Eucharist Miracle Eucharist Miracles

Omelia del 10 Marzo 2006

I Lettura: Ez 18,21-28; Salmo 129; Vangelo: Mt 5,20-26

Ci sono molte cose, in buona parte belle, che abbiamo vissuto e che, in quanto membri della comunità, è giusto e soprattutto bello che anche voi sappiate. Cominciamo con l’8 marzo. Non mi interessa che sia la festa della donna, perché bisognerebbe fare una festa tutti i giorni per chi fa il proprio dovere, non una volta l’anno. L’8 marzo è stato il terzo giorno del triduo e devo ringraziarvi perché non mi aspettavo una presenza così numerosa. Infatti, soprattutto per le madri di famiglia, quella è l’ora dei preparativi della cena e vedervi così numerosi per me è stato veramente tonificante, è stata una grazia, una nuova manifestazione di affetto nei miei riguardi. Durante la Messa anche buona parte del Paradiso è sceso ed ha attorniato colui che stava celebrando, erano presenti persone care come la Madonna, San Giuseppe, nonna Iolanda, la mamma di nonna Iolanda, che non ho conosciuto, ma comunque era una santa donna perché è in Paradiso, Fatina, un membro della nostra comunità e dei sacerdoti che ci hanno voluto bene, come don Enrico e Mons. Guido, che certamente ricordate tutti con piacere. Inoltre, c’erano anche persone che sono state importanti per la Chiesa, soprattutto gli ultimi papi, i santi che amiamo di più e tanti santi che in un modo o nell’altro sono legati a noi. Non posso farvi l’elenco perché starei qui buona parte della serata, ma vi cito soltanto alcuni che sono conosciuti anche da voi, come Padre Pio e San Giovanni Bosco. Questa presenza celeste così massiccia è la conferma dell’autenticità della missione.

L’8 marzo è la vigilia della mia ordinazione sacerdotale. Chiaramente io quel giorno sono andato indietro con il pensiero, con i ricordi ancora nitidi, anche se sono passati ormai 43 anni e mi ricordo di aver trascorso buona parte della giornata in compagnia di Gesù e della Madonna, che allora invocavamo come Madre della Fiducia, il titolo della Madonna del Seminario Romano Maggiore. In quel momento c’era veramente bisogno della fiducia, soprattutto fiducia in Dio, perché io ho sentito moltissimo questa ordinazione sacerdotale fino al punto che ho avuto una specie di deperimento, proprio perché sentivo la grandezza, l’enorme responsabilità, il peso del sacerdozio, e fiducia nella Madonna, colei che mi è stata vicino addirittura da bambino e mi ha guidato con mano materna e ferma. Questo ricordo mi ha accompagnato per tutta la vigilia dell’anniversario e ricordo anche, stando in cappella, un colloquio fatto con Gesù. Gli ho detto: “Gesù, devo essere Te nel mondo, ma vorrei esserlo innanzi tutto con l’esempio, questa è la testimonianza più alta. Quindi ti chiedo il dono e la grazia di non tradire mai il sacerdozio e, se dovesse avvenire, prendimi prima”. Ho anche detto: “Signore, Tu mi costituisci domani maestro dei miei fratelli, allora ti chiedo di darmi il dono della parola, non per fare bella figura, ma perché possa trovare facilmente la via per arrivare al cuore dei miei fratelli”. Il Signore ha risposto o no? Voi lo sapete, quindi andiamo avanti.

Il 9 marzo la stanza di Marisa era stata trasformata in un giardino di fiori e ringrazio coloro che hanno prestato la loro opera intelligente per preparare tutti questi vasi di fiori, perché dovevano essere una degna accoglienza per ospitare, oltre che la Madre dell’Eucaristia, anche Gesù. La sorpresa è stata enorme quando, al momento dell’apparizione, è venuta la Madonna per annunciare che sarebbe venuto Dio Padre; quindi, abbiamo seguito l’esempio della Madonna e ci siamo prostrati in adorazione. Dio Padre è venuto ed ha parlato. Credo che non ci siano precedenti nella storia della Chiesa, ma a me non interessa l’originalità o essere primo in qualcosa, mi interessa dirvi questo perché anche voi possiate capire l’amore infinito e paterno di Dio. Ha iniziato chiamandomi figliolo e pronunciando con autorità l’appellativo di Eccellenza, per sottolineare che è stato Lui a ordinarmi Vescovo, ma la cosa grande e stupefacente è stata che Dio Padre mi ha detto, con tono paterno: “Figlio mio, aprimi il tuo cuore, dimmi tutto quello che vuoi e fammi le domande che vuoi”. Credo di aver parlato diverso tempo, mi sono veramente sfogato e ho detto, non perché Lui non lo sapesse, ma per uno sfogo mio personale, tutto quello che avevo nel cuore. Dio, nella sua grandezza, in silenzio, ascoltava pazientemente pur sapendo quello che io dovevo e volevo dire ed ha risposto alle domande che Gli ho fatto, ma la cosa stupefacente è stata che, nel darmi le risposte ed i motivi per cui è costretto ancora a non intervenire, ha detto: “Se dovessi intervenire, cosa che potrei fare anche in questo istante per rivoluzionare tutto il mondo, molti miei figli sacerdoti si perderebbero e questo il mio cuore non lo accetta”. Fino a qui il colloquio è stato tranquillo, ma poi mi sono sentito dire, e ve lo dico perché possiate veramente crescere nell’amore a Dio: “Figlio mio, ti prego, dammi ancora del tempo per convertire questi figlioli”. Dio ha chiesto a me il permesso e lo ha ripetuto in tutti i modi! Ha parlato anche del mio futuro e la cosa bella è che su questo futuro Dio sta lavorando. Da qualche settimana infatti, la Madonna ci ha detto già i nomi dei futuri collaboratori e tra questi ci sono alcuni cardinali, vescovi e anche di sacerdoti che dovranno essere fatti vescovi. Quando ho chiesto a Dio Padre se c’erano altri su cui potessi contare, la risposta è stata che ci sono altri dieci pronti a mettersi al mio fianco. I nomi dei primi dieci sono impressi nella mia mente ed alcuni li conosco di persona, i secondi dieci non mi sono stati detti, ma so che la Madonna li ha nominati uno per uno a Marisa quando c’è stata l’apparizione di sera, alla presenza dei giovani.

Ecco chi è Dio! Colui che ama talmente che si mette al livello dei suoi figli, implorando, chiedendo comprensione. Ha anche detto: “Certo, so molto bene tutto ciò che avete vissuto e state vivendo” e ha fatto anche una piccola battuta: “Non c’è bisogno che mandiate la Madonna a dirmi le cose perché Io già so tutto”. Ecco, questo è Dio. Poi c’è stata la Messa, in cui c’era chi celebrava e visivamente una sola persona che partecipava, Marisa. Ho voluto questa Messa riservata a me e a Marisa proprio perché ho voluto ricordare l’unione forte, indissolubile che ci ha tenuti uniti e legati per questi ormai 35 anni in cui il Signore ha voluto che lavorassimo insieme. Io non l’ho visto, però, credetemi, ho sentito la Sua presenza, veramente c’era tutto il Paradiso, più di quelli che erano presenti il giorno prima e la cosa bella e significativa, ma non era la prima volta, è stata che al momento della consacrazione Marisa non ha più visto il Vescovo, ma Gesù. Questo non è il privilegio di uno, ma è la realtà che deve essere vissuta da tutti i sacerdoti che, quando celebrano e confessano in nome di Cristo, devono essere tutt’uno con Cristo. Questa Messa non è stata registrata, ma resta nel nostro cuore e le preghiere, le riflessioni che sono state fatte sono nostre esperienze che restano nel cuore mio e di Marisa.

La sera c’è stata di nuovo l’apparizione della Madonna, che ha ricordato a coloro che erano presenti il grande momento vissuto la mattina, quando Dio Padre ha parlato. Il Signore ha anche ascoltato la mia supplica, che almeno il 9 Marisa potesse stare un pochino meglio e così è stato, ma purtroppo solo il 9, perché oggi è stata una progressiva esplosione di sofferenze che hanno portato la glicemia di Marisa a 450; dolori naturali forti, accompagnati per diverse ore del pomeriggio dalla passione dura e intensa. Non c’è stata l’apparizione per tutti perché Marisa non aveva la forza di trasmettere, di sentire e ripetere il messaggio, però la Madonna è venuta ugualmente e mi ha rivelato che mentre soffriva ed i dolori erano più forti, senza che io potessi sentire, Marisa ripeteva nel suo cuore: “Dio mio, tutto questo è per amore tuo e per i miei fratelli”. Credo che vedere la sofferenza di una persona cara sia una grossa sofferenza a cui non ci si abitua mai e credo che in questi momenti, che sono a volte lunghi, lunghissimi, questa sofferenza, vissuta in modo diverso da Marisa e dal sottoscritto, sia veramente quanto di più importante il Signore vuole che noi gli doniamo per la Chiesa. È facile dire “Marisa ha sofferto la passione”, ma chi di voi ha visto è rimasto traumatizzato, al punto di dire: “Sì, è vero, è molto duro, è disumano”. Questa è la strada della croce ed una delle cose che ho detto nel confidarmi a Dio Padre è stato proprio questo: “Non sono sufficienti le sofferenze di tuo Figlio?”. Io sapevo la risposta, però era legittimo anche lo sfogo. Dio non ha bisogno né di me né di nessun altro, ma è un atto di stima, di fiducia, di amore da parte di Dio chiamare delle persone a vivere la sofferenza e l’immolazione. È duro, ma gli uomini della Chiesa sono salvati dall’amore di Dio, dal sangue di Cristo, dalla potenza dello Spirito Santo, non c’è bisogno di intromissioni umane, è Dio che chiama. Questo è bello perché la Chiesa sta rinascendo, ma non perché sono stati nominati cardinali o vescovi nuovi, non perché si fanno discorsi, riunioni, ma semplicemente perché Dio sta guidando la sua Chiesa e Cristo è il capo della Chiesa.

Termino ringraziandovi anche della vostra generosità. Quest’anno, e non sarà certamente l’ultima volta, vi ho chiesto di devolvere la somma di denaro destinata a comprare un regalo per il sottoscritto e per il pranzo comunitario, a favore dei bambini delle Filippine di cui vi ho parlato. Stando a quanto mi ha detto l’amministratore Franco, mai come in questa occasione siete stati generosi, sono stati raccolti 6000 euro. Ho pensato di mandare la metà immediatamente a questi bambini, perché so che hanno chiesto circa 3000 euro per comprare le tende, mentre l’altra metà la teniamo da parte per quando ci sarà un’altra occasione in cui sentirò che dobbiamo intervenire per aiutare.

È importante essere generosi, ma c’è una generosità che deve in qualche modo essere pagata di persona. Ricordatevi che il Signore ha apprezzato molto di più l’offerta di una povera vedova che le offerte di potenti e ricchi personaggi, perché è stata generosa. Gli altri hanno dato molto, ma era il superfluo, la vedova ha dato poco, ma si è privata di qualcosa che le era necessario per darlo agli altri. Ricordate sempre la citazione che vi ho fatto di Isaia: “quanto il cielo dista dalla terra, così i miei giudizi sono diversi dai vostri giudizi”. Al cospetto di Dio, le persone che a volte per gli uomini sono trascurabili e addirittura pericolose, sono estremamente importanti. La storia che ci riguarda voi la conoscete e vi siete trovati certamente in situazioni in cui avete sentito pronunciare giudizi negativi da parte di ecclesiastici, però ricordatevi che ogni parola del Vangelo è verità. Una delle ultime espressioni del Vangelo di oggi era: chi dirà pazzo subirà il fuoco della Geenna. Allora non vi dovete meravigliare se la Madonna ha detto diverse volte, e lo ha ripetuto anche Dio il 9 marzo: “Coloro che hanno calunniato e offeso il mio Vescovo subiranno le pene dell’inferno”, riferendosi a chi ha coscientemente e volutamente calunniato, perché è andato palesemente contro la verità. Questi sono i giudizi di Dio.

Mi ha fatto e ci ha fatto bene la giornata di ieri, ho detto di prepararci a giorni duri, ma non sapevo che oggi sarebbe stato il primo giorno duro. Il momento dell’entusiasmo è bello e serve, ma la realtà a volte è dura, dolorosa e va affrontata. Quindi dobbiamo cercare di non vivere in uno sterile entusiasmo, ma in una profonda convinzione, che deve essere sentita da tutti quanti voi, che Dio mantiene ciò che ha promesso. Ci sarà purtroppo ancora da soffrire per Marisa, ma l’ho sentita diverse volte dire alla Madonna che non rinnegherà il “SÌ” della sua immolazione totale alla sofferenza. Allora noi dobbiamo accompagnarla partecipando alla sua sofferenza, soffrendo anche noi, pregando, perché io sono convinto che possiamo svolgere la funzione del cireneo, che ha aiutato Cristo a portare la croce, aiutando la nostra sorella a portare la sua croce. Questo è un dovere di carità e sappiate che quando questa croce sarà innalzata, Dio interverrà e realizzerà i suoi grandi disegni. Quello che ho capito è che Dio ha desiderio di farlo e lo farebbe subito, ma è trattenuto dall’amore, dal desiderio di strappare ancora a Satana un numero di sacerdoti, vescovi e cardinali. Come ha detto la Madonna, l’inferno purtroppo è pieno di questi personaggi, che per coprire le loro colpe parlano della misericordia del Cristo e si dimenticano che al fianco della misericordia c’è anche la giustizia. Questo ha detto Dio il 9 marzo: “Ho pazienza, ma sono, oltre che misericordioso, anche giusto”. Salvarli è un impegno personale, ma è un bene per la Chiesa, perché ogni anima che si salva è una vittoria di Cristo, è il trionfo della croce, è il trionfo dell’Eucaristia. Il trionfo dell’Eucaristia è questo: che gli uomini crescano nell’amore, si allontanino dal peccato e vivano uniti a Cristo.

Credo di avervi detto quanto dovevo; comunque, anche questa sera, al momento della consacrazione, Marisa ha visto di nuovo Gesù. Credo, e anche in questo senza affermazioni o trionfalismi, noi abbiamo un primato, che mai nessuno abbia ripreso con la telecamera Gesù, la Madonna e i santi, ma ciò qui è avvenuto per intervento di Dio. Attraverso la telecamera posizionata in cappellina, tramite la televisione nella sua camera Marisa ha visto Gesù, la Madonna e i santi. Oggi Dio Padre ha anche detto a Marisa che lei è già in Paradiso, ma non ne è cosciente. Come questo sia possibile non lo chiedete a me, ma Dio può fare tutto. Marisa ne è cosciente solo in alcune situazioni, come questa notte, in cui ha potuto riposare tranquilla proprio perché è stata tutta la notte in Paradiso, con l’unica differenza che in Paradiso coloro che ci sono abitualmente, quindi dalla Madonna in giù, vedono Dio, mentre i viventi, noi, lo stesso Paolo che fu rapito in Paradiso, non possiamo vedere Dio. Lo possiamo vedere solo dopo la morte, non prima, perché non possiamo sostenere questo impatto che ci distruggerebbe, perché è talmente sproporzionata l’infinita grandezza di Dio con la nostra piccolezza che non possiamo metterci di fronte all’infinito e sperimentarlo. Solo quando arriveremo in Paradiso sarà possibile vedere Dio ed è questo il godimento, la gioia del Paradiso: vedere Dio e in Dio vedere tutto il bello, il grande e non ci stancheremo perché l’infinito è infinito, è inesauribile, e Dio è al di fuori del tempo. Il tempo è un limite che noi abbiamo sulla terra, ma coloro che sono in Paradiso non hanno questo tipo di limite né quello dello spazio.

Giovanni Paolo II ha detto una verità che, posso dire con semplicità, io dissi per la prima volta quando andavamo nelle varie chiese. Era esattamente la festa della Trinità e stavamo nella chiesa di San Romualdo. Dissi che il Paradiso è Dio, quindi non ha un’ubiquità, cioè Dio non sta lì o là, Dio è Dio e basta. Il Paradiso è Dio, quindi è una condizione, non è un luogo. Certamente metterci a parlare del Paradiso o di Dio è impossibile, possiamo soltanto balbettare qualcosa, però quello che conta è che possiamo andarci tutti. Siamo nel 2006, nel 2106 speriamo di essere tutti in Paradiso, è questo l’augurio che io faccio a me e a ciascuno di voi. La mia gioia sarà completa se veramente potrò godere il Paradiso assieme a ciascuno di voi e la vostra gioia sarà completa se potrete a vostra volta condividere la gioia del Paradiso con altri. Coloro che partiranno per primi speriamo che vadano direttamente in Paradiso a prepararci il posto e tra questi certamente la nostra sorella Marisa, anche se noi non sappiamo ancora quando verrà il suo momento, ma non deve essere molto lontano. La Madonna lo ha detto diverse volte nei messaggi, anche se poi ci ricorda che il poco e breve di Dio è diverso dal poco e breve umano. Tuttavia, per quanto possa essere diverso, certamente sappiate che il trionfo ci sarà dopo l’immolazione completa di Marisa, quindi ci sarà per la sua immolazione. Magari è mio desiderio che anche lei possa parteciparvi, però credo di aver capito che tutto avverrà dopo la sua partenza per la Patria Celeste. Questo va vissuto con gioia, soprattutto da chi ci va; per chi resta è umano e legittimo sentire il distacco, però in questo Dio mi ha di nuovo confermato che verrò aiutato e vedrò, oltre che la Madonna, Marisa e nonna Iolanda, che mi aiuteranno nelle mie responsabilità. Questo per me è un conforto, un sollievo, perché le alture stupende fanno venire le vertigini, ma sapere che verrò aiutato, consigliato, sorretto, sostenuto, oltre che da Dio, anche dalla Madonna, da Marisa e da nonna Iolanda, per me è motivo di serenità e tranquillità. Vi ringrazio di avermi ascoltato e spero di essere riuscito ad accendere nei vostri cuori qualcosa di bello. Cosa posso dire per concludere? Amiamo la Chiesa, perché chi ama la Chiesa ama Cristo.