero? Per renderci conto del contrario è sufficiente ricordare alcuni nomi illustri che hanno diffuso insegnamenti condannati dalla Chiesa: Ario, Eusebio di Nicomedea, Nestorio. Aggiungiamo che prima che l’immacolata Concezione fosse definita verità di fede da Pio IX, addirittura diversi grandi dottori scolastici della Chiesa hanno negato questo singolare privilegio concesso da Dio a Maria Santissima.
Ne citiamo solo alcuni: Alessandro di Hales, S. Bonaventura, S. Alberto Magno ed infine l’angelico dottore: S. Tommaso d’Aquino. Desideriamo scusarci con i lettori per queste dissertazioni teologiche, ma erano necessarie per sgomberare il campo da equivoci.
Solo chi ha avuto rapporti, incontri e dialoghi con Cristo e con la Madonna può dire qualcosa di certo sulle condizioni della vita di Gesù e della Madonna, dopo la loro morte ed ingresso in Paradiso.
Noi sappiamo che quando il Nuovo Testamento parla di Paradiso lo presentano come un luogo ultraterreno di beatitudine ove si trovano i beati.
Hanno ragione i teologi nel sostenere che, poiché Gesù e la Madonna sono in Paradiso, non solo non soffrono, ma sono immersi nella gioia e godimento eterno, ai quali partecipano gli angeli e i santi.
Quando però Gesù, la Madonna e i santi appaiono sulla terra qual è la loro situazione? È quella che essi stessi descrivono: soffrono, piangono, sono tristi, preoccupati, amareggiati a causa dei peccati degli uomini.
Marisa ha visto molte volte piangere la Madonna e soprattutto ultimamente il suo viso era particolarmente addolorato.
La Madre dell’Eucaristia, presentando a Marisa i Papi del XX secolo ha detto: "Stanno molto soffrendo per la Chiesa", e indicando i fondatori di importanti congregazioni religiose maschili e femminili ha soggiunto: "Sono molto preoccupati dello stato delle loro congregazioni, che si sono allontanate dallo spirito originario e non rispettano i voti religiosi".
Lo stesso Gesù, non parliamo di ciò che avviene durante la celebrazione della santa Messa, ma durante le sue apparizioni sulla terra soffre, sanguina, piange e a volte si chiede: "Sono un fallito?".
La sofferenza di Gesù, della Madonna, dei santi durante le apparizioni è reale o simbolica?
Chi non ha mai visto, incontrato, parlato con Gesù, la Madonna e i santi può rispondere a questa domanda? No di certo, non ha i mezzi per farlo.
Si trova nella situazione di chi vorrebbe conoscere la faccia sconosciuta della Luna, ma non può perché la Luna mostra alla Terra sempre lo stesso volto: difatti il periodo di rotazione della Luna intorno alla Terra è esattamente uguale al periodo di rotazione della Luna attorno a se stessa.
Ma chi ci può dire cosa vivono gli abitanti del Paradiso quando appaiono sulla Terra e diventano abitanti del nostro pianeta?
La risposta è: coloro ai quali "Il Figlio lo voglia rivelare" (Mt 11,27).
Ebbene Dio nelle sue lettere portate a noi da Gesù, dalla Madonna e dai santi ci ha rivelato questa grande verità: coloro che sono in Paradiso e che Egli invia sulla Terra non solo amano gli uomini con lo stesso amore che manifestano in Paradiso, ma per essi soffrono anche, perché entrano di nuovo a far parte del corpo mistico, per cui "Se un membro soffre, soffrono con esso tutte le membra" (I Cor 12,26).
Quello che il Signore ci ha voluto far comprendere è che se l’apparizione dà gioia al veggente, causa invece sofferenza alla Madonna, ai santi, alle anime salve che la circondano durante l’apparizione. Siamo consapevoli che quanto sopra detto farà discutere molto i teologi, diversi di loro punteranno il dito contro di noi per condannarci, ma a noi interessa avere dato testimonianza alla verità. Le parole di Cristo "La verità vi farà liberi" (Gv 8,32) sono impresse nel nostro cuore a lettere di fuoco.
Riportiamo ciò che la Madonna ha detto a Marisa come conclusione e conferma di quanto abbiamo detto: "Hai vissuto la passione, Marisella, e sei stata eroica. Quando Dio ti dà questa grande sofferenza, io sto con te, soffro le tue pene, e non ti lascio sola" (Lettera di Dio del 23-VIII-1999).
I giovani hanno raggiunto a Tossicia Don Claudio e Marisa e si sono intrattenuti con loro per l’ultimo week-end di agosto.
Con l’assenso di Marisa e all’insaputa di Don Claudio, i giovani hanno portato l’abito episcopale confezionato da un membro della comunità, lo zucchetto e una croce pettorale e un anello scovati all’ultimo momento.
Per accontentare i suoi giovani Don Claudio ha indossato l’abito e messo le insegne episcopali; ma mancava il pastorale. Nessuna paura; i giovani hanno preso una canna, hanno incurvato una sbarra di ferro, facendole prendere la forma della parte finale del pastorale, l’hanno ricoperta di carta stagnola argentata ed hanno consegnato l’improvvisato capolavoro al vescovo che l’ha impugnato e si è presentato emozionato e un po’ a disagio ai suoi figli. È stato accolto da un caloroso applauso bene augurante. Tutti si sono raccolti in preghiera; la Madonna è apparsa e ha portato la lettera di Dio che riportiamo quasi integralmente.
Madonna - Oggi per voi è grande festa. Avete un santo vescovo, ma non potete neanche immaginare quanto sia aumentato il peso della Chiesa sulle sue spalle. Ora non ha la forza fisica; la stanchezza, le difficoltà, le calunnie, la malattia lo hanno prostrato, ma Dio interverrà in suo aiuto, quando arriverà il momento di lottare per far trionfare la verità, e allora tutti i nemici della Chiesa verranno smascherati. Molte volte vi ho detto che ci sono sacerdoti buoni, ma paurosi, e sacerdoti non buoni che vanno avanti nelle cariche e nell’accumulare potere e denaro.
Vi chiedo di pregare per il vostro vescovo; i cattivi non accetteranno la straordinaria iniziativa di Dio.
I buoni, i teologi avranno paura degli uomini della Chiesa, ma non di Dio, non del vescovo. Invece devono avere paura di Dio, che è intervenuto ordinando vescovo Don Claudio, perché gli uomini della Chiesa si sono allontanati da mio Figlio Gesù. Insegnano i loro interessi e fanno finta di pregare quando c’è tanta gente o sono presenti TV e mass media. Si mettono sul trono, ma che cosa danno a Dio? Nulla.
Il Signore ha bisogno di vescovi santi, di sacerdoti santi, di cristiani santi, non di mezze misure.
Dio ha voluto dare l’episcopato al mio sacerdote prediletto. Vedrai, Don Claudio, ogni tanto arriverà qualcosa. È finito il tempo di stare sotto il moggio. Tu sai molto bene che le persone che non amano sono cattive.
San Giuseppe - Coraggio, Eccellenza, hai tutta la Chiesa sulle spalle.
Madonna - Mano mano che vi avvicinerete al giorno 14 settembre, io vi dirò ciò che dovrete fare. Don Claudio, sei d’accordo?.
Domenica 29 agosto i giovani si sono riuniti intorno al vescovo e alla veggente per pregare e prepararsi alla celebrazione della santa Messa.
Don Claudio ha preso lo spunto da Geremia, prima lettura della Messa, "Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre, mi hai fatto forza e hai prevalso" per invitare i giovani a manifestare il SÌ totale d’amore al Cristo, come avevano fatto lui e Marisa a Lourdes 26 anni prima.
È seguita una breve e toccante cerimonia. I giovani si sono mesi in fila per uno davanti al vescovo e via via che arrivavano davanti a Don Claudio si inginocchiavano. Il vescovo prendeva nella sua la mano destra del giovane e imponeva la sinistra sul capo. Ognuno di essi diceva a voce alta: "Ho detto Sì", riceveva la benedizione dal vescovo, al quale baciava la mano, poi si alzava e tornava al suo posto.
Terminata la cerimonia sono apparsi Gesù e la Madre dell’Eucaristia che hanno portato la lettera di Dio.
Gesù - Sono venuto Io, il vostro Gesù, per parlarvi ancora di amore, di pace e serenità anche nelle difficoltà della vita che sono tante. Gesù è qui con voi e vi ama di un amore immenso. Voi ora siete nella grande prova, ma dovete viverla con felicità.
Il termine di tutta questa grande prova per voi e per coloro che seguono il cammino del mio vescovo è la felicità. Guai a coloro che oseranno calunniare il mio vescovo, guai, arriveranno momenti pesanti e penosi per loro. Nessuno si può permettere di offendere, calunniare e diffamare ciò che Dio onnipotente ha fatto. Dio ha ordinato vescovo Don Claudio e nessun uomo della terra, neanche il Papa, può non riconoscere il suo episcopato. Tutti gli uomini della terra debbono accettare ciò che Dio onnipotente ha fatto. Non ha dato la pienezza del sacerdozio a Don Claudio per renderlo felice e potente, lo ha scelto perché ha amato e sa amare, e la sua generosità è immensa: solo per questo. Il mio vescovo ama le anime ed è pronto a morire pur di salvarne una, se vuole essere salvata. Scrivete questo messaggio e diffondetelo. Nessun uomo della Terra può calunniare, diffamare e non accettare ciò che Dio ha fatto. Dio può far tutto ciò che vuole, è onnipotente ed onnisciente, è Tutto e può fare tutto. Guai, guai a coloro che rifiuteranno il mio vescovo. Leggete il Vangelo, Io ho chiamato razza di vipere, sepolcri imbiancati chi ha osato combattere i disegni di Dio. Chi si mette contro la Sua volontà, pecca gravemente ed è difficile che entri nel Regno dei Cieli. Chi ascolta e acconsente alla calunnia e alla diffamazione è colpevole dello stesso peccato. E se qualcuno parla male del vescovo, della veggente, dei miracoli eucaristici non ascoltatelo; se ascoltate peccate come lui. Difendete Dio, la Chiesa, il vescovo o tacete, ma non acconsentite a ciò che dicono.
Torno a Dio Padre, a Dio Spirito Santo e vi lascio Maria, Madre dell’Eucaristia.
Madonna - Dopo quello che ha detto mio Figlio Gesù - ed io sono con Lui - la Mamma può soltanto ripetervi che vi ama. Vi amo tutti. Continuate, miei cari figli, ad amare, ad amarvi e ad aiutare il vescovo: Sua Eccellenza Mons. Claudio. Aiutatelo. Non potete immaginare quanto bisogno ha in questo momento di essere aiutato. La Mamma ringrazia coloro che si sono prodigati per aiutarlo in questo periodo, si fa per dire, di vacanza. . .
Marisa - Sì, perché vacanza proprio non è stata mai!
Madonna - Miei cari due figliolini, Dio ha promesso che vi darà la forza di andare avanti. Siate felici, contenti e amate. Io vi auguro di riposarvi durante questi pochissimi giorni che sono rimasti. Per quanto potete, riposate.
Marisa - Noi riposiamo se tu e Gesù ci lasciate in pace. Stai tranquilla che ci riposiamo.
Madonna - Tu no, Marisella, non ti riposerai, vivrai ancora la passione.
Marisa - Io sono un essere umano? Allora come essere umano potrei stare un pochino meglio? Così i giovani sono contenti, perché te l’ho chiesto, e voi fate come volete.
Madonna - Adesso ciò che è importante è che tu, Mons. Claudio, celebri la S. Messa, come se fosse l’ultima Eucaristia della tua vita. Voi, miei cari giovani, partecipate alla S. Messa e ricevete mio Figlio Gesù, come se fosse l’ultima comunione della vostra vita, partecipatevi in grazia, con tutto il cuore e con tutto l’amore. A coloro che partono, coraggio e stringano i denti. La vostra sorella dice: "Voi potete farlo"; lei non può.
Marisa - Sai tutto!
Madonna - Andate avanti. Date serenità ai vostri fratelli. Auguri a tutti. Insieme al mio e vostro vescovo benedico voi, i vostri cari, i vostri oggetti sacri.
Vi copro con il mio manto materno e vi tengo stretti al mio cuore. Oggi fate il proposito di non versare lacrime.
Marisa - Siamo un po’ commossi. Siamo stati ventotto anni sotto il moggio, poi all’improvviso ci mettete sul candelabro. Stare sopra è più duro, credo che sia meglio stare sotto.
Poiché da diverso tempo nella mente di Don Claudio risuonava questa domanda "Se i vescovi sono i successori degli apostoli, io chi sono?", la Madre dell’Eucaristia ha dato la risposta che ha lasciato sbigottito il nostro vescovo e che al momento opportuno verrà fatta conoscere.
Don Claudio e Marisa hanno sperato fino all’ultimo di poter godere alcuni giorni di riposo, ma sono rimasti stritolati dalla morsa di ferro dei tanti problemi.
Marisa desiderava ardentemente che l’ordinazione episcopale di Don Claudio fosse riconosciuta dal Papa e ha spesso chiesto al Signore: "Gesù, dì al Papa di dare la sua approvazione all’ordinazione episcopale di Don Claudio" ed ha ricevuto questa assicurazione: "È più grande essere eletti da Dio. Il Papa sa quello che deve fare".
Anche san Pietro ha parlato dell’episcopato di Don Claudio.
S. Pietro - Sono venuto per te, monsignor Claudio Gatti.
Quando Gesù mi ha detto: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" e dopo mi ha eletto primo Papa ho tremato, mi sono sentito piccolo, ho avuto tanta paura, però il suo aiuto non mi è mai mancato né durante la sua vita né dopo la sua morte e risurrezione. Gesù farà lo stesso con te. Ti ha eletto vescovo, ti ha dato un dono e una grazia eccezionali. Non sei un semplice vescovo eletto dagli uomini, ma da Dio. Dovrai affrontare molte difficoltà e sofferenze, specialmente a causa degli uomini della Chiesa che sanno benissimo che quando Dio chiama, il chiamato deve rispondere. Non accetteranno il tuo episcopato per invidia e gelosia. Tu vai avanti: oltre la Trinità, oltre la Madre dell’Eucaristia, anch’io e gli altri apostoli ti aiuteremo. Non sarai solo a portare avanti questa pesante missione, avrai pochi adulti con te, non la massa, come è avvenuto per altre apparizioni, e avrai pochi giovani, ma santi, perché Dio così li vuole. Tu sei già santo sulla terra, e questa è una grazia grandissima. Dio ha posato gli occhi su di te, ti ama, anche se a volte sembra che si dimentichi di te, di Marisella e di tutti coloro che ti seguono. Tu sei vescovo a tutti gli effetti, il tuo sacerdozio è completo. Ti sarà molto difficile esercitare l’episcopato, perché sei un agnellino che gli uomini vogliono portare al macello, ma tutti noi siamo con te. Auguri, eccellenza, da Pietro, da Paolo, da Giovanni e da tutti gli altri apostoli che mi sono vicini, da tutti gli angeli e i santi" (Lettera di Dio del 4-IX-1999).
Mai come in quel momento Don Claudio e Marisa hanno desiderato tornare a Roma per trovarsi ancora insieme a fratelli e sorelle sui quali poter contare e dai quali ricevere affetto, aiuto e sostegno.
Il giorno seguente il rientro a Roma sono iniziati i preparativi per celebrare l’inizio ufficiale del servizio episcopale di Don Claudio.
Adulti e giovani hanno fatto a gara nel preparare questa festa che coincideva con il quarto anniversario del primo grande miracolo eucaristico.
La Madre dell’Eucaristia, continuamente presente, non ha fatto mancare il suo aiuto, ha dato, come aveva promesso, idee e suggerimenti per organizzare tutto nel modo migliore.
Ha portato a noi un’importante lettera di Dio, nella quale era scritto a lettere d’oro che per le sofferenze di Marisa e di Don Claudio e per le preghiere, fioretti e sacrifici della comunità si erano convertiti 5.000.000 di persone. Don Claudio ha commentato scherzosamente: "Ancora devo prendere possesso della mia diocesi ed essa già conta milioni di fedeli, centinaia di sacerdoti e decine di vescovi e cardinali", alludendo alle numerose conversioni avvenute tra laici ed ecclesiastici.
La Madre dell’Eucaristia ha detto: "Il vostro compito è: aiutare il vescovo ordinato da Dio.
Chi può distruggere questo dono di Dio?
Chi è l’uomo per imporsi a Dio e distruggere ciò che Dio fa?
Pregate, pregate per questo vescovo che Dio ha scelto, come ha scelto Pietro, ma guai, e ripeto ciò che ha detto mio figlio Gesù, guai all’uomo che tenta di distruggerlo.
Il peccato è grave, perché vuole distruggere l’opera di Dio.
Questo lo ripeterò ancora: il sacerdote non voleva onori, potere, ricchezza, non cercava nulla, ma solo di amare e aiutare le anime.
Molti hanno capito e accettato, moltissimi hanno rifiutato e calunniato.
Colui che non ha messo Dio al primo posto non comprende il vescovo" (Lettera di Dio del 12-IX-1999).
Il 13 settembre abbiamo fatto una solenne veglia di preghiera, il cui tema era: "Vi darò pastori nuovi secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con scienza e intelligenza" (Ger 3,15).
È apparsa la Madonna ed ha aggiornato il numero delle anime convertite: 6.000.000.
Don Claudio ha mormorato: "Grazie, mio Dio, questo è il regalo più bello che potevi farmi per l’inizio ufficiale del mio servizio episcopale".
La Madre dell’Eucaristia ha anche affermato: "Ho gustato e gioito per tutto ciò che avete preparato.
Voi non avete ancora compreso l’importanza di questa scelta di Dio su una semplice creatura che soffre sempre e si dà completamente alle anime, anche se non tutte rispondono".
Il 14 settembre abbiamo festeggiato l’esaltazione della Croce, il quarto anniversario del primo miracolo eucaristico e l’elezione all’episcopato di Don Claudio. Molte le persone venute dalla Liguria, dalla Sardegna, dalle Marche, dal Veneto, dagli Abbruzzi, dalla Lombardia e da altre regioni d’italia; perfino dall’estero.
Il demonio ha cercato di disturbare il silenzio, la concentrazione e il raccoglimento dell’assemblea: all’inizio della veglia di preghiera sono stati lanciati sassi e pezzi di cemento nel luogo taumaturgico. Nessuno dei presenti è rimasto colpito, perché la maggior parte dei presenti era protetta dal tendone inaugurato a Marzo per l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Don Claudio. Alcuni dei nostri giovani non protetti dal tendone, hanno visto cadere i "proiettili" a pochi passi da loro. Insomma nessuno è rimasto ferito e tutto si è risolto, come ha detto la Madre dell’Eucaristia "con un po’ di paura".
La Madonna ha spiegato: "Qualcuno ha mandato delle persone per far del male, per gettare dei sassi come voi ben sapete. Si, dirò alla vostra sorella come sono andati i fatti ed ella ne riferirà a S.E. il vescovo, solo a lui. Purtroppo gli uomini grandi si nascondono e mandano avanti i piccoli.
Questo attentato è stato organizzato da chi cerca di distruggervi. Coloro che hanno mandato i provocatori hanno peccato gravemente".
Il lancio dei sassi e dei pezzi di cemento non è riuscito a turbare la serenità e la gioia dell’assemblea: tutti hanno visto non solo che Don Claudio è rimasto tranquillo, ma addirittura ha scherzato dicendo: "Cosa volete, ci sono due o tre persone che non ci amano".
Il tema della veglia di preghiera è stato preso dal Magnificat: "l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato la bassezza della sua serva.
Grandi cose ha fatto in me l’onnipotente. Ha innalzato gli umili" (Lc 1,46 seg.).
Durante la veglia i giovani hanno consegnato al novello vescovo il vestito, la fascia e le insegne episcopali che Don Claudio ha indossato, presentandosi poi all’assemblea che l’ha applaudito affettuosamente.
La Madre dell’Eucaristia, apparsa, ha detto: "Miei cari figli, Dio ha scelto il sacerdote e lo ha eletto vescovo. È la prima volta nella storia della Chiesa che dopo aver ordinato vescovi Pietro e gli altri apostoli, Dio ha dato lo stesso grande dono a un sacerdote".
Mio Figlio Gesù ha detto: "Per anni ed anni sei stato sotto il moggio, ora basta, ti ordino vescovo e ti do tutti i poteri".
Aiutato dalla grazia sacramentale dell’episcopato Don Claudio può accettare e sopportare tutte le sofferenze e portare avanti la grande missione che conosciamo solo Noi del Cielo, lui e la veggente, le mie due creature.
I segreti che la vostra sorella custodisce sono molto pesanti per lei e molto difficili per Don Claudio.
Dio elegge il vescovo e lo ordina senza chiedergli il permesso, ma dove sono i suoi confratelli? Dove sono coloro che hanno sempre ricevuto una buona parola da questo semplice e umile vescovo, ma grande ai nostri occhi?
Il vescovo è in croce come Gesù; ma la croce dà gioia, salva gli uomini che vogliono essere salvati; è sofferenza, ma anche gioia, amore e vi dà la salvezza per la vita eterna. Salve, o croce, viva la croce.
Il primo grande miracolo eucaristico si è verificato il 14 settembre 1995 e si è ripetuto negli anni successivi.
Nel 1998 è sgorgato il sangue dall’Eucaristia, il Cuore di mio Figlio Gesù è scoppiato d’amore per tutti gli uomini della terra.
Ancora non vi siete resi conto che il trionfo dell’Eucaristia è iniziato da tempo, come da anni è iniziata la purificazione che ancora continua. L’uomo non si converte. Fare un cammino con Dio è difficile, ma voi che lo avete compiuto andate avanti, non tornate indietro. Il sì che avete detto a Dio sia definitivo. Non abbiate paura; la Mamma non vi ha mai detto che godrete, ma che soffrirete; e la sofferenza è anche gioia, è amore. Questo è il pianeta Terra.
Il novello vescovo non sarà accettato, a causa dell’invidia e della gelosia dei confratelli soffrirà molto e dirà: "Perché Dio, il mio Tutto, non può fare ciò che vuole? Il Signore, che ha creato il cielo e la terra, che ha creato l’uomo, non può ordinare un vescovo? Chi siete voi per opporvi a Dio? Sacerdoti, teologi, vescovi, cardinali, tutti avranno da dire qualcosa contro Don Claudio, specialmente coloro che non amano l’Eucaristia. I buoni avranno paura e taceranno" (Lettera di Dio del 14-IX-1999).
Per adornare l’altare i giovani hanno fatto un pastorale, appoggiato alla croce, ed hanno ricoperto il tutto con fiori variopinti. Alla fine dell’apparizione la Madre dell’Eucaristia ha ordinato alla veggente: "Marisella, alzati, prendi la croce e consegnala al vescovo. È suo compito innalzare la croce".
Marisa si è alzata agilmente dalla sedia a rotelle tra l’emozione generale, ha preso la croce e l’ha consegnata al vescovo.
Don Claudio ha stretto la croce con trasporto e si è girato verso i presenti. La Madonna ha continuato: "Ecco, così deve essere la vostra croce con tanti fiori che emanano profumo, danno gioia e vi aiutano ad andare avanti. Non è pesante e tetra, ma croce di luce, di fiori, di profumo.
Ognuno di voi deve portarla con gioia, anche nelle difficoltà e nelle contrarietà della vita. Questa è la vera croce, adornata di fiori, che dà gioia" (Lettera di Dio del 14-IX-1999).
Terminata l’apparizione il novello vescovo si è recato in sacrestia per indossare i sacri paramenti.
Dopo pochi minuti preceduto dai giovani il nostro vescovo ha fatto il suo ingresso rivestito dei sacri paramenti e delle insegne episcopali sotto il tendone che la Madonna chiama Basilica "Madre dell’Eucaristia" e che Don Claudio considera come la sua cattedrale.
Il vescovo indossava il camice ricamato con tanto amore e sacrificio da Marisa e su di esso spiccava la casula rossa, colore dell’immolazione, della sofferenza, dell’amore e impugnava il pastorale "segno del suo ministero di pastore" che sembrava affaticarlo molto, perché era cosciente che il peso della Chiesa sulle sue spalle era aumentato.
Sul suo petto brillava una croce sobria ed elegante e al dito aveva l’anello, segno di fedeltà alla santa Chiesa, sposa di Cristo. La croce e l’anello erano adornati da una pietra viola, colore dell’umiltà, della docilità, dell’abbandono totale a Dio.
Don Claudio aveva sul capo semplicemente lo zucchetto. Non aveva voluto che i membri della comunità gli acquistassero la mitra, perché Gesù non l’aveva indicata tra le insegne episcopali che doveva indossare.
Don Claudio stesso ha sempre sostenuto che il vescovo quando compie atti di culto a Dio, in segno di rispetto deve essere a capo scoperto. I fedeli devono essere guidati ad entrare nel mistero eucaristico e non distratti o incuriositi dai preziosi copricapi indossati dai celebranti.
Coloro che celebrano la santa Messa devono vestire paramenti eleganti, ben curati e sobri per rispetto al mistero divino che stanno celebrando e non devono indossare insegne e paramenti che servono a soddisfare solo la vanità e la vanagloria.
Sarebbe opportuno abolire certi vestiti episcopali e cardinalizi, per riportare i ministri di Dio ad un genere di vita più simile a quello della Chiesa primitiva. Che dire poi dei vari titoli ecclesiastici? Se scomparissero la Chiesa non ne risentirebbe e non perderebbe nulla.
La Madre dell’Eucaristia alla fine del messaggio ha annunciato: "Il deserto fiorirà".
Per ora il deserto è fiorito a macchie di leopardo, qua e là, e noi attendiamo la sua piena fioritura, anche se sappiamo che le sue zolle devono prima essere rivoltate da vanghe, aratri e trattori, cioè la Chiesa deve prima soffrire e poi rinascere. Siamo coscienti che per divina volontà, noi saremo testimoni e strumenti di questa rinascita.
Il novello vescovo Claudio Gatti il 14 settembre 1999 ha celebrato la santa Messa perché presto il deserto rifiorisca e la Chiesa mostri al mondo un volto senza macchia né ruga.
"Coraggio, Io ho vinto il mondo" (Gv 16,33).
Roma, 15 Agosto 2000
Festa dell’assunzione di Maria, Madre dell’Eucaristia
A cura del Comitato Culturale
del Movimento Impegno e Testimonianza
"Madre dell’eucaristia"
Allegato n.1
Al cardinal vicario Camillo Ruini
All’arcivescovo vicegerente Mons. Cesare Nosiglia
Al vescovi ausiliari: Mons. Enzo Dieci, Mons. Armando Brambilla, Mons. Vincenzo Apicella, Mons. Luigi Moretti, Mons. Salvatore Fisichella
Ai membri della commissione: p. Jesus Castellano, Mons. Agostino De Angelis, Mons. Benedetto Tuzia, p. Roberto Zavalloni
Al cancelliere del Vicariato: don Giuseppe Tonello
Al responsabile delle comunicazioni sociali: don Marco Fibbi
Ad alcuni parroci e sacerdoti di Roma; poiché l’elenco di coloro che si sono opposti con ferocia e durezza alle apparizione mariane e ai miracoli eucaristici è troppo lungo, cito solo due nomi:
don Claudio Cazzola e don Carlo Quadracci.
Cari fratelli in Cristo e confratelli nel sacerdozio, Gesù ha detto che l’ormai nota lettera che ho indirizzato al clero cattolico è stata rifiutata e strappata solo da alcuni ecclesiastici che mi hanno accusato di essere un orgoglioso sobillatore, mentre da molti, anche se si comportano come Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea per paura di compromettersi, è conservata come una reliquia.
Lo stesso Signore più volte ha rivelato che alcuni di voi credono alla veridicità e all’origine soprannaturale delle apparizioni mariane e dei miracoli eucaristici, ma perché temono che, manifestando di crederci, possano perdere il posto e il potere fanno finta di non crederci.
In un colloquio con Mons. Nosiglia ho detto: "Sappiamo di voi molte più cose di quanto possiate immaginare", non per farcene un vanto, ma per comunicarvele in modo da aiutarvi se lo volete, a cambiare atteggiamento nei riguardi dei grandi interventi di Dio nel luogo taumaturgico.
Il Signore ci rivela quanto è necessario conoscere anche per darci la possibilità di difenderci da attacchi preparati in conciliaboli segreti, resistere alla persecuzione organizzata da persone molto in alto che non appaiono mai e soprattutto per permetterci di vivere serenamente e fiduciosamente i momenti in cui la Chiesa sarà sconvolta da lotte fratricide. Poi con il trionfo dell’eucaristia la Chiesa sarà rinnovata e restituita ad una meravigliosa bellezza e forza incomparabile, perché il grande sacramento d'amore e di unione sprigionerà un'azione cosi potente che prima riunirà le Chiese Cristiane divise e poi farà confluire verso l’unica vera Chiesa, quella cattolica, tutte le altre religioni.
Davanti a noi si apre il terzo millennio intensamente eucaristico e gli uomini non potranno distruggere i piani di Dio, anche se qualche volta hanno la sensazione e la presunzione di poterlo fare.
Gesù ha affermato che:
a) avete tentato di mettermi contro di Lui e di violentare la mia coscienza, senza riuscirvi;
b) mi avete ricattato, minacciandomi la sospensione a divinis, quando mi avete imposto, senza preventivamente aver fatto nessun serio esame dei fatti soprannaturali e senza aver interrogato nel rispetto del Vangelo e del Codice me, la veggente e le centinaia di persone testimoni dei numerosi e grandi miracoli eucaristici, di non adorare l’eucaristia portata da Gesù, dalla Madonna, dagli angeli e dai santi. Inoltre mi avete imposto, come condizione per essere riammesso all’esercizio del sacro ministero, di riconoscere che mi ero ingannato e che avevo ingannato le persone che erano venute a pregare nel luogo taumaturgico. I miracoli sono "segni" della divinità del Cristo e il Signore ne ha operati molti che in una precedente relazione vi ho comunicato dettagliatamente, ma voi non avete voluto prenderli neanche in considerazione. Inoltre a me, che avevo portato in Vicariato l’eucaristia che aveva sanguinato, perché fosse esaminata, Mons. Nosiglia con un gesto imbarazzato e infastidito ha detto nervosamente: "Che cos'è questo pezzo di pane?";
c) avete abusato più volte del vostro potere nei nostri riguardi:
1) quando avete proibito, senza nessun motivo, di celebrare la S. Messa nella nostra cappella; 2) quando volevate impedire alle persone di venire a pregare nel luogo taumaturgico e di partecipare agli incontri biblici e poi, dietro mia insistenza, avete permesso che ne potessero venire solo 50 (cinquanta); di conseguenza avrei dovuto respingere dopo la cinquantesima persona tutte le altre; 3) quando mi avete costretto a non predicare i ritiri spirituali ai nostri giovani nella nostra casa che gode di locali idonei e di giardino silenzioso e mi avete obbligato a chiedere ospitalità presso istituti religiosi, che spesso ho dovuto anche pagare; 4) quando mi avete impedito di celebrare la S. Messa anche una sola volta la settimana nella casa S. Gaetano ai partecipanti ai nostri incontri biblici facendomi riferire dal direttore: "Don Claudio può celebrarvi da solo, ma non con i membri della sua comunità"; 5) quando avete impedito in tutti i modi alle persone di venire a pregare a via delle Benedettine, seminando calunnie e diffondendo ziazzania contro di noi; 6) quando ci avete proibito di rilasciare interviste e di ricevere i giornalisti, mentre Gesù ha ripetuto più volte: "Perché le grandi opere di Dio devono passare sotto silenzio?"; 7) quando senza avere in mano nessun elemento per esprimervi avete chiesto al responsabile di Internet di non pubblicare sulla rete telematica i messaggi della Madre dell’eucaristia; 8) quando avete incoraggiato radio che si definiscono cattoliche a buttar fango su me e Marisa, sulle apparizioni più importanti e sui miracoli eucaristici più grandi di tutta la storia della Chiesa; 9) quando avete formulato contro di noi i seguenti giudizi contrari alla verità e alla carità: "Il demonio porta le particole. Le apparizioni delle ostie sono fenomeni da baraccone o sono frutto di patologia religiosa. È tutto una grandissima bufala. Fanno giuochi di prestigio. Spaccano la Chiesa in due. I presunti messaggi della Madre dell’eucaristia sono robaccia". Ho citato solo giudizi che voi avete comunicato alla stampa o a membri della mia comunità, ho taciuto quelli che non sono ripetibili e che sono stati detti più volte in conciliaboli segreti; 10) quando avete pronunciato parole offensive, soprattutto contro Marisa che avete defniito: "pazza, eretica, bestemmiatrice, indemoniata" 'e peggio'; avete più volte trasgredito il canone 220.
Io ho sempre chinato il capo ed ho sempre ubbidito, anche se non ero d'accordo con voi, come ho detto personalmente al card. Ruini.
Gesù e la Madonna hanno più volte affermato: "Il vostro sacerdote è sempre stato ubbidiente a Dio e alla Chiesa"; di conseguenza non io ho disubbidito alla Chiesa, ma voi non avete ubbidito a Dio, perché vi siete opposti alla sua divina volontà, ai suoi disegni, ai suoi miracoli eucaristici.
Quando l’uomo, qualunque carica ricopra nella gerarchia, si oppone coscientemente a Dio, si assume gravissime responsabilità che possono mettere in serio pericolo la salvezza della sua anima.
La frase che ha fatto inorridire tutto il Paradiso è stata: "Mi vendicherò e lo schiaccerò".
Colui che l’ha pronunciata, e noi sappiamo chi è, ha dimostrato di avere nel cuore odio, rancore, disprezzo e spirito di vendetta. Costui si è macchiato di un grave peccato davanti a Dio e coloro che hanno sentito pronunciare quella frase ed hanno taciuto per convenienza o per paura, sono diventati responsabili dello stesso peccato; questo insegna la Sacra Scrittura.
A causa di questi motivi, ma soprattutto di uno, il più grave, del quale per ora non possiamo parlare, il Signore Gesù mi ha ordinato di interrompere con voi qualsiasi rapporto e dialogo, finché non verranno ritirati i decreti promulgati contro di noi e che Dio ha dichiarato "nulli, invalidi, illegittimi" e finché non avrete presentato le vostre scuse per iscritto a me, a Marisa e alla mia comunità per le gravi e pesanti accuse, calunnie, diffamazioni che avete più volte pronunciato contro di noi e che sono state, anche se non tutte, riportate in più occasioni dalla stampa e in servizi televisivi.
Io, Marisa, i miei giovani e i miei adulti abbiamo praticato con amore nei vostri riguardi la correzione fraterna come insegna il Vangelo. (cfr. Mt 18,15-17)
Gesù ha ripetuto più volte nei suoi messaggi che la correzione fraterna va fatta a tutti, anche ai sacerdoti, ai vescovi e ai cardinali; noi l’abbiamo fatta, ma non è stata accettata, anzi per noi è diventata controproducente e causa di nuove sofferenze.
Cari confratelli, vi prego, vi supplico, vi scongiuro: non peggiorate la vostra situazione spirituale già tanto grave di fronte a Dio, alla Chiesa e alla Storia.
Molti di voi, anche questo sappiamo per rivelazione soprannaturale, sono dominati dalla stessa paura dei farisei. (cfr. Gv 12,19)
Fate un serio ed onesto esame di coscienza, non abbiate paura degli uomini, ma di Dio che vi giudicherà, e, se è necessario per la salvezza della vostra anima, date anche le dimissioni dal vostro incarico e difendete con coraggio la verità, perché questa "Vi farà liberi". (Gv 8,32)
Questa lettera è stata dettata dall’amore e dalla sollecitudine per le vostre anime, anche se può sembrare in alcuni passaggi dura, forte e tagliente; leggetela con umiltà e attenzione, non fatele fare la fine delle altre lettere speditevi da me e che sono state stracciate e cestinate.
Come dardi infuocati sono conficcate nella mia mente e nel mio cuore le parole di Gesù: "Che giova, infatti, all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perderà l’anima sua? Oppure, che cosa può dare l’uomo in cambio dell’anima sua?". (Mt 16,26)
Per un momento spogliatevi delle vostre cariche, liberatevi del vostro potere, inginocchiatevi davanti alla Eucaristia, anche a quella portata qui da Gesù e che ha versato sangue e chiedetevi: "Chi sono io davanti a Te, mio Dio?".
Ascoltate il vostro cuore, apritevi alla comprensione dei disegni di Dio e abbandonatevi a Lui, come figli tra le braccia del Padre. Si, non ho paura di affermare che non vi temo, ma che vi amo e che vorrei condividere con voi il trionfo dell’eucaristia, ormai molto vicino.
Sorella morte potrebbe bussare prima che voi pensiate ed allora tutti i disegni umani che avete coltivato andranno in fumo.
Io non ho mai parlato così duramente di voi a nessuno né in privato né tanto meno in pubblico, se l’ho fatto ora, rivolgendomi direttamente a voi, è solo per ubbidire all’insegnamento di Gesù, praticare la correzione fraterna nei vostri riguardi e darvi prova tangibile del vero amore. "Convertitevi e credete al Vangelo". (Mc 1,15)
Non rispondete con condanne e con anatemi a questa lettera, perché potrebbe essere l’ultima occasione di salvezza che Dio vi offre attraverso un umile sacerdote e ricordatevi le significative parole di S. Agostino "Timeo Dominum transeuntem et non plus revertentem".
So che dovremo ancora soffrire prima del trionfo dell’eucaristia, del trionfo della verità, del nostro trionfo; Gesù e la Madonna hanno annunciato che tutto questo inizierà a verificarsi nel 1999. l’attesa ormai è breve, è rimasto poco tempo prima che Dio intervenga; questo è ancora il tempo della misericordia, poi inizierà quello della giustizia e non vorrei trovarmi allora tra coloro che hanno combattuto Gesù Eucaristia che ha versato sangue e che è stato trasportato nel luogo taumaturgico.
Noi ora stiamo vivendo il momento più duro, più sofferto, più combattuto della nostra vita e seguiamo l’esempio di Maria che dopo la morte del Divin Figlio - questo ha detto - aveva nel suo cuore sofferenza e gioia: sofferenza perché il Figlio era morto, gioia perché attendeva con fede incrollabile che risorgesse. È meglio patire ora qualche sofferenza per Cristo che essere per tutta l’eternità distaccati e lontani da Lui. Sono per noi di consolazione le parole di Paolo: "Chi potrà separarci dall’amore di Cristo? Quale tribolazione, angustia, persecuzione, fame, nudità, pericolo, spada? Certamente né la morte nè la vita, nè gli angeli nè i principati, nè il presente nè il futuro, nè le potenze, nè cose alte o profonde, nè alcun'altra creatura ci potranno separare dall’amore di Dio che ci giunge nel Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,35,38-39)
Saluto "tutti i fratelli con un bacio santo". (I Tess 5,26)
Sac. Claudio Gatti
Roma, 8 settembre 1998
Allegato n.2
Ai sacerdoti di Roma
Cari fratelli in Cristo e confratelli nel sacerdozio,
Gesù ha detto che l’ormai nota lettera che ho indirizzato al clero cattolico di tutta la Chiesa è stata rifiutata e strappata solo da alcuni ecclesiastici che mi hanno accusato di essere un orgoglioso sobillatore, mentre da molti, anche se si comportano come Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea per paura di compromettersi, "è conservata come una reliquia".
Il Signore più volte ha anche rivelato che diversi di voi credono all’origine soprannaturale delle apparizione mariane e dei miracoli eucaristici, ma perché temono che, manifestando di aderirvi, possono perdere il posto e il potere, fanno finta di non crederci.
In un colloquio con Mons. Nosiglia ho detto: "Sappiamo molte più cose di quanto possiate immaginare", non per farcene un vanto, ma per aiutare coloro che vogliono cambiare atteggiamento nei riguardi dei grandi interventi di Dio nel luogo taumaturgico.
Il Signore ci rivela quanto è necessario conoscere per darci la possibilità di difenderci dagli attacchi preparati in conciliaboli segreti, resistere alla persecuzione organizzata da persone molto in alto che non appaiono mai e soprattutto per permetterci di vivere serenamente e fiduciosamente i momenti in cui la Chiesa sarà sconvolta da lotte fratricide. Poi con il trionfo dell’eucaristia la Chiesa sarà rinnovata e restituita ad una meravigliosa bellezza e forza incomparabile, perché il grande sacramento d'amore e di unione sprigionerà un'azione così potente che prima riunirà alla Chiesa Cattolica le Chiese Cristiane divise e poi farà confluire verso l’unica vera religione, quella cattolica, tutte le altre religioni.
Davanti a noi si apre il terzo millennio intensamente eucaristico e gli uomini non potranno distruggere i piani di Dio, anche se qualche volta hanno la presunzione di poterlo fare.
Gesù ha affermato che l’autorità ecclesiastica:
a) ha tentato di mettermi contro di Lui e di violentare la mia coscienza, senza riuscirvi;
b) mi ha ricattato, 1) perché mi ha minacciato la sospensione a divinis, quando mi ha ordinato, senza preventivamente aver fatto nessun serio esame dei fatti soprannaturali e senza aver interrogato nel rispetto del Vangelo e del Codice me, la veggente e le centinaia di persone testimoni dei numerosi e grandi miracoli eucaristici, di non adorare l’eucaristia portata da Gesù, dalla Madonna, dagli angeli e dai santi, 2) perché mi ha imposto, come condizione per essere riammesso all’esercizio del sacro ministero, di riconoscere che mi ero ingannato e che avevo ingannato le persone che erano venute a pregare nel luogo taumaturgico.
I miracoli sono "segni" della divinità del Cristo e il Signore nel luogo taumaturgico ne ha operati molti che nella precedente lettera vi ho descritto dettagliatamente.
Inoltre a me, che avevo portato in Vicariato l’eucaristia che aveva sanguinato, Mons. Nosiglia, con un gesto imbarazzato e infastidito, ha detto nervosamente: "Che cos'è questo pezzo di pane?" e ha rifiutato di trattenerla per farla esaminare.
c) Ha abusato del potere nei nostri riguardi, 1) quando ha ritirato, senza nessun motivo, la facoltà, concessami dal Card. Poletti, di celebrare la S. Messa e di conservare l’eucaristia nella nostra cappella; 2) quando prima ha proibito alle persone di venire a pregare nel luogo taumaturgico e di partecipare agli incontri biblici e poi, dietro mia insistenza, ha permesso che ne potessero venire cinquanta; di conseguenza avrei dovuto respingere dopo la cinquantesima persona tutte le altre; 3) quando mi ha ordinato di non predicare i ritiri spirituali ai giovani e agli adulti del Movimento Impegno e Testimonianza nella nostra casa che gode di locali idonei e di giardino silenzioso e mi ha obbligato a chiedere ospitalità presso istituti religiosi, ai quali spesso ho dovuto anche pagare l’uso dei locali; 4) quando mi ha impedito di celebrare la S. Messa, una sola volta la settimana, nella casa S. Gaetano ai partecipanti ai nostri incontri biblici, pur avendo il consenso delle Suore. Il direttore, a nome del Vicariato, mi ha riferito: "Don Claudio, puoi celebrarvi da solo, ma non con i membri della tua comunità"; 5) quando ha ostacolato in tutti i modi le persone di venire a pregare a via delle Benedettine, seminando calunnie e diffondendo zizzania contro di noi. Anche voi avete ricevuto precisi ordini in tal senso per iscritto e a voce; 6) quando ci ha proibito di rilasciare interviste e di ricevere i giornalisti, mentre Gesù ha ripetuto più volte: "Perché le grandi opere di Dio devono passare sotto silenzio?"; 7) quando, senza avere in mano nessun elemento per dare giudizi, ha chiesto al responsabile di Internet di non pubblicare sulla rete telematica i messaggi della Madre dell’eucaristia; 8) quando non ha impedito a radio che si definiscono cattoliche di buttare fango su me e Marisa, sulle apparizioni più importanti e sui miracoli eucaristici più grandi di tutta la storia della Chiesa; 9) quando ha formulato contro di noi i seguenti giudizi contrari alla verità e alla carità: "Il demonio porta le particole. Le apparizioni delle ostie sono fenomeni da baraccone o sono frutto di patologia religiosa. È tutto una grandissima bufala. Fanno giuochi di prestigio. Spaccano la Chiesa in due. I presunti messaggi della Madre dell’eucaristia sono robaccia". Ho citato solo giudizi che l’autorità ecclesiastica ha comunicato alla stampa o a membri della mia comunità, ho taciuto quelli che non sono ripetibili e che sono stati pronunciati più volte in conciliaboli segreti; 10) quando ha proferito parole offensive, soprattutto contro Marisa che è stata definita: "pazza, eretica, bestemmiatrice, indemoniata, idolatra," e peggio; l’autorità ecclesiastica ha più volte trasgredito il canone 220.
Io ho sempre chinato il capo ed ho sempre ubbidito, anche se non ero d'accordo, come ho detto personalmente al Card. Ruini.
Gesù e la Madonna hanno più volte affermato "Il vostro sacerdote è sempre stato ubbidiente a Dio e alla Chiesa"; di conseguenza non io ho disubbidito alla Chiesa, ma i grandi uomini della Chiesa non hanno ubbidito a Dio, perché si sono opposti alla sua divina volontà, ai suoi disegni, ai suoi miracoli eucaristici. Quando l’uomo, qualunque carica ricopre nella gerarchia, si oppone coscientemente a Dio, si assume gravissime responsabilità che possono mettere in serio pericolo la salvezza della sua anima.
La frase che ha fatto inorridire tutto il Paradiso è stata: "Mi vendicherò e lo schiaccerò".
Colui che l’ha pronunciata, e noi sappiamo chi è, ha dimostrato di avere nel cuore odio, rancore, disprezzo e spirito di vendetta. Costui si è macchiato di un grave peccato davanti a Dio e coloro che hanno sentito pronunciare quella frase ed hanno taciuto per convenienza o per paura, sono diventati responsabili dello stesso peccato; questo insegna la Sacra Scrittura.
A causa di questi motivi, ma soprattutto di uno, il più grave, del quale per ora non possiamo parlare, il Signore Gesù mi ha ordinato di interrompere momentaneamente con l’autorità ecclesiastica qualsiasi rapporto e dialogo, finché non avrà ritirato i decreti promulgati contro di noi e che Dio ha dichiarato "nulli, invalidi, illegittimi" e finché non avrà presentato le scuse per iscritto a me, a Marisa e alla mia comunità per le gravi e pesanti accuse, calunnie, diffamazioni che ha più volte pronunciato contro di noi e che sono state, anche se non tutte, riportate in più occasioni dalla stampa e in servizi televisivi.
Io, Marisa, i miei giovani e i miei adulti abbiamo praticato con amore nei riguardi dei superiori la correzione fraterna, come insegna il Vangelo. (cfr. Mt 18,15-17) Gesù ha ripetuto più volte nei suoi messaggi che la correzione fraterna va fatta a tutti, anche ai sacerdoti, ai vescovi e ai cardinali; noi l’abbiamo fatta, ma non è stata accettata, anzi per noi è diventata controproducente e causa di nuove sofferenze.
Fate un serio ed onesto esame di coscienza, non abbiate paura degli uomini, ma di Dio che vi giudicherà e, se è necessario per il trionfo della verità, date anche le dimissioni dai vostri incarichi e difendete la verità con coraggio, perché questa "Vi farà liberi". (Gv 8,32)
Questa lettera è stata dettata dall’amore e dalla sollecitudine per le vostre anime, anche se può sembrare in alcuni passaggi dura, forte e tagliente; leggetela con umiltà e attenzione.
Come dardi infuocati sono conficcate nella mia mente e nel mio cuore le parole di Gesù: "Che giova, infatti, all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perderà l’anima sua? Oppure, che cosa può dare l’uomo in cambio dell’anima sua?". (Mt 16,26)
Per un momento spogliatevi delle vostre cariche, liberatevi del vostro potere, inginocchiatevi davanti alla Eucaristia, anche a quella portata qui da Gesù e che ha versato sangue e chiedetevi: "Chi sono io davanti a Te, mio Dio?".
Ascoltate il vostro cuore, apritevi alla comprensione dei disegni di Dio e abbandonatevi a Lui, come figli tra le braccia del Padre.
Se mi sono rivolto direttamente a voi è solo per ubbidire all’ordine di Gesù, praticare la correzione fraterna nei vostri riguardi e darvi prova tangibile del vero amore.
Ricordatevi le significative parole di S. Agostino "Timeo Dominum transeuntem et non plus revertentem". So che dovremo ancora soffrire prima del trionfo dell’eucaristia, del trionfo della verità e del nostro trionfo; Gesù e la Madonna hanno annunciato che tutto questo inizierà a verificarsi nel 1999.
l’attesa ormai è breve, è rimasto poco tempo prima che Dio intervenga; questo è ancora il tempo della misericordia, poi inizierà quello della giustizia e non vorrei trovarmi allora tra coloro che hanno combattuto Gesù Eucaristia che ha versato sangue e che è stato trasportato nel luogo taumaturgico.
Ultimamente la Madre dell’eucaristia ha annunciato molte volte che "Quando Dio Padre deciderà, io volerò in mezzo a voi e tutti mi vedrete in questo luogo taumaturgico, non altrove.
Vedrete il mio corpo. Dio farà questo regalo a voi che siete stati sempre presenti, che avete affrontato situazioni difficili e dolorose causate dalle persone che non credono nei miracoli eucaristici che sono avvenuti nel luogo taumaturgico. Ricordatevi: prima mi vedrà il sacerdote, poi voi".
Io e Marisa sapevamo da diversi anni che la Madonna sarebbe stata vista da tutti nel luogo taumaturgico, ma per ordine di Dio abbiamo dovuto tacere e tenere segreta la promessa.
Noi ci auguriamo che la Madre dell’eucaristia non sia vista solo dagli "operai della prima ora", ma anche da quelli "dell’ultima ora"; da coloro che prima hanno combattuto i miracoli eucaristici avvenuti nel luogo taumaturgico e poi si sono convertiti e hanno creduto in essi.
Vi ho scritto questa nuova lettera per invitarvi ad assumere le vostre responsabilità e a fare con coraggio e onestà la scelta di campo, perché un giorno, ormai vicino, quando si realizzerà quanto ho annunciato nella prima e seconda lettera, non potrete dire: "Io non sapevo niente".
Noi ora stiamo vivendo il momento più duro, più sofferto, più combattuto della nostra vita e seguiamo l’esempio di Maria che dopo la morte del Divin Figlio - ha detto - aveva nel suo cuore sofferenza e gioia: sofferenza perché il Figlio era morto, gioia perché attendeva con fede incrollabile che risorgesse.
È meglio patire ora qualche sofferenza per Cristo che essere per tutta l’eternità distaccati e lontani da Lui.
Sono per noi di consolazione le parole di Paolo: "Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore". (Rm 8,35-39)
Saluto "tutti i fratelli con un bacio santo". (I Tess 5,26)
Sac. Claudio Gatti
Roma, 24 ottobre 1998, V° anniversario delle apparizioni pubbliche della Madre dell’eucaristia.
P.S. Caro confratello, ti prego di comunicare questa lettera a tutti i sacerdoti della tua prefettura. Se hai possibilità, falla pervenire anche ai vescovi e ai cardinali che conosci. Non bisogna aver paura della verità. Grazie.
Allegato n.3
Caro fratello sacerdote,
sono Marisa Rossi; certamente il mio nome non le è sconosciuto. Sono rimasta sempre in silenzio, pregando e soffrendo, ma ora mi permetto di far pervenire ai sacerdoti anche un mio scritto, perché voglio difendere il mio direttore spirituale, Don Claudio Gatti, che da circa 28 anni viene bersagliato da tutti, specialmente dai sacerdoti, quando dico sacerdoti intendo anche vescovi e cardinali. Calunniare e diffamare gravemente una persona, mi è stato insegnato, è sempre peccato mortale, come insegna il "Catechismo della Chiesa Cattolica".
Il periodo più duro e sofferto inizia con le apparizioni.
Il 20 giugno 1993 la Madonna mi comunica che è volontà di Dio che le apparizioni diventino pubbliche e Don Claudio lo riferisce a Mons. Cesare Nosiglia. Il vescovo riceve per primo i messaggi della Madonna da Don Claudio, che gli espone anche come intende svolgere la catechesi ai partecipanti alle apparizioni. Non avendo ricevuto alcun divieto, le apparizioni iniziano pubblicamente il 24 ottobre 1993.
Purtroppo il 6 dicembre 1994 il Cardinale Camillo Ruini, con un decreto, vieta di celebrare la santa Messa nella nostra cappella e fa togliere l’eucaristia.
"Con la morte nel cuore, ubbidisco", è la risposta di Don Claudio. Non c'era infatti nessun motivo per togliere la santa Messa, poiché veniva celebrata già prima delle apparizioni, grazie ai permessi concessi dal precedente Cardinale Vicario Ugo Poletti. Certo chi ha il potere può fare ciò che vuole, andare anche contro il Vangelo e il C.I.C.; questo l’ho compreso a mie spese.
Nonostante le ripetute richieste di Don Claudio di tornare a celebrare la santa Messa nella nostra cappella, riceviamo dal cardinale sempre un "no" secco.
Per tre anni e mezzo siamo privati della santa Messa, e può immaginare il mio dolore, visto che vivo dell’eucaristia, come sostegno oltre che spirituale anche fisico, e il dolore di Don Claudio che, se non fosse intervenuto il Signore, sarebbe stato colto da un infarto. Per noi di casa e per i malati della nostra comunità il sacerdote è costretto a celebrare la santa Messa in altre chiese da solo e poi portarci la santa Comunione.
Sorvolo tutte le vicissitudini e le sofferenze che questo decreto provoca a noi e a tutta la comunità, che si vede privare del bene più prezioso che Gesù Cristo ci ha donato e arrivo al 14 settembre 1995, giorno del primo grande miracolo eucaristico; inizia così il tanto osteggiato "trionfo dell’eucaristia", già annunciato da Gesù nel mese di giugno. E come promesso più volte dalla Madonna, i miracoli si ripetono frequentemente. Molte persone della comunità assistono a questi miracoli e possono testimoniare, ma anche con loro l’autorità ecclesiastica non vuole indagare.
l’unica volta che alcuni membri della commissione vengono ad esaminarmi sono trattata peggio di S. Bernadette e dei tre pastorelli di Fatima, senza un minimo di carità, come invece insegna il santo Vangelo e il C.I.C.. Non mi sento di ripetere quelle parole così cattive dei commissari che mi hanno scioccata per circa tre mesi, come risulta dal certificato del medico legale consegnato al Vicariato. Il vescovo Nosiglia dichiara poi nulla la riunione della commissione, perché non è stato redatto alcun verbale.
Caro fratello sacerdote, gli accertamenti sullo stato della mia salute mentale vengono eseguiti dal primario di neurologia e psichiatria del Policlinico che escludono tutte le accuse mosse, compresa quelle di essere affetta da "patologia religiosa". Anche questi documenti sono custoditi in Vicariato.
Aumentano le calunnie e le diffamazioni contro il sacerdote, la sottoscritta, i nostri giovani e le persone che vengono a pregare nel luogo taumaturgico, reso tale da Dio.
Per l'8 marzo 1998, giorno del 35° anniversario dell’ordinazione di Don Claudio, il sacerdote riceve l’ordine da parte di Dio di celebrare la santa Messa e lo comunica al Vicariato che minaccia la sospensione a divinis. Il sacerdote diviso tra l’obbedienza a Dio e il rispetto verso l’autorità ecclesiastica tiene presenti le parole di Gesù del messaggio del 1° febbraio 1998: "Obbedienza sì, ricatto no!". l’obbedienza al Papa e ai vescovi uniti al Papa è indispensabile, ma va fatta quando ad essa è unito l’amore e non il desiderio di vendetta o la richiesta di rinnegare tutto ciò in cui si crede, compresa l’eucaristia. La decisione di abbandonarsi a Dio non può quindi essere vista come una disobbedienza all’autorità o una ribellione, ma come un atto d'amore verso Dio, verso la Chiesa e verso la Madre dell’eucaristia; è questo il senso delle parole di Pietro: "Bisogna ubbidire a Dio, piuttosto che agli uomini".
Io, certo, non sono una donna di grande cultura, ma mi domando: "Come si fa ad ubbidire all’autorità ecclesiastica, quando non c'è il rispetto da parte di questa delle persone ed anche della volontà o delle opere di Dio?". Alcuni sacerdoti hanno affermato che Don Claudio avrebbe dovuto comunque ubbidire ai superiori, poiché la responsabilità non era sua, ma di coloro che gli avevano ordinato di mancare di rispetto all’eucaristia.
A me è stato insegnato da Don Claudio di ubbidire sempre ai superiori, purché i loro ordini non siano in contrasto con il Vangelo e con il C.I.D. Inoltre perché non si ubbidisce al Papa quando dice che le apparizioni sono un dono di Dio?
Nonostante tutto Don Claudio ha cercato ancora di collaborare con l’autorità ecclesiastica e ha portato il 1° aprile 1998 in Vicariato a Mons. Cesare Nosiglia un’ostia grande che aveva sanguinato il 22 marzo 1998. Quando ha aperto la teca, l’eucaristia emanava un profumo celestiale, ma, mentre il mio direttore spirituale si è inginocchiato, il vescovo ha fatto un gesto di fastidio e ha pronunciato parole offensive come "Cos'è quel pezzo di pane?". Ha addirittura rifiutato di trattenere l’ostia per farla esaminare.
Questi miracoli dell’eucaristia che ha sanguinato si verificano proprio per farci capire che nell’eucaristia Gesù è presente in corpo, sangue, anima e divinità; l’ultimo è avvenuto il 17 maggio del 1998. l’eucaristia trasportata da Gesù è stata adagiata su dei fiori, ha cambiato forma e si è racchiusa a mo' di conchiglia, quasi a custodire il sangue prezioso di Gesù che mano mano si espandeva per tutta l’ostia.
Caro fratello sacerdote, ci hanno proibito anche di fare adorazione, e ci hanno detto di buttare le ostie nell’acqua per farle sciogliere, perché, secondo l’autorità, o sono dei "fenomeni da baraccone" o sono portate "dal demonio". Abbiamo chiesto anche l’intervento dell’esorcista, ma neanche questo è stato accordato dal Vicariato.
Caro sacerdote fratello, mi hanno insegnato che per esprimere un giudizio su persone e fatti non bisogna solo ascoltare chi ha il potere in mano, ma anche un semplice sacerdote coinvolto negli stessi fatti.
Ora chiedo a lei, caro fratello, di pregare per la situazione della Chiesa guidata da uomini che fanno di tutto per distruggere un povero sacerdote che da solo sta cercando di portare avanti la grande missione che Dio gli ha affidato. Un sacerdote semplice che non ha potere, non ha alcuna autorità, ma ha Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, la Madre dell’eucaristia, San Giuseppe e tutti gli angeli e santi che lo accompagnano sempre nella sua vita, nelle sue scelte e nelle sue responsabilità.
Spero che l’accompagni anche lei almeno con le sue preghiere.
Mi benedica e preghi per la grande missione che Dio ha affidato alle nostre deboli spalle.
Arrivederci al 2000, "anno intensamente eucaristico" (Giovanni Paolo II).
Marisa Rossi
Roma, 17 gennaio 1999.
Allegato n.4
Signor Cardinale,
siamo coppie di giovani formate all’interno del Movimento Impegno e Testimonianza - Madre dell’eucaristia che hanno il desiderio di sposarsi per formare una famiglia. Ognuno di noi può affermare che l’unione nella coppia, come nel gruppo, è aumentata proporzionalmente all’unione e all’amore verso Gesù Eucaristia e la Madre dell’eucaristia. Ce li ha fatti conoscere don Claudio Gatti, il nostro direttore spirituale, grazie al quale abbiamo capito l’importanza di vivere un incontro quotidiano con il Signore nell’eucaristia. In questi anni il nostro patrimonio spirituale è cresciuto anche con la partecipazione agli incontri biblici, ai ritiri e alla direzione spirituale.
Il nostro sacerdote ci ha comunicato i grandi insegnamenti di Gesù e della Madre dell’eucaristia per formarci prima come persone, poi come coppie e in futuro come famiglie.
Ma attualmente il nostro desiderio di sposarci si scontra con l’impossibilità da parte del nostro sacerdote di celebrare la S. Messa, in quanto è stato sospeso a dìvinis. La sospensione gli è stata inflitta, perché egli non ha accettato l’ordine dell’autorità ecclesiastica di disfarsi e di rinnegare l’eucaristia che ha sanguinato e ha rifiutato di riconoscere di aver ingannato se stesso e la comunità facendo adorare "un pezzo di pane". Qualsiasi altra persona che avesse agito con inganno e in malafede, avrebbe scelto la via più semplice ed indolore: accettare il compromesso e patteggiare la restituzione della S. Messa. Ma don Claudio ha scelto la via umanamente più difficile: quella di difendere Gesù Eucaristia, testimoniando coraggiosamente la veridicità, l’autenticità e la soprannaturalità dei miracoli eucaristici.
Così anche noi non ci sentiamo di rinnegare il nostro sacerdote; in particolare una coppia di nostri amici ha preferito rimandare il proprio matrimonio piuttosto che farlo celebrare da un altro sacerdote che non li ha amati e seguiti come don Claudio. Come un figlio che ama suo padre non accetterebbe mai di sposarsi senza la presenza di colui che lo ha generato alla vita, così nessuno di noi accetterà di sposarsi senza la presenza in chiesa davanti all’altare di colui che li ha generati alla vita nuova in Cristo.
Abbiamo scritto queste brevi ma sentite parole per farLe capire quanto amiamo il nostro sacerdote e quanto desideriamo che sia lui a celebrare i nostri matrimoni.
La supplichiamo come figli che si rivolgono al proprio padre, di riesaminare la posizione di don Claudio, affinché sia revocata la sospensione a divinis e gli sia restituita la facoltà di celebrare la S. Messa.
Assicuri per noi il Santo Padre che lo ricordiamo ogni giorno nelle nostre preghiere; questo ha chiesto il segretario Mons. Stanislao attraverso un comune amico polacco.
Il Papa che conosce Marisa e don Claudio può stendere la sua mano, come ha fatto Cristo con Pietro, per impedire loro di "affogare".
La salutiamo affettuosamente.
Roma, 10 maggio 1999
Allegato n.5
Ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti della Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica, romana.
Carissimo fratello in Cristo e confratello nel sacerdozio,
alla vigilia del terzo millennio che sarà intensamente eucaristico, desidero farle conoscere i grandi miracoli eucaristici che Dio ha operato a Roma, nel luogo che Egli Stesso ha dichiarato "santo e taumaturgico". Il cuore dell’anno santo sarà certamente il Congresso Eucaristico Internazionale che verrà celebrato a Roma; tale grande evento sarà una delle manifestazioni del trionfo dell’eucaristia che è iniziato nel luogo taumaturgico e che si estenderà a tutta la Chiesa.
A Roma, a Via delle Benedettine, sono avvenute e continuano ad avvenire le apparizioni mariane più importanti e i miracoli eucaristici più grandi di tutta la storia della Chiesa; questo hanno ripetuto più volte Gesù, dolce maestro, e Maria, Madre dell’eucaristia.
I miracoli eucaristici avvenuti sono moltissimi, io mi limito ad informarla di quelli che, a parer mio, sono i più eclatanti ed impressionanti.
Domenica 17 maggio 1998, alle ore 9,30 circa, sono entrato nella cappellina della Madre dell’eucaristia, già piena di fedeli, per accingermi come al solito a spiegare gli ultimi messaggi della Madonna ricevuti da Marisa Rossi.
Ero appena giunto, quando uno squillo del citofono interno ha rotto il silenzio; chiamato da Marisa sono risalito precipitosamente in casa.
I presenti si sono resi conto subito, che qualcosa di eccezionale doveva essere accaduto e sono rimasti ad attendere, pregando, in silenzio.
Intanto Marisa mi informava che, mentre lei era assente, nella sua stanza su dei fiori era stata appoggiata da Gesù un’ostia grande dal cui interno sgorgavano gocce di sangue; le prime a rendersi conto dell’evento miracoloso erano state due signore. Questa è la settima volta, da quando è iniziata il 14 settembre 1995 la serie dei miracoli eucaristici, che Gesù o la Madre dell’eucaristia consegnano ostie dalle quali sgorga il sangue.
I nostri giovani, dopo aver adorato Gesù presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’eucaristia sanguinante, hanno scattato delle foto e fatto la ripresa televisiva per documentare il grande miracolo eucaristico.
Io sono tornato immediatamente in cappella, ho raggiunto il piccolo altare e al microfono ho spiegato ai presenti quanto era accaduto.
Terminato di parlare, io e i giovani siamo risaliti di nuovo nella stanza, ove era l’eucaristia grondante sangue e ci siamo resi conto che nel frattempo il sangue aveva continuato a sgorgare e che la forma originaria dell’ostia si era trasformata.
Passati pochi minuti, sono rientrato in cappella; a breve distanza seguivano Marisa, portata a braccio dai giovani fino alla carrozzina, e gli altri.
Marisa, che appariva assai sofferente, è entrata in cappella seduta sulla sedia a rotelle e reggendo, su un piattino ben visibile l’ostia grande piegata leggermente, a forma di conchiglia: all’interno del bordo bianco erano presenti vistose macchie di sangue.
Poche parole ancora, poi ho preso dalle mani di Marisa l’eucaristia macchiata di sangue e lentamente, soffermandomi, sono passato fra i fedeli per permettere a tutti di vedere proprio da vicino come si presentava l’ostia. Ebbene, la parte centrale, a visione ravvicinata, appariva rigonfia, bagnata e striata di sangue, molto somigliante ad un lembo di carne viva; verso l’esterno il sangue era più denso e formava un’orlatura irregolare e marcata.
Questo hanno visto tutti con emozione.
La Madre dell’eucaristia nell’apparizione che ha seguito il miracolo eucaristico ha detto: "Gesù ha portato quest'ostia macchiata di sangue che ha sottratto a un sacerdote che celebrava per abitudine e non credeva a ciò che stava facendo. Il sangue ha cominciato a sgorgare ed io ho detto: "Prendiamo quest'ostia, portiamola nel piccolo angolo di Paradiso, nel luogo taumaturgico, perché lì verrà amata, adorata e rispettata". Gesù con tutto l’amore del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, accompagnato dallo Spirito Santo sotto forma di candida colomba, è entrato nella stanza di Marisella e ha adagiato su dei semplici fiori Gesù Eucaristia. Il sangue continuava ad uscire e l’ostia si è molto gonfiata. Mettete l’ostia in un vaso di vetro e lasciatela così".
Io ho ricevuto dalla Madonna l’ordine di conservare gelosamente l’eucaristia insanguinata.
Davanti all’eucaristia che ha sanguinato si sono raccolti in preghiera pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo, ma soltanto pochi sacerdoti sono venuti nel luogo taumaturgico per adorarla, nessun vescovo o cardinale è venuto a prostrarsi davanti ad Essa.
l’eucaristia ha continuato ad emanare un profumo particolare, che è sempre avvertito distintamente da chi vi si avvicina.
Il sangue versato si è solidificato, non si è verificato nessun processo di decomposizione o di putrefazione, come sarebbe stato normale che avvenisse, se non fosse stato sangue divino.
Noi non abbiamo mai pensato che dall’eucaristia che aveva sanguinato zampillasse ancora il sangue divino, come è avvenuto domenica 6 giugno 1999, festa del Corpus Domini.
Alle ore 7,30 mentre stavo risalendo dal mio studio al piano superiore della casa, lungo le scale ho sentito il caratteristico e dolce profumo che avverte la presenza dell’eucaristia portata da Gesù o dalla Madonna. Mi sono recato immediatamente nella cappellina provvisoria che custodisce l’eucaristia che ha sanguinato il 17 maggio 1998, ma non ho trovato nessuna particola. Ho interrogato Marisa per conoscere l’origine del profumo, ma anche lei non mi ha saputo dare nessuna spiegazione. Insieme abbiamo fissato più attentamente l’eucaristia che aveva sanguinato e con stupore abbiamo visto una scena che resterà indelebile nella nostra mente per tutta la vita.
l’ostia che dopo la prima effusione di sangue aveva assunto la forma di conchiglia si era trasformata ed aveva assunto la forma di cuore.
Il sangue fresco che sgorgava dall’ostia si sovrapponeva al sangue effuso il 17 maggio 1998 che si era disseccato. Vistose gocce di sangue avevano macchiato il cuscinetto sul quale era collocata l’ostia all’interno di un calice di vetro. Un altro fatto ci ha colpito: sul corporale che era sotto il calice di vetro appariva ben visibile una macchia di sangue.
Marisa ed io abbiamo pregato e adorato Gesù Eucaristia continuando a fissare il sangue divino che sgorgava e che aveva formato un piccolo rigagnolo alla confluenza della parte trasversale e della parte orizzontale dell’ostia.
Immediatamente dopo ho telefonato ai miei giovani e ad alcuni adulti perché venissero subito per constatare ed essere testimoni dell’evento eucaristico straordinario.
È stata fatta una ripresa televisiva e sono state scattate molte foto, per avere una documentazione dettagliata dell’avvenuto miracolo eucaristico.
Alle ore 10, preceduto da tutti i miei giovani, ho portato l’eucaristia macchiata di sangue in cappella dove si erano raccolte molte persone.
Ho raccontato ai presenti il miracolo; tutti hanno adorato, pregato e cantato.
Io, commosso e felice, ho portato solennemente in processione l’eucaristia, dalla quale per ben due volte era sgorgato il sangue.
La processione era aperta da Marisa che portava sulle spalle la croce, come le aveva ordinato Gesù. Marisa che può fare solo pochi passi, sostenuta dalle stampelle, camminava speditamente, sostenuta dalla potenza di Dio.
Terminata la processione Gesù ha dato il messaggio: "Questa notte il mio cuore è esploso, il mio sangue ha zampillato ed è passato attraverso il calice di vetro, come quando l’eucaristia fuoruscita dal crocifisso è passata attraverso la teca messa a protezione.
Il mio sangue ha zampillato di gioia, di amore, di sofferenza. Questo grande miracolo è avvenuto per dimostrare agli uomini che il mio Cuore scoppia ogni momento: quando ci sono anime che amano, quando ci sono anime che soffrono, quando ci sono uomini che non credono.
Questo dono, questo grande miracolo nel miracolo del miracolo è per voi. Voi date testimonianza, gridatelo, non abbiate paura di ciò che l’uomo può dire o fare.
Il mio Cuore è esploso e sono usciti sangue ed acqua da quell’ostia che aveva sanguinato il 17 maggio 1998, più di un anno fa. Questo grande miracolo deve farvi cambiare, miei cari figli".
Dio vuole che i cardinali, i vescovi e i sacerdoti vengano ad adorare l’eucaristia che ha sanguinato due volte a distanza di più di un anno, fatto unico nella storia della Chiesa.
Gli ecclesiastici, ed anche il Papa, nel passato, quando venivano a conoscenza di miracoli eucaristici si recavano immediatamente sul posto per adorare Gesù presente in corpo, sangue, anima e divinità nell’eucaristia, come è avvenuto per i miracoli eucaristici di Bolsena, Torino, Ravenna, Siena, Alatri, Lanciano e per altri.
Permettetemi ora di fare la difesa di me stesso; è un mio diritto. Non voglio entrare nel merito delle responsabilità di altri, desidero solo esporre i fatti, per cui sono stato sospeso a divinis.
Io ho sempre ubbidito all’autorità ecclesiastica; di questo mi hanno dato atto il card. Vicario Camillo Ruini e l’arcivescovo Vicegerente Mons. Cesare Nosiglia. Solo di fronte al ricatto ho dovuto in coscienza "Ubbidire a Dio, piuttosto che agli uomini". (At 5,29)
Infatti quando mi è stato ordinato "di non fare atti di culto eucaristico e di culto pubblico in genere in occasione o in conseguenza di presunte apparizioni di ostie nelle mani della sig.na Marisa Rossi", così recita il decreto del Card. Ruini, prot. 306/96, io ho ubbidito, rispettando il decreto alla lettera.
Invece quando mi è stato ordinato dall’autorità ecclesiastica di buttare l’eucaristia macchiata di sangue che avevo portato in Vicariato per farla esaminare, di riconoscere che "era un pezzo di pane e un fenomeno da baraccone", di ammettere che mi ero ingannato e che avevo ingannato i fedeli, mi sono trovato da solo a prendere una decisione difficile e sofferta.
Se avessi accettato di fare quanto l’autorità ecclesiastica mi imponeva, avrei peccato gravemente contro Dio, avrei violentato la mia coscienza, avrei profanato l’eucaristia e sarei incorso nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica, come dice il can. 1367.
Per non aver ubbidito all’autorità ecclesiastica che mi ordinava di buttare l’eucaristia che aveva sanguinato, sono stato sospeso a divinis.
Lei, caro confratello, cosa avrebbe fatto se le avessero ordinato di profanare l’eucaristia? Sono sicuro che si sarebbe comportato come me.
Io, Marisa, i giovani e gli adulti dell’associazione "Movimento Impegno e Testimonianza "Madre dell’eucaristia" manifestiamo a tutti i cardinali, vescovi e sacerdoti il nostro affetto e rispetto.
Permettetemi di dire con Paolo "Tutti i fratelli vi salutano. Salutatevi gli uni gli altri con un bacio santo. Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema! Maranatha! Il Signore nostro viene. La grazia del Signore Gesù sia con voi! Il mio amore in Cristo Gesù è con tutti voi". (I Cor 16,20-24)
don Claudio Gatti
Roma, 29 Giugno 1999
Festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo
Allegato n.6
Beatissimo Padre, siamo alcuni membri del Movimento Impegno e Testimonianza "Madre dell’eucaristia. Non sappiamo se Lei, Padre Santo, ha sentito parlare dei grandi miracoli eucaristici avvenuti nella Sua diocesi, a Via delle Benedettine, dei quali hanno parlato molti giornali e hanno trasmesso servizi diverse emittenti televisive. Il nostro sacerdote don Claudio Gatti ha scritto alcune lettere a V.S. e al suo segretario Mons. Stanislaw Dziwizz, perché ha ritenuto che Lei, in quanto vescovo di Roma, doveva essere informato di quanto avveniva nella sua diocesi.
Noi le comunichiamo che l’ostia che ha sanguinato il 17 maggio 1998 ha sanguinato di nuovo copiosamente il 6 giugno 1999, festa del Corpus Domini, ed ha macchiato di sangue il corporale e il cuscinetto sul quale era collocata.
È la prima volta nella storia della Chiesa che la stessa ostia sanguina due volte a distanza di tempo; questo ha detto la Madre dell’eucaristia.
Noi non chiediamo il riconoscimento delle apparizioni della Madre dell’eucaristia, perché sappiamo che la Chiesa ha i suoi tempi e i suoi metodi per studiarle e valutarle, ma chiediamo che cessi la dura opposizione del Vicariato di Roma nei riguardi dei miracoli eucaristici, dei quali noi e molti altri siamo testimoni.
l’autorità ecclesiastica di Roma non ha fatto nulla per studiare i miracoli eucaristici, non ha interrogato i testimoni, anzi a don Claudio che aveva portato in Vicariato l’ostia che aveva sanguinato per farla esaminare ha ordinato: "Butta via quel pezzo di pane. O neghi che questa ostia sia Eucaristia e ammetti che ti sei ingannato e che hai ingannato i fedeli o ti sospendiamo a divinis".
Il nostro sacerdote non poteva buttare l’eucaristia che aveva sanguinato, perché se l’avesse fatto avrebbe peccato gravemente contro Dio, avrebbe profanato l’eucaristia e sarebbe incorso nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica, come recita il can. 1367.
Don Claudio può essere accusato di aver disubbidito all’autorità ecclesiastica, quando questa gli ha ordinato di offendere Dio e profanare l’eucaristia?
Invece don Claudio Gatti è stato sospeso a divinis perché ha rifiutato di profanare l’eucaristia.
Non solo hanno ferito a morte il nostro sacerdote, ma anche la Chiesa, perché profanare l’eucaristia significa colpire la Chiesa.
Santo Padre, Lei è il capo della Chiesa, lei ha il dovere di difendere l’eucaristia che ha sanguinato due volte e che ancora è custodita in una teca ed emana un profumo intenso e particolare.
Quando i fedeli conosceranno i miracoli eucaristici avvenuti a Roma, in Via delle Benedettine, e la persecuzione che l’autorità ecclesiastica ha promosso nei riguardi di questi, proveranno amarezza, delusione e sconforto.
Santo Padre, Lei può impedire che nella sua diocesi scoppi uno scandalo che avrà ripercussioni in tutta la Chiesa con grave danno spirituale di tanti fedeli.
Noi non difendiamo solo il nostro sacerdote ingiustamente condannato, ma soprattutto l’eucaristia e in questa difesa ci auguriamo di avere il sostegno, il conforto e la benedizione del Capo visibile della Chiesa e dei cardinali e vescovi che sono uniti al Papa che oggi si chiama Giovanni Paolo II.
Roma, 17 giugno 1999
Allegato n.7
Carissimo fratello in Cristo,
è ormai giunto il momento in cui noi tutti che abbiamo ricevuto il sacramento dell’ordine nei suoi tre gradi: episcopato, presbiterato e diaconato dobbiamo decidere in quale parte collocarci.
l’affermazione di Cristo: "Chi non è con me è contro di me" (Mt 12,30) esige da parte nostra una scelta libera, chiara e definitiva.
Il gran Paolo VI ha affermato: "Il fumo di satana è entrato nel tempio di Dio".
La Madonna ha annunciato nel 1917 a Fatima: "Satana marcerà nelle prime file della Chiesa".
Oggi la Chiesa è governata da molti uomini affiliati a potenti e segrete associazioni, sostenuti da forti centri di potere e provvisti di un’enorme quantità di denaro.
Questi mercenari, ai quali "non importa delle pecore" (Gv 10,13), si riuniscono in conciliaboli, aperti ai soli adepti, per realizzare piani il cui unico obiettivo è: distruggere la Chiesa.
A costoro siano d'ammonimento le parole d’isaia "Guai a quanti si nascondono davanti a Jahve per dissimulare il loro proposito, a quanti agiscono nelle tenebre, dicendo: "Chi ci vede? Chi ci conosce?" Oh la vostra perversità!". (Is 29,15-16)
Invito i pastori negligenti, avidi, egoisti e disonesti a leggere Ezechiele: "Poiché il mio gregge è divenuto oggetto di preda e le mie pecore, perché senza pastore, diventano pasto di tutte le bestie selvatiche, poiché i miei pastori non si sono interessati del mio gregge, hanno pasciuto se stessi senza avere cura di esso, perciò, o pastori, udite la parola di Jahve. Così dice il Signore: Eccomi contro i pastori: ad essi domanderò conto del mio gregge; li toglierò dal pascolo, così che non potranno più pascere se stessi; sottrarrò il mio gregge alla loro voracità e non servirà più ad essi di cibo" (Ez 34,8-10).
Per dare una spinta a chi è incerto da quale parte schierarsi voglio ricordare ciò che Gesù ha detto ai farisei e che anche oggi vale per coloro che si trovano nella stessa situazione spirituale: "Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? Fate dunque opere degne di conversione. La scure è già pronta alla radice degli alberi, ogni albero che non porta buon frutto sarà tagliato e buttato nel fuoco". (Lc 3,7-9)
"Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini: perché così voi non vi entrate, e lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare". (Mt 23,13-14)
Dopo la severa condanna dei pastori quale sarà la sorte delle pecore abbandonate e smarrite? Il Signore ci tranquillizza e promette: "Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi faranno pascolare con scienza e intelligenza". (Ger 3,15)
Cristo Gesù è libero di agire nella sua Chiesa come vuole. Non deve rispettare le regole umane. Non è vincolato al C.I.C., non ha mai rinunciato alla propria autorità, non ha mai abdicato al ruolo di fondatore, di capo e di maestro, come insegna la Sacra Scrittura (Ef 5,23-24 / Col 1,18 / Mt 23,8) e la dottrina della Chiesa (Lumen Gentium).
Oggi è molto urgente la "renovatio Ecclesiae in capite et in membris", come si diceva prima del Concilio di Trento.
Dio, come scrive san Paolo, "aveva prestabilito di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo, come quelle della terra" (Ef 1,10), cioè tutte le creature devono essere riunite sotto l’autorità di Cristo, perché rigenerate dalla grazia, siano condotte al Padre.
Alle soglie del terzo millennio questo progetto di Dio non si è ancora realizzato per colpa d'uomini di Chiesa, che in modi diversi e in tempi successivi hanno lavorato per i loro interessi e non per Dio, tanto da spingere Giovanni Paolo II a chiedere perdono per le numerose e pesanti colpe che hanno commesso lungo la storia della Chiesa.
Dio per realizzare il suo progetto continua ad intervenire in modo straordinario nella Chiesa.
Il sottoscritto che per ventidue anni è stato sotto il moggio, senza essere consultato è stato scaraventato da Dio sul candelabro. Il Signore mi è testimone che non ho mai desiderato né onori né potere, ma di fronte alla decisa volontà di Dio ho chinato il capo e ho detto: "Fiat voluntas tua", pur sapendo con certezza che la mia ordinazione episcopale sarebbe stata accolta con sarcasmo e sarebbe stata oggetto di calunnia.
Io avrei il diritto di lamentarmi, perché sono stato catapultato in una situazione che mi vede solo, isolato, incompreso, deriso e condannato, fino a quando Dio interverrà e, come ha promesso, "mi spianerà la strada".
Voi tutti invece dovreste ringraziare il Signore perché, dando l’episcopato a me: "Come a un aborto" (Cor 15,7), ha manifestato la sua potenza nella mia debolezza e ha deciso di servirsi di una piccola creatura, combattuta e disprezzata, per far rinascere la sua Chiesa.
Poiché m'imbarazza continuare a parlare di me, leggete con attenzione e rispetto i brani dei messaggi di Gesù, dolce maestro, della Madre dell’eucaristia, di san Giuseppe e di san Pietro che parlano dell’episcopato che Dio mi ha dato e rimproverano severamente coloro che non lo accetteranno.
Incontriamoci davanti a Gesù Eucaristia, immergiamoci nella sua luce, riempiamoci del suo amore. Aiutatemi a portare avanti l’importante e difficile missione che Dio mi ha affidato a vantaggio della Chiesa. Ricordatevi: anche senza il vostro aiuto e addirittura nonostante la vostra opposizione Dio realizzerà i suoi disegni.
Accogliamo l’invito del card. Meisner "Produrre meno carta per dare più spazio ai carismi...".
La Madre dell’eucaristia ci protegga, ci consoli e ci tenga uniti all’eucaristia e al Papa.
+ Claudio Gatti
Ordinato vescovo da Dio
Roma, 7 ottobre 1999
Festa della Madonna del Rosario