Omelia del 1° Maggio 2008
I Lettura: Gn 1,26 - 2,3; Sal: Salmo 89; Vangelo: Mt 13, 54-58
Per coloro che amano la Madonna, e noi siamo certamente tra questi, è riduttivo e quasi inutile celebrare l’inizio del mese mariano come qualcosa di particolare, di esclusivo e riservato solo al mese di maggio.
Se considerate i rapporti familiari, un marito ama la propria moglie, i genitori amano i propri figli, un amico ama l’amico, non un solo mese, ma per tutto l’anno. Per questo è riduttivo celebrare il mese mariano solo a maggio. Come è indispensabile e necessario per un marito avere sempre accanto la moglie e viceversa, per i genitori avere sempre vicino i figli, e viceversa, così per un amico o un’amica, ugualmente, e anche di più, per noi è necessario avere sempre accanto colei che Gesù Cristo sotto la croce ci ha donato, regalato e affidato come Madre.
Una mamma si ama tutti i giorni dell’anno, non solo nelle ricorrenze, anche se, purtroppo, avviene questo per molti figli. Ma costoro non possono rispondere all’appellativo di figli se dimenticano la propria mamma, per ricordarsene solo durante le feste.
Questo pensiero mi è balzato alla mente oggi, mentre passeggiavo in giardino e recitavo il rosario: mi sono chiesto: “Cosa stiamo facendo? Iniziamo qualcosa che noi già manifestiamo durante tutto l’anno”. Se per noi, come dice la Madre dell’Eucaristia, ogni giorno è Natale, allora vi dico, per lo stesso motivo, ogni mese è maggio, in quanto, negli altri mesi, non esauriamo e non cessiamo di manifestare il nostro amore nei confronti della Madonna.
La Madonna per noi è indispensabile ed è necessario il suo aiuto ogni giorno, infatti non ci può essere un vero e forte amore, centrato su suo figlio Gesù, se non c’è anche un vero e forte amore centrato su Maria.
È stato scritto in una delle presentazioni dei libri che raccolgono anno per anno le Lettere di Dio la mia replica ad un Vescovo che, con sicurezza e con atteggiamento quasi distaccato, mi chiedeva: “A lei cosa sono servite queste apparizioni?”. La risposta che ho dato immediatamente e che ha zittito quel mio confratello nell’episcopato è stata: “Mi hanno fatto amare di più Gesù e mi fanno vivere la Santa Messa, che celebro ogni giorno, con più amore, con più fede e con maggiore partecipazione”.
Ecco perché, nei disegni di Dio, sua Madre lo precede nel tempo e lo precede nell’azione. Non ci può essere una vera rinascita spirituale, un’autentica conversione spirituale e una crescita nella vita spirituale e nella santità, indipendentemente dalla Madonna: la sicurezza ci è data proprio dalla sua costante presenza.
Altri nostri fratelli cristiani hanno ridotto il ruolo, la presenza e l’importanza di Maria.
La santità significa possedere tutto ciò che Dio ci ha donato e rifiutare qualcuno dei suoi doni significa precludersi la possibilità di diventare santi. Se Dio vuole che Maria sia presente nella vita dei suoi figli, e questi figli riducono tale presenza accampando il pretesto o l’idea della sola presenza del Cristo, si mettono in una posizione diversa da Dio e, di conseguenza, non possono cogliere quei frutti spirituali che maturano solo quando la Madonna è presente.
Se volete diventare santi attaccatevi alla Madonna. Io non parlo della devozione che diventa a volte sensazionalismo, che può sconfinare nella superstizione, ma affermo la volontà di Dio che è chiara e nitida: accostiamoci al Cristo, lasciandoci prendere per mano da sua Madre, che farà sempre in modo che fra ciascuno di noi e suo Figlio ci sia unione.
Spero che un domani verrà definito nella Chiesa il dogma relativo alla “Mediazione di Maria” in quanto vera, autentica intermediaria tra suo Figlio, uno e trino, e gli altri figli, semplici uomini. Mediatrice e, contemporaneamente, corredentrice. Non c’è redentore senza corredentrice, non c’è mediatore senza mediatrice, non c’è salvezza senza una Madre.
Oggi cerco di spronarvi e di spingervi a realizzare e a far sì che nella vostra vita la presenza di Maria sia sempre più “ingombrante”; riempia sempre di più la vita di ciascuno di voi. In questo modo potremo guardare avanti, riusciremo a percorrere quest’ultimo tratto di strada prima di arrivare alla meta indicata da Dio e da noi tanto desiderata e attesa.
Quando sentiamo forte la fatica e le forze sembrano mancare, le ginocchia piegarsi e sembra impellente il desiderio di sedersi, di non rialzarsi più e di non riprendere il cammino, ancora una volta, Dio manda sua Madre a rincuorarci e a farci una compagnia continua e “assillante”. Uso quest’aggettivo con rispetto, per indicarne la frequenza e la vicinanza. La Madonna non ci lascia mai, non ci abbandona mai perché, nel momento in cui dovesse ritirarsi da noi e non farci più compagnia, saremmo particolarmente deboli ed esposti a cadute e, forse, anche a voltafaccia e a tradimenti. Per questo lei ci è così vicina.
Mi sono permesso di affidare a lei tutte le preghiere, anche notturne, i sacrifici, i fioretti particolari scelti da ciascuno di voi, le buone azioni che facciamo giorno dopo giorno. Immaginiamo una fioraia che compone un mazzo di fiori e riesce ad esaltare la loro bellezza e i loro colori confezionandoli elegantemente e armoniosamente piuttosto che essere gettati uno sull’altro senza stile. Se desideriamo fare bella figura con Dio Padre, con Dio Figlio, con Dio Spirito Santo affidiamo, giorno per giorno, questi nostri fiori a Maria e lei, con eleganza, amore e intelligenza, presenterà questo mazzo meraviglioso a Dio Padre. Vi posso assicurare che Dio gradisce molto questa iniziativa e non poteva essere diversamente. Io stesso gliel’ho chiesto: “Hai gradito l’iniziativa di questa campagna?” e Lui ha risposto: “L’ho molto gradita, è stata graditissima”. Ha usato l’aggettivo superlativo “graditissima”, e questo ci deve indurre a continuare e ad avere maggiore fiducia perché, anche quando noi lo ignoriamo, le azioni e le opere di Dio si snodano nella Chiesa e nell’umanità.
A questo riguardo posso dirvi che quelle famose lettere, di cui mi avete chiesto tante volte l’esito, hanno ottenuto un risultato inimmaginabile. Le abbiamo inviate a sessantotto cardinali e, successivamente, loro stessi le hanno spedite ad altri, fino a raggiungere il numero di trecento. Se l’avessi saputo prima, ne avrei scritte di meno, avrei fatto meno fatica è avrei risparmiato sui francobolli! A parte la battuta di spirito, è molto bello che dei cardinali si siano trasformati in miei segretari. Moltissimi hanno accettato, hanno capito, hanno portato rispetto, ammirazione e stima nei confronti di colui che le ha scritte. La Madre dell’Eucaristia però ci ha consigliato di non attendere o sperare in eventuali risposte e noi conosciamo il motivo: ancora c’è una paura paralizzante di perdere la parrocchia, di compromettersi o di esporsi, ma, per ora, va bene anche così.
Dio opera nel silenzio, anche quando noi pensiamo di trovarci nella piena e totale bonaccia e, per chi è esperto di mare, sa che bonaccia significa assenza di vento, per cui le barche e le navi, se non hanno i remi e aspettano il vento, non riescono a prendere il largo, ma restano lì immobili, nell’atmosfera ristagnante.
Dio, ripeto, sta lavorando e per noi questo è già motivo di gioia e di esultanza, in un momento in cui, nonostante tutto, c’è molta stanchezza e non potrebbe essere diversamente, anche se vedo in voi generosità, dedizione, voglia di collaborare, e di questo devo ringraziarvi e incoraggiarvi a continuare. Stiamo lavorando, vi state dando molto da fare, state veramente cercando di commuovere in ogni modo il cuore di Dio, devo darvene atto e voglio manifestare il mio ringraziamento, insieme a quello di Marisa, perché onestamente, non ci aspettavamo tanta partecipazione. Il mio grazie è importante perché è quello del Vescovo ordinato da Dio, ma quello di Dio è ancora più importante. Grazie anche per la collaborazione materiale che molti di voi manifestano quotidianamente o più volte anche durante la settimana.
Nonostante certe cadute e alcuni momenti di abbassamento del tono spirituale verificatesi in passato, oggi è stata raggiunta un’atmosfera familiare. Ci comprendiamo di più, collaboriamo meglio e ci amiamo di più e ciò è bello e gradito al Signore e ve ne rendo merito. Quando Dio ‘suonerà la tromba’ ognuno di voi dovrà essere al suo posto di combattimento e non è sicuro che io debba restare qui ancora per molto. Se io non ci sarò, sarete voi a portare avanti una missione bella, entusiasmante e grandiosa agli occhi di Dio. Dovrete essere i testimoni dell’amore, della bontà, della potenza di Dio. La potenza si può cogliere in ciascuno di voi. Cosa sarebbe stata la vostra vita se non aveste incontrato la Madonna e Gesù Eucaristia? Quale sarebbe stato lo stile della vostra vita e della mia vita, se Dio non fosse venuto incontro a ciascuno di noi? Allora ognuno di noi può dire: “Io sono testimone e rappresento l’amore di Dio nel mondo, rappresento la potenza di Dio nel mondo”. Prepariamoci ancora nel silenzio, nell’umiltà, nell’immolazione a vivere le nostre future responsabilità, ognuno al suo posto, nell’ambito voluto da Dio, nella situazione scelta da Dio, nella responsabilità che Lui ha deciso di affidare a ciascuno di noi.
Guardiamo avanti, desideriamo che si realizzi ciò per cui stiamo pregando. Per tutto il resto abbandoniamoci a Lui e anche se qualche volta brontoliamo, e ciò ci accomuna a San Pietro, o ci viene da piangere, cerchiamo di andare avanti e di portare dietro di noi e con noi un numero sempre maggiore di persone. Sempre e tutto a gloria di Dio, per la rinascita della Chiesa e per la salvezza di tante anime.
Ancora sono presenti e incombenti i segreti che Dio ha rivelato a Marisa, alcuni dei quali sono terribili. Ne conosco solo alcuni, forse i più duri e peggiori non ne sono a conoscenza, ma vi posso assicurare che esistono e riguardano la Chiesa e il mondo. Dio sta elemosinando ancora tempo perché sa che, quando inizieranno le sue opere e i suoi interventi, non tutti risponderanno o si salveranno. Per salvarsi l’uomo deve aprirsi a Dio ma se è chiuso a Lui, alla sua azione e alla sua grazia, nessuno lo potrà salvare e ricondurre sulla retta strada. Ecco perché dobbiamo essere veramente missionari, cercare di portare a Dio anche altri fratelli. A volte non è sufficiente l’azione, quello che occorre è l’immolazione, una parola dura da accettare, ancora più dura da vivere, ma è l’unica chiave che può aprire ai nostri fratelli la porta del Paradiso.
Sia lodato Gesù Cristo.