Omelia del 1° Marzo 2007
I lettura: Gl2,12-18; Salmo 50; II lettura: 2Cor 5,20-6,2; Vangelo: Mt 6,1-6.16-18
Mercoledì delle Ceneri
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». (Mt 6,1-6.16-18)
Gesù utilizzerebbe anche oggi la parola “ipocriti”? Io sono convinto di sì, perché ancora oggi c’è una forma di esibizionismo nella Chiesa che porta ad innalzare se stessi, a guardare gli altri dall’alto in basso, a considerarsi quasi come Dio stesso di fronte al quale bisogna inchinarsi. Invece il cuore di alcuni è pieno di sporcizia e superbia. Quella sporcizia e superbia di cui si è parlato chiaramente durante la via crucis a cui ha partecipato, per l’ultima volta, Giovanni Paolo II. Questo è uno dei giorni in cui bisogna ricordare che nella Chiesa sono presenti sporcizia e superbia e purtroppo queste riguardano i pastori. Esistono pastori buoni e onesti ma al loro fianco vi sono tanti mercenari che spingono la situazione della Chiesa verso il negativo. I sacerdoti buoni sono pochi e non ancora affermati, so che si stanno preparando, so che Dio ha posato gli occhi su alcuni di loro perché siano un domani eletti all’episcopato, ma oggi quanta miseria e quanta sporcizia ancora ci sono.
Voi avete sentito ciò che è scritto nel brano del profeta Gioele ed io mi permetto di adattare alcune di queste parole alla situazione odierna e di cambiarle: “Tra il vestibolo e l’altare piangono i sacerdoti, ministri del Signore, che dicono perdona Signore al tuo popolo e non esporre la tua eredità al vituperio e alla derisione delle genti”. (Gl 2,17)
Giovanni Paolo II, pur criticato, ha dimostrato coraggio nel chiedere perdono a Dio delle colpe commesse dalla Chiesa e dagli uomini della Chiesa. Forse per la salute cagionevole e per l’età avanzata, avrebbe avuto bisogno di maggiore coraggio e avrebbe dovuto chiedere perdono a Dio dei peccati commessi dal clero, nella parte alta e nella parte bassa, non riferendosi ai secoli passati ma facendo riferimento al tempo attuale. Ciò che non ha ultimato Giovanni Paolo II, dovrà essere fatto certamente da chi il Signore vorrà scegliere come suo rappresentante su tutta la Terra.
Non bisogna essere attaccati al potere, alla ricchezza, ai piaceri; bisogna pensare a vivere nella grazia e a donare, con la parola e con l’esempio, la grazia anche agli altri. Io aborrisco quei pastori che non sono secondo il cuore di Dio. Dio ha promesso già nel vecchio Testamento: “Vi darò pastori secondo il mio cuore”. Io supplico Dio che questi pastori secondo il suo cuore, tornino ad essere più numerosi degli altri. Bastano pochi pastori per rinnovare il volto di una chiesa, di una comunità, di una diocesi ma almeno bisogna arrivare ad un numero che possa servire tutti i fedeli, i quali giustamente, chiedono di poter usufruire dei Sacramenti. Quante volte chiedete nelle vostre parrocchie di potervi confessare e vi rispondono di tornare ad un orario prestabilito, perché in quel momento sono occupati o non possono venire? Questi non sono pastori autentici, sono mercenari; è assurdo che quando un sacerdote o un vescovo sia chiamato a confessare non sia disponibile. I vescovi confessano o no? Sono arrivato quasi a pensare che per loro, il grande sacramento della Confessione sia disonorevole. Avete mai visto nelle chiese confessare cardinali o vescovi? A Roma noi abbiamo decine e decine di vescovi e cardinali. Non bisogna godere di una salute eccezionale per farlo, basta avere la forza di stare nel confessionale. Perché, allora, costoro non vanno a confessare? Chi non va incontro immediatamente al fratello che desidera confessarsi, di essere liberato dal peccato, chi non esercita questo sacramento con gioia, non ha il senso del peccato e vive nel peccato. Tolto il sottoscritto, quanti di voi si sono confessati da vescovi? Questo dovrebbe essere uno dei primi doveri e la grandezza di un vescovo, di un cardinale, si vede da questo.
Giovanni Paolo II ha tentato, attraverso il suo esempio, di coinvolgere i confratelli vescovi. Lo hanno accompagnato vestiti con vesti solenni, con zucchetti viola e rossi, con fasce multicolori, ma restavano fuori dei confessionali. Perché non sono entrati nei confessionali? Perché i vescovi non entrano nei confessionali? Dovrà venire colui che li obbligherà ad andare nei confessionali. Hanno altro da fare? E cosa devono fare? Cosa c’è di più importante di celebrare un sacramento che porta la grazia del Signore? Cristo, il figlio di Dio, il nostro Redentore, per far capire con quale spirito di autentico servizio devono vivere i sacerdoti il loro ministero, ha lavato i piedi. Se Dio fa questo, dovete farlo voi, a maggior ragione. Partecipano alle cerimonie, circondati da cappelle musicali, da personaggi importanti, incedono solenni nelle chiese, si inginocchiano quando la liturgia lo esige, ma solo per onorare se stessi. Non si sente, in quel momento in loro, la presenza di colui che, come dice San Paolo, pur essendo giusto si è fatto peccatore perché ha preso su di sé i peccati. Questo ha fatto Cristo: giusto, figlio di Dio, ha preso su di sé i peccati di tutti gli uomini. Vi chiedo: ma perché noi che continuiamo il suo ministero, al contrario, ci allontaniamo da questo esempio? Perché quando siamo davanti a Dio, invece di sentire il peso dei nostri peccati e il peso dei peccati delle persone che sono affidate a noi, cerchiamo di eludere queste responsabilità cercando continuamente plauso, onori, ricompense e celebrazioni?
La Quaresima è un grande momento di riflessione e io prego Dio che i sacerdoti tutti, da colui che occupa il posto più in alto a colui che occupa quello più in basso, abbiano momenti di riflessione, momenti di presa di coscienza. Cosa avverrà invece? Questa sera torneranno alle loro case contenti e felici se più persone dell’anno scorso hanno partecipato alle loro funzioni o se hanno notato più presenze dei loro predecessori. Questo per loro è motivo di vanto. Che razza di pastori sono questi? Dio abbia pietà di loro, Dio abbia compassione di loro. Permettetemi di aggiungere: “Dio, libera la tua Chiesa da questi pastori!” Non mi avete mai sentito parlare così, ma se mi esprimo così c’è un motivo. Non si può continuare ad andare avanti in questo modo. La situazione è triste e drammatica, ma non diamo sempre la colpa a coloro che non frequentano la Chiesa, che non partecipano alla S. Messa, che non pregano o ai fedeli. Devono sempre essere i fedeli colpevolizzati? Cambiamo il modo di ragionare! Le chiese sono vuote, i giovani seguono divertimento e sesso, le coppie non si sposano in chiesa ma si separano e convivono, gli anziani spesso non hanno più interessi religiosi, i malati pensano soltanto alla salute del corpo e non dell’anima. Ma di chi è la colpa? Se un ragazzo è diventato un delinquente, si droga, ruba o è arrivato a commettere azioni delittuose, diciamo che non ha ricevuto una buona educazione, una buona formazione. Perché non spostiamo questo ragionamento anche sui motivi per cui nelle chiese non c’è vita cristiana, non c’è la conoscenza della parola di Dio? Allora ripeto: “Dio libera la tua Chiesa dai mercenari che in essa ancora sono troppi!”. Questo è quello che vi chiedo di fare, che leggiate la preghiera che ho recitato venerdì scorso e che vi sarà distribuita venerdì prossimo. È ora che i pastori buoni e le anime che si immolano comincino a sorridere e a soffrire di meno, perché deve arrivare presto il momento in cui la sofferenza deve cedere il posto alla serenità e alla gioia. Non è possibile continuare ad assistere persone che si immolano nel silenzio, giorno e notte, in un consumarsi tremendo e continuo. Signore affretta la tua giustizia e mandaci pastori buoni e santi.