Omelia di S.E. Mons. Claudio Gatti del 14 settembre 2009
Sia lodato Gesù Cristo! Miei cari fratelli e sorelle, oggi inizia il nuovo anno sociale 2009-2010. Inizia l’anno degli interventi divini con una rinuncia che tocca prima me che voi. Questa pioggia, così abbondante e incessante, che comporta anche un'umidità molto accentuata, mi ha costretto purtroppo a rinunciare a celebrare la S. Messa per voi e con voi. Ma, comunque, sappiate che mentre voi parteciperete alla S. Messa celebrata da chi mi sostituisce, io celebrerò in questa stanza, che Marisa ha chiamato "le quattro mura" che la tenevano prigioniera, per voi, per ciascuno di voi, per la nostra comunità.
Purtroppo sono stato costretto - come già vi ho detto - a rinunciare a celebrare la S. Messa, ma non rinuncio a parlarvi.
Fisicamente (e sembra un assurdo, all’inizio del nuovo anno) il Vescovo e la Veggente non sono in mezzo a voi. Ma certamente, in bilocazione, mentre celebrerò la S. Messa, Marisa insieme alla Madonna, S. Giuseppe e nonna Jolanda, oltreché al mio fianco, come è sempre stato ripetuto e annunciato, sarà anche in mezzo a voi. E voi sapete che la presenza dell’anima è molto più forte, più qualificata dell’altra presenza che spesso è di facciata e non serve a nulla!
Comunque ho la gioia di dare a ciascuno di voi il benvenuto in questo luogo taumaturgico, luogo benedetto da Dio, luogo reso santo e taumaturgico da Dio, luogo che ha visto una successione impressionante di grandi avvenimenti.
Voglio citarvene alcuni, non perché dubito che voi li abbiate dimenticati, ma semplicemente per la gioia e il gusto di ricordarli.
È giusto iniziare ricordandovi le eccezionali e numerose teofanie trinitarie che sono avvenute in basilica, in cappellina ed in questa camera, che ha visto per tanti anni la presenza dolorante di Marisa. Attraverso queste sue esperienze, abbiamo potuto fare un primo, piccolo e timido passo verso la comprensione del Mistero Trinitario. Lei stessa descriveva ciò che avveniva davanti ai suoi occhi: il Padre, dal quale usciva in successione, uguale e identico a Lui, prima il Figlio e poi lo Spirito Santo. Ed ecco Dio Uno e Trino presente in mezzo a noi!
Le apparizioni della Madonna, definite le più importanti di tutta la storia della Chiesa: tante, numerose ed eccezionali!
l’ordinazione episcopale: fatto unico nella storia della Chiesa dopo l’ordinazione episcopale degli Apostoli e di Paolo - voglio sottolineare - sempre operate da Gesù.
Il dono della Porta Santa, di cui ancora oggi noi godiamo i benefici.
Le lettere di Dio che ci hanno accompagnato e ci accompagneranno ancora; a questo proposito vi rivolgo un pressante e caloroso invito a rileggerle perché vedrete che rileggendole proverete un gusto ed una comprensione migliore e più profonda.
I numerosi miracoli eucaristici (185), che comprendono anche tante sanguinazioni di ostie, fino a quella dell'11 giugno 2000 durante la S. Messa celebrata dal Vescovo ordinato da Dio.
E, oltre a questo, tutte le grazie di ordine spirituale e di ordine fisico che, per intercessione della Madre dell’Eucaristia, abbiamo ottenuto per noi e per gli altri!
Sotto questo tendone, oggi così bombardato da una pioggia incessante, voglio ricordare i due grandi avvenimenti: l’inizio ufficiale del mio servizio episcopale (il 14 settembre 1999) e la firma del Decreto, che Dio stesso mi ha ordinato di formulare, con il quale è stato dato il riconoscimento alle apparizioni della Madre dell’Eucaristia, alle teofanie trinitarie e alle stesse lettere di Dio.
Ma c'è certamente in un angolo della vostra mente, ma soprattutto del vostro cuore, una domanda: "Quando finiranno le prove a cui Dio ci ha continuamente sottoposti?". Voglio ricordarvi, miei cari, che il Mistero Eucaristico implica la presenza e, in successione, la realizzazione della passione, della morte e della resurrezione. La passione e la morte ormai sono avvenute, tant'è vero che se voi guardate quel quadro di fronte a voi troverete scritto in lettere nitide e chiare "Inizio della realizzazione delle promesse di Dio". In questo anno, che terminerà l'8 dicembre 2010, dovrebbero iniziare gli interventi promessi. Interventi che noi possiamo chiamare come Resurrezione.
Le prove servono per rendere più forte la fede, la speranza e la carità. Dio, è vero, ci ha provato, ma ci ha anche detto: "Non vi deluderò. E tutto ciò che ho promesso lo realizzerò!".
Vi potrei citare tanti esempi, ma mi limito e mi fermo a quello classico di Abramo che è diventato padre di moltitudini di popoli in età avanzata. Mentre pensava che ormai tutti i suoi beni sarebbero passati non ad un erede diretto, in successione genetica e genealogica, ma ad un suo servo, è stato da Dio premiato ed esaltato con un intervento particolare: Dio ha fatto sì che la moglie Sara, anziana e sterile, potesse essere resa fertile e dopo nove mesi generare Isacco.
E dal momento che noi vediamo qui di fronte il Crocifisso, non possiamo non ricordare anche ciò che è scritto nel Vangelo di Giovanni: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo. Dio infatti ha tanto amato il mondo, da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna". Gesù, dopo aver vissuto una dura e sanguinosa passione, non si è limitato a salire sulla Croce, ma ha fatto dono di Sé. Egli, seconda Persona della Santissima Trinità, Dio e Figlio di Dio, come dice Paolo nel brano della lettera ai Filippesi, "Spogliò Se stesso, assumendo la condizione di servo": ha rinunciato, in modo esteriore, a tutti gli attributi divini per apparire sempre più simile agli uomini. In questa condizione noi Lo sentiamo fratello, Lo sentiamo amico, Lo sentiamo soprattutto Salvatore e Redentore. Ed è proprio per questa Sua totale e completa obbedienza ai disegni del Padre, Dio Lo ha esaltato e Gli ha dato un nome al di sopra di ogni altro nome. Quindi noi dobbiamo cercare di imitare il Cristo: come Lui, obbedire ai disegni del Padre, accettare i disegni del Padre e vivere in un impegno costante e continuo, per cui da una modesta vita spirituale possiamo arrivare ad una vita spirituale sempre più alta e più vicina a Dio.
Gesù è il nostro amico. Non lo dimenticate mai. Nei momenti della prova, nei momenti in cui il dubbio si affaccia, in cui l’incertezza fa prigioniero il cuore e la sofferenza stritola l’anima in una morsa devastante, è in quei momenti che dobbiamo alzare lo sguardo al Cielo e gridando, ripetere il versetto che voi leggerete quando verrà pronunciato il salmo responsoriale: "Sei Tu, Signore, la nostra salvezza!".
E con questo, miei cari, termino queste parole che vengono dal cuore; un cuore, credetemi, provato abbastanza, ma che in questo momento si innalza verso Dio e innalzandosi verso Dio trova l’apporto, il sostegno, l’aiuto, il conforto e l’intercessione di Maria Madre dell’Eucaristia, di San Giuseppe custode dell’Eucaristia, di nonna Jolanda e della nostra sorella Marisa, vittime e adoratrici silenziose, amanti dell’Eucaristia.
Miei cari, un'ultima preghiera, se posso: io ricorderò a Dio ciascuno di voi, ma voi in questa Messa ricordate a Dio il vostro Vescovo, perché torni quanto prima nell’efficienza delle sue forze per servire Dio, servire voi, servire soprattutto la Chiesa, per la quale abbiamo pagato dei forti contributi per cooperare alla sua rinascita.
E con questo, miei cari, sia lodato Gesù Cristo!