Omelia di S.E. Mons. Claudio Gatti del 14 settembre 2006
FESTA DELL'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
I Lettura: Nm 21,4-9; Salmo 77; Vangelo: Gv 3,13-17
La nostra comunità sta affrontando un periodo nel quale siamo immersi in un mare di sofferenze che gravano, in modo particolare, sulle spalle del Vescovo e della Veggente, ma so che anche alcuni tra voi non ne sono esenti. Voglio esortarvi a porre tutte queste sofferenze nel calice, offrendo tutto al Signore, chinando il capo e dicendo, anche se stringendo legittimamente i denti: “Signore, sia fatta la tua volontà”. Durante gli ultimi due mesi, ho compreso in modo ancora più nitido e profondo, che Dio agisce indipendentemente da tutto ciò che gli uomini possano pensare o desiderare. Dio non si lascia condizionare da nessuno, è superiore a qualsiasi autorità umana e nessuno può mettere dei limiti al suo modo di agire e provvedere. Secondo me, tentare di fare questo è inutile perché, grazie agli insegnamenti ricevuti durante questi due mesi pesanti, duri e sofferti, ho compreso che Dio detta la legge. Di conseguenza, gli uomini non possono dire: “Questo è impossibile”, pensando che si debba agire secondo la loro logica. Ormai mi è chiarissimo che l’unica cosa che dovrebbero fare è capire che nulla è impossibile a Dio. Quindi, se l’ordinazione episcopale di origine divina è razionalmente comprensibile, ovvero non va contro la logica perché è semplicemente un manifestarsi di Dio, come è stata confermata tramite alcuni fatti eclatanti tra cui il grande miracolo eucaristico dell’11 giugno 2000, bisogna chinare il capo e, a cominciare da chi ha lo zucchetto di colore bianco, mettersi in ginocchio e dire: “Signore, sia fatta la tua volontà”. Diversamente, ci mettiamo in una situazione di opposizione.
Oggi, celebriamo tre anniversari che hanno in comune giorno e mese ma, chiaramente, l’anno è diverso. Celebriamo l’undicesimo anniversario del primo miracolo eucaristico, la cui rappresentazione voi vedete alle mie spalle: 14 settembre 1995. Celebriamo anche il settimo anniversario da quando Dio mi ha dato l’episcopato. Lo ha fatto di sua iniziativa, senza neanche chiedere a me, che ero e sono l’interessato, il permesso di agire. Questo episcopato Dio lo tiene gelosamente custodito e, durante lo scorso mese di agosto, ha tuonato ancora una volta il suo “Guai!”. Dovete sapere e ricordare che il “Guai!” di Dio è tremendo. “Guai a coloro che hanno calunniato, calunniano e calunnieranno il Vescovo che Io ho ordinato: li spedirò all’inferno senza nessuna esitazione”. Tradotto in termini comprensibili a tutti, calunniare il Vescovo, significa ricevere la condanna di Dio, senza scusanti. Quando Dio giudica e condanna è perché la persona si è resa responsabile, volontariamente, di una grave mancanza nei riguardi di Dio. Parliamo, quindi, di un peccato volontario e come tale deve chiaramente subire, da parte di Dio, il giudizio e il castigo dovuto. Il terzo grande anniversario che celebriamo è quello del 14 settembre 2000 quando, per ordine di Dio, ho firmato il primo decreto che finora ho redatto, con il quale, in nome di Dio, ho riconosciuto l’autenticità di tutte le apparizioni della Madre dell’Eucaristia e dei miracoli eucaristici. Questo sta a significare che quel decreto, avendo l’approvazione di Dio, resterà chiaramente presente nei documenti importanti della storia della Chiesa. Chi lo ha steso e firmato passerà, voi passerete, ma quel decreto resterà, perché sarà un punto di riferimento preciso, nitido e luminoso per tutti coloro che intenderanno addentrarsi nella conoscenza della storia della Chiesa.
Le ultime nostre vacanze, se possiamo definirle così, sono state forse le più dolorose, ma contemporaneamente anche le più ricche di avvenimenti soprannaturali, di cui ve ne posso indicare alcuni. Già l’indicazione della casa, sia al mare che in montagna, è venuta dall’alto e Dio ci ha dimostrato la sua presenza e aiuto: nella casa al mare c’erano nove gradini da dover affrontare per accedere all’appartamento, ma la Madonna ha detto a nome di Dio: “Non vi preoccupate, penseremo noi ad aiutare Marisa a scendere e salire le scale”. Marisa, come voi sapete, ha grossi problemi anche nel fare dei passi semplicemente in piano, ma riusciva a fare questi gradini anche due volte al giorno con relativa facilità. Le leggi della natura dipendono dal creatore della natura, ma allora uno potrebbe dire: “Se lo ha fatto per poche volte, perché non lo fa sempre?”. La risposta io non sono in grado di darvela, se non ripetendovi che, essendo quella la volontà di Dio, non la possiamo cambiare.
Quando eravamo nella terrazza della casa venivano, con una frequenza che non c’era mai stata, ospiti dall’alto che si intrattenevano in colloqui e permettevano continuamente, anche al sottoscritto, di porre domande su quello che si voleva. Il primo incontro gratificante è stato quando Gesù stesso è venuto ad augurare, per quanto fosse umanamente possibile, una buona vacanza, almeno come sospensione e interruzione dal lavoro svolto durante l’anno. L’assistenza della Madonna l’ha sentita anche Massimo, anche se non se ne è pienamente accorto, che ha guidato la macchina all’andata. Non la guidava lui, ma c’era la Madonna alla guida, al fine di evitare a Marisa scossoni e sobbalzi causati dal terreno durante il tragitto. Quindi era lei stessa che si è messa al volante per agevolare un viaggio che, umanamente parlando, era motivo di molte preoccupazioni. Il viaggio è andato bene, è stato tranquillo e sereno, riposante per chi guidava e riposante anche per chi veniva portato dal mezzo.
È avvenuto anche un altro episodio molto bello e significativo: Marisa ha assistito ad una Messa celebrata da Gesù. Durante questa Messa, attorno a quest’altare c’erano, a me invisibili ma visibili a Marisa, la Madonna, San Giuseppe, nonna Iolanda, tutti gli ultimi papi, diversi santi e molti angeli. Gesù stesso ha dato la Comunione a tutti. Qualcuno potrebbe arricciare il naso, ma lo invitiamo a non farlo, per il semplice motivo che nessuno può dettare legge a Dio, né tantomeno può avanzare ipotesi e descrivere come avvengono le realtà soprannaturali, che sfuggono a qualsiasi controllo e legge. Infatti, chi siamo noi per affermare che Gesù ha celebrato la Messa soltanto il Giovedì Santo?
Il 7 luglio, giorno del mio onomastico, come avviene ormai ogni anno, c’è stato il tradizionale augurio fatto dal santo mio omonimo, che ha detto delle cose veramente gratificanti e belle nei miei riguardi. Permettetemi che restino personali, non mi sento di doverle condividere con voi, non perché non vi ami o non vi stimi, ma perché sono strettamente personali e preferisco che restino tali.
L’8 luglio c’è stato il primo dei due giorni tranquilli che abbiamo avuto in tutto il periodo estivo ed è stata anche una gioia totale perché Marisa, per la prima volta, ha potuto non solo camminare ma, addirittura, quasi correre, come non avveniva da tanto tempo e non sarebbe avvenuto più in seguito. La sua corsa non era finalizzata a se stessa, ma ha avuto l’impulso di correre perché ha visto Gesù spuntare dall’altra parte della strada e gli voleva andare incontro. È stato l’incontro tra due persone che si amano, si stimano e si vogliono bene. Il viso di Marisa sprizzava gioia proprio per il fatto di incontrarsi con il suo sposo, anche se non era la prima volta e non sarà l’ultima, perché ogni volta che avviene è per lei fonte di gioia.
Il Signore è stato anche ai nostri scherzi perché la Madonna ha cercato sempre, nonostante le sofferenze e i problemi, di invitarci a saper reagire e a saper soffrire. Lei stessa è stata a certi scherzi che io organizzavo nei riguardi di Marisa quando si trovava quasi in una situazione di estasi, cioè parzialmente cosciente della realtà che viveva e che la circondava. Per farle uno scherzo le ho dato il cellulare dicendole che la Madonna la stava chiamando. La sorpresa è stata che, effettivamente, lei ha sentito e ha parlato con la Madonna e addirittura lo scherzo si è prolungato perché, solo qualche minuto dopo, lei ha sentito squillare di nuovo il suo cellulare, ha risposto ed era la Madonna che continuava il discorso che aveva iniziato nella telefonata precedente. Questo per dirvi quanto ci sono stati assolutamente vicini.
Riguardo ai colloqui con l’alto, finora uno degli argomenti ricorrenti era la tragica situazione dei sacerdoti. Di questo se ne è parlato a lungo e la Madonna è scesa anche in particolari. Ha fatto nomi e indicato fatti attribuendoli a questi personaggi e terminava con la solita raccomandazione: “Accettate la sofferenza perché Dio spera e attende che almeno una parte di questi sacerdoti, senza distinzioni di gerarchie, possa convertirsi e tornare al Padre”. L’unico motivo per cui Dio ha rimandato, con nostro rincrescimento, le date dei suoi interventi è che aspetta ancora la conversione degli uomini e, soprattutto, dei sacerdoti. La Sua pazienza infinita non ha limiti, mentre la mia è molto limitata. Chiaramente, mentre Lui chiede del tempo per poter lavorare e salvare ancora anime e, soprattutto, anime sacerdotali, io spero che si affretti ciò che deve essere fatto, perché veramente, credeteci, noi siamo in una situazione di prostrazione totale. In questo periodo la Madonna ha parlato molte volte della dipartita di Marisa e questo è un argomento che a Marisa da particolarmente gioia, perché è stanca di vivere ma soprattutto di soffrire. Poiché umanamente questa è la situazione, sentir parlare della sua dipartita è stato per lei sempre motivo di rinnovata gioia.
Devo parlarvi con semplicità e schiettezza di una delle cose che ha detto la Madonna e che, poiché mi coinvolge, mi provoca un certo imbarazzo, ma fa parte della situazione che dovete conoscere. Quando la sera si manifestava e si intratteneva in alcune conversazioni, proprio all’inizio di questo periodo di vacanze la Madonna ha detto: “Quando Marisa salirà in Paradiso, tu l’accompagnerai. Una volta arrivati in Paradiso, vi saluterete con un bacio e tu tornerai sulla Terra per continuare la missione che Dio ti ha affidato”. Non lo dico per esibizione, lo dico semplicemente per convincervi che Dio fa ciò che vuole, anche se a noi a volte sembra strano e impossibile il suo modo di agire.
Quest’estate si alternavano momenti gioiosi di ordine spirituale e momenti pieni di preoccupazione. Uno dei momenti più duri e pieni di sofferenza, che è stato superato soltanto attraverso l’intervento dall’alto, ha riguardato la situazione dello stomaco di Marisa, quando ha avuto un blocco intestinale. Come abbiamo sempre fatto in altre situazioni del genere, ci siamo messi a pregare e il Signore ha voluto mettere alla prova la nostra fiducia e fede in Lui e provare anche l’abbandono di Marisa e la sua capacità di sofferenza, che in quel momento era enorme. Finalmente è arrivata la Madonna, lungamente invocata, dicendoci: “Voi credete che io sia venuta solo in questo momento, ma io sono sempre stata vicino a voi, fin dal momento in cui si è manifestata questa crisi”. Ha tenuto a lungo Marisa abbracciata a sé come una mamma fa con una bimba e la situazione si è semplicemente sbloccata. Anche questa paura resta, assieme a tutte le altre, nitida e precisa, ma a fianco di questa resta il ricordo dell’intervento di Dio.
Il 15 luglio abbiamo festeggiato e celebrato il trentacinquesimo anniversario dall’inizio della nostra missione. Come ha fatto altre diciassette volte durante questi due mesi, è venuto Dio Padre, che si è anche manifestato soltanto a noi. Ho potuto sperimentare la paternità di Dio e, attraverso questi incontri, credo di aver cambiato il mio modo di pregare. Adesso quando prego vado direttamente a Dio Padre perché, bontà sua, il rapporto che si è instaurato è veramente da padre a figlio ed ho potuto vedere addirittura la Sua arguzia, il Suo modo di scherzare. È impensabile che Dio scherzi con gli uomini ed invece ha scherzato con noi e ha anche mostrato questa paternità non solo permettendomi, ma anche sollecitandomi, di porgli determinate domande e facendogli determinate richieste. Una volta, in un colloquio molto personale, verso la fine della Teofania di Dio Padre, ho percepito che Marisa era affaticata ed ero talmente preoccupato che volevo chiudere io la conversazione e ho detto: “Dio Padre, terminiamo perché vedo che Marisa non sta bene, avevo ancora una domanda da farti, ma ne parliamo un’altra volta”. Dopo ci ho pensato e mi sono detto: “Ma io ho parlato così a Dio Padre?”. Lui paternamente mi ha detto: “No, Eccellenza, parla pure, io so quello che devi dirmi, ma dimmelo ugualmente”. Allora, ho posto la mia domanda e questa riguarda il nostro essere comunità e non solo. Vedremo se poi si realizzerà.
Successivamente, partendo per la montagna, purtroppo la situazione non è cambiata e si è presentata sempre abbastanza tormentata e difficile. L’assistenza da parte del Cielo è stata frequentissima e, in alcuni dei diversi momenti pesanti, Marisa vedeva nonna Iolanda in compagnia della Madonna e di san Giuseppe che, trascinandosi dietro tutto il Paradiso, andavano davanti a Dio, si inginocchiavano e chiedevano aiuto, sollecitando conforto per lei e per il Vescovo. Chiaramente Marisa non vedeva Dio, perché nessuno Lo può vedere. Il primo capitolo di San Giovanni, versetto diciottesimo dice: “Nessuno ha mai visto Dio, solo il Figlio che lo ha rivelato a noi”. Tenete presente questo, perché da qui si parte per arrivare a quanto la Madonna ha detto nell’apparizione di domenica. Marisa, non vedendo Dio, sentiva la Sua voce che veniva da una luce meravigliosa, quella luce che noi abbiamo visto e che vedrete anche voi; incastonati in questa luce c’erano un fiore meraviglioso che non ha uguali sulla Terra, o una stella luminosa. Questo non significa che Dio fosse l'uno o l’altra, ma si manifestava in questo modo perché l'uomo ha sempre bisogno di una mediazione, affinché possa percepire in qualche modo la Sua presenza.
Voglio anche raccontarvi una cosa bella e una meno bella che ci ha turbato per circa dodici giorni. Marisa portava sempre con sé l’Eucaristia in una teca d’oro, perché era l’unico modo per tenere lontano il demonio in modo che non la potesse aggredire. Tuttavia, Dio ha permesso che Marisa restasse per alcuni giorni senza avere con sé Gesù Eucaristia; lo ha permesso per la sua santità, per fare aumentare la nostra fede, per il bene della comunità e della Chiesa. Ciò che è avvenuto in quei dodici tremendi e infernali giorni è stata forse l’esperienza più dolorosa di tutte le vacanze, più dei problemi di salute o delle sofferenze morali. Improvvisamente miriadi di demoni la circondavano, senza toccarla, incutendole un terrore tremendo e questo avveniva molte volte nella stessa giornata provocandole una tensione che si ripercuoteva poi su tutto il fisico e si scaricava in modo particolare sullo stomaco. Urlava come non l’ho mai sentita urlare, ma ricordandomi di essere vescovo, era sufficiente che io dessi l’ordine “In nome di Dio, vi ordino di andar via”, che loro schizzavano via come api dal loro nido. I demoni, che sono furbi ed intelligenti, però ritornavano approfittando dei momenti in cui, per necessità anche fisica, dovevo assentarmi; molte volte ho dovuto interrompere ciò che stavo facendo per correre ad allontanare questi tremendi disgraziati. Abbiamo vissuto giorni, credetemi, che definisco infernali e questa situazione ci ha reso esausti, sfiniti e stanchi, fino al punto che, e anche questo è stato permesso dal Signore, Marisa ha confuso la voce della Madonna con quella melliflua del demonio che cercava di imitarla. In quel periodo Marisa non mangiava nulla ed è stata circa 10-12 giorni nutrendosi solo di Eucaristia. La prima volta il demonio le ha detto di mangiare dell’insalata, perché le avrebbe fatto bene, ma lui l’ha avvelenata; potete immaginare cosa è successo dopo che ne ha mangiato qualche foglia, avendo sentito subito che c’era qualcosa che non andava. I dolori sono cessati solo dopo l’intervento di Dio, ma ci siamo ricaduti una seconda volta. Sempre questa voce melliflua le ha detto di mangiare un panino e di dividerlo con me ed altri. Io le ho dato questo panino, ma la parte che abbiamo mangiato noi era immune, mentre la parte che ha mangiato lei era di nuovo avvelenata. Ricordo che, dopo questa seconda esperienza, sono esploso gridando: “Mio Dio, vieni tu al posto mio, che io non ce la faccio più!”. Infatti, sentirmi ingannato dal demonio mi è sembrato qualcosa che non doveva avvenire e finalmente Dio Padre è intervenuto dopo questa seconda truffa diabolica dicendo: “Forse voi pensate che sono stato troppo severo ed esigente con voi, ma, credetemi, ne avevo bisogno e dovevo farlo. D’ora in poi non permetterò più ai demoni di darvi fastidio e se verranno, come già ho iniziato a fare oggi senza che voi lo sapeste, li distruggerò tutti”. Finalmente, da quel momento, non sono più venuti e abbiamo potuto respirare, perché vivevamo in un incubo. Marisa mi ha detto mille volte che preferiva i dolori più lancinanti a queste visioni terrificanti perché, anche se si metteva sotto le lenzuola o si copriva con le mani gli occhi, queste immagini restavano. La cosa tremenda è che i demoni sapevano sempre cercare il momento opportuno per arrivare: quando non ero presente o quando ero distratto, al punto che era nato un meccanismo per cui continuamente dicevo: “In nome di Dio, vi ordino di andare via”. Pensate cosa significa in una giornata ripetere continuamente questo. Veniva il momento in cui mi rilassavo un po’, mentre parlavamo o mangiavamo insieme, e tornavano immediatamente. Credo che questo non l’abbia sperimentato nessuno.
Ho contato diciotto volte l’intervento di Dio Padre, ma ci sono stati anche l’intervento di Gesù e dello Spirito Santo. Una volta è venuto Dio Spirito Santo e Marisa gli ha chiesto quando mi avrebbe dato il dono delle lingue. Voi sapete bene che è sempre nell'aria questa promessa e Lui ha risposto che al momento opportuno riceverò questo dono, perché per parlare anche agli stranieri bisogna conoscere le loro lingue.
Ora voglio parlarvi della dipartita di Marisa, legata a dei numeri e ciò che vi dico è avvenuto nella realtà soprannaturale. Il Signore ci ha fatto sapere che quando Marisa andrà in Paradiso porterà con sé dal purgatorio 3540 anime che verranno disposte formando una processione con in testa la Madonna, san Giuseppe, nonna Iolanda e Marisa e, immediatamente dopo, i nostri genitori, i nostri papà e successivamente tutti gli altri. Al momento noi siamo arrivati a scrivere i nomi o la provenienza di 2800 persone, tra cui ci sono papi, cardinali, vescovi, sacerdoti, suore, laici, re, principesse, fedeli semplici, giovanetti e ragazzi con l’uso di ragione, ma la cosa più importante è che non c’è una disposizione gerarchica. La Madonna ha detto che la processione sarà formata secondo l’ordine con cui lei ci detta questi nomi, per cui i papi e i cardinali verranno dopo dei semplici fedeli, perché davanti a Dio non c’è più il grado, il potere o l’autorità; è questo che dovrebbero tener presente coloro che esercitano il potere. Gesù già lo ha detto: “Le prostitute e i pubblicani vi precederanno nel regno dei cieli”. Vedete come il Vangelo è verità? Quindi ciò che avverrà sta a significare che l’ordine viene dato dall’amore. Infatti, lì ci sono persone che neanche immaginate, uomini e donne che io stesso credevo fossero all’inferno, ma un atto d’amore è stato sufficiente per salvarle. La carità, fatta con generosità a chi non aveva, ha aperto la strada; quindi, la frase “L’amore è il Telepass per arrivare in Paradiso” è confermata dal giudizio di Dio. Se noi vogliamo avere la sicurezza di andare in Paradiso, non dobbiamo fare grandi cose. Io lo vedo, per esempio, da come Dio stimi nonna Iolanda: la invia in ogni parte del mondo ad aiutare ed ora è continuamente vicina a noi. In questo momento, se non lo sapete, vi dico che alla mia destra c’è la Madonna e a sinistra c’è nonna Iolanda e Dio parla con nonna Iolanda. Al momento opportuno vi parlerò del Paradiso, ma secondo la concezione divina, non secondo la nostra comprensione umana.
Altri momenti di gioia si sono verificati quando Gesù, la Madonna, san Giuseppe, nonna Iolanda, Marisa e il Vescovo, spesso accompagnati anche dai piccoli bimbi della comunità, che ne sono ignari, sono andati sul Giordano: lì Gesù prendeva i pesci e li cuoceva su una graticola preparata da san Giuseppe, poi la Madonna li puliva e, cantando inni a Dio, venivano degustati. Dopo aver mangiato, Gesù mi prendeva sottobraccio e andavamo a parlare del Paradiso, della Chiesa e della situazione degli uomini, ma di questo non ne sarò cosciente fino a quando Dio vorrà. Queste sono le cose che abbiamo vissuto in continuazione.
Una sera dopo cena, è avvenuto un episodio di cui ha parlato anche la Madonna. Io stavo parlando di quanto sarà bello il corteo che entrerà in Paradiso dietro la Madre dell’Eucaristia, un corteo che anche io sicuramente vedrò; certamente loro vedranno anche Dio, mentre io non potrò vederlo perché sarò ancora vivo. In quel momento è intervenuto Dio dicendo: “Ma che cosa dici? Chi sei tu per dire se mi vedrai o non mi vedrai? Sono Io che decido”. Io sono rimasto cheto e buono, perché mi ricordavo il versetto del vangelo; solo dopo ho capito che Giovanni intendeva dire che nessuno ha mai visto Dio, ma solo fino al momento della rivelazione; infatti, non ha detto che nessuno vedrà mai Dio. Quindi, una volta in più, ho dovuto chinare il capo e dire: “Dio, tu sei veramente il padrone di tutto e fai ciò che vuoi. Noi, piccole creature, a volte non riusciamo neanche a capire quanto siamo sciocchi e piccoli nel pensare di doverti dettare delle leggi o dei modi di comportamento”. Noi siamo stati portati in bilocazione in diverse zone povere tra cui l’Africa e Marisa è stata molte volte in zone pericolose, soprattutto nei luoghi in cui è scoppiata quella tremenda guerra, in Libano, tra Israele e gli Hezbollah, proprio per aiutare le persone bisognose e soprattutto i bambini.
Fino ad ora vi ho raccontato alcune delle cose che potevo dire sulle nostre vacanze, ma ora voglio parlarvi della missione che è stata portata a termine dai giovani e da alcuni adulti. Durante le vacanze ho avuto la possibilità di leggere le vostre relazioni una ad una e mi sono fatto un’idea precisa di come sono andate le cose. La Madonna ha già detto diverse volte che la missione è andata bene; infatti, molti sacerdoti si sono posti la domanda: “Se la verità è in quel luogo, cosa sarà di noi?”. Posso dirvi che su 334 sacerdoti avvicinati, i due terzi hanno avuto atteggiamenti sostanzialmente positivi; alcuni incontri che gli interessati hanno pensato fossero andati male, invece sono andati benissimo. Il Signore mi ha fatto capire che quello che dicevano non era quello che pensavano, ma ciò che erano costretti a dire per la paura; quindi, su 334 sacerdoti avvicinati, 220, ovvero i due terzi, hanno chiaramente avuto benefici da questi incontri. Un terzo di essi è stato veramente cattivo, ma questo non ci deve interessare ora e neanche in seguito. D’altra parte, mi viene in mente un accostamento: un terzo degli angeli si è ribellato a Dio ed è stato scaraventato giù nell’inferno creato appositamente per loro. Un elemento che è venuto fuori, oltre la paura che in molti era tangibile, è stato il fatto doloroso che avevano una preparazione scarsa, perché non sapevano controbattere a determinate obiezioni. Tuttavia, ci sono stati anche molti aspetti positivi sui quali è bene soffermarsi: per esempio, molti hanno detto che è assurdo condannare senza aver precedentemente fatto un esame e un giudizio attraverso dei giudici. Il fatto che la comunità avesse dei giovani e degli adulti preparati era un segno tangibile positivo, perché l’albero si vede dai frutti e se questi sono i frutti, certamente l’albero è estremamente positivo. Molti sacerdoti hanno incoraggiato con parole chiare nel continuare ad andare avanti ed hanno ripetuto che i frutti erano positivi e quindi si trovavano di fronte a realtà degne di attenzione. Molti hanno fatto delle lodi proprio sul coraggio dimostrato e sulla preparazione raggiunta ed hanno anche promesso preghiere per il trionfo della verità, arrivando a dire di non ascoltare il Vicariato, perché non ci sono persone affidabili. Altri hanno riconosciuto che l’Autorità Ecclesiastica ha sbagliato, anche gravemente, ed hanno ringraziato Dio di aver conosciuto finalmente la verità, perché conoscevano una versione diversa e distorta. Hanno detto che di fronte ad un ordine sbagliato è giusto non obbedire, perché altrimenti si va contro la legge di Dio ed hanno affermato che il comportamento del Vicariato è estremamente sbagliato. Posso anche aggiungere che dall’estero sono arrivati molti incoraggiamenti, non solo attraverso Internet, ma soprattutto attraverso i nostri colloqui con la Madonna, con Gesù e con Dio Padre stesso. Ci è stato detto più volte che noi non immaginiamo neanche quante persone ci amano, ci stimano e pregano ogni giorno per noi.
Anche a Roma la situazione sta cambiando, anche se apparentemente non sembra, perché facciamo ancora esperienze dolorose, ma le ha fatte anche Cristo. C’è qui Maria Teresa che può testimoniare sulla sua pelle che, andando palesemente contro il diritto canonico e contro anche la legge umana, un vescovo è arrivato a impedirle di fare la comunione. Questo è completamente sbagliato, perché nessuno può impedire ad una persona di fare la comunione. Addirittura, se io, sacerdote, che sto dando la comunione, sapessi che chi viene a riceverla non è in grado perché è un traditore, un assassino, un eretico, io sono costretto a dare la comunione. Invece si deve rifiutare ai pubblici peccatori, a chi è condannato, ma condannato personalmente, diversamente no. Alcuni vescovi sono caduti veramente nell’assurdo, addirittura nel condannare le intenzioni: lei non fa parte della comunità, ma ha intenzione di farne parte e quindi io la condanno. Non posso scendere nei particolari di questa vicenda.
La Chiesa deve rinascere da questo e non può non rinascere, perché tante sofferenze allora sarebbero state veramente inutili o, peggio, controproducenti. Vorrei dire prima di tutto a me stesso e a Marisa, e ricordare a ciascuno di voi, la parola di Isaia che abbiamo letto domenica scorsa: “Coraggio, Dio è con noi e lo ha dimostrato in tanti modi”. Ci ha chiesto tantissimo, potrei aggiungere anche troppo, ma le promesse che ha fatto, poiché sono promesse di Dio, verranno mantenute una dopo l’altra. Se ci guardiamo intorno possiamo dire che siamo povere, piccole e deboli creature, ma la potenza di Dio è con noi e il momento che noi attendiamo, come ha ripetuto la Madonna domenica scorsa, non deve essere lontano. Ha usato il termine “tra poco” e ha usato l’espressione “presto”, ma un “presto” non può essere comunque un tempo troppo lungo, perché noi, umanamente parlando, non ce la faremmo a resistere. Stringiamo i ranghi, non ci lasciamo condizionare da assenze, distacchi o allontanamenti, ma ricordiamo la parabola delle vergini: le stolte, che hanno bussato dopo che era stata chiusa la porta e che era entrato lo sposo, sono rimaste fuori. Quelle persone che hanno agito come le vergini stolte si troveranno nella stessa situazione e ricordatevi che Dio mantiene ciò che ha promesso. Io voglio seguire il suo esempio e manterrò ciò che ho promesso: anche un domani sappiate che chi mi è stato vicino nel momento della prova mi sarà ugualmente vicino nel momento del trionfo. Io non posso dimenticare chi ci ha dato affetto e comprensione, mentre posso solo pregare per chi ci ha voltato le spalle.