Omelia del 26 Marzo 2007
I lettura Is 7,10-14;8,10; Salmo 39; II lettura Eb 10,4-10; Vangelo Lc 1,26-38
V settimana Tempo di Quaresima
Prima di tutto, io credo che sia doveroso come comunità chiedere scusa a Gesù Eucaristia perché non era tutto pronto ed in ordine. È una cosa che non deve più ripetersi: Gesù non deve aspettare perché le cose non sono state preparate. Per me, credetemi, è stata una profondissima amarezza. Inoltre deve essere chiara un’altra cosa: quando ci sono i ministri straordinari dell’Eucaristia, è inutile che chiediate se debbono portare le candele gli altri; se ci sono i ministri straordinari dell’Eucaristia, sta a voi ministri provvedere e fare tutto ciò. Quello che è avvenuto oggi è, effettivamente, qualcosa che non doveva avvenire. Molte volte, ultimamente, la Madonna non ha fatto altro che ripetere: “Svegliatevi da questo sonno”. Fate attenzione a non rinchiudervi in voi stessi, non pensate soltanto al vostro orticello, non vi beate di fronte a Gesù Eucaristia, quasi in una preghiera estatica, e poi non pensate ad altro perché questo non è il nostro stile. Il nostro è uno stile di amore, di rispetto e di sollecitudine, quindi ciò che è avvenuto oggi, anche se a voi sembra una cosa piccola, è invece secondo me una grave mancanza nei riguardi di Gesù Eucaristia e non deve più ripetersi. Non dimentichiamo che Gesù Eucaristia è Dio, a Lui va l’onore, la Gloria e il rispetto, a Lui va il meglio di tutto e di tutti e oggi noi non glielo abbiamo dato. Fatta questa premessa, e non esagero nel dire che mi è costata molto in quanto mi sta sanguinando il cuore, veniamo alla festa di oggi, che avrei desiderato ardentemente avvenisse in un clima più sereno, più disteso, più gioioso ma purtroppo non è così. Abbiamo ancora molti problemi e sofferenze, le difficoltà premono in modo particolare su due persone, il Vescovo e la veggente e non nascondo che, a volte, ci sentiamo accasciati, prostrati sotto il peso della croce. Del resto lo stesso Gesù è caduto diverse volte sotto il peso della croce, e il suo tragitto non era molto lungo. Il nostro invece è veramente lungo, eccessivamente direi e umanamente anche insopportabile. Credo di poter dire che nelle letture che sono state appena proclamate, un piccolo spazio, un piccolo posto, ce lo possiamo ritagliare anche noi. Sono letture scelte in modo appropriato, non ci sarebbe neanche bisogno di commentarle, perché se voi le collocate in un certo ordine logico ne avrete tutta la spiegazione in modo chiaro e dettagliato.
Iniziamo con la grande promessa, il segno che viene proclamato da Isaia: In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi»
“La vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele”. Voi sapete che gli Ebrei non avevano, riguardo al concetto della verginità, una concezione molto elevata come lo è oggi nella Chiesa, anche se nel suo interno purtroppo la castità e la verginità non sono molto ben praticate. Per gli Ebrei la scelta della verginità non era definitiva ma era un passaggio della vita; secondo la mentalità ebraica il culmine di ogni bene si raggiungeva nel matrimonio cioè con l’unione coniugale ed il segno della benedizione di Dio era quello di avere diversi figlioli. Perciò questo discorso “una vergine concepirà e partorirà un figlio” certamente non è stato compreso dagli Ebrei per secoli, proprio a causa della loro mentalità e della loro concezione. Ci sono voluti circa sette secoli affinché si potesse chiarire questo concetto.
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Il brano del Vangelo di Luca inizia esattamente col citare l’angelo che fu mandato ad una vergine, ed ecco che si realizza ciò che era stato profetizzato sette secoli prima. Parliamo di settecento anni, ma vi rendete conto? Settecento anni affinché la parola di Dio potesse realizzarsi nella sua pienezza. Questa fanciulla, che aveva fatto della verginità una scelta definitiva della propria vita andando anche contro la mentalità e l’idea del suo popolo, si era sposata e, anche se non viveva ancora con il suo amato sposo, legalmente Giuseppe e Maria erano marito e moglie. Ma la condizione di Maria è quella della verginità e la Madonna vuole restare vergine, Ella ha consacrato a Dio la propria verginità, tanto è vero che, quando l’angelo le fa l’annuncio, Maria già sapeva tutto; sapeva che sarebbe diventata la Madre del Messia, sapeva che quel Figlio che avrebbe generato e partorito sarebbe stato umiliato, perseguitato, ucciso e sarebbe anche risorto e asceso di nuovo alla gloria che gli appartiene in quanto Dio. Voi sapete che la Madonna sapeva già tutto questo e vi ho spiegato anche come, dal punto di vista umano, ascoltare l’angelo che le dice: “diventerai madre” e la Madonna rispondergli “io sarò sempre vergine”, sia un controsenso; eppure nella situazione di Maria la verginità e la maternità coincidono perfettamente, si sovrappongono meravigliosamente l’una all’altra e la logica umana viene spiazzata, la mentalità umana completamente accantonata. “Come è possibile?” è la domanda che la Madonna rivolge all’angelo affinché le dia una risposta, ma questa in realtà non è rivolta a Lei, non le serve, perché già sa come diventerà madre. Noi non dobbiamo dimenticare che la Madonna ha avuto un continuo ed incessante colloquio col Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Lei è l’unica creatura che ha parlato con il Figlio prima ancora che Egli fosse generato nel tempo. Questo è possibile perché stiamo parlando del Figlio di Dio, perciò quella domanda “Come è possibile, non conosco uomo” serve affinché l’angelo possa fornire quella spiegazione che gli evangelisti, e nel caso specifico Luca, hanno inserito nel Vangelo e noi adesso leggendolo possiamo sapere che Maria è rimasta vergine ed è diventata Madre per opera e potenza dello Spirito Santo, vale a dire per l’intervento onnipotente di Dio. Quando l’angelo afferma: “la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”, si riferisce alla potenza di Dio perché per Dio tutto è possibile. Quindi, anche questo mistero della verginità e maternità di Maria non sarebbe stato compreso dalle persone, dai parenti e da tutto il popolo che viveva a quel tempo, perciò è rimasto ulteriormente sepolto sotto il silenzio e sotto la discrezione perché non avrebbero potuto capire. Ecco il motivo e la funzione di Giuseppe: far sì che non si creassero problemi e che gli uomini non trovassero nella potenza e nell’opera portentosa di Dio un motivo per rifiutare le Sue opere, come avverrà tante volte e come è avvenuto anche recentemente. Dio ha studiato bene quello che doveva fare e lo ha realizzato nel modo migliore, quindi Maria è stata protetta da questa figura. Il piccolo che è nato infatti era considerato figlio di Giuseppe, Cristo stesso ha sempre trattato e rispettato il papà con un tale amore e devozione che potete riscontrarli nel libro della “Vita della Madonna”. Quindi ecco giungere il grande momento, qualcosa che avviene con una tale importanza che la stessa creazione ne risente in benefici mentre gli uomini quasi non se ne accorgono. Dio si incarna, Dio diventa uomo e l’angelo, portatore di quel grande annuncio, immediatamente si inginocchia perché sa che si trova di fronte al tabernacolo vivente di Dio. L’abbiamo sempre detto: il primo grande tabernacolo, il più prezioso che potesse accogliere Dio è il grembo purissimo di Maria; l’angelo perciò si inginocchia riverente e adora la seconda persona della Santissima Trinità. Ma è presente solo la seconda persona della Santissima Trinità? Noi sappiamo che, laddove è il Figlio, è presente anche il Padre e lo Spirito Santo, quindi è la Trinità che è presente nella piccola, umile stanza di Maria. Tutto ciò è avvenuto nel silenzio e nel nascondimento degli uomini; neanche Giuseppe saprà ciò che è avvenuto in quel momento, ne verrà a conoscenza successivamente quando vedrà i segni incipienti della maternità.
Spero che comprendiate quello che voglio dire, non mi è difficile portarvi a riflettere su altre realtà e opere di Dio che sono avvenute nel silenzio. Quante ne sono avvenute nel silenzio in questo luogo e gli uomini non se ne sono accorti o peggio, quando lo hanno fatto, le hanno combattute, hanno cercato di seppellirle, di distruggerle, hanno cercato di sporcarle; ma il beneficio c’è stato ugualmente. Come nel silenzio di Nazareth si verifica il portento che illumina, che dà vita e speranza al mondo, nel silenzio e nell’umiltà di questo luogo è avvenuto qualcosa che ha illuminato tutto il mondo, ed è riverberato in forme meravigliose, multicolori per cui gli uomini hanno sentito che Dio è ancora presente nel mondo e nella società. Come i Magi e i pastori sono stati chiamati da Dio e sono andati verso la grotta, gli uomini sono stati chiamati da Dio, e non dai propri confratelli, e sono stati indirizzati verso l’Eucaristia. Ecco perché inizialmente la Madonna ha voluto che la festa della Madre dell’Eucaristia, festa tanto cara al nostro cuore, cadesse esattamente in questo giorno perché tutto parla dell’Eucaristia.
Il punto più alto lo possiamo cogliere nella Lettera agli Ebrei:
Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo poiché di me sta scritto nel rotolo del libro per fare, o Dio, la tua volontà"». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
“É impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati” è l’affermazione di Paolo. Egli spiega infatti che è possibile eliminare i peccati con il sangue versato da quel corpo che si è formato nel grembo di Maria, quindi è evidente l’unione indissolubile tra il sacrificio del Cristo e la maternità di Maria. Nei disegni di Dio Maria è essenziale, è indispensabile per la celebrazione del sacrificio del Cristo sulla croce e per l’attualizzazione di questo sacrificio lungo i secoli, in ogni parte del mondo. Ecco perché quando diciamo Eucaristia, dobbiamo pensare immediatamente alla Madre dell’Eucaristia. Queste sono le parole di Isaia, che Paolo ripete nella sua Lettera, “Non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato”. È Dio che ha preparato questo corpo perché si è realizzato per opera dello Spirito Santo; potete quindi rendervi conto di quanto la Parola di Dio sia chiara e del modo in cui ci porti lentamente alla comprensione dei grandi misteri, delle grandi realtà e delle grandi opere divine. “Io vengo per compiere, o Dio, la Tua volontà”, perché l’Incarnazione è la conseguenza di un atto della volontà divina. L’uomo, da solo, non avrebbe mai potuto purificarsi dal peccato e dalle colpe, ci voleva un’azione di Dio, occorreva un intervento di Dio e ripeto, lo ribadisco, azione e opera di Dio che sono scaturite dalla presenza e dall’azione della Madonna.
Maria che è vergine, Maria che è martire, Maria che è anche, contemporaneamente, vergine e martire, Maria che è anche Madre del grande martire. Questo è il discorso che deve entrare nei vostri cuori e deve essere custodito e fatto oggetto di riflessione. Vorrei che ognuno di noi si immedesimasse nell’angelo che si è inginocchiato in adorazione, vorrei che, in quell’angelo rivedessimo ciascuno di noi, vorrei che quell’angelo fosse il simbolo di tutta l’umanità.