Omelia di S.E. Mons. Claudio Gatti del 14 settembre 2008
ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
I°Lettura: Nm21,4b-9; Salmo 77; II°Lettura Fil 2,6-11; Vangelo: Gv 3,13-17
Oggi potrei anche non fare l’omelia perché voi vedete riunito qui, davanti a me, sui gradini dell’altare, tutto ciò che si può dire e che dà origine a un discorso molto profondo e attuale ma, per agevolare tutti, credo che sia opportuno fermarci a riflettere insieme. Il punto di partenza per questa mia riflessione lo prendo dall’ultima frase del Vangelo di oggi: "Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui" (Gv 3,17). Noi siamo ormai abituati a considerare la storia divisa in due parti, prima e dopo la nascita del Cristo. Ma io oggi vorrei indicarvi un altro criterio di divisione: la croce. Se guardate la storia del mondo, la sua evoluzione, i popoli che si sono succeduti e osservate tutto questo prima della croce, prima della passione, morte e resurrezione del Cristo, vedrete che ci sono situazioni in cui al massimo si può arrivare alla giustizia, alla comprensione e all’accettazione dell’altro, ma non alla santità né a indicare o tantomeno a vivere il concetto e la sostanza dell’amore. Possiamo dire che il mondo è ancora offuscato e su di esso ci sono le tenebre, la confusione, l’incertezza e l’incapacità di orientarsi. Poi immaginate con gli occhi dell’anima, non con quelli del corpo, che sul mondo a un certo punto troneggi una grande croce: è la morte, è la passione, è la redenzione. La situazione agli occhi profani non cambia, ma agli occhi di Dio, quelli che contano, cambia radicalmente: le tenebre sono rigettate e sono sostituite dalla luce. Il rispetto, l’attenzione viene affiancato o sostituito dall’amore; la giustizia, intesa in termini umani, viene sostituita dalla giustificazione e dalla grazia di Dio. Il primo capolavoro che fuoriesce dalla croce è Maria che è figlia della croce, il capolavoro più bello della redenzione, perché voi sapete, e questo l'ha detto anche chiaramente Pio IX nella bolla di definizione del dogma dell’immacolata Concezione, che lei è redenta in quanto le sono stati applicati in anticipo i meriti della croce, della passione e della redenzione. Ed ecco, allora, che voi vedete sorgere su questo mondo pieno di tenebre l’aurora, che indica il meriggio pieno della redenzione. Questo è il capolavoro di Dio, è la luce che comincia a entrare nel mondo, è l’amore che si fa realtà nel cuore di Maria e dopo di lei, sia perché meno degni, sia perché meno santi, sia perché meno perfetti, ci sono tutti coloro che sono stati giustificati e redenti dalle stille di sangue del Cristo. Ecco la croce che cambia il mondo, ecco la croce che sconfigge il male, ecco la croce che da molti è considerata uno strumento di morte, ma per noi che abbiamo fede, diventa strumento di vita.
Cosa sarebbe la nostra vita senza la croce? Saremmo nella stessa condizione dei Babilonesi, degli Assiri, dei Fenici, dei Greci, dei Romani e delle popolazioni che abitavano nel continente americano prima della scoperta, o nell’asia o da qualche altra parte. Fate il confronto tra la verità che viene da Dio e la verità che viene dagli uomini: solo la verità che viene da Dio, solo la Sua parola ha forza di giustificazione, di redenzione e di cambiamento. Ed ecco la croce che svetta. Gli uomini hanno tentato addirittura di impedire ai raggi che vengono dalla croce di illuminare il mondo, perché si sono frapposti fra la croce e l’umanità e questi uomini sono i sacerdoti, i pontefici e coloro che avrebbero dovuto far amare la croce, ma si sono sostituiti ad essa, quasi hanno vissuto l’esperienza della torre di Babele: si sono innalzati per glorificare se stessi, mentre l’uomo, come dice Paolo, deve inchinarsi di fronte a Colui che si è svuotato degli attributi divini per assumere la carne umana e diventare simile a noi in tutto, eccetto che nel peccato. Ecco la croce, ecco perché dobbiamo amare la croce! La croce non ci deve far paura, perché la croce ci parla dell’amore sofferto di Dio, la croce ci parla dell’incarnazione di Dio in mezzo agli uomini finalizzata al sacrificio della croce. La croce ci ricorda che, se noi possiamo entrare in Paradiso, lo dobbiamo soltanto a lei. Io credo di poter dire che quando ci presenteremo a Dio nel giudizio personale dopo la morte Lui, per ammetterci in Paradiso, vorrà vedere la croce impressa nella nostra anima, vorrà vedere se essa è presente e se questa croce dà luce, calore e amore, perché abbiamo la grazia e solo in quel caso saremo ammessi, ma se questa croce è sbiadita o cancellata, allora il giudizio di Dio ci indicherà il purgatorio o, peggio ancora, l’inferno.
È la croce che abbiamo nell’anima che ci apre le porte del Paradiso, è il segno di appartenenza a Dio, di adesione a Dio, è il segno che indica che noi ci inchiniamo a Lui, che accettiamo la redenzione e la croce. Nella vostra vita guardate la croce, non passate in modo distratto di fronte ad essa senza quasi fermarvi o lanciare uno sguardo, perché lì trovate Colui che ci stupisce per l’amore che ci ha dato. Amatela, guardatela spesso, rivolgetevi alla croce e allora le vostre giornate saranno più luminose e voi vi sentirete più forti, perché come dalla croce il famoso 14 settembre 1995 è fuoriuscita l’eucaristia, dalla croce continuano a fuoriuscire l’amore e la grazia di Dio. Noi stiamo pregando per la rinascita della Chiesa e la Chiesa rinascerà e voi sapete a chi Dio ha affidato il compito di cambiarla. Ma noi oggi la deponiamo nel costato del Cristo. Ricordate Tommaso che voleva metterci la mano? Noi oggi ci collochiamo la Chiesa e accadrà ciò che avviene nel meraviglioso mistero della maternità: un inizio, un abbozzo di vita che, lentamente, si prepara fino a diventare persona. E questa Chiesa oggi umiliata, ferita, in parte distrutta, di cui hanno usurpato benefici e ricchezze, noi la chiudiamo nel cuore, o meglio, nel costato squarciato del Figlio di Dio, dove resterà fino al momento della resurrezione. Cristo risorge nella pienezza del suo potere e della sua potenza, la Chiesa rinascerà nella limpidezza di ciò che era al momento della sua fondazione, ma tutto parte dalla croce, tutto inizia dalla croce. Nella croce vedete il volto trafitto, sofferente del Cristo, ma anche il volto glorioso del Redentore, perché la croce indica sempre il momento successivo, che è la redenzione.
Ecco perché oggi dobbiamo esaltare la croce, ecco perché in questo giorno così bello e solenne Dio ha voluto che riunissimo ciò che per noi, e soprattutto per Lui, è motivo di gioia: il primo miracolo eucaristico, opera Sua come tutti i successivi 184 miracoli eucaristici e l’ordinazione episcopale. Voi ricorderete che il 14 settembre del 1999 ho iniziato ufficialmente il mio servizio episcopale per ordine di Cristo in persona. In quel giorno mi sono rivestito delle insegne episcopali, che non avrei voluto indossare, e voi lo sapete. Ma sempre un 14 settembre, l’anno successivo, e qui sui gradini davanti all’altare vedete la custodia che contiene il decreto firmato, per ordine di Dio queste apparizioni e questi miracoli eucaristici sono stati riconosciuti veri e autentici dall’autorità ecclesiastica che, in quel momento, per volontà di Dio, era rappresentata dalla mia modesta persona. In quella preziosa custodia c'è la mia firma che non resterà isolata. Badate bene a ciò che vi sto dicendo: a fianco di quella firma, quando Dio vorrà, verrà apposta una seconda firma, che indicherà il Papa voluto da Dio e credo di poter dire che sarà il primo documento che il nuovo Papa firmerà all’inizio del suo servizio pontificale. Quando accanto alla firma del Vescovo ordinato da Dio, ci sarà anche la firma del Papa voluto da Dio, quello sarà veramente l’inizio di quel momento di trasformazione della Chiesa che nei primi tempi sarà doloroso, ma che terminerà nella gioia, perché a Dio non la si fa e anche i più potenti uomini dovranno essere messi nella condizione di inefficacia, di incapacità. È vero, si ripeteranno le parole che ha detto Gesù: ci sarà per loro pianto e stridore di denti e per coloro che hanno seguito Dio, l’eucaristia, la Madre dell’eucaristia, e voi siete tra i primi, ci sarà la gioia piena di essere testimoni del trionfo di Dio, che vedremo ancora segnato dalla presenza della croce.
La croce è vita, la croce è vittoria, la croce è trionfo. Amate la croce.
Sia lodato Gesù Cristo.