Eucharist Miracle Eucharist Miracles

Omelia di S.E. Mons. Claudio Gatti del 15 marzo 2009

III Domenica di Quaresima

I Lettura: Es 20,1-17; Salmo 18; II Lettura:1 Cor 1,22-25; Vangelo: Gv 2,13-25

Dopo la creazione dell'uomo da parte di Dio e dopo che l'uomo gli ha disobbedito, sul mondo giganteggiava un no chiaro e preciso che non poteva essere, assolutamente, cancellato da nessuna azione umana e che avrebbe pesato come un macigno, ma Dio stesso, colui che era stato offeso da quel no, lo ha annullato. La Seconda Persona della SS. Trinità, entrando nel mondo dice, rivolto al Padre: “Ecco, io vengo, o Padre, per fare la tua volontà” e sul mondo quel no viene sostituito da un sì immensamente più grande e luminoso. Il no dell’uomo è cancellato da Dio, che diventa simile all'uomo, eccetto che per il peccato, come ci ricorda Paolo. Dio poteva fare a meno della collaborazione umana, invece vuole che collabori con Lui ed invia il Messia, il Cristo, che è per sua natura unico mediatore tra Dio e l'uomo. Gesù non ha bisogno di nessuna collaborazione umana per compiere l'opera della redenzione, ma, nei piani di Dio, l'uomo deve dare il suo contributo e il primo essere umano a darlo, affiancando al sì di Dio Uomo, il suo sì umano, è Maria. Ed ecco che, a fianco dell'Eucaristia c’è la Madre dell’Eucaristia, a fianco del Redentore c’è una corredentrice, anche se non è ancora una verità di Fede, a fianco dell’unico vero mediatore c’è Maria, mediatrice di tutte le grazie, anche se non è ancora un dogma.

Sul mondo giganteggiano due figure: la figura di Gesù Eucaristia e la figura di Maria, Madre dell'Eucaristia. Nell’Eucaristia è presente Gesù redentore, mediatore, sommo, unico, primo sacerdote e, contemporaneamente, vittima divina. In Maria è presente ugualmente la funzione di madre, in quanto ha dato a Dio un corpo che doveva essere trafitto e il sangue che doveva essere versato, per sua volontà, per realizzare la Redenzione, ma è presente anche la funzione di mediazione e corredenzione. Gesù Eucaristia poteva fare a meno della Madre dell'Eucaristia, invece ha voluto non solo una creatura umana come sua madre, ma anche che gli uomini fossero suoi rappresentanti nel mondo per portare la grazia, per annunciare la Parola, per indicare la strada, cioè ha voluto il sacerdozio che è, in modo particolare, in funzione dell'Eucaristia. Se, per ipotesi malaugurata, dovessero morire contemporaneamente tutti i sacerdoti, nel mondo non ci sarebbe più Eucaristia e se è vero che il sacerdozio è in funzione dell'Eucaristia, l'Eucaristia è il primo ufficio, il culto più alto che il sacerdote, a nome di tutti gli uomini, può e deve elevare a Dio. Ecco allora l'Eucaristia nella sua triplice funzione di presenza, comunione e sacrificio: presenza di Gesù in corpo e sangue, frutto del sì di Maria; anima, creazione da parte del Padre; divinità, perché figlio di Dio. La presenza di Dio in corpo, sangue, anima e divinità sarebbe stata già una cosa immensa, ma Dio va oltre, ci sorprende e arriva anche a diventare cibo spirituale dell'uomo. Cristo si rende prigioniero, quasi dipendente dall'uomo, Dio Onnipotente sceglie di essere prigioniero dell’uomo che, attraverso questo cibo, innalza la sua dignità ad un’altezza che, altrimenti, non avrebbe mai potuto raggiungere, perché la figliolanza di Dio scaturisce, si alimenta e si perfeziona attraverso l'Eucaristia.

Presenza è un dono grande, comunione è un dono immenso, ma sacrificio è un dono sconvolgente. Sarebbero state sufficienti una, due gocce di sangue di Gesù per redimere l'uomo, invece Gesù è arrivato a vivere le esperienze dolorose che ci sconvolgono, annunciate già nel Vecchio Testamento. Questo è il motivo per cui vi ho fatto leggere una parte di un brano di Isaia, che viene anche definito come il quinto evangelista perché in quel capitolo e nei precedenti, sotto l’ispirazione di Dio, ha descritto la passione di Gesù in modo preciso e peculiare. Se mettiamo questo annuncio della passione a fianco del racconto della passione del Cristo, che fra poco tempo leggeremo, in occasione della Settimana Santa, se riusciamo a mettere un po' di intelligenza e amore non possiamo terminare la Passione senza essere sconvolti da ciò che Cristo ha voluto infliggere volontariamente a se stesso per dimostrare il suo amore infinito, immenso, incommensurabile. Sarebbe già immenso se la morte e passione del Figlio di Dio fossero avvenute una volta duemila anni fa e noi potessimo vivere nel ricordo di questo evento, ma Dio va oltre, ci sorprende, soprattutto, ci sconvolge, perché ciò che ha realizzato duemila anni prima diventa realtà, attualizzazione in ogni luogo della terra, in ogni momento della storia, ogni volta che un sacerdote, validamente ordinato, ripete le parole che Gesù ha pronunciato nell'ultima cena.

Noi, come uomini, di fronte a tutto questo, abbiamo reagito con ignoranza, distacco, indifferenza e disinteresse, in parte anche a causa delle gravi mancanze dei sacerdoti, che sono la continuazione storica dell'azione e della presenza di Gesù Cristo. Il nostro primo compito è catechizzare, predicare, far conoscere Gesù e ciò che ha insegnato. Dopo tanti secoli c’è stato questo distacco nei confronti dell’Eucaristia perché noi sacerdoti abbiamo omesso per secoli ciò che era veramente importante e abbiamo portato l’attenzione nostra e degli uomini su realtà immensamente meno importanti e meno incisive nella realtà umana. Allora, colei che ha pronunciato il suo sì e l’ha affiancato al sì di Dio, Maria, la donna di Nazareth, la madre del Messia, ha continuato quell'opera che ha iniziato sotto la croce. Il sì di Maria pronunciato all’incarnazione, pronunciato alla redenzione, continua nella storia. Se l'uomo è tornato ad amare l'Eucaristia non lo dobbiamo al Papa, ai vescovi, ai cardinali e ai sacerdoti, ma a lei, attraverso i suoi interventi e le sue apparizioni nel mondo e, in modo particolare, attraverso le apparizioni avvenute in questo luogo bombardato, calunniato, denigrato dagli uomini che si sono comportati come i nemici di Cristo, che l'hanno condannato a morte. Noi amiamo l'Eucaristia perché la Madre dell'Eucaristia ce l'ha insegnato e ricordo sempre che a quel vescovo che mi ha domandato: “Ma a lei cosa sono servite le apparizioni della Madre dell'Eucaristia?”, io ho risposto che mi hanno insegnato ad amare l'Eucaristia, a credere nell’Eucaristia, a predicare l'Eucaristia. Allora il ruolo del sacerdote e, nel caso specifico, del Vescovo Ordinato da Dio, si prolunga nella Chiesa per riportare in essa l'amore all'Eucaristia e, come avete detto meravigliosamente ieri durante la veglia, e di questo vi sono riconoscente, a fianco del Vescovo Dio ha messo una creatura senza grandi caratteristiche umane, una creatura umile, semplice, ammalata, sofferente. Da questa fusione del Vescovo e della Veggente è venuto fuori il trionfo dell'Eucaristia, dichiarato da Dio il 10 gennaio 2002. Dio ha attribuito il trionfo dell’Eucaristia al Vescovo e alla Veggente, ma anche a voi, molto subordinatamente. Sapeste quanto il demonio si è accanito contro di noi e ieri vi ho raccontato qualcosa, di cui, il solo racconto fa vacillare la mente.

Dio ha voluto che a fianco del Vescovo e della Veggente ci fossero persone umili e semplici. Quando dissi al Signore, in una conversazione: “Mio Dio, tu sai che per anni ho considerato gli altri miei confratelli migliori di me, più intelligenti, più colti, più preparati”, Lui mi ha risposto: “Per questo ti ho nominato vescovo”. Noi dobbiamo essere coscienti dei nostri limiti, non inorgoglirci, ma essere coscienti della nostra piccolezza e la Madonna l’ha ripetuto, citando le parole di Gesù: “Ti ringrazio, Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai superbi e le hai rivelate ai piccoli”. Ricordatevi che i piccoli del Vangelo sono i più grandi nel regno dei cieli, infatti, per esempio, nei confronti di una creatura vissuta nel pieno nascondimento come nonna Iolanda, in Cielo vi è un estremo rispetto da parte di Dio. Quando la Veggente, e speriamo tra non molto se le vogliamo bene, lascerà la terra per raggiungere il Paradiso, voi non immaginate neanche quale sarà la festa con cui verrà accolta. Di questa festa a me Dio ha raccontato qualcosa e lo saprete anche voi al momento opportuno. La medesima festa verrà ripetuta quando, a sua volta, ma purtroppo dovranno passare anni, anche il Vescovo non più vescovo, ma con altra carica, raggiungerà il Padre. Credo che Marisa possa promettere che andrà a prepararvi un posto in Paradiso e possiamo dire che questo posto vi è garantito perché avete amato e difeso l'Eucaristia, i miracoli eucaristici e le apparizioni della Madre dell'Eucaristia. Su queste opere di Dio gli uomini, a volte anche altolocati e, a volte, anche coloro che hanno fatto parte di questa comunità, hanno gettato ironia, fango e disprezzo. Non vorrei essere al loro posto quando verrà il momento in cui si presenteranno davanti a Dio, perché in quel momento, come già ha detto, pubblicamente molte volte e, privatamente, a me e a Marisa, suoneranno le sue parole tremende: “Andate, maledetti, nell'inferno! Guai a voi! Guai a coloro che calunniano il mio Vescovo, il Vescovo che io ho ordinato”. Il “guai” di Dio è terribile, ma per voi suoneranno diverse le parole: “Venite, benedetti, dal Padre mio, entrate nella gioia del Paradiso preparata per voi fin dall'eternità”. Sì, miei cari, Dio ci ha presenti nella sua mente fin dall'eternità e in Dio è presente tutto, quindi siamo presenti io e Marisa, ma siete presenti anche voi per quello che siete adesso e siamo tutti presenti per quello che saremo un domani. Quindi quando Gesù disse: “preparata per voi fin dall’eternità” voleva dire che Dio dall'eternità ha pensato a noi e ci ha amato, ma ci ama perché noi amiamo l'Eucaristia. Questo è il salvacondotto! E allora capite perché nel canone della Messa io dico e prego “per i sacerdoti che amano l'Eucaristia”. Questo è esatto teologicamente, questa è la realtà. Per quei sacerdoti che non amano l’Eucaristia non posso perdere tempo, per essi ci sarà condanna, per i laici che non amano l'Eucaristia anche se fanno finta di amarla, non ci sarà salvezza, ma noi amiamo l’Eucaristia.

Io credo che la gioia più grande che il Vescovo dell’Eucaristia e la Vittima dell’Eucaristia possano avere è di aver instillato in voi con la predicazione, la testimonianza e la sofferenza un amore grande che si dilata continuamente nei riguardi dell'Eucaristia. Durante la preghiera ho detto che a nome della nuova Chiesa professavo nei riguardi di Dio obbedienza e docilità e ne avevo tutti i diritti per farlo, in quanto Egli mi ha ordinato vescovo proprio in funzione della nuova Chiesa, ma a fianco del mio sì c'è il sì della Veggente e dovete collocare anche il vostro sì. Siate fedeli a questo sì, portatelo nel mondo, non vi intimorite di fronte al no delle persone che sono nemiche di Dio. Sia esso il distintivo: sì a Gesù Eucaristia, sì ai miracoli eucaristici, sì alle apparizioni della Madre dell'Eucaristia, sì al Vescovo dell’Eucaristia, sì alla Vittima dell'Eucaristia. A quel punto sarete protetti da qualsiasi tempesta e uragano che, purtroppo, si abbatterà sul mondo e sulla Chiesa, quando Dio interverrà per realizzare le sue promesse. Miei cari, grazie perché siete qui, ma voi dite grazie al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo perché vi hanno chiamato qui. Sia lodato Gesù Cristo.